Waste n. 28 dicembre 2023
Alga Mater PFAS, indispensabili ma tossici? In medio stat virtus Italia e riciclo. Parla Chicco Testa, presidente Assoambiente
Alga Mater
PFAS, indispensabili ma tossici? In medio stat virtus
Italia e riciclo. Parla Chicco Testa, presidente Assoambiente
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Anno VII<br />
Dicembre<br />
<strong>2023</strong><br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
PFAS,<br />
INDISPENSABILI<br />
MA TOSSICI?<br />
IN MEDIO STAT VIRTUS<br />
ITALIA E RICICLO.<br />
PARLA CHICCO<br />
TESTA, PRESIDENTE<br />
ASSOAMBIENTE<br />
ALGA<br />
MATER<br />
ISSN 2610-9069<br />
9<br />
772610 906904<br />
0 0 0 2 8 ><br />
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2 SOMMARIO<br />
wasteweb.it<br />
waste@fiaccola.it<br />
Stampato su carta FSC<br />
ISSN 2610-9069<br />
Numero <strong>28</strong><br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
EDITORIALE<br />
3<br />
In primo piano<br />
8 Cestino d’oro<br />
Al progetto C-City di Genova<br />
9 Up e Downcycling<br />
Progetti geniali, idee bizzarre<br />
10 <strong>Waste</strong> Strategy<br />
Recupero delle MPC dai RAEE<br />
12 Pillole dal laboratorio<br />
RAEE, prospettive e iniziative<br />
14 App e Sturtup<br />
L’angolo delle nuove idee<br />
15 Che fine ha fatto<br />
Evoluzione o fallimenti di idee<br />
Economia circolare<br />
16 CircolarMente<br />
Riciclo potenziale o reale?<br />
Facciamo chiarezza<br />
20 Post Ecomondo<br />
Un’edizione scoppiettante che<br />
ha dato il meglio di sè<br />
24 Rifiuti industriali<br />
Si riaprono le vecchie miniere<br />
per valorizzarne gli sfridi<br />
26 Pollutec Lione<br />
Le ultime tecnologie, e la<br />
migliore green economy nella<br />
vetrina francese<br />
Energia<br />
30 Gas refrigeranti<br />
Le norme europee spingono<br />
sul riciclo degli F-gas<br />
Rifiuti solidi<br />
34 Biorisanamento<br />
Una tecnica, varie tipologie,<br />
per decontaminare i suoli<br />
36 Progettazione di impianti<br />
Soluzioni su misura di Camec<br />
38 PFAS<br />
Nemici o amici? La prima<br />
parte sulla verità di queste<br />
sostanze diffusissime<br />
42 L’intervista<br />
Riciclo come sfida economica<br />
e ambientale. Due parole col<br />
Presidente Chicco Testa<br />
46 Contro lo spreco di alimenti<br />
Col nuovo sacchetto 100%<br />
compostabile e biodegradabile<br />
48 Genova Smart Week<br />
Città intelligenti e sostenibili<br />
52 Aziende in espansione<br />
Nuovo hub per le tecnologie<br />
dei servizi ambientali<br />
54 Selezionatrici d’avanguardia<br />
Sensori top per flakes più puri<br />
56 Tecnologie di aspirazione<br />
Offerte diversificate per il<br />
settore ambientale<br />
Biowaste<br />
58 Recupero metallurgico<br />
Un piccolo glossario che ne<br />
spiega le varie tecniche<br />
Acque reflue<br />
61 AquaFarm<br />
La fiera sull’acquacultura<br />
62 Alghe e reflui<br />
Tecnologie emergenti per la<br />
depurazione con microalghe<br />
Veicoli&Allestimenti<br />
66 Igiene urbana<br />
Ambiente che fa rima con<br />
economia per Busi Group<br />
68 Multiruolo<br />
Raccolta e riciclaggio coi<br />
pesanti della Casa olandese<br />
70 Monitoraggi<br />
Basta sprechi di carburante<br />
Rubrica<br />
3 Editoriale<br />
6 Numeri e poltrone<br />
18 News economia circolare<br />
32 News energia<br />
45 News rifiuti solidi<br />
60 News biowaste<br />
65 News acque reflue<br />
71 News veicoli&allestimenti<br />
Direttore Responsabile<br />
Lucia Edvige Saronni<br />
lsaronni@fiaccola.it<br />
Direttore Editoriale<br />
Giuseppe Guzzardi<br />
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Marco Comelli<br />
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Coordinamento Editoriale<br />
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Redazione<br />
Mauro Armelloni, Matthieu Colombo<br />
Fabrizio Parati, Emilia Longoni<br />
waste@fiaccola.it<br />
Collaboratori<br />
Ludovica Bianchi, Marco Capellini, Damiano<br />
Diotti, Antonio Fargas, Ginevra Fontana,<br />
Annalisa Gussoni, Alessandro Marangoni,<br />
Giovanni Milio, Mattia Molena, Eliana Puccio,<br />
Michele Ragonese, Riccardo Rossi<br />
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Jole Campolucci<br />
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Impaginazione e progetto grafico<br />
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Trimestrale - LO-NO/00516/02.2021CONV<br />
Reg. Trib. Milano N. 230 del 19/07/2017<br />
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STAMPA N.01740/Vol. 18/Foglio 313<br />
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Organo di informazione<br />
e documentazione<br />
Questo periodico è associato<br />
all’Unione Stampa Periodica Italiana:<br />
numero di iscrizione 15794<br />
Casa Editrice<br />
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DISORIENTATO<br />
E CONFUSO<br />
Tornando da Ecomondo, questo è lo stato d’animo di<br />
chi (quoque nos) cercava il bandolo della matassa dell’economia<br />
circolare e magari della simbiosi industriale.<br />
In effetti di quest’ultima non si trovava nemmeno la<br />
matassa. Al solito, parole utilizzate in modo interscambiabile,<br />
raccolta differenziata (ancora) come segnale di<br />
avanzamento verso la circolarità, molti discorsi sulle comunità<br />
di cittadini, come se le persone normali oltre a occuparsi<br />
della propria vita con annessi e sconnessi, dovessero<br />
sentirsi gratificati a gestire rifiuti e controllare la loro produzione.<br />
Vero è che tra pensionati e neet di gente disponibile a un volontariato in<br />
