NELLE VALLI BOLOGNESI N° 52 - INVERNO 2021/2022
Il trimestrale su natura, cultura e tradizioni tra la montagna e la bassa bologese
Il trimestrale su natura, cultura e tradizioni tra la montagna e la bassa bologese
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
La MARTORA<br />
Le foto di Vivarelli sono le uniche che ritraggono questo mustelide<br />
che non siano state realizzate da fototrappole<br />
ma al contrario habitat da tutelare<br />
gelosamente.<br />
I due rapaci che si sono insediati nella<br />
nostra regione negli ultimi venticinque<br />
anni, vi sono giunti spontaneamente<br />
dall’Europa orientale (il falco cuculo)<br />
e dall’Italia meridionale (il grillaio) e<br />
ciò è accaduto anche grazie al fatto<br />
che, come per il gatto selvatico e per la<br />
martora, sono cessate le persecuzioni<br />
cui un tempo erano sottoposti tutti i<br />
predatori, sia alati che a quattro zampe.<br />
Considerazione analoga può essere<br />
fatta infine per il corvo imperiale,<br />
uccello che sarebbe stato, non troppi<br />
anni addietro, oggetto di “attenzioni”<br />
non certo benevole da parte di molti<br />
cacciatori.<br />
Per concludere, l’esistenza di aree di<br />
grande valore naturalistico, spesso<br />
tutelate da Parchi Nazionali, Parchi<br />
Regionali o riserve di vario genere,<br />
e la diminuita pressione venatoria<br />
sono i fattori che hanno permesso alle<br />
Airone bianco maggiore<br />
specie citate in questa pubblicazione<br />
di stabilirsi o ristabilirsi in Emilia-<br />
Romagna, contribuendo ad arricchirne<br />
la biodiversità.<br />
Queste considerazioni ottimistiche non<br />
intendono sottacere gli aspetti negativi<br />
indubbiamente presenti nella gestione<br />
del territorio della regione, come la<br />
progressiva cementificazione di estese<br />
aree di pianura, o i problemi legati alla<br />
tutela di alcune zone umide. Per una<br />
serie di specie nuove, ve ne sono altre<br />
che si sono estinte (come la lontra)<br />
o che rischiano fortemente (come il<br />
fratino).<br />
Si è voluto parlare delle specie che si<br />
sono aggiunte nell’ultimo trentennio<br />
alla “check list” della fauna emilianoromagnola<br />
per provare a dimostrare che<br />
se si garantisce un habitat accettabile<br />
e il dovuto rispetto la fauna selvatica<br />
ha una capacità di adattamento e<br />
di ricupero sorprendente e spesso<br />
insperato.<br />
Picchio nero<br />
La martora (Martes martes) è un<br />
mammifero di dimensioni mediopiccole<br />
(lunghezza 50 cm, più una<br />
coda di 19-24 cm; peso fino a 2200<br />
g) che appartiene all’Ordine dei<br />
carnivori e alla Famiglia dei mustelidi.<br />
Ad un primo esame risulta simile<br />
alla faina, dalla quale si differenzia<br />
per una serie di caratteristiche<br />
morfologiche non facilmente<br />
apprezzabili: la più evidente delle<br />
quali è la “macchia golare” che è<br />
gialla o giallo-arancio nella martora,<br />
mentre è bianca e molto più grande<br />
nella faina. È un animale tipicamente<br />
forestale. Predilige i boschi maturi<br />
d’alto fusto, ma si trova pure nei<br />
cedui e nella macchia mediterranea;<br />
l’importante è che si tratti di aree<br />
piuttosto estese e poco o nulla<br />
disturbate dall’uomo. Ogni individuo<br />
ha bisogno di un territorio di<br />
dimensioni ragguardevoli (fino a 500<br />
ettari) e questa condizione si può<br />
avere, in linea di massima, solo in<br />
habitat forestali non eccessivamente<br />
frammentati. Si ciba soprattutto di<br />
piccoli mammiferi (come arvicole,<br />
topi selvatici o scoiattoli), in alcuni<br />
periodi dell’anno (estate e autunno)<br />
anche i frutti spontanei del bosco<br />
rappresentano un’importante risorsa<br />
alimentare, arrivando addirittura,<br />
in ambienti insulari, a costituire il<br />
40% del volume totale della dieta.<br />
Quando non è impegnata nella<br />
caccia, la Nostra trascorre le ore<br />
di inattività in rifugi naturali, posti<br />
generalmente su albero, nelle cavità<br />
del tronco. Ed è proprio in queste<br />
cavità che la femmina, in marzoaprile,<br />
dà alla luce due o tre piccoli<br />
(raramente quattro). Si tratta di un<br />
animale elusivo e sfuggente, la cui<br />
presenza, anche se spesso ipotizzata,<br />
era considerata dubbia in molte parti<br />
del territorio nazionale, compresa<br />
l’Emilia-Romagna.<br />
Le davvero magnifiche fotografie di<br />
Vivarelli (le uniche ad oggi che non<br />
provengono da trappole fotografiche)<br />
rivestono quindi grande importanza<br />
dal momento che testimoniano<br />
l’esistenza di questo mustelide anche<br />
nella nostra provincia, provincia<br />
che possiede piccoli e grandi tesori<br />
naturalistici, come la presenza della<br />
martora dimostra.<br />
47