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Waste n. 28 dicembre 2023

Alga Mater PFAS, indispensabili ma tossici? In medio stat virtus Italia e riciclo. Parla Chicco Testa, presidente Assoambiente

Alga Mater

PFAS, indispensabili ma tossici? In medio stat virtus

Italia e riciclo. Parla Chicco Testa, presidente Assoambiente

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Anno VII<br />

Dicembre<br />

<strong>2023</strong><br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

PFAS,<br />

INDISPENSABILI<br />

MA TOSSICI?<br />

IN MEDIO STAT VIRTUS<br />

ITALIA E RICICLO.<br />

PARLA CHICCO<br />

TESTA, PRESIDENTE<br />

ASSOAMBIENTE<br />

ALGA<br />

MATER<br />

ISSN 2610-9069<br />

9<br />

772610 906904<br />

0 0 0 2 8 ><br />

Casa Editrice<br />

la fiaccola srl


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2 SOMMARIO<br />

wasteweb.it<br />

waste@fiaccola.it<br />

Stampato su carta FSC<br />

ISSN 2610-9069<br />

Numero <strong>28</strong><br />

Dicembre <strong>2023</strong><br />

EDITORIALE<br />

3<br />

In primo piano<br />

8 Cestino d’oro<br />

Al progetto C-City di Genova<br />

9 Up e Downcycling<br />

Progetti geniali, idee bizzarre<br />

10 <strong>Waste</strong> Strategy<br />

Recupero delle MPC dai RAEE<br />

12 Pillole dal laboratorio<br />

RAEE, prospettive e iniziative<br />

14 App e Sturtup<br />

L’angolo delle nuove idee<br />

15 Che fine ha fatto<br />

Evoluzione o fallimenti di idee<br />

Economia circolare<br />

16 CircolarMente<br />

Riciclo potenziale o reale?<br />

Facciamo chiarezza<br />

20 Post Ecomondo<br />

Un’edizione scoppiettante che<br />

ha dato il meglio di sè<br />

24 Rifiuti industriali<br />

Si riaprono le vecchie miniere<br />

per valorizzarne gli sfridi<br />

26 Pollutec Lione<br />

Le ultime tecnologie, e la<br />

migliore green economy nella<br />

vetrina francese<br />

Energia<br />

30 Gas refrigeranti<br />

Le norme europee spingono<br />

sul riciclo degli F-gas<br />

Rifiuti solidi<br />

34 Biorisanamento<br />

Una tecnica, varie tipologie,<br />

per decontaminare i suoli<br />

36 Progettazione di impianti<br />

Soluzioni su misura di Camec<br />

38 PFAS<br />

Nemici o amici? La prima<br />

parte sulla verità di queste<br />

sostanze diffusissime<br />

42 L’intervista<br />

Riciclo come sfida economica<br />

e ambientale. Due parole col<br />

Presidente Chicco Testa<br />

46 Contro lo spreco di alimenti<br />

Col nuovo sacchetto 100%<br />

compostabile e biodegradabile<br />

48 Genova Smart Week<br />

Città intelligenti e sostenibili<br />

52 Aziende in espansione<br />

Nuovo hub per le tecnologie<br />

dei servizi ambientali<br />

54 Selezionatrici d’avanguardia<br />

Sensori top per flakes più puri<br />

56 Tecnologie di aspirazione<br />

Offerte diversificate per il<br />

settore ambientale<br />

Biowaste<br />

58 Recupero metallurgico<br />

Un piccolo glossario che ne<br />

spiega le varie tecniche<br />

Acque reflue<br />

61 AquaFarm<br />

La fiera sull’acquacultura<br />

62 Alghe e reflui<br />

Tecnologie emergenti per la<br />

depurazione con microalghe<br />

Veicoli&Allestimenti<br />

66 Igiene urbana<br />

Ambiente che fa rima con<br />

economia per Busi Group<br />

68 Multiruolo<br />

Raccolta e riciclaggio coi<br />

pesanti della Casa olandese<br />

70 Monitoraggi<br />

Basta sprechi di carburante<br />

Rubrica<br />

3 Editoriale<br />

6 Numeri e poltrone<br />

18 News economia circolare<br />

32 News energia<br />

45 News rifiuti solidi<br />

60 News biowaste<br />

65 News acque reflue<br />

71 News veicoli&allestimenti<br />

Direttore Responsabile<br />

Lucia Edvige Saronni<br />

lsaronni@fiaccola.it<br />

Direttore Editoriale<br />

Giuseppe Guzzardi<br />

gguzzardi@fiaccola.it<br />

Consulenza Tecnico-Scientifica<br />

Marco Comelli<br />

mcomelli@fiaccola.it<br />

Coordinamento Editoriale<br />

Federica Lugaresi<br />

flugaresi@fiaccola.it<br />

Redazione<br />

Mauro Armelloni, Matthieu Colombo<br />

Fabrizio Parati, Emilia Longoni<br />

waste@fiaccola.it<br />

Collaboratori<br />

Ludovica Bianchi, Marco Capellini, Damiano<br />

Diotti, Antonio Fargas, Ginevra Fontana,<br />

Annalisa Gussoni, Alessandro Marangoni,<br />

Giovanni Milio, Mattia Molena, Eliana Puccio,<br />

Michele Ragonese, Riccardo Rossi<br />

Segreteria<br />

Jole Campolucci<br />

jcampolucci@fiaccola.it<br />

Impaginazione e progetto grafico<br />

Studio Grafico Page<br />

Novate Milanese (MI)<br />

Amministrazione<br />

Francesca Lotti<br />

flotti@fiaccola.it<br />

Margherita Russo<br />

amministrazione@fiaccola.it<br />

Abbonamenti<br />

Mariana Serci<br />

Patrizia Zanetti<br />

abbonamenti@fiaccola.it<br />

Traffico e pubblicità<br />

Giovanna Thorausch<br />

marketing@fiaccola.it<br />

Marketing e pubblicità<br />

Sabrina Levada (Responsabile estero)<br />

slevada@fiaccola.it<br />

Agenti<br />

Giorgio Casotto<br />

T 0425 34045 - Cell. 348 5121572<br />

info@ottoadv.it per Friuli Venezia Giulia,<br />

Trentino Alto Adige, Veneto, Emilia Romagna<br />

(escluse Parma e Piacenza)<br />

Trimestrale - LO-NO/00516/02.2021CONV<br />

Reg. Trib. Milano N. 230 del 19/07/2017<br />

Stampa<br />

Colorshade - Peschiera Borromeo (Mi)<br />

ISCRIZIONE AL REGISTRO NAZIONALE<br />

STAMPA N.01740/Vol. 18/Foglio 313<br />

21/11/1985 - Roc 32150<br />

Prezzi di vendita<br />

abb. annuo Italia Euro 100,00<br />

abb. annuo Estero Euro 200,00<br />

una copia Euro 20,00<br />

una copia Estero Euro 40,00<br />

È vietata e perseguibile per legge la riproduzione totale o parziale<br />

di testi, articoli, pubblicità ed immagini pubblicate su questa<br />

rivista sia in forma scritta sia su supporti magnetici, digitali,<br />

ecc. La responsabilità di quanto espresso negli articoli firmati<br />

rimane esclusivamente agli autori. Il suo nominativo è inserito<br />

nella nostra mailing list esclusivamente per l'invio delle nostre<br />

comunicazioni e non sarà ceduto ad altri, in virtù del nuovo<br />

regolamento UE sulla Privacy N.2016/679. Qualora non desiderasse<br />

ricevere in futuro altre informazioni, può far richiesta<br />

alla Casa Editrice la fiaccola srl scrivendo a: info@fiaccola.it<br />

Organo di informazione<br />

e documentazione<br />

Questo periodico è associato<br />

all’Unione Stampa Periodica Italiana:<br />

numero di iscrizione 15794<br />

Casa Editrice<br />

la fiaccola srl<br />

20123 Milano | Via Conca del Naviglio 37<br />

Tel. +39 02 89421350 - Fax +39 02 89421484<br />

fiaccola@fiaccola.it | www.fiaccola.com<br />

DISORIENTATO<br />

E CONFUSO<br />

Tornando da Ecomondo, questo è lo stato d’animo di<br />

chi (quoque nos) cercava il bandolo della matassa dell’economia<br />

circolare e magari della simbiosi industriale.<br />

In effetti di quest’ultima non si trovava nemmeno la<br />

matassa. Al solito, parole utilizzate in modo interscambiabile,<br />

raccolta differenziata (ancora) come segnale di<br />

avanzamento verso la circolarità, molti discorsi sulle comunità<br />

di cittadini, come se le persone normali oltre a occuparsi<br />

della propria vita con annessi e sconnessi, dovessero<br />

sentirsi gratificati a gestire rifiuti e controllare la loro produzione.<br />

Vero è che tra pensionati e neet di gente disponibile a un volontariato in<br />

questo settore ce ne sarebbe, ma è noto che quando un pezzo del funzionamento<br />

della società viene strutturalmente delegato al volontariato, più o meno spintaneo,<br />

la società o ha problemi o se li sta cercando.<br />

Non è colpa di Ecomondo e nemmeno dei suoi espositori e congressisti. È il mood<br />

che è così. Basti pensare ai progetti finanziati dal MASE (600 milioni per il 35%, non<br />

bruscolini) col PNRR per impianti di trattamento post-raccolta di quattro categorie<br />

merceologiche: carta, plastica, tessili e RAEE. Questi sono descritti come Progetti<br />

Faro di economia circolare, quando si tratta semplicemente di evitare che buona<br />

parte della materia recuperabile finisca in discarica, bruciata o all’estero (vedi<br />

schede circuitali). Piuttosto che niente è meglio piuttosto, ma lo scrivente dubita<br />

che si faranno grandi balzi in avanti.<br />

Al limite del grottesco la situazione della simbiosi industriale. Basterebbe leggere la<br />

definizione accettata nella parte in cui si parla di scambio di scarti di materie ed energia<br />

tra “impianti dissimili” per eliminare il 95% di tutto quello che viene definito a sproposito<br />

simbiosi. Per fare un esempio, l’uso del rottame di vetro da imballaggio per fare altro<br />

vetro da imballaggio non rubrica, altrimenti la simbiosi sarebbe tra noi da quando si<br />

riutilizza il rottame metallico. Anche le APEA, ossia le ormai veterane per costituzione<br />

normativa Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate, con la simbiosi industriale<br />

c’entrano poco: erano e sono un tentativo di realizzare una specie di raccolta differenziata<br />

a livello industriale locale. Una simbiosi industriale implica che le industrie<br />

entrino in collegamento tra di loro (ci sarebbe da discutere sulla correttezza del<br />

termine biologico) o in modo continuo o in modo batch. Un classico del primo caso<br />

è l’utilizzo del calore di scarto dal processo di un impianto per alimentare un<br />

processo a più bassa temperatura di un altro e funziona solo su scala locale<br />

per motivi fisici e logistici. Nel secondo il rapporto è più lasco e opera anche<br />

a lunghe distanze. In entrambi i casi, la simbiosi funziona solo se le aziende<br />

la trovano conveniente. Su questo bisognerebbe investire, per esempio sulla<br />

tracciabilità e verifica della qualità degli scarti con un ente terzo a vigilare<br />

(si potrebbe fare anche peer-to-peer con una blockchain…). Forse il modo<br />

migliore sarebbe lasciare che esistesse un mercato degli scarti e dei sottoprodotti…<br />

Vaste programma. Buon anno, ci rivediamo a febbraio.<br />

Dazed and Confused, Led Zeppelin I 1969 (ok, anche Jack Holmes, 1967<br />

e Yardbirds 1968).<br />

Marco Comelli


9<br />

4 PARTNERS<br />

AQUAFARM 2024 . . . . . . . . . . . .III Cop<br />

aquafarm.show<br />

BIOENERSYS Srl . . . . . . . . . . . . . . . .1<br />

snam.it<br />

CAMEC Srl . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .11<br />

camec.net<br />

DPE 2024 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .33<br />

dpeurope.it<br />

ECOTEC SOLUTION Srl . . . . . . .49, 51<br />

ecotecsolution.com<br />

OMB TECHNOLOGY SpA . . . . . . . . .71<br />

busigroup.it<br />

PANIZZOLO Srl . . . . . . . . . . . . . . . . .23<br />

panizzolo.com<br />

SALVETTI ASPIRAZIONI Srl . . .IV Cop<br />

salvettiaspirazioni.it<br />

SMP Srl . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5<br />

smp.srl<br />

TANA ITALIA Srl . . . . . . . . . . . . . . . .29<br />

tanaitalia.com<br />

Anno VII<br />

Dicembre<br />

<strong>2023</strong><br />

PFAS,<br />

INDISPENSABILI<br />

MA TOSSICI?<br />

IN MEDIO STAT VIRTUS<br />

ITALIA E RICICLO.<br />

PARLA CHICCO<br />

TESTA, PRESIDENTE<br />

ASSOAMBIENTE<br />

ISSN 2610-9069<br />

0 0 0 2 8 ><br />

Casa Editrice<br />

la fiaccola srl<br />

772610 906904<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

ALGA<br />

MATER<br />

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Biorisanamento e reflui. Con le tecnologie<br />

algali e microalgali che hanno elevata<br />

capacità di rimuovere inquinanti e<br />

sostanze tossiche dalle acque di scarico,<br />

ma anche di trasformare i reflui stessi<br />

in prodotti di nuova origine. Una valorizzazione<br />

che trova impiego in settori quali<br />

nutraceutico, bioenergetico, cosmetico<br />

e mangimistico. E circolarità e simbiosi<br />

industriale volano alto!<br />

Il sacchetto che prolunga la vita<br />

di frutta e verdura grazie all'innovativa<br />

composizione salvafreschezza!<br />

AZIENDE CITATE<br />

A<br />

Althesys . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .10<br />

E<br />

Ecotec Solution . . . . . . . . . . . . . . . . . .52<br />

Enel . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .32<br />

M<br />

Matrec . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .17<br />

Minerali industria SpA . . . . . . . . . . . . .24<br />

C<br />

Camec . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .36<br />

D<br />

Daf . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .68<br />

Distilleria Mazzari . . . . . . . . . . . . . . . .60<br />

G<br />

Ganiga Innovation . . . . . . . . . . . . . . . .14<br />

Gruppo Busi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .66<br />

Gruppo CAP . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .65<br />

S<br />

Salvetti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .56<br />

Sogin . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7<br />

T<br />

Tomra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .54<br />

fiaccola service<br />

WASTE <strong>28</strong><br />

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e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

2 3<br />

4<br />

6 PRIMO PIANO Soluzioni<br />

IN EVIDENZA<br />

1 2 3 4<br />

IN EVIDENZA<br />

PRIMO PIANO<br />

12 3<br />

4<br />

7<br />

Numeri e poltrone<br />

Energia verde<br />

Comunità rinnovabili,<br />

si brilla ma non troppo<br />

1,4 milioni di italiani,<br />

riuniti nei gruppi di<br />

autoconsumo collettivo<br />

e CER (comunità rinnovabili)<br />

sono produttori di energia<br />

verde secondo le stime di<br />

Althesys.<br />

Nei primi 8 mesi del <strong>2023</strong>, la<br />

capacità installata (fotovoltaico<br />

e eolico) è cresciuta di 3,47<br />

GW, un numero superiore a<br />

1,73 GW ossia il 100 per cento<br />

in più rispetto allo stesso<br />

periodo del 2022. Ma l’obiettivo<br />

di installarne 8 GW/anno è<br />

12 3<br />

4<br />

FONDAZIONE PER LO SVILUPPO<br />

SOSTENIBILE<br />

L’economia del domani<br />

tra costi e benefici<br />

La transizione all’economia<br />

green, decarbonizzata e<br />

circolare porta a più<br />

occupazione e innovazione. Basti<br />

pensare che la sola decarbonizzazione costa<br />

14,7 miliardi di euro l’anno nel periodo 2020-<br />

2030; ma consente un risparmio diretto di<br />

6,6 mld/anno. Investire nelle rinnovabili<br />

elettriche, creerebbe 430mila nuovi posti di<br />

lavoro., la circolarità nei rifiuti porterebbe a<br />

97mila nuovi occupati (si legge nel<br />

comunicato degli Stati generali dalla Green<br />

12 3<br />

4<br />

ancora lontano se si vogliono<br />

raggiungere gli ambiziosi<br />

target indicati dall’Ue al 2030.<br />

Gli italiani stanno quindi<br />

diventando dei “prosumer”,<br />

cioè produttori e consumatori<br />

di energia elettrica<br />

autoprodotta.<br />

Questi si possono riunire<br />

spontaneamente in Comunità<br />

Energetiche rinnovabili (Cer<br />

appunto) per contribuire<br />

all’installazione e utilizzo di<br />

impianti rinnovabili. Si stima<br />

che alla fine del 2022, le Cer<br />

fossero 21: numeri irrisori<br />

rispetto alle altre realtà<br />

europee. In Europa le Cer<br />

Economy). “La transizione ecologia -<br />

afferma Edo Ronchi Presidente<br />

della Fondazione per lo Sviluppo<br />

Sostenibile - pur essendo<br />

impegnativa e onerosa, è in grado<br />

di generare benefici ben superiori<br />

ai costi: ogni euro investito crea un<br />

valore positivo in termini economici e<br />

sociali”.<br />

Se insomma venisse applicata la piena<br />

circolarità economica, il consumo<br />

complessivo dei materiali scenderebbe del<br />

14,5% rispetto al 2020, calerebbe la quantità<br />

dei rifiuti sottoposti ad attività di riciclo<br />

(+18% al 2030) portando il tasso di riciclo nel<br />

2030 all’89,8%.<br />

potrebbero produrre il 19%<br />

della domanda di energia<br />

elettrica, arrivando a coprire il<br />

45% della domanda totale<br />

entro il 2050.<br />

Dicembre <strong>2023</strong><br />

ANIE AICE<br />

Che carica<br />

di Presidente!<br />

In ANIE AICE,<br />

Associazione che<br />

all’interno di ANIE<br />

Federazione rappresenta le<br />

aziende attive nei comparti<br />

dei cavi per energia e<br />

accessori, è stato nominato<br />

Presidente Marcello Del<br />

Brenna. Il manager è stato<br />

eletto dall’Assemblea degli<br />

associati per il biennio<br />

<strong>2023</strong>-2024.<br />

Con una formazione in<br />

Ingegneria Nucleare-<br />

Strumentazione e Controllo,<br />

Del Brenna entra in Pirelli<br />

dove ha ricoperto diverse<br />

cariche nel corso degli anni.<br />

Attualmente è<br />

Amministratore Delegato<br />

Sud Europa di Prysmian<br />

Group (ex Pirelli), di<br />

Prysman Italia.<br />

“Nei prossimi anni<br />

l'industria dei Cavi sarà<br />

trainante nelle dinamiche<br />

SOGIN<br />

Tre poltrone bomba…<br />

È stato nominato il<br />

nuovo Consiglio di<br />

Amministrazione per il<br />

triennio <strong>2023</strong>-2025 di Sogin, la<br />

Società pubblica responsabile del<br />

decommissioning degli impianti<br />

nucleari italiani e della gestione dei rifiuti<br />

radioattivi.<br />

L’Assemblea ha nominato Carlo Messagli,<br />

in veste di Presidente, e Gian Luca<br />

Dicembre <strong>2023</strong><br />

del manifatturiero italiano<br />

per effetto dei crescenti<br />

investimenti volti a facilitare<br />

la transizione energetica e<br />

digitale -, dichiara Marcello<br />

Del Brenna - in questo<br />

contesto la sostenibilità è al<br />

contempo opportunità di<br />

business e necessità<br />

imprescindibile per<br />

continuare ad operare sul<br />

mercato, nonché obiettivo<br />

condiviso dalle istituzioni e<br />

dal mercato stesso. Per<br />

queste ragioni l’impegno di<br />

ANIE AICE è diventare ancor<br />

più catalizzatore di<br />

progresso ed evoluzione<br />

tecnologica, sia a livello<br />

nazionale, in un dialogo<br />

costante e proficuo con le<br />

istituzioni e i principali attori<br />

della filiera, sia a livello<br />

internazionale, attraverso<br />

una partecipazione attiva in<br />

Europacable”.<br />

Artizzu, Barbara Bertolussi, Fiammetta<br />

Modena e Jacopo Vignati come<br />

Consiglieri. Gian Luca<br />

Artizzu è stato designato<br />

come Amministratore<br />

Delegato. Nominato anche il Presidente<br />

Angelo Miglietta per il Consiglio<br />

Sindacale.<br />

Nella stessa seduta, l’Assemblea ha<br />

provveduto all’approvazione del Bilancio<br />

di Esercizio di Sogin e del Bilancio<br />

Consolidato del Gruppo per il 2022.


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

8 PRIMO PIANO Soluzioni<br />

WASTE AWARD<br />

PUNTI COSPICUI<br />

PRIMO PIANO<br />

9<br />

Upcycling e Downcycling<br />

La pagina che sottolinea le notizie più interessanti<br />

del momento ma anche del futuro, in antitesi con baggianate<br />

sapienti e idee fuori moda o che hanno stancato<br />

Federica Lugaresi<br />

Marco Comelli<br />

Il progetto C-City<br />

esprime la volontà<br />

di trasformare<br />

Genova in un<br />

sistema circolare.<br />

Attraverso<br />

sperimentazioni di<br />

bioeconomia capaci<br />

di convertire le<br />

filiere di produzione<br />

medio- industriali<br />

da lineari a circolari.<br />

Cestino d’oro<br />

Sotto la Lanterna sta prendendo forma il progetto<br />

C-City. Per un distretto locale da lineare a circolare<br />

Chi ci segue da tempo conosce la nostra posizione<br />

sulla circolarità. Per chiarirlo in due<br />

frasi, noi (e non solo) pensiamo che per ridurre<br />

la percentuale di risorse vergini (materiali,<br />

energia) immesse nel circolo produttivo e sociale,<br />

in genere occorre che il recupero di materia dal<br />

fine vita delle cose e dagli scarti e sottoprodotti del<br />

ciclo produttivo si traduca nell’esistenza di un mercato<br />

degli stessi. La chiusura del circolo può avvenire<br />

infatti solo se non c’è differenza a livello di<br />

reperibilità tra materie prime vergini e materie<br />

prime seconde, naturalmente in linea di principio.<br />

Nulla vieta che la disponibilità di materie prime<br />

seconde “di mercato” porti all’elaborazione di nuovi<br />

processi e metodi per realizzare prodotti equivalenti<br />

a quelli tradizionali. Oggi casi di questo tipo si contano<br />

sulle dita di una mano: l’alluminio, il vetro, la<br />

carta e poco altro. Qualcosa di più si fa attivando<br />

simbiosi industriali, un approccio assai poco incentivato<br />

da noi (leggere i nostri ultimi numeri per<br />

capire come e perché).<br />

Supporto al consorzio<br />

Il sospetto che sempre più ci afferra è che il sistema<br />

dei consorzi, e il ricco contributo derivante<br />

dalla Responsabilità Estesa del Produttore su<br />

cui essi fondano la propria esistenza proliferante<br />

- che sinora ha segnato quel tentativo di circolarità<br />

che è la raccolta e il trattamento differenziato<br />

dei rifiuti - non ce la faccia da solo. Si sente<br />

sempre più spesso parlare di necessità di (robusti)<br />

incentivi di prezzo o di altro tipo delle materie<br />

prime seconde, discorsi intrinsecamente<br />

inflazionistici e fuori onda con le necessità di bilancio.<br />

Noi pensiamo che esistano alternative<br />

dal basso, e per quello premiamo con il nostro<br />

Cestino un progetto portato avanti dal Comune<br />

di Genova.<br />

Si tratta di C-City, che esiste da un paio d’anni<br />

ed è appena stato premiato a Ecomondo. Noi lo<br />

premiamo, però, più per quello che vuole fare<br />

che per quello che ha fatto finora (commendevoli<br />

ma abbastanza normali appuntamenti di sensibilizzazione<br />

del pubblico, anche sul riuso). C-<br />

City, ci assicurano dalla città della Lanterna, tra<br />

le altre cose si propone di elaborare una strategia<br />

di economia circolare locale di medio-lungo periodo,<br />

multisettoriale e aderente alle politiche<br />

internazionali e nazionali sul tema; sviluppare<br />

un calcolo della circolarità dei processi, dei servizi<br />

e dei prodotti nella città da utilizzare nelle attività<br />

di economia circolare del Comune; aprire un<br />

Circular Hub genovese. Non solo, hanno avuto<br />

oltre 130 manifestazioni di interesse da aziende<br />

anche estere per partecipare ai primi due punti<br />

che abbiamo citato. Bene, ci crediamo. Ecco il<br />

premio, ora meritatevelo.<br />

l<br />

Dicembre <strong>2023</strong><br />

wow<br />

bleah!<br />

Dicembre <strong>2023</strong><br />

Ammazza che Fili<br />

Si sa. Il tessile<br />

identifica uno dei<br />

settori più inquinanti.<br />

Ma da ora, col primo<br />

tessuto al mondo<br />

realizzato con la polvere di<br />

scarto del marmo…<br />

sicuramente meno!<br />

Si potrebbe parlare di<br />

simbiosi industriale, visto<br />

che la lavorazione del<br />

marmo produce fino al<br />

60% di scarto e i cui<br />

sottoprodotti diventano<br />

rifiuti. Col brevetto<br />

Mineraldye -<br />

sviluppato da Fili Pari<br />

- la tintura del filato<br />

diventa sostenibile:<br />

si utilizzano infatti i<br />

Cannucce verdi,<br />

una minchiata…<br />

La plastica, questa<br />

(s)conosciuta e spesso<br />

denigrata. Le cannucce<br />

“verdi”, chiamate a sostituire<br />

quelle in monouso, danno un<br />

segnale di allarme: sembra infatti<br />

che le PFAS siano contenute nel<br />

90% di esse. Un altro flop dell’Ue<br />

che si è mossa per contrastare<br />

l’inquinamento da plastica,<br />

vietandone alcuni tipi che impiegano<br />

circa 200 anni per decomporsi<br />

completamente. Ora la<br />

preoccupazione è che, bevendo<br />

con le cannucce di carta, gli<br />

esseri umani possano ingerire<br />

“sostanze per sempre chimiche” in<br />

pigmenti naturali derivati<br />

dalle varie polveri di<br />

questo materiale che, a<br />

seconda della natura,<br />

conferiscono le diverse<br />

colorazioni (marmo rosso<br />

di Verona per i toni del<br />

rosa, marmo nero di<br />

Bergamo per i toni del<br />

grigio). Non si parla di<br />

polveri di marmo qualsiasi,<br />

ma solo di quelle italiane,<br />

provenienti dagli scarti di<br />

lavorazione di questo<br />

antico e nobile materiale<br />

per cui il nostro Paese<br />

eccelle da secoli. Inoltre, il<br />

macchinario brevettato<br />

consuma tra 1 e 20 litri di<br />

acqua, contro i 150<br />

richiesti dalla tecnica<br />

comune: c’è anche un bel<br />

risparmio idrico. Bene<br />

bravi bis.<br />

quantità finora indeterminate.<br />

E’ quanto risulta da uno studio<br />

di ricercatori belgi che ha<br />

testato 39 diversi marchi di<br />

cannucce in commercio<br />

(realizzate in bambù, vetro,<br />

plastica e carta) per 29 singoli<br />

composti PFAS. Di questi ultimi ne<br />

sono stati individuati 18. Ora… i PFAS<br />

più comunemente presenti, sono<br />

stati a livello globale vietati dal 2020,<br />

ma alcuni di questi sono stati<br />

aggiunti alle cannucce come rivestimento<br />

idrorepellente. Quindi…saranno pure<br />

cannucce ecologiche e pure un’alternativa<br />

sostenibile… ma altrettanto dannose per la<br />

salute. Meglio il minore dei mali o sarebbe<br />

il caso di fare pace col cervello? Non ci<br />

siamo proprio!!!!


