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Archeomatica_2_2021

Tecnologie per i Beni Culturali

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lezione di informazioni a media scala sono il K9 ed il fieldwalking.<br />

I cani, comunemente conosciuti come K9 dai professionisti<br />

delle forze dell’ordine a causa dell’omofonia con la parola<br />

“canino”, hanno giocato un ruolo importante nelle indagini<br />

legali per decenni grazie al loro acuto senso dell’olfatto. Il<br />

naso di un essere umano medio ha all’incirca cinque milioni<br />

di cellule sensibili, che sembra essere un gran numero<br />

fino a quando non si confronta con i 200 milioni di cellule<br />

del naso di un cane medio. I “cani da cadavere” sono<br />

appositamente addestrati a seguire l’odore della carne in<br />

decomposizione per localizzare i corpi di esseri umani deceduti.<br />

Che un cadavere sia in superficie, sepolto sottoterra<br />

o addirittura sott’acqua, il naso di un cane è abbastanza<br />

potente da captare l’odore e risalire alla sua fonte.<br />

Insieme ai cani, come accennato in precedenza, anche il<br />

field-walking è fondamentale per restringere l’area indagata.<br />

Il field-walking o indagine pedonale è una tecnica<br />

adottata nel contesto forense dall’archeologia e ancor prima<br />

dai militari. Fondamentalmente, una squadra di investigatori<br />

cammina attraverso i campi aperti della loro area<br />

di studio registrando tutte le prove superficiali incontrate.<br />

Tuttavia, ci sono alcune variabili importanti in questo metodo.<br />

La prima riguarda il dettaglio con cui viene documentata<br />

la mappatura di superficie; più intensa è, meno<br />

terreno viene coperto. Un’indagine intensiva studia, quindi,<br />

un’area relativamente piccola in modo molto dettagliato,<br />

mentre un’indagine estensiva copre un’area enorme,<br />

usando metodi molto meno meticolosi.<br />

LA SCENA DEL CRIMINE ALLA MICROSCALA<br />

Arrivati a questo livello di indagine della scena del crimine,<br />

individuata una zona minima di interesse dove focalizzarsi,<br />

il primo coinvolgimento di un archeologo forense è<br />

quello di aiutare la polizia a scavare in maniera scientifica<br />

un corpo e/o gli oggetti personali di una o più vittime. A<br />

livello di microscala, infatti, l’archeologo forense inizia a<br />

scavare usando gli strumenti e le competenze necessarie<br />

per uno scavo stratigrafico. Lo scavo deve essere condotto<br />

meticolosamente e non arbitrariamente (cioè, arrivando<br />

direttamente all’obiettivo sepolto usando bulldozer o<br />

attrezzature simili) utilizzando gli strumenti appropriati.<br />

L’archeologo deve registrare e conservare tutto ciò che<br />

viene trovato in ogni fase e profondità (per esempio, fibre<br />

artificiali, capelli, vestiti o DNA) perché può essere una<br />

prova vitale. Bisogna ricordare come l’archeologo forense<br />

sia coinvolto non solo nello scavo di cadaveri od oggetti<br />

occultati, ma anche di fosse comuni create durante crimini<br />

di guerra o a seguito di esplosioni, incidenti aerei e<br />

atti di terrorismo (si pensi per esempio al crollo delle Torri<br />

Gemelle a New York dove gli archeologi forensi sono stati<br />

fondamentali).<br />

Lo scavo stratigrafico (o meglio micro-stratigrafico, in<br />

quanto, in ambito forense, si parla di micro-strati per via<br />

del loro breve tempo di formazione) e l’esame di ogni prova<br />

trovata nel terreno rimosso è un esempio di cronologia<br />

relativa, dove, per esempio, un elemento sepolto con una<br />

data (per esempio, una bottiglia di latte o una ricevuta)<br />

sopra o sotto il target forense può fornire informazioni sul<br />

tempo della sepoltura. Inoltre, le prove degli archeologi<br />

forensi riguardanti il modo in cui i materiali si degradano<br />

o si decompongono nel tempo e in condizioni specifiche<br />

possono essere importanti perché possono aiutare a determinare,<br />

ad esempio, da quanto tempo un corpo è stato<br />

sepolto dallo stato dei vestiti o del terreno circostante o<br />

da quanto tempo eventuali oggetti sono stati sepolti.<br />

Ed è qui che è fondamentale la tafonomia. La tafonomia<br />

deriva dalla parola greca taphos (τάφος) che significa tomba,<br />

ma è stata più comunemente accettata come lo studio<br />

di un organismo dal momento della sua morte al punto della<br />

sua scoperta. Un'area di ricerca sfaccettata che incorpora<br />

la decomposizione, la sepoltura, i trasporti e i fattori<br />

chimici, fisici e biologici che la accompagnano, valutando<br />

tutti i processi peri- e post-mortem, compresi il recupero,<br />

la conservazione e le fasi di analisi. Esaminando tutti gli<br />

aspetti di queste fasi, si può ottenere una migliore comprensione<br />

della portata dell’analisi tafonomica in ambito<br />

forense (Fig. 2).<br />

CONSIDERAZIONI FINALI<br />

È sempre auspicabile che si verifichino strette collaborazioni<br />

interdisciplinari sulla scena del crimine tra le diverse<br />

discipline forensi. Per questo motivo, se l'analisi archeologica<br />

di una scena del crimine richiede un esame più specializzato,<br />

vale la pena comunicare con gli esperti delle<br />

altre geoscienze forensi durante tali procedure. Alcune<br />

delle più rilevanti sono geologia, antropologia, entomologia,<br />

botanica, biologia, chimica e genetica. Per fare questo<br />

è necessario che l’archeologo forense agisca seguendo<br />

determinate regole.<br />

Come illustrato nella figura 3, un’analisi della scena del<br />

crimine da parte di un archeologo forense può diventare<br />

un collo di bottiglia in cui è facile perdere informazioni<br />

o può essere una risorsa fondamentale<br />

utilizzata per risolvere un caso. Le informazioni<br />

prima/durante/dopo lo scavo devono essere documentate<br />

correttamente per evitare la perdita<br />

graduale di informazioni, in parte naturale e in<br />

parte artificiale. Tuttavia, se l’esperto coinvolto<br />

non rielabora correttamente tali informazioni,<br />

una mente interpretativa non sarà sufficiente per<br />

risolvere il caso. Quest’ultimo aspetto non è da<br />

sottovalutare in quanto non di rado gli archeologi<br />

forensi possono dover testimoniare in tribunale<br />

come esperti e devono essere in grado di comunicare<br />

questioni complesse ad un pubblico che ignora<br />

i rudimenti di questa poliedrica, variegata e<br />

complessa metodica.<br />

Fig. 3 - Schema di analisi della scena del crimine in archeologia forense.<br />

24 ArcheomaticA N°2 giugno <strong>2021</strong>

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