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Storia di una casa. Pier Paolo Pasolini a Casarsa

La storia di una casa e di un clan familiare. L’edificio che comunemente è indicato cone la casa di Pier Paolo pasolini è in realtà la casa del ramo materno del poeta. All’inizio del Novecento, su un lotto che risultava già edificato nella prima metà del secolo precedente, ma con conformazione assai diversa dall’attuale, Domenico Colussi, padre di Susanna e nonno di Pier Paolo, realizzò infatti la Casa Còlus o Colussi, da cui deriva l’edificio esistente. La pubblicazione contiene numerose foto d’epoca di Casarsa, della casa e di Pasolini giovane, oltre a ricordi e testimonianze di Susanna Colussi, Nico Naldini a altri, brani tratti dall’epistolario e dai diari di Pasolini, una sua biografia e bibliografia del periodo ‘casarsese’ e alcune schede per un possibile 'itinerario pasoliniano'

La storia di una casa e di un clan familiare. L’edificio che comunemente è indicato cone la casa di Pier Paolo pasolini è in realtà la casa del ramo materno del poeta. All’inizio del Novecento, su un lotto che risultava già edificato nella prima metà del secolo precedente, ma con conformazione assai diversa dall’attuale, Domenico Colussi, padre di Susanna e nonno di Pier Paolo, realizzò infatti la Casa Còlus o Colussi, da cui deriva l’edificio esistente.

La pubblicazione contiene numerose foto d’epoca di Casarsa, della casa e di Pasolini giovane, oltre a ricordi e testimonianze di Susanna Colussi, Nico Naldini a altri, brani tratti dall’epistolario e dai diari di Pasolini, una sua biografia e bibliografia del periodo ‘casarsese’ e alcune schede per un possibile 'itinerario pasoliniano'

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La Chiesa di Santa Croce, il

“glisiùt” dei casarsesi, è molto

importante per la biografia

letteraria di Pasolini. Al suo interno,

infatti, si trova la lapide

votiva che ricorda l’invasione

turca del 1499, episodio storico

da cui il poeta trasse ispirazione

per la stesura nel maggio

1944 del dramma in friulano I Turcs tal Friúl.

La lapide si trovava in passato nella piccola Chiesa della Beata

Vergine delle Grazie, che fu costruita e completata con pitture e

decorazione nel 1529 in segno di ringraziamento alla Vergine per la

salvezza dalla minaccia turca. Dopo la demolizione di questo piccolo

luogo di culto nel 1880, la lapide fu trasferita nella Chiesa di Santa

Croce, dove ora è visibile sulla parete sud dell’aula.

Cimitero

Nell’area cimiteriale è meta di un continuo pellegrinaggio la tomba

che, sotto un alloro e con due spartane lapidi bianche che recano incisi

i soli nomi e le date di nascita e di morte, accoglie i resti di Pier Paolo

e di sua madre Susanna. La tomba, disegnata dall’architetto Gino

Valle con estrema sobrietà, è individuata da una striscia di marmo,

come per una discreta segnaletica dell’ultima dimora del poeta. Nel

cimitero sono inoltre sepolti in luoghi separati i vari componenti delle

famiglie d’origine di Pier Paolo: il padre Carlo Alberto, la nonna Giulia

Zacco, le zie Chiarina, Giannina e Enrichetta, e soprattutto il fratello

Guido Alberto, tumulato nel sacello eretto in ricordo dei partigiani

casarsesi e impreziosito da due affreschi di Federico De Rocco.

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