GEOmedia_4_2020
La prima rivista italiana di Geomatica
La prima rivista italiana di Geomatica
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Rivista bimestrale - anno XXIV - Numero 4-2/2020 - Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma
TERRITORIO CARTOGRAFIA
GIS
CATASTO
3D
INFORMAZIONE GEOGRAFICA
FOTOGRAMMETRIA
URBANISTICA
EDILIZIA
GNSS
BIM
RILIEVO TOPOGRAFIA
CAD
REMOTE SENSING SPAZIO
WEBGIS
UAV
SMART CITY
AMBIENTE
NETWORKS
LiDAR
BENI CULTURALI
LBS
Lug/Ago 2020 anno XXIV N°4
Tecnologia PPK
per il Rilievo
di una Cava
MAPPATURA DELLA
COPERTURE IN AMIANTO
TELERILEVATE
RISCHIO SISMICO
E CITTÀ SOLIDALE
SOLUZIONE OS PER LA
CARTOGRAFIA WEB
La geomatica dallo spazio
sempre più accessibile
Il futuro della geomatica con la new space economy è impresso nel recente
successo di Vega, il razzo che ha portato in orbita, con un rivoluzionario
dispenser, più di 50 satelliti in un solo lancio, in orbite fra loro differenti,
soddisfacendo così 21 clienti diversi di 13 Paesi. Un record che mantiene
l'Europa, e l'italiana Avio che costruisce gran parte del vettore europeo
Vega, ai vertici della tecnologia spaziale.
Si apre così la via, oltre che ad una nuova economia, ad uno spazio aperto
e non più solo relegato ai grandi investimenti. Piccoli laboratori scientifici,
ma anche paesi del terzo mondo, potranno avere così il loro nano-satellite
in orbita per gli scopi specifici delle loro ricerche e necessità.
Non è da molto tempo che il nano-satellite, una unità satellitare di piccola
dimensione (cubo di 10cm = 1U), è stato coniato e sul quale sono nate
le prime componenti standard, serializzate ed adattabili anche a gruppi
di cubi (2U, 3U, etc), potendo avere un singolo sensore su una unità od
anche ospitare più componenti su più CubeSat affiancati.
Ad esempio un cubesat geomatico che venne lanciato lo scorso anno per il
monitoraggio InSAR di vulcani e terremoti, il CIRES (CubeSat Imaging
Radar for Earth Sciences) della NASA, è dotato di un radar ad apertura
sintetica interferometrica in banda S (InSAR), che può penetrare la
vegetazione e misurare interferenze al di sopra del suolo.
Il vantaggio dei piccoli satelliti CubeSats, che possono pesare circa 1 kg, è
quello di poter trasportare tecnologie in grado di gestire grandi volumi di
dati, come ad esempio quelli derivanti da letture radar ad apertura sintetica
(SAR), che in precedenza erano trasmesse solo da sistemi satellitari molto
più grandi o persino da sistemi come lo Space Shuttle.
In generale i satelliti più piccoli, più economici e in grado di lavorare
meglio con altri satelliti e sistemi terrestri, rappresentano un futuro in
grande crescita per l'Osservazione della Terra.
Non tralasciate di seguire e aggiornarsi sulle possibilità offerte dai piccoli
satelliti che da soli o in tandem con grandi sistemi satellitari offriranno
soluzioni sempre più importanti per il monitoraggio della vegetazione,
delle condizioni meteorologiche, dell’uso del suolo, degli incendi o
dei cambiamenti geologici in rapido movimento. Per ora i geologi, i
meteorologi, gli ingegneri del territorio, gli agronomi, i forestali, etc.
stanno iniziando ad abituarsi ai nuovi dati disponibili, ma dovremo
aspettare e vedere come i nuovi sistemi CubeSat potrebbero migliorare la
nostra comprensione degli eventi legati alla Scienza della Terra.
Con la possibilità di lancio offerte del vettore Vega, dettagliate nella
rubrica Terra e Spazio da Marco Lisi, il futuro sembra promettente.
Buona lettura,
Renzo Carlucci
FOCUS
In questo
numero...
FOCUS
REPORT
LE RUBRICHE
24 Immagine ESA
30 AUGMENTED REALITY
Mappatura delle
coperture in
cementoamianto
mediante
telerilevamento:
review e casi di studio
italiani
di Sergio Bellagamba,
Federica Paglietti, Paolo De
Simone, Daniele Taddei
6
34 MERCATO
40 AEROFOTOTECA
42 TERRA E SPAZIO
46 AGENDA
14
La tecnologia
PPK per il
rilievo di una
cava con DJI
MAVIC PRO 2
a cura di Redazione
Strumenti Topografici
In copertina alcuni momenti
dell'elaborazione di un rilievo
PPK di una cava eseguito con un
drone DJI Mavic 2 Pro.
geomediaonline.it
4 GEOmedia n°4-2020
GEOmedia, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica.
Da più di 20 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie dei
processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati,
in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre.
In questo settore GEOmedia affronta temi culturali e tecnologici
per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi
geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia,
della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e
spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo.
INSERZIONISTI
3Dtarget 17
Codevintec 22
Epsilon 35
ESRI 38
18
“Rischio Sismico e
città solidale”: dalla
ricostruzione del
1693 all’attualità
tra tecniche,
prevenzione, paure e
speranze
di R. Ragusa, A. Santacroce,
M. Mangiameli, G. Lo Bianco,
G. Mussumeci
Geomax 45
GIS3W 34
Gter 37
Planetek Italia 2
Sokkia 36
Stonex 47
StrumentiTopografici 48
Teorema 46
Una Soluzione OS
per la creazione
di gestionali
cartografici web
basati su
progetti QGIS
di Leonardo Lami, Cristiano
Fattori, Alessandro Jacobacci,
Walter Lorenzetti
26
Parco Nazionale Laguna
San Rafael, Cile (11 ottobre
2020).
In questa immagine acquisita
dalla missione Copernicus
Sentinel-2 è mostrata una
parte del Parco Nazionale Laguna
San Rafael, situato sulla
costa del Cile meridionale, di
fronte all’Oceano Pacifico.
Con un’area di copertura
di circa 17000 kmq il parco
include il Campo di Ghiaccio
Patagonico del Nord,
quel che resta della calotta
di ghiaccio della Patagonia
che un tempo ricopriva la
regione. Oggi, nonostante il
campo sia ridotto ad una piccola
frazione della sua antica
estensione, risulta tuttavia
ancora la seconda più grande
massa contigua di ghiaccio al
di fuori delle regioni polari.
L’immagine ritrae la porzione
occidentale del Campo
di Ghiaccio Patagonico del
Nord che contiene 28 ghiacciai
di sbocco, con i due
più estesi - San Rafael e San
Quintín – ben visibili in questa
ripresa. Il ghiacciaio San
Rafael, che si può osservare in
alto a destra nell’immagine,
è uno dei più attivi ghiacciai
in distacco al mondo e quello
che mi muove più velocemente
in Patagonia, “scorrendo”
ad una velocità di circa 7,6
km per anno.
una pubblicazione
Science & Technology Communication
GEOmedia, la prima rivista italiana di geomatica.
ISSN 1128-8132
Reg. Trib. di Roma N° 243/2003 del 14.05.03
Direttore
RENZO CARLUCCI, direttore@rivistageomedia.it
Comitato editoriale
Vyron Antoniou, Fabrizio Bernardini, Mario Caporale,
Roberto Capua, Luigi Colombo, Mattia Crespi, Luigi Di
Prinzio, Michele Dussi, Michele Fasolo, Marco Lisi, Flavio
Lupia, Luigi Mundula, Beniamino Murgante, Aldo Riggio,
Mauro Salvemini, Domenico Santarsiero, Attilio Selvini,
Donato Tufillaro
Direttore Responsabile
FULVIO BERNARDINI, fbernardini@rivistageomedia.it
Redazione
VALERIO CARLUCCI, GIANLUCA PITITTO,
redazione@rivistageomedia.it
Diffusione e Amministrazione
TATIANA IASILLO, diffusione@rivistageomedia.it
Progetto grafico e impaginazione
DANIELE CARLUCCI, dcarlucci@rivistageomedia.it
Editore
MediaGEO soc. coop.
Via Palestro, 95 00185 Roma
Tel. 06.64871209 - Fax. 06.62209510
info@rivistageomedia.it
Stampa: System Graphics Srl
Via di Torre Santa Anastasia 61 00134 Roma
Condizioni di abbonamento
La quota annuale di abbonamento alla rivista Science è di € & 45,00. Technology Communication
Il prezzo di ciascun fascicolo compreso nell’abbonamento è di € 9,00. Il prezzo di
ciascun fascicolo arretrato è di € 12,00. I prezzi indicati si intendono Iva inclusa.
L’editore, al fine di garantire la continuità del servizio, in mancanza di esplicita
revoca, da comunicarsi in forma scritta entro il trimestre seguente alla scadenza
dell’abbonamento, si riserva di inviare il periodico anche per il periodo successivo.
La disdetta non è comunque valida se l’abbonato non è in regola con i pagamenti.
Il rifiuto o la restituzione dei fascicoli della Rivista non costituiscono disdetta
dell’abbonamento a nessun effetto. I fascicoli non pervenuti possono essere
richiesti dall’abbonato non oltre 20 giorni dopo la ricezione del numero successivo.
Gli articoli firmati impegnano solo la responsabilità dell’autore. È vietata la
riproduzione anche parziale del contenuto di questo numero della Rivista in
qualsiasi forma e con qualsiasi procedimento elettronico o meccanico, ivi inclusi i
sistemi di archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto dell’editore.
Rivista fondata da Domenico Santarsiero.
Numero chiuso in redazione il 14 ottobre 2020.
REPORT FOCUS
Mappatura delle coperture
in cemento-amianto mediante
telerilevamento: review e casi
di studio italiani
di Sergio Bellagamba, Federica Paglietti, Paolo De Simone, Daniele Taddei
Firma spettrale del crisotilo puro, in cui sono ben visibili i due
picchi di assorbimento diagnostici localizzati a1,385 e 2,323 µm.
(USGS - Laboratory Reflectance Spectroscopy (RS) Studies of
WTC Samples.).
La legislazione
europea ed italiana ha
stabilito l’adozione di
piani di mappatura e
rimozione dell'amianto
da edifici pubblici e
privati. Il presente
lavoro illustra una
panoramica sulle
diverse tecniche
di telerilevamento
applicate alle superfici
in cemento amianto.
Grazie alla sua relativa
economicità ed alle
caratteristiche tecniche,
l’amianto è stato largamente
impiegato in tutto il mondo
per la produzione di oltre 3.000
tipologie di manufatti (oggetti e
materiali).
In Italia, in particolare, la maggior
parte dell’amianto è stato
utilizzato per la produzione di
cemento-amianto (CA); si tratta
di una miscela di cemento contenente
il 10-20% di fibre di
amianto che è stata impiegata
nella realizzazione di lastre lisce
o corrugate per coperture o
divisori sia interni che esterni,
di edifici civili e industriali.
Queste lastre, a distanza di un
certo numero di anni dalla
messa in opera, tendono a deteriorarsi
e a rilasciare in atmosfera
fibre di amianto, pericolose
per la salute umana (Reid et all.
2014; Spurny 1989).
I rischi connessi all’inalazione
di fibre di amianto sono già da
tempo dimostrati da evidenze
sperimentali ed epidemiologiche
(Bourdes 2000) e correlate
a patologie quali l’asbestosi,
il mesotelioma della pleura e
cancro al polmone, alla laringe
o alle ovaie (Camargo et all.
2011; Hillerdal 1999; Luqman
et all. 2014; Offermans 2014).
Molti sono i Paesi in tutto
il mondo che, conseguentemente,
hanno messo al bando
tale sostanza cancerogena
(International Ban Asbestos
Secretariat 2020), ma restano
ancora alcune nazioni in cui
questa sostanza ed i materiali
che la contengono sono estratti,
commercializzati ed utilizzati.
In questo contesto, il nostro
Paese è stato uno tra i primi in
Europa a bandire l’estrazione,
la produzione e l’utilizzo dei
materiali contenenti amianto
(MCA), con la legge quadro
n. 257/1992 “Norme relative
alla cessazione dell’impiego
dell’amianto”. Con la legge
n.93/2001 “Disposizioni in
campo ambientale” è stato
inoltre previsto che le Regioni
effettuino la mappatura dell’amianto
sul territorio nazionale.
Successivamente, il D.M.
101/03 “Regolamento per la
realizzazione di una mappatura
delle zone del territorio nazionale
interessate dalla presenza di
amianto” ha stabilito le procedure
per tale mappatura, definendo
altresì i criteri di priorità
per la realizzazione degli interventi
di bonifica urgenti.
Sulla base di tali decreti alcune
Regioni e comuni, a
cui il compito di tale mappatura
è stato demandato dal
Ministero dell’Ambiente e
Tutela del Territorio e del Mare
(MATTM), hanno stabilito di
effettuare una prima ricognizione
di tali MCA ed in particolare
delle coperture in CA, ampiamente
impiegate in edifici di
uso industriale, agricolo, commerciale
e civile, impiegando il
telerilevamento in alternativa
6 GEOmedia n°4-2020
FOCUS
Tab. 1 - Caratteristiche tecniche dei sensori satellitari.
ai tradizionali metodi di censimento
(ispezione visiva delle
superfici e prelievo sul campo
di campioni da analizzare).
L’impiego di tali tecniche offre
in effetti alcuni vantaggi, tra i
quali il principale è quello di
consentire una prima individuazione
a distanza di estese superfici
potenzialmente contaminate
e di ridurre il numero di sopralluoghi
diretti solo ai casi non
perfettamente riconoscibili, con
conseguente notevole riduzione
dei tempi di esecuzione della
mappatura e dei relativi costi.
Un ulteriore vantaggio è la possibilità
di effettuare in maniera
speditiva e ripetitiva i successivi
aggiornamenti periodici.
L’attività di mappatura delle
coperture in CA con tecniche di
telerilevamento è stata tuttavia
condotta in maniera difforme
da Regione a Regione, in termini
di sensori, piattaforme, regioni
spettrali, modelli di elaborazione,
estensione e tipologia
dell’area studiata, con differenze
notevoli anche in termini di
costi e di possibilità di ripetere
il rilievo.
In questo lavoro ci si è posti l’obiettivo
di illustrare un quadro
complessivo sull’applicazione
del telerilevamento in Italia
per l’identificazione e la mappatura
delle coperture in CA
segnalando le diverse tipologie
di sensori, piattaforme, modelli
di elaborazione utilizzati per
questa applicazione. Ciò verrà
realizzato sia facendo riferimento
alla letteratura scientifica, sia
riportando dati inerenti esperienze
applicative maturate a
livello nazionale.
Il telerilevamento e le principali
piattaforme utilizzate
Un’immagine telerilevata non è
una semplice foto; è un’immagine
composta da più “strati” denominati
bande, la cui quantità
e tipologia corrisponde ai canali
di acquisizione del sensore usato
per la registrazione della radiazione
elettromagnetica a diverse
lunghezze d’onda. In base alla
quantità di bande che compongono
l’immagine si parla di
immagini multispettrali (una
decina di bande) o iperspettrali
(decine/centinaia/migliaia di
bande). Nella sua complessità,
l’informazione contenuta in
ogni singolo pixel nell’immagine
descrive quindi il comportamento
spettrale delle diverse
superfici, cioè la loro capacità
di assorbire o riflettere le diverse
lunghezze d’onda. Tale
comportamento è determinato
dalle proprietà chimico-fisiche
del materiale in oggetto.
L’insieme delle informazioni
contenute nelle diverse bande
compone la cosiddetta firma
spettrale, caratteristica per ogni
tipo di materiale e superficie.
Tanto più numerose e ravvicinate
sono le bande (risoluzione
spettrale), maggiore sarà il grado
di dettaglio della firma e la
possibilità di individuare caratteristiche
diagnostiche che facilitino
il riconoscimento di un
materiale riducendo la probabilità
di errore. Talvolta è infatti
possibile individuare lunghezze
d’onda particolarmente importanti
per la caratterizzazione del
materiale oggetto di indagine.
Conoscere la posizione delle
bande diagnostiche è importante,
soprattutto quando si
devono gestire immagini iperspettrali
composte da centinaia
di bande, che appesantiscono il
dato e rendono più impegnativo
il suo processamento.
Nonostante non sia quindi facile
utilizzare dati iperspettrali
per individuare i picchi diagnostici
dei MCA si evidenzia
che il dato iperspettrale risulta
più utile al riconoscimento di
questo materiale, in quanto la
sua firma spettrale è distinguibile
da quella di altri materiali
in apparenza simili, come ad
esempio il fibrocemento ecologico
(matrice cementizia con fi-
GEOmedia n°4-2020 7
FOCUS
Tab. 2 - Caratteristiche tecniche dei sensori aviotrasportati.
bre organiche), e varia inoltre al
variare dello stato di conservazione.