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

10 PRIMO PIANO MATERIE PRIME CRITICHE<br />

Recupero delle MPC dai RAEE,<br />

tanti sono i nodi da sciogliere<br />

Molti operatori si stanno muovendo, ma è ancora lunga<br />

la strada per avere un parco impianti adeguato alle sfide future<br />

Alessandro Marangoni<br />

Alessandro Marangoni, economista<br />

e docente universitario, è fondatore e ceo di<br />

Althesys, società professionale indipendente<br />

specializzata nella consulenza strategica<br />

e nello sviluppo di conoscenza.<br />

Opera con competenze di eccellenza nei settori<br />

chiave di ambiente, energia, infrastrutture e<br />

utility, nei quali assiste imprese e istituzioni.<br />

Le materie prime critiche (MPC) sono di importanza<br />

strategica per l’industria europea,<br />

chiamata a promuovere e sostenere la digitalizzazione<br />

e la transizione green: gallio e germanio<br />

sono usati nella produzione di semiconduttori per<br />

i pannelli fotovoltaici, il boro grezzo nelle tecnologie<br />

eoliche, il litio per le batterie delle auto elettriche,<br />

etc. Diversi player si stanno quindi muovendo su<br />

questo fronte, implementando nuove soluzioni e<br />

realizzando nuova capacità di trattamento. Iren, ad<br />

esempio, ha in programma in Valdarno la costruzione<br />

del primo impianto italiano dedicato esclusivamente<br />

al recupero dei materiali preziosi e alle<br />

materie prime critiche, mentre Cobat intende realizzare<br />

una eco-factory in Abruzzo per il recupero<br />

di litio e materiali preziosi da batterie e accumulatori<br />

a fine vita, provenienti da RAEE e auto elettriche.<br />

Ancora, Itelyum Regeneration recupererà terre rare<br />

dai RAEE, da installare all'interno dell'impianto di<br />

rigenerazione di oli minerali usati di Ceccano (FR).<br />

Lacune nazionali<br />

Come in altre aree di business del waste management,<br />

i nodi da sciogliere non mancano e in<br />

WAS è il think tank italiano sull’industria del waste management e del riciclo.<br />

Monitorare il comparto del waste management e del riciclo, cogliere i trend evolutivi,<br />

analizzare le strategie aziendali e indirizzare le policy è la sua mission. L’osservatorio<br />

sviluppa analisi e studi sulla gestione dei rifiuti, la valorizzazione delle risorse e<br />

