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Storia di una casa. Pier Paolo Pasolini a Casarsa

La storia di una casa e di un clan familiare. L’edificio che comunemente è indicato cone la casa di Pier Paolo pasolini è in realtà la casa del ramo materno del poeta. All’inizio del Novecento, su un lotto che risultava già edificato nella prima metà del secolo precedente, ma con conformazione assai diversa dall’attuale, Domenico Colussi, padre di Susanna e nonno di Pier Paolo, realizzò infatti la Casa Còlus o Colussi, da cui deriva l’edificio esistente. La pubblicazione contiene numerose foto d’epoca di Casarsa, della casa e di Pasolini giovane, oltre a ricordi e testimonianze di Susanna Colussi, Nico Naldini a altri, brani tratti dall’epistolario e dai diari di Pasolini, una sua biografia e bibliografia del periodo ‘casarsese’ e alcune schede per un possibile 'itinerario pasoliniano'

La storia di una casa e di un clan familiare. L’edificio che comunemente è indicato cone la casa di Pier Paolo pasolini è in realtà la casa del ramo materno del poeta. All’inizio del Novecento, su un lotto che risultava già edificato nella prima metà del secolo precedente, ma con conformazione assai diversa dall’attuale, Domenico Colussi, padre di Susanna e nonno di Pier Paolo, realizzò infatti la Casa Còlus o Colussi, da cui deriva l’edificio esistente.

La pubblicazione contiene numerose foto d’epoca di Casarsa, della casa e di Pasolini giovane, oltre a ricordi e testimonianze di Susanna Colussi, Nico Naldini a altri, brani tratti dall’epistolario e dai diari di Pasolini, una sua biografia e bibliografia del periodo ‘casarsese’ e alcune schede per un possibile 'itinerario pasoliniano'

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Casa Colussi

I ricordi di Susanna Colussi e di Nico Naldini

«La casa di Casarsa sulla piazza del paese - ha raccontato nel 2012

Nico Naldini 1 - dove c’era ancora un pozzo e intorno abitazioni

di un gusto già piccolo borghese era stata fatta costruire da Meni

Colùs (Domenico Colussi) nel millenovecentodieci. Meni detto

Minuti era un piccolo impresario della produzione di grappa e

durante la raccolta del frumento spostava le sue trebbiatrici da

un podere all’altro. Ma la sua passione era l’enologia e per un

certo periodo si era trasferito in Piemonte, a Casale Monferrato,

per studiare i metodi colà praticati. Amava anche l’opera lirica e

una sera nell’ingresso del teatro principale aveva conosciuto una

leggiadra fanciulla di nome Giulia. Si erano fidanzati e più tardi lei

lo aveva seguito fino a Casarsa dove erano state celebrate le nozze.

Entrambi belli. Lui con i baffi e i capelli biondi divisi a metà da una

discriminatura, lei con l’aria modesta e sognante e un nastro che

raccoglieva la chioma scura. Passarono gli anni ed ebbero cinque

figli, quattro femmine e un maschio, tutti nati sul finire del secolo.

La primogenita si chiamava Susanna e fu mandata a scuola per

diventare maestra elementare».

Susanna, poi sposata nel dicembre 1921 a Carlo Alberto Pasolini,

giovane conte decaduto di Ravenna e ufficiale di fanteria stanziato

nelle caserme di Casarsa, è la madre di Pier Paolo, il primogenito

nato a Bologna il 5 marzo 1922. E anche lei, nel racconto della saga

familiare dei Colussi, edito nel 2010 con il titolo Il film dei miei ricordi,

dedica un capitolo speciale alla mitica figura del padre Domenico

e, tra tanti altri frammenti memoriali, alla casa che egli aveva fatto

erigere per la moglie Giulia. Rispetto alla «grande casa rustica dei

genitori», con le sue «stanze ampie come camerate», la «calce delle

pareti caduta e scrostata» e la fioca illuminazione, doveva essere

«una casa nuova più comoda, più graziosa, più moderna».

E così fu. «La nuova casa sorse sul cortile che dava sulla strada,

dove una volta si fermava la diligenza per il cambio dei cavalli,

davanti alla vecchia casa di cui fece abbattere il grande portico a

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