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BSKT #9 new

Il numero di febbraio 22 di BSKT, il magazine ufficiale di Aquila Basket Trento.

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“Mi piace il nostro<br />

stile di gioco, la nostra<br />

mentalità.<br />

Siamo un gruppo<br />

giovane ma con tanta<br />

voglia di fare,<br />

di lavorare,<br />

di crescere”<br />

compagni di squadra anche fuori dal<br />

campo, fare l’intervista per il podcast<br />

del club. Poi c’è sempre grande<br />

entusiasmo e disponibilità, tutti<br />

sorridono e hanno voglia di fare. Ma<br />

d’altronde me lo aveva detto anche il<br />

mio caro amico Luke Maye, che qui a<br />

Trento mi sarei trovato bene.<br />

Il buon vecchio Luke Maye.<br />

È la prima persona con cui ho<br />

parlato quando c’è stata la possibilità<br />

concreta di firmare con Trento, e<br />

ha speso solo bellissime parole<br />

per il posto. Mi sono fidato perché<br />

caratterialmente ci assomigliamo,<br />

siamo due tipi tranquilli che<br />

vogliono potersi concentrare sulla<br />

pallacanestro.<br />

Con coach Molin invece che<br />

rapporto c’è?<br />

Coach Lele è un allenatore e un<br />

uomo di sport di alto livello, di<br />

sostanza. Quest’anno abbiamo<br />

passato tanti momenti difficili e<br />

particolari, ma non è uno che si<br />

fa prendere dallo sconforto o che<br />

cambia i suoi piani a seconda delle<br />

emergenze. Trasmette sempre<br />

grande fiducia, confidenza, trasmette<br />

il fatto che non è per un errore che<br />

finirai in panchina, che devi giocare<br />

leggero ma con grande senso di<br />

responsabilità. Da me vuole che<br />

sia aggressivo, che giochi la mia<br />

pallacanestro, che interpreti al<br />

meglio il mio ruolo. Ogni giorno<br />

si lavora per salire uno scalino in<br />

più, per essere un po’ migliori. E la<br />

nostra identità forte di squadra è<br />

anche merito suo.<br />

Un’identità che ti piace, da<br />

giocatore?<br />

Assolutamente sì. Mi piace il nostro<br />

stile di gioco, la nostra mentalità.<br />

Siamo un gruppo giovane ma con<br />

tanta voglia di fare, di lavorare, di<br />

crescere. E in campo non ci diamo<br />

davvero mai per vinti. Non è un caso<br />

che quest’anno abbiamo vinto tante<br />

volte in rimonta, o nei finali punto<br />

a punto. C’è grande fame di vittorie<br />

e ci sono le idee chiare su come<br />

ottenerle, quelle vittorie.<br />

Visto che siamo sul numero<br />

“olimpico” della rivista, facciamo un<br />

salto con te alle ultime Olimpiadi,<br />

stavolta estive, a Tokyo. C’eri anche<br />

tu, e fa un certo effetto anche solo<br />

dirlo!<br />

È stata un’esperienza davvero<br />

particolare e bellissima. In estate<br />

ho avuto la possibilità di fare parte<br />

del gruppo di allenamento del Team<br />

USA, la nazionale statunitense.<br />

Abbiamo giocato alcune amichevoli<br />

in cui sono anche sceso in campo,<br />

io e altri ragazzi eravamo tutti i<br />

giorni in palestra ad allenarci con<br />

Kevin Durant, Damian Lillard e altri<br />

enormi campioni NBA. Poi a un certo<br />

punto un po’ a sorpresa è venuta<br />

fuori la richiesta di seguire il Team<br />

USA in Giappone sempre per dare<br />

manforte negli allenamenti e per<br />

avere più giocatori disponibili visto<br />

anche il periodo di pandemia e il fatto<br />

che alcuni giocatori fino all’ultimo<br />

sarebbero stati impegnati nelle finali<br />

NBA. Così mi sono ritrovato a Tokyo a<br />

vivere le “mie” Olimpiadi con il Team<br />

USA, giocando a carte con Durant<br />

o facendo quattro chiacchiere con<br />

Draymond Green. È stato davvero<br />

“cool”.<br />

Che effetto fa vivere e allenarsi con i<br />

migliori giocatori al mondo?<br />

Ho notato due cose in particolare. Il<br />

primo come sia facile e arricchente<br />

avere interazioni con questi ragazzi,<br />

creare un gruppo fuori dal campo<br />

in vista di un appuntamento così<br />

importante come le Olimpiadi.<br />

L’altro aspetto che mi ha colpito<br />

molto invece è stata la cura del<br />

dettaglio e il maniacale rispetto<br />

per i fondamentali del gioco che<br />

hanno questi atleti al top nel mondo:<br />

nelle piccole cose, nello spezzare<br />

il polso sul rilascio, nel tenere in<br />

alto il braccio dopo l’esecuzione<br />

del tiro, nella routine di palleggi e<br />

ball handling. Ogni secondo e ogni<br />

minuto dell’allenamento è gestito<br />

con la massima disciplina e intensità.<br />

Questo riguarda anche il lato fisico<br />

e atletico, c’è una cura del corpo<br />

davvero impeccabile.<br />

Il tuo obiettivo è tornare a giocare<br />

con quel tipo di atleti tutti i giorni, in<br />

NBA?<br />

L’NBA è l’obiettivo di qualunque<br />

giocatore nel mondo, credo. Il<br />

mio percorso nella pallacanestro<br />

è ancora all’inizio, voglio essere<br />

concentrato sul presente e vivere al<br />

meglio questa avventura a Trento.<br />

Poi chi lo sa? Ci sono tantissime<br />

incognite e non voglio perdere<br />

energie mentali a costruire potenziali<br />

scenari futuri troppo presto.<br />

Pensi che la NBA stia diventando più<br />

interessata ed attenta a chi mette in<br />

luce buone qualità in Europa?<br />

Sì, nelle ultime due o tre stagioni<br />

il trend sembra quello. Si cercano<br />

talenti e caratteristiche anche in<br />

giocatori fuori dalla G-League e<br />

dalla NBA stessa, penso ai Denver<br />

Nuggets che hanno firmato Facundo<br />

Campazzo o a Daulton Hommes che<br />

dopo un anno a Cremona ora gioca<br />

per i New Orleans Pelicans. E ci<br />

sarebbero molti altri esempi.

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