l’economia circolare, monitorando il settore con l’Annual Report.<br />

molti hanno già segnalato la mancanza di condizioni<br />

fondamentali per riuscire a realizzare un<br />

parco impianti adeguato sul territorio italiano.<br />

Innanzitutto, l’industria nazionale si limita solo<br />

ad un primo trattamento dei RAEE raccolti, che<br />

mira a recuperare metalli come ferro, rame e<br />

alluminio rispetto alle MPC, in genere più difficili<br />

da estrarre.<br />

In secondo luogo, i tempi per avere i permessi<br />

per costruire gli impianti sono piuttosto lunghi.<br />

In alcuni casi, sono occorsi ben 3 anni contro i<br />

circa 12 mesi stimati dalla Commissione<br />

Europea per il rilascio delle autorizzazioni per<br />

progetti strategici di riciclo.<br />

A questi, si aggiunge la necessità di snellire il<br />

meccanismo per l’attribuzione della qualifica<br />

di end of waste ai materiali recuperati dal trattamento<br />

avanzato. Una ulteriore complessità,<br />

infine, è dovuta al fatto che il flusso dei RAEE è<br />

sempre più legato a quello di pile e accumulatori,<br />

con diverse problematiche nel disassemblaggio<br />

e, in generale, nella gestione a fine vita<br />

e nelle disposizioni normative. Il PNRR, ad<br />

esempio, ha incluso i progetti relativi ai RAEE<br />

tra quelli “faro”, ma non ha compreso la stretta<br />

relazione tra RAEE e batterie, escludendo dal<br />

finanziamento almeno un progetto per la realizzazione<br />

di un impianto per il trattamento delle<br />

batterie al litio.<br />

Nel complesso, per far fronte alla sfida rappresentata<br />

dal recupero delle MPC dai rifiuti, serve<br />

quindi un ripensamento dei normali processi di<br />

trattamento e, anche in questo caso, una visione<br />

di lungo periodo da parte dei policy maker, capace<br />

però di adattarsi ad uno scenario estremamente<br />

variegato e mutevole come è quello dei<br />

RAEE.<br />

l<br />

Dicembre <strong>2023</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

12 PRIMO PIANO Soluzioni<br />

RAEE<br />

RAEE<br />

PRIMO PIANO<br />

13<br />

Pillole dal laboratorio<br />

di Andrea Ballabio,<br />

Donato Berardi,<br />

Eleonora Trentini,<br />

Nicolò Valle e Barbara<br />

Zecchin<br />

I Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE)<br />

costituiscono già ora una delle frazioni critiche<br />

del ciclo dei rifiuti.Vediamo quali sono le prospettive<br />

e iniziative in Europa, tra gestione e sostenibilità<br />

Il Laboratorio REF<br />

Ricerche è un think<br />

tank che intende riunire<br />

selezionati<br />

rappresentanti del<br />

mondo dell´impresa,<br />

delle istituzioni e della<br />

finanza al fine di<br />

rilanciare il dibattito sul<br />

futuro dei Servizi<br />

Pubblici Locali.<br />

Con una produzione mondiale di oltre<br />

50 milioni d tonnellate, di cui più di 4<br />

solamente in Europa, i RAEE vedono<br />

una previsione di crescita di addirittura un<br />

raddoppio nei prossimi decenni. A cosa si<br />

deve tale tendenza? Essenzialmente, al progresso<br />

scientifico-tecnologico e ai mutamenti<br />

negli stili di consumo dei cittadini, ove tali dispositivi<br />

rivestono un ruolo sempre più centrale,<br />

unitamente all’obsolescenza rapida che<br />

spesso accompagna le apparecchiature elettriche<br />

ed elettroniche (AEE). L’intero ciclo di<br />

vita delle AEE richiede una quantità ingente<br />

di energia, generando più del 2% delle emissioni<br />

mondiali di CO 2 eq., con una previsione<br />

di crescita fino al 14% entro il 2040. La gestione<br />

dei RAEE non può prescindere da un<br />

adeguato trattamento, onde evitare di cagionare<br />

danni notevoli all’ambiente circostante<br />

e alla salute dei cittadini.<br />

Come si sta muovendo l’Europa?<br />

L'Unione Europea (UE) ha preso iniziative significative<br />

per affrontare alcune carenze critiche.<br />

Relativamente all'approvvigionamento<br />

delle materie prime necessarie per la produzione<br />

delle AEE, l’Europa dipende fortemente<br />

da pochi Paesi terzi. Pertanto, le<br />

Istituzioni comunitarie hanno lanciato lo<br />

European Critical Raw Materials Act.<br />

Un'iniziativa mirata a garantire un approvvigionamento<br />

sicuro, diversificato ed economicamente<br />

sostenibile di queste materie.<br />

Circa la normativa di riferimento, nonostante<br />

sia in vigore il principio di Responsabilità<br />

Estesa del Produttore (EPR), con la Direttiva<br />

2002/96/CE, l’industria europea non ha ancora<br />

traguardato né una riduzione efficace<br />

dei RAEE generati, né un uso meno intensivo<br />

delle materie prime necessarie alla loro produzione.<br />

Con la successiva Direttiva 2012/19/UE, è stato<br />

adottato un approccio volto a favorire il riutilizzo,<br />

il riciclo e la massimizzazione del recupero<br />

delle materie prime critiche, con obiettivi<br />

più ambiziosi per la gestione dei rifiuti e con<br />

misure per affrontare il commercio illegale.<br />

Tuttavia, l'attuazione di queste direttive è stata<br />

variabile tra gli Stati membri. Motivo per cui,<br />

la Direttiva 2012/19/UE è in fase di revisione.<br />

Presente e futuro<br />

Le tendenze attuali e future evidenziano<br />

come le iniziative europee rappresentano un<br />

punto di partenza per migliorare la gestione<br />

dei RAEE. Un aspetto essenziale è quello di<br />

sensibilizzare e informare le persone, orientandone<br />

sia le decisioni d'acquisto sia le modalità<br />

di corretto trattamento dei dispositivi.<br />

Attualmente, infatti, la consapevolezza sull'importanza<br />

di raccogliere e gestire adeguatamente<br />

i RAEE è ancora limitata, al pari dei<br />

servizi di riparazione disponibili.<br />

Un aspetto essenziale da rafforzare ulterior-<br />

mente riguarda la crescita della diffusione<br />

dei prodotti ricondizionati, il cui acquisto offre<br />

vantaggi sia economicamente che ambientalmente.<br />

Da un lato, si ha un risparmio di<br />

costo; dall’altro lato, si riduce l’uso di materie<br />

prime critiche e il loro impatto emissivo. A livello<br />

di trattamento, si registra ancora una<br />

presenza significativa di abbandono illegale<br />

di RAEE nell'ambiente o, anche, il conferimento<br />

in contenitori inappropriati. Da qui,<br />

l’urgenza di istituire un sistema di controllo<br />

e sanzionatorio più efficace, al pari di un rafforzamento<br />

dell’educazione dei cittadini. Circa<br />

la durata utile delle AEE, va sostenuto il diritto<br />

alla riparazione, rimuovendo ostacoli tecnici,<br />

economici e normativi. Una gestione sostenibile<br />

dei RAEE non può prescindere da un<br />

ecodesign efficace, che integra considerazioni<br />

ambientali fin dalla fase iniziale della progettazione,<br />

rendendo le AEE più resistenti e facilmente<br />

riparabili. In generale, la gestione<br />

e la sostenibilità dei RAEE richiedono un approccio<br />

completo, coinvolgendo tutti gli stakeholders:<br />

produttori, Governi, consumatori<br />

e organizzazioni internazionali. La transizione<br />

verso un'economia circolare, l’educazione<br />

dei cittadini, la promozione del ricondizionamento,<br />

il diritto alla riparazione e l'ecodesign<br />

sono tutti elementi fondamentali per affrontare<br />

questa sfida in modo efficace. l<br />

Per approfondire<br />

RAEE: prevenzione,<br />

riutilizzo e riciclo per<br />

rispondere al fabbisogno<br />

di materie prime critiche<br />

Position Paper n. 251 -<br />

Laboratorio REF,<br />

settembre <strong>2023</strong><br />

Dicembre <strong>2023</strong><br />

Dicembre <strong>2023</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

14 PRIMO PIANO Soluzioni<br />

ANGOLO INNOVAZIONE<br />

CHE FINE HA FATTO?<br />

PRIMO PIANO<br />

15<br />

Il mercato delle<br />

demolizioni navali?<br />

Sull’altalena<br />

App e Startup<br />

Start up, idee geniali e “circolari”.<br />

Ma a distanza di tempo che fine hanno fatto?<br />

Marco Comelli<br />

Eliana Puccio<br />

GANIGA<br />

INNOVATION<br />

Startup innovativa<br />

pisana che ha<br />

brevettato e inventato<br />

un cestino smart che<br />

comunica col<br />

cittadino, oltre a<br />

La tecnologia può essere un ottimo alleato dell’uomo,<br />

anche nella raccolta differenziata. Spazio ad app e idee<br />

che generano nuove opportunità di business sostenibile<br />

SPRECOMETRO<br />

È una applicazione ideata e sviluppata<br />

dall'Osservatorio <strong>Waste</strong> Watcher<br />

International su cibo e<br />

sostenibilità.<br />

Misura in grammi lo spreco<br />

alimentare di singoli e gruppi,<br />

valutando la perdita<br />

economica (Euro),<br />

l'impronta carbonica<br />

(C0 2 e km percorsi da<br />

un auto) e l'impronta<br />

idrica (H 2 0 e bottiglie di<br />

acqua da 0.5l).<br />

differenziare in<br />

automatico i suoi<br />

rifiuti e creare grazie<br />

all’intelligenza<br />

artificiale statistiche e<br />

dati. Consente l’avviso<br />

e la pianificazione di<br />

un percorso<br />

ottimizzato di<br />

svuotamento dei<br />

cestini, riducendo i<br />

costi del personale<br />

impiegato, oltre a<br />

diminuire<br />

l’inquinamento<br />

richiesto per la<br />

raccolta. L’intelligenza<br />

artificiale consente la<br />

riduzione di costi subottimizzati,<br />

e migliora<br />

la qualità della<br />

raccolta differenziata<br />

che si traduce in<br />

importanti incentivi e<br />

premi, utilizzabili per<br />

recuperare<br />

l’investimento iniziale.<br />

I primi prodotti<br />

sviluppati sono:<br />

Hoooly!App. e Hoooly!<br />

in versione Street,<br />

Home e Shop.<br />

Attribuisce dei punteggi per ogni<br />

variazione in diminuzione dello spreco<br />

individuale nel tempo, e per ogni attività a<br />

cui si partecipa: visione dei video, lettura<br />

delle schede, risposte corrette<br />

dei quiz.<br />

Consente di calcolare i dati<br />

aggregati di impatto economico<br />

e ambientale per valutare i<br />

progressi del singolo, del cluster<br />

e del totale degli utenti.<br />

È collegata a un canale Instagram<br />

dove gli utenti possono condividere<br />

risultati e progressi.<br />

Dicembre <strong>2023</strong><br />

Ne abbiamo parlato per l’ultima volta 21<br />

mesi fa, con un pezzo scritto prima dell’aggressione<br />

russa all’Ucraina. Se -<br />

gnalavamo che il mercato era in forte ripresa ed<br />

era tornato agli stessi livelli del 2018. Da allora<br />

molto acqua è passata sotto le carene, e in questo<br />

momento la situazione è completamente ribaltata.<br />

O forse no. Secondo Xclusiv Shipbrokers, un consulente<br />

e broker con sede ad Atene, a fine agosto<br />

il numero di navi cargo vendute per essere avviate<br />

alla demolizione dall’inizio dell’anno era di 129, il<br />

14% in meno rispetto allo stesso periodo del 2022.<br />

Non tutte le categorie di navi si sono comportate<br />

allo stesso modo. Le portarinfuse secche hanno<br />

visto raddoppiare il riciclo, con 55 unità, il doppio<br />

dello stesso periodo del 2022. Età media, 30 anni.<br />

Lo stesso per le portacontainer, sulle quali ha influito<br />

lo sboom dei noli, passate da 2 unità a 41<br />

nel giro di un anno. Anche qui età media alta, 29<br />

anni. Tutto sommato stabile il settore delle gasiere,<br />

passato da 9 a 12 unità demolite, con età media<br />

di 34 anni. Tutte erano destinate al trasporto di<br />

GPL. Ai minimi termini il mercato del wet bulk,<br />

ossia le cisterne, crollato da 113 a 21, quasi tutte<br />

nel segmento delle cisterne per distillati e prodotti<br />

chimici. Il 71% delle navi era inferiore alle 10.000<br />

tonnellate di dislocamento a vuoto. Il motivo del<br />

crollo è dovuto all’esplosione della domanda di<br />

trasporto del petrolio, causato da diversi fattori,<br />

come l’indisponibilità dei terminal del Mar Nero,<br />

per cui il petrolio deve fare tragitti più lunghi, e le<br />

manovre complesse per aggirare le sanzioni al<br />

petrolio russo. Entrambe le situazioni spingono<br />

gli armatori a tenere in opera navi vecchie, sia direttamente<br />

che vendendole ad operatori fantasma,<br />

quando un tempo le avrebbero mandate al<br />

riciclo.<br />

Dicembre <strong>2023</strong><br />

Demolizioni effettive?<br />

Il mercato è però molto<br />

volatile. Se invece della<br />

fine di agosto avessimo<br />

preso la fine di giugno<br />

avremmo registrato un<br />

incremento del 73% rispetto<br />

alla prima metà<br />

del 2022. Occorre quindi<br />

attendere prima di emettere<br />

sentenze definitive. Quel che certo è che il<br />

mercato sta cambiando, per ragioni dipendenti<br />

sia dall’offerta che dalla domanda. Per esempio,<br />

da fine luglio i demolitori del Bangladesh hanno<br />

smesso di fare offerte per navi più grandi di 8-<br />

9000 tonnellate di dislocamento a vuoto, per la<br />

difficoltà di farsi finanziare le lettere di credito<br />

dalle banche. Nei mesi precedenti era toccato<br />

al Pakistan per motivi simili, con un crollo verticale<br />

che gli aveva fatto perdere la terza posizione<br />

come demolitore a favore della Turchia. A<br />

giugno di quest’anno le quote di mercato per il<br />

cargo erano di 47,3% per il Bangladesh, 31,7%<br />

per l’India e 4,4% per la Turchia. UE e Cina non<br />

pervenute. Il Bangladesh ha comunque un backlog<br />

robusto di lavoro, per cui è possibile che la<br />

sua posizione sulle demolizioni effettive si mantenga<br />

anche a fine anno.<br />

Infine, come aggiornamento last minute, il<br />

Pakistan ha deciso di ratificare la convenzione<br />

di Hong Kong. Da un punto di vista formale non<br />

cambia nulla, la Convenzione aveva già raggiunto<br />

i numeri per entrare in vigore nel 2025. I demolitori<br />

di Anang, il sito principale in Pakistan, parlano<br />

di costruire una discarica centralizzata, un<br />

villaggio per i lavoratori immigrati e altre cose<br />

basiche.<br />

l


16 ECONOMIA CIRCOLARE PRODOTTI E FINE VITA<br />

PRODOTTI E FINE VITA<br />

ECONOMIA CIRCOLARE<br />

17<br />

CircolarMente<br />

Appuntamento con lo spazio dedicato<br />

a materiali e design circolari, nonché<br />

alle risorse materiche. Su questo numero<br />

chiariamo: il riciclo è potenziale o reale?<br />

Marco Capellini<br />

matrec.com<br />

Filati provenienti<br />

da materiale riciclato.<br />

Negli ultimi mesi la misurazione della circolarità<br />

è diventata un aspetto sempre<br />

più oggetto di attenzione da parte delle<br />

imprese (si veda <strong>Waste</strong> Anno VI Ottobre 2022).<br />

Grazie alla pubblicazione della UNI 11820, abbiamo<br />

finalmente una norma di riferimento che<br />

permette alle aziende di misurare la propria circolarità<br />

come organizzazione. Va però precisato,<br />

che misurare la circolarità di un’organizzazione<br />

è un obiettivo ed un approccio diverso rispetto a<br />

misurare la circolarità di un materiale, di prodotto<br />

o di un progetto. Sembra un paradosso ma sono<br />

diversi i casi in cui un’azienda intraprende un<br />

approccio alla circolarità come organizzazione,<br />

ma poi i prodotti realizzati dalla stessa azienda<br />

non sono per nulla circolari e viceversa.<br />

Lo scenario della fine<br />

Per entrambi gli approcci alla misurazione, ci<br />

sono diversi KPI in comune, in<br />

particolare quelli relativi ai<br />

consumi di risorse.<br />

Oltre a ciò, c’è un aspetto<br />

fondamentale da tenere<br />

in stretta considerazione,<br />

ossia la<br />

definizione dello scenario<br />

di fine vita, poiché<br />

permette di stabilire il “tasso<br />

di riciclo delle risorse impiegate”.<br />

Non è semplice conoscere la de-<br />

stinazione finale di un prodotto, in quanto sono<br />

molteplici i fattori da considerare. In primo<br />

luogo c’è la scelta del materiale: in funzione<br />

della sua natura e delle caratteristiche intrinseche<br />

è possibile conoscerne il “potenziale”<br />

in termini di riciclabilità.<br />

In secondo luogo è necessario tenere in considerazione<br />

che la scelta del materiale è strettamente<br />

collegata alla progettazione del prodotto.<br />

Il design del prodotto gioca un ruolo<br />

sostanziale in questa fase, proprio perché la<br />

combinazione di materiali di diversa natura<br />

potrebbe compromettere la loro riciclabilità.<br />

È di basilare importanza, quindi, progettare<br />

prodotti seguendo i principi di Ecodesign per<br />

rendere possibile la disassemblabilità dei<br />

componenti rispetto all’impiego di differenti<br />

tipologie di materiali.<br />

Un ulteriore fattore consiste nel valutare la<br />

presenza di eventuali sistemi consortili o filiere<br />

di raccolta dei prodotti (materiali) giunti a fine<br />

vita. Infatti, alcuni prodotti appartenenti a specifici<br />

settori, ad esempio RAEE, pneumatici<br />

fuori uso, batterie e imballaggi, sono agevolati<br />

in quanto recuperati e raccolti da consorzi dedicati<br />

sulla base di sistemi EPR: per questo<br />

motivo risulta più semplice avere accesso a<br />

dati di riciclo reali e attendibili.<br />

Tra il dire e il fare…<br />

Per i prodotti di altri settori, come ad esempio<br />

arredo, moda e oggettistica, occorre un’analisi<br />

molto più complessa e articolata in quanto<br />

i dati di riciclo sono spesso oggetto di stime<br />

o di rapporti basati sulle quantità di prodotto<br />

recuperati senza avere la certezza di conoscere<br />

i flussi destinati al riciclo effettivo, rispetto<br />

a quelli destinati a valorizzazione energetica<br />

o discarica.<br />

L’importanza di questi dati, per noi di Matrec,<br />

è fondamentale per misurare correttamente<br />

la circolarità di un prodotto, ed è per questo<br />

motivo che periodicamente svolgiamo sopralluoghi<br />

presso impianti di recupero e riciclo<br />

oltre ad analizzare report e documenti<br />

ufficiali. Il possesso di dati veritieri e aggiornati<br />

relativi alla destinazione del fine vita di<br />

un prodotto permette di ottenere un risultato<br />

di misurazione “reale”.<br />

Al contrario, come spesso avviene da parte<br />

delle aziende, vengono ipotizzati scenari di<br />

fine vita in considerazione solo delle tipologie<br />

di materiali impiegati, presumendo che questi<br />

siano riciclabili.<br />

In quest’ultimo caso stiamo parlando di un<br />

possibile riciclo “potenziale”, in quanto non<br />

avvalorato da dati scientifici sulla gestione<br />

del fine vita.<br />

Per la misurazione della circolarità di prodotto<br />

la differente allocazione dei dati di riciclo<br />

tra scenario “reale” e “potenziale”, può<br />

determinare enormi differenze dei risultati<br />

finali oltre al fatto che la soluzione dello scenario<br />

“potenziale”, non permette un’eventuale<br />

certificazione di veridicità del dato da<br />

parte terza.<br />

Verità certificata<br />

L’obiettivo comune a livello nazionale ed europeo<br />

consiste nell’incrementare di anno in<br />

anno il tasso di circolarità dei materiali (la<br />

quota di materiali riciclati impiegati nei prodotti),<br />

ed il tasso di riciclo (la quantità di materiali<br />

riciclati effettivamente avviati a processi<br />

di riciclo).<br />

Questi due elementi sono oggetto della ESPR<br />

(Ecodesign for Sustainable Products Re -<br />

gulation) dell’Ue e, pertanto, le aziende saranno<br />

tenute a comunicare le performances di<br />

circolarità dei propri prodotti. Il dato dovrà essere<br />

veritiero e certificato in quanto parte di<br />

quello che sarà il Digital Product Passport.<br />

Da ciò si evince molto chiaramente l’importanza<br />

per le aziende di progettare prodotti<br />

seguendo i principi dell’Ecodesign e di cui la<br />

circolarità dichiarata deve prendere come riferimento<br />

scenari di riciclo “reale”. l<br />

Esempio di ecodesign:<br />

calciobalilla<br />

con parti metalliche<br />

riciclate e riciclabili.<br />

Il processo<br />

di ricerca<br />

e selezione<br />

dei materiali<br />

di Matrec.<br />

Carta e cartone sono<br />

materiali riciclabili<br />

per eccellenza, grazie<br />

anche alla raccolta<br />

e recupero da parte<br />

di consorzi dedicati.<br />

Dicembre <strong>2023</strong><br />

Dicembre <strong>2023</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

18 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />

NEWS<br />

Federica Giannattasio,<br />

AM di Iterchimica<br />

e Marco Griguolo,<br />

consigliere delegato<br />

alla mobilità della<br />

Città metropolitana.<br />

Una pista<br />

super green<br />

Inaugurata all’Idroscalo di Milano la prima<br />

pista ciclabile in Lombardia realizzata<br />

con asfalto green 100% riciclato a freddo<br />

Recuperato al 100% da materiale proveniente<br />

dalla demolizione di vecchie pavimentazioni<br />

(“fresato”), è stato inaugurato<br />

per due tratti della pista ciclabile che<br />

corre lungo l’Idroscalo di Milano.<br />

Consente l’abbattimento di 9,6 tonnellate di<br />

CO 2 eq (il 70% in meno) pari all’azione di assorbimento<br />

di quasi 60.000 alberi adulti e la<br />

riduzione dei consumi energetici di oltre<br />

30mila kwh. Inoltre, per questa attività sono<br />

state risparmiate 186,8 tonnellate di materie<br />

prime estratte da cave (-96%), pari al peso<br />

di oltre 110 automobili, e quasi 10 tonnellate<br />

Il tratto di pista interessato<br />

di bitume (-94%). La tecnologia impiegata<br />

dalla Città Metropolitana di Milano chiamata<br />

Iter lene ACF 1000 HP Green è frutto di una<br />

ricerca durata tre anni, sviluppata da Iter -<br />

chimica.<br />

“Si tratta di un piccolo intervento dal grande<br />

valore simbolico - ha dichiarato il consigliere<br />

delegato alla mobilità della Città metropolitana,<br />

Marco Griguolo - la nostra priorità rimane<br />

quella di investire per realizzare una<br />

colossale infrastruttura ciclabile, funzionale<br />

e sicura, che abbraccerà tutti i 133 comuni<br />

della nostra area metropolitana". l<br />

su scarifica di asfalto<br />

normale: 570 mq<br />

Trasformare i rifiuti<br />

in Risorsa<br />

Innovare, Collaborare,<br />

Sostenere.<br />

9 - 11 Aprile 2024<br />

Bergamo, Italia<br />

Scopri un mondo di opportunità<br />

a WME 2024<br />

Infografica pista<br />

ciclabile.<br />

L’asfalto colorato,<br />

oltre a migliorare<br />

l’impatto visivo,<br />

contribuisce anche<br />

alla riduzione<br />

del calore in ambito<br />

urbano rendendo<br />

possibile<br />

un abbassamento<br />

della temperatura<br />

della pavimentazione<br />

fino a 18 C° in meno.<br />

IDROSCALO<br />

Idroscalo<br />

Ingresso<br />

zona sportiva<br />

Due tratte di pista ciclabile<br />

presso l’Idroscalo di Milano.<br />

Larghezza media circa 3 m<br />

Lunghezza totale circa 313 m<br />

su autobloccanti:<br />

370 mq<br />

Ingresso Riviera Est<br />

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Organizzato da<br />

Con il patrocinio di<br />

Dicembre <strong>2023</strong>


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

20 ECONOMIA CIRCOLARE<br />

KERMESSE RIMINESE<br />

KERMESSE RIMINESE<br />

ECONOMIA CIRCOLARE<br />

21<br />

Boooummm<br />

La 26ma edizione di Ecomondo<br />

si è confermata una miscela esplosiva.<br />

La vetrina internazionale più attesa<br />

dell’anno ha dato il meglio di sé<br />

con tutto ciò che fa gestione ambientale<br />

Federica Lugaresi<br />

Installazione “Runner” presso<br />

il Gruppo Hera costituita da tessuto<br />

tecnico, gommini di scarpe e parti<br />

di indumenti da runner recuperati<br />

e riciclati.<br />

Numeri da capogiro. A partire dall’area<br />

messa a disposizione. Lo spin-off di<br />

KEY (divenuta manifestazione separata)<br />

ha lasciato spazi liberi che sono andati immediatamente<br />

sold out con 150 mila metri<br />

quadrati complessivi dedicati ad oltre 1500<br />

espositori, e una crescita del 10% sullo scorso<br />

anno. Anche le presenze hanno registrato un<br />

+15% rispetto al 2022: segnale ben preciso che<br />

le tecnologie, già pronte per le sfide future,<br />

hanno un forte appeal sul pubblico.<br />

Non si sa dove guardare<br />

“Il Mare Magnum del waste”, richiamando<br />

uno dei nostri titoli dello scorso numero, è<br />

quello che abbiamo visto nella vetrina di<br />

Ecomondo. Dalla bioeconomia rigenerativa<br />

alla blue economy, dalla valorizzazione dei rifiuti<br />

come aiuto al ripristino dei suoli, passando<br />

Polvere di feldspato di Minerali Industriali,<br />

materia prima recuperata dagli sfridi delle cave<br />

storiche di granito ornamentale di Verbania.<br />

Si tratta di riciclato al 100%.<br />

per le bioenergie al monitoraggio ambientale.<br />

A dimostrazione, che soluzioni innovative (e<br />

profittevoli) per la circolarità sono da tempo<br />

disponibili per rigenerare gli ecosistemi e decarbonizzarli.<br />

In apertura degli Stati Generali<br />

della Green Economy <strong>2023</strong>, l’economia del domani<br />

viene descritta proprio così: green, rigenerativa<br />

circolare e decarbonizzata.<br />

Stimandone un beneficio per 689 mld di euro<br />

in un lasso di tempo di dieci anni, “a fronte di<br />

Campana di raccolta<br />

per indumenti usati.<br />

La raccolta dei tessili<br />

in Italia è obbligatoria<br />

da gennaio 2022.<br />

Dicembre <strong>2023</strong><br />

costi cumulati per 136,7 mld, del solo pacchetto<br />

normativo europeo per la decarbonizzazione”.<br />

Chi trarrà sicuramente beneficio dalla kermesse<br />

riminese sono gli innovatori con le<br />

loro start-up e scale-up. Come 3Bee che ha<br />

sviluppato la tecnologia che permette di studiare<br />

lo stato di salute delle api mellifere selvatiche<br />

e recuperare informazioni sull’ecosistema<br />

nel raggio di due km.<br />

Ma anche Mixcycling che nobilita gli scarti<br />

provenienti da lavorazioni industriali (recuperando<br />

fibre naturali e sostituendo i polimeri<br />

fossili con vettori di origine riciclata o biobased),<br />

o HBI che ha sviluppato e brevettato una<br />

tecnologia poligenerativa che tratta fanghi di<br />

depurazione, minimizzandone la massa in<br />

uscita, recuperando energia rinnovabile ed<br />

estraendo materie prime seconde, recuperando<br />

più del 90% di massa ed energia contenute<br />

nei fanghi.<br />

Per finire con Oxoco che applica una tecnologia<br />

di ossicombustione flameless nei rifiuti,<br />

dando luogo alla produzione di materiale vetroso<br />

inerte (e non di cenere) riutilizzabile in<br />

sicurezza.<br />

Da cosa rinasce cosa<br />

Consorzi e associazioni si danno da fare.<br />

Leggerete nello specifico i risultati dell’Italia<br />

che ricicla sul primo numero dell’anno. Ma<br />

Sistemi di filtrazione per le acque<br />

nere da uso civile e industriale.<br />

Le modalià scelte dal Gruppo<br />

STA dipendono dall’inquinante<br />

presente.<br />

Dicembre <strong>2023</strong><br />

tutti si sono dimostrati attivi e formativi - in<br />

termini di diffusione della cultura del riciclo<br />

- soprattutto attraverso gli adulti di domani<br />

con progetti formativi. Interessante la presentazione<br />

dell’ultimo consorzio arrivato,<br />

Rematrix, per la gestione attiva del fine vita<br />

dei prodotti tessili. All’interno del Textile<br />

District, sono stati raccontati progetti di riciclo<br />

innovativi e sfidanti, come quello di Re Shoes<br />

(Gruppo Scarpa) per raccogliere e riciclare<br />

scarpe tecniche col fine di produrre una nuova<br />

calzatura di alta qualità.<br />

Alta qualità anche per acque depurate da sistemi<br />

sempre più efficaci e sofisticati che<br />

trattano acque nere sia di uso civile che industriale,<br />

restituendole sempre più pure e<br />

pronte al riutilizzo e riuso, preservando così<br />

la falda idrica. Sempre in tema di acque ma<br />

marine, si è parlato anche di come gestire le<br />

barche a fine vita, come opportunità per il recupero<br />

della loro vetroresina.<br />

La “giungla” urbana<br />

del Gruppo Fiori che si occupa<br />

del riciclo di metalli.<br />

Tonnellate di scarti, analizzati<br />

separati e frantumati.<br />

Non dimentichiamo i veicoli<br />

Ecomondo è anche SALVE, il salone dei veicoli<br />

ecologici e dedicati principalmente all’igiene urbana.<br />

La componente trasporto nelle tematiche<br />

legate alla fiera riminese è infatti particolarmente<br />

significativa. Oltre alla raccolta e compattazione<br />

dei rifiuti, il truck deve trasportare di tutto, dai<br />

rifiuti solidi agli eco carburanti gassosi, rifiuti<br />

tossici e pericolosi o inerti da cantiere. Ma sono<br />

anche essi stessi applicazioni<br />

reali di propulsioni-per<br />

esempio<br />

elettriche - tanto diffuse<br />

per le mission<br />

urbane.<br />

Per toccare con mano<br />

questi concentrati di<br />

tecnologia Vie e Tra -<br />

sporti (in collaborazione<br />

con <strong>Waste</strong>) ha organizzato<br />

le prove di<br />

gui da che si sono svolte<br />

su tre percorsi differenti.<br />

Numerose le impressioni<br />

raccolte al<br />

termine dei test: potrete<br />

approfondire e leggere<br />

tutto sul prossimo<br />

numero di Vie e<br />

Trasporti. l


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

22<br />

ECONOMIA CIRCOLARE<br />

NUOVE PLASTICHE<br />

Riciclato e riparato<br />

B6 - 223/322<br />

13 - 17 maggio 2024<br />

Monaco (Germania)<br />

I ricercatori giapponesi hanno trovato il modo di creare<br />

una plastica durevole, riciclabile e parzialmente<br />

biodegradabile. Lo rivela uno studio: ecco qual’è il segreto<br />

Gli scienziati in Giappone hanno sviluppato<br />

una plastica marina parzialmente<br />

biodegradabile, auto-guaritrice e nutrizionale.<br />

Il segreto? È bastato combinare una resina<br />

epossidica vitrimerica con una molecola chiamata<br />

polirotassano, creando così quello che il<br />

team di scienziati ha chiamato VPR, vitrimero<br />

incorporato in polirotassano.<br />

Si tratta di un vitrimero “cinque volte più forte<br />

di un vitrimero di resina epossidica convenzionale”,<br />

spiega in un comunicato stampa Shota<br />

Ando, progettista capo del progetto e assistente<br />

professore all’Università di Tokyo.<br />

Un vetrimero è una categoria di plastica presentata<br />

nel 2011 come “forte e insolubile come<br />

la plastica termoindurente” e “lavorabile a caldo<br />

come il vetro”.<br />

“Può essere riciclato e riparato”, ha spiegato il<br />

designer Ludwik Leibler. Il VPR può biodegradarsi<br />

fino al 25% quando rimane in acqua di<br />

mare per 30 giorni e, per questo nutrizionale,<br />

diventando una fonte di cibo per la fauna e la<br />

flora marina.<br />

Secondo i ricercatori: “Questo nuovo materiale<br />

potrebbe avere ampie applicazioni nell’ambito<br />

di un’economia più circolare mirata al riciclaggio<br />

delle risorse e alla riduzione dei rifiuti”.<br />

Il VPR potrebbe essere utilizzato per la costruzione<br />

di veicoli, strade e ponti, il che li renderebbe<br />

più facili da mantenere perché più resistenti<br />

o, date le sue “capacità di memoria di<br />

forma”, potrebbe consentire di riorganizzare la<br />

silhouette dei vestiti “con asciugacapelli o ferro<br />

da stiro.” Insomma, sicuramente rappresenta<br />

un vantaggio per gli oceani dove circa 700 specie<br />

di animali marini hanno già ingerito plastica o<br />

ne sono rimaste intrappolate.<br />

l<br />

Dicembre <strong>2023</strong><br />

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È TEMPO DI<br />

VALORIZZARE<br />

AL MASSIMO I METALLI<br />

BASSO CONSUMO<br />

ENERGETICO<br />

I nostri macchinari garantiscono un’ottima<br />

efficienza energetica, massimizzando il rapporto<br />

tra consumi e produttività oraria.


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

24 ECONOMIA CIRCOLARE RIFIUTI INDUSTRIALI<br />

25<br />

Quelle richesse!<br />

Elementi “comuni” che diventano sempre<br />

più preziosi: il riciclo sembra non essere<br />

sufficiente e si riaprono le vecchie miniere.<br />

Con un’attenta valorizzazione dei minerali<br />

industriali scartati, ora merce di valore<br />

Federica Lugaresi<br />

Miniera di Malfidano,<br />

ormai diventata<br />

archeologia<br />

industriale, ma che<br />

nell’800 vantava<br />

un’attività estrattiva<br />

frenetica<br />

di zinco.<br />

Una necessità. Ed una sfida titanica.<br />

Stiamo parlando della riapertura di siti<br />

minerari abbandonati (fino a qualche<br />

tempo fa attivi) che diventano nuovo serbatoio<br />

a cui attingere, per ridurre la dipendenza europea<br />

dalle importazioni di metalli e minerali la<br />

cui domanda ha avuto un boom.<br />

Le nuove tecnologie consentono di recuperare<br />

metalli e scarti di lavorazione industriale (sfridi)<br />

che diventano merce di grande valore. In più,<br />

ciò che era conferito in discarica al momento<br />

dell’attività dei siti, ora può essere potenzialmente<br />

recuperato.<br />

Una bella mano<br />

Viene in aiuto il Critical Raw Materials Act presentato<br />

dalla Ue lo scorso marzo, “secondo<br />

cui, almeno il 10 per cento del consumo di materie<br />

prime strategiche fondamentali per la<br />

Transizione Green e per le Nuove Tec no logie,<br />

dovrebbe essere estratto all’interno dalla Ue<br />

stessa; il 15% del consumo annuo dell’Unio -<br />

ne di ciascuna materia prima critica dovrebbe<br />

provenire dal riciclaggio; e almeno il 40% del<br />

consumo annuo di ogni materia prima strategica<br />

dovrebbe essere raffinato all’interno<br />

dell’Ue”. Si deve rafforzare insomma la capacità<br />

della Comunità lungo tutta la filiera degli<br />

approvvigionamenti a partire ovviamente dall’estrazione,<br />

ma anche dalla lavorazione e riciclaggio.<br />

Aggiungiamo che entro il 2030, non più del 65%<br />

del consumo annuale dell’Unione di ciascuna<br />

materia prima critica in ogni fase di lavorazione,<br />

dovrà pervenire da un singolo Paese terzo.<br />

Necessario quindi un aumento del tasso di riciclo<br />

al fine vita del prodotto che, all’interno<br />

della Comunità è tra lo 0% e 55% a seconda<br />

del materiale. Ci sono infatti notevoli differenze:<br />

alcuni metalli speciali come le terre rare<br />

ma anche litio o arsenico (particolarmente<br />

tossico) non vengono quasi mai riciclati: in<br />

media meno del 7%. Altri materiali come la<br />

grafite, fosforo o elio sono attualmente riciclati<br />

in media al 4%. Materiali come barite, carbonio<br />

e silicio sono quasi impossibili da riciclare in<br />

quanto cambiano la loro forma chimica durante<br />

la lavorazione o, vengono consumati.<br />

Una delle prime ricadute…<br />

Tra le possibili soluzioni, quella di riaprire le<br />

miniere. Ma non si tratta affatto di cosa semplice,<br />

in quanto comporta una complessità<br />

ambientale e sociale che dovrà trovare un<br />

equilibrio tra i benefici economici, quelli ambientali<br />

e appunto sociali.<br />

La Comunità Europea sta lavorando per definire<br />

degli standard sostenibili per le miniere,<br />

ma si dovrà fare di più affinchè la loro riapertura<br />

sia “rispettosa” e sicura anche per le comunità<br />

che insistono sul territorio e l’ambiente.<br />

Si torna a scavare anche in Italia? Sembra proprio<br />

di sì. Il litio si trova in grandi quantità nel<br />

sottosuolo di Roma; piombo e zinco sono a<br />

Gorno (Bg), cobalto in Piemonte, titanio in<br />

Liguria, e minerali di altro genere - un tempo<br />

estratti in grandi quantità - in Sicilia e Sardegna.<br />

Secondo l’ISPRA sarebbero 3.000 i siti che potrebbero<br />

ridare il via ad attività estrattiva.<br />

E’ nata la necessità di portare avanti studi finalizzati<br />

alla valorizzazione dei residui di attività<br />

estrattiva e di lavorazione di rocce di vario tipo,<br />

con l’applicazione di nuove metodologie e strategie<br />

per il riutilizzo di scarti presenti nelle<br />

cave e loro recupero. Un esempio su tutti: i<br />

tempi molto lunghi necessari al degrado di<br />

scarti di lavorazione delle pietre ornamentali<br />

granitoidi, hanno suggerito l’idea di un loro<br />

uso nella produzione di calcestruzzi ad elevata<br />

densità, da utilizzare come basamenti di pale<br />

eoliche e/o dighe o altre infrastutture.<br />

Cava di Buddusò (SS).<br />

Gli scarti<br />

di lavorazione<br />

del granito<br />

contengono materie<br />

prime critiche.<br />

Granito a feldspati<br />

alcalini, utilizzato<br />

per la produzione<br />

di ceramiche.<br />

Esempio calzante<br />

C’è poi Minerali Industriali (impresa italiana<br />

indipendente nata dalla fusione di due gruppi<br />

storici quali Maffei e Gruppo Minerali) che si<br />

occupa di estrazione e trattamento di materie<br />

prime quali feldspati, argille e caolino, destinate<br />

all’industria del vetro, ceramica e colorifici<br />

e, parallelamente, al riciclo e recupero di scarti<br />

industriali non pericolosi. L’attività svolta contempla<br />

anche la tutela e valorizzazione delle<br />

aree - oggetto delle proprie attività di estrazione<br />

e produzione - nonché del relativo recupero<br />

ambientale.<br />

Il riutilizzo degli scarti di cava poi consente di<br />

limitare il rischio che “fasi minerali accessorie,<br />

Dicembre <strong>2023</strong><br />

comunemente presenti negli sfridi, possano<br />

rilasciare nell’ambiente elementi tossici, alterandosi<br />

in seguito all’esposizione di agenti<br />

atmosferici”. Minerali Industriali inoltre ha sviluppato<br />

un sistema di trattamento che ga -<br />

rantisce il recupero totale dei rifiuti vetrosi, con<br />

una produzione di materiale pronto-forno di<br />

alta qualità (obiettivo del trattamento del vetro<br />

è la rimozione di parti inquinanti come la ceramica).<br />

Vengono recuperati con efficacia anche<br />

rottami ceramici (piastrelle e sanitari): tutte frazioni<br />

che lavorate, danno un materiale con la<br />

stessa qualità del prodotto finito riducendone<br />

la richiesta energetica (necessaria alla cottura)<br />

e lo stoccaggio in discarica.<br />

l<br />

Cava di caolino.


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

26 ECONOMIA CIRCOLARE<br />

SOLUZIONI AMBIENTALI<br />

SOLUZIONI AMBIENTALI<br />

ECONOMIA CIRCOLARE<br />

27<br />

Che fighi<br />

questi Galli<br />

Al Pollutec sono state messe in vetrina<br />

le ultime tecnologie, attrezzature e soluzioni<br />

per l’ambiente. La migliore green<br />

economy è, decisamente, passata da qui<br />

Federica Lugaresi<br />

Si è appena conclusa la 45ma edizione del<br />

Salone lionese, che già si sta parlando della<br />

prossima. Pollutec 2024 si svolgerà infatti<br />

a Parigi, riprendendo l’alternanza tra le due<br />

città in auge qualche anno fa. Ma facciamo un<br />

passo indietro, per raccontarvi cosa abbiamo visto<br />

in questa kermesse che è leader delle soluzioni<br />

ambientali a tutto tondo, nonché evento<br />

di riferimento per la transizione ecologica ed<br />

energetica.<br />

Difficile perdersi<br />

Con oltre 51.000 partecipanti (+11% rispetto al<br />

2021), 2.000 espositori di cui 200 startup, 17 padiglioni<br />

regionali e nazionali, la kermesse ha<br />

riunito tutta la filiera ambiente e clima facendo<br />

emergere le soluzioni necessarie per fare fronte<br />

alle sfide dei cambiamenti climatici.<br />

Organizzato in “villaggi” - dei veri e propri spazi<br />

tematici che riuniscono gli attori di un settore<br />

- ma anche in percorsi tematici che guidano<br />

i visitatori attraverso le diverse aree espositive<br />

secondo argomenti trasversali. Ecco quindi la<br />

Gestione delle risorse idriche, Gestione e valorizzazione<br />

dei rifiuti organici, Economia cir-<br />

colare e conservazione delle risorse, Mare e<br />

coste, Adattamento delle città e dei territori ai<br />

cambiamenti climatici e Decarbonizzazione.<br />

Tutti temi di super attualità che sono stati affrontati<br />

nel ricco palinsesto di conferenze, a<br />

loro volta divise in “percorsi”.<br />

Relativamente all’economia circolare, spiccavano<br />

materie quali minerali e metalli critici<br />

o strategici, le plastiche (che restano ancora<br />

poco riciclate, in rapporto agli altri materiali),<br />

i tessili, i materiali da costruzione,<br />

imballaggi, batterie e rifiuti elettrici o elettronici,<br />

identificando i flussi del cosiddetto<br />

recuperato che deve essere migliorato per<br />

incentivarne ulteriormente il riutilizzo nei<br />

processi industriali.<br />

All’interno del percorso innovazione, fari<br />

puntati sulle nuove e sempre più precise soluzioni<br />

di trattamento delle acque, ma anche<br />

sui dispositivi di sorveglianza e controllo qualità.<br />

Qui il comparto dei rischi naturali o climatici<br />

si allarga e copre anche i rischi sani-<br />

I fondi di caffè<br />

con l’aggiunta<br />

di ecoresine diventano<br />

piastrelle per esterni.<br />

L’intervista<br />

Abbiamo fatto due parole con Anne Emanuele Hébert, Direttrice di Pollutec<br />

Questa è la 45ma edizione del salone: cos’ha di speciale e<br />

come il Pollutec si è trasformato negli anni?<br />

L'evento di quest'anno si svolge in un contesto caratterizzato<br />

più che mai dall'urgenza del cambiamento climatico e dalle<br />

numerose sfide che esso pone: la gestione e l'accessibilità<br />

delle risorse, il controllo dei prezzi, la conservazione della biodiversità,<br />