questo settore ce ne sarebbe, ma è noto che quando un pezzo del funzionamento<br />
della società viene strutturalmente delegato al volontariato, più o meno spintaneo,<br />
la società o ha problemi o se li sta cercando.<br />
Non è colpa di Ecomondo e nemmeno dei suoi espositori e congressisti. È il mood<br />
che è così. Basti pensare ai progetti finanziati dal MASE (600 milioni per il 35%, non<br />
bruscolini) col PNRR per impianti di trattamento post-raccolta di quattro categorie<br />
merceologiche: carta, plastica, tessili e RAEE. Questi sono descritti come Progetti<br />
Faro di economia circolare, quando si tratta semplicemente di evitare che buona<br />
parte della materia recuperabile finisca in discarica, bruciata o all’estero (vedi<br />
schede circuitali). Piuttosto che niente è meglio piuttosto, ma lo scrivente dubita<br />
che si faranno grandi balzi in avanti.<br />
Al limite del grottesco la situazione della simbiosi industriale. Basterebbe leggere la<br />
definizione accettata nella parte in cui si parla di scambio di scarti di materie ed energia<br />
tra “impianti dissimili” per eliminare il 95% di tutto quello che viene definito a sproposito<br />
simbiosi. Per fare un esempio, l’uso del rottame di vetro da imballaggio per fare altro<br />
vetro da imballaggio non rubrica, altrimenti la simbiosi sarebbe tra noi da quando si<br />
riutilizza il rottame metallico. Anche le APEA, ossia le ormai veterane per costituzione<br />
normativa Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate, con la simbiosi industriale<br />
c’entrano poco: erano e sono un tentativo di realizzare una specie di raccolta differenziata<br />
a livello industriale locale. Una simbiosi industriale implica che le industrie<br />
entrino in collegamento tra di loro (ci sarebbe da discutere sulla correttezza del<br />
termine biologico) o in modo continuo o in modo batch. Un classico del primo caso<br />
è l’utilizzo del calore di scarto dal processo di un impianto per alimentare un<br />
processo a più bassa temperatura di un altro e funziona solo su scala locale<br />
per motivi fisici e logistici. Nel secondo il rapporto è più lasco e opera anche<br />
a lunghe distanze. In entrambi i casi, la simbiosi funziona solo se le aziende<br />
la trovano conveniente. Su questo bisognerebbe investire, per esempio sulla<br />
tracciabilità e verifica della qualità degli scarti con un ente terzo a vigilare<br />
(si potrebbe fare anche peer-to-peer con una blockchain…). Forse il modo<br />
migliore sarebbe lasciare che esistesse un mercato degli scarti e dei sottoprodotti…<br />
Vaste programma. Buon anno, ci rivediamo a febbraio.<br />
Dazed and Confused, Led Zeppelin I 1969 (ok, anche Jack Holmes, 1967<br />
e Yardbirds 1968).<br />
Marco Comelli
9<br />
4 PARTNERS<br />
AQUAFARM 2024 . . . . . . . . . . . .III Cop<br />
aquafarm.show<br />
BIOENERSYS Srl . . . . . . . . . . . . . . . .1<br />
snam.it<br />
CAMEC Srl . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .11<br />
camec.net<br />
DPE 2024 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .33<br />
dpeurope.it<br />
ECOTEC SOLUTION Srl . . . . . . .49, 51<br />
ecotecsolution.com<br />
OMB TECHNOLOGY SpA . . . . . . . . .71<br />
busigroup.it<br />
PANIZZOLO Srl . . . . . . . . . . . . . . . . .23<br />
panizzolo.com<br />
SALVETTI ASPIRAZIONI Srl . . .IV Cop<br />
salvettiaspirazioni.it<br />
SMP Srl . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5<br />
smp.srl<br />
TANA ITALIA Srl . . . . . . . . . . . . . . . .29<br />
tanaitalia.com<br />
Anno VII<br />
Dicembre<br />
<strong>2023</strong><br />
PFAS,<br />
INDISPENSABILI<br />
MA TOSSICI?<br />
IN MEDIO STAT VIRTUS<br />
ITALIA E RICICLO.<br />
PARLA CHICCO<br />
TESTA, PRESIDENTE<br />
ASSOAMBIENTE<br />
ISSN 2610-9069<br />
0 0 0 2 8 ><br />
Casa Editrice<br />
la fiaccola srl<br />
772610 906904<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
ALGA<br />
MATER<br />
IN COPERTINA<br />
LIFEBAG<br />
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FOR REC Srl . . . . . . . . . . . . . . . . . . .45<br />
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Biorisanamento e reflui. Con le tecnologie<br />
algali e microalgali che hanno elevata<br />
capacità di rimuovere inquinanti e<br />
sostanze tossiche dalle acque di scarico,<br />
ma anche di trasformare i reflui stessi<br />
in prodotti di nuova origine. Una valorizzazione<br />
che trova impiego in settori quali<br />
nutraceutico, bioenergetico, cosmetico<br />
e mangimistico. E circolarità e simbiosi<br />
industriale volano alto!<br />
Il sacchetto che prolunga la vita<br />
di frutta e verdura grazie all'innovativa<br />
composizione salvafreschezza!<br />
AZIENDE CITATE<br />
A<br />
Althesys . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .10<br />
E<br />
Ecotec Solution . . . . . . . . . . . . . . . . . .52<br />
Enel . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .32<br />
M<br />
Matrec . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .17<br />
Minerali industria SpA . . . . . . . . . . . . .24<br />
C<br />
Camec . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .36<br />
D<br />
Daf . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .68<br />
Distilleria Mazzari . . . . . . . . . . . . . . . .60<br />
G<br />
Ganiga Innovation . . . . . . . . . . . . . . . .14<br />
Gruppo Busi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .66<br />
Gruppo CAP . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .65<br />
S<br />
Salvetti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .56<br />
Sogin . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7<br />
T<br />