Pertanto, i lavori di mappatura
eseguiti sul territorio nazionale
con sensori iperspettrali,
più che all’individuazione delle
caratteristiche diagnostiche, si
affidano allo studio del comportamento
dell’intera firma
spettrale.
L’acquisizione di dati telerilevati
può essere condotta a più livelli
impiegando satelliti, aerei o
droni in base all’obiettivo del
lavoro e ai risultati che si vogliono
ottenere. La scelta della
piattaforma, cioè del supporto
a cui è montato lo strumento di
ripresa (sensore), è determinata
principalmente dalla scala spaziale
a cui si intende impostare
l’indagine e dalla dimensione
dell’unità oggetto di indagine,
oltre che dai costi in termini
economici e di tempo.
Le immagini satellitari presentano
un range di risoluzioni
geometriche molto ampio, da
centinaia a pochi metri; esistono
ormai un gran numero di
satelliti commerciali in grado di
fornire (su ordinazione e a pagamento)
immagini ad elevata
risoluzione geometrica, tale da
essere paragonabile a quella di
immagini generate da sensori
aviotrasportati, con il vantaggio
di descrivere un’area più vasta e
richiedere meno tempo e risorse
economiche per l’acquisizione.
Sfortunatamente la maggior
parte dei satelliti montano dei
sensori multispettrali limitando
così la risoluzione spettrale rispetto
ai sensori iperspettrali.
La bibliografia che riporta casi
di impiego di queste immagini
per la mappatura non è ampia,
ma mette in luce il ricorso alle
piattaforme Ikonos, QuickBird,
WorldView-2, WorldView-3 e
WorldView-4. Tutte e cinque
le piattaforme sono state progettate
dalla DigitalGlobe e le
loro caratteristiche tecniche
sono riportate in Tabella 1.
L’Asi (Agenzia spaziale italiana)
sta per lanciare la missione
iperspettrale Prisma. Purtroppo,
però, la risoluzione geometrica
di 30 m ne preclude completamente
l’utilizzo per la tematica
dell’amianto.
La necessità di individuare oggetti
di estensione contenuta,
come le coperture di edifici e
fabbricati, su aree relativamente
vaste, quali ad esempio i confini
comunali, fa ‘sì che l’utilizzo
di sensori aviotrasportati fornisca
un buon compromesso
tra una sufficiente risoluzione
geometrica e l’investigazione
di ampie aree in tempi rapidi.
Generalmente, gli aeromobili
impiegati sono di modeste dimensioni
e volano a quote relativamente
basse per garantire
una buona risoluzione a terra.
In commercio sono disponibili
numerosi spettrometri, tuttavia
la necessità di osservare specifiche
caratteristiche spettrali limita
la scelta alle apparecchiature
che operano nell’appropriato
intervallo di lunghezze d’onda.
In Tabella 2 sono riportate le
caratteristiche tecniche degli
spettrometri maggiormente
utilizzati in Italia nei diversi
lavori di mappatura dei MCA.
Si evidenzia che il sensore
aviotrasportato maggiormente
impiegato è stato il M.I.V.I.S.
(Multispectral infrared and
Visible Imaging Spectrometer).
Si tratta di uno strumento modulare
composto da quattro
spettrometri che registrano la
radiazione elettromagnetica
riflessa dalla superficie terrestre
in diverse finestre spettrali: nel
campo del Visibile-Infrarosso
Vicino (20 canali tra 430 e 830
nm), nell’infrarosso Vicino (8
canali tra 1.150 e 1.550 nm),
nell’Infrarosso Medio (64 canali
tra 1.980 e 2.480 nm) ed infine
nell’Infrarosso Termico (10
canali tra 8.210 e 12.700 nm),
per un totale di 102 canali.
Un’area in continuo sviluppo
in termini di innovazione di
piattaforme di telerilevamento è
rappresentata dai sistemi di volo
a pilotaggio remoto e senza pilota
a bordo (UAS/ UAV), noti
anche come droni. Stimolata
dalla crescita delle applicazioni
militari, la tecnologia UAS/
UAV è sempre più in uso nelle
applicazioni di monitoraggio
8 GEOmedia n°4-2020
FOCUS
ambientale. I droni stanno
emergendo sempre più nel
mercato definendosi come piattaforme
flessibili che, in molti
casi, hanno il potenziale di integrare
le misure di telerilevamento
acquisite da satelliti o aerei.
Comunemente vengono montate
a bordo camere multispettrali
in quanto più economiche
e più facile da gestire nelle fasi
di acquisizione e trasferimento
dei dati. In bibliografia sono
riportati casi in cui vengono
utilizzati anche sensori iperspettrali
per differenti rilievi e ricerche
on-site (Tabella 3).
La qualità dell’informazione
spettrale acquisibile da drone
è inoltre integrata con l’elevata
informazione tessiturale
dei materiali telerilevati e con
l’integrazione di informazioni
ausiliarie acquisibili da bassa
quota. Una risoluzione a terra
centimetrica permette di migliorare
le capacità fotointerpretative,
rendendo individuabili
le ondulazioni delle coperture
in CA e aprendo nuove possibilità
applicative nel campo
dell’analisi tessiturale, dei metodi
di classificazione ad oggetti
(object-oriented) e del monitoraggio
dei cambiamenti delle
aree urbane (Qin 2014).
Dai paragrafi precedenti si è
evinto che la scelta tecnologica
per effettuare rilievi e mappature
del CA è ampia e varia e
dipende fondamentalmente
dall’obiettivo richiesto e dal grado
di precisione a cui si vuole
arrivare.
Nella Tabella 4 sono riportati
il costo medio di acquisizione
e le caratteristiche dei diversi
dati telerilevati, ottenibili con
le varie tecnologie attualmente
presenti sul mercato, per la
mappatura delle superfici in
cemento amianto. È stato possibile
ottenere un confronto tra i
prezzi richiesti per le acquisizioni
di aree estese riportandoli su
un’area unitaria (1 km²).
Dalla tabella 4 si può evincere
che i dati da satellite posso essere
acquistati sia scegliendo l’area
e la data di acquisizione, oppure
tramite una richiesta di immagini
precedentemente acquisite
e raccolte in database dedicati.
Infine, è possibile, attivando un
apposito abbonamento, effettuare
autonomamente il download
di immagini satellitari da
un database online, acquistando
previamente un quantitativo
prestabilito di gigabyte (ad
esempio un volume di 2 GB
corrisponde ad un download di
diverse immagini corrispondenti
a circa 50 km² alla risoluzione
di 50 cm).
Le immagini acquisibili da
Tab. 3 - Elenco dei principali sensori iperspettrali (e delle rispettive caratteristiche) disponibili
per l'accoppiamento con gli UAV/ UAS. 1) (Adão et all 2017). - Note: d; Pushbroom length line
(l'altra dimensione dipende distanza di scansione del sensore); P-Pushbroom; S- Snapshot.
aereo sono solitamente le più
onerose principalmente a causa
del costo della pianificazione
del volo e dell’affitto del velivolo;
i dati ottenibili da questa
piattaforma hanno però un elevato
grado di riutilizzo in vari
progetti che frequentemente
giustificano il prezzo.
Nel caso dei dati telerilevati
tramite drone, non è stato
possibile arrivare ad un costo
medio di acquisizione, ma solo
ad un range di valori. Essi sono
affetti da una serie di variabili
molto specifiche che possono
cambiare di volta in volta, soprattutto
in relazione al sensore
montato sul drone, alle necessità
e problematiche del sorvolo.
Inoltre, non si può confrontare
tale piattaforma con altre (aereo
e satellite) su una stessa area
unitaria (1 km²) in quanto
quest’ultima non è idonea al
rilevamento di aree estese.
Caratteristiche spettrali del
cemento amianto
Il minerale principalmente impiegato
nella produzione di CA
è il crisotilo (serie mineralogica
del serpentino) e/o l’amosite
e la crocidolite; le caratteristiche
spettrali diagnostiche del
crisotilo sono individuabili in
due picchi di assorbimento a
1,385 e 2,323 µm (Swayze et
all 2006), come mostrato in
figura 1. La percentuale di crisotilo
contenuta nei MCA si
aggira intorno al 10-20%, ciò
comporta che le caratteristiche
spettrali del minerale puro vadano
a combinarsi con quelle
della matrice cementizia, ciò
può rendere a volte, molto difficile
il riconoscimento dei picchi
caratteristici.
Il riconoscimento di tutti i caratteri
diagnostici del crisotilo
richiede quindi un elevato livello
di dettaglio del dato misurato
in termini di risoluzione spettrale
(servono bande con am-
GEOmedia n°4-2020 9
FOCUS
Tab. 4 - Costo medio e caratteristiche dei dati telerilevati - Note * È stata utilizzata un’altra unità
di misura (ha) più idonea alla tipologia di piattaforma e all’effettuabilità del rilievo; il costo di
acquisizione in km² avrebbe dato un valore in termini economici sovradimensionato e quindi
non utilizzabile come servizio di telerilevamento.
prevalentemente pixel-oriented,
mentre l’utilizzo di tecniche
object-oriented è riportabile solo
per casi di studio in Piemonte,
Emilia-Romagna, Toscana e
Calabria. Non mancano però
casi in cui le due tecniche sono
state impiegate congiuntamente
(definite “miste”). In tabella 5
vengono elencati i più noti casi
di studio.
L’ampia diffusione dell’utilizzo
dei dati MIVIS dipende dal
fatto che è un metodo che permette
di realizzare mappature
del CA con un buon grado di
accuratezza; tuttavia emergono
alcune criticità; risulta infatti
che la classificazione da immagini
M.I.V.I.S. fornisce un dato
sottostimato, principalmente a
causa di due fattori:
piezza molto ristretta per poter
mostrare anche i picchi meno
pronunciati), che non è soddisfabile
da tutti i sensori, anche
se iperspettrali. Generalmente,
picchi di assorbimento così
ben definiti sono visibili solo
con dati iperspettrali acquisiti
quasi in continuo (intervallo
di risoluzione di almeno 1 nm
ed elevata risoluzione spettrale)
effettuate in laboratorio o sul
campo, anche se in quest’ultimo
caso l’umidità dell’aria può
creare eccessivo rumore in alcune
porzioni dello spettro.
Mappatura delle coperture in
cemento-amianto effettuate
con il telerilevamento in Italia
Dallo studio della bibliografia
a scala internazionale e dai lavori
di mappatura effettuati sul
territorio italiano, si è evinto
che l’uso di dati telerilevati
ha dimostrato essere un buon
strumento per identificare e
valutare lo stato di coperture
realizzate in CA nonostante la
disomogenea applicazione delle
procedure e dei sensori utilizzati
nelle varie regioni.
In letteratura attualmente si trovano
pochi casi di mappatura
di MCA a partire da immagini
satellitari. Per l’Italia si possono
citare i lavori di mappatura
in Piemonte (Barrile 2013),
Emilia-Romagna e Calabria
con immagini Ikonos-2
(object-oriented), in Toscana
(WorldView-3 - classificazione
mista), nel Lazio (WorldView-2
- pixel-oriented) ed in Abruzzo
(QuickBird). Nel caso della
Toscana, non è ancora disponibile
una pubblicazione scientifica
ma è noto che la metodologia
impiegata è stata tratta
da un caso studio in Malesia
(Taherzadeh 2013) in cui vengono
applicati metodi objectoriented
per la classificazione
di immagini WorldView-2
(Taherzadeh et all 2013; Gibril
et all 2017), con accuratezze stimate
variabili dal 72% al 90%
in base all’algoritmo utilizzato
per la classificazione.
In Italia, la maggior parte delle
mappature dei tetti in CA è
avvenuta utilizzando il sensore
multispettrale M.I.V.I.S. utilizzando
metodi di classificazione
1) il mancato riconoscimento
delle coperture
di piccole dimensioni
(superficie < 100 mq),
rappresentate da pochi
pixel o in alcuni casi singoli
pixel;
2) la riduzione dell’area dei
tetti a seguito della proiezione
bidimensionale
della scena.
Di recente, diversi comuni italiani
si sono avvalsi dei droni
per aggiornare le mappature
già effettuate precedentemente
o per verificare coperture
sospette identificate con i più
classici metodi di mappatura.
Attualmente in Italia i droni
sono prevalentemente impiegati
in associazione ai sorvoli aerei
e non per una mappatura vera
e propria, tuttavia dalle ricerche
bibliografiche effettuate si
evince un crescente interesse
verso questa nuova tipologia di
piattaforma mobile con sempre
più ampli campi di applicazione
e ad una maggior tecnicità dei
sensori trasportati.
L’uso dei droni nelle aree urba-
10 GEOmedia n°4-2020
FOCUS
nizzate, sia a fini di mappatura
che di valutazione dello stato
di degrado presenta, nonostante
tutto, notevoli criticità,
anche dal punto di vista della
normativa dell’Ente nazionale
aviazione civile (Enac) vigente
molto vincolante. Il problema
può essere superato con l’uso di
droni riconosciuti inoffensivi
da Enac. In questa categoria rientrano
due tipologie di droni:
1) tutti i droni con peso complessivo
al decollo inferiore a
0,30 kg; 2) i droni con peso inferiore
a 2 kg che soddisfino ai
requisiti di inoffensività definiti
da Enac (Linee Guida ENAC
2016/003-NAV). I droni della
prima categoria sono troppo
leggeri per eseguire rilievi di livello
professionale su area vasta
mentre i droni della seconda
categoria sono poco diffusi:
esistono a oggi sul mercato
italiano solo due modelli ad ala
fissa che soddisfano i requisiti
di inoffensività. Resta comunque
il problema di trovare spazi
di atterraggio adeguati per un
drone ad ala fissa in un contesto
urbano. Non sono inoltre infrequenti
nelle aree urbane altre
limitazioni al volo dovute alla
presenza di aeroporti nelle vicinanze
e di obiettivi critici (es.
carceri). Quindi i droni oggi
sono difficilmente impiegabili
in Italia per riprese sulle aree
urbane. Sono invece più adatti
a rilevamenti puntuali di edifici
isolati.
Attualmente questi velivoli
rappresentano sicuramente una
tecnologia promettente, ma ad
oggi esistono ancora forti limitazioni
sia di tipo tecnologico
che normativo al loro uso nel
monitoraggio delle coperture in
CA (Zini 2018).
Prospettive future: librerie per
la gestione di dati spettrali
Le librerie di dati spettrali raccolti
in situ ed ex situ sono un
utile strumento che permette di
leggere attraverso i dati acquisiti
da remoto informazioni sullo
stato delle matrici ambientali,
manufatti antropici e degli ecosistemi.
L’aumento della consapevolezza
dell’utilità di questi
dati fa sentire l’esigenza di avere
queste informazioni sempre più
aggiornate. La facilità con cui
questi dati risultano disponibili
dipende fortemente dalla
qualità e disponibilità dei dati
spettrali e dal modo in cui sono
presentati e raccolti.
Negli ultimi anni l’Inail Dit
porta avanti con successo procedure,
metodologie e tecniche
di rilevamento innovative per la
caratterizzazione, sia a scala di
laboratorio che da remoto, di
diverse tipologie di MCA ai fini
di tutela della salute dei lavoratori
e degli ambienti di vita.
Nell’ambito delle proprie attività
di ricerca l’Inail Dit, insieme
ad altri Enti di ricerca, sta dunque
predisponendo una libreria
spettrale allineata agli standard
internazionali contenente l’insieme
di dati (spettri, foto, analisi
MOCF, SEM, localizzazione
gps etc..) relativi a diverse tipologie
di MCA, tra cui i materiali
in CA, per l’estrazione delle
proprietà fisico-chimiche.
Attualmente la versione disponibile
e fruibile di tale libreria
contiene, oltre a report MOCF
e SEM, i dati di riflettanza acquisiti
su diversi campioni e in
diverse condizioni di misura,
mediante lo spettro-radiometro
portatile “FieldSpec pro” della
Analytical Spectral Devices.
In totale sono già presenti:
• oltre 150 spettri, misurati
in situ, relativi a coperture
di edifici;
• oltre 20 spettri relativi
a campioni di NOA
(“Naturally occurring asbestos”
amianto di origine
naturale);
• oltre 30 spettri relativi a
campioni di MCA.
• ulteriori campioni di NOA
e MCA di varia natura
sono stati oggetto di preparativa
in laboratorio per
le successive analisi, attualmente
in corso di svolgimento.
Agli spettri di riflettanza sono
associati anche i metadati necessari
alla descrizione dei campioni
stessi ed alle immagini
fotografiche relative. I metadati
includono inoltre le coordinate
geografiche della zona di campionamento
del materiale e questo
rende possibile la consultazione
“geografica” della libreria.
La libreria è stata sviluppata
utilizzando un software open
source esportabile ed espandibile;
può essere consultata con
3 modalità, di cui 2 “in locale”
(richiedendo che la libreria
stessa venga copiata sul proprio
PC) ed una via web.