la qualità dell'aria... Non abbiamo altra scelta se<br />

non quella di trasformare radicalmente le nostre industrie<br />

per adattarci alla realtà del cambiamento climatico e passare<br />

il più possibile alla mitigazione. Pollutec si è evoluto con i tempi<br />

per mantenere il suo ruolo di "attivatore della transizione ecologica",<br />

riunendo gli attori del settore ambientale per perseguire<br />

lo stesso obiettivo: organizzarsi per affrontare gli sconvolgimenti<br />

climatici. Originariamente concepito per<br />

concentrarsi sul controllo dell'inquinamento, Pollutec ha poi<br />

ampliato la sua portata fino a comprendere tutte le questioni<br />

climatiche e ambientali, diventando l'evento di riferimento per<br />

la transizione.<br />

Un appuntamento fondamentale per l’economia circolare e<br />

non solo. Quali sono i temi caldi? dove è diretta l’attenzione<br />

del grande pubblico?<br />

Pollutec si concentra su un'ampia gamma di temi di attualità,<br />

da quelli storici come il trattamento della plastica e dei rifiuti<br />

organici, alla gestione delle risorse idriche, fino a quelli nuovi<br />

che riflettono le preoccupazioni dell'opinione pubblica, come<br />

la gestione del rischio (clima e salute) e l'energia. Poiché il quadro<br />

normativo continua a evolversi e a ridefinire i contorni delle<br />

politiche pubbliche e delle strategie industriali, siamo desiderosi<br />

di offrire analisi tematiche. Il Forum internazionale ha anche<br />

ospitato conferenze sul finanziamento e l'innovazione nell'UE,<br />

per fornire ai partecipanti internazionali una comprensione<br />

semplificata delle sfide istituzionali che l'Europa nel suo complesso<br />

deve affrontare.<br />

La posizione di Pollutec nei confronti della crisi idrica?<br />

La gestione delle risorse idriche è uno dei temi centrali di<br />

Pollutec fin dalla sua nascita. Quest'anno non fa eccezione:<br />

in un contesto di crescente stress idrico in tutto il mondo, le<br />

sfide della conservazione e della pianificazione delle risorse<br />

idriche sono al centro dell'attenzione di un'ampia gamma di<br />

settori, dall'agricoltura all'industria e alle autorità locali... Per<br />

sensibilizzare il pubblico presente al salone e mettere in evidenza<br />

l'innovazione in questo settore, Pollutec ha creato il<br />

Water Hub, un'area dimostrativa di 200 m² con la riproduzione<br />

di una rete di depurazione dell'acqua potabile realizzata in collaborazione<br />