Tomra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .54<br />
fiaccola service<br />
WASTE <strong>28</strong><br />
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e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
2 3<br />
4<br />
6 PRIMO PIANO Soluzioni<br />
IN EVIDENZA<br />
1 2 3 4<br />
IN EVIDENZA<br />
PRIMO PIANO<br />
12 3<br />
4<br />
7<br />
Numeri e poltrone<br />
Energia verde<br />
Comunità rinnovabili,<br />
si brilla ma non troppo<br />
1,4 milioni di italiani,<br />
riuniti nei gruppi di<br />
autoconsumo collettivo<br />
e CER (comunità rinnovabili)<br />
sono produttori di energia<br />
verde secondo le stime di<br />
Althesys.<br />
Nei primi 8 mesi del <strong>2023</strong>, la<br />
capacità installata (fotovoltaico<br />
e eolico) è cresciuta di 3,47<br />
GW, un numero superiore a<br />
1,73 GW ossia il 100 per cento<br />
in più rispetto allo stesso<br />
periodo del 2022. Ma l’obiettivo<br />
di installarne 8 GW/anno è<br />
12 3<br />
4<br />
FONDAZIONE PER LO SVILUPPO<br />
SOSTENIBILE<br />
L’economia del domani<br />
tra costi e benefici<br />
La transizione all’economia<br />
green, decarbonizzata e<br />
circolare porta a più<br />
occupazione e innovazione. Basti<br />
pensare che la sola decarbonizzazione costa<br />
14,7 miliardi di euro l’anno nel periodo 2020-<br />
2030; ma consente un risparmio diretto di<br />
6,6 mld/anno. Investire nelle rinnovabili<br />
elettriche, creerebbe 430mila nuovi posti di<br />
lavoro., la circolarità nei rifiuti porterebbe a<br />
97mila nuovi occupati (si legge nel<br />
comunicato degli Stati generali dalla Green<br />
12 3<br />
4<br />
ancora lontano se si vogliono<br />
raggiungere gli ambiziosi<br />
target indicati dall’Ue al 2030.<br />
Gli italiani stanno quindi<br />
diventando dei “prosumer”,<br />
cioè produttori e consumatori<br />
di energia elettrica<br />
autoprodotta.<br />
Questi si possono riunire<br />
spontaneamente in Comunità<br />
Energetiche rinnovabili (Cer<br />
appunto) per contribuire<br />
all’installazione e utilizzo di<br />
impianti rinnovabili. Si stima<br />
che alla fine del 2022, le Cer<br />
fossero 21: numeri irrisori<br />
rispetto alle altre realtà<br />
europee. In Europa le Cer<br />
Economy). “La transizione ecologia -<br />
afferma Edo Ronchi Presidente<br />
della Fondazione per lo Sviluppo<br />
Sostenibile - pur essendo<br />
impegnativa e onerosa, è in grado<br />
di generare benefici ben superiori<br />
ai costi: ogni euro investito crea un<br />
valore positivo in termini economici e<br />
sociali”.<br />
Se insomma venisse applicata la piena<br />
circolarità economica, il consumo<br />
complessivo dei materiali scenderebbe del<br />
14,5% rispetto al 2020, calerebbe la quantità<br />
dei rifiuti sottoposti ad attività di riciclo<br />
(+18% al 2030) portando il tasso di riciclo nel<br />
2030 all’89,8%.<br />
potrebbero produrre il 19%<br />
della domanda di energia<br />
elettrica, arrivando a coprire il<br />
45% della domanda totale<br />
entro il 2050.<br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
ANIE AICE<br />
Che carica<br />
di Presidente!<br />
In ANIE AICE,<br />
Associazione che<br />
all’interno di ANIE<br />
Federazione rappresenta le<br />
aziende attive nei comparti<br />
dei cavi per energia e<br />
accessori, è stato nominato<br />
Presidente Marcello Del<br />
Brenna. Il manager è stato<br />
eletto dall’Assemblea degli<br />
associati per il biennio<br />
<strong>2023</strong>-2024.<br />
Con una formazione in<br />
Ingegneria Nucleare-<br />
Strumentazione e Controllo,<br />
Del Brenna entra in Pirelli<br />
dove ha ricoperto diverse<br />
cariche nel corso degli anni.<br />
Attualmente è<br />
Amministratore Delegato<br />
Sud Europa di Prysmian<br />
Group (ex Pirelli), di<br />
Prysman Italia.<br />
“Nei prossimi anni<br />
l'industria dei Cavi sarà<br />
trainante nelle dinamiche<br />
SOGIN<br />
Tre poltrone bomba…<br />
È stato nominato il<br />
nuovo Consiglio di<br />
Amministrazione per il<br />
triennio <strong>2023</strong>-2025 di Sogin, la<br />
Società pubblica responsabile del<br />
decommissioning degli impianti<br />
nucleari italiani e della gestione dei rifiuti<br />
radioattivi.<br />
L’Assemblea ha nominato Carlo Messagli,<br />
in veste di Presidente, e Gian Luca<br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
del manifatturiero italiano<br />
per effetto dei crescenti<br />
investimenti volti a facilitare<br />
la transizione energetica e<br />
digitale -, dichiara Marcello<br />
Del Brenna - in questo<br />
contesto la sostenibilità è al<br />
contempo opportunità di<br />
business e necessità<br />
imprescindibile per<br />
continuare ad operare sul<br />
mercato, nonché obiettivo<br />
condiviso dalle istituzioni e<br />
dal mercato stesso. Per<br />
queste ragioni l’impegno di<br />
ANIE AICE è diventare ancor<br />
più catalizzatore di<br />
progresso ed evoluzione<br />
tecnologica, sia a livello<br />
nazionale, in un dialogo<br />
costante e proficuo con le<br />
istituzioni e i principali attori<br />
della filiera, sia a livello<br />
internazionale, attraverso<br />
una partecipazione attiva in<br />
Europacable”.<br />
Artizzu, Barbara Bertolussi, Fiammetta<br />
Modena e Jacopo Vignati come<br />
Consiglieri. Gian Luca<br />
Artizzu è stato designato<br />
come Amministratore<br />
Delegato. Nominato anche il Presidente<br />
Angelo Miglietta per il Consiglio<br />
Sindacale.<br />
Nella stessa seduta, l’Assemblea ha<br />
provveduto all’approvazione del Bilancio<br />
di Esercizio di Sogin e del Bilancio<br />
Consolidato del Gruppo per il 2022.
