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180Meraviglie n. 45

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un centro, quale è il nostro, che

per moltissimi aspetti è innovativo.

Mi riferisco, naturalmente, alla

questione dei SEPE, cioè dei “soci

esperti per esperienza”, persone

psichica, che nel Marco Cavallo lavorano

con regolare stipendio e con

tutte le garanzie del lavoro dipendente:

tale pratica, comunque, rientra

in quegli orientamenti nazionali

sempre più cogenti che ormai da

oltre un decennio riconoscono que-

tutta Italia) individuando nell’esperienza

diretta un valore aggiunto

utile e prezioso nei percorsi di salute

mentale di comunità”, prosegue

l’ex direttore. La singolarità dell’esperienza

del “Marco Cavallo”,

d’altronde, risiede proprio nell’aver

pienamente incarnato i principi

della legge regionale numero 26 del

2006 (Disposizioni programmatiche

per la tutela della salute mentale)

che all’art. 9 comma h prevede

la “gestione, in via sperimentale

di forme di autogestione di Centri

diurni da parte di utenti e gruppi di

self-help”, stabilendo che la riabilitazione

in materia di salute mentale

può essere condotta anche tramite

il concorso dell’associazionismo

e, cioè, prevedendo, nelle strutture

territoriali che si occupano di servizi

di assistenza psichiatrica, un organico

misto, in cui al professioni-

sta ancora attraversando una condizione

di disagio mentale. Proprio in

tale ottica, in uno dei frequenti momenti

assembleari che costituiscono

il fulcro del “Marco Cavallo”,

già nel 2008, anno in cui cominciò

questa scommessa, si decise collettivamente

di dare vita ad un’associazione,

la "180amici Puglia”, che,

da statuto, lavora “per garantire un

della persona con disturbi psichici

mediante la valorizzazione delle

capacità e delle potenzialità preesistenti

e l'inserimento lavorativo

(previsto dalla legge 68/99) per favorire

lo sviluppo della creatività,

della produttività, dell'autostima,

della realizzazione di sé e dei propri

desideri, nonché, per costruire

percorsi socioculturali atti a ridurre

la discriminazione nei confronti del

malessere mentale”.

“Nel nostro centro, a fronte di un

organico professionistico veramente

minimo e accanto a famigliari

di pazienti e a volontari che hanno

sposato la nostra causa, lavorano,

come cuoco, autista, segretario, impiegato

amministrativo, esperto informatico,

caporedattore del periodico

180Meraviglie, ricercatore,

eccetera, persone che conoscono la

in trattamento. Ogni volta che ci avviciniamo

alla scadenza della convenzione,

siamo costretti a inviare

i preavvisi di licenziamento. Per

qualsiasi lavoratore perdere l’occupazione

è estremamente doloroso,

ma a maggior ragione lo è per chi,

reduce da un percorso virtuoso di

emancipazione sociale e lavorativa

che lo ha portato a rendersi indipendente,

debba tornare ad una situazione

di precarietà. I SEPE sono

persone che faticosamente, dopo

un periodo di buio, hanno rivisto il

sole, sperimentando

la

possibilità

di

essere un

cittadino

che paga

le tasse,

un soggetto

di

diritto,

una persona

in

grado di

guardare

al futuro

con

speranza

e ottimi-

21

per motivi burocratici è profondamente

ingiusto. Voglio anche

aggiungere che, a causa di questa

instabilità, negli ultimi 3 anni siamo

stati costretti a ridurre le nostre

attività, in quantità e qualità, cosa

che limita fortemente il senso della

nostra missione riabilitativa,

anche perché, oltre al pagamento

degli stipendi, dobbiamo sostenere

il piano di rientro delle passività

purtroppo maturate negli ultimi

tempi, proprio a causa degli scarsi

nervini.

Alla manifestazione barese

del 22 maggio era presente anche il

già assessore regionale alla Salute

avallo, sotto il primo mandato del

Presidente Vendola, nel 2010 fu

del Marco Cavallo di Latiano (che

già dal 2008 era in attività in forma

totalmente volontaristica), ispirato

ai principi maturati dal compianto

-

1978 (quella che, in nome del superamento

delle logiche manicomiali,

dispose l’abolizione degli ospedali

psichiatrici in favore di strutture

terapeutiche e riabilitative all’in-

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