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Storia di una casa. Pier Paolo Pasolini a Casarsa

La storia di una casa e di un clan familiare. L’edificio che comunemente è indicato cone la casa di Pier Paolo pasolini è in realtà la casa del ramo materno del poeta. All’inizio del Novecento, su un lotto che risultava già edificato nella prima metà del secolo precedente, ma con conformazione assai diversa dall’attuale, Domenico Colussi, padre di Susanna e nonno di Pier Paolo, realizzò infatti la Casa Còlus o Colussi, da cui deriva l’edificio esistente. La pubblicazione contiene numerose foto d’epoca di Casarsa, della casa e di Pasolini giovane, oltre a ricordi e testimonianze di Susanna Colussi, Nico Naldini a altri, brani tratti dall’epistolario e dai diari di Pasolini, una sua biografia e bibliografia del periodo ‘casarsese’ e alcune schede per un possibile 'itinerario pasoliniano'

La storia di una casa e di un clan familiare. L’edificio che comunemente è indicato cone la casa di Pier Paolo pasolini è in realtà la casa del ramo materno del poeta. All’inizio del Novecento, su un lotto che risultava già edificato nella prima metà del secolo precedente, ma con conformazione assai diversa dall’attuale, Domenico Colussi, padre di Susanna e nonno di Pier Paolo, realizzò infatti la Casa Còlus o Colussi, da cui deriva l’edificio esistente.

La pubblicazione contiene numerose foto d’epoca di Casarsa, della casa e di Pasolini giovane, oltre a ricordi e testimonianze di Susanna Colussi, Nico Naldini a altri, brani tratti dall’epistolario e dai diari di Pasolini, una sua biografia e bibliografia del periodo ‘casarsese’ e alcune schede per un possibile 'itinerario pasoliniano'

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A Valvasone è degno di una visita anche l’organo del Duomo, realizzato da

Vincenzo Colombi tra il 1532 e il 1533 su commissione dei nobili della città. Posizionato

in una cantoria sulla parete destra dell’edificio, iniziò a suonare nel

1533, ma la cassa lignea venne completata solo nel 1535 e in seguito, fino al

1538, decorata dall’intagliatore Girolamo di Venezia e dal doratore Tommaso

Mioni da Udine. I dipinti sulle portelle vennero commissionati al Pordenone,

che però morì nel 1539, lasciando incompiuto il lavoro. L’opera venne così

portata a termine pochi anni dopo dal genero Pomponio Amalteo.

Le portelle presentano temi dell’Antico Testamento, mentre sulla parte anteriore

della cantoria sono presenti scene dai Vangeli.

Dopo vari interventi che nei secoli ne avevano compromesso l’uso, l’organo

conobbe un primo importante restauro tra il 1972 e il 1974, al quale seguì

un altro nel 1999. Quest’ultimo restauro, condotto secondo precisi criteri

filologici, riportò lo strumento alle sue condizioni originarie, così che dall’inizio

del Duemila l’organo viene regolarmente utilizzato per l’esecuzione di

musiche rinascimentali, per corsi sull’interpretazione della musica antica e

per rassegne internazionali di concerti. Lo strumento, inoltre, venne preso

come modello per le misure del nuovo organo della Chiesa di San Salvador

a Venezia.

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