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
8 PRIMO PIANO Soluzioni<br />
WASTE AWARD<br />
PUNTI COSPICUI<br />
PRIMO PIANO<br />
9<br />
Upcycling e Downcycling<br />
La pagina che sottolinea le notizie più interessanti<br />
del momento ma anche del futuro, in antitesi con baggianate<br />
sapienti e idee fuori moda o che hanno stancato<br />
Federica Lugaresi<br />
Marco Comelli<br />
Il progetto C-City<br />
esprime la volontà<br />
di trasformare<br />
Genova in un<br />
sistema circolare.<br />
Attraverso<br />
sperimentazioni di<br />
bioeconomia capaci<br />
di convertire le<br />
filiere di produzione<br />
medio- industriali<br />
da lineari a circolari.<br />
Cestino d’oro<br />
Sotto la Lanterna sta prendendo forma il progetto<br />
C-City. Per un distretto locale da lineare a circolare<br />
Chi ci segue da tempo conosce la nostra posizione<br />
sulla circolarità. Per chiarirlo in due<br />
frasi, noi (e non solo) pensiamo che per ridurre<br />
la percentuale di risorse vergini (materiali,<br />
energia) immesse nel circolo produttivo e sociale,<br />
in genere occorre che il recupero di materia dal<br />
fine vita delle cose e dagli scarti e sottoprodotti del<br />
ciclo produttivo si traduca nell’esistenza di un mercato<br />
degli stessi. La chiusura del circolo può avvenire<br />
infatti solo se non c’è differenza a livello di<br />
reperibilità tra materie prime vergini e materie<br />
prime seconde, naturalmente in linea di principio.<br />
Nulla vieta che la disponibilità di materie prime<br />
seconde “di mercato” porti all’elaborazione di nuovi<br />
processi e metodi per realizzare prodotti equivalenti<br />
a quelli tradizionali. Oggi casi di questo tipo si contano<br />
sulle dita di una mano: l’alluminio, il vetro, la<br />
carta e poco altro. Qualcosa di più si fa attivando<br />
simbiosi industriali, un approccio assai poco incentivato<br />
da noi (leggere i nostri ultimi numeri per<br />
capire come e perché).<br />
Supporto al consorzio<br />
Il sospetto che sempre più ci afferra è che il sistema<br />
dei consorzi, e il ricco contributo derivante<br />
dalla Responsabilità Estesa del Produttore su<br />
cui essi fondano la propria esistenza proliferante<br />
- che sinora ha segnato quel tentativo di circolarità<br />
che è la raccolta e il trattamento differenziato<br />
dei rifiuti - non ce la faccia da solo. Si sente<br />
sempre più spesso parlare di necessità di (robusti)<br />
incentivi di prezzo o di altro tipo delle materie<br />
prime seconde, discorsi intrinsecamente<br />
inflazionistici e fuori onda con le necessità di bilancio.<br />
Noi pensiamo che esistano alternative<br />
dal basso, e per quello premiamo con il nostro<br />
Cestino un progetto portato avanti dal Comune<br />
di Genova.<br />
Si tratta di C-City, che esiste da un paio d’anni<br />
ed è appena stato premiato a Ecomondo. Noi lo<br />
premiamo, però, più per quello che vuole fare<br />
che per quello che ha fatto finora (commendevoli<br />
ma abbastanza normali appuntamenti di sensibilizzazione<br />
del pubblico, anche sul riuso). C-<br />
City, ci assicurano dalla città della Lanterna, tra<br />
le altre cose si propone di elaborare una strategia<br />
di economia circolare locale di medio-lungo periodo,<br />
multisettoriale e aderente alle politiche<br />
internazionali e nazionali sul tema; sviluppare<br />
un calcolo della circolarità dei processi, dei servizi<br />
e dei prodotti nella città da utilizzare nelle attività<br />
di economia circolare del Comune; aprire un<br />
Circular Hub genovese. Non solo, hanno avuto<br />
oltre 130 manifestazioni di interesse da aziende<br />
anche estere per partecipare ai primi due punti<br />
che abbiamo citato. Bene, ci crediamo. Ecco il<br />
premio, ora meritatevelo.<br />
l<br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
wow<br />
bleah!<br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
Ammazza che Fili<br />
Si sa. Il tessile<br />
identifica uno dei<br />
settori più inquinanti.<br />
Ma da ora, col primo<br />
tessuto al mondo<br />
realizzato con la polvere di<br />
scarto del marmo…<br />
sicuramente meno!<br />
Si potrebbe parlare di<br />
simbiosi industriale, visto<br />
che la lavorazione del<br />
marmo produce fino al<br />
60% di scarto e i cui<br />
sottoprodotti diventano<br />
rifiuti. Col brevetto<br />
Mineraldye -<br />
sviluppato da Fili Pari<br />
- la tintura del filato<br />
diventa sostenibile:<br />
si utilizzano infatti i<br />
Cannucce verdi,<br />
una minchiata…<br />
La plastica, questa<br />
(s)conosciuta e spesso<br />
denigrata. Le cannucce<br />
“verdi”, chiamate a sostituire<br />
quelle in monouso, danno un<br />
segnale di allarme: sembra infatti<br />
che le PFAS siano contenute nel<br />
90% di esse. Un altro flop dell’Ue<br />
che si è mossa per contrastare<br />
l’inquinamento da plastica,<br />
vietandone alcuni tipi che impiegano<br />
circa 200 anni per decomporsi<br />
completamente. Ora la<br />
preoccupazione è che, bevendo<br />
con le cannucce di carta, gli<br />
esseri umani possano ingerire<br />
“sostanze per sempre chimiche” in<br />
pigmenti naturali derivati<br />
dalle varie polveri di<br />
questo materiale che, a<br />
seconda della natura,<br />
conferiscono le diverse<br />
colorazioni (marmo rosso<br />
di Verona per i toni del<br />
rosa, marmo nero di<br />
Bergamo per i toni del<br />
grigio). Non si parla di<br />
polveri di marmo qualsiasi,<br />
ma solo di quelle italiane,<br />
provenienti dagli scarti di<br />
lavorazione di questo<br />
antico e nobile materiale<br />
per cui il nostro Paese<br />
eccelle da secoli. Inoltre, il<br />
macchinario brevettato<br />
consuma tra 1 e 20 litri di<br />
acqua, contro i 150<br />
richiesti dalla tecnica<br />
comune: c’è anche un bel<br />
risparmio idrico. Bene<br />
bravi bis.<br />
quantità finora indeterminate.<br />
E’ quanto risulta da uno studio<br />
di ricercatori belgi che ha<br />
testato 39 diversi marchi di<br />
cannucce in commercio<br />
(realizzate in bambù, vetro,<br />
plastica e carta) per 29 singoli<br />
composti PFAS. Di questi ultimi ne<br />
sono stati individuati 18. Ora… i PFAS<br />
più comunemente presenti, sono<br />
stati a livello globale vietati dal 2020,<br />
ma alcuni di questi sono stati<br />
aggiunti alle cannucce come rivestimento<br />
idrorepellente. Quindi…saranno pure<br />
cannucce ecologiche e pure un’alternativa<br />
sostenibile… ma altrettanto dannose per la<br />
salute. Meglio il minore dei mali o sarebbe<br />
il caso di fare pace col cervello? Non ci<br />
siamo proprio!!!!
