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La Toscana nuova - Febbraio 2021

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Il Centro Heydar Aliev di Baku in Azerbaigian

to ben due volte nel 2010 e nel 2011), e inizia a ricevere commissioni

in varie parti del mondo. Anche il suo studio cresce,

passando dai 267 dipendenti nel 2013 ai 400 nel 2016. L’Italia

vanta la presenza di alcune opere importanti appartenenti al secondo

periodo della sua attività, con uno stile più consapevole

e maturo che sostituisce le linee spigolose con avvolgenti superfici

curvilinee. Zaha Hadid traspone le funzioni matematiche

nella tridimensionalità dell’architettura, richiamando così l’ordine

della natura: sinusoidi, iperboloidi, frattali fanno dialogare

le strutture costruite con quelle delle conchiglie, delle piante e

di altre forme naturali. L’architettura è per lei una forma infinita

che percorre lo spazio esterno ed interno connettendoli entrambi

attraverso i flussi dei visitatori. Questi ultimi vengono

invitati a fruire lo spazio interno attraverso percorsi che li avvolgono

e che vedono i volumi intorno a loro trasformarsi, come

accade nel progetto del Centro Heydar Aliev di Baku in Azerbaigian.

Gli stessi principi ricorrono in una delle sue ultime opere,

Due foto dell'interno del negozio di scarpe Stuart Weitzman in via dei Condotti a Roma (ph. Margherita Blonska Ciardi)

il MAXXI di Roma, museo concepito come un percorso/ponte

coperto che si affaccia con le sue vetrate sulla città. Gli spazi

espositivi interni sono aperti e collegati tra loro da rampe che

ricordano vagamente il Gungenheim di New York dell’architetto

decostruttivista americano Frank Ghery. Sempre a Roma possiamo

ammirare un altro gioiello di Zaha Hadid: il negozio di

scarpe Stuart Weitzman in via dei Condotti. Passeggiando lungo

questa strada, dove sono ubicate le boutique dei più grandi

marchi della moda, è impossibile non essere colpiti dall’insolita

vetrina del negozio e dallo sviluppo curvilineo dello spazio

interno. L’uso del polistirolo armato e rivestito in cemento consente

di ottenere la curvatura delle pareti e del controsoffitto,

dove sono incassati punti luce che ricordano grandi lucernari

naturali. All’interno, ogni particolare porta la firma inconfondibile

di Zaha Hadid: gli espositori modulari per le scarpe e le

sedute per i clienti in fibra di vetro hanno le stesse curvature

delle pareti e la fluidità di uno spazio che sembra non avere né

inizio né fine. Un luogo che richiama

la bellezza ispirata alle funzioni matematiche

oppure alle grotte scavate

dall’acqua. Le architetture di Zaha Hadid

permettono al pubblico di provare

sensazioni che solo la bellezza dello

spazio concepito come un’opera d’arte

tridimensionale può dare. Queste forme,

per metà matematiche e per metà

riferite alla natura, ci portano alla scoperta

di uno spazio concepito come

infinito, fluido e in movimento, facendoci

vivere emozioni profonde che ci

conducono – come ricorda la frase

di Zaha Hadid “more than meets the

eye” divenuta slogan del MAXXI – oltre

ciò che il nostro sguardo è in grado

di catturare.

ZAHA HADID

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