Una volta scaricata la libreria
sul proprio PC, i contenuti, essendo
georiferiti, possono essere
caricati e visualizzati utilizzando
un software GIS: in particolare,
gli spettri, le foto dei campioni
ed i metadati sono stati organizzati
in un progetto del software
open source QGIS.
La seconda modalità di accesso
locale è un client basato sul
software Microsoft ACCESS:
si tratta di una interfaccia che
consente di consultare, interrogando
dei campi predefiniti, il
database delle firme spettrali ed
i metadati associati.
L’ultima modalità di consultazione
permette di accedere alla
libreria via web attraverso una
interfaccia geografica su uno
specifico indirizzo web. Questa
soluzione permette di consultare
dal proprio browser, senza la
necessità di installare programmi
od estensioni, una piattaforma
WebGIS.
GEOmedia n°4-2020 11
FOCUS
come riferimento utile per la
validazione di propri dati acquisiti
da remoto. L’Inail, infatti,
in qualità di Ente governativo
italiano incaricato di effettuare
ricerca scientifica volta al
miglioramento della sicurezza
degli addetti negli ambienti
di lavoro e di vita, ritiene
utile supportare le Pubbliche
Amministrazioni incaricate
di realizzare la mappatura dei
siti contaminati da amianto,
in Italia o all’estero, rendendo
disponibili tali dati scientifici di
riferimento, spettrali e non. Ciò
al fine di fornire un contributo
in termini di prevenzione e protezione
dei rischi correlati a tale
agente cancerogeno.
Tab. 5 – Mappature del CA effettuate nel territorio italiano
Le applicazioni WebGIS sono
utilizzabili attraverso il browser
Internet che può essere integrato
con i sistemi informativi territoriali
(SIT) delle Regioni e di
diversi Comuni: questi rendono
accessibili ai cittadini informazioni
di carattere ambientale,
urbanistico, territoriale offrendo
una navigazione su base cartografica
delle stesse.
Con questo strumento, che
l’Istituto intende rendere fruibile
gratuitamente sul proprio
portale web nel prossimo futuro,
gli utenti, sia nazionali
che internazionali, avranno a
disposizione un’ampia casistica
di valori di riflettanza spettrale
(firme spettrali) da utilizzare
Conclusioni
Il lavoro sopra esposto riporta
un quadro complessivo di
riferimento sui diversi sistemi
di telerilevamento, applicati in
Italia, per identificare e mappare
le coperture in CA; dallo
studio effettuato emerge che i
risultati delle mappature finora
espletate hanno un buon grado
di accuratezza nel riconoscimento
delle coperture in CA.
Tali sistemi innovativi permettono
infatti l’identificazione, il
riconoscimento e la classificazione
da remoto del CA, anche
in termini di composizione (per
esempio “materiale della matrice”
e “amianto”). Ciò consente
di effettuare da un lato l’analisi
su grandi porzioni di territori
in tempi relativamente brevi
e dall’altro di realizzare una
migliore caratterizzazione sulla
natura chimico-fisica delle coperture
in CA. I dati ottenibili
con tali strumenti da remoto
risultano, inoltre, non finalizzati
ad un unico scopo e dunque riutilizzabili
in più ambiti: sia per
mappare, che per monitorare e
pianificare gli interventi di bonifica
agevolando in tal modo
il lavoro degli Enti preposti
12 GEOmedia n°4-2020
FOCUS
alla gestione del territorio. Per
ogni situazione specifica vanno
tuttavia individuati gli idonei
parametri e strumenti tecnici da
applicare caso per caso, tra cui
la risoluzione spaziale alla quale
l’indagine deve essere condotta,
le caratteristiche dei sensori impiegati,
le piattaforme sulle quali
installarli, gli intervalli spettrali
da utilizzare, le strategie di
campionamento ed analisi (per
esempio pixel-e/o object oriented
e della geo-referenzazione
delle informazioni acquisite).
L’osservazione delle superfici in
Ca da remoto è dunque vantaggiosa
ma complessa, in quanto
le informazioni devono essere
acquisite, gestite ed interpretate
da personale con specifiche
competenze e maturate esperienze
specialistiche.
Lo sviluppo incessante di nuove
tecniche avanzate di remote
sensing permetterà in futuro di
ridurre ulteriormente i tempi
ed i costi del censimento delle
coperture in CA e fornire report
dettagliati utili al decisore pubblico
per pianificare meglio gli
interventi da attuare e le relative
priorità, in considerazione degli
scarsi fondi pubblici disponibili
per il risanamento ambientale.
BIBLIOGRAFIA
Adão, T., Hruška, J., Pádua, L., Bessa, J., Peres, E., Morais, R. & Sousa, J.J. (2017) Hyperspectral imaging: A review on UAV-based sensors, data processing and
applications for agriculture and forestry. Remote Sensing, 9 (11), 1110.
Barrile, V., Bilotta, G. & Meduri G.M. (2013). Riconoscimento di asbesto nelle coperture degli edifici con analisi object-based di immagini satellitari. Atti 17a Conferenza
Nazionale ASITA 2013, 111-117.
Bourdes, V., Boffetta, P. & Pisani, P. (2000) Environmental exposure to asbestos and risk of pleural mesothelioma: review and meta-analysis. European Journal of
Epidemiology, 16, 411–417
Camargo, M., Stayner, K., Straif, M., Reina, U,. Al-Alem, P., Demers, & Landrigan P. (2011) Occupational exposure to asbestos and ovarian cancer. Environ. Health
Perspect., 119, pp. 1211–1217. doi:10.1289/ehp.1003283
Decreto 18 marzo 2003, n. 101 Regolamento per la realizzazione di una mappatura delle zone del territorio nazionale interessate dalla presenza di amianto, ai sensi
dell’articolo 20 della legge 23 marzo 2001, n. 93. Gazz. Uff. 2003, 106, 1–60.
Gibril, M.B.A., Shafri H.Z.M. & Hamedianfar, A. (2017) New semi-automated mapping of asbestos cement roofs using rule-based object-based image analysis and
Taguchi optimization technique from WorldView-2 images. International Journal of Remote Sensing, 38 (2), 467-491.
Hillerdal, G. (1999) Mesothelioma: Cases associated with non-occupational and low dose exposures. Occupational and Environmental Medicine, 56, 505–513
International Ban Asbestos Secretariat. [online] http://ibasecretariat.org/ (Visitato il 10 Febbraio 2020)
Legge 27 marzo 1992, n. 257 Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto. Suppl. Ordin. Alla Gazz. Uff. 1992, 87, 1–13.
Legge 23 marzo 2001, n. 93 Disposizioni in campo ambientale - Gazz. Uff. n.79 del 04-04-2001.
Linee Guida 2016/003-NAV - Ed. n.1 on 1/06/2016 - Aeromobili a pilotaggio remoto con caratteristiche di inoffensività. [online] https://www.enac.gov.it/sites/default/
files/allegati/2018-Set/LG_2016_003_NAV.pdf. (Visitato il 13 Aprile 2020)
Luqman, M., Javed, M.M., Daud, S., Raheem, N., Ahmad, J. & Khan, A.U. (2014) Risk factors for lung cancer in the Pakistani population. Asian Pacific journal of
cancer prevention, 15, 3035–3039.
Offermans, N.S., Vermeulen, R., Burdorf, A., Goldbohm, R.A., Kauppinen, T., Kromhout, H. & Van den Brandt, P.A. (2014) Occupational asbestos exposure and the
risk of pleural mesothelioma, lung cancer and laryngeal cancer in the prospective Netherlands Cohort Study. J. Occup. Environ. Med., 56, 6–19.
Qin, R. (2014) An object-based hierarchical method for change detection using unmanned aerial vehicle images. Remote Sensing, 6 (9), 7911-7932.
Reid, A., De Klerk, N.H., Magnani, C., Ferrante, D., Berry, G., Musk, A. W. & Merler, E. (2014) Mesothelioma risk after 40 years since first exposure to asbestos: A
pooled analysis. Thorax, 69, 843-850
Swayze, G.A., Clark, R.N., Sutley, S.J., Hoefen, T.M., Plumlee, G.S., Meeker, G.P., Brownfield, I.K., Livo, K.E. & Morath, L.C. (2006) Spectroscopic and x-ray
diffraction analyses of asbestos in the World Trade Center dust: Asbestos content of the settled dust. In: Chemical Society Symposium Series 919, Oxford University Press.,
pp. 40–65.
Taherzadeh, A. & Shafri, H. Z. M. (2013) Development of a generic model for the detection of roof materials based on an object-based approach using WorldView-2
satellite imagery. Advances in Remote Sensing, 2, 312-321.
USGS - Laboratory Reflectance Spectroscopy (RS) Studies of WTC Samples. [online]. https://pubs.usgs.gov/of/2001/ofr-01-0429/spectra/ (Visitato il 3 Aprile 2020)
Zini E. “Il contributo dei droni per la mappatura. Ecoscienza. Numero 1 [online] https://www.arpae.it/cms3/documenti/_cerca_doc/ecoscienza/ecoscienza2018_1/
zini_ecosc enza_1_2018.pdf (Visitato il 12 Maggio 2020)
PAROLE CHIAVE
Cemento-amianto; Telerilevamento; Mappatura; Librerie spettrali
ABSTRACT
Asbestos is still a common problem in a lot of country in the word. It was widely used during the 20th century thanks to its numerous physical and mechanical characteristics.
Both the European and the Italian legislations have banned the manufacture, importation, processing and distribution in commerce of asbestos-containing products and
have recommended action plans for the mapping and safe removal of asbestos from public and private buildings.
The aims of this paper is to elaborate a specific overwiev on the application of remote sensing for mapping the asbestos cement roofs, reporting the Italian experience as a
case study, considering different types of sensors, platforms, processing models used for this application.
AUTORE
Sergio Bellagamba - s.bellagamba@inail.it
Paglietti Federica - f.paglietti@inail.it
De Simone Paolo - p.desimone@inail.it
INAIL - Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro
DIT - Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici
Daniele Taddei - daniele.taddei@uniroma1.it
Sapienza – Università di Roma, Dipartimento Ingegneria Chimica Materiali Ambiente (DICMA)
GEOmedia n°4-2020 13
REPORT
La tecnologia PPK per il
rilievo di una cava con
DJI MAVIC PRO 2
a cura di Redazione Strumenti Topografici
Fig. 1 – Nuvola di Punti Densa
Modalità di rilevamento che
non richiedono l’uso dei
Ground Control Points: la
tecnologia Post Processed
Kinematic (PPK) consente
di raggiungere zone
precedentemente non
raggiungibili e estremamente
pericolose per l’essere umano
nonché di economizzare i
tempi di realizzazione dei
lavori, generando un flusso di
dati e risultati affidabili, come
confermato dai Ground Control
Points a terra, ottenuti proprio
per valutare l’accuratezza del
modello e dei dati PPK.
Negli ultimi tempi si
parla sempre più spesso
di modalità di rilevamento
che non richiedono
l’utilizzo dei Ground Control
Points ovvero i cosiddetti target.
Le possibilità professionali che
si aprono grazie a questa nuova
tecnologia sono tante e decisamente
importanti; basti pensare
al fatto che zone, fino a poco
tempo fa considerate pericolose
e non accessibili all’uomo, diventano
aree in cui è possibile
effettuare un rilievo ottenendo
risultati di tutto rispetto.
Oltre all’aspetto funzionale
va anche considerato quello
economico. Infatti, tale tecnologia,
non solo mantiene i
costi moderati ma permette di
ridurre drasticamente i tempi e
di impiegare meno attrezzature
e meno risorse umane.
Il caso di studio, che di seguito
riportiamo, vede come protagonista
due prodotti di
www.strumentitopografici.it :
un piccolo DJI MAVIC 2 PRO
sul quale, il team di lavoro
ha installato un PPK (Post-
Processed Kinematic), ossia un
ricevitore GNSS a doppia frequenza
ad alta precisione.
La zona oggetto del rilievo
UAV era una Cava.
Uno scenario particolarmente
complesso che presentava un
dislivello di 50 metri e una
pendenza delle pareti tale da
rendere impossibile l’utilizzo di
qualsiasi tecnologia tradizionale.
Infatti, se si fosse utilizzato
un GNSS standard in modalità
RTK o una stazione totale,
per effettuare questo rilievo ci
sarebbe voluta almeno una settimana.
Vista la difficoltà, gli operatori
hanno optato per un rilevamento
aereo dell’area e per
l’impiego della tecnologia PPK.
Quando parliamo di tecnologia
PPK facciamo riferimento ad
un metodo di lavoro basato
sull’impiego di due ricevitori
che raccolgono dati simultaneamente.
La differenza, rispetto
al più noto RTK, è che, in que-
14 GEOmedia n°4-2020
REPORT
CheckPointName
ErrorX
[m]
ErrorY [m]
ErrorZ
[m]
ProjectionError[pixel]
Verificata /
Contrassegnato
point1 -0.041 -0.016 0.025 1.387 6/6
point2 0.024 0.006 0.068 1.125 9/9
point3 0.007 0.015 0.029 0.881 11/11
Medio [m] -0.003168 0.001479 0.040371
Sigma [m] 0.027635 0.0129 0.019447
RMSError [m] 0.027816 0.012984 0.044811
Tab. 1 - Rapporto sulla valutazione dell’accuratezza della determinazione delle coordinate dei punti di controllo.
sto metodo, i dati raccolti sul
campo vengono archiviati ed
elaborati in ufficio, dunque la
posizione non viene fornita in
tempo reale.
Al fine di poter valutare l’accuratezza
dei risultati ottenuti, si
è deciso di posizionare 3 target
e rilevarli. Questo numero, decisamente
esiguo per un rilievo
di tipo tradizionale, è stato
sufficiente per confrontare e
valutare i dati ottenuti.
Entrando nel vivo del caso di
studio possiamo dire che il
tempo di volo complessivo è
durato circa 20 minuti, le fotografie
sono state scattate in
modo completamente automatico,
a 90 metri di altezza.
Le rotte di volo sono state
pianificate con la tecnologia a
doppia griglia, che consente di
ottenere trame più dettagliate e
precise.
Il rilievo ha prodotto:
Fig. 2 - Valutazione della precisione da parte di GCP.
1. Dataset di foto
2. Dati di misura GNSS grezzi
sia dal drone, sia dalla stazione
base permanente in formato
Rinex
3. Coordinate dei punti di
controllo a terra (utilizzati
per valutare l’accuratezza del
modello)
Come risultato della postelaborazione
delle misurazioni
GNSS nel software RTKLIB,
le coordinate ad alta precisio-
Fig. 3 - Elaborazione fotogrammetrica Pix4D.
GEOmedia n°4-2020 15
REPORT
Grazie alla tecnologia PPK
montata su un DJI Mavic 2
Pro abbiamo notevolmente
ridotto le attività sul campo e
impiegato solo poche ore per
ottenere un risultato finale
accurato per il calcolo del volume.
Per informazioni sulla tecnologia
utilizzata inquadra il QR
– Code
https://www.strumentitopografici.it/ricevitore-gnss-rtkppk-l1-l2-dji-mavic-2-pro-2/
Fig. 4 - Ortofoto con linee di contorno.
Fig. 5 - DEM con linee di contorno.
ne dei centri di immagine nel
WGS 84 sono state calcolate
e convertite nel sistema di
coordinate locale nel software
LGO. Le immagini sono poi
state elaborate mediante un
Software specifico di fotogrammetria.
Il risultato è stato straordinario.
Naturalmente le coordinate
dei punti di controllo a terra
rilevati, sono state caricate nel
progetto per valutare l’accuratezza
del lavoro.
La Tabella 1 ci consente di valutare
i risultati e l’accuratezza
ottenuta confrontandoli proprio
con i GCP.
Dopo la fase di aerotriangolazione,
è stato originato un set
di dati ad alta precisione con i
quali è stato possibile generare
la nuvola di punti, il modello
TIN e l’ortofotomosaico.
PAROLE CHIAVE
Rilievo; uav; GNSS; tecnologia PPK;
ABSTRACT
In recent times there has been an increasing
talk of detection methods that do not involve
the use of ground control points or the socalled
targets.
The professional possibilities that open up
thanks to this new technology are many and
very important; just think of the fact that the
area, until recently considering the concerns
and not accessible to humans, become areas
where it is possible to carry out a survey obtaining
respectable results.
In addition to the functional aspect, the economic
aspect must also be considered. In fact,
this technology not only keeps costs moderate
but guarantees to drastically reduce times
and to use less equipment and less human
resources.
The case study, which we report below, features
two products of strumentitopografici: a
small DJI MAVIC 2 PRO on which the work
team has installed a PPK (Post-Processed Kinematic),
called a receiver High precision dual
frequency GNSS. The area subject of the UAV
survey was a Quarry.