con Mon Réseau d'Eau, l'Office International de<br />

l'Eau - OIEAU e il distributore Christaud.<br />

Il Salone è stato caratterizzato da una visione olistica: in pratica<br />

cosa significa?<br />

Poiché non è possibile attuare una strategia efficace di lotta al<br />

cambiamento climatico senza tenere conto dell'intera catena<br />

del valore e dei settori interessati dai cambiamenti, Pollutec ha<br />

voluto uscire dai silos e offrire in fiera una lettura globale e integrata<br />

dei temi della transizione. In concreto, abbiamo voluto<br />

mettere in atto un approccio sistemico e decompartimentale,<br />

all'interno del quale ognuno possa trovare le chiavi di lettura necessarie<br />

per rispondere nel modo più efficace possibile alle trasformazioni<br />

di cui abbiamo bisogno per rendere il domani un<br />

mondo migliore.<br />

Per quale motivo è stata scelta l’Italia come Paese ospite<br />

d’onore?<br />

Per questa edizione <strong>2023</strong>, Pollutec ha voluto riservare un<br />

posto speciale all'Italia in quanto grande nazione industriale,<br />

che ha accumulato un'inestimabile esperienza nella ge-<br />

s<br />

s<br />

Dicembre <strong>2023</strong><br />

Dicembre <strong>2023</strong>


<strong>28</strong> ECONOMIA CIRCOLARE<br />

SOLUZIONI AMBIENTALI<br />

Trattamenti e sistemi<br />

di depurazione<br />

per le acque reflue,<br />

sono stati uno<br />

dei temi centrali<br />

del salone.<br />

tari (micro inquinanti, patogeni, PFAS) presentando<br />

numerose innovazioni.Ma è il percorso<br />

relativo alla gestione della risorsa acqua<br />

che decisamente è risultato il più caldo. La<br />

questione infatti mai come oggi è nel cuore<br />

dell’attualità.Rinnovabile ma non infinita, l’acqua<br />

deve affrontare numerose sfide: sovra<br />

consumo, risparmio negli utilizzi, sostanze inquinanti,<br />

diversificazione nelle modalità di approvvigionamento.<br />

Determinante diventa l’utilizzo<br />

dell’intelligenza artificiale<br />

in termini di efficientamento<br />

all’interno dei processi<br />

produttivi; ma anche la valorizzazione<br />

delle acque non<br />

convenzionali, tra cui le acque<br />

piovane e quelle usate<br />

trattate.<br />

Un giro in giro<br />

Vengono proposte soluzioni<br />

complete per il trattamento<br />

e depurazione delle acque<br />

reflue, personalizzando le richieste<br />

dei clienti siano esse<br />

in ambito industriale, agroalimentare<br />

o civile. Anche con<br />

installazioni di depurazione<br />

stione delle risorse idriche, tra l'altro, un tema di interesse<br />

per la Francia e per l'Unione Europea nel suo complesso.<br />

L'Italia, rappresentata al salone da circa 150 aziende e da<br />

una delegazione di imprenditori lombardi (l'equivalente<br />

nazionale del Medef francese), ha potuto mostrare il proprio<br />

know-how e condividere le proprie strategie con la<br />

comunità internazionale su temi molto specifici, come il<br />

riutilizzo delle acque reflue trattate. Una cooperazione di<br />

questo tipo è necessaria per dare impulso alle iniziative<br />

transnazionali di lotta al cambiamento climatico, attraverso<br />

la condivisione di buone pratiche, garanzia di efficacia<br />

nella costruzione di un approccio globalizzato.<br />

Gli espositori (rispetto alla passata edizione) hanno trovato<br />

un pubblico più informato e preparato. Avete per caso attivato<br />

qualche nuovo canale di comunicazione?<br />

L'urgenza e la portata dei cambiamenti che dobbiamo<br />

apportare per combattere il cambiamento climatico sono<br />

tali che non possiamo più permetterci di non essere informati<br />

sulle questioni ecologiche. Questo è senza dubbio<br />

su skid, ideali per coloro che dispongono di<br />

spazi limitati e che necessitano di soluzioni<br />

modulari.C’è anche chi offre filtri combinati<br />

per il trattamento delle acque usate e il recupero<br />

di quelle piovane per uso privato.Se si<br />

guarda al mare, canali e porti, sono diversi i<br />

costruttori di battelli che – dotati di tecnologia<br />

innovativa brevettata – possono raccogliere i<br />

rifiuti galleggianti solidi e liquidi (compresi gli<br />

idrocarburi) all’interno del mezzo stesso. E poi<br />

c’è chi costruisce particolari reti da pesca che<br />

vengono infilate come calze allo sbocco dei<br />

tubi fognari per raccogliere rifiuti (vegetali, vetro<br />

e plastica e metalli ma anche irriciclabili),<br />

il cui riempimento viene segnalato da videocamere.<br />

Ma anche chi crea pannolini compostabili<br />

per bebè (al servizio della transizione<br />

ecologica); e chi tratta i rifiuti contenenti<br />

amianto, per ricavarne un prodotto vetroso<br />

utilizzato come sottofondo stradale o per boccette<br />

di profumo.<br />

Non si butta via nulla. Come per i fondi di caffè<br />

che attraverso disidratazione e l’aggiunta successiva<br />

di ecoresine, diventano piastrelle utilizzabili<br />

anche per esterni; o come i rifiuti non<br />

riciclabili che mediante fossilizzazione accelerata,<br />

si trasformano in granulati che possono<br />

sostituire quelli naturali nella composizione<br />

del beton non strutturale.<br />

l<br />

il motivo per cui i visitatori del salone sono sempre più esperti,<br />

alla ricerca di strumenti e soluzioni concrete per aiutare le<br />

loro organizzazioni a passare a un modello più compatibile<br />

con i limiti del pianeta.<br />

Facciamo un click: cosa ci dovremo aspettare dalla prossima<br />

edizione e cosa ci può raccontare del ritorno del Pollutec a<br />

Parigi?<br />

Pollutec Paris si terrà a Parigi, Expo Porte de Versailles, Padiglione<br />

1, martedì 26 e mercoledì 27 novembre 2024 in un formato biennale<br />

più agile e accessibile, a complemento dello storico evento<br />

di Lione. In un contesto di accelerazione del quadro normativo e,<br />

di conseguenza, di aumento della domanda di soluzioni pratiche<br />

da parte dell'industria e del settore pubblico, Pollutec Paris è<br />

emerso come un secondo luogo di incontro essenziale per affrontare<br />

i temi della regolamentazione, del finanziamento e dell'innovazione.<br />

Il formato di Pollutec Paris offrirà anche una vicinanza<br />

alle regioni del Nord Europa e accoglierà tutti gli 11<br />

principali settori presenti a Lione per offrire lo stesso approccio<br />

sistemico e decompartimentale alle questioni ambientali.<br />

IL SILENZIO<br />

È D’ORO<br />

Il Trituratore Elettrico 440ET, grazie<br />

al suo motore elettrico, ridefinisce la<br />

sostenibilità e l'innovazione mantenendo<br />

le alte prestazioni di sempre.<br />

Scopri di più<br />

Scopri di più<br />

Dicembre <strong>2023</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

30 ENERGIA Soluzioni<br />

F- GAS<br />

F- GAS<br />

ENERGIA<br />

31<br />

In time<br />

Bombole valvolate.<br />

Marco Comelli<br />

I negoziatori del Consiglio e del Parlamento Europeo hanno<br />

raggiunto lo scorso ottobre un accordo sull’eliminazione<br />

progressiva dei gas refrigeranti HFC (idrofluorocarburi). Ma…<br />

Un accordo non ancora operativo. Per<br />

questo si dovrà attendere in ultima<br />

analisi il voto del Parlamento (oggi previsto<br />

per gennaio 2024), per poi essere pubblicato<br />

sulla Gazzetta Ufficiale dell'UE ed entrare<br />

in vigore. Il nuovo regolamento, che è in definizione<br />

da più di due anni, punta a ridurre progressivamente<br />

l’utilizzo di questi gas che hanno<br />

un potere climalterante molto elevato se<br />

liberati in atmosfera in modo accidentale.<br />

Questo aspetto compensa in termini di effetti<br />

negativi il loro “tonnellaggio”, che è molto inferiore<br />

rispetto a quello della CO 2 . Tant’è vero<br />

che il regolamento non parla quasi mai di tonnellate<br />

di gas ma di tonnellate equivalenti di<br />

anidride carbonica. Si parla di GWP, in base al<br />

quale l’unità di misura è la CO 2 uguale a uno.<br />

Ma non è questa la sede per entrare nei dettagli<br />

di un regolamento molto complesso e diversificato<br />

per tipologia di apparecchiatura frigorifera<br />

(e non solo, per esempio sono coperti<br />

da esso, in quanto utilizzatori di HFC, anche<br />

gli inalatori nasali e per aerosol).<br />

Gas circolanti e circolari<br />

Dal nostro punto di vista, l’interesse del nuovo<br />

regolamento deriva dal fatto che in molti casi<br />

viene consentita la manutenzione di impianti<br />

esistenti, e quindi implicitamente se ne permette<br />

l’uso per un periodo superiore a quello<br />

che sarebbe possibile con l’utilizzo di gas vergini,<br />

a condizione che vengano usati gas riciclati<br />

o rigenerati. Anche in questo caso i<br />

dettagli sono complessi. A partire dal 1° gennaio<br />

2025, è vietato l'uso di HFC, con un GWP<br />

> 2.500 in termini di assistenza o manutenzione<br />

di quasi tutte le apparecchiature di refrigerazione.<br />

Questo divieto però si sposta al<br />

1° gennaio 2030 per i gas fluorurati a condizione<br />

che siano stati etichettati in conformità<br />

all'articolo 12, paragrafo 6; gas fluorurati rigenerati<br />

con un GWP > 2.500, utilizzati per la<br />

manutenzione o l'assistenza di apparecchiature<br />

di refrigerazione esistenti, a condizione che siano<br />

stati recuperati da tali apparecchiature. Tali<br />

gas riciclati possono essere utilizzati solo dall'impresa<br />

che ne ha effettuato il recupero nell'ambito<br />

della manutenzione o dell'assistenza.<br />

Questione di etichettatura<br />

A partire dal 1° gennaio 2032 il divieto passa<br />

all'uso di gas HFC con un GWP > = 750 per<br />

l'assistenza o la manutenzione di apparecchiature<br />

fisse di refrigerazione, ma anche qui<br />

sono consentiti HFC a condizione che siano<br />

stati etichettati conformemente all'articolo 12,<br />

paragrafo 6, e i gas fluorurati riciclati con un<br />

GWP > 750 (e < = 2.500) a condizione che siano<br />

stati recuperati da tali apparecchiature. Tali<br />

gas riciclati possono essere utilizzati solo dall'impresa<br />

che ne ha effettuato il recupero nell'ambito<br />

della manutenzione o dell'assistenza<br />

o dall'impresa per la quale il recupero è stato<br />

effettuato nell'ambito della manutenzione o<br />

dell'assistenza. Nel mondo degli impianti di<br />

condizionamento le regole sono molto meno<br />

stringenti anche dopo il 2032 e praticamente<br />

la scelta tra gas vergine o riciclato per la manutenzione<br />

dipende da considerazioni economiche.<br />

Ricordiamo che l’art.2 della normativa<br />

sugli F-gas del Ministero dell’Ambiente definisce<br />

“recupero” come “la raccolta e lo stoccaggio<br />

di gas fluorurati a effetto serra provenienti<br />

da prodotti, inclusi contenitori, e<br />

apparecchiature effettuati nel corso delle operazioni<br />

di manutenzione o assistenza, o prima<br />

dello smaltimento dei prodotti o delle apparecchiature”.<br />

Non tutti i refrigeranti sono riciclabili<br />

Se recuperato, si può poi provvedere al riciclaggio,<br />

rigenerazione o smaltimento del gas. Il riciclo<br />

garantisce il “riutilizzo di un gas fluorurato<br />

a effetto serra recuperato previa effettuazione<br />

di un processo di depurazione di base” che porterà<br />

ad ottenere un gas per qualità e prestazioni<br />

inferiori al prodotto vergine. Infine la “rigenerazione”<br />

prevede “il ritrattamento di un gas fluorurato<br />

a effetto serra recuperato allo scopo di<br />

ottenere un rendimento equivalente a quello di<br />

una sostanza vergine, tenendo conto del suo<br />

uso previsto”. Non tutti i fluidi refrigeranti sono<br />

riciclabili o rigenerabili. Un gas può essere riciclato<br />

se non contaminato da motore bruciato<br />

e riutilizzato solo se all’interno della stessa apparecchiatura<br />

o simile dell’impresa che ne ha<br />

effettuato il recupero. Il riciclato, infatti, ha una<br />

composizione ignota, e ogni volta. In assenza di<br />

strumentazioni e procedure di analisi tipiche di<br />

un laboratorio chimico, con il riciclo non si può<br />

verificare la corrispondenza della composizione<br />

chimica del gas estratto dagli impianti ai requisiti<br />

previsti dagli standard AHRI 700-2019. Durante<br />

la vita di un impianto, la carica del refrigerante<br />

può essere inquinata da olio, umidità, acidità,<br />

gas incondensabili, particolato: tutti elementi<br />

che possono stravolgerne la composizione chimica.<br />

Questo comporta dei limiti di riutilizzo del<br />

gas riciclato.<br />

Al contrario, il gas rigenerato può anche essere<br />

utilizzato in qualsiasi altra apparecchiatura.<br />

La possibilità di rigenerazione dipenderà<br />

dalla tipologia e dal livello di inquinamento secondo<br />

i parametri chimici dell’AHRI 700-2019.<br />

Ciò significa che il numero di volte in cui un F-<br />

gas è riciclabile non è illimitato. A un certo<br />

punto va rigenerato. Per gli HFC si può quindi<br />

parlare di riciclo a tempo.<br />

l<br />

Bombole stoccate<br />

di gas refrigerante.<br />

Dicembre <strong>2023</strong><br />

Dicembre <strong>2023</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

32 ENERGIA NEWS Soluzioni<br />

12mld sulle rinnovabili<br />

Chiusura degli impianti a carbone entro il 2027<br />

e un piano di investimenti pronto.<br />

I punti salienti della strategia Enel<br />

per affrontare le sfide e opportunità del futuro<br />

Irene Boschi<br />

Enel ha presentato il piano strategico<br />

2024-2026 che riguarda la chiusura di<br />

tutti gli impianti rimanenti a carbone entro<br />

il 2027 e 12,1 miliardi di euro di investimenti<br />

lordi nelle rinnovabili e zero emissioni entro il<br />

2040. Ha quindi pianificato nei prossimi anni<br />

investimenti totali lordi pari a circa 35,8 miliardi<br />

di euro. Di questi, 18,6 miliardi di euro sono rivolti<br />

alle reti, con focus su miglioramento di<br />

qualità, resilienza e digitalizzazione nonché<br />

su nuove connessioni, 12,1 miliardi di euro circa<br />

previsti nelle zero emissioni, con decisioni<br />

di investimento più selettive.“La nostra strategia<br />

punta a trasformare il gruppo Enel in<br />

un’organizzazione più snella, flessibile e resiliente,<br />

pronta per affrontare le sfide e cogliere<br />

le opportunità che possono presentarsi in futuro”<br />

ha dichiarato Flavio Cattaneo, Ammi -<br />

nistratore Delegato di Enel , “Nei prossimi tre<br />

anni adotteremo un approccio più selettivo negli<br />

investimenti, per massimizzare la redditività<br />

e minimizzare i rischi. Ci concentreremo sui<br />

nostri Paesi implementando strategie integrate,<br />

puntando sulle reti, le energie rinnovabili<br />

e la creazione di valore nel segmento clienti<br />

con offerte commerciali bundled.<br />

La disciplina finanziaria sarà il fondamento<br />

della nostra strategia, per potenziare la generazione<br />

di cassa e l’efficienza, mentre la sostenibilità<br />

continuerà a guidare le nostre decisioni<br />

di business”.<br />

Sostenibilità ambientale<br />

Enel ha confermato di voler chiudere tutti i rimanenti<br />

impianti a carbone entro il 2027, previa<br />

autorizzazione delle autorità competenti.<br />

Infine, è confermata l’ambizione di raggiungere<br />

zero emissioni in tutti gli scope entro il<br />

2040, anno in cui il gruppo prevede che la generazione<br />

di energia proverrà esclusivamente<br />

da fonti rinnovabili.<br />

l<br />

Dicembre <strong>2023</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

34 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />

TERRENI INQUINATI<br />

TERRENI INQUINATI<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

35<br />

Preparazione<br />

terreno<br />

per trattamento<br />

in batch.<br />

Selezione dei ceppi.<br />

Io ti bonifico!<br />

Biorisanamento come tecnica applicata<br />

per decontaminare i suoli da composti<br />

organici. Ecco un piccolo glossario<br />

che ne spiega le diverse tipologie<br />

Annalisa Gussoni<br />

Direttore<br />

Commerciale<br />

Pasa Labs srl<br />

Isolamento dei ceppi<br />

indigeni<br />

biodegradatori.<br />

In un terreno contaminato da inquinanti organici,<br />

avvengono naturalmente processi<br />

biodegradativi ad opera di batteri che utilizzano<br />

le sostanze organiche come substrato carbonioso.<br />

Ma in un suolo non si hanno, generalmente,<br />

le condizioni ambientali ottimali affinché<br />

tale processo avvenga in tempi accettabili o in<br />

maniera completa. E’ invece con gli interventi<br />

di bonifica di tipo biologico, che si creano le condizioni<br />

più favorevoli affinché i contaminanti organici<br />

vengano degradati da batteri, siano essi<br />

autoctoni o alloctoni.<br />

Batteri al lavoro<br />

Le tecniche di biorisanamento si dividono in trattamento<br />

in situ, senza movimentazione di terreno,<br />

e in ex situ, con escavazione di terreno da<br />

trattare nel sito stesso.<br />

Il trattamento in situ è utilizzato per contaminazioni<br />

profonde e dove lo stesso non comporta<br />

alcun pericolo di contaminazione delle acque<br />

sotterranee. Alcuni esempi sono:<br />

Bioventilazione, tecnologia che impiega l'aria<br />

come vettore per fornire ossigeno ai microrganismi<br />

aerobi presenti nella zona insatura<br />

del terreno stimolandone l'attività metabolica.<br />

Il sistema di ventilazione, la cui efficacia è dipendente<br />

da permeabilità, eterogeneità e grado<br />

di umidità del suolo, impiega pozzi e dreni<br />

per l'immissione dell'aria, ed uno o più pozzi<br />

per estrarla.<br />

Biostimolazione, tecnologia che comporta l'isolamento<br />

dei ceppi indigeni naturalmente biodegradatori;<br />

una volta identificati, vengono fermentati<br />

in reattori chiusi in presenza di nutrienti.<br />

Semina di batteri alloctoni è un metodo che<br />

accelera i processi biodegradativi, con stimolazione<br />

della attività della biocenosi locale per<br />

competizione con gli autoctoni. I principali vantaggi<br />

associati all’applicazione di tecniche di bonifica<br />

in situ sono: costi d’investimento contenuti,<br />

assenza di movimentazione del suolo, ridotti rischi<br />

di diffusione della contaminazione all’esterno<br />

dell’area e minor impatto ambientale.<br />

Di contro, presentano svantaggi quali: tempo di<br />

trattamento lungo o non preventivabile, maggiori<br />

costi per i controlli analitici, limitazioni dovute<br />

alla struttura geologica del suolo contaminato.<br />

Il trattamento ex situ viene usato quando vi sono<br />

concentrazioni elevate di inquinanti che sugge-<br />

riscono un confinamento del materiale e consente<br />

miglior contatto tra i batteri e i contaminanti,<br />

possibilità di ossigenazione costante, controllo<br />

diretto del processo, verifica immediata<br />

dell’efficacia del trattamento. In questo caso alcuni<br />

esempi sono dati da:<br />

Trattamento sul suolo o “landfarming”, un<br />

processo di biorisanamento che viene applicato<br />

in superficie, oppure in celle di biotrattamento.<br />

Consiste nello stendere uno strato di terreno<br />

contaminato (spessore di circa 40-50 cm) al di<br />

sopra di un letto drenante di sabbia o ghiaia, disposto<br />

a sua volta su di un manto impermeabile.<br />

La durata del trattamento è variabile in funzione<br />

del tipo e concentrazione del contaminante e<br />

delle condizioni ambientali.<br />

È un intervento relativamente economico, non<br />

richiede l'impiego di tecnologie sofisticate, né<br />

di sostanze chimiche particolari; tra le limitazioni<br />

troviamo le notevoli estensioni superficiali e la<br />

durata del trattamento che può subire notevoli<br />

rallentamenti durante la stagione fredda.<br />

Compostaggio o Biopile, che garantisce una<br />

maggior efficacia di trattamento rispetto al landfarming<br />

sia perché necessita di superfici di impianto<br />

più ridotte, sia perché non risente in maniera<br />

particolare dei cambiamenti climatici<br />

stagionali.<br />

In questo caso, il terreno inquinato viene scavato<br />

e trasportato in un’area dedicata all’interno del<br />

sito e disposto in cumuli o pile (di altezza variabile<br />

fra 0,9 e 2,5 m) che per tutta la durata del<br />

trattamento necessitano di un buon livello di ossigenazione<br />

per lo sviluppo e la crescita dei microrganismi<br />

aerobi.<br />

Trattamenti in fase semisolida (Bioreattori)<br />

prevedono una prima vagliatura del terreno per<br />

la rimozione del materiale di dimensioni grossolane.<br />

La frazione fine è invece inviata al bioreattore<br />

con aggiunta di acqua (40-90% in peso),<br />

nutrienti ed eventualmente tensioattivi per agevolare<br />

il desorbimento dei contaminanti con<br />

bassa solubilità in acqua.<br />

Idrocarburi, non più (o quasi) un problema<br />

I materiali pericolosi trattabili mediante la tecnica<br />

di cui sopra includono: solventi, idrocarburi policiclici<br />

aromatici, pesticidi, idrocarburi del petrolio,<br />

pentaclorofenolo associato con clorofenoli.<br />

Un limite all’applicazione del biorisanamento<br />

è la presenza di molecole tossiche o non biodegradabili<br />

o fortemente recalcitranti inibenti<br />

la crescita dei microrganismi.<br />

In conclusione, si può affermare che il biorisanamento<br />

è applicabile in suoli contaminati da<br />

numerosi composti organici e nei casi di inquinamento<br />

in aree già edificate; consente ridotti<br />

costi di messa in opera e gestione, maggior<br />

compatibilità ambientale per riduzione della<br />

contaminazione senza trasloco di inquinanti e<br />

per minor consumo di suolo. Si scontra però<br />

con la necessità di aree di trattamento medio<br />

grandi, con l’esigenza di disporre delle aree da<br />

riqualificare in tempi rapidi, con l’esubero di terreno<br />

di scavo edilizio.<br />

l<br />

Preparazione cumuli<br />

per biopile.<br />

Dicembre <strong>2023</strong><br />

Dicembre <strong>2023</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

36 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />

PROGETTAZIONE IMPIANTI<br />

NEWS<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

37<br />

Soluzioni<br />

su misura<br />

Gli step che portano alla realizzazione e messa<br />

in opera di un impianto Camec sono molteplici:<br />

dall’avvio allo sviluppo, all’installazione<br />

Eliana Puccio<br />

Tutti gli impianti Camec sono progettati<br />

in modo personalizzato, e costituiscono<br />

dei veri e propri pezzi unici.Non c’è impianto<br />

identico ad un altro, poiché ciascuno<br />

viene progettato a partire da un confronto diretto<br />

con i clienti e dall’analisi specifica dei<br />

loro bisogni. Numerosi sono gli step che portano<br />

alla loro realizzazione e messa in opera.<br />

Qui di seguito i principali<br />

Avvio della progettazione: i primi contatti con<br />

i clienti ci consentono di comprendere meglio<br />

le caratteristiche e le peculiarità della loro attività,<br />

e di raccogliere le informazioni per progettare<br />

l’impianto in modo corretto.<br />

Sviluppo del progetto: l’analisi dei dati raccolti<br />

permette ai tecnici di individuare le soluzioni<br />

più adatte per rispondere alle necessità del<br />

cliente. Vengono identificate le tipologie di<br />

macchinari più in linea con i bisogni espressi<br />

dal cliente e definite le varie personalizzazioni<br />

necessarie per proporre una soluzione realmente<br />

su misura, in grado di essere efficiente,<br />

sicura per gli operatori, facile da gestire e da<br />

manutenere.<br />

Costruzione del macchinario: Camec realizza<br />

internamente tutte le macchine previste a progetto,<br />

prestando particolare cura alla qualità<br />

dei materiali e delle tecnologie utilizzate, per<br />

fornire ai clienti un prodotto customizzato e<br />

interamente Made in Italy.<br />

Installazione, settaggio e prova di triturazione:<br />

i tecnici curano l’installazione dell’impianto<br />

nella sede del cliente, fornendo un servizio<br />

chiavi in mano.<br />

I servizi post-vendita<br />

Anche le fasi successive alla messa in opera<br />

dell’impianto vengono gestite in sinergia con<br />

il cliente, per continuare a offrirgli un servizio<br />

su misura, in linea con le sue necessità. I tecnici<br />

rimangono a disposizione dei clienti per<br />

offrire loro assistenza nel tempo, occupandosi<br />

delle attività di manutenzione programmata<br />

degli impianti e della fornitura di pezzi di ricambio,<br />

specie per quanto riguarda le componenti<br />

fisiologicamente soggette a usura,<br />

come le placchette e gli organi di taglio dei<br />

trituratori. Per questa specifica necessità,<br />

l’azienda offre a tutti i suoi clienti la possibilità<br />

di aderire al servizio My Camec, un programma<br />

di assistenza che semplifica la gestione<br />

delle attività di manutenzione, calendarizzando<br />

in anticipo gli interventi e approfittando di<br />

vantaggi e sconti sui ricambi.<br />

l<br />

Educare<br />

alla raccolta<br />

Un’iniziativa che favorisce l’economia<br />

circolare e sensibilizza i cittadini<br />

sull'importanza del recupero e al riciclo<br />

Eliana Puccio<br />

Sensibilizzare la cittadinanza al recupero<br />

e al riciclo è quanto preme al Consiglio<br />

nazionale delle ricerche che insieme al<br />

Centro di Coordinamento Nazionale Pile e<br />

Accumulatori portatili ha sottoscritto un protocollo<br />

di collaborazione.<br />

L'accordo servirà a facilitare il processo di<br />

raccolta delle pile portatili esauste nelle sue<br />

sedi in Italia.<br />

In cosa consiste? Sarà agevolato il ritiro dei<br />

RPA Portatili nei punti di raccolta stabiliti dal<br />

Cnr. Il CDCNPA metterà a disposizione del<br />

Cnr il portale per l'iscrizione e la gestione delle<br />

attività di corretto trattamento dei RPA<br />

Portatili, ed effettuerà l’attivazione del servizio<br />

di ritiro gratuito da parte dei sistemi collettivi<br />

e individuali consorziati.<br />

Informazione e Formazione<br />

Altro elemento importante di questa collaborazione<br />

sarà la messa a punto di specifiche<br />

attività di informazione e formazione riguardo<br />

la natura e la pericolosità dei RPA Portatili per<br />

l’ambiente, ma anche delle loro potenzialità<br />

economiche in termini di “contenitori di materie<br />

prime”.<br />

Sarà dato rilievo all’importanza del loro corretto<br />

riciclo e recupero, secondo i principi della<br />

sostenibilità ambientale all’interno del modello<br />

di produzione e consumo dell’economia<br />

circolare. In particolare, il Cnr darà diffusione<br />

delle informazioni sui composti chimici e i materiali<br />

di valore presenti negli RPA Portatili, e<br />

collaborerà con il CDCNPA per potenziare la<br />

formazione e l'informazione sul tema tra il<br />

proprio personale, attraverso l’individuazione<br />

delle tematiche di maggiore interesse scientifico.<br />

“Il progetto sviluppato con il Cnr” – ha<br />

spiehato Giuliano Maddalena, Presidente<br />

CDCNPA – “si compone due degli obiettivi fondamentali<br />

del Centro di Coordinamento: rendere<br />

sempre più capillare la raccolta dei rifiuti<br />

di pile e accumulatori, e diffondere la cultura<br />

della raccolta differenziata e del riciclo. Il Cnr<br />

è un partner prestigioso per portare avanti<br />

questi compiti”.<br />

l<br />

Dicembre <strong>2023</strong><br />

Dicembre <strong>2023</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

38 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />

CONTAMINANTI<br />

CONTAMINANTI<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

39<br />

PFAS, nemici/amici<br />

Una minaccia emergente ignorata o un babau definito<br />

tanto genericamente da essere inutile se non per<br />

campagne politiche e di influenza? L’uno e l’altro<br />

Marco Comelli<br />

I PFAS sono contenuti<br />

nelle schiume<br />

antincendio per liquidi<br />

infiammabili.<br />

Cos’è un PFAS? Semplice, direte voi, è una<br />

delle sostanze per- e poli-fluoroalchiliche.<br />

Che non sia tanto chiaro è dimostrato<br />

invece dal fatto che l’OCSE ha impiegato<br />

tre anni per studiare la materia e per arrivare<br />

nel 2021 alla conclusione che si definiscono<br />

PFAS le sostanze fluorinate che contengono almeno<br />

un atomo di carbonio pienamente fluorinato<br />

in un gruppo metilico o metilenico, senza<br />

che vi siano collegati anche atomi di idrogeno,<br />

cloro, bromo o iodio. Detto in altro modo, ogni<br />

composto chimico (con alcune eccezioni) che<br />

contenga almeno un gruppo metilico (-CF3) o<br />

metilenico (-CF2-) perfluorinato. Sono sostanze<br />

di sintesi che vengono prodotte e utilizzate industrialmente<br />

dagli anni ’40 per alcune loro caratteristiche<br />

utili.<br />

Ma su questo più avanti. Per ora, ci limitiamo a<br />

citare per esteso il documento OCSE, “dal momento<br />

che i PFAS sono una classe chimica con<br />

strutture molecolari e proprietà fisiche, chimiche<br />

e biologiche diverse, è altamente raccomandato<br />

che tale diversità sia adeguatamente riconosciuta<br />

e comunicata in modo chiaro, specifico<br />

e descrittivo. Il termine “PFAS” è un termine<br />

ampio, generale e non specifico, che non informa<br />

se un composto è dannoso o meno, ma comunica<br />

solo che i composti compresi sotto questo<br />

termine condividono la stessa caratteristica<br />

di avere una porzione di gruppi metilici o metilenici<br />

completamente fluorurata”. Come spesso<br />

accade, questa raccomandazione è in grandissima<br />

parte totalmente ignorata quando si parla<br />

di questi composti.<br />

In ogni dove<br />

Armati della rigorosa definizione e della raccomandazione<br />

OCSE, procediamo almeno a capire<br />

quanti PFAS esistono. Se speravamo di arrivare<br />

ad un numero maneggevole, siamo immediatamente<br />

delusi. Il database PubMed indica<br />

6.608.<strong>28</strong>4 sostanze che contengono strutture<br />

indicative di PFAS. Forse se ci limitiamo a quelle<br />

che potrebbero avere problemi di tossicità, saremo<br />

più fortunati. In effetti il database CompTox<br />

dell’EPA americana ne contiene 14.735, ma per<br />

come è realizzato il dataset (fonti disomogenee,<br />

spesso non peer-reviewed, etc) non tutte sono<br />

sicuramente tossiche e allo stesso livello, e soprattutto<br />

potrebbero essercene molte altre che<br />

non sono incluse. Basta considerare che il primo<br />

studio comprensivo sui PFAS, del 2011, identificava<br />

200 sostanze, mentre l’OCSE nel 2018,<br />

prima di adottare la nuova definizione, arrivava<br />

già a 4.730.<br />

Il numero non è certo il fattore per cui i PFAS<br />

sono sotto i riflettori. Uno dei motivi è l’uso estesissimo<br />

che se ne fa, derivante dalla robustezza<br />

dei legami ipersaturi tra carbonio e fluoro, che<br />

rende le molecole, soprattutto i polimeri, molto<br />

resistenti ad una serie di agenti, come l’acqua,<br />

i grassi, il calore. Diverse pellicole polifluorialchiliche<br />

sono inoltre autolubrificanti, con bassissima<br />

resistenza all’attrito. Per esempio quelle<br />

realizzate con polimeri fluorinati a catena laterale<br />

basati su fluorotelomeri. Un caso diffusissimo<br />

dell’applicazione di questa caratteristica<br />

è nelle padelle antiaderenti, ma gli usi sono molto<br />

più vasti e critici, per esempio in tutti i componenti<br />

meccanici, dai motori elettrici ai compressori.<br />

Alcuni PFAS, ossia molti tra quelli<br />

basati sul sulfonil-fluoruro del perfluroottano<br />

sono surfattanti idro, olio, grasso e sporco-repellenti.<br />

Due casi tipici sono l’acido perfluorooctanoico<br />

(PFOA) e l’acido perfluoroocatosulfonico<br />

(PFOS).<br />

Questi surfattanti sono molto più efficienti delle<br />

sostanze basate su idrocarburi. Si tratta di sostanze<br />

che vengono utilizzate per la realizzazione<br />

tra l’altro di abbigliamento resistente all’acqua<br />

e ai grassi e delle schiume antincendio utilizzate<br />

per estinguere incendi provocati da liquidi infiammabili.<br />

Praticamente tutte le segnalazioni<br />

di danni alla salute sono legate a questi due<br />

gruppi di sostanze e a loro prodotti di degrado<br />

o contaminanti. Essendo a catena lunga, esse<br />

tendono ad accumularsi nell’organismo e secondo<br />

alcuni studi sono sospettati di provocare<br />

danni a diversi organi e processi fisiologici. Va<br />

notato che non esiste una correlazione automatica<br />

tra accumulo di una sostanza nell’organismo<br />

o nell’ambiente, ed effetti negativi. In altre<br />

parole, il termine contaminazione dovrebbe essere<br />

utilizzato con maggior prudenza di quanto<br />

avviene.<br />

scorso agosto) a concentrazioni superiori a quelle<br />

previste nei regolamenti sotto forma di micro<br />

polveri per abbattere le concentrazioni di PFOA.<br />

Per gli alimenti il nuovo regolamento 2022/2338,<br />

in vigore dal 1° gennaio <strong>2023</strong>, fissa i tenori massimi<br />

in microgrammi/Kg in peso fresco di alimento<br />

per PFOS, PFOA, PFNA e PFHxS e la loro<br />

somma. La dose settimanale tollerabile (DST)<br />

di gruppo è di 4,4 ng/kg di peso corporeo alla<br />

settimana.<br />

Tra gli alimenti normati uova, carne, pesce, crostacei,<br />

molluschi, frattaglie di varie specie. PFOS<br />

e PFOA li conosciamo già. Il PFHxS è l’acido<br />

perfluoroesansolfonico, un composto a catena<br />

corta che viene utilizzato in sostituzione del<br />

PFOS nelle schiume antifuoco, ma deriva anche<br />

dalla degradazione ambientale dello stesso<br />

PFOS. Il PFNA è l’acido perfluorononanoico che<br />

è un intermedio per la produzione di alcuni fluoropolimeri.<br />

Sembra sia utilizzato anche in co-<br />

Sostanze per<br />

e poli-fluoralchiliche.<br />

La loro presenza<br />

è diffusissima:<br />

si trovano in padelle<br />

antiaderenti,<br />

componenti<br />

meccanici, capi<br />

idrorepellenti<br />

ma anche alimenti.<br />

LC-MS/MS per analisi<br />

PFAS.<br />

Normative…ma non per tutti<br />

In ogni caso, in diversi Paesi esistono regolamenti<br />

che controllano il livello di presenza di<br />

PFOS e PFOA nelle acque superficiali e di falda<br />

e negli alimenti. In Europa, il regolamento delegato<br />

europeo 2020/784 limita moltissimo la<br />

fabbricazione e l’uso del PFOA, mentre il PFOS<br />

era già stato toccato dal regolamento 2019/1021.<br />

Esistono delle deroghe per l’uso come intermedio<br />

del PFOA, per esempio per la produzione<br />

del PFTE, politetrafluoroetilene. Quest’ultimo<br />

può anche essere utilizzato da quest’anno (dallo<br />

Dicembre <strong>2023</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

40 RIFIUTI SOLIDI CONTAMINANTI Soluzioni<br />

IL PUNTO DI VISTA DEL LABORATORIO:<br />

L’ESPERIENZA DI MÉRIEUX NUTRISCIENCES<br />

Si tratta di un laboratorio che è un osservatorio privilegiato per la problematica<br />

PFAS. Come realtà internazionale, si analizzano questi conta minanti<br />

in campioni di acque, rifiuti, terreni, aria, oltre che alimenti e packaging<br />

provenienti da più parti del mondo e da tantissimi clienti. L’argomento PFAS<br />

è in rapido divenire con un continuo aggiornamento di normative che hanno<br />

per oggetto la definizione di limiti e di nuovi elenchi di sostanze; questi sono<br />

i driver dell’attività analitica. Il laboratorio è in grado di fornire servizi di<br />

analisi del fluoro totale (TF), del Fluoro Organico Assor bibile (AOF), di screening<br />

su una selezione standard di molecole in LC-MS/MS, ma anche analisi<br />

a progetto per molecole suspect o non-target.<br />

LC-HRMS per PFAS<br />

screening.<br />

Sostanze PFAS<br />

più comuni.<br />

smetica, come surfattante e idro e grasso-repellente,<br />

per esempio nei prodotti resistenti all’acqua<br />

e al sudore. Un’altra sua fonte potrebbe<br />

essere la degradazione di altri prodotti, ma gli<br />

studi sono molto limitati per la loro complessità<br />

di realizzazione.<br />

Una minaccia per l’organismo?<br />

Altrettanto controversi sono gli studi sugli effetti<br />

nocivi per la salute. Le evidenze che si hanno si<br />

riferiscono a concentrazioni molto alte delle sostanze<br />

su animali. Esistono alcune indicazioni<br />

che PFOA e PFOS, e forse PFNA, interferiscano<br />

con il sistema endocrino umano ma in quale<br />

modalità non è ancora chiaro. Un paio di studi<br />

sostengono l’ipotesi che si tratti di un’azione a<br />

livello dell’espressione dei geni legati alla regolazione<br />

dei livelli ormonali.<br />

Sembra però che la concentrazione ematica<br />

abbia effetti contraddittori. Uno studio per esempio<br />

rileva un anticipo nella pubertà di soggetti<br />

con livelli moderati di PPNA nel siero, effetto<br />

che si ribalta se la concentrazione rilevata cresce.<br />

I risultati contraddittori derivano anche dalla<br />

difficoltà a separare gli effetti specifici delle sostanze<br />

da altri fattori, legati per esempio allo<br />

stile di vita.<br />

Nei bambini nati da donne con una relativamente<br />

alta concentrazione nel siero, si ha una<br />

riduzione post-puberale di motilità degli spermatozoi,<br />

ma lo stesso effetto è documentato<br />

se in gravidanza vengono assunti spesso determinati<br />

farmaci, per esempio antipiretici.<br />

Idem per il lieve calo del peso medio dei neonati.<br />

Le autorità oggi si muovono quindi largamente<br />

secondo il principio di precauzione.<br />

Anche perchè, dato quasi mai ricordato nella<br />

letteratura divulgativa, la somma (PFOA +<br />

PFNA + PFHxS + PFOS) nelle concentrazioni<br />

in siero sembra sia in forte diminuzione nella<br />

popolazione. La Germania dispone dei dati più<br />

completi. Se si confrontano i livelli di PFAS nei<br />

campioni di plasma di adolescenti della Banca<br />

tedesca dei prelievi ambientali, si osserva una<br />

netta riduzione nel periodo compreso tra il<br />

2007 e il 2019. Se nel 2007 il valore massimo,<br />

95mo percentile, per la somma dei quattro<br />

PFAS era pari a <strong>28</strong>,87 (13,82) g/L,<br />

nel 2019 è stato di soli 8,<strong>28</strong> (4,59)<br />

μg/L. Il valore tra parentesi è relativo<br />

al 50mo percentile. Anche i<br />

dati provenienti da due studi su<br />

madri e figli a Vienna, in Austria,<br />

hanno evidenziato una riduzione<br />

nei valori di percentile 50 per la<br />

somma delle quattro PFAS da 4,3<br />

μg/l nel 2010 a 2,2 μg/L nel 2019.<br />

Comunque, diversi PFAS sono<br />

sottoposti a regolamentazione. E<br />

da qui partiremo nella prossima<br />

puntata.<br />

l<br />

5 a Edizione<br />

ORGANIZZATO DA<br />

CONFERENZE & UFFICIO STAMPA<br />

Dicembre <strong>2023</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

42 RIFIUTI SOLIDI L’INTERVISTA<br />

Soluzioni<br />

Sulla buona<br />

strada<br />

ESCLUSIVA<br />

L’INTERVISTA<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

43<br />

Il riciclo è la sfida economica e ambientale<br />

del domani. All’alba della presentazione<br />

del Rapporto Annuale di Assoambiente, abbiamo<br />

fatto due parole con il Presidente Chicco Testa<br />

Federica Lugaresi<br />

Consumo delle materie prime e crescita<br />

del fabbisogno mondiale sono strettamente<br />

legati. Ciò mette davanti a due<br />

questioni: consentire un livello di vita accettabile<br />

a tutti, riducendo e gestendo i rifiuti prodotti allo<br />

stesso tempo. Due tematiche che sembrano<br />

essere in contraddizione e che invece sono il<br />

fulcro dell’economia circolare. In effetti il riciclaggio,<br />

la riciclabilità (includendo l’ecodesign),<br />

il riutilizzo o il reincorporo di materiali riciclati<br />

sono i pilastri sviluppati e sostenuti per arrivare<br />

a nuove soluzioni tecnologiche o di utilizzo.<br />

Chicco Testa,<br />

Presidente<br />

Assoambiente.<br />

L’Italia fa scuola<br />

Negli anni si è registrata una crescita continua<br />

delle quantità dei rifiuti riciclati, a dimostrazione<br />

che il sistema del nostro Paese sia in<br />

Credit: Tomra<br />

grado di dare loro una seconda vita. Oggi, siamo<br />

infatti al primo posto per indice di circolarità<br />

a livello europeo, tallonati dai nostri cugini<br />

francesi.<br />

La nuova Strategia Nazionale per l’Economia<br />

Circolare, definisce gli strumenti amministrativi<br />

e fiscali per sviluppare ulteriormente il<br />

mercato delle materie prime seconde, la responsabilità<br />

estesa del produttore e del con-<br />

sumatore, per non arrivare impreparati ai target<br />

prefissati da qui al 2040.<br />

In attesa del Rapporto “L’Italia che ricicla<br />

<strong>2023</strong>”, abbiamo intervistato Chicco Testa,<br />

Presidente di Assoambiente per fare il punto<br />

della situazione.<br />

l<br />

Stato di fatto<br />

degli impianti per<br />

gli irriciclabili nel<br />

2021.<br />

Com’è andato il riciclo nel <strong>2023</strong>?<br />

Non abbiamo ancora dati definitivi ed ufficiali sulle attività di<br />

riciclo nell’anno in corso, il <strong>2023</strong>. Ma abbiamo alcune anticipazioni<br />

positive: il CONAI prevede infatti che il riciclo di tutti gli<br />

imballaggi italiani arriverà nel <strong>2023</strong> al 75%, ben oltre il target<br />

europeo del 65% previsto al 2025.<br />

Nel dettaglio nel <strong>2023</strong> dovrebbe vedere avviato a riciclo oltre il<br />

77% degli imballaggi in acciaio, il 67% degli imballaggi in alluminio,<br />

più dell'85% degli imballaggi in carta e cartone, circa<br />

il 63% degli imballaggi in legno, quasi il 59% degli imballaggi<br />

in plastica e bioplastica, e l’80% circa degli imballaggi in vetro.<br />

Un risultato che colloca l’Italia al primo posto per il riciclo ad<br />

abitante dei rifiuti da imballaggio. Ci attendiamo anche un miglioramento<br />

del tasso complessivo di riciclo dei rifiuti urbani,<br />

rispetto al valore del 48,1% registrato dall’ultimo Rapporto<br />

rifiuti urbani di Ispra, con dati 2021. Nella presentazione de<br />

L’Italia che Ricicla abbiamo indicato un valore del 51,4 % di<br />

riciclo effettivo, superando così la soglia fatidica del 50 % nel<br />

<strong>2023</strong>, raggiungendo il primo obiettivo della scorsa Direttiva EU<br />

e ponendoci sulla buona strada per raggiungere il nuovo obiettivo<br />

del 65% al 2035 (con gli step intermedi del 55% al 2025 e<br />

del 60% al 2030). A livello di tutti i rifiuti (urbani e speciali insieme)<br />

siamo già all’83,3% del totale avviato a riciclo (dato<br />

Eurostat 2021), credo che per il <strong>2023</strong> potrebbe essere raggiunto<br />

l’85%, difficile fare di meglio, siamo già al top.<br />

Si è visto l’inizio di un passaggio dalla focalizzazione sulla<br />

raccolta del rifiuto al recupero di materia e alla valorizzazione<br />

di mercato della stessa?<br />

Il “mantra” degli obiettivi di raccolta differenziata rimane ancora<br />

vivo a livello locale e nella comunicazione pubblica, basti pensare<br />

all’enfasi posta dai media sulla classifica annuale dei<br />

“Comuni ricicloni”. La raccolta differenziata è un passaggio<br />

operativo importante per raggiungere gli obiettivi di riciclo, ma<br />

non è l’obiettivo. Siamo già a livelli molto alti di RD (65% circa)<br />

valore superiore ai valori europei, e in molti comuni si raggiungono<br />

valori molto alti (80-85%). Ma nell’ultima edizione di<br />

Ecomondo abbiamo posto all’attenzione il tema degli scarti<br />

della raccolta differenziata, pari a circa 3,5 milioni di tonnellate<br />

l’anno, perché non tutto quello che raccogliamo viene riciclato<br />

e servono impianti che non siano le discariche. Il mercato del<br />

riciclo chiede ai gestori della raccolta materiale di crescente<br />

qualità, per essere compatibile con i processi industriali di riciclo.<br />

L’aumento del tasso di raccolte differenziate spesso invece<br />

comporta un peggioramento della qualità (specie nella frazione<br />

organica) e l’aumento degli scarti. Occorre trovare un equilibrio<br />

ragionevole che non faccia esplodere i costi di raccolta e quindi<br />

la tassa/tariffa. Purtroppo ancora i criteri di calcolo del riciclo<br />

effettivo non sono stati definiti dall’Europa in modo definitivo<br />

ed esauriente e questo rende non facile la comunicazione su<br />

questo dato. Si pensi a flussi di riciclo che non provengono dalle<br />

raccolte differenziate ma da impianti di gestione come la frazione<br />

organica stabilizzata usata per coprire le discariche e le<br />

ceneri di incenerimento usate per i sottofondi stradali. Per non<br />

parlare dei biocarburanti che non si capisce ancora se non recupero<br />

di materia o di energia.<br />

Economia circolare: un ruolo sempre più importante sono<br />

chiamate a svolgerlo le società che offrono servizi di pubblica<br />

utilità. Quali sono le azioni realisticamente percorribili?<br />

Il gestore locale dei rifiuti urbani svolge un ruolo fondamentale<br />

per promuovere le raccolte differenziate, informare cittadini<br />

ed utenti su come farla, per migliorare la qualità e ridurre il<br />

tasso di scarto. Ma anche per realizzare gli impianti mancanti<br />

di riciclo e per migliorare gli output degli impianti di recupero<br />

e smaltimento finalizzati sia al recupero di materia che al recupero<br />

energetico. Anche in risposta alle decisioni del<br />

Regolatore nazionale ARERA, siamo chiamati ad un costante<br />

miglioramento delle nostre performance ambientali e di qualità<br />

dei servizi. Dentro al nostro perimetro di attività stiamo migliorando<br />

costantemente la qualità dei servizi.<br />

Si dice che in EC sia fondamentale la collaborazione tra le<br />

imprese della produzione e della distribuzione, operatori,<br />

tecnologia e consumatori. Chi fa di meno oggi in Italia per<br />

raggiungere l’obiettivo?<br />

Non è difficile fare questa classifica. I gestori dei rifiuti (speciali<br />

e urbani) riciclano oltre l’80 % dei rifiuti che gestiscono, un risultato<br />

straordinario che dimostra che tutto quello che era<br />

possibile fare è stato fatto da questo pezzo del mondo dell’economia<br />

circolare.<br />

Ma non possiamo dimenticare che i gestori delle fasi di raccolta<br />

e trattamento sono l’ultimo anello di una catena di vita di prodotti<br />

e materiali. Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità<br />

senza scaricare sull’ultimo anello tutto il peso della transizione<br />

circolare.<br />

A riguardo il dato che rimane critico, nel senso che non sta<br />

crescendo in questi anni (secondo dati Eurostat), è quello<br />

del tasso di circolarità, un parametro fondamentale perché<br />

rappresenta la quota di materiali riciclati reimmesse nel<br />

processo produttivo.<br />

La stabilità del dato rivela purtroppo difficoltà (che possono<br />

s<br />

s<br />

Dicembre <strong>2023</strong><br />

Dicembre <strong>2023</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

44 RIFIUTI SOLIDI L’INTERVISTA Soluzioni<br />

NEWS<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

45<br />

essere di natura tecnica, economica, marketing) da parte delle<br />

filiere a monte del consumo. I prodotti ed i materiali sono ancora<br />

concepiti per durare poco e non si pensa alla loro riciclabilità.<br />

Questo fatto rende complesso e costoso raccogliere e<br />

riciclare. Fortunatamente negli ultimissimi tempi qualcosa sta<br />

cambiando a livello europeo: si parla di ecodesign dei prodotti,<br />

di percentuali minime di riciclo nei prodotti, di durabilità e riparabilità.<br />