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
10 PRIMO PIANO MATERIE PRIME CRITICHE<br />
Recupero delle MPC dai RAEE,<br />
tanti sono i nodi da sciogliere<br />
Molti operatori si stanno muovendo, ma è ancora lunga<br />
la strada per avere un parco impianti adeguato alle sfide future<br />
Alessandro Marangoni<br />
Alessandro Marangoni, economista<br />
e docente universitario, è fondatore e ceo di<br />
Althesys, società professionale indipendente<br />
specializzata nella consulenza strategica<br />
e nello sviluppo di conoscenza.<br />
Opera con competenze di eccellenza nei settori<br />
chiave di ambiente, energia, infrastrutture e<br />
utility, nei quali assiste imprese e istituzioni.<br />
Le materie prime critiche (MPC) sono di importanza<br />
strategica per l’industria europea,<br />
chiamata a promuovere e sostenere la digitalizzazione<br />
e la transizione green: gallio e germanio<br />
sono usati nella produzione di semiconduttori per<br />
i pannelli fotovoltaici, il boro grezzo nelle tecnologie<br />
eoliche, il litio per le batterie delle auto elettriche,<br />
etc. Diversi player si stanno quindi muovendo su<br />
questo fronte, implementando nuove soluzioni e<br />
realizzando nuova capacità di trattamento. Iren, ad<br />
esempio, ha in programma in Valdarno la costruzione<br />
del primo impianto italiano dedicato esclusivamente<br />
al recupero dei materiali preziosi e alle<br />
materie prime critiche, mentre Cobat intende realizzare<br />
una eco-factory in Abruzzo per il recupero<br />
di litio e materiali preziosi da batterie e accumulatori<br />
a fine vita, provenienti da RAEE e auto elettriche.<br />
Ancora, Itelyum Regeneration recupererà terre rare<br />
dai RAEE, da installare all'interno dell'impianto di<br />
rigenerazione di oli minerali usati di Ceccano (FR).<br />
Lacune nazionali<br />
Come in altre aree di business del waste management,<br />
i nodi da sciogliere non mancano e in<br />
WAS è il think tank italiano sull’industria del waste management e del riciclo.<br />
Monitorare il comparto del waste management e del riciclo, cogliere i trend evolutivi,<br />
analizzare le strategie aziendali e indirizzare le policy è la sua mission. L’osservatorio<br />
sviluppa analisi e studi sulla gestione dei rifiuti, la valorizzazione delle risorse e<br />
l’economia circolare, monitorando il settore con l’Annual Report.<br />
molti hanno già segnalato la mancanza di condizioni<br />
fondamentali per riuscire a realizzare un<br />
parco impianti adeguato sul territorio italiano.<br />
Innanzitutto, l’industria nazionale si limita solo<br />
ad un primo trattamento dei RAEE raccolti, che<br />
mira a recuperare metalli come ferro, rame e<br />
alluminio rispetto alle MPC, in genere più difficili<br />
da estrarre.<br />
In secondo luogo, i tempi per avere i permessi<br />
per costruire gli impianti sono piuttosto lunghi.<br />
In alcuni casi, sono occorsi ben 3 anni contro i<br />
circa 12 mesi stimati dalla Commissione<br />
Europea per il rilascio delle autorizzazioni per<br />
progetti strategici di riciclo.<br />
A questi, si aggiunge la necessità di snellire il<br />
meccanismo per l’attribuzione della qualifica<br />
di end of waste ai materiali recuperati dal trattamento<br />
avanzato. Una ulteriore complessità,<br />
infine, è dovuta al fatto che il flusso dei RAEE è<br />
sempre più legato a quello di pile e accumulatori,<br />
con diverse problematiche nel disassemblaggio<br />
e, in generale, nella gestione a fine vita<br />
e nelle disposizioni normative. Il PNRR, ad<br />
esempio, ha incluso i progetti relativi ai RAEE<br />
tra quelli “faro”, ma non ha compreso la stretta<br />
relazione tra RAEE e batterie, escludendo dal<br />
finanziamento almeno un progetto per la realizzazione<br />
di un impianto per il trattamento delle<br />
batterie al litio.<br />
Nel complesso, per far fronte alla sfida rappresentata<br />
dal recupero delle MPC dai rifiuti, serve<br />
quindi un ripensamento dei normali processi di<br />
trattamento e, anche in questo caso, una visione<br />
di lungo periodo da parte dei policy maker, capace<br />
però di adattarsi ad uno scenario estremamente<br />
variegato e mutevole come è quello dei<br />
RAEE.<br />
l<br />
Dicembre <strong>2023</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
12 PRIMO PIANO Soluzioni<br />
RAEE<br />
RAEE<br />
PRIMO PIANO<br />
13<br />
Pillole dal laboratorio<br />
di Andrea Ballabio,<br />
Donato Berardi,<br />
Eleonora Trentini,<br />
Nicolò Valle e Barbara<br />
Zecchin<br />
I Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE)<br />
costituiscono già ora una delle frazioni critiche<br />
del ciclo dei rifiuti.Vediamo quali sono le prospettive<br />
e iniziative in Europa, tra gestione e sostenibilità<br />
Il Laboratorio REF<br />
Ricerche è un think<br />
tank che intende riunire<br />
selezionati<br />
rappresentanti del<br />
mondo dell´impresa,<br />
delle istituzioni e della<br />
finanza al fine di<br />
rilanciare il dibattito sul<br />
futuro dei Servizi<br />
Pubblici Locali.<br />
Con una produzione mondiale di oltre<br />
50 milioni d tonnellate, di cui più di 4<br />
solamente in Europa, i RAEE vedono<br />
una previsione di crescita di addirittura un<br />
raddoppio nei prossimi decenni. A cosa si<br />
deve tale tendenza? Essenzialmente, al progresso<br />
scientifico-tecnologico e ai mutamenti<br />
