180Meraviglie n. 45
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Regione possa accogliere questo
appello. Lo spero perché tocca alla
politica prendere il piccone e rompere
il muro che im pedisce di fare
ciò che è giusto fare, ciò che è necessario,
soprattutto per chi vive in
una condizione di fra gilità.
LATIANO,
CENTRO DIURNO
«MARCO
CAVALLO»:
STRAPPATA
PROROGA DI 3
MESI
Sotto, l'articolo pubblicato
dalla Gazzetta del Mezzogiorno
del 24 marzo 2023, si riferisce
alla giornata in cui, per
la seconda volta di quest'anno,
i SEPE, i frequentatori del
Marco Cavallo insieme con gli
operatori, alcuni familiari e la
CGIL locale, hanno presidiato
sotto il palazzo della Direzione
Generale della ASL di Brindisi
per avere udienza riguardo
le sorti del Marco Cavallo,
purtroppo, da un pò di tempo,
precario a causa di continue
mini-proroghe per il proseguio
dell'esperienza
Altri tre mesi di sopravvivenza,
marzo aprile e maggio, poi – conclusi
i tre mesi di proroga dei contratti
– gli operatori del Centro
diurno Marco Cavallo di Latiano,
si ritroveranno di nuovo di fonte
allo stesso problema. La sorte del
Centro, una delle strutture uniche
nel Mezzogiorno per la sua espe-
da disagio psichico, resta sospesa
e subordinata ad una decisa azione
politica. A battersi da anni per
la sopravvivenza del Centro Marco
Camera del lavoro territoriale che
proprio i 16 marzo scorso ha protestato
nei pressi della direzione
generale della Asl di Brindisi chiedendo
che non venisse interrotto
un «pubblico servizio». «Esattamente
– dice il segretario generale
della Camera del lavoro di Brindisi
Antonio Macchia – perché è proprio
di quello che stiamo parlando.
Rischiamo di disperdere una esperienza
unica nel suo genere costruita
sul nostro territorio la cui opera
è stata riconosciuta a livello nazionale
e regionale e persino dal Cnr.
Purtroppo però come dicevamo
anche nei giorni scorsi il disagio
mentale resta la Cenerentola della
Sanità brindisina a dispetto anche
di casi di eccellenza». Ieri sulla opportunità
di tenere in piedi questa
esperienza di eccellenza rappresentata
dal Centro «Marco Cavallo» di
Latiano si è speso anche l’ex presidente
della Regione Puglia Nichi
Vendola. «Sì, l’onorevole Vendola
ben conoscendo questa esperienza
positiva e di assoluta eccellenza ha
centrato il cuore del problema. E
per dirla con le sue parole a rischio
è l’esperienza di quei lavoratori che
hanno rappresentato l’architrave
decisivo dell’esperienza socio-terapeutica,
proprio perché sono stati
il cuore dell’innovazione messa in
campo». Ma c’è anche una struttura
fatta di alto livello che hanno
permesso di ottenere grandi risultati
con bravissimi professionisti.
E questa è una esperienza non solo
che va salvata, ma che andrebbe ulteriormente
implementata visto il
bisogno sociale e la carenza di tante
strutture nel territorio brindisino
del disagio psichico». L’ultima protesta
del 16 marzo – dopo i reiterati
appelli – è servita comunque
a scongiurare al chiusura e i licenziamenti
di una ventina di persone.
«Sì, una soluzione temporanea. Ma
la politica dovrebbe assumere scelte
precise per salvaguardare queste
esperienze e portare avanti, non si
può stare ogni tre mesi a combattere
per la sopravvivenza. La politica
deve arrivare ad una determinazione,
istituzionalizzare questa la fase
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sperimentale è passata ora bisogna
occupazionali». Non c’è solo il caso
di Latiano, ma anche del Day Hospital
di San Pietro V. ad aggravare
la situazione. «Sì. Ora va bene che
si proceda con le opere di edilizia
sanitaria che anche la Cgil ha chiesto
di accellerare altrimenti entro
novembre ci sarebbe stato il rischio
ma si poteva adottare una soluzione
dal piano di riordino regionale, il
reparto di psichiatria doveva essere
chiuso per essere allocato presso il
-
della chiusura dell’Spdc (Servizio
psichiatrico di diagnosi e cura) questo
trasferimento non si è concretizzato.
Dal 31 dicembre 2017 restava
a San Pietro il Dh psichiatrico che
domanda di ricovero presso l’Spdc
di Brindisi e di attutire il disagio
determinato dalla carenza di posti
letto dovuta alla mancata apertura
spital
era anche una struttura intermedia
che permetteva ai pazienti di
essere seguiti con regolarità lungo
il percorso della propria malattia,
con un modello organizzativo multidisciplinare.
Dal 31 gennaio 2002,
a seguito del trasferimento in altra
sede e provincia dell’unico medico
in servizio, mai sostituito nonostante
l’arrivo di nuove risorse nel Dsm
(Dipartimento di salute mentale), Il
Dh svolgeva solo le attività di tipo
psicologico». Insomma cosa chiedete
alla Asl? «Chiediamo una programmazione
che tenga conto dei
bisogni dei pazienti e degli operatori
e questo si rende più evidente in
occasione della ristrutturazione del
Pta di San Pietro, che necessitava
di una strategia attenta e condivisa
disagi. Ma vale per il Csm (Centro
di salute mentale) dove il personale
è carente».