NELLE VALLI BOLOGNESI N° 52 - INVERNO 2021/2022
Il trimestrale su natura, cultura e tradizioni tra la montagna e la bassa bologese
Il trimestrale su natura, cultura e tradizioni tra la montagna e la bassa bologese
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Gli alberi<br />
Testo di Claudia Filipello - www.naturopatiabologna.it<br />
Sorbo<br />
aveva già sospettato e che viene confermata dalla scienza. Su<br />
ogni singola punta delle radici, conosciuta con il nome di<br />
apice radicale, è presente un gruppo di cellule che comunica<br />
usando neurotrasmettitori, proprio come i nostri neuroni.<br />
Queste cellule elaborano e rispondono alle informazioni che<br />
arrivano dall’esterno verso tutta la pianta. Ciascun apice è<br />
autonomo, ma può anche coordinarsi con gli altri: un vero e<br />
proprio cervello il cui funzionamento a rete ricorda quello di<br />
internet, che permette oltre che comunicare anche di avere<br />
una memoria e una sorta di autocoscienza. Negli “apici”<br />
sono presenti sostanze biochimiche a trasmissione sinaptica<br />
(che si conosceva solo specifica del cervello) come per<br />
esempio: glutammato, sinaptotagmina, gaba, acetilcolina<br />
che mettono in evidenza un’attività neuronale, come nel<br />
cervello. Lo stesso ruolo del più importante ormone vegetale<br />
finora conosciuto, l’auxina, è stato ridefinito; infatti si è<br />
scoperto che permette alla pianta di accrescersi e di emettere<br />
nuove radici. L’auxina è un neurotrasmettitore specifico dei<br />
vegetali, molto simile alla nostra melatonina e serotonina.<br />
EVOLVONO E SI DIFENDONO<br />
Le piante e gli alberi sono organismi intelligenti poiché<br />
mostrano un determinato comportamento in caso di difficoltà.<br />
Essi infatti, agiscono con lo stesso sistema degli animali e<br />
degli umani “per prova ed errore”: davanti a un problema<br />
procedono per tentativi fino a trovare la soluzione ottimale<br />
di cui poi, si ricordano quando si presenta una situazione<br />
simile. Se per esempio manca acqua, aumentano lo spessore<br />
dell’epidermide, chiudendo le aperture, gli stomi, evitando<br />
così la traspirazione; inoltre, possono agire riducendo il<br />
numero di foglie o aumentando quello delle radici per<br />
esplorare zone vicine. Questi meccanismi non sono stimoli<br />
puramente meccanici ma il risultato di un comportamento<br />
intelligente poiché, se le radici dovessero solo trovare acqua,<br />
ciò potrebbe essere automatico; ma devono anche cercare<br />
ossigeno, nutrienti minerali, crescere secondo il senso della<br />
gravità al fine di evitare attacchi per il proseguimento della<br />
vita. Le piante sono in grado di valutare le comunicazioni<br />
chimiche che si scambiano attraverso l’aria e la terra e che<br />
rappresentano messaggi veri e propri sullo stato di salute<br />
o sulla presenza di parassiti. Quando sono attaccate da<br />
patogeni, comunicano alle simili della stessa specie con<br />
gas e sostanze volatili che c’è un pericolo, invitandole ad<br />
aumentare le difese immunitarie. I vegetali dimostrano così,<br />
di essere anche elementi sociali ma non necessariamente<br />
socievoli. Spesso mostrano infatti, un comportamento di<br />
difesa della propria territorialità: le piante inviano segnali<br />
del tipo “qui ci sono io”, emettendo sostanze disciolte nel<br />
terreno. Le radici intercettano le comunicazioni, capiscono<br />
se hanno vicino una pianta della stessa specie, in tal caso<br />
la reazione è blanda, oppure se è un’avversaria, diventano<br />
aggressive fino a lanciare sostanze velenose. L’apice inoltre,<br />
decide cosa fare attraverso il “ricordo e la memoria”: una<br />
pianta che ha già affrontato un certo problema è in grado<br />
di rispondere in modo più efficiente. Questa caratteristica,<br />
definita “acclimatazione”, in verità è la capacità della pianta<br />
di decidere come comportarsi in quel preciso momento<br />
stagionale. Per esempio, l’olivo a ottobre-novembre si<br />
modifica per affrontare l’inverno; fino ad ora lo si spiegava<br />
come una risposta meccanica alle variazioni ambientali; in<br />
verità la pianta decide di farlo quando sente le condizioni<br />
che ha memorizzato.<br />
Le piante infine, hanno anche una certa coscienza di sé.<br />
Diversi esperimenti hanno mostrato che, prendendone due<br />
geneticamente identiche (cloni), mettendole accanto, quella<br />
che è messa in ombra dall’altra si muove alla ricerca di luce.<br />
Se invece si accorge di essere essa stessa a farsi ombra con<br />
un ramo, nulla accade. (continua sul prossimo numero….)<br />
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