Per rispondere alla domanda, oggi il problema sta<br />

nella fase upstream del ciclo dei materiali. Cittadini e aziende<br />

di gestione si stanno muovendo già in questa direzione. Ora è<br />

il turno dei produttori e distributori.<br />

Per fare vera EC, sono necessari anche impianti per valorizzare<br />

energicamente i materiali non riciclabili. Il nostro Paese<br />

come risponde in tal senso?<br />

Intanto va ricordato che il riciclo ha i suoi scarti e che l’economia<br />

circolare non fa evaporare i rifiuti, tantomeno li fa sparire dentro<br />

le imprese manifatturiere. Servono quindi impianti per la gestione<br />

degli scarti generati dalla selezione della raccolta differenziata,<br />

gli scarti del riciclo (generati dalle diverse rese che<br />

variano a seconda della frazione merceologica considerata),<br />

ma anche per i rifiuti indifferenziati non riciclabili. Nel nostro<br />

studio presentati ad Ecomondo <strong>2023</strong> abbiamo dimostrato che<br />

nel 2021 oltre 5 milioni di tonnellate di scarti del riciclo e dei<br />

processi di trattamento dei rifiuti indifferenziati sono andati in<br />

discarica o all’estero quando avevano tutte le caratteristiche<br />

per essere mandati a recupero energetico in Italia. Non lo abbiamo<br />

fatto perché non abbiamo impianti di termovalorizzazione<br />

sufficienti. Un lusso che non possiamo permetterci. Primo perché<br />

sprechiamo in discarica una fonte di energia utile, specie<br />

in questa fase di crisi e di sforzo di decarbonizzazione. Secondo<br />

perché potremmo portare in discarica sempre meno, e questa<br />

strada sarà presto non più disponibile in queste quantità. Il<br />

Paese sta rispondendo in modo ambivalente. Da un alto si dice<br />

no a tutte le proposte di localizzazione di ogni tipo di impianto<br />

(Nimby). Incoraggianti invece sono le notizie che arrivano per<br />

esempio dal Comune di Roma, che ha deciso di realizzare un<br />

nuovo termovalorizzatore, ma anche dalla Regione Sicilia che<br />

ne ha individuati due e da alcune proposte di ampliamento di<br />

impianti esistenti. Abbiamo poco tempo.<br />

Credit: matrec.com<br />

Sembra che il 2024 sarà fondamentale per capire se si raggiungeranno<br />

gli obiettivi indicati dall’UE al 2030: …una previsione<br />

a sensazione?<br />

Mentre per gli obiettivi di circolarità sono prudentemente ottimista,<br />

gli obiettivi in campo energetico mi sembrano poco<br />

realistici, alla luce delle nuove direttive europee su efficienza<br />

energetica e fonti rinnovabili. Per la prima l’obiettivo è a riduzione<br />

dell’11,7% dei consumi finali di energia al 2030. Per la<br />

seconda l’obiettivo è del 43,5-45% di uso di fonti rinnovabili sul<br />

totale dei consumi finali al 2030. Tutto per arrivare al 2030 alla<br />

riduzione del 55% delle emissioni di gas serra entro quella<br />

data. L’Italia era partita bene nella prima fase, rispettando i<br />

primi target, anche grazie alla riduzione dei consumi nella fase<br />

Covid. I nuovi obiettivi sono più che sfidanti. La previsione è che<br />

efficienza e fonti rinnovabili migliorino le loro performance,<br />

ma non in quei termini ed in quelle scadenze. Troppi gli ostacoli:<br />

consenso locale e capacità di decisione, complessità burocratiche,<br />

problemi di stoccaggio e di accesso alla rete, ma soprattutto<br />

problemi di costo per cittadini ed imprese. Non è facile<br />

fare una transizione ecologica giusta, con quegli obiettivi.<br />

Quando il riciclo e il riuso raggiungono i loro limiti naturali,<br />

escluse soluzioni improbabili? Per prima cosa stiamo discutendo<br />

in modo violento in Europa se e quando il riuso sia preferibile<br />

al riciclo. Ogni attore sta portando studi in cui si dimostra<br />

tutto ed il contrario di tutto. Il punto di riferimento dovrebbe<br />

essere il confronto fra le emissioni totali dei due modelli, su<br />

tutto il ciclo di vita di un prodotto (Life Cycle Assessment per<br />

gli eruditi). Ma sono calcoli complessi. Io dico che quando si ha<br />

una industria del riciclo che funziona bene ed è leader nel mondo<br />

come quella italiana, ci penserei su mille volte prima di passare<br />

ad un altro modello. Buon senso allo stato puro.<br />

Su quanto spingere il riciclo noi oggi abbiamo un target del<br />

65%, che rappresenta un obiettivo sfidante ma non impossibile,<br />

ad alcune condizioni. Alcuni Paesi europei ci sono già vicini, il<br />

problema sarà per quei Paesi EU che ancora oggi usano molto<br />

la discarica. La mia opinione è che l’obiettivo del 55% al 2025<br />

sia raggiungibile a condizioni di mercato esistenti. Gli obiettivi<br />

del 60% al 2030 e soprattutto del 65% al 2035 sono raggiungibile<br />

se cambiano a monte materiali e prodotti e se si commercializzano<br />

beni che siano più facilmente riciclabili. Altrimenti sarà<br />

o molto difficile o molto costoso o energeticamente non conveniente.<br />

Su questo vedremo le misure europee e la loro efficacia<br />

a partire dalla direttiva Ecodesign.<br />

Per questo va dimensionato un sistema di impianti di recupero<br />

energetico capace anche di gestire eventualmente crisi del<br />

mercato del riciclo e difficoltà a raggiungere e mantenere quegli<br />

obiettivi. Un sistema di impianti di back up che garantisca il sistema<br />

nel suo insieme e consenta la crescita dell’economia<br />

circolare, senza rischi di crisi.<br />

Plastica tossica...?<br />

n Plastica riciclata.<br />

Davvero è così sicura?<br />

Un dubbio che è stato<br />

sollevato dal recente<br />

studio condotto da<br />

scienziati dell'Università<br />

di Göteborg che rivela la<br />

presenza di centinaia di<br />

sostanze chimiche<br />

tossiche nei pellet di<br />

plastica riciclata<br />

provenienti da impianti di<br />

riciclaggio in 13 Paesi.<br />

Parliamo di pesticidi,<br />

prodotti farmaceutici,<br />

prodotti chimici<br />

industriali e additivi<br />

plastici.<br />

La ricerca, resa pubblica<br />

su Data in Brief,<br />

evidenzia in particolare<br />

come la pratica del<br />

riciclaggio della plastica<br />

potrebbe non essere<br />

molto “pulita”.<br />

"Numerosi studi<br />

dimostrano che le<br />

sostanze chimiche<br />

pericolose<br />

possono accumularsi<br />

anche in sistemi di<br />

riciclaggio della plastica<br />

a circuito relativamente<br />

chiuso. Dobbiamo<br />

eliminare rapidamente le<br />

sostanze chimiche della<br />

plastica che<br />

possono<br />

causare danni alla salute<br />

umana e all’ambiente",<br />

ha riferito la<br />

professoressa Bethanie<br />

Carney Almroth, una<br />

delle ricercatrici<br />

principali dello studio.<br />

Dicembre <strong>2023</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

46<br />

Soluzioni<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

CONTRO LO SPRECO DI ALIMENTI<br />

CONTRO LO SPRECO DI ALIMENTI<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

47<br />

Alimenti freschi più a lungo<br />

conservati in un sacchetto biodegradabile<br />

e compostabile al 100 per cento.<br />

Basta sprechi con un'idea innovativa<br />

totalmente green che arriva dalla Puglia<br />

Vita extra per i cibi<br />

Irene Boschi<br />

Meno cibo sprecato, e soprattutto più fresco.<br />

Nell’ottica di un mondo sempre più<br />

attento all’ambiente e sempre più mirato<br />

nel seguire un modello di economia circolare<br />

si fa spazio anche l’azienda dei fratelli<br />

Sfregola. Nata nel 1963, Sfregola Materie Pla -<br />

stiche (SMP) ha fatto proprio della green economy<br />

una vocazione che ne ha plasmato lo sviluppo<br />

nei decenni.<br />

Lifebag mantiene i cibi freschi<br />

più a lungo riducendo<br />

a necessità di buttarli<br />

prematuramente.<br />

Una realtà che facendo leva sull’innovazione<br />

tecnologica pur rispettando l’ambiente, nel tempo<br />

si è diramata in tre società: Rigenera Bio -<br />

compound, Eumakers e eumakeit, che hanno<br />

permesso all’intero gruppo di definire un circuito<br />

virtuoso di sostenibilità.<br />

Un sacchetto “magico”<br />

In occasione di Ecomondo <strong>2023</strong> è stato presentato,<br />

da Rigenera ed SMP, LifeBag, il rivoluzionario<br />

sacchetto biodegradabile e compostabile,<br />

che prolunga la vita di frutta e verdura. I test effettuati<br />

da laboratori accreditati, restituiscono<br />

risultati sorprendenti: la vita media di una pesca<br />

nei nostri frigoriferi è di circa 8 giorni, con lifebag<br />

si è ottenuto un prolungamento della freschezza<br />

fino a 35 giorni.<br />

Risultati straordinari anche per carote, funghi,<br />

fragole e molti altri prodotti della terra (dati disponibili<br />

su www.lifebag.it) che tendiamo a gettar<br />

via quando non li consumiamo.<br />

Grazie ai suoi principi attivi naturali, LifeBag<br />

crea un ambiente ideale per preservare la freschezza<br />

di molti alimenti e contribuisce a ridurre<br />

lo spreco di cibo, senza rinunciare ai principi<br />

nutritiva che LifeBag preserva.<br />

Si può gettare nell'umido perche compostabile<br />

e biodegradabile, prodotto a sua volta attraverso<br />

un processo virtuoso e circolare. LIFE bag è disponibile<br />

in vari formati: Small (18x<strong>28</strong> cm),<br />

Medium (23x32 cm), Large (29x42 cm).<br />

Contro lo spreco di alimenti e rifiuti<br />

SMP da tempo offre soluzioni tecnologiche e<br />

sostenibili per la tracciabilità dei rifiuti urbani.<br />

TrackBag® BIO è il primo sacchetto al mondo<br />

che risolve le problematiche legate alla tracciabilità<br />

del rifiuto organico.<br />

Il sacchetto biodegradabile e compostabile, si<br />

è dotato di un'etichetta identificativa adatta a<br />

qualsiasi tipologia di codici mono e bidirezionali,<br />

come QR code, codici a barre o Data Matrix.<br />

L'etichetta è dello stesso materiale del sacco e<br />

il suo inchiostro Bio non teme gli agenti atmosferici,<br />

che inficiano spesso l'identificazione con<br />

lettori elettronici.<br />

AlphaBag® è il servizio entry-level, con codice<br />

identificativo sul singolo sacchetto. I codici alfanumerici<br />

sono univoci e progressivi per l'intera<br />

produzione, riepilogati sulla fascetta di chiusura.<br />

All'Ente viene fornito un file di codici da abbinare<br />

alle anagrafiche delle utenze servite.<br />

RadioBag® è il brevetto italiano (2011) che permette<br />

di dotare di un microchip il sacco.<br />

Con questa tecnologia si è giunti a un sistema<br />

integrato di tracciabilità, che genera approcci<br />

virtuosi sia per il cittadino che per le amministrazioni<br />

pubbliche.<br />

Tutta la tracciabilità è garantita dal sistema<br />

Blockchain che produce intrinseche qualità di<br />

sicurezza, basandosi su crittografia, decentralizzazione<br />

e attendibilità.<br />

Tra le new-entry di quest'anno, SMP ha pensato<br />

anche agli amici a quattro zampe, creando<br />

GugoBag, il sacchettino per deiezioni da portare<br />

con sé durante le passeggiate.<br />

Profumato ed antistrappo, GugoBag è composto<br />

da plastica 100% riciclata o biodegradabile e<br />

compostabile.<br />

La SMP è costantemente alla ricerca di nuovi<br />

materiali, per rendere i processi ed i prodotti<br />

sempre più compatibili con il futuro del nostro<br />

Pianeta.<br />

Lo sviluppo, la sostenibilità, l'innovazione, il riutilizzo<br />

creativo atto a conferire valore ai materiali<br />

di scarto, rigenerandoli e migliorandone la qualità,<br />

rappresentano la via da percorrere. l<br />

Dicembre <strong>2023</strong><br />

Dicembre <strong>2023</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

48 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />

NEWS<br />

NEWS<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

49<br />

Una Genova<br />

più green<br />

Si è conclusa una settimana<br />

di eventi e di confronto sulle città<br />

intelligenti e sostenibili in programma<br />

dal 25 novembre al 1°<strong>dicembre</strong>.<br />

Focus, sull’impatto ambientale<br />

Buon Natale, riciclando<br />

n Le feste natalizie si<br />

avvicinano e, come ogni<br />

anno, ad abbondare non<br />

sarà solo la quantità di<br />

cibo (e del girovita) ma<br />

anche il consumo extra di<br />

vetro che faremo.<br />

Per evitare sprechi ed<br />

eventuali disastri<br />

ambientali (si scherza),<br />

ecco una piccola guida per<br />

differenziare bene il vetro.<br />

Cosa buttare nel vetro:<br />

tutte le bottiglie, dal vino<br />

che accompagnerà il<br />

cenone fino alle “bollicine”<br />

di spumante per brindare<br />

al nuovo anno; vasetti e i<br />

barattoli di vetro di<br />

conserve (marmellate,<br />

sughi, salse, mostarde).<br />

Cosa non buttare insieme<br />

al vetro? Palline di Natale<br />

e decorazioni in vetro per<br />

adornare alberi e case;<br />

lampadine e le luci; piatti,<br />

tazzine e tutti gli oggetti di<br />

porcellana e ceramica. Il<br />

3% del rottame di vetro<br />

che raccogliamo viene<br />

scartato negli impianti e<br />

gettato in discarica, perché<br />

contaminato da materiali<br />

inquinanti (ceramica,<br />

vetroceramica, pyrex).<br />

Città intelligente, sostenibile e efficiente.<br />

Si è parlato di questo in uno degli appuntamenti<br />

che hanno colorato di verde<br />

l'edizione <strong>2023</strong> della Genova Smart Week,<br />

manifestazione promossa dall’Associazione<br />

Genova Smart City e dal Comune di Genova<br />

con il supporto organizzativo di Clickutility<br />

Team e il patrocinio di Rai Liguria.<br />

Si è discusso, in particolare, di cambiamento<br />

climatico, della gestione territoriale, delle opportunità<br />

di sviluppo di lavoro grazie allo sviluppo<br />

e l’adozione da parte delle aziende e<br />

della pubblica amministrazione dei principi<br />

europei ESG (Environmental - Social - Go -<br />

vernance).<br />

Tutti i progetti per la città del futuro<br />

Interessante l’intervento di Fondazione Cima<br />

sul tema del cambiamento climatico, che si<br />

è soffermata in particolare sul progetto di<br />

strategia regionale di adattamento al cambiamento<br />

climatico (SRACC) per la Liguria.<br />

Il piano coinvolge il Dipartimento Architettura<br />

e Design dell’Università di Genova e del<br />

Centro di Servizi per il Ponente ligure, allo<br />

scopo di delineare le azioni e gli interventi<br />

necessari per ridurre gli impatti del cambiamento<br />

climatico sul territorio ligure. La manifestazione<br />

ha ospitato anche l’intervento<br />

dell’Arlir - Agenzia regionale ligure per i rifiuti<br />

- l’organo di recente costituzione che avrà il<br />

compito di realizzare e gestire gli impianti<br />

per i rifiuti urbani, regolare i servizi territoriali<br />

e degli impianti nel rispetto del sistema definito<br />

dall’Autorità di regolazione per energia<br />

reti ed ambiente (Arera).<br />

La giornata dedicata all’ambiente si è poi conclusa<br />

con un focus sui principi ESG in relazione<br />

all’economia del lavoro con un intervento da<br />

parte della Fondazione Sviluppo Sostenibile.<br />

Gli ESG, promossi dalla Commissione Eu -<br />

ropea, intendonoincoraggiare e sviluppare gli<br />

investimenti verso quelle organizzazioni che<br />

hanno introdotto nel loro business model fattori<br />

ambientali, sociali come equity e inclusione<br />

e di trasparenza nel proprio governo societario.<br />

l<br />

Dicembre <strong>2023</strong><br />

The reliable brand!<br />

AFFIDABILITÀ GARANTITA<br />

PRODUZIONE DI CDR E CSS CON I TRITURATORI PRIMARI E SECONDARI DELLA LINEA UNTHA XR<br />

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e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

50 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />

NEWS<br />

NEWS<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

51<br />

Esoscheletri<br />

da lavoro<br />

Per una raccolta rifiuti “indolore” c’è una<br />

soluzione tecnologica ideata da Partitalia<br />

con il Laboratorio TeDH del Politecnico di Milano<br />

Eliana Puccio<br />

Le tecnologie<br />

wearable<br />

comprendono<br />

una serie di dispositivi<br />

progettati e sviluppati<br />

per essere posti<br />

a contatto con il corpo<br />

o indossati.<br />

Tra le wearable<br />

technology troviamo<br />

gli esoscheletri,<br />

che potenziano<br />

e semplificano alcune<br />

funzioni umane.<br />

Tecnologie indossabili come l’esoscheletro<br />

potrebbero ridurre gli infortuni degli<br />

operatori. L’idea arriva da Partitalia<br />

in collaborazione con il laboratorio Technology<br />

and Design for Healthcare (TeDH) del Politec -<br />

nico di Milano.<br />

Si tratta di nuova tecnologia indossabile che<br />

tutela gli operatori ecologici. "Abbiamo analizzato<br />

ed esplorato soluzioni attive e passive<br />

per verificare il bisogno e la capacità di supportare<br />

le attività lavorative, con diversi livelli<br />

di intensità - ha spiegato Giuseppe Andreoni,<br />

Professore Ordinario e Coordinatore del<br />

Laboratorio TeDH del Politecnico di Milano,<br />

che lavora al progetto esoscheletri -. Si tratta<br />

di soluzioni complesse che includono diversi<br />

aspetti: design, meccatronica, materiali, sensori<br />

e software. La sfida attuale è la progettazione<br />

di dispositivi indossabili in grado di rispondere<br />

alle esigenze del luogo di lavoro e<br />

ai requisiti di sicurezza - interferenze con altri<br />

elementi del sistema, attività lavorative supportate".<br />

Questa tecnologia è stata presentata durante<br />

l’ISWA World Congress <strong>2023</strong>, svoltasi dal 30<br />

ottobre al 1° novembre.<br />

l<br />

Dicembre <strong>2023</strong><br />

Italia meno<br />

radioattiva<br />

n Meno rifiuti radioattivi<br />

stoccati in Italia provenienti<br />

da attività mediche,<br />

industriali e dalle centrali<br />

nucleari dismesse.<br />

Nel 2022 il volume dei rifiuti<br />

radioattivi è sceso di 653,4<br />

metri cubi, ovvero il 2 per<br />

cento del totale. Cosa è<br />

successo? Non si producono<br />

meno rifiuti, ma c'è stato un<br />

incremento delle attività di<br />

trattamento e<br />

condizionamento. I dati sono<br />

stati trasmessi dall’ISIN,<br />

l’Ispettorato nazionale per la<br />

sicurezza nucleare e la<br />

radioprotezione.<br />

“Tutti i soggetti che svolgono<br />

attività di gestione di rifiuti<br />

radioattivi hanno l’obbligo di<br />

registrarsi a STRIMS per la<br />

trasmissione di tutte le<br />

informazioni previste dalla<br />

legge per identificare i rifiuti<br />

radioattivi e i soggetti da cui<br />

provengono”, ha ricordato<br />

l’ISIN. In Italia dove si<br />

trovano? La regione che<br />

ospita più rifiuti radioattivi è il<br />

Lazio (30% del totale<br />

nazionale). Seguita dalla<br />

Lombardia (6.462 m 3 , pari al<br />

20,74%), Piemonte (5.923 m 3 ,<br />

19,01% del totale), Basilicata<br />

(3.857 m 3 , 12,38%), Campania<br />

(2.495 m 3 , 8,01%), Emilia<br />

Romagna (1.167 m 3 , 3,74%) e<br />

Toscana (1.038 m 3, 3,33%).<br />

Dicembre <strong>2023</strong><br />

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e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

