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Storia di una casa. Pier Paolo Pasolini a Casarsa

La storia di una casa e di un clan familiare. L’edificio che comunemente è indicato cone la casa di Pier Paolo pasolini è in realtà la casa del ramo materno del poeta. All’inizio del Novecento, su un lotto che risultava già edificato nella prima metà del secolo precedente, ma con conformazione assai diversa dall’attuale, Domenico Colussi, padre di Susanna e nonno di Pier Paolo, realizzò infatti la Casa Còlus o Colussi, da cui deriva l’edificio esistente. La pubblicazione contiene numerose foto d’epoca di Casarsa, della casa e di Pasolini giovane, oltre a ricordi e testimonianze di Susanna Colussi, Nico Naldini a altri, brani tratti dall’epistolario e dai diari di Pasolini, una sua biografia e bibliografia del periodo ‘casarsese’ e alcune schede per un possibile 'itinerario pasoliniano'

La storia di una casa e di un clan familiare. L’edificio che comunemente è indicato cone la casa di Pier Paolo pasolini è in realtà la casa del ramo materno del poeta. All’inizio del Novecento, su un lotto che risultava già edificato nella prima metà del secolo precedente, ma con conformazione assai diversa dall’attuale, Domenico Colussi, padre di Susanna e nonno di Pier Paolo, realizzò infatti la Casa Còlus o Colussi, da cui deriva l’edificio esistente.

La pubblicazione contiene numerose foto d’epoca di Casarsa, della casa e di Pasolini giovane, oltre a ricordi e testimonianze di Susanna Colussi, Nico Naldini a altri, brani tratti dall’epistolario e dai diari di Pasolini, una sua biografia e bibliografia del periodo ‘casarsese’ e alcune schede per un possibile 'itinerario pasoliniano'

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3. TERZA TAPPA

Versuta

Chiesa di Sant’Antonio Abate

Versuta è un luogo mitico della geografia pasoliniana e tuttora

mantiene l’atmosfera contadina che conobbe anche Pasolini, nel

periodo in cui visse da sfollato nel piccolo borgo. Ne è il cuore l’antica

chiesetta rosa dedicata a Sant’Antonio Abate e spesso descritta da

Pier Paolo nelle sue prose friulane. L’attuale edificio della Chiesa è

l’ampliamento di un preesistente e più piccolo oratorio di campagna,

che risale all’XI secolo e di cui tuttora si possono intuire le contenute

dimensioni nel profilo evidente sia sulla facciata che all’interno

dell’aula. Nel 1400, grazie ai conti Altan di San Vito che erano entrati in

possesso di quelle terre, furono aggiunte al piccolo spazio preesistente

la volta a crociera, un’abside poligonale con decorazioni e la bifora

campanaria sulla facciata.

Sulla facciata è sistemata una statua di Sant’Antonio Abate con

maialino, il santo protettore degli animali domestici e patrono di una

antica tradizione rimasta viva fino all’ultimo dopoguerra: ogni anno,

infatti, un maiale era allevato dalla comunità e la sua carne doveva

servire per l’alimento delle famiglie più povere.

Di tutto rilievo gli affreschi che impreziosiscono l’interno. Brilla il ciclo

tardo-gotico dei pregevolissimi affreschi di Sante e Santi nell’intradosso

dell’arco, degli Evangelisti nell’abside e dell’Incoronazione della Vergine

nella parete dietro l’altare, rivelando l’intervento di una bottega d’arte

di rilievo, forse memore della scuola di Masolino da Panicale, maestro

e collaboratore di Masaccio. Sulla parete meridionale dell’aula, si

stagliano poi le figure affrescate di un Daniele Profeta, di un ‘trittico’

con Sante (si riconosce Santa Caterina), di una teoria di vergini

del ciclo di Sant’Orsola e di un’Ascensione (o di un Cristo in gloria

tra Santi), che rinviano a più mani di una stessa scuola della metà

del 1300, forse locale, ma influenzata e aggiornata dai modi postgiotteschi

di Vitale da Bologna e di Tomaso da Modena, quest’ultimo

operoso nella seconda metà del 1300.

Sono visibili tracce delle decorazioni affrescate anche nella parete

meridionale esterna della Chiesa, ma il precario stato di conservazione

ne consente una lettura solo parziale.

Il complesso dell’area su cui si erige la chiesa fu oggetto negli

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