negli stili di consumo dei cittadini, ove tali dispositivi<br />
rivestono un ruolo sempre più centrale,<br />
unitamente all’obsolescenza rapida che<br />
spesso accompagna le apparecchiature elettriche<br />
ed elettroniche (AEE). L’intero ciclo di<br />
vita delle AEE richiede una quantità ingente<br />
di energia, generando più del 2% delle emissioni<br />
mondiali di CO 2 eq., con una previsione<br />
di crescita fino al 14% entro il 2040. La gestione<br />
dei RAEE non può prescindere da un<br />
adeguato trattamento, onde evitare di cagionare<br />
danni notevoli all’ambiente circostante<br />
e alla salute dei cittadini.<br />
Come si sta muovendo l’Europa?<br />
L'Unione Europea (UE) ha preso iniziative significative<br />
per affrontare alcune carenze critiche.<br />
Relativamente all'approvvigionamento<br />
delle materie prime necessarie per la produzione<br />
delle AEE, l’Europa dipende fortemente<br />
da pochi Paesi terzi. Pertanto, le<br />
Istituzioni comunitarie hanno lanciato lo<br />
European Critical Raw Materials Act.<br />
Un'iniziativa mirata a garantire un approvvigionamento<br />
sicuro, diversificato ed economicamente<br />
sostenibile di queste materie.<br />
Circa la normativa di riferimento, nonostante<br />
sia in vigore il principio di Responsabilità<br />
Estesa del Produttore (EPR), con la Direttiva<br />
2002/96/CE, l’industria europea non ha ancora<br />
traguardato né una riduzione efficace<br />
dei RAEE generati, né un uso meno intensivo<br />
delle materie prime necessarie alla loro produzione.<br />
Con la successiva Direttiva 2012/19/UE, è stato<br />
adottato un approccio volto a favorire il riutilizzo,<br />
il riciclo e la massimizzazione del recupero<br />
delle materie prime critiche, con obiettivi<br />
più ambiziosi per la gestione dei rifiuti e con<br />
misure per affrontare il commercio illegale.<br />
Tuttavia, l'attuazione di queste direttive è stata<br />
variabile tra gli Stati membri. Motivo per cui,<br />
la Direttiva 2012/19/UE è in fase di revisione.<br />
Presente e futuro<br />
Le tendenze attuali e future evidenziano<br />
come le iniziative europee rappresentano un<br />
punto di partenza per migliorare la gestione<br />
dei RAEE. Un aspetto essenziale è quello di<br />
sensibilizzare e informare le persone, orientandone<br />
sia le decisioni d'acquisto sia le modalità<br />
di corretto trattamento dei dispositivi.<br />
Attualmente, infatti, la consapevolezza sull'importanza<br />
di raccogliere e gestire adeguatamente<br />
i RAEE è ancora limitata, al pari dei<br />
servizi di riparazione disponibili.<br />
Un aspetto essenziale da rafforzare ulterior-<br />
mente riguarda la crescita della diffusione<br />
dei prodotti ricondizionati, il cui acquisto offre<br />
vantaggi sia economicamente che ambientalmente.<br />
Da un lato, si ha un risparmio di<br />
costo; dall’altro lato, si riduce l’uso di materie<br />
prime critiche e il loro impatto emissivo. A livello<br />
di trattamento, si registra ancora una<br />
presenza significativa di abbandono illegale<br />
di RAEE nell'ambiente o, anche, il conferimento<br />
in contenitori inappropriati. Da qui,<br />
l’urgenza di istituire un sistema di controllo<br />
e sanzionatorio più efficace, al pari di un rafforzamento<br />
dell’educazione dei cittadini. Circa<br />
la durata utile delle AEE, va sostenuto il diritto<br />
alla riparazione, rimuovendo ostacoli tecnici,<br />
economici e normativi. Una gestione sostenibile<br />
dei RAEE non può prescindere da un<br />
ecodesign efficace, che integra considerazioni<br />
ambientali fin dalla fase iniziale della progettazione,<br />
rendendo le AEE più resistenti e facilmente<br />
riparabili. In generale, la gestione<br />
e la sostenibilità dei RAEE richiedono un approccio<br />
completo, coinvolgendo tutti gli stakeholders:<br />
produttori, Governi, consumatori<br />
e organizzazioni internazionali. La transizione<br />
verso un'economia circolare, l’educazione<br />
dei cittadini, la promozione del ricondizionamento,<br />
il diritto alla riparazione e l'ecodesign<br />
sono tutti elementi fondamentali per affrontare<br />
questa sfida in modo efficace. l<br />
Per approfondire<br />
RAEE: prevenzione,<br />
riutilizzo e riciclo per<br />
rispondere al fabbisogno<br />
di materie prime critiche<br />
Position Paper n. 251 -<br />
Laboratorio REF,<br />
settembre <strong>2023</strong><br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
Dicembre <strong>2023</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
14 PRIMO PIANO Soluzioni<br />
ANGOLO INNOVAZIONE<br />
CHE FINE HA FATTO?<br />
PRIMO PIANO<br />
15<br />
Il mercato delle<br />
demolizioni navali?<br />
Sull’altalena<br />
App e Startup<br />
Start up, idee geniali e “circolari”.<br />
Ma a distanza di tempo che fine hanno fatto?<br />
Marco Comelli<br />
Eliana Puccio<br />
GANIGA<br />
INNOVATION<br />
Startup innovativa<br />
pisana che ha<br />
brevettato e inventato<br />
un cestino smart che<br />
comunica col<br />
cittadino, oltre a<br />
La tecnologia può essere un ottimo alleato dell’uomo,<br />
anche nella raccolta differenziata. Spazio ad app e idee<br />
che generano nuove opportunità di business sostenibile<br />
SPRECOMETRO<br />
È una applicazione ideata e sviluppata<br />
dall'Osservatorio <strong>Waste</strong> Watcher<br />
International su cibo e<br />
sostenibilità.<br />
Misura in grammi lo spreco<br />