52 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />

AZIENDE IN ESPANSIONE<br />

AZIENDE IN ESPANSIONE<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

53<br />

Il nuovo spazio di oltre<br />

6000 m 2 presenta<br />

un capannone di 2000<br />

m 2 , dove sisvolgono<br />

le attività di<br />

assistenza<br />

e riparazione.<br />

Operativo a 360 gradi<br />

Per la nuova sede di Ecotec Solution,<br />

un importante investimento nel basso<br />

Veronese: l’hub di 6000 metri quadri<br />

dedicato alle tecnologie dei servizi ambientali<br />

Irene Boschi<br />

Ecotec Solution ha aperto un nuovo punto<br />

operativo nel veronese. Ser vito da due importanti<br />

assi autostradali (Brennero-<br />

Modena e Milano-Venezia) e un aeroporto, il<br />

nuovo hub in apertura a Villafontana vanta una<br />

posizione strategica proprio in virtù della facilità<br />

con la quale può essere raggiunto da tutti i clienti<br />

e partner nazionali e internazionali. Si tratta di<br />

un punto nevralgico importante per un’azienda<br />

che offre soluzioni in tutta Italia nel settore dei<br />

macchinari ambientali. Oltre agli spazi espositivi<br />

sono presenti 240 m 2 di uffici e sale meeting<br />

dove incontrare i clienti e programmare momenti<br />

di condivisione delle nuove tecnologie e<br />

dei nuovi macchinari per migliorare le performance<br />

del trattamento e riciclaggio dei rifiuti.<br />

Un luogo di confronto che conferma l’attenzione<br />

di Ecotec Solution nel servizio di pre e post-vendita<br />

che sono da sempre un tratto distintivo del<br />

distributore altoatesino.<br />

Grazie al nuovo hub l’azienda potrà potenziare<br />

la propria attività ed essere ancora più reattiva<br />

negli interventi sull’intero Paese.<br />

In esposizione e in pronta consegna<br />

Per valorizzare la proposta di vendita e promuovere<br />

la flotta dedicata al noleggio e alla pronta<br />

Dicembre <strong>2023</strong><br />

consegna, Ecotec ha previsto uno showroom<br />

interno ed esterno destinato all’esposizione<br />

delle macchine. Uno spazio per conoscere i<br />

marchi distribuiti in esclusiva, in cui il cliente<br />

possa prendere visione del prodotto e, seguito<br />

dal supporto tecnico dei professionisti, individuare<br />

il macchinario più idoneo alle proprie<br />

esigenze. Con l’allestimento di questo spazio<br />

l’azienda rinnova la sua attenzione ai clienti che<br />

verranno seguiti e accompagnati nel processo<br />

di vendita. Nella sede di Villafontana, saranno<br />

proposti i migliori marchi del settore distribuiti<br />

in esclusiva sul mercato italiano: UNTHA,<br />

Pronar, Binder+Co.<br />

Disponibilità dei ricambi in tempo reale<br />

L’hub veronese potenzia l’area tecnica dell’azienda<br />

grazie a una nuova officina, al magazzino ricambi<br />

e agli uffici di assistenza tecnica.<br />

L’officina diventa il centro di riferimento per manutenzioni<br />

ordinarie e per le riparazioni dei prodotti<br />

e dei macchinari distribuiti da Ecotec.<br />

Il magazzino ricambi nella stessa sede garantisce<br />

tempi di intervento puntuali e ridotti.<br />

Villafontana diviene il centro di riferimento per<br />

i tecnici trasfertisti: il servizio di assistenza tecnica,<br />

dall’installazione dei macchinari al loro avviamento<br />

con test funzionali e formazione cliente,<br />

viene gestito in uno spazio completamente<br />

nuovo.<br />

Attenta alle esigenze del settore<br />

Ecotec introduce servizi di pronta consegna e<br />

noleggio di macchine nuove e usate.<br />

Parte dell’area espositiva è riservata ai macchinari<br />

disponibili da subito per l’acquisto o per il<br />

noleggio. L’azienda riesce così a fornire al cliente<br />

ciò che sta cercando, che si tratti di una macchina<br />

su misura o della progettazione di un intero<br />

impianto, di individuare tra le macchine<br />

nuove in pronta consegna quella più adatta, di<br />

affidarsi a un usato di qualità già disponibile tra<br />

quelli in esposizione, o ancora di ricorrere al no-<br />

Dicembre <strong>2023</strong><br />

leggio per le urgenze e nel caso di necessità<br />

particolari e contingenti. È prevista un’unità<br />

strutturata e operativa dedicata alla flotta per il<br />

noleggio in cui la competenza acquisita dall’azienda<br />

nel settore ambientale diventa funzionale<br />

alle necessità del cliente all’identificazione<br />

del prodotto più idoneo, sia per l’inserimento in<br />

un impianto esistente, sia per la realizzazione<br />

dell’intera filiera.<br />

l


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

54 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />

NEWS<br />

È ONLINE IL NUOVO SITO<br />

WWW.FIACCOLA.IT<br />

Polimeri<br />

non vi temo<br />

La nuova Innosort Flake seleziona<br />

scaglie di plastica con altissima<br />

precisione. Via i contaminanti,<br />

arrivano flakes più puri<br />

La selezionatrice<br />

Innosort Flake<br />

è dotata di sensori<br />

di ultima generazione<br />

che consentono<br />

di selezionare<br />

polimeri in base<br />

al tipo di materiale<br />

e colore, eliminando<br />

le impurità e creando<br />

frazioni pure.<br />

Sono i 50 anni di esperienza nella gestione<br />

circolare dei rifiuti che hanno spinto<br />

Tomra a sviluppare la nuova Innosort<br />

Flake per la purificazione delle scaglie di plastica.<br />

La macchina seleziona simultaneamente<br />

in base al polimero, al colore e alla trasparenza,<br />

ottenendo flakes purissimi.<br />

Dotata di potenti sensori che consentono di<br />

selezionare i polimeri in base al tipo di materiale<br />

e al colore, elimina le impurità e creando<br />

frazioni pure.<br />

Lo spettrometro nel vicino infrarosso (NIR)<br />

permette alla selezionatrice di individuare con<br />

precisione i diversi polimeri e di recuperare i<br />

materiali riciclabili da materiali in ingresso<br />

altamente contaminati. Con questa tecnologia<br />

le plastiche recuperate dai rifiuti misti possono<br />

essere selezionate per il riciclo invece di andare<br />

perse o riciclate in applicazioni di grado<br />

inferiore (downcycling). Ad esempio, le poliolefine<br />

(PO) come il polietilene (PP) e il polipropilene<br />

(PE) si trovano spesso mescolate nello<br />

stesso flusso di rifiuti.<br />

Grazie a questa nuova tecnologia le frazioni<br />

di plastica miste che sono state triturate e lavate<br />

possono essere selezionate in frazioni<br />

pulite di PET, PP e PE.<br />

La nuova Innosort Flake è inoltre dotata di un<br />

massimo di quattro scivoli e di uno sfondo luminoso<br />

modificabile. Questa flessibilità consente<br />

di eseguire più fasi di selezione e recupero<br />

con un'unica macchina, con un notevole<br />

risparmio di tempo e una minore movimentazione<br />

del materiale.<br />

l<br />

Dicembre <strong>2023</strong><br />

Scopri le nuove sezioni dedicate<br />

a riviste, guide, multimedia e libri


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

56 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />

TECNOLOGIE DI ASPIRAZIONE<br />

TECNOLOGIE DI ASPIRAZIONE<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

57<br />

Azienda al servizio delle<br />

infrastrutture, industrie<br />

Pulizia silos.<br />

e del settore ambientale<br />

Una solida realtà imprenditoriale che ha saputo<br />

diversificare l'offerta di servizi e di interventi<br />

specifici in linea con le esigenze del mercato<br />

Salvetti ha avuto inizio nel 1958<br />

con “nonno” Saverio Salvetti, fino ad arrivare<br />

nel 1995 alla costituzione della L’azienda<br />

società Salvetti Srl, nata per fronteggiare le nuove<br />

sfide del mercato, con Roberto Salvetti e i<br />

suoi tre figli: Fabiano, a reggere le questioni di<br />

tipo amministrativo, Massimiliano e Ruben ad<br />

occuparsi degli aspetti più tecnici. Da subito la<br />

voglia di competere ha spinto questa nuova realtà<br />

a mettersi in gioco per affrontare nuovi<br />

obiettivi, non solo nel campo delle infrastrutture,<br />

ma anche nel settore dell'energia, delle acque<br />

e soprattutto dell’ambiente.<br />

Tre generazioni che con impegno e passione<br />

hanno portato Salvetti Aspirazioni a diventare<br />

un punto di riferimento in tutta Italia, una realtà<br />

affermata nel campo delle infrastrutture, crescendo<br />

professionalmente grazie all’esperienza<br />

multidisciplinare di qualificati collaboratori<br />

e consulenti e lasciando una traccia<br />

nella storia dell’ingegneria. L'azienda si è equipaggiata<br />

di attrezzature innovative per soddisfare<br />

molteplici esigenze, offrendo anche la<br />

possibilità di noleggio di escavatori a risucchio.<br />

L’azienda veronese si prefigge il continuo miglioramento<br />

tecnologico e l'offerta diversificata<br />

di servizi che col tempo si è ampliata e ha incontrato<br />

vari settori.<br />

Partner di grandi eventi per il lavaggio<br />

delle superfici<br />

La consolidata realtà nel settore della pulizia<br />

del manto stradale, unita alla tecnologia dei<br />

mezzi speciali di cui si avvale, hanno fatto sì<br />

che Salvetti sia diventato partner di grandi<br />

eventi con il servizio di lavaggio ad alta pressione<br />

in combinata con l’aspirazione. Salvetti<br />

ha infatti effettuato la pulizia profonda dell’asfalto<br />

sul circuito di Formula 1 di Imola,<br />

così come sulla pavimentazione in travertino<br />

al BNL di Tennis del Foro Italico a Roma. Il<br />

servizio consiste nella pulizia profonda di ogni<br />

tipologia di manto stradale e pedonale, con<br />

un intervento mirato e modulato su diverse<br />

tipologie di superfici, dall’asfalto drenante di<br />

un fondo autostradale o di un autodromo, al<br />

lastricato di porfido o marmo di piazze e strade.<br />

Tecnologia pulente ad alta pressione significa<br />

ridare funzionalità e riportare nelle<br />

condizioni originarie di efficienza le pavimentazioni<br />

trattate.<br />

I servizi per l’industria<br />

Grazie ad un vastissimo e tecnologico parco<br />

macchine, l’azienda è in grado di aspirare diversi<br />

tipi di materiale: da idrodemolizione, digestato<br />

da biogas, residui di sabbiatura, calcinacci<br />

e detriti, ma anche cereali, mangimi<br />

e farine, fanghi. L’intervento Avviene in tempi<br />

brevi con il massimo rendimento e il minimo<br />

uso di risorse.<br />

Nullo è l’impatto ambientale: acqua, inerti,<br />

limo di cemento o altro materiale aspirato<br />

vengono smaltiti in modo corretto, senza dispersione<br />

nell’ambiente circostante. Altro<br />

vantaggio è il risparmio nello smaltimento: il<br />

materiale viene aspirato direttamente in un<br />

contenitore ribaltabile della capacità di 8 m3.<br />

Salvetti Aspirazioni opera anche nel campo<br />

dei prescavi: scavi di precisione, che permettono<br />

di lavorare in sicurezza, individuando<br />

eventuali sottoservizi.<br />

L’operatore, supportato da una tecnologia di<br />

ultima generazione, sarà in grado così di eseguire<br />

sondaggi geognostici o altri lavori di<br />

ispezione senza il rischio di provocare danni<br />

a tubazioni di gas, acqua e simili. Salvetti vanta<br />

la collaborazione con le principali compagnie<br />

petrolifere e le maggiori società ambientali<br />

internazionali che operano in Italia.<br />

Obiettivo: investire nella tecnologia per<br />

operare in sicurezza<br />

L'azienda si è dotata di macchinari automatizzati<br />

e telecomandati che rendono più sicuro<br />

l'intervento, permettendo di lavorare fuori dalle<br />

zone confinate, in presenza di prodotti Atex<br />

(ATmosphere EXplosive), esplosivi, tossici e<br />

alimentari, garantendo velocità di esecuzione.<br />

In particolare, tra le novità, l'utilizzo di una<br />

speciale macchina idraulica per la pulizia dei<br />

silos che con lo stesso motore può operare<br />

anche da trivella (nel caso in cui il silos o la<br />

tramoggia avessero un tappo da perforare)<br />

per la massima stabilità mentre si lavora.<br />

Investire nella tecnologia per operare in sicurezza,<br />

intervenire velocemente senza intralciare<br />

i processi produttivi dell'azienda<br />

ospitante, avvalersi di personale diretto, qualificato,<br />

certificato ed equipaggiato. Tutti questi<br />

sono i traguardi che Salvetti Srl ha raggiunto<br />

negli anni e che si impegna a<br />

mantenere per il futuro.<br />

l<br />

Lavaspyra<br />

per la pulizia<br />

del manto stradale.<br />

Dicembre <strong>2023</strong><br />

Dicembre <strong>2023</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

58 BIOWASTE Soluzioni<br />

GLOSSARIO<br />

GLOSSARIO<br />

BIOWASTE<br />

59<br />

Credit: Patrycja Grobelny<br />

Marco Comelli<br />

RAEE da cui possono<br />

essere estratti metalli<br />

e terre rare.<br />

Pirometallurgia<br />

Tout court<br />

Tecniche per estrarre e separare i metalli contenuti<br />

nei RAEE. Su questo numero descriviamo le diverse modalità<br />

Trattando di rifiuti elettronici e di riciclo<br />

delle batterie abbiamo spesso notato<br />

come la parte più difficile che devono<br />

affrontare gli operatori sia la separazione dei<br />

metalli dalle matrici composite e tra di loro. Il<br />

Ingrandimento<br />

del batterio capace<br />

di fissare l’oro. La<br />

particella in bianco è<br />

il metallo prezioso.<br />

caso oggi più comune è quello delle schede<br />

elettroniche stampate, le Printed Circuit Board<br />

(PCB), e dei componenti sempre più spesso a<br />

montaggio superficiale. La problematica principale<br />

è dovuta al fatto che i RAEE odierni sono<br />

È la tecnica primaria oggi utilizzata in quasi tutti gli<br />

impianti esistenti e come indica il nome si basa sull’applicazione<br />

di temperature elevate. Nel caso specifico<br />

si arriva anche ai 1500 centigradi, quindi con<br />

grande dispendio di energia per raggiungerle. I metodi<br />

utilizzati sono due. Nella fusione la massa viene ridotta<br />

allo stato liquido, le plastiche evaporano o si separano<br />

nei costituenti e i metalli vengono poi in parte recuperati<br />

per solidificazione frazionata e in parte con processi<br />

ulteriori, elettrochimici o idrometallurgici. Gli<br />

impianti più grandi si trovano in Svezia, in Germania<br />

e in Belgio, dove vengono spediti quasi tutti i componenti<br />

elettronici dei RAEE italiani. Nella pirolisi invece<br />

la massa viene riscaldata in assenza di ossigeno e si<br />

ottiene gas contenente idrogeno, un olio derivante<br />

dalle plastiche e un residuo secco ricco di metalli allo<br />

stato puro, che poi vanno separati con altri metodi.<br />

Rispetto alla fusione richiede ancora più energia ma<br />

in compenso i metalli non sono in forma di ossidi o<br />

composti più complessi.<br />

Dicembre <strong>2023</strong><br />

Idrometallurgia<br />

Si basa sullo scioglimento della massa<br />

in una soluzione acquosa contenente<br />

agenti liscivianti come acidi forti (acido<br />

solforico, acido nitrico, acido cloridrico)<br />

e/o basi (idrossido di sodio, ipoclorito di<br />

sodio) spesso accoppiati con agenti ossidanti<br />

(perossido di idrogeno e ferro trivalente)<br />

e agenti complessanti (cianuro<br />

e tiosolfato). I metalli estratti in un blocco<br />

indifferenziato vengono poi separati e<br />

purificati con un processo ulteriore applicato<br />

alla soluzione, di solito elettrochimico.<br />

Spesso infatti l’idrometallurgia viene definita<br />

idroelettrometallurgia.<br />

Un’evoluzione recente prevede di utilizzare<br />

acidi di origine vegetale come quelli<br />

malico, ossalico e citrico derivati dalla<br />

lavorazione della frutta e della verdura<br />

per ridurre l’impatto ambientale.<br />

Accumuli aurei batterio-morfi derivanti dall’azione<br />

del Protobacterium Cupriavidus metallidurans.<br />

Si tratta di un batterio capace di fiorire anche<br />

in presenza di elevate concentrazioni di metalli<br />

pesanti. Questa sua prerogativa ha un ruolo<br />

nel depositarsi dell’oro e oggi s’inizia ad usarlo<br />

anche per il platino e i metalli del suo gruppo.<br />

Dicembre <strong>2023</strong><br />

Elettrometallurgia<br />

Sfrutta il fenomeno dell'elettrodeposizione<br />

dei metalli, in base<br />

al quale il metallo presente all'anodo<br />

viene depositato al catodo.<br />

Un processo elettrometallurgico<br />

avviene secondo<br />

quattro fasi: il metallo presente<br />

all'anodo si dissolve nell'elettrolita<br />

sotto forma di ioni metallici;<br />

gli ioni metallici si spostano<br />

nell'elettrolita, dall'anodo verso<br />

il catodo, guidati dall'azione di<br />

una differenza di potenziale<br />

Biometallurgia<br />

elettrico generata all'esterno<br />

della cella elettrolitica dove ha<br />

luogo il processo metallurgico;<br />

gli ioni metallici si depositano al<br />

catodo. Nel trattamento dei<br />

RAEE questo processo viene<br />

utilizzato per la separazione di<br />

diversi metalli l’uno dall’altro<br />

sfruttandone le diverse proprietà<br />

elettrochimiche, oppure per<br />

la purificazione di un metallo già<br />

separato. In questo caso le scorie<br />

si fermano sull’anodo.<br />

È un processo relativamente recente che prevede l’utilizzo di<br />

microorganismo per la separazione dei metalli. Si presta bene<br />

nei casi dove la presenza e la concentrazione dei metalli d’interesse<br />

è bassa. Esiste in due forme principali. Nella prima, si<br />

utilizzano batteri acidofili, eterotrofi cianogenici, e/o eterotrofi<br />

i quali producono acidi che sciolgono i metalli. In pratica è una<br />

idrometallurgia che non fa uso di liscivanti aggiunti, anche se<br />

per aumentare l’efficienza si usano spesso processi ibridi in cui<br />

i meccanismi chimici inorganici operano in sinergia con quelli<br />

bio-based. Nella seconda forma, vengono utilizzati microorganismi<br />

che “digeriscono” determinati metalli e li incorporano<br />

nella propria massa. Giunta a saturazione, la biomassa viene<br />

raccolta, essiccata e il metallo estratto. Oggi questa forma di<br />

idrometallurgia viene usata essenzialmente per l’estrazione<br />

dell’oro, con il β-Proteobacterium Cupriavidus metallidurans,<br />

che venne scoperto nel 2007 da ricercatori belgi nelle ganghe<br />

della purificazione dello zinco, un ambiente estremamente tossico.<br />

La ricerca degli e sugli organismi estremofili, come vengono<br />

chiamati come classe, e le potenzialità di ingegneria genetica<br />

aprono possibilità di creare ceppi e nuove specie mirate per<br />

l’estrazione di metalli diversi. Un settore da seguire se si vuole<br />

che la circolarità diventi una realtà anche per materiali a bassa<br />

concentrazione, dove i metodi tradizionali sarebbero insostenibili<br />

economicamente ma anche ambientalmente.<br />

ricchi di miscele di metalli, leghe multi elemento<br />

e strutture polimetalliche che rendono<br />

difficoltose l’estrazione e la separazione. La<br />

complessità dei RAEE tende peraltro ad aumentare,<br />

andando di pari passo con lo sviluppo<br />

tecnologico: i dispositivi moderni possono essere<br />

costituiti anche da 60 elementi presenti<br />

come miscele di metalli. Per abbattere i costi,<br />

il riciclo avviene con la stessa modalità dell’estrazione<br />

dei metalli dai minerali di scavo, ossia<br />

riducendo la parte da riciclare ad una massa<br />

(per le batterie si parla direttamente di black<br />

mass) e lavorando su di essa con tecniche metallurgiche.<br />

Questa edizione del glossario le esamina<br />

in breve.<br />

l


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

60 BIOWASTE NEWS<br />

WASTE SEGNALA<br />

ACQUE REFLUE<br />

61<br />

Eliana Puccio<br />

Energia alcolica<br />

La tecnologia AB al servizio della Distilleria Mazzari, realtà<br />

storica del territorio romagnolo presente da oltre 60 anni e attiva<br />

nella produzione di alcool etilico industriale e alimentare<br />

Scarti della frutta e feccia di vino. S o no<br />

questi gli "ingredienti" utilizzati dalle<br />

distillerie Mazzari di Sant'Agata sul<br />

Santerno (Ra) per la produzione di biogas.<br />

Per farlo si avvale della tecnologia a membrane<br />

BIOCH4NGE® di AB.<br />

Entro la fine del 2030, infatti, gli Stati membri<br />

dovranno garantire collettivamente almeno 35<br />

miliardi di metri cubi di biometano, in linea con<br />

gli obiettivi del REPowerEu, così da poter sostituire<br />

almeno il 20 per cento delle importazioni<br />

di gas naturale con un’alternativa<br />

sostenibile, più economica<br />

e prodotta localmente.<br />

Uno stabilimento<br />

all’avanguardia<br />

L'impianto BIOCH4NGE® di<br />

AB può produrre 1.000 m 3 /h<br />

di biometano che viene originato<br />

dalle materie prime lavorate<br />

in distilleria: feccia di<br />

vino e scarti di frutta. Mazzari<br />

da più di 60 anni produce di alcool<br />

etilico industriale e alimentare e acido<br />

tartarico.<br />

Lo stabilimento di Sant’Agata sul Santerno<br />

(RA) stava già “avanti” negli anni ‘80: aveva<br />

previsto infatti dei digestori anaerobici per valorizzare<br />

i propri reflui producendo biogas.<br />

Nel 2010, decide poi di installare due cogeneratori<br />

AB per utilizzare il biogas originato dalle<br />

proprie produzioni e poter generare energia<br />

termica ed elettrica sia per la distilleria, sia<br />

per la rete elettrica cittadina.<br />

l<br />

GLI APPUNTAMENTI<br />

Il 14 febbraio, si terranno due seminari:<br />

LIfemuscles, sulla riduzione dell’impatto<br />

della dispersione in mare<br />

delle retine in polipropilene (in gergo<br />

calze) usate nell’allevamento delle<br />

cozze. Il progetto promuove metodi<br />

per ridurne la dispersione, e sviluppa<br />

il riciclo delle calze usate a fine campagna<br />

con un impianto mobile; e in<br />

terzo luogo realizza un prototipo di calza<br />

in biopolimero biodegradabile e<br />

compostabile. Il progetto Matshell,<br />

esamina la possibilità di utilizzare il<br />

guscio dei molluschi allevati.<br />

Sul fronte allevamento ittico, il focus<br />

sarà sulla circolarità della produzione<br />

dei mangimi, esaminando quello che<br />

si sta facendo nell’utilizzo degli scarti<br />

della lavorazione del pesce e del cosiddetto<br />

bycatch, ossia i pesci pescati<br />

di specie non commestibili che invece<br />

di essere ributtati morti in mare vengono<br />

conferiti alle industrie mangimistiche.<br />

Giorno 15 si parlerà dell’utilizzo<br />

dei liquami e fanghi prodotti dagli allevamenti.<br />

www.aquafarm.show<br />

L’importanza<br />

del mondo marino<br />

Anche quest’anno<br />

AquaFarm, l’unica<br />

manifestazione fieristica<br />

e convegnistica dedicata<br />

all’acquacoltura,<br />

alla molluschicoltura e<br />

alla pesca sostenibile del<br />

bacino del Mediterraneo,<br />

riserva alle tematiche del<br />

riciclo, il riuso e l’utilizzo<br />

di scarti e rifiuti un posto<br />

di rilievo. L’expo ospitata<br />

da Pordenone Fiere, uno<br />

dei principali quartieri<br />

fieristici nel nord-est italiano,<br />

riunisce l’intera filiera<br />

produttiva e commerciale<br />

del settore<br />

dell’acqua coltura. Nei<br />

giorni 14 e 15 febbraio<br />

si terranno in sequenza<br />

due seminari importanti partendo<br />

dalla molluschicoltura per arrivare a parlare di decarbonizzazione.<br />

AquaFarm da sempre manifesta un’attenzione particolare alla difesa<br />

dei nostri mari, e in particolare dedica un ampio spazio anche<br />

al settore della pesca sostenibile, impegnandosi a promuovere<br />

tutte quelle aziende che si impegnano in un’attività di pesca a<br />

ridotto impatto ambientale, nel rispetto degli ecosistemi marini e<br />

delle specie ittiche.<br />

Dicembre <strong>2023</strong><br />

Dicembre <strong>2023</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

62 ACQUE REFLUE Soluzioni<br />

RIMOZIONE CONTAMINANTI<br />

RIMOZIONE CONTAMINANTI<br />

ACQUE REFLUE<br />

63<br />

Marco Comelli<br />

Impianto<br />

di depurazione<br />

a Bresso-<br />

Niguarda (MI).<br />

Pagina accanto:<br />

microalgahe<br />

ingrandite.<br />

Darla a bere<br />

La gestione dell’acqua va ottimizzata. Anche con l’utilizzo<br />

di microalghe per il trattamento di reflui. Vediamo quali sono<br />

le applicazioni in fase di sviluppo, diverse da quelle già pronte<br />

La depurazione dei reflui urbani mediante<br />

microalghe - da sole o in consorzio con altri<br />

microorganismi - è stata affrontata nel primo<br />

numero di <strong>Waste</strong> di quest’anno. Ci eravamo<br />

concentrati su tecnologie già pronte e scalabili.<br />

L’applicazione di microalghe (che utilizzano la<br />

luce come fonte di energia per metabolizzare i<br />

nutrienti contenuti nei reflui) per la decontaminazione<br />

è fattibile solo in determinate condizioni<br />

che rispettano alcuni parametri generali: macronutrienti<br />

in rapporto adeguato (azoto/fosforo<br />

= 7:1), oligoelementi in concentrazioni sufficienti<br />

ma non inibenti; accettabili proprietà ottiche;<br />

conducibilità, pH; bassa presenza di organismo<br />

antagonisti. In assenza di queste, l’applicazione<br />

di microorganismi è sempre possibile ma adot-<br />

tando un approccio differente. L’obiettivo non è<br />

più la rimozione degli inquinanti ma la crescita<br />

di biomassa, per cui i reflui vengono utilizzati<br />

come “terreno” di coltura.<br />

Si lavora su frazioni…<br />

Subito dietro all’ambito dei reflui urbani, il campo<br />

applicativo a maggiore livello di maturazione tecnologica<br />

