Silvia MariottiTra fiaba e realtàOlio su legno, cm 30x40Sissy Art di Silvia Mariottisilviamariotti273@gmail.com
I libri del meseSerena RaggiL’orrore della seconda guerra mondiale raccontatoattraverso gli occhi di un bambinodi Fabrizio Borghini«Perché il Ciclope tedesco stregato dalla Magadella guerra calpesta la vita d’un fanciullo?» si– e ci – domanda Serena Raggi introducendo illettore in questa storia familiare resa universale dalla tragicitàdegli eventi, storia di mondo sovvertito dagli orroridella guerra e dei sogni cavalcati di speranza di chi alloraera solo un bambino di sette anni. Siamo nel 1944. Unintero paese del fiorentino, San Godenzo, poco distantedalla famigerata Linea Gotica, vive il dramma silenziosodello sfollamento. Gli alleati avanzano, SanGodenzo è fatto saltare in aria dai tedeschi.Tutto, casa su casa, ad eccezione dell’anticaabbazia. Non c’è tempo per pensare, restareindietro, ancorare le proprie radici alle pietreantiche del paese. Esercitare il diritto alla libertàsignifica anche questo: lasciare tuttoe andare avanti, incontro al buio, al frastuonodei colpi di mitragliatrice, agli aerei sullatesta, agli occhi della madre colti un attimoprima di vederli chiusi per sempre nel sonnodei giusti. «Eppure non doveva arrendersi»,sottolinea Serena Raggi in uno dei momentipiù intensi del racconto, lo strappo dal corpodella madre, la favola vera, immonda da raccontareal padre. La mamma, forse, è morta.Pelago, altro comune nell’hinterland fiorentino,accoglierà lʼintensa storia di Maurizio edella sua famiglia, la mescolerà con le tantealtre piccole, profonde storie degli abitantidel luogo fino a plasmarla nella storia pertutti, memoria capace di custodire nel suoscrigno di testimonianza verace, fatta di parolee immagini, ciò che è stato e che mai piùavrebbe dovuto essere. Da qui il “gioco di coraggio”,che è la vita, muove i passi del piccoloMaurizio – padre dell’autrice – verso undomani che ha il sapore del riscatto. Tenerogermoglio nato su terra fertile di lacrime, alzeràben presto un tronco dritto e forte chelo farà pianta robusta, coriacea, esposta alleintemperie ma anche al canto degli uccelli.Finita la guerra, la vita riprenderà a scorrere;quella vita sempre amata, da amare ogni secondo,da costruire e inventare fino alla fine,fino all’ultimo respiro, lasciando in eredità allafiglia il compito di un gioco nuovo, il “gio-co del ricordo”. Quel gioco serio, imprescindibile per unasocietà civile che voglia fondati sui valori della pace, delrispetto reciproco, della tolleranza, della solidarietà trapopoli il proprio futuro. Un messaggio quanto mai attualein questo tempo di rinnovati, sinistri bagliori. Da gridarea voce alta, con coraggio, perché nessun bambino – diogni tempo, di ogni luogo – dovrebbe mai, neppure per unistante, temere di aver perduto il proprio, naturale dirittoa giocare.SERENA RAGGI49