AUTORE
Redazione Strumenti Topografici
info@gecsoftware.it
GEC Software
16 GEOmedia n°4-2020
REPORT
GEOmedia n°4-2020 17
REPORT
“Rischio Sismico e città solidale”:
dalla ricostruzione del 1693 all’attualità tra
tecniche, prevenzione, paure e speranze
di R. Ragusa, A. Santacroce, M. Mangiameli, G. Lo Bianco, G. Mussumeci
Fig. 1 – La dashboard del dipartimento della Protezione Civile.
Fig. 1 - Individuazione delle Istituzioni scolastiche afferenti alle Rete Diculther
DICULTHER è il Network italiano
che, costituito a Roma nel 2015,
ha creato le basi per una “Scuola
a rete in Digital Cultural Heritage,
Arts and Humanities”. Il progetto
DiCultHer School si propone come
un modello reticolare, caratterizzato
da un’ampia distribuzione sul
territorio nazionale di Poli
Formativi che condividono
tra loro funzioni, compiti e
competenze finalizzati a costruire
e consolidare una cultura della
tecnologia digitale legata alla
conservazione, valorizzazione
e promozione del Cultural
Heritage attraverso la pianificazione
di attività di ricerca, formative ed
educative condivise.
In Sicilia, è presente, dal
2018, il Polo Regionale
DiCulther che, promosso e
coordinato dall’Istituto di Ricerca
Sviluppo e Sperimentazione
sull’Ambiente ed il Territorio
(IRSSAT), vede la partecipazione
degli Atenei Siciliani, di
Istituti scolastici, Soggetti Istituzionali
e PMI.
In questo lavoro si illustra sinteticamente
il progetto avviato
dal Polo Regionale, già nell’anno
scolastico 2018-2019, per
partecipare alla Settimana delle
Culture Digitali di Matera. Il
progetto, ambizioso e ancora
aperto ai contributi che potranno
arrivare nei prossimi anni,
ha come obiettivo il “racconto”,
attraverso le tecnologie digitali,
di un evento catastrofico che ha
segnato il destino di una vasta
area della Sicilia orientale: il terremoto
del 1693. L’evento causò
distruzione e morte, ma mobilitò
anche una straordinaria
solidarietà delle popolazioni e
una impegnativa ricostruzione
che ha condotto a quell’architettura
barocca che è diventata
Patrimonio Unesco.
Il progetto “Rischio Sismico e
città solidale: dalla ricostruzione
del 1693 all’attualità tra tecniche,
prevenzione, paure e speranze”
è stato realizzato grazie alla
collaborazione tra l’IRSSAT,
il, Dipartimento di Ingegneria
Civile e Architettura dell’Università
degli Studi di Catania,
e alcune importanti Istituzioni
scolastiche della provincia di
Catania (Liceo Classico M. Cutelli
di Catania, Istituto Tecnico
Archimede di Catania, Liceo
Artistico E. Greco di Catania e
Istituto Superiore C. Marchesi
di Mascalucia) e della Provincia
di Siracusa (Istituto Superiore
G. Arangio Ruiz di Augusta).
Un terremoto, in generale, è un
evento a riferimento spaziale e
temporale e anche i suoi effetti
hanno riferimento con lo spazio
e con il tempo. Ma anche la
ricostruzione si caratterizza per
riferimenti spaziali e temporali.
Queste considerazioni hanno
indotto a costruire il racconto
dell’evento e della conseguente
ricostruzione, partendo dalla
costruzione di un GIS (Geographic
Information System) in
grado di accogliere i contributi
multimediali, artistici e digi-
18 GEOmedia n°4-2020
REPORT
Fig. 2 - Modello concettuale del DB.
tali prodotti dagli studenti con
riferimento ai luoghi colpiti
dall’evento, ai protagonisti della
ricostruzione e al patrimonio
architettonico lasciatoci in eredità.
Strumenti e metodi
Le applicazioni condotte con
l’uso del GIS hanno come risultato
finale la creazione non solo
di carte tematiche ma anche di
banche dati, nel caso in esame
multimediali, che consentono la
lettura del territorio e di coglierne
e analizzarne i diversi aspetti
di carattere ambientale, urbanistico,
tecnologico, topografico,
socioeconomico e culturale. Per
la realizzazione dell’intero progetto
ci si è avvalsi dei software
open source QGIS e PostGre-
SQL/PostGIS per realizzare un
Sistema Informativo Territoriale
(SIT) tematico. Le coordinate
dei punti mappati sono state
rilevate o reperite, ove possibile,
su portali specialistici o su Google
Maps; in alcuni casi, trovandosi
nei siti di interesse, si è
fatto ricorso all’applicazione per
smartphone Geopaparazzi che
consente di acquisire in campo
Fig. 3 - Mappa di intensità del sisma del 1693.
dati, immagini e osservazioni
georeferenziate con accuratezza
compatibile con il caso d’uso.
I dati sono stati georiferiti nel
Sistema di Riferimento WGS
84, importati in formato testo
delimitato .csv su QGIS versione
2.18 e salvati in formato
vettoriale shape file.
Al SIT sono inoltre stati aggiunti
i fogli di interesse in
scala 1:10.000 (.tif +.tfw) scaricati
dal portale SITR della
Regione Siciliana (CTR ATA
2012-2013) e i confini amministrativi
comunali e provinciali
della Sicilia orientale, così come
forniti dal portale ISTAT (alla
sezione archivio nel sistema di
riferimento WGS84 UTM32N
e riproiettati nel sistema di riferimento
desiderato e nel fuso
33).
Ciascun file scaricato (comuni e
province) contiene le geometrie
vettoriali delle entità (.shp), la
struttura dati associata (.dbf),
la tabella degli indici delle
geometrie da associare ai dati
(.shx), il tutto riferito al sistema
di riferimento geografico originario
(.prj). A completamento
è stata anche inserita una ortofoto
satellitare 2012-13 in scala
1:10.000.
La tabella degli attributi di ogni
entità è stata popolata con i dati
alfanumerici di interesse e con i
prodotti multimediali realizzati
dagli studenti di ciascuna delle
Istituzioni scolastiche partecipanti
(foto, video, tavole sinottiche,
file .pdf, collegamenti a
siti specialistici, semplicemente
incorporando alla schermata di
visualizzazione l’url del sito).
In questo modo si è realizzata
una banca dati georiferita che
consente di correlare ed analizzare
le peculiarità della ricostruzione
post-sisma.
GEOmedia n°4-2020 19
REPORT
Fig. 4 - Predisposizione maschera di consultazione in QGIS
Fig. 5 - Visualizzazione di contributi digitali in formato. mp4.
Nel SIT, oltre a quanto sopra
elencato, sono stati riportati:
4gli Istituti Scolastici, mediante
shapefile puntiformi, corredati
di breve descrizione di ciascuna
Istituzione e da brevi riferimenti
storici (Fig. 1);
4i siti di interesse studiati ed
esaminati dalle istituzioni
scolastiche e i relativi collegamenti
ai contributi informativi
forniti da ciascuna scuola e ai
prodotti digitali realizzati dagli
studenti.
Al clic del mouse sul punto di
interesse (shapefile categorizzato
in base al nome e alla posizione
geografica) è quindi possibile
consultare tutti i contributi,
mediante maschere di visualizzazione
molto semplici e intuitive,
o aprirli a tutto schermo per apprezzarne
meglio i dettagli.
Risultati
Il lavoro, avvincente e coinvolgente,
ha visto, per la prima
volta, la collaborazione tra Università,
Istituzioni scolastiche e
IRSSAT nella ricerca di testimonianze
e di frammenti necessari
per comprendere, da un lato, l’evoluzione
dell’assetto urbanistico
conseguente al sisma attraverso
il confronto tra situazione preevento
ed attuale e, dall’altro, la
perizia e la raffinatezza che hanno
caratterizzato la ricostruzione
di un patrimonio architettonico
di ineguagliabile bellezza.
Organizzata in un database tutta
questa mole di supporti informativi
e dati di vario genere e
di diversi formati, si è passati
alla fase di implementazione,
realizzando una collezione di
strati tematici correlati attraverso
la posizione geografica e gestiti
all’interno di una struttura di
tipo relazionale che consente
una efficace consultazione dei
dati inseriti e di visualizzare
rapidamente entità, attributi e
relazioni.
Il progetto del database si inserisce
in un contesto ancora più
ampio che è quello dell’accesso
al sapere esteso a tutti e della titolarità
del patrimonio culturale
digitale.
Il SIT diventa quindi un “contenitore”
in grado di raccogliere i
dati digitali relativi al Patrimonio
architettonico perduto a causa
del sisma e successivamente ricostruito,
dando inizio, di fatto,
alla nascita di nuovi modelli
abitativi e stili architettonici. In
sintesi, i contenuti riguardano
i seguenti aspetti fondamentali
espressi in termini di entità e relazioni
(fig. 2):
- le caratteristiche del “sisma” e
gli effetti sul territorio in termini
di aree di iso-intensità
(Fig. 3), dentro le quali ricadono
le “località” (città o
frazioni) presenti all’epoca del
sisma e ai quali sono associati
abitanti, vittime e sfollati;
- gli “edifici” danneggiati o
parzialmente distrutti, per
ogni località, classificati in
base alla destinazione d’uso;
- la ricostruzione vista attraverso
i suoi “protagonisti”,
coi diversi ruoli assunti nel
processo, e i correlati “edifici
ricostruiti” di maggiore interesse
storico-culturale;
- i “prodotti digitali” realizzati
dagli “studenti” dei diversi
Istituti scolastici, organizzati
in gruppi di lavoro coordinati
da docenti, sull’evento e sulla
fase di ricostruzione, mantenendo
la titolarità del prodotto
digitale realizzato;
- le località del tempo associate
agli attuali “Comuni” e ai
20 GEOmedia n°4-2020
REPORT
relativi limiti amministrativi,
a loro volta compresi in una
“Provincia”;
- la percezione attuale del “rischio”
che si concretizza nella
redazione dei “piani di protezione
civile” che gli studenti
analizzano, digitalizzano e
utilizzano in ambiente GIS,
ad esempio ricercando le aree
sicure e i percorsi più brevi
per raggiungerle in caso di
necessità.
Gli step seguiti in fase operativa
sono stati:
1. ricerca e produzione di materiali
ed elaborati caratterizzanti
l’assetto urbanistico dei
centri abitati e la morfologia
del territorio;
2. elaborazione dei dati e produzione
di prodotti digitali
quali fotografie, tavole sinottiche,
filmati e storytelling
realizzati dagli allievi delle
Istituzioni scolastiche partecipanti;
3. gestione e organizzazione dei
dati mediante la costruzione
di un database normalizzato
con la funzione di relazionare
i dati logicamente, oltre
che in base alla loro posizione
geografica;
4. realizzazione dell’integrazione
DBMS-GIS;
5. visualizzazione dei dati attraverso
apposite maschere
di sintesi realizzate in QGIS
(Fig. 4).
Partendo da tale approccio, gli
studenti si sono cimentati a
costruire giorno dopo giorno
un percorso georiferito che da
ciascuna Istituzione scolastica,
conducesse “ai luoghi del terremoto”,
finalizzato alla valutazione
dell’impatto del Sisma sul
territorio, in termini di ricaduta
sociale e di spinta propulsiva
verso la ripresa, passando per lo
studio e l’approfondimento di
Fig. 6A - Visualizzazione di contributi digitali in formato .jpg
Fig. 6B - Visualizzazione di contributi digitali in formato pdf.
tematiche inerenti al patrimonio
storico e architettonico del Val
di Noto e della Città di Catania,
fino all’analisi del Piano di
protezione civile del Comune di
Mascalucia.
La visualizzazione dei contenuti
multimediali e dei prodotti digitali
è stata facilitata da apposite
maschere di consultazione
realizzate in QGIS, allo scopo
di sintetizzare tutti i contributi
degli studenti nei diversi formati
(Fig. 5, 6).
Catalogando così i dati è stato
possibile creare un SIT interattivo,
derivare informazioni di
carattere artistico, urbanistico,
geografico, collegarsi a url specifici,
consultare documentazione
fotografica e multimediale, visualizzare
informazioni relative
agli Istituti della Rete, esaminare
integralmente la tabella relativa
agli attributi, esportandoli in
formati differenti, allo scopo di
esaminarli, rielaborarli o riutilizzarli.
Conclusioni
Il sistema informativo geografico
(GIS) rappresenta l’ambiente
ideale per la definizione di studi
multidisciplinari, come questo,
per i quali risulta fondamentale
incrociare le conoscenze (dati) e
rappresentare specifici fenomeni
territoriali ed i suoi effetti.
Il tema del “Rischio sismico e la
Città solidale”: dalla ricostruzione
del 1693 all’attualità”, è stato
affrontato con un approccio integrato
che permettesse di mettere
insieme le esigenze del Polo
e degli utenti e gli strumenti disponibili
ai fini della realizzazio-
GEOmedia n°4-2020 21
REPORT
ne di una piattaforma integrata,
implementabile ed interoperabile
a servizio della comunità.
Per lo storytelling dell’evento
sismico del 1693 si sono seguite
due fasi progettuali: la prima ha
riguardato la progettazione del
database finalizzata alla realizzazione
di una struttura dati
estremamente flessibile ed aggiornabile;
la seconda ha visto la
costruzione degli strati informativi
in ambiente GIS.
Il lavoro è tutt’ora in itinere e si
arricchisce giorno dopo giorno
di contributi e documenti sulla
ricostruzione dopo l’evento
calamitoso del 1693. Non è
utopistico pensare che presto,
grazie all’apporto delle Istituzioni
scolastiche afferenti alla Rete
Diculther, di IRSSAT e del DI-
CAR dell’Università degli Studi
di Catania si possa incrementare
ulteriormente il patrimonio informativo
del SIT, realizzando
così un database multimediale
a disposizione di tutti coloro i
quali necessitino di informazioni
sulla ricostruzione post sisma
e/o sugli assetti urbanistici dei
Comuni oggetto di studio (studenti,
specialisti di settore, uffici
tecnici comunali, uffici di protezione
civile ecc..)
I materiali raccolti saranno pubblicati
su una piattaforma CMS,
curata e costantemente aggiornata
nei contenuti dagli studenti
delle scuole, sotto la supervisione
del DICAR, dando vita ad un
prodotto digitale gratuito e a
servizio del territorio e della collettività,
realizzato integralmente
grazie alla collaborazione tra
Università, Istituti scolastici di
secondo grado e Istituti di Ricerca
(IRSSAT). Una volta organizzati
i materiali e scelto il formato
per la pubblicazione (shapefile,
raster, PostGIS, SpatiaLite ecc.),
sarà possibile la realizzazione di
un Webgis interattivo arricchito
di contributi multimediali di vario
genere e accessibile con estrema
facilità da qualunque device
per la consultazione e l’eventuale
export di dati, magari governato
da privilegi di accesso differenziati
per tipologia di utente.
Ringraziamenti
Si ringraziano, per la sensibilità dimostrata
nell’aderire al progetto e
per il prezioso contributo, i Dirigenti
scolastici Maria Concetta Castorina
(Istituto Superiore A. RUIZ, Augusta),
Fortunata Vetri (Istituto Tecnico Industriale
ARCHIMEDE, Catania), Elisa
Colella (Liceo Classico MARIO CU-
TELLI, Catania), Antonio Alessandro
Massimino (Liceo Artistico EMILIO
GRECO, Catania) e Lucy Sciuto
(I.I.S. CONCETTO MARCHESI,
Mascalucia).
Un sentito ringraziamento va al Dott.
Carmine Marinucci, Segretario generale
della Scuola a Rete DiCultHer, per il
supporto dato all’iniziativa e il proficuo
contributo di indirizzo fornito
nei numerosi incontri svolti
in presenza e per via telematica.
1996:
Codevintec porta in Italia i primi ADCP.
Erano RD Instruments.
Ancora insieme.
CODEVINTEC
Tecnologie per le Scienze della Terra e del Mare
ADCP e DVL per applicazioni oceanografiche, fluviali, per imbarcazioni e piattaforme.
22 GEOmedia n°4-2020
REPORT
Bibliografia e sitografia
Roberta Ragusa (2019), “APPLICAZIONE SPERIMENTALE DELL’AMBIENTE GIS PER LO STORYTELLING DIGITALE DELL’E-
VENTO SISMICO REGISTRATO IN SICILIA NEL 1693”. Tesi di Laurea Magistrale in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio, A.A.
2018-19.
Mangiameli M, Mussumeci G (2015). “Real Time Transferring of Field Data into a Spatial DBMS for Management of Emergencies with a
Dedicated GIS Platform”. In: AIP CONFERENCE PROCEEDINGS, vol. 1648, p. 780012-1-780012-4, © 2015 AIP Publishing LLC
978-0-7354-1287-3, ISSN: 0094-243X, ISBN: 978-0-7354-1287-3, doi: 10.1063/1.4912992
Costantino P, Ignaccolo C, Mangani M, Mangiameli M, Mussumeci G (2015). “Sant’Agata safe”: a GIS application for the analysis of risk
and the management of aids”. GEOMEDIA, vol. 18, issue 4, p. 28-34, ISSN: 1128-8132.
