WineCouture 11-12/2022
WineCouture è la testata giornalistica che offre approfondimenti e informazione di qualità sul vino e quanto gli ruota attorno. È una narrazione di terroir, aziende ed etichette. Storytelling confezionato su misura e che passa sempre dalla viva voce dei protagonisti, dalle riflessioni attorno a un calice o dalle analisi di un mercato in costante fermento. WineCouture è il racconto di un mondo che da anni ci entusiasma e di cui, con semplicità, vogliamo continuare a indagare ogni specifica e peculiare sfumatura, condividendo poi scoperte e storie con appassionati, neofiti e operatori del comparto.
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10<br />
Un rendez-vous sempre grandemente atteso. Che si consuma attorno a una<br />
bottiglia dall’habillage creato su misura da uno dei tratti più noti nel panorama<br />
del design internazionale. È un calice di bellezza e di bontà, quello che<br />
ritorna ad ogni uscita degli Champagne firmati Philippe Starck per Louis<br />
Roederer. Un incontro concepito a inizio millennio e che nel tempo ha rafforzato<br />
l’amicizia che unisce Frédéric Rouzaud, presidente e Ceo della realtà fondata nel<br />
1776, Jean-Baptiste Lécaillon, il suo chef de caves da quasi trent’anni, e il genio la cui<br />
mano sta dietro a veri e propri oggetti di culto nel campo del design. Con il 2015 si scrive<br />
il quarto capitolo della collaborazione tra il designer e la Maison, che riconferma la scelta<br />
di affiancare la versione in rosa al Brut Blanc. I due volti Nature di Louis Roederer, battesimo<br />
nella tipologia per il marchio e che proprio nell’anno del nuovo vintage fece l’esordio<br />
in Italia. Un percorso che nel 20<strong>12</strong> ha visto la prima produzione del Brut Nature Rosé,<br />
conservando i suoi tratti identitari. Champagne non dosati, la cui ricetta è stata perfezionata<br />
nel tempo ruotando attorno ai cardini di un’annata dalla maturazione fenolica perfetta<br />
e dell’impiego di tutte e tre le varietà principali di uve della Champagne: Pinot Noir,<br />
Chardonnay e Meunier. Così nascono le espressioni più autentiche destinate a riprodurre<br />
nel calice la bellezza fredda e i poggi argillosi rivolti a sud che riflettono il sole con forza<br />
delle terre nere di Cumières. Dieci ettari lavorati a mano, sartorialmente proprio come<br />
l’etichetta che li racconta. A prendere forma sono qui vini fragranti, viscosi, di energia<br />
capace di perdurare nel tempo. Minimalismo ed essenzialità, dove il superfluo è messo da<br />
parte e l’insieme riconnette con la natura. Un’opera che si svela con l’affinamento in vetro,<br />
strada intrapresa con il millesimo “originale” 2006, proseguita con l’annata 2009, adottata<br />
con il vintage 20<strong>12</strong> e riconfermata ancora una volta con la 2015 tenuta a battesimo, poi<br />
sottoposta alla prova suprema del calice. Tratti netti, precisi e chiari, che nell’evoluzione<br />
del progetto si sono visti incorniciati ed evidenziati, enfatizzati, con cromie detonanti,<br />
in perfetto stile Starck. Un’espressione di originalità nella libertà. E poi c’è l’espressione<br />
di un terroir che parla. “Il mio registro progettuale si basa sul gesso, il suolo bianco del<br />
Cristal”, evidenzia Jean-Baptiste Lécaillon. “Era necessario contrastarlo con qualcosa di<br />
originale. A Cumières, la natura ci ha regalato succhi diversi”. Il frutto di tre appezzamenti<br />
contigui, Les Pierreuses, Les Chèvres e Les Clos, che proprio nel 2015 si esplicitano con<br />
rigore. “Continentale e soleggiata, la 2015 è un’annata spettacolare”, riprende Lécaillon,<br />
“caratterizzata da un’estate calda, elevate temperature e un radioso finale di stagione quando<br />
la pioggia ha rallentato lo sviluppo della maturazione che al momento della raccolta si<br />
contraddistingue per una grande freschezza, acini succosi e linfa vegetale che mi ha ricordato<br />
l’annata dell’85, con un profilo aromatico intenso e molto promettente, soprattuttto<br />
per il Pinot Noir, con una materia densa, profonda e di equilibrio”. Poi i due spartiti, a iniziare<br />
dal Brut Nature Blanc: vino moderno, minerale e diretto, perfetto lettore del terreno<br />
che unisce la vibrazione data dalle argille e il carattere sapido dell’annata. Per Philippe<br />
Starck “è uno Champagne di azione, movimento, teso e vivace, radioso ed elegante. È uno<br />
Champagne dal piacere immediato”. Il Brut Nature Rosé 2015, invece, ha un carattere<br />
differente, “è come un gioco mentale, un’esperienza sensoriale e sentimentale unica dove<br />
si sorseggia anche il colore rosa, tenero e intimo, frizzante e talcato. Incanta con la sua<br />
frutta fresca che contraddistingue il terroir in cui nasce ma anche la tecnica di infusione<br />
prevista nel suo protocollo di vinificazione. L’uva più matura e succosa viene trattata con<br />
delicatezza per preservare il carattere più impulsivo di uno Champagne di corpo e anima,<br />
che unisce potenza e rettitudine totalizzante per un sorso tutto in eleganza e forza”. Un<br />
gioco di sponde, che riceve anche l’omaggio della collaborazione tra la Maison e l’artista<br />
vietnamita Duy Anh Nhan Duc, classe 1983. Un’ode all’unione che lega le produzioni<br />
Louis Roederer con gli elementi del suolo, decantata attraverso cinque installazioni capaci<br />
di fondere al loro interno gli elementi del terroir della Champagne. “L’aspetto tecnico è<br />
necessariamente importante nella creazione di un grande Champagne”, sottolinea Frédéric<br />
Rouzaud, “e lavorare con un artista come Duy Anh è un modo per andare oltre questo<br />
aspetto e riconnettersi con la bellezza del mestiere. È un ponte”. Un invito a prendersi del<br />
tempo per guardare il mondo che ci circonda con occhi nuovi, iniziando da ogni co-creazione<br />
con la natura che si esprime in ogni calice di bellezza e di bontà firmato Philippe<br />
Starck per Champagne Louis Roederer.<br />
DI MATTEO BORRÈ<br />
VISIONI<br />
Un calice di bellezza<br />
e di bontà<br />
Ritorna la firma Philippe Starck per Louis Roederer,<br />
con il quarto capitolo di uno Champagne sartoriale