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Il Centro Heydar Aliev di Baku in Azerbaigian
to ben due volte nel 2010 e nel 2011), e inizia a ricevere commissioni
in varie parti del mondo. Anche il suo studio cresce,
passando dai 267 dipendenti nel 2013 ai 400 nel 2016. L’Italia
vanta la presenza di alcune opere importanti appartenenti al secondo
periodo della sua attività, con uno stile più consapevole
e maturo che sostituisce le linee spigolose con avvolgenti superfici
curvilinee. Zaha Hadid traspone le funzioni matematiche
nella tridimensionalità dell’architettura, richiamando così l’ordine
della natura: sinusoidi, iperboloidi, frattali fanno dialogare
le strutture costruite con quelle delle conchiglie, delle piante e
di altre forme naturali. L’architettura è per lei una forma infinita
che percorre lo spazio esterno ed interno connettendoli entrambi
attraverso i flussi dei visitatori. Questi ultimi vengono
invitati a fruire lo spazio interno attraverso percorsi che li avvolgono
e che vedono i volumi intorno a loro trasformarsi, come
accade nel progetto del Centro Heydar Aliev di Baku in Azerbaigian.
Gli stessi principi ricorrono in una delle sue ultime opere,
Due foto dell'interno del negozio di scarpe Stuart Weitzman in via dei Condotti a Roma (ph. Margherita Blonska Ciardi)
il MAXXI di Roma, museo concepito come un percorso/ponte
coperto che si affaccia con le sue vetrate sulla città. Gli spazi
espositivi interni sono aperti e collegati tra loro da rampe che
ricordano vagamente il Gungenheim di New York dell’architetto
decostruttivista americano Frank Ghery. Sempre a Roma possiamo
ammirare un altro gioiello di Zaha Hadid: il negozio di
scarpe Stuart Weitzman in via dei Condotti. Passeggiando lungo
questa strada, dove sono ubicate le boutique dei più grandi
marchi della moda, è impossibile non essere colpiti dall’insolita
vetrina del negozio e dallo sviluppo curvilineo dello spazio
interno. L’uso del polistirolo armato e rivestito in cemento consente
di ottenere la curvatura delle pareti e del controsoffitto,
dove sono incassati punti luce che ricordano grandi lucernari
naturali. All’interno, ogni particolare porta la firma inconfondibile
di Zaha Hadid: gli espositori modulari per le scarpe e le
sedute per i clienti in fibra di vetro hanno le stesse curvature
delle pareti e la fluidità di uno spazio che sembra non avere né
inizio né fine. Un luogo che richiama
la bellezza ispirata alle funzioni matematiche
oppure alle grotte scavate
dall’acqua. Le architetture di Zaha Hadid
permettono al pubblico di provare
sensazioni che solo la bellezza dello
spazio concepito come un’opera d’arte
tridimensionale può dare. Queste forme,
per metà matematiche e per metà
riferite alla natura, ci portano alla scoperta
di uno spazio concepito come
infinito, fluido e in movimento, facendoci
vivere emozioni profonde che ci
conducono – come ricorda la frase
di Zaha Hadid “more than meets the
eye” divenuta slogan del MAXXI – oltre
ciò che il nostro sguardo è in grado
di catturare.
ZAHA HADID
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