MANGIAMELI M, MUSCATO G, MUSSUMECI G (2011). “Creazione e gestione dinamica di un geo-database da piattaforma Web-GIS
open source”. In: “Geomatica: le radici del futuro. Tributo a Sergio Dequal e Riccardo Galetto”, p. 45-48, Torino-Pavia: Edizioni SIFET,
ISBN: 88-901939-6-4
Maugeri M, Motta E, Mussumeci G, Raciti E (2009). Lifeline seismic hazards: a GIS application. In: Earthquake Resistant Engineering
Structures VII. WIT TRANSACTIONS ON THE BUILT ENVIRONMENT, vol. VII, p. 381-392, WIT Press, ISBN: 978-1-84564-
180-1, ISSN: 1743-3509, doi: 10.2495/ERES090351
Fistola R., Pascale C., (2009), “GIS and neural networks for protecting city from seismic risk”, in Caglioni M. e Scarlatti F. (a cura di), Representation
of Geographical Information for Planning, pp. 139-148, Esculapio Editore, Bologna. ISBN 978-88-7488-316-5
Ardissone P., Agosto E., Rinaudo F. (2007), “GIS AND WEB-GIS, COMMERCIAL AND OPEN SOURCE PLATFORMS: GENERAL
RULES FOR CULTURAL HERITAGE DOCUMENTATION”, Conference: INTERNATIONAL ARCHIVES OF THE PHOTO-
GRAMMETRY, REMOTE SENSING AND SPATIAL INFORMATION SCIENCES
Giorgio Accardo, Carlo Cacace, Roberto Rinaldi (2005), “Il Sistema Informativo Territoriale della carta del Rischio” in ARKOS – Scienza e
Restauro dell’Architettura, Nardini Editore Anno VI – Nuova Serie- Aprile/giugno 2005
Barrile V., F. Cotroneo, S. D, Amico, F. Parrillo, (2005), “Gestione di dati sismici mediante utilizzo di mappe GIS, per Calabria occidentale
e Sicilia Nord-Orientale”, IX ASITA, Catania (Italy), 2005, Catania (italy), 2005.
Mussumeci G, Condorelli A, Maugeri M, Biondi G (2004). “Earthquake-triggered landslide hazard in the Catania area”. In: Risk Analysis
IV. WIT TRANSACTIONS ON ECOLOGY AND THE ENVIRONMENT, vol. 77, p. 115-130, WIT Press, ISBN: 1-85312-736-1,
ISSN: 1743-3541, doi: 10.2495/RISK040111
https://www.diculther.it
www.iononrischio.it. © 2014 DPC, INGV, Giunti Progetti Educativi S.r.l..
https://qgis.org/it/site/
https://www.postgresql.org
http://www.postgis.org
https://opengisdata.eu/it/apps/-/asset_publisher/L1q6XIwnPREr/content/geopaparazzi
PAROLE CHIAVE
Storytelling; GIS; terremoti; barocco siciliano; DICULTHER.
ABSTRACT
This paper shortly describes the project started by the Digital Cultural Heritage (DiCultHer) Sicilian Centre in the 2018-2019 school year, to participate
in the Week of Digital Cultures in Matera (Italy). The objective of the project, ambitious and still open to contributions, is to produce a digital storytelling
of the catastrophic event that marked the fate of a large area of eastern Sicily: the 1693 earthquake. The event caused destruction and death, but it also
mobilized an extraordinary solidarity of the population and a demanding reconstruction that led to the baroque architecture that has become a UNESCO
World Heritage Site.
AUTORE
R. Ragusa
ing.robertaragusa@gmail.com
A. Santacroce
ing.a.santacroce@gmail.com
M. Mangiameli
michele.mangiameli@dica.unict.it
ricercatore di Topografia e Cartografia
Università degli Studi di Catania,
G. Lo Bianco
giuseppe.lobianco@irssat.it
presidente Istituto Ricerca Sperimentazione e Sviluppo sull’Ambiente e il Territorio (IRSSAT) e coordinatore Polo DiCUltHer Sicilia
G. Mussumeci giuseppe.mussumeci@unict.it
Professore di Topografia e Cartografia, Università degli studi di Catania
GEOmedia n°4-2020 23
MERCATO
Minerali di Atacama
(24 maggio 2020)
Questa immagine, catturata dalla missione Copernicus
Sentinel-1, mostra la serpentina del Rio delle Amazzoni che attraversa
uno dei più vitali ecosistemi al mondo: la Foresta Amazzonica
nell’America meridionale. L’immagine è stata acquisita il 3 marzo 2019 ed è stata
processata in modo tale da mostrare di colore blu i corpi d’acqua, come ad esempio il
Rio delle Amazzoni. Il fiume inizia il suo viaggio nelle Ande e si dirige verso est attraversando
sei stati del Sud America, prima di riversarsi nell’Oceano Atlantico in prossimità della
costa nord orientale del Brasile. Il fiume ha una lunghezza di circa 6400 km, l’equivalente della
distanza tra New York e Roma. Il Rio delle Amazzoni è considerato il fiume più ampio al mondo,
con una larghezza che oscilla tra 1,6 e 10 km, ma che aumenta durante la stagione delle piogge fino a
circa 50 km. Con oltre 1000 tributari, questo fiume realizza il più vasto sistema di drenaggio al mondo
in termini del volume di portata e come area di bacino interessata. Come conseguenza della continua
variazione del suo flusso nella parte superiore dell'immagine si possono riconoscere gli alvei più vecchi come
linee sottili attorno all’alveo principale. Uno dei suoi tributari, lo Javari (o Yavari), è visibile come una linea
blu più sottile che scorre all’interno della foresta tropicale. Questo fiume si estende per 870 km, tracciando il
confine tra il Brasile ed il Perù, prima di congiungersi al Rio delle Amazzoni. Nell’immagine città ed aree edificate
sono visibili di colore ciano, come ad esempio le città di Tabatinga e di Leticia, con due aeroporti che
sono facilmente identificabili sulla estrema destra. I colori giallo ed arancione mostrano l’area circostante
della Foresta Amazzonica. I colori di questa immagine della settimana derivano dalla combinazione di
due polarizzazioni utilizzate dalla missione radar Copernicus Sentinel-1 e che sono state assemblate e
convertite in un’unica immagine. Le immagini radar forniscono dati in modalità differente rispetto
ad una normale camera ottica, per cui esse normalmente risultano bianche e nere nel momento
in cui vengono ricevute. Utilizzando una tecnologia che allinea i fasci radar inviati e ricevuti
dagli strumenti in una specifica orientazione – verticale o orizzontale – il dato risultante
può essere processato in modo da produrre immagini colorate, come quella qui
mostrata. Questa tecnica permette di ottenere una migliore distinzione tra le
caratteristiche del suolo.
Crediti: European Space Agency.
Traduzione: Gianluca Pititto.
24 GEOmedia n°4-2020
MERCATO
GEOmedia n°4-2020 25
REPORT
Una Soluzione OS per la creazione
di gestionali cartografici web
basati su progetti QGIS
di Leonardo Lami, Cristiano Fattori, Alessandro Jacobacci, Walter Lorenzetti
Il caso della Direzione
Capitale Naturale,
Parchi e Aree Protette
di Regione Lazio
dedicato alla gestione
dei rimborsi danni da
fauna selvatica
Fig. 1 – Il servizio Webgis predisposto da Regione Lazio.
Nel presente articolo si illustra
la soluzione adottata da
parte della Direzione Capitale
Naturale, Parchi e Aree Protette
di Regione Lazio al fine di
standardizzare le modalità di
raccolta delle informazioni e la
gestione delle pratiche relative
alle richieste di indennizzo per
i danni da fauna selvatica nel
sistema delle Aree protette
regionali e permettere,
nel contempo, la fruizione
centralizzata dei dati raccolti
nelle singole aree protette.
Uno degli aspetti di
maggior interesse
all’interno di infrastrutture
complesse e diffuse
sul territorio è quello di permettere
la consultazione e l’aggiornamento
dei dati gestiti in
modalità remota.
Mentre in ambito non geografico
esistono chiaramente
numerose soluzioni dedicate
alle più svariate necessità, in
campo geografico invece sono
poche e non particolarmente
sviluppate.
Soluzioni che permettono, in
totale autonomia, di predisporre
gestionali cartografici web
che rendano possibile, non solo
la consultazione dei dati, ma
anche la loro gestione ed il loro
aggiornamento sono invece
meno diffuse.
Un metodo solitamente utilizzato
è quello di predisporre i
dati su GeoDb e permetterne
la gestione dei contenuti tramite
software geografici desktop
(es. QGIS). Tale modalità permette
di condividere consultazione
e aggiornamento di dati
da più utenti ma, nel caso di
soggetti posti al di fuori della
rete intranet, rende lenta l’operatività
e necessità di soluzioni
per l’accesso al dato in sicurezza
(es. VPN).
Tale soluzione richiede inoltre
un forte investimento formativo
per permettere agli operatori
di utilizzare in autonomia un
software GIS solitamente troppo
complesso e ricco di funzioni
in relazione alle effettive
necessità di interazione con il
dato da parte degli utenti base.
L’utilizzo del framework
G3W-SUITE
Al fine di predisporre un gestionale
cartografico web dedicato
a tale attività di raccolta,
26 GEOmedia n°4-2020
REPORT
la Direzione Capitale naturale,
Parchi e Aree Protette di Regione
Lazio ha scelto di utilizzare
il framework OS G3W-SUITE
disponibile su GitHub, con
licenza MPL, al seguente URL:
https://github.com/g3w-suite.
G3W-SUITE è un’applicazione
client-server modulare dedicata
alla pubblicazione e gestione di
progetti cartografici interattivi
realizzati su QGIS (https://
qgis.org) in ambiente web. Il
punto di forza del framework è
legato alla possibilità di pubblicare
e gestire in modo autonomo
e strutturato progetti cartografici
permettendo di definire
aspetti grafici e funzionali dei
servizi WebGis direttamente
tramite il software geografico
desktop.
Tramite tale frame-work è possibile
organizzare i contenuti
cartografici in maniera gerarchica
all’interno di gruppi e
macrogruppi cartografici e di
gestire utenti di vario livello
per gli aspetti di amministrazione,
consultazione dei progetti,
funzionalità di editing
e utilizzo dei singoli moduli
attivati.
Le componenti principali, comunicanti
tra loro mediante
una serie di API REST, sono
due:
4G3W-ADMIN: il modulo
di amministrazione per la
gestione degli utenti, la pubblicazione
di servizi WebGis
e l’attivazione di moduli specifici
4G3W-CLIENT: il client
cartografico per la visualizzazione
ed interazione (libera
o sotto autenticazione) con i
servizi WebGis pubblicati
La predisposizione del gestionale
cartografico web basato
su progetto QGIS
Per raggiungere l’obiettivo
preposto, il primo passo ha
Fig. 2 – Strumenti di ricerca e struttura del form degli attributi.
visto la realizzazione della base
dati dedicata alla raccolta delle
richieste di rimborso danni. A
tal fine è stato scelto il GeoDB
PostGis (www.postgis.net) e su
di esso sono state strutturate
una serie di tabelle atte a collegare
ad ogni elemento geografico
una serie di informazioni
che permettono di valutare,
analizzare e organizzare il dato
raccolto.
Ad ogni tipologia di danno
gestito (colture, zootecnia o
opere/strutture) sono state
associate informazioni di tipo
generico (riferimenti pratica,
date segnalazione e sopralluogo,
area protetta in cui si
rileva il danno e i dati del richiedente)
e di dettaglio (tipo
e quantificazione del danno,
specie responsabile, eventuali
riferimenti catastali…) per un
totale complessivo superiore ai
100 campi per ogni tabella, alcuni
dei quali caratterizzati da
vincoli di obbligatorietà e univocità
e da trigger per il calcolo
automatizzato.
Il passo successivo ha riguardato
la creazione di un progetto
QGIS contenente, oltre agli
strati operativi, contenuti informativi
geografici di vario
tipo (Aree Naturali Tutelate,
patrimonio geologico, vegetazionale
e faunistico) e cartografie
di base (CTR e ortofoto).
Sempre a livello di progetto
QGIS, oltre alla vestizione dei
singoli layer, sono state definite
una serie di impostazioni che
si sarebbero riflesse a livello di
servizio WebGis:
4definizione dei layer interrogabili
e, per ognuno di essi,
definizione dei campi consultabili
e dei relativi alias
4metadati di base, sistema di
proiezione ed estensione iniziale
di pubblicazione
4layout di stampa
Punto cruciale del progetto,
visto il numero elevato di informazioni
per ogni layer gestito,
era la necessità di poter or-
Fig. 3 – Creazione e definizione degli strumenti di ricerca.
GEOmedia n°4-2020 27
REPORT
le modalità di accesso tramite
credenziali alle informazioni
pubblicate su web.
Al servizio sono state associate
poi una serie di strumenti di
ricerca basati su esposizione dei
valori tramite menù a tendina
con vincoli di dipendenza per
rendere semplice la ricerca del
dato da parte dei singoli operatori.
Fig. 4 – Gestione permessi di editing e definizione dei geo-constraint.
Fig. 5 – Strumenti di editing geometrico e form per la definizione degli attributi.
ganizzare in modo strutturato i
contenuti delle singole tabelle
al fine di facilitarne la consultazione
e la compilazione.
La forte capacità di ereditarietà
delle impostazioni definite a
livello di progetto QGIS da
parte del framework per la
pubblicazione ha permesso di
superare questa problematica.
In QGIS è infatti possibile definire,
per ogni layer, la struttura
del form di consultazione/
editing degli attributi (schede e
raggruppamenti di vario livello)
ed associare ad ogni campo
della tabella da editare una serie
di widget (testi liberi, menù
a tendina, relazioni tra layer,
checkbox, calendari, allegati
multimediali…) che semplificano
e velocizzano la compilazione
dei contenuti.
Tali aspetti funzionali di QGIS
permettono di realizzare dei
gestionali cartografici desktop,
eventualmente basati anche
su dati relazionati in modalità
1:N, e migrarli in modo
diretto su piattaforma webgis
grazie alla compatibilità con il
framework G3W-SUITE.
Definiti quindi tutti gli aspetti
tecnico-funzionali su progetto
QGIS, lo stesso è stato caricato
sull’applicazione Web per la
pubblicazione su piattaforma
WebGis.
La componente di Amministrazione
del framework, grazie
ad una granulare gestione degli
utenti, ha permesso di definire
La gestione del dato geografico
basato su constraint
geografici
Uno degli aspetti cruciali per
la corretta gestione del dato era
legato alla necessità di vincolare
ogni singolo/gruppo di operatori
delle diverse Aree Protette
per fare in modo che potesse
inserire/modificare le domande
di richiesta rimborso danni
solamente se queste ricadevano
all’interno della Area Protetta
di propria competenza.
Tale problematica è stata risolta
grazie alla possibilità, all’interno
della suite, di definire
constraints geografici basati su
layer terzi e differenziabili per i
singoli /gruppi di utenti.
Operativamente la funzione di
editing è stata attivata sui layer
predefiniti e permessa per tutti
gli utenti precedentemente creati
all’interno della suite.
Il vincolo geografico è stato basato
sul layer delle Aree Protette
Regionali e, tramite semplici
istruzioni SQL, sono state definite
le feature del layer all’interno
delle quali sarebbe stato
possibile l’editing da parte dei
singoli operatori.
Obiettivi raggiunti
Lo strumento operativo scelto
dalla Direzione Capitale Naturale,
Parchi e Aree Protette di
Regione Lazio ha reso possibile,
in modo autonomo e senza
necessità di sviluppo di codice,
la realizzazione di un gestionale
cartografico web personalizzato
28 GEOmedia n°4-2020
REPORT
per la raccolta di dati di proprio
interesse in modo uniforme
e standardizzato da parte di
operatori dislocati sul territorio
regionale.
Gli operatori abilitati avranno
la possibilità di utilizzare,
tramite un qualsiasi browser e
senza necessità di installazioni
specifiche, un client cartografico
che permetterà di navigare
nella cartografia, individuare
l’area di propria competenza,
caricare tracce GPS, editare feature
poligonali identificanti la
porzione di territorio interessata
da danni da fauna e compilare
in modo semplificato e
guidato tutte le informazioni
necessarie per la valutazione
della richiesta di rimborso.
Sarà possibile, quindi, una gestione
più razionale delle pratiche
e la costruzione di archivi
elettronici di facile consultazione
per le aree protette stesse
I constraint geografici impediranno
che, anche per errore, i
singoli operatori vadano a modificare
dati su cui non sono
territorialmente competenti.
Una serie di strumenti di ricerca,
definiti anch’essi nella
sessione di Amministrazione
tramite semplici strumenti
grafici, permetterà all’utente
di ricercare pratiche già inserite
ed estrarre, sotto forma di
foglio di calcolo, risultati di
interrogazioni e ricerche.