alimentare di singoli e gruppi,<br />
valutando la perdita<br />
economica (Euro),<br />
l'impronta carbonica<br />
(C0 2 e km percorsi da<br />
un auto) e l'impronta<br />
idrica (H 2 0 e bottiglie di<br />
acqua da 0.5l).<br />
differenziare in<br />
automatico i suoi<br />
rifiuti e creare grazie<br />
all’intelligenza<br />
artificiale statistiche e<br />
dati. Consente l’avviso<br />
e la pianificazione di<br />
un percorso<br />
ottimizzato di<br />
svuotamento dei<br />
cestini, riducendo i<br />
costi del personale<br />
impiegato, oltre a<br />
diminuire<br />
l’inquinamento<br />
richiesto per la<br />
raccolta. L’intelligenza<br />
artificiale consente la<br />
riduzione di costi subottimizzati,<br />
e migliora<br />
la qualità della<br />
raccolta differenziata<br />
che si traduce in<br />
importanti incentivi e<br />
premi, utilizzabili per<br />
recuperare<br />
l’investimento iniziale.<br />
I primi prodotti<br />
sviluppati sono:<br />
Hoooly!App. e Hoooly!<br />
in versione Street,<br />
Home e Shop.<br />
Attribuisce dei punteggi per ogni<br />
variazione in diminuzione dello spreco<br />
individuale nel tempo, e per ogni attività a<br />
cui si partecipa: visione dei video, lettura<br />
delle schede, risposte corrette<br />
dei quiz.<br />
Consente di calcolare i dati<br />
aggregati di impatto economico<br />
e ambientale per valutare i<br />
progressi del singolo, del cluster<br />
e del totale degli utenti.<br />
È collegata a un canale Instagram<br />
dove gli utenti possono condividere<br />
risultati e progressi.<br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
Ne abbiamo parlato per l’ultima volta 21<br />
mesi fa, con un pezzo scritto prima dell’aggressione<br />
russa all’Ucraina. Se -<br />
gnalavamo che il mercato era in forte ripresa ed<br />
era tornato agli stessi livelli del 2018. Da allora<br />
molto acqua è passata sotto le carene, e in questo<br />
momento la situazione è completamente ribaltata.<br />
O forse no. Secondo Xclusiv Shipbrokers, un consulente<br />
e broker con sede ad Atene, a fine agosto<br />
il numero di navi cargo vendute per essere avviate<br />
alla demolizione dall’inizio dell’anno era di 129, il<br />
14% in meno rispetto allo stesso periodo del 2022.<br />
Non tutte le categorie di navi si sono comportate<br />
allo stesso modo. Le portarinfuse secche hanno<br />
visto raddoppiare il riciclo, con 55 unità, il doppio<br />
dello stesso periodo del 2022. Età media, 30 anni.<br />
Lo stesso per le portacontainer, sulle quali ha influito<br />
lo sboom dei noli, passate da 2 unità a 41<br />
nel giro di un anno. Anche qui età media alta, 29<br />
anni. Tutto sommato stabile il settore delle gasiere,<br />
passato da 9 a 12 unità demolite, con età media<br />
di 34 anni. Tutte erano destinate al trasporto di<br />
GPL. Ai minimi termini il mercato del wet bulk,<br />
ossia le cisterne, crollato da 113 a 21, quasi tutte<br />
nel segmento delle cisterne per distillati e prodotti<br />
chimici. Il 71% delle navi era inferiore alle 10.000<br />
tonnellate di dislocamento a vuoto. Il motivo del<br />
crollo è dovuto all’esplosione della domanda di<br />
trasporto del petrolio, causato da diversi fattori,<br />
come l’indisponibilità dei terminal del Mar Nero,<br />
per cui il petrolio deve fare tragitti più lunghi, e le<br />
manovre complesse per aggirare le sanzioni al<br />
petrolio russo. Entrambe le situazioni spingono<br />
gli armatori a tenere in opera navi vecchie, sia direttamente<br />
che vendendole ad operatori fantasma,<br />
quando un tempo le avrebbero mandate al<br />
riciclo.<br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
Demolizioni effettive?<br />
Il mercato è però molto<br />
volatile. Se invece della<br />
fine di agosto avessimo<br />
preso la fine di giugno<br />
avremmo registrato un<br />
incremento del 73% rispetto<br />
alla prima metà<br />
del 2022. Occorre quindi<br />
attendere prima di emettere<br />
sentenze definitive. Quel che certo è che il<br />
mercato sta cambiando, per ragioni dipendenti<br />
sia dall’offerta che dalla domanda. Per esempio,<br />
da fine luglio i demolitori del Bangladesh hanno<br />
smesso di fare offerte per navi più grandi di 8-<br />
9000 tonnellate di dislocamento a vuoto, per la<br />
difficoltà di farsi finanziare le lettere di credito<br />
dalle banche. Nei mesi precedenti era toccato<br />
al Pakistan per motivi simili, con un crollo verticale<br />
che gli aveva fatto perdere la terza posizione<br />
come demolitore a favore della Turchia. A<br />
giugno di quest’anno le quote di mercato per il<br />
cargo erano di 47,3% per il Bangladesh, 31,7%<br />
per l’India e 4,4% per la Turchia. UE e Cina non<br />
pervenute. Il Bangladesh ha comunque un backlog<br />
robusto di lavoro, per cui è possibile che la<br />
sua posizione sulle demolizioni effettive si mantenga<br />
anche a fine anno.<br />
Infine, come aggiornamento last minute, il<br />
Pakistan ha deciso di ratificare la convenzione<br />
di Hong Kong. Da un punto di vista formale non<br />
cambia nulla, la Convenzione aveva già raggiunto<br />
i numeri per entrare in vigore nel 2025. I demolitori<br />
di Anang, il sito principale in Pakistan, parlano<br />
di costruire una discarica centralizzata, un<br />
villaggio per i lavoratori immigrati e altre cose<br />
basiche.<br />
l
16 ECONOMIA CIRCOLARE PRODOTTI E FINE VITA<br />
PRODOTTI E FINE VITA<br />
ECONOMIA CIRCOLARE<br />