(in gergo Technology Readiness Level,<br />

TRL) è il trattamento del digestato e, nello specifico,<br />

la rimozione di nutrienti dalla frazione liquida<br />

del digestato. Quest’ultimo può essere<br />

composto da fanghi di depurazione dopo essere<br />

passati in un impianto di produzione di biogas,<br />

oppure da liquame da allevamenti e scarti agricoli.<br />

In entrambi i casi la frazione liquida ha una<br />

composizione adatta alla crescita algale ed è disponibile<br />

in grandi quantità grazie alla diffusione<br />

di impianti di digestione anaerobica, anche se ci<br />

si trova di fronte ad alte concentrazioni di ammoniaca<br />

e alla presenza di colore e di solidi sospesi<br />

che richiedono un pretrattamento, che<br />

spesso consiste nella diluizione, che richiede<br />

grandi quantità d’acqua (da tre a cinque volte il<br />

volume del liquido da trattare). Inoltre vi sono<br />

pochi studi alla scala pilota, quindi pochi risultati<br />

sperimentali su cui costruire una base di dati di<br />

partenza per potere realizzare impianti a scala<br />

pre-industriale, e con un minimo di confidenza<br />

sui parametri iniziali da utilizzare per non buttare<br />

soldi dalla finestra.<br />

sviluppare la depurazione via consorzi di microorgansmi<br />

(microalghe e batteri) in un ambito<br />

a bassa maturità tecnologica, ossia la rimozione<br />

dei cosiddetti contaminanti emergenti, o almeno<br />

una parte di essi, quelli legati alla farmaceutica.<br />

Ricordiamo che si definiscono in questo<br />

modo molecole di varia origine e potenziale (o<br />

acclarata) alta pericolosità derivante da una serie<br />

di fattori che le caratterizzano: bioaccumulo,<br />

persistenza, tossicità, interferenza con il sistema<br />

endocrino. Alcuni PFAS sono contaminanti<br />

emergenti, ancora poco studiati, come spieghiamo<br />

in altra parte della rivista. In questo<br />

ambito le microalghe da sole o più spesso in<br />

consorzio con altri microorganismi sono molto<br />

adatte, in quanto hanno un’elevatissima diversità<br />

metabolica e di adattamento.<br />

Nei primi esperimenti si usano clorofite e cianobatteri,<br />

ma appunto siamo solo gli inizi. Negli<br />

ultimi anno ed in tutto il mondo,dono stati compiuti<br />

diversi studi. Quasi tutti però su reflui sintetici,<br />

solo alcuni su acque di rifiuto (per esempio<br />

da impianti farmaceutici) e anche meno in condizioni<br />

reali (ossia non prelevando un campione<br />

di refluo e portandolo in laboratorio). Con queste<br />

limitazioni, si sono comunque ottenuti buoni risultati<br />

su alcune molecole, buoni risultati per tetracicline,<br />

β-bloccanti, farmaci per la pressione,<br />

ormoni, con rimozione anche oltre il 75%.<br />

Meccanismi diversi<br />

In compenso è emerso che il successo della rimozione<br />

dipende da molti fattori (ambientali,<br />

Rimozione contaminanti emergenti<br />

La necessità di ottimizzare la gestione dell’acqua<br />

è però un buon incentivo allo sviluppo di<br />

queste tecnologie, anche se in tempi medi, superiori<br />

ai tre anni. La pericolosità degli inquinanti-bersaglio<br />

costituisce invece la spinta a<br />

Dicembre <strong>2023</strong>


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

64 ACQUE REFLUE<br />

RIMOZIONE CONTAMINANTI<br />

NEWS<br />

ACQUE REFLUE<br />

65<br />

Contaminanti<br />

emergenti<br />

studiati presso<br />

l’Impianto<br />

di Bresso.<br />

Sono sostanze<br />

di origine<br />

farmaceutica<br />

e anticorrosivi.<br />

Differenti tipi<br />

di microalghe<br />

utilizzate per<br />

il trattamento<br />

dei rieflui.<br />

composizione del refluo, ceppo microalghe utilizzato,<br />

tempo di ritenzione, molecola bersaglio,<br />

acclimatazione della coltura microbica, presenza<br />

di altri organismi o co-substrati). I meccanismi<br />

sono complessi, difficili da chiarire. Per<br />

esempio, alcuni studi di laboratorio hanno dimostrato<br />

che l’eliminazione di alcune molecole<br />

era dovuto a ossidazione, avviata dalla saturazione<br />

dell’ossigeno dell’acqua a livelli maggiori<br />

di quelli naturali provocata dalla presenza di<br />

alghe autotrofe (fotosintetiche).<br />

In questi casi quindi la depurazione era solo indirettamente<br />

causata dalle microalghe. Inoltre,<br />

l’interesse maggiore di questi processi risiede<br />

nella loro possibile applicazione alla rimozione<br />

dai reflui urbani dei contaminanti di cui sopra.<br />

Il principale meccanismo in cui queste molecole<br />

entrano nelle acque è infatti attraverso le deiezioni<br />

biologiche, urbane e secondariamente<br />

zootecniche. I depuratori tradizionali hanno<br />

come obiettivo la rimozione dei solidi sospesi,<br />

del materiale organico, nutrienti e batteri potenzialmente<br />

pericolosi, per cui quella degli<br />

emergenti deve essere gestita come trattamento<br />

“terziario”.<br />

Un metodo sperimentale prevede il trattamento<br />

del centrifugato liquido del digestato da impianti<br />

di depurazione urbana. Si tratta di un liquido<br />

molto contaminato, con elevati<br />

livelli di azoto, che di solito<br />

viene reimmesso in circolo nei depuratori.<br />

Già oggi su questo centrifugato<br />

si appunta l’attenzione<br />

su scala pilota di diversi impianti<br />

di trattamento microalgale, come<br />

quello operativo da tempo presso il depuratore<br />

di Bresso-Niguarda a Milano, per cui la rimozione<br />

degli emergenti potrebbe entrare di routine<br />

in questo tipo di trattamenti cosiddetti “sidestream”.<br />

Processo a più stadi<br />

Un fattore importante in queste applicazioni è<br />

il fatto che si tratta di aggredire contaminanti di<br />

sintesi, non esistenti in natura. L’approccio quindi<br />

deve essere conseguente.<br />

Non considerando l’ingegneria genetica mirata,<br />

una strada possibile è quella dell’ingegneria<br />

dei consorzi microbici.<br />

Si tratta di mettere in piedi un processo a più<br />

stadi, che si possono descrivere con: analisi<br />

delle possibili vie degradative in batteri e alghe<br />

delle molecole d’interesse; ricerche bioinformatiche<br />

(simulazione 3D) di omologia, ossia individuare<br />

quale sezione di contaminante può<br />

essere aggredita da quale microrganismo; progettazione<br />

razionale del consorzio microbico,<br />

associando le specie e i ceppi migliori; validazione<br />

sperimentale; «evoluzione forzata» del<br />

consorzio in reattori continui, conservando le<br />

associazioni più efficaci. In pratica, l’obiettivo è<br />

realizzare un ambiente degradativo dei contaminanti<br />

“nuovi” in poco tempo, che a livello naturale<br />

avrebbe richiesto migliaia o milioni di<br />

anni, oppure non sarebbe mai accaduto.Si tratta<br />

dell’approccio che sta perseguendo un gruppo<br />

di giovani ricercatori dell’Università di Padova,<br />

guidato da Lisa Borella, su cui torneremo in futuro,<br />

che sta lavorando sul glisofato. In un prossimo<br />

articolo, il fattore economico relativo a<br />

queste applicazioni microalgali.<br />

l<br />

Infinito fascino della cellulosa<br />

CirTec ha realizzato un impianto Cellvetion nel depuratore<br />

di Geestmerambacht, in Olanda, per il recupero della<br />

cellulosa dalle acque reflue. Risultato? Un doppio vantaggio<br />

Recuperare su larga scala la cellulosa dalle<br />

acque di fogna è possibile, grazie a un<br />

progetto lanciato dal Gruppo CAP, gestore<br />

del servizio idrico integrato della Città metropolitana<br />

di Milano.<br />

La cellulosa viene recuperata attraverso un sistema<br />

di multifiltraggio, chiamato Cellvation.<br />

Si tratta di un servizio innovativo che recupera<br />

e ricicla la cellulosa dagli impianti di depurazione.<br />

Il recupero della cellulosa riduce la quantità<br />

di fanghi di scarico prodotti e aumenta la capacità<br />

dell'impianto di trattamento delle acque<br />

reflue. Una volta recuperata, la cellulosa viene<br />

ripulita e disidratata.<br />

"La nostra collaborazione con il Gruppo CAP è<br />

iniziata con il professor Francesco Fatone<br />

dell'Università Politecnica delle Marche, con cui<br />

avevamo avuto una lunga collaborazione per il<br />

progetto SMART-plant, nell'ambito di Horizon<br />

2020" , ha riferito Coos Wessels, amministratore<br />

delegato di CirTec.<br />

"Abbiamo proposto la nostra tecnologia ad altri<br />

gestori dei servizi idrici italiani, riscuotendo grande<br />

interesse."<br />

L’impianto in Olanda<br />

CirTec ha realizzato un impianto Cellvetion nel<br />

depuratore di Geestmerambacht, in Olanda,<br />

che produce circa 400 kg di cellulosa<br />

pura al giorno.<br />

Tale tecnologia fa parte del progetto<br />

SMART-plant, nell'ambito<br />

di Horizon 2020.<br />

Nell’ottica dell’economia circolare,<br />

la cellulosa lavorata viene<br />

successivamente utilizzata per la<br />

la realizzazione di prodotti diversi.<br />

Quindi, dalla produzione<br />

di compositi e biopolimeri<br />

nell’industria di<br />

plastica e bioplastica alla produzione di materiale<br />

da costruzione, come l’asfalto stradale.<br />

Persino alla carta o cartone reciclati. Questo<br />

contribuisce anche a un impatto positivo per<br />

quel che riguarda la fase di depurazione delle<br />

acque reflue perché una vola prive di cellulosa<br />

risultano anche più facili da trattare. Senza dimenticare<br />

tra i benefici, anche il risparmio energetico<br />

e il rispetto dell’ambiente. l<br />

Eliana Puccio<br />

Dicembre <strong>2023</strong><br />

Dicembre <strong>2023</strong>


66 VEICOLI&ALLESTIMENTI IGIENE URBANA<br />

IGIENE URBANA<br />

VEICOLI&ALLESTIMENTI<br />

67<br />

e quindi diventa assolutamente necessario<br />

creare altri impianti di trattamento, che però<br />

richiedono decine di miliardi di euro di investimento.<br />

Il rifiuto zero - ormai si sa - non<br />

esiste e gli impianti sono più che indispensabili.<br />

Le tecnologie disponibili oggi poi, non<br />

sono in grado di selezionare alla perfezione<br />

il flusso in entrata: ne consegue che bisogna<br />

migliorare la qualità del rifiuto derivante dalla<br />

raccolta differenziata.<br />

Cassonetti per la raccolta<br />

rifiuti, oggi sono dotati<br />

di meccatronica<br />

per controllare<br />

gli accessi.<br />

Verso nuovi traguardi<br />

Ambiente fa rima con economia.<br />

Il Gruppo Busi applica bene questa regola<br />

aurea, facendone una delle proprie mission<br />

Federica Lugaresi<br />

Il momento<br />

del taglio nastro<br />

per l’inauguazione<br />

dello stabilimento.<br />

Siamo a buon punto ma possiamo (e dobbiamo)<br />

fare di meglio. Questo è stato l’incipit<br />

della tavola rotonda organizzata dal<br />

Gruppo Busi in occasione dell’inaugurazione<br />

del nuovo stabilimento. Ovviamente stiamo parlando<br />

degli obiettivi di raccolta differenziata e<br />

conseguente riciclo all’interno del nostro Paese.<br />

In materia di riciclaggio infatti, e in ambito di<br />

Comunità Europea, l’Italia si trova nei primi cinque<br />

posti della classifica dei virtuosi. Ma per<br />

migliorare la performance nazionale si devono<br />

migliorare le performance delle regioni che arrancano,<br />

e soprattutto la qualità e quantità di<br />

quello che viene raccolto separatamente. Ad<br />

avvalorare ciò Fulvio Roncari, Presidente A2A<br />

Ambiente, ha dichiarato che “recentemente<br />

nella sola Brescia con un’analisi merceologica<br />

di ciò che resta della raccolta differenziata (intorno<br />

al 70 per cento), si è evinto che nel 30%<br />

residuo sono presenti, per circa la metà (44%,)<br />

rifiuti ancora da recuperare. In particolare, sarebbe<br />

opportuno concentrarsi sulla frazione<br />

organica (che è quella che incide maggiormente<br />

all’interno dei rifiuti urbani)”.<br />

La strada è ancora lunga<br />

“E’ importante trovare un equilibrio all’interno<br />

delle singole realtà territoriali - ha aggiunto<br />

Enrico Iannone, AD San Germano (Gruppo<br />

IREN). Purtroppo l’Italia ha vuoti sia impiantistici<br />

che di trattamento dell’organico. Ad oggi sono<br />

7 i milioni di tonnellate di rifiuti organici che finiscono<br />

in discarica a causa dell’insufficiente<br />

capacità dei termovalorizzatori: in pratica ne<br />

viene recuperato energicamente solo il 66%”.<br />

Punto assai dolente in quanto vengono prodotti<br />

150 kg di organico per persona all’anno,<br />

Il primo anello<br />

In questo contesto si inserisce il Gruppo Busi,<br />

leader nelle soluzioni complete per l’igiene<br />

urbana, raccolta, compattazione e trasporto<br />

dei rifiuti: il primo anello per passare da<br />

un’economia lineare a circolare. Visionaria e<br />

lungimirante, l’azienda OMB nel 2016 inizia il<br />

proprio percorso di ristrutturazione con una<br />

capacità produttiva di 1000 veicoli allestiti e<br />

20.000 cassonetti l’anno. Oggi nello stabilimento<br />

di Rezzato (BS), sono presenti tre linee:<br />

per compattatori a carico posteriore e laterale,<br />

costipatori – veicoli satellite, e cassonetti (il<br />

prodotto storico del Gruppo). Per adeguarsi<br />

alle esigenze di mercato, vengono proposti<br />

nuovi prodotti e tipologie, per esempio gli allestimenti<br />

per i veicoli elettrici, completamente<br />

progettati e realizzati internamente.<br />

Un esempio lampante di come l’azienda risponda<br />

alle richieste di cui sopra. Oggi, in termini<br />

di compattatori, si producono 1,5 macchine<br />

al giorno (ma l’obiettivo è di arrivare a<br />

due). E mentre i numeri dei compattatori e costipatori<br />

continuano ad essere allineati, nei<br />

satelliti la produzione ammonta a tre al giorno.<br />

Si guarda avanti<br />

All’interno dello stabilimento è presente anche<br />

un’area cosiddetta “degli speciali prototipi” -<br />

in pratica la partenza di tutto - in cui viene pensato<br />

il prodotto e migliorato il processo.<br />

Compare la nuova tipologia di cassonetti, che<br />

ora sono dotati di meccatronica per il controllo<br />

degli accessi. Anche per questo prodotto è stato<br />

pensato uno studio di implementazione linea,<br />

che risulta più complesso in termini di<br />

quantità multiple prodotte, rispetto a quelle<br />

dei compattatori.<br />

Attualmente per il mercato italiano, i cassonetti<br />

vengono prodotti già montati, mentre<br />

quelli in kit sono destinati ai soli mercati esteri<br />

(Sudamerica, Emirati). E nonostante la diffusione<br />

del porta a porta stia aumentando, si<br />

tratta di una lavorazione su cui il Gruppo sta<br />

investendo ancora tanto.<br />

l<br />

Costipatori montati<br />

e finiti.<br />

Compattatore OMB<br />

a carico posteriore<br />

lungo la linea<br />

di produzione.<br />

Il prodotto viene poi<br />

montato su autotelaio.<br />

Un momento della<br />

tavola rotonda<br />

all’inaugurazione<br />

dello stabilimento<br />

di Rezzato.<br />

Dicembre <strong>2023</strong><br />

Dicembre <strong>2023</strong>


68 VEICOLI&ALLESTIMENTI MODELLI PESANTI<br />

MODELLI PESANTI<br />

VEICOLI&ALLESTIMENTI<br />

69<br />

La porta<br />

del passeggero<br />

è dotata di una<br />

finestrella vetrata.<br />

Si completa così<br />

la visione del mondo<br />

circostante, specie<br />

verso gli utenti deboli<br />

della strada cittadina.<br />

DAF conta sui multiruolo<br />

Con la gamma XD il costruttore olandese<br />

ribadisce l’ambizione di conquistare<br />

altre quote di mercato. Il settore della<br />

raccolta e del riciclaggio dei materiali<br />

rappresenta un’ottima chance<br />

Il compattatore<br />

di rifiuti pesante.<br />

Quando si è leader di mercato in Europa<br />

fra i pesanti da lungo raggio verrebbe<br />

voglia di festeggiare e, magari, riposarsi<br />

un pochino. Alla Daf non la pensano così, anche<br />

perché a quel primato ormai ci si sono abituati<br />

da anni. Anzi, quasi gli “rode” il fatto di non essere<br />

allo stesso livello nel restante 30% del trasporto<br />

continentale di merci, fatto di autocarri<br />

dedicati alle missioni più varie. Fra queste anche<br />

quelle legate al mondo della raccolta e della<br />

gestione dei rifiuti, settore magari di nicchia, o<br />

per lo meno, non di grandissimi numeri; però,<br />

di sicuro è molto remunerativo se confrontato<br />

ai risicati margini di chi si dedica esclusivamente<br />

a muovere i camion di linea.<br />

Si alza l’asticella<br />

La Daf un po’ di buone referenze se l’è già fatte<br />

fra i compattatori e i mezzi di servizio nei pesi<br />

medi, con gli ottimi LF. Vicoli leggeri e affidabili,<br />

oltre che competitivi nel prezzo, a cui difetta solamente<br />

l’assenza di una cabina lunga che, però,<br />

in questo settore non è certo discriminante nella<br />

scelta. Per allestimenti più complessi, dalle 18<br />

tonnellate in su, l’LF non basta più ed ecco la<br />

nuova carta degli olandesi: l’XD. È il candidato<br />

perfetto per sostituire il vecchio CF, multiruolo<br />

per antonomasia, ma ormai arrivato a fine corsa<br />

dopo un ventennio di carriera. Con i modelli a<br />

due assi e, ancor più, con quelli a tre da 26 tonnellate<br />

l’ultimo nato di Eindhoven è la base perfetta<br />

per i compattatori più strutturati, ma anche<br />

per cassonati e scarrabili di ogni tipo. La sfida<br />

del nuovo Daf è alzare il livello della qualità di<br />

un camion anche in settori dove, di solito, si<br />

guarda solo alla convenienza. Ma il mondo è<br />

cambiato e anche i multiruolo da una generazione<br />

all’altra si sono evoluti, smarcandosi sempre<br />

più dall’immagine di semplici veicoli utilitari:<br />

quelli che mettono giusto ruote e motore al servizio<br />

di un allestimento protagonista.<br />

Il quid che fa comodo<br />

Sull’XD c’è molto di più. Ideale completamento<br />

della new generation Daf, il cadetto dei pesanti<br />

riporta un gradino più in basso la stessa filosofia<br />

premium che ha già sorpreso sui long range<br />

XG e XF. In effetti, di quest’ultimo l’XD ripropone<br />

l’esatta cabina, solo ridotta in altezza e, soprattutto,<br />

montata più in basso sul telaio. Talmente<br />

in basso che, con certe gommature, riesce persino<br />

a fare a meno di un gradino: cosa apprezzatissima<br />

a chi sale e scende tutto il giorno dal<br />

camion, necessità nient’affatto rara a chi opera<br />

nella raccolta RSU. D’accordo, non c’è più la<br />

cabina stretta del CF, cosa che ormai va sparendo<br />

anche presso gli altri competitor; né quei<br />

parafanghi bombati che erano il tratto distintivo<br />

del predecessore, ma il nuovo Daf non ne fa<br />

rimpiangere il design che, viceversa, si segnala<br />

fra i più riusciti dei truck apparsi nell’ultimo decennio.<br />

In questo ha fatto gioco il poter ricorrere<br />

alle nuove misure d’ingombro concesse dai regolamenti<br />

Ue a chi s’impegnava a ridurre i consumi<br />

e ad aumentare la sicurezza del conducente.<br />

Gli olandesi sono stati finora gli unici a<br />

sfruttare questa deroga, guadagnando quella<br />

manciata di centimetri che, oltre alla linea (e<br />

al coefficiente aerodinamico) fanno molto comodo<br />

anche all’interno.<br />

Ai raggi X<br />

Ecco, dentro, l’XD si distingue da fratelli maggiori<br />

per la maggior presenza del tunnel motore,<br />

d’altro canto abbassando la quota di montaggio<br />

sul telaio era inevitabile. Ma anche dietro<br />

le cabine più corte si ricava un po’ di spazio che<br />

può essere sfruttato per riporre attrezzature o,<br />

semplicemente, per dare agli autisti più facilità<br />

di regolazione in lunghezza del sedile. C’è poi<br />

il capitolo della visibilità, che era uno dei punti<br />

deboli del vecchio CF. Qui il parabrezza ampliato<br />

quasi di un terzo, abbinato a una forma ottimizzata<br />

della plancia, permette una percezione<br />

immediata di ciò che si para davanti al muso.<br />

E, per la parte bassa, c’è la telecamera corner<br />

view sul lato lontano dal posto guida che sostituisce<br />

lo specchio angolare; comunque, tutti i<br />

retrovisori “fisici” possono essere sostituiti da<br />

telecamere esterne e monitor sui montanti interni.<br />

Non bastassero, la porta del passeggero,<br />

può ospitare una finestrella vetrata che completa<br />

la “visione analogica” e diretta del mondo<br />

circostante, specie verso gli utenti deboli della<br />

strada. Chiudiamo con uno sguardo ai motori,<br />

che poi, per l’XD si riducono al solo MX-11, il 6<br />

cilindri da 10.835 cm 3 che, evoluto all’ultimo<br />

step Euro 6, si conferma unità perfetta per ogni<br />

tipo di missione: spaziando da 299 a 449 CV ne<br />

ha abbastanza pure per agganciare un rimorchio<br />

e affrontare tratte regionali/nazionali. A<br />

meno che non si decida di passare oltre il diesel<br />

con le pur disponibili varianti elettriche mono<br />

e birotore da 170 a 350 kW equipaggiabili con<br />

batterie fino a oltre 500 kWh di capacità per autonomie<br />

adeguate ben oltre al ciclo di raccolta<br />

giornaliero in città.<br />

l<br />

Gli interni sono<br />

moderni e molto<br />

luminosi.<br />

Dicembre <strong>2023</strong><br />

Dicembre <strong>2023</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

70 VEICOLI&ALLESTIMENTI Soluzioni<br />

MONITORAGGI<br />

NEWS<br />

VEICOLI&ALLESTIMENTI<br />

71<br />

Stop ai furti di carburante<br />

Irene Boschi<br />

Basta con gli sprechi inutili di carburante.<br />

Trackfuel presenta infatti una vera e propria<br />

rivoluzione. Si tratta di un dispositivo<br />

brevettato a livello internazionale, che consente<br />

di tracciare il carburante immesso nel serbatoio<br />

e garantisce all’utente che quanto pagato confluisca<br />

direttamente ed esclusivamente nel serbatoio<br />

preposto. Inoltre, Trackfuel rende direttamente<br />

il veicolo forma di pagamento, senza<br />

più bisogno di utilizzare contanti, tessere o App.<br />

Come funziona l’erogazione<br />

È compatibile con tutti i tipi di veicoli, aziende di<br />

trasporto, mezzi per la raccolta rifiuti, mezzi<br />

d’opera, furgoni e autovetture, e non invalida le<br />

omologazioni del fabbricante.<br />

Il dispositivo è composto da due elementi:<br />

l’unità veicolare, costituita da copritappo ed<br />

elettronica installata sul mezzo di trasporto;<br />

il gateway di piazzale, installato nella pensilina<br />

del distributore stradale e/o nella cisterna del<br />

piazzale aziendale del trasportatore.<br />

Il sistema, verificato che la pistola erogatrice sia<br />

inserita nel serbatoio preposto, comunica con<br />

il gateway, il quale invia le informazioni al server<br />

Un dispositivo brevettato<br />

che traccia e contabilizza<br />

il carburante immesso nel<br />

serbatoio, e dematerializza<br />

le esistenti forme di pagamento<br />

che procede al riconoscimento e verifica la solvibilità.<br />

Se il processo ha esito positivo (cliente<br />

identificato e solvibile), il sistema invia il comando<br />

alla pompa che procede all’erogazione.<br />

Se rileva una disconnessione tra elementi, la<br />

pompa di erogazione si blocca, impedendo di<br />

immettere carburante in contenitori non autorizzati.<br />

La comunicazione dispositivo-gateway<br />

consente alle aziende di monitorare tutti i dati<br />

transati e Quali i vantaggi? Trackfuel garantisce<br />

un totale controllo e sicurezza dei rifornimenti<br />

di carburante sia internamente (su piazzale<br />

aziendale) sia sullo stradale, insieme a una gestione<br />

centralizzata dei pagamenti attraverso la<br />

dematerializzazione delle forme di pagamento<br />

esistenti, in quanto permette di compiere transizioni<br />

economiche certificate e sicure, solamente<br />

tramite l'accoppiamento copritappo-pistola.<br />

Dopo anni di sperimentazione e certificazioni<br />

di prodotto, il dispositivo Trackfuel è ora pronto<br />

per essere montato sulle flotte di veicoli<br />

aziendali.<br />

l<br />

Dicembre <strong>2023</strong><br />

100% automatiche<br />

n Nell'ambito della<br />

realizzazione della LEZ<br />

(Low-Emission Zone, o<br />

zona a basse emissioni),<br />

l’Eurometropoli di<br />

Strasburgo ha accelerato il<br />

rinnovo della flotta per la<br />

raccolta dei rifiuti<br />

domestici e dei cassonetti<br />

stradali. Nei prossimi mesi,<br />

la città riceverà 35 nuovi<br />

veicoli per la raccolta rifiuti<br />

dotati di trasmissioni<br />

Luglio <strong>2023</strong><br />

completamente<br />

automatiche Allison.<br />

"Abbiamo scelto la<br />

trasmissione automatica<br />

Allison per la sua<br />

affidabilità e facilità d'uso,<br />

ma anche per la sua<br />

flessibilità di guida e il<br />

comfort per i nostri autisti.<br />

Con questa trasmissione,<br />

sono più sicuri al volante e<br />

possono rimanere<br />

concentrati sul loro lavoro",<br />

LEADER NELLE SOLUZIONI INTEGRATE PER<br />

IGIENE URBANA E RACCOLTA, COMPATTAZIONE E TRASPORTO RIFIUTI<br />

www.busigroup.it<br />

ha dichiarato Benoît<br />

Weinling, responsabile<br />

della flotta di veicoli di<br />

Eurométropole di<br />

Strasburgo.


9<br />

LA RIVISTA TECNICA<br />

SULL’ECONOMIA CIRCOLARE<br />

Anno VII<br />

Dicembre<br />

<strong>2023</strong><br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

PFAS,<br />

INDISPENSABILI<br />

MA TOSSICI?<br />

IN MEDIO STAT VIRTUS<br />

ITALIA E RICICLO.<br />

PARLA CHICCO<br />

TESTA, PRESIDENTE<br />

ASSOAMBIENTE<br />

ALGA<br />

MATER<br />

*IVA assolta dall’editore<br />

ISSN 2610-9069<br />

772610 906904<br />

0 0 0 2 8 ><br />

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