I Responsabili del servizio
avranno a disposizione una
piattaforma che permetterà
loro di visualizzare geograficamente
e verificare le singole
richieste inserite.
L’accesso al dato complessivo
tramite altri strumenti (QGIS,
PgAdmin...) permetterà di realizzare
statistiche e report geografici
basati su elementi quali:
tipologia di danno, specie responsabili,
importo medio del
danno.
Le informazioni e le statistiche
ottenute costituiranno un
supporto indispensabile per
una corretta e razionale pianificazione
degli interventi futuri,
rendendo, nel contempo, più
efficace e mirata la gestione
delle risorse economiche ed
umane disponibili.
Sfruttando le potenzialità funzionali
del gestionale cartografico
sarà possibile, ad esempio,
individuare su base quantitativa
le aree critiche, per entità
e tipologia del danno, e successivamente
definire strategie
di prevenzione sito-specifiche,
anche in relazione alle caratteristiche
ambientali degli specifici
contesti.
Sviluppi futuri
Alla fine del primo anno di utilizzo
saranno valutate eventuali
problematiche intercorse ma
anche suggerimenti e migliorie
proposte dai singoli operatori.
La notevole duttilità della soluzione
adottata permetterà di
apportare eventuali modifiche
sia a livello di struttura del
dato, sia a livello di flusso operativo
definito a su progetto
QGIS e di riportare in modo
semplice e diretto tali variazioni
a livello di gestionale web.
Il contemporaneo sviluppo
della piattaforma G3W-SUITE
permetterà di realizzare su web
report cartografici basati sui
layout di stampa e di report
predefiniti su progetto QGIS
facilitando in questo modo
l’analisi in tempo reale della
situazione globale e specifica di
ogni area protetta.
Grazie a questa soluzione, Regione
Lazio avrà a disposizione
un framework che permetterà
di creare in completa autonomia
ulteriori gestionali cartografici
web al fine di gestire
altri aspetti ed iter che abbiano
l’informazione geografica come
elemento centrale e collettore
delle informazioni.
PAROLE CHIAVE
GIS; qgis; wegis; territorio;
regione lazio; fauna selvatica;
aree protette
ABSTRACT
As part of the management of
reimbursement of damages from
wildlife, the Direzione Capitale
Naturale, Parchi ed Aree Protette
of Regione Lazio made use of
the OS G3WSUITE framework
(based on QGIS-Server) for the
creation of a web cartographic
management system.
The application allowed to migrate
a dedicated QGIS project
defining, in addition to the
rendering aspects, also the form
structure and the editing widgets
dedicated to the individual attributes.
The administration component
has made it possible to define
editing permissions based on
geographical constraints linked
to authorized users.
The collected data will be a
support for a correct and rational
planning of future interventions
making the management of
available economic and human
resources more effective and
targeted.
AUTORE
Cristiano Fattori
cfattori@regione.lazio.it
Alessandro Jacobacci
ajacobacci@regione.lazio.it
Direzione Capitale Naturale,
Parchi e Aree Protette
Walter Lorenzetti
lorenzetti@gis3w.it
Leonardo Lami
lami@gis3w.it
Gis3W SNC
GEOmedia n°4-2020 29
AUGMENTED REALITY
WHAT’S NEXT:
XR TECHNOLOGY
Fig.1- The Hype
Cycle model of
2019. The Hipe
Cycle model is
a methodology
developed by
Gartner, a consulting,
research
and analysis
company in the
field of Information
Technology,
to graphically
represent the
maturity, adoption
and application
of specific
technologies.
XR 2020:
News & Events
a cura di
Tiziana Primavera
Innovative Tech
Evangelist - AR/VR
senior expert
In 2018 Gartner, an international
consulting society company
for large companies, in
its Hipe Cycle did not include
virtual reality among the new
emerging technologies, and in
the following graph for the year
2019, augmented reality, (acronym
AR from the English term
Augmented Reality), was no
longer present.
This is not to say that the two
technologies are not the subject
of entrepreneurial and social attention,
but their absence in the
graph representative and market
expectations in 2019, simply
enshrines the technological maturity
definitively achieved by
them.
In fact, their maturity can
certainly be considered to be
achieved both from a hardware
and software point of view, and
also from the point of view of
the user experience, the acceptance
and degrees of satisfaction
resulting from their adoption in
different areas is largely satisfactory,
so by 2020, these conditions
allow us to no longer consider
"innovative and emerging"
technologies, although the technologies
are widely consolidated
and certainly "mature".
Numerous companies are already
experiencing the benefits
produced by this interesting
digital reality, attesting to improvements
in the productivity
and training of employees in
multiple sectors.
For example, spending on Vr/Ar
is expected to increase by 46%
(Cagr) between 2018 and 2023,
reaching USD 8 billion.
With these premises, it is easier
to understand the subsequent
lines of development and research,
oriented to increasingly
ubiquitous technologies, that is,
available in real-time mode, always
and everywhere, but, now,
to be conceived seamlessly.
The technology that certainly
encompasses the two technologies
mentioned and that
implements them, along with
several other possible ones, will
therefore be that ofthe so-called
Extended Reality, certainly to be
considered as the high technology
that will make us really perceive
the authentic sentiment of
an immersion in the life of the
near future.
The Extended Reality, also
called by its acronym XR technology,
actually includes, a conglomerate
of VR- virtual reality,
AR - augmented reality and MR
- mixed reality.
XR is to be considered a superset
that includes the full spectrum
of previous taxonomies,
i.e. from "full real" to "complete
virtual", in close reference to the
concept of reality-virtuality continuum
introduced by Paul
Milgram in the early
1990s (Milgram Paul; H.
Takemura; A. Utsumi; F.
Kishino (1994). "Augmented
reality: a class of screens on the
reality-virtuality continuum").
However, its connotation lies
in the extent of human experiences
in particular relating to
the meaning of existence (represented
by VR) and the acquisition
of cognition (represented
by AR).
30 GEOmedia n°4-2020
AUGMENTED REALITY
Fig. 2 - Continuous of mediated reality showing four points: augmented reality, augmented
virtuality, mediated reality and mediated virtuality on the virtuality and mediality axes.
Fig. 3 - 1997- taxonomy of P. Milgram.
Fig. 3 - 1997- taxonomy of P. Milgram.
With the continuous development
of human-computer interactions,
this connotation is still
evolving.
The extended reality therefore
intends to coverthe integral set
of all real combined environments
and the consequent possible
interactions, where the "X"
is a variable for any spatial computing
technology, be it current
or future generation (Spatial
calculation was defined in 2003
by Simon Greenwold, [1] such
as "human interaction with a
machine in which the machine
holds and manipulates real objects
and spaces).
To date, several devices capable
of producing several extended
reality experiences have been
produced, although they have
numerous performance limitations
compared to the ambitious
goals of the XR.
Although with these premises,
their prices are still considerably
high and therefore mainly
aimed at specialized sectors
and companies, think of the
cost of Microsoft's Hardware,
or Hololens 2, which is in the
market with about 3500 dollars.
equipped with the new ToF
(time of flight) depth sensor.
These are, to date, industry
products, as explained by the
same company of Redmond,
oriented to developers for the
industrial sector, which can
mostly find application in different
production and professional
contexts, perhaps in the
medical field to make diagnoses
or in the various technical areas
of design and maintenance.
In this progressive path, worthy
of mention is certainly also the
research conducted by Magic
Leap, which attempted to distinguish
itself in this technological
avant-garde, with its highly
specialized headset. Magic
Leap's hardware Leap incorporates
innovative cheap photonics
into the lenses to try to pursue
and achieve a real neurological-perceptive
deception, so that
the digital data embedded in
the real, appears indistinguishable
from it, but the numerous
difficulties encountered, despite
the huge funding, have not met
expectations (The technology
used is known as a light field
photonic chip. It consists of
a digital projection system of
light rays which directly reaches
the’observer's eye).
We are therefore still in an acerbic
and magmatic sector, referring
to the extended reality.
With it, social changes could be
really evident: the Xr, for example,
will contribute massively
to the education of children
and young people, accompanying
them to places they have
never seen, providing therapies
for people with physical or
psychological disabilities and
helping health professionals to
learn new skills, using digital
GEOmedia n°4-2020 31
AUGMENTED REALITY
and interactive visual technologies,
which are best suited to the
context..
The XR aims to allow the user
a connection with contexts,
more intuitive and increasingly
easy, able to connect our natural
senses with the world around
us, and companies, startups
in the first place, experiment
with increasingly cutting-edge
methodologies in order to allow
a sensory overcoming that can
be implemented beyond simple
vision, urging whole at the same
time touch, taste and smell.
Another key element of the
uniqueness that could characterize
it, is the use of human
thought, capable of taking on a
fundamental role in the control
of the physical world, through
the potential translation of
brain waves into digital signals.
Clearly, XR technology needs a
technical rethink and a number
of considerable optimizations in
display technologies, especially
requires new types of hardware,
in order to optimize a number
of specific needs.
It is easy to understand that at
the State of the Art, there are
still several technical problems
that need to be solved in order
for XR to reach mainstream
adoption.
XR, for example, needs a disruptive
technological visual
revolution to show photorealistic
visual content, indistinguishable
from real objects, albeit in
changing light conditions and
to seamlessly switch from the
real world to the virtual world.
In addition, satisfying the workloads
always active and high
computational within the power
and thermal limits of glasses
characterized by a stylistic lightness,
therefore habitually wearable
in the daily life of each is
clearly a technical challenge still
very sophisticated.
Moreover, 5G's enhanced mobile
broadband is necessary,
perhaps indispensable, for mass
adoption XR.
Currently for the latter reason,
tech giants are starting to
partner with at least 15 leading
global mobile operators to
deliver XR viewers, while many
companies so far focused on developing
AR, VR, MR and now
XR systems are beginning to
pay attention to the consumer
market.
Probably, with a possible advance
in research, in the near
future we will therefore see
XR devices that transform our
daily life and that will replace
smartphones and surpass them
dialectically.
The wearable hardware XR,
so conceived, is very likely intended
to completely replace
our mobile phone and the future,
characterized by the massive
presence of XR devices, in a
social post-smartphone context,
seems to promise increasingly
ever more creative, user friendly
declinations, and only if ethically
declined and regulated
appropriately from a regulatory
point of view, they will certainly
ensure us a richer, interesting
and brighter world.
32 GEOmedia n°4-2020
MERCATO
RNDT 2.0 - DISPONIBILE IL CODICE
DELLA SUITE PER IL RIUSO
L'Agenzia per l'Italia Digitale (AgID) ha reso disponibile
il codice della suite RNDT 2.0, il software sviluppato per
il catalogo nazionale dei metadati di dati e servizi territoriali,
in conformità all'art. 69 del Codice dell'Amministrazione
Digitale (CAD). Coerentemente con le Linee
Guida su acquisizione e riuso di software per le pubbliche
amministrazioni, detto codice è pubblicato sulla piattaforma
GitHub nei repository di AgID con la licenza
EUPL v. 1.2, la licenza pubblica dell'Unione Europea, e
documentato anche nel catalogo del software open source
della Pubblica Amministrazione.
La suite è composta da un insieme di applicazioni utili
per l'implementazione di una piattaforma per la pubblicazione,
ricerca, visualizzazione e gestione dei metadati secondo
le regole tecniche nazionali ed europee (INSPIRE),
oltre a un visualizzatore di dati e servizi documentati nel
catalogo e/o disponibili sul web.
In particolare, le componenti rese disponibili, ciascuna in
uno specifico repository, sono le seguenti:
Rese disponibili per il riuso anche altre applicazioni, connesse
a RNDT:
• RNDT metadata converter, tool per la trasformazione
dei metadati da un profilo ISO 19115 / TS 19139 ad
un altro, utile per l'adeguamento dei metadati alla nuova
versione del profilo RNDT;
• RNDT GeoDCAT-AP API, soluzione per trasformare
i metadati dei dati territoriali documentati secondo il
profilo italiano dallo standard ISO TS 19139 allo standard
DCAT-AP/DCAT-AP_IT, utile per rendere disponibili
i dati territoriali che siano anche aperti nei portali
generalisti di dati.
La soluzione RNDT metadata converter è stata condivisa
anche sulla piattaforma Joinup della Commissione
Europea nella collezione INSPIRE, in quanto di interesse
di altri Stati Membri europei.
Visita GitHub per le release.
AgID
• Template Joomla RNDT , un'applicazione per la definizione
dell’aspetto del sito e l'organizzazione dei relativi
contenuti in coerenza con le Linee guida di design
per i servizi digitali della PA;
• Geoviewer, applicazione che permette di visualizzare risorse
geografiche disponibili sul Web e di effettuare sovrapposizioni
di servizi di mappa (REST, WMS, WFS)
e di file Shapefile, CSV, GPX o GeoJSON, anche previa
ricerca nel catalogo di metadati;
• Catalogo metadati, soluzione RNDT per la gestione, la
pubblicazione e la ricerca dei metadati dei dati territoriali
e relativi servizi.
VIDALASER E IL NUOVO CONTROLLER MOD. A5001 ANDROID 10
A5001 nasce quale controller di strumento topografico con sistema operativo Android
10, con ricevitore GNSS multibanda integrato, studiato per essere utilizzato nelle peggiori
condizioni di lavoro. A5001 è dotato di connessione Wifi, Bluetooth e cavo USB,
tutte le possibilità di connessione controller/strumento topografico sono presenti. Lo
schermo da 5 pollici touchscreen e la tastiera con pulsanti fisici permettono l’assoluta
libertà d’interfaccia controller/operatore. Due SIM telefoniche quadribanda e memoria
interna è di 4GB con espansione di memoria da 32GB tramite scheda SD, A5001 è
completamente multimediale, dotato di doppia camera HD fronte/retro, microfono ed
altoparlante interno per i messaggi e comandi vocali.
info@vidalaser.com
www.vidalaser.com
GEOmedia n°4-2020 33
MERCATO
Organizzazione dei dati
Con X-PAD Office Fusion è possibile gestire diversi tipi di
dati come misure, punti, disegni, superfici, sezioni trasversali
e nuvole di punti. Con il Project Manager è possibile organizzare
i dati all'interno dello stesso file di lavoro. È possibile
inoltre gestire più sessioni di rilievo, diversi gruppi di
disegni e renderli visibili o invisibili in qualsiasi momento.
Visualizzazione e facilità di lavoro
Un moderno ambiente di lavoro, progettato per gestire i
dati geospaziali e un potente motore CAD 3D rappresentano
la base su cui sono stati sviluppati i moduli topografici
e laser scanner. I dati possono essere visualizzati e gestiti in
tabelle con potenti ed innumerevoli funzioni per la ricerca,
il filtraggio e la modifica del dato stesso.
X-PAD OFFICE FUSION: DALL'IMPORTAZIO-
NE DI DATI GEOSPAZIALI GREZZI AI DISE-
GNI FINALI, TUTTO IN UN UNICO SOFTWARE
Un nuovo concetto di software per l’elaborazione e la trasformazione
di tutti dati geospaziali con una reale integrazione
di diverse informazioni: importazione di dati, calcoli,
aggiustamenti, registrazione di scansioni e gestione delle
nuvole, punti, misure, superfici e immagini, utility topografiche
e funzioni di disegno: tutto questo in una sola applicazione.
Un Software per tutti i flussi di lavoro
Dall'importazione di dati grezzi ai disegni finali, X-PAD
Office Fusion offre gli strumenti migliori senza dover trasferire
i dati da un programma all'altro. È possibile caricare
i dati da stazione totale, GPS, livello digitale, laser scanner:
calcolare, visualizzare e gestire il tutto in un unico software.
È possibile collegare rilievi TPS, GPS, livello digitale, sessioni
di scanner laser e visualizzare tutto nell’insieme.
Un CAD Topografico
L’X-PAD Office Fusion e il CAD sono completamente integrati:
un CAD progettato per operare secondo gli standard
definiti da AutoCAD ma anche per l'uso topografico. Un
piccolo esempio? Quando è necessario indicare una coordinata,
è possibile digitare il nome del punto corrispondente;
oppure è possibile selezionare oggetti topografici (punti e
linee) in base al codice assegnato durante il rilievo.
MODULO X-SCAN - Importa, Registra, Fatto!
Dall'importazione alla registrazione con una singola procedura
guidata. Le potenti funzioni di registrazione consentono
di adattare rapidamente e facilmente le tue nuvole anche
utilizzando punti topografici. Durante la registrazione le
azioni sono costantemente accompagnate da informazioni
visive e controlli che aiutano ad evitare errori. Anche se è
il primo lavoro con il laser scanner, è garantito un risultato
ottimale.