17<br />
CircolarMente<br />
Appuntamento con lo spazio dedicato<br />
a materiali e design circolari, nonché<br />
alle risorse materiche. Su questo numero<br />
chiariamo: il riciclo è potenziale o reale?<br />
Marco Capellini<br />
matrec.com<br />
Filati provenienti<br />
da materiale riciclato.<br />
Negli ultimi mesi la misurazione della circolarità<br />
è diventata un aspetto sempre<br />
più oggetto di attenzione da parte delle<br />
imprese (si veda <strong>Waste</strong> Anno VI Ottobre 2022).<br />
Grazie alla pubblicazione della UNI 11820, abbiamo<br />
finalmente una norma di riferimento che<br />
permette alle aziende di misurare la propria circolarità<br />
come organizzazione. Va però precisato,<br />
che misurare la circolarità di un’organizzazione<br />
è un obiettivo ed un approccio diverso rispetto a<br />
misurare la circolarità di un materiale, di prodotto<br />
o di un progetto. Sembra un paradosso ma sono<br />
diversi i casi in cui un’azienda intraprende un<br />
approccio alla circolarità come organizzazione,<br />
ma poi i prodotti realizzati dalla stessa azienda<br />
non sono per nulla circolari e viceversa.<br />
Lo scenario della fine<br />
Per entrambi gli approcci alla misurazione, ci<br />
sono diversi KPI in comune, in<br />
particolare quelli relativi ai<br />
consumi di risorse.<br />
Oltre a ciò, c’è un aspetto<br />
fondamentale da tenere<br />
in stretta considerazione,<br />
ossia la<br />
definizione dello scenario<br />
di fine vita, poiché<br />
permette di stabilire il “tasso<br />
di riciclo delle risorse impiegate”.<br />
Non è semplice conoscere la de-<br />
stinazione finale di un prodotto, in quanto sono<br />
molteplici i fattori da considerare. In primo<br />
luogo c’è la scelta del materiale: in funzione<br />
della sua natura e delle caratteristiche intrinseche<br />
è possibile conoscerne il “potenziale”<br />
in termini di riciclabilità.<br />
In secondo luogo è necessario tenere in considerazione<br />
che la scelta del materiale è strettamente<br />
collegata alla progettazione del prodotto.<br />
Il design del prodotto gioca un ruolo<br />
sostanziale in questa fase, proprio perché la<br />
combinazione di materiali di diversa natura<br />
potrebbe compromettere la loro riciclabilità.<br />
È di basilare importanza, quindi, progettare<br />
prodotti seguendo i principi di Ecodesign per<br />
rendere possibile la disassemblabilità dei<br />
componenti rispetto all’impiego di differenti<br />
tipologie di materiali.<br />
Un ulteriore fattore consiste nel valutare la<br />
presenza di eventuali sistemi consortili o filiere<br />
di raccolta dei prodotti (materiali) giunti a fine<br />
vita. Infatti, alcuni prodotti appartenenti a specifici<br />
settori, ad esempio RAEE, pneumatici<br />
fuori uso, batterie e imballaggi, sono agevolati<br />
in quanto recuperati e raccolti da consorzi dedicati<br />
sulla base di sistemi EPR: per questo<br />
motivo risulta più semplice avere accesso a<br />
dati di riciclo reali e attendibili.<br />
Tra il dire e il fare…<br />
Per i prodotti di altri settori, come ad esempio<br />
arredo, moda e oggettistica, occorre un’analisi<br />
molto più complessa e articolata in quanto<br />
i dati di riciclo sono spesso oggetto di stime<br />
o di rapporti basati sulle quantità di prodotto<br />
recuperati senza avere la certezza di conoscere<br />
i flussi destinati al riciclo effettivo, rispetto<br />
a quelli destinati a valorizzazione energetica<br />
o discarica.<br />
L’importanza di questi dati, per noi di Matrec,<br />
è fondamentale per misurare correttamente<br />
la circolarità di un prodotto, ed è per questo<br />
motivo che periodicamente svolgiamo sopralluoghi<br />
presso impianti di recupero e riciclo<br />
oltre ad analizzare report e documenti<br />
ufficiali. Il possesso di dati veritieri e aggiornati<br />
relativi alla destinazione del fine vita di<br />
un prodotto permette di ottenere un risultato<br />
di misurazione “reale”.<br />
Al contrario, come spesso avviene da parte<br />
delle aziende, vengono ipotizzati scenari di<br />
fine vita in considerazione solo delle tipologie<br />
di materiali impiegati, presumendo che questi<br />
siano riciclabili.<br />
In quest’ultimo caso stiamo parlando di un<br />
possibile riciclo “potenziale”, in quanto non<br />
avvalorato da dati scientifici sulla gestione<br />
del fine vita.<br />
Per la misurazione della circolarità di prodotto<br />
la differente allocazione dei dati di riciclo<br />
tra scenario “reale” e “potenziale”, può<br />
determinare enormi differenze dei risultati<br />
finali oltre al fatto che la soluzione dello scenario<br />
“potenziale”, non permette un’eventuale<br />
certificazione di veridicità del dato da<br />
parte terza.<br />
Verità certificata<br />
L’obiettivo comune a livello nazionale ed europeo<br />
consiste nell’incrementare di anno in<br />
anno il tasso di circolarità dei materiali (la<br />
quota di materiali riciclati impiegati nei prodotti),<br />
ed il tasso di riciclo (la quantità di materiali<br />
riciclati effettivamente avviati a processi<br />
di riciclo).<br />
Questi due elementi sono oggetto della ESPR<br />
(Ecodesign for Sustainable Products Re -<br />
gulation) dell’Ue e, pertanto, le aziende saranno<br />
tenute a comunicare le performances di<br />
circolarità dei propri prodotti. Il dato dovrà essere<br />
veritiero e certificato in quanto