Fonte: Geomax
34 GEOmedia n°4-2020
MERCATO
ESRI ITALIA E MOBILEYE SUPPORTANO
ACEA PER L’ASSET MANAGEMENET
Già dal 2018 Esri ha siglato un accordo che definisce
la piattaforma Esri come il repository dei dati raccolti
dai dispositivi Mobileye, i sistemi di assistenza alla
guida. Proprio questo accordo è stato alla base della
sperimentazione con ACEA, il cui obiettivo è stato,
da una parte, continuare a migliorare la sicurezza per
i tecnici che lavorano sul campo e, dall’altra, raccogliere
informazioni relative agli asset aziendali, al fine
di definire un processo di manutenzione preventiva
su Pali della Luce e Box Elettrici. Nel corso del 2018
ACEA ha dotato alcune delle sue vetture, impegnate
nel servizio di manutenzione della rete idrica e fognaria
della Provincia di Roma, di un dispositivo anticollisione
fornito dalla società Mobileye. Il dispositivo
installato “vede”, attraverso una telecamera montata
nella parte anteriore del veicolo, tutto quello che vede
il guidatore. Il segnale video della telecamera e quello
del GPS vengono utilizzati da un microcomputer di
bordo, per valutare i rischi di collisione con veicoli e
persone. Questa ultima operazione avviene attraverso
alcuni algoritmi di machine learning che sono stati
istruiti per riconoscere con grande precisione veicoli,
persone e infrastrutture (segnali stradali, semafori,
ecc.).
Questa sperimentazione ha avuto risultati molto positivi
sia per la sicurezza del lavoro dei tecnici utilizzatori
delle vetture, sia per la riduzione dei consumi e
degli incidenti.
Sulla base dei risultati raggiunti alla fine del 2019,
Esri Italia e Mobileye hanno proposto una sperimentazione
per testare la capacità di un nuovo dispositivo,
denominato Mobileye 8 Connect, che elabora le informazioni,
“viste” e interpretate, e le invia in formato
vettoriale alla piattaforma ArcGIS Online di Esri (pali
della luce, box elettrici, ecc.).
La sperimentazione, avviata poi nel 2020, ha riguardato
50 vetture del parco ACEA. I dati raccolti sono
stati analizzati per “insegnare” agli algoritmi di machine
learning come mappare correttamente gli asset.
Fonte: (Esri Italia)
GEOmedia n°4-2020 35
MERCATO
ELEBRATING
100 YEARS
MICROGEO PROPONE IL
SUO KIT STRUMENTALE
PER ECOBONUS 110%
L’ECOBONUS 110% è un nuovo
incentivo fiscale per la riqualificazione
energetica e sismica degli edifici esistenti
previsto dal Decreto Rilancio per
migliorare la qualità dei nostri edifici.
110% è l’aliquota incentivante per specifici
interventi in ambito di efficienza
energetica, di interventi antisismici,
di installazione di impianti fotovoltaici
o delle infrastrutture per la ricarica
di veicoli elettrici negli edifici. La detrazione
è riconosciuta nella misura
del 110%, da ripartire tra gli aventi
diritto in 5 quote annuali. Microgeo
srl ha raccolto le strumentazioni più interessanti
al fine di poter ottimizzare le
procedure per poter effettuare i lavori di
ristrutturazione rispettando i parametri
imposti dall'Ecobonus. Il kit strumentale
proposto da Microgeo comprende:
Termoflusimetro, Termocamera,
Sistema Fotogrammetrico Telescopico
3DEYE + Software Elaborazione immagini
3D Zephyr e il pacchetto formazione.
Termoflussimetro
Il termoflussimetro è la strumentazione
necessaria per un calcolo accurato della
trasmittanza delle pareti verticali opache
di un edificio, il sistema attraverso la
misura puntuale riesce a definire il valore
di trasmittanza della parete su cui
è applicato (w/m²k) potendo in questo
modo definire con estrema precisione il
cambiamento dei valori di trasmittanza
tra prima e dopo l’intervento di ristrutturazione.
Termocamera
La termocamera svolge l’attività di indagine
qualitativa nella verifica delle
disomogeneità termiche sulla struttura
dell’edificio. Attraverso l’acquisizione
delle immagini termiche delle pareti
perimetrali dell’edificio è possibile definire
se la coibentazione dell’involucro è
omogenea o no e verificare i cambi di
tessitura muraria senza dover effettuare
saggi invasivi. Il poter abbinare una
lettura termografica ai parametri di trasmittanza
calcolati dal termoflussimetro,
aumenta l’affidabilità della misura
grazie ad un’indagine più complessiva
dell’involucro e non solo attraverso un
calcolo puntuale.
Sistema Fotogrammetrico Telescopico
3DEYE + Software Elaborazione immagini
3D Zephyr
Il sistema fotogrammetrico telescopico
3DEYE è una valida soluzione per
il rilievo delle facciate di edifici. Grazie
alla tecnica fotogrammetrica è possibile
ricostruire la tridimensionalità delle superfici
e poterne calcolare le dimensioni
con precisione centimetrica. L’utilizzo di
3DEYE può garantire all’operatore un
rilievo dimensionale delle facciate di elevato
dettaglio offrendo la possibilità di
generare computi metrici estremamente
accurati per la definizione degli interventi
di ristrutturazione.
3DF Zephyr è un software che consente
di ricostruire modelli 3D partendo da
fotografie.
La procedura di ricostruzione è completamente
automatica e non necessita
di alcuna strumentazione in particolare.
Il software utilizza una tecnologia proprietaria
ed innovativa. 3DF Zephyr si
presenta con una interfaccia semplice
da utilizzare, e permette di esportare,
i modelli ottenuti, nei formati 3D più
comuni (obj, stl, ply). E’ inoltre possibile
creare dei filmati di presentazione di
tali modelli, senza l’utilizzo di software
esterni. 3DF Zephyr è lo strumento
perfetto per modellare la realtà.
Grazie al Sistema telescopico 3D EYE
e al software di elaborazione immagini
3DF Zephyr è possibile rilevare e riprogettare
qualsiasi tipo di facciata in formato
3D o 2D.
FORMAZIONE
Tramite i nostri tecnici specializzati
Microgeo offre al cliente una formazione
di tutte le sopracitate tecnologie al
fine di preparare il tecnico al meglio e
renderlo perfettamente autonomo nelle
sue attività di rilievo.
Chi è interessato può scrivere a info@
microgeo.it. Saranno riservati sconti per
chi è interessato al kit completo.
Fonte: Microgeo
www.eu.sokkia.com/it
36 GEOmedia n°4-2020
TELERILEVAMENTO
MERCATO
FORNITURA DATI CARTOGRAFICI AGLI
ENTI LOCALI
La Regione Emilia-Romagna ha predisposto un programma
straordinario di distribuzione agli Enti Locali
di una serie di prodotti cartografici digitali recentemente
acquisiti o realizzati, con lo scopo di migliorare ed
aggiornare le principali componenti della cartografia di
base regionale. I nuovi prodotti permetteranno un supporto
a diverse applicazioni e funzioni della Pubblica
Amministrazione quali le attività di analisi, pianificazione
e gestione del territorio, protezione civile, ambiente
ed agricoltura, e potranno favorire le attività di soggetti
che sul territorio operano, come imprese, tecnici, università,
cittadini. In particolare, nuovi dati e i prodotti
cartografici potranno essere di supporto alla redazione
dei nuovi strumenti di pianificazione urbanistica, previsti
dalla L.R. 24/2017.
Della fornitura, che sarà gratuita nelle modalità standard
previste, si occuperà l’Archivio Cartografico Regionale,
che invierà una specifica comunicazione ai referenti
degli Enti in tema di cartografia o sistemi informativi
territoriali, con tempistiche che daranno priorità alle
Amministrazioni che hanno siglato un protocollo di intesa
per attivare forme di collaborazione finalizzate alla
approvazione del Piano Urbanistico Generale (PUG) sottoscritto
tra Comune, Provincia o Città Metropolitana e
Regione ai sensi dell’art.77 della LR24/2017.
Si tratta di un “pacchetto consistente” di elementi, alcuni
forniti previa accettazione di sub-licenza, mentre altri
di realizzazione regionale, tutti con licenza “Open data”
secondo le linee guida regionali, che prevede:
1) Ortofoto 30 cm CGR © 2018 (sub-licenza).
2) Rappresentazione Edificato CGR © 2018 (sub-licenza).
3) Database Uso del Suolo 2017 (Licenza CC by).
4) Database Topografico Regionale nella versione attuale
(Licenza CC by).
5) Carte Tecniche Topografiche a grande e media scala
derivate dal DB Topografico (Licenza CC by).
6) Aggiornamento degli Argini e degli Alvei (Licenza
CC by).
Geoportale Emilia-Romagna
MONITORAGGIO 3D
GIS E WEBGIS
www.gter.it
info@gter.it
GNSS
FORMAZIONE
GEOmedia n°4-2020 37
RICERCA E INNOVAZIONE
MERCATO
IL NUOVO MAGAZINE
DEDICATO AI TEMI DELLA
SCIENCE OF WHERE,
CON UNO SGUARDO
A 360° SULLE AZIENDE
E I PROTAGONISTI DELLA
DIGITAL INNOVATION
®
www.esriitalia.it
®
38 GEOmedia n°4-2020
AEROFOTOTECA
MERCATO
L’AEROFOTOTECA
NAZIONALE
RACCONTA....
l’occhio Alleato sull’Istria
di Alessandra Dell’Anna,
Gaetano Benčić
Recenti ricerche negli archivi
dell’Aerofototeca Nazionale di
Roma (AFN) hanno permesso
di ritracciare immagini storiche
dell’Istria tra cui quelle del territorio
di Parenzo. In particolare
si tratta di fotografie aeree
appartenenti al blocco di materiale
fotografico, generalmente
noto come Fondo USAAF,
donato nel 1964 dall’American
Academy in Rome a AFN in
108 casse di legno, gli stessi
contenitori in cui erano conservate
durante il periodo di
guerra. Nelle scatole di cartone
originali sono conservate le
fotografie scattate nel corso
della Seconda Guerra Mondiale
(1943-1945) dalle squadriglie
alleate e distribuite subito dopo
la fine del conflitto agli Istituti
culturali dei paesi vittoriosi
presenti a Roma (Svenska
Institutet i Rom, British School
at Rome, American Academy
in Rome, Ecole Française de
Rome; Shepherd et al. 2012).
Da tempo si sta portando avanti
la sistemazione dei Fondi
dell’AFN, a partire da quello
denominato MAPRW 1 di cui
fa parte anche il c.d. fondo
USAAF. In questa occasione,
aprendo le scatole mai censite
fino ad oggi, si è notato
che queste contengono anche
fotografie aeree di paesi stranieri
come ad esempio Austria,
Bosnia-Erzegovina, Germania,
Croazia, Ungheria ecc.
Una di queste scatole, nello
specifico quella della missione
(sortie) SM467, conserva le
fotografie aeree scattate il 30
agosto 1944 alle ore 10:15
Fig. 1 - Foto prospettica della costa istriana a nord di Parenzo. In primo piano la baia di Busuja.
(foto R. Kosinožić).
sulle aree intorno a Parenzo,
Pola, fiume Raša, Sibenik,
Zara e Zemunik. L’area rilevata
comprende territori che
hanno avuto un ruolo importante
nel corso della storia
non limitato solo ai periodi
dei conflitti mondiali. In particolare
l’area di Parenzo è
oggetto di uno studio ormai
ventennale all’interno dei
progetti franco-croati Les villae
maritimes d’Istrie condotti
dalle istituzioni croate quali il
Museo del territorio Parentino
(Zavičajni Muzej Poreštine)
ed il Museo Archeologico d’Istria
(Arheološki Muzej Istre)
Fig. 2 - Baia di Busuja. 30.08.1944, foto aerea USAAF, sortie SM467, fotogramma 3003 (part.). a:
peschiera sommersa; b: Villa Mozaik; c: anomalia in un punto chiamato ancora oggi “Male Saline”-
“Piccole Saline”; d: traccia da umidità a conferma della sorgente d’acqua qui presente indicata
anche dal toponimo “Fontana”. ICCD-AFN, fondo MAPRW-AAR-USAAF.
1 Fondo M.A.P.R.W. (Mediterranean Allied Photo Reconnaissance Wing formato dal c.d. “Fondo
USAAF” ( United States Army Air Force) e c.d. “Fondo RAF”.
GEOmedia n°4-2020 39
AEROFOTOTECA
Fig. 3 a-b - Parenzo- La Porporella. a: 30.08.1944, foto aerea USAAF, sortie SM467, fotogramma 3006 (part.). b: la stessa evidenza archeologica nella
prospezione multibeam su ortofoto (Sirio d.o.o., Koper, 2019). Il cerchio rosso (= lettera a nella fig. prec.) segnala la traccia archeologica relativa alla
struttura sommersa della Porporella; la linea segmentata a-b indica uno dei cardines della città antica, preso come punto di riferimento per il sondaggio
sulla struttura sommersa. AFN- ICCD, fondo MAPRW- AAR- USAAF.
in collaborazione con il centro
di ricerca francese Centre
Camille Jullian, Aix Marseille
Université, CNRS (Fig. 1).
Partendo dal progetto di studio
del sito archeologico di Loron
(I sec. d.C.), importante centro
produttivo di olio e di anfore
oleari sulla costa adriatica
(Rousse, Tassaux 2012), iniziato
nel 1994, dal 2003 si stanno
conducendo ricerche sullo sviluppo
del litorale in epoca romana
attraverso lo studio delle
ville marittime e delle strutture
ad esse collegate. In particolare
quella di Santa Marina (a soli
400 m a nord di
Loron; Rousse et al. 2019),, la
peschiera di Busuja/Bussolo (a
4 km a sud da Loron ed oggi
completamente sommersa) e la
villa Mozaik/Mosaico, ad essa
collegata. Il progetto associa lo
scavo archeologico (terrestre
e subacqueo) alle ricognizioni
e ricerche paleoambientali
finalizzate a rintracciare le
risorse originali della zona per
comprenderne meglio il loro
Fig. 4 - Poreč/Parenzo. a, b: isolati del centro storico distrutti durante i bombardamenti alleati; c: lungomare che
ha modificato la linea urbana settentrionale; d: Baia di Peschiera, interramento davanti a Sant'Eleuterio (part. da
Republika Hrvatska, Državna geodetska uprava).
utilizzo in epoca antica e quindi
lo sfruttamento del territorio
stesso. I fotogrammi della
missione offrono un panorama
del paesaggio rurale intorno
alle baie di Červar/Cervera e
Busuja/Bussolo come si presentava
nella prima metà del
‘900. Paesaggio profondamente
modificato con l’edificazione
di una marina e di un complesso
residenziale negli anni
‘70 del Novecento nel porto
di Červar/Cervera. Mentre gli
ampi oliveti di Busuja/Porto
Bussolo sono stati sostituiti
da ad appezzamenti di terra di
minori dimensioni. Nel 1944
erano ancora ben visibili taluni
elementi del paesaggio storico
oggi scomparsi o poco leggibili.
Si riconoscono cave di pietra,
saline e fonti d’acqua. (Fig. 2)
Legate alla costa sono anche
le recenti ricerche avviate nel
2019 sulla colonia di Parentium
(Parenzo) e sulla sua portualità
ancora poco conosciuta. In
particolare è stato eseguito un
saggio sul sito sommerso della
“Porporella”, sulla riva nord
della città. La struttura è conosciuta
dalla metà del XVIII
sec. ma ne è stata rilevata la
40 GEOmedia n°4-2020
AEROFOTOTECA
pianta per la prima volta solo
nel 1934 (A. Degrassi, Inscr.
It. X, fasc. II- Parentium) (fig.
3). Oltre alla Porporella nelle
fotografie del fondo è ben
leggibile l’assetto urbano della
cittadina di Poreč/Parenzo,
che nella disposizione del
decumano principale e dei
cardi ha mantenuto nei secoli
l’impianto urbanistico della
colonia. I fotogrammi sono
notevoli perché scattati poco
prima dei bombardamenti che
rasero al suolo due interi isolati,
parzialmente corrispondenti
a due insule antiche (fig.
4, a,b). Il centro storico venne
gravemente danneggiato e le
insule non vennero mai più
ricostruite, oggi sono aree adibite
a parco.
Risulta inoltre utile confrontare
la linea di costa come
appare nei fotogrammi con
la situazione attuale, soprattutto
per rilevare le modifiche
che ha subito la baia nord di
Parenzo, chiamata Peschiera.
Questa baia trae il nome dalle
antiche peschiere all’interno
della proprietà dei vescovi
di Parenzo, citate in molti
documenti di età medievale
e moderna. La cittadella possedeva
una cinta muraria, oggi
leggibile nelle sue fase tardomedievale,
che a nord lambiva
il mare. Un lungomare costruito
pochi decenni addietro ha
modificato sensibilmente il
rapporto tra la linea urbana ed
il mare (fig. 4, c) , interrando
un tratto di costa davanti la
chiesa di Sant’Eleuterio e coprendo
una delle principali vie
d’entrata alla città fin dall’età
romana (fig. 4, d).
I fotogrammi della sortie
SM467 vanno dal n. 3001
al n. 3010 e dal n.4001 al
n.4006, cioè dall’insenatura
di Červar Porat/ Porto di
Cervara – insenatura di Santa
Marina- al territorio interno
a SE di Parenzo. Le due serie
dei fotogrammi procedono
in parallelo, poiché sono il
risultato degli scatti effettuati
dalle due macchine fotografiche
posizionate sul lato destro
e sul lato sinistro del velivolo
(starboard, la cui numerazione
inizia con 40.., 41.. e port, la
cui numerazione inizia con
30.., 31…). Questo metodo
serviva ad avere una copertura
fotografica completa dell’area
interessata grazie alla sovrapposizione
delle immagini che,
proprio per questa loro caratteristica,
potevano essere lette
in stereoscopia. Come sappiamo,
queste fotografie furono
scattate per finalità militari,
con una focale di 20 mm e
ad una quota di 28.000 piedi
(= 8534,4 m). Soprattutto
la quota rende tali fotografie
poco idonee all’individuazione
nel terreno, ed ancora di
più in acqua, di tracce legate
a resti archeologici ma permettono,
invece, una buona
lettura del territorio, con uno
sguardo ampio ed unitario
sulla sua organizzazione ed
il suo sviluppo. Nonostante
quindi la lettura di queste
fotografie aeree risulti poco
efficace per finalità archeologiche,
è comunque possibile
individuare i siti oggetto delle
ricerche portate avanti in questi
anni e la loro collocazione
sul territorio.
BIBLIOGRAFIA
Shepherd E.J., Palazzi D., Leone
G., Mavica M., La collezione
c.d. USAAF dell’Aerofototeca
Nazionale. Lavori in corso,
Archeologia Aerea. Studi di
Aerotopografia Archeologica, 6,
2012, pp. 13-32; Rousse C., Tassaux
F., Loron (Tar-Vabriga,
Croatie), Campagne de fouille
2011, in Chronique des activités
archéologiques de l’École française
de Rome, Balkans 2012 ;
Rousse C., Munda D., Benčić G.,
Maggi P., Dumas V., Loron/Santa
marina (Tar- Vabriga, Poreč, Croatie),
La villa de Santa Marina.
Campagne 2018, in Chronique
des activités archéologiques de
l’École française de Rome, Balkans
2019; https://ccj.cnrs.fr/
spip.php?article2333 (Les villae
maritimes de l’Istrie; https://
ccj.cnrs.fr/spip.php?article1102
L’Istrie et la mer : la côte du Parentin
dans l’Antiquité / dir. M.-
B. Carre, V. Kovacic, F. Tassaux.
- Bordeaux, Paris : Ausonius ; De
Boccard, 2011. - 1 vol. (304 p.)
(Mémoires - Ausonius).
ABSTRACT
The recent discovery of aerial
photographs of the Istrian territory
and coast among the WWII
USAAF imagery preserved in the
Aerofototeca Nazionale archives
adds important information to
the already rich history of this
area. The aerial view captured in
August 1944, shortly before the
heaviest bombing in October
1944, provides useful information
for the historical reconstruction
of the ancient colony of
Parentium.
PAROLE CHIAVE
fotografia aerea; afn; usaaf;
archeologia subacquea;
Parenzo; ville marittime
AUTORE
Alessandra Dell’Anna
ic-cd.aerofototeca@beniculturali.it
Gaetano Benčić, Museo del
Territorio Parentino
gaetano.bencic@muzejporec.hr
GEOmedia n°4-2020 41
TERRA E SPAZIO
Fig. 1 - Il lancio VV16 di Vega, il 3 settembre 2020
Il 3 settembre 2020, con un
lancio perfettamente riuscito
(denominato VV16) dalla
base europea di Kourou, nella
Guyana francese, il lanciatore
Vega, sviluppato dall’Agenzia
Spaziale Europea (ESA), ma
con tecnologia quasi tutta italiana
(è costruito dalla ditta
Avio), è tornato alla ribalta,
completamente operativo (figura
1).
Si tratta di una doppia rivincita:
dopo il fallimento del volo
precedente, il VV15, del 10
luglio 2019, e la correzione di
alcuni problemi tecnici, si era
pianificato un lancio per marzo
2020, ma una serie di ritardi,
dovuti in gran parte alla pandemia
ed in parte alle avverse
Fig. 2 – Modello di dispenser SSMS.
La rivincita di
Vega, il lanciatore
“smart”, araldo
della “New Space
Economy”
di Marco Lisi
condizioni atmosferiche, ne
hanno spostato la data di vari
mesi. Ma l’ultimo lancio, oltre
a segnare il ritorno di Vega alla
piena operatività, apre anche
nuove prospettive commerciali
all’industria spaziale europea.
Ma procediamo con ordine.
Vega, il cui nome è l’acronimo
di Vettore Europeo di
Generazione Avanzata, è un
lanciatore finanziato dall’Agenzia
Spaziale Europea e dall’Agenzia
Spaziale Italiana, progettato
e quasi interamente realizzato
dall’azienda italiana Avio
(già BPD Difesa e Spazio) di
Colleferro (provincia di Roma).
Un lanciatore veramente “made
in Italy”, quindi.
Vega è un vettore alto quasi
30 metri, costruito quasi interamente
in fibra di carbonio e
composto di quattro stadi, dei
quali i primi tre sono a combustibile
solido (P80, Zefiro 23 e
Zefiro 9) ed il quarto, AVUM,
a propellente liquido, dedicato
alle manovre orbitali per l’immissione
finale dei satelliti in
orbita.
Vega è stato concepito per un
ben preciso scopo: quello di
portare in orbita, in modo flessibile
ed a basso costo, satelliti
di medie/piccole dimensioni
(fra i 300 ed i 1500 chilogrammi)
in orbite basse (LEO, per
“Low Earth Orbit”), tipicamente
polari ed eliosincrone.
Il primo lancio di Vega, VV01,
è avvenuto nel 2012 ed è stato
seguito da una serie di lanci
regolari, mettendo in orbita anche
satelliti commerciali.
Nel marzo 2019 (lancio
VV14), Vega ha messo in
orbita la missione PRISMA
dell'Agenzia Spaziale Italiana,
il primo satellite sviluppato in
Europa per l'osservazione iperspettrale
(duecento frequenze
nell’ultravioletto, visibile ed infrarosso)
della Terra: un doppio
successo per lo Spazio italiano.
La missione VV15 dell’11 luglio
2019 è stato il primo fallimento
del lanciatore Vega ed
ha segnato una battuta di arresto,
peraltro solo temporanea.
Vega avrebbe dovuto mettere
in orbita un satellite militare,
Falcon Eye 1, degli Emirati
Arabi. Identificate le cause tecniche
del malfunzionamento,
a seguito di una severa investigazione,
Vega era pronto già a
marzo 2020 a riprendere la sua
attività, se non fosse stato per
la pandemia e per le condizioni
metereologiche ripetutamente
sfavorevoli.
Il lancio di settembre 2020
segna un salto di qualità nell’utilizzo
di Vega: il lanciatore ha
infatti messo in orbita ben 53
piccoli satelliti, attraverso lo
speciale ed innovativo “dispenser”
SSMS (“Small Spacecraft
Mission Service”), divenendo
così una sorta di taxi o “Uber”
spaziale e proiettando l’Europa
nel pieno della “New
Space Economy” (figure 2 e
3). Incidentalmente, anche lo
SSMS, “bagagliaio” spaziale
che rilascia in sequenza i piccoli
satelliti in esso stipati, è stato
realizzato, in collaborazione
con Avio, da una piccolamedia
azienda italiana, la SAB
Aerospace Srl di Benevento.
I piccoli e piccolissimi satelliti
sono considerati da molti come
42 GEOmedia n°4-2020
TERRA E SPAZIO
il futuro del business spaziale,
sia per le loro potenzialità commerciali
che per la loro capacità
di “democratizzare” lo Spazio,
aprendone le possibilità a paesi
in via di sviluppo, piccole imprese,
università ed istituti di
ricerca scientifica e tecnologica.
In base alla loro massa ed alle
loro dimensioni, si parla di
microsatelliti (fra i 10 e i 100
chilogrammi), di nanosatelliti
(1-10 chilogrammi), di picosatelliti
(0,1-1 chilogrammi) e,
recentemente, anche di femtosatelliti,
con massa inferiore
ai 100 grammi (il peso di un
panino al prosciutto!).
Ai picosatelliti (ed in parte ai
nanosatelliti) appartengono i
ben noti Cubesat (figure 4 e 5).
Il concetto di Cubesat è nato
come uno standard, riferito ad
una ben precisa configurazione
(1U): un satellite realizzato in
forma di cubo di 10 centimetri
di lato e con massa approssimativa
di 1 chilogrammo. In seguito
il concetto è stato esteso a
satelliti di maggiori dimensioni
e massa (per esempio: 2U, 3U
e così via), ma sempre basati su
multipli del modulo base 1U.
È incredibile il numero di
Fig. 3 – Il “dispenser” SSMS sul quarto stadio di Vega.
interessanti applicazioni che
l’ingegnosità dei progettisti e la
miniaturizzazione dei componenti
elettronici permettono di
ottenere con satelliti di tanto
ridotte dimensioni. Inoltre,
si è creato intorno ai Cubesat
un intero mercato di fornitori
di moduli integrati, simili ai
blocchi del Lego, che rendono
ancora più accessibile la costruzione
di un satellite a, per
esempio, un gruppo di ricerca
universitario.
Rimane tuttavia aperto il problema
di come porre il proprio
piccolo satellite in orbita. Qui
entra in gioco Vega ed il suo
approccio innovativo. Durante
l’ultima missione il lanciatore
ha portato in orbita 53 satelliti
in totale, dei quali sette
micro-satelliti e 46 di classe
Cubesat (con masse da 1 a 400
Fig. 4 - La configurazione Cubesat “base” (1U).
Fig. 5 - Modularità dello standard Cubesat.
GEOmedia n°4-2020 43
TERRA E SPAZIO
Fig. 6 - Il micro-laboratorio spaziale Dido-3 (10 x 10 x 30
centimetri, al lancio).
chilogrammi, provenienti da
21 clienti di 13 Paesi (otto
europei) e destinati ad applicazioni
e servizi molto variegati:
telecomunicazioni, educazione,
scienza, tecnologia ed osservazione
della Terra.
Questa dimostrata flessibilità
nell’accomodare satelliti di
masse e dimensioni diverse è
merito in gran parte del già
citato dispenser SSMS, con la
sua struttura modulare e molto
leggera (è costruito in fibra di
carbonio).
L’Italia spaziale ha avuto un
ruolo rilevante anche nell’ambito
delle missioni imbarcate.
Particolarmente interessante il
mini-satellite Dido-3 (figura
6), un Cubesat 3U, contenente
un laboratorio per esperimenti
biologici in condizioni di
microgravità, risultato di una
cooperazione internazionale
fra Italia (Agenzia Spaziale
Italiana, ASI) ed Israele
(Agenzia Spaziale Israeliana,
ISA). Dido-3 ha portato in
orbita quattro esperimenti biologici
di università italiane: la
“Federico II” di Napoli, l’università
“Roma Tre”, l’università
di Bologna e l’università di
Roma “Tor Vergata”.
Innovazione nell’innovazione:
il dispenser SSMS ha rilasciato
nello spazio un “subdispenser”,
ION (“In Orbit
Now) dell’azienda italiana
D-Orbit di Como. Questo
dispenser modulare, espressamente
sviluppato per i Cubesat
(tanto da essere anche definito
“Cubesat Carrier”), permette,
una volta ospitato dal dispenser
“padre” SSMS, un’ancor
maggiore flessibilità nel rilascio
dei micro e pico satelliti su orbite
diverse (figura 7).
L’ultima missione di Vega,
oltre a promuovere nuove e
promettenti prospettive all’industria
ed alla ricerca spaziali,
ha anche importanti ricadute
sull’indotto industriale italiano
che opera nel mercato spaziale
italiano ed internazionale. Vale
la pena citare, ad esempio,
la giovane, ma molto attiva,
azienda Leaf Space di Lomazzo
(CO), che ha sviluppato un
servizio di supporto alle missioni
Cubesat basato su un network
internazionale di stazioni
di terra, operanti a varie bande
di frequenza (VHF, UHF, banda
S e banda X).
Il futuro di Vega prevede lo
sviluppo di un nuovo modello,
il Vega C (C sta per “consolidation”),
che estenderà la
capacità di lancio fino a 2300
chilogrammi di carico utile,
rendendo ancora più flessibile
e commercialmente appetibile
questo lanciatore. Il volo prototipale
del Vega C è previsto
nel 2021.
PAROLE CHIAVE
Vega; Cubesat; ESA; ASI; Avio; satelliti;
microsatelliti; nanosatelliti; picosatelliti;
femtosatelliti; D-Orbit; Leaf Space;
ION; SSMS; New Space Economy
ABSTRACT
On September 3, 2020, with a perfectly
successful launch (called
VV16) from European base in Kourou,
in French Guyana, the pitcher
Vega, developed by the European
Space Agency (ESA), but with almost
all Italian technology, is back fully
operational.
AUTORE
Dott. ing. Marco Lisi
ingmarcolisi@gmail.com
Independent Consultant
Aerospace & Defense
Fig. 7 - ION (“In Orbit Now”), il “Cubesat Carrier” della D-Orbit.
44 GEOmedia n°4-2020
TERRA E SPAZIO
X-PAD Ultimate
Tutto in un unico software
X-PAD Ultimate è un software modulare, facile da
usare per lavori topografici e del cantiere, come rilievi,
tracciamenti, catasto, controlli BIM, strade, mappe,
batimetria e GIS.
Il software è disponibile sulla piattaforma Android e
porta le migliori tecnologie direttamente in campo
nella tua mano: una completa visualizzazione 3D ed
un sistema CAD per visualizzare e modificare i disegni,
integrazione dei tuoi dati con tutte le tipologie di
mappe, supporti per la realtà aumentata e molto altro.
XPad Ultimate ti assicura la produttività e ti permette di
avere una perfetta integrazione con tutti gli strumenti.
Disponibile in due versioni, una dedicata a chi lavora nel
campo della topografia ed una dedicata alle imprese di
costruzioni, offrendo ad entrambi delle caratteristiche
dedicate.
geomax-positioning.it
©2018 Hexagon AB and/or its subsidiaries
and affiliates. All rights reserved.
Per trovare un distributore nella vostra zona, visitate il nostro sito web: geomax-positioning.it
GEOmedia n°4-2020 45
AGENDA
1 – 3 Dicembre 2020
Amsterdam ( The
Netherlands)
Commercial UAV Expo
Europe 2020
www.geoforall.it/kfr6f
26 – 28 Aprile 2021
ARQUEOLÓGICA 2.0 &
GEORES
Valencia (Spain)
www.geoforall.it/kfcxf
5 – 7 Maggio 2021
DRONITALY - Working
with Drones
Bologna (Italy)
www.geoforall.it/kfy44
19 – Maggio 2021
GEO Business 2020
London (UK)
www.geoforall.it/kf4yh
19 – 23 Luglio 2021
30th International
Cartographic Conference
Firenze (Italy)
www.geoforall.it/kfurw
27 – 30 Settembre
GIScience 2021
2021 Poznan (Poland)
www.geoforall.it/kfrkk
Dal 1986 Teorema
lavora a fianco dei professionisti
per fornire la tecnologia topografica
più avanzata,
la migliore formazione tecnica
ed una accurata assistenza post-vendita.
LEICA GS18I
IL NUOVO ROVER GNSS RTK
INNOVATIVO E VERSATILE
CON TECNOLOGIA
VISUAL POSITIONING
per maggiori
informazioni
Progettato per i professionisti del rilievo, al fine di misurare punti che prima non potevano
essere misurati, in modo rapido e preciso con un sistema GNSS RTK.
Adesso, è possibile acquisire rapidamente immagini dal sito e misurare punti direttamente
in campo od in ufficio utilizzando le immagini.
La fusione dei sensori GNSS e IMU in combinazione con una fotocamera, creano
la tecnologia Visual Positioning, dando vita ad un rover GNSS RTK così potente e
versatile, che vi consentirà di misurare tutto quello che vedete.
Contattaci, scoprirai molto di più!
Via A. Romilli, 20/8 20139 Milano • Tel. 02 5398739 • teorema@geomatica.it
www.geomatica.it • www.disto.it • www.termocamere.com
MULTI COSTELLAZIONE
TECNOLOGIA IMU
MISURE FINO A 60°
RADIO DOPPIA FREQUENZA
RADIO 2-5W
BLUETOOTH | WI-FI | 4G
DISPLAY TOUCH A COLORI
S990A & S980
La Terza Generazione di Ricevitori GNSS
Dove siamo Chiamaci Contaaaci
Seguici sui Social
Viale dell’Industria 53
20037, Paderno Dugnano (MI)
Tel. +39 02 78619201
www.stonex.it
info@stonex.it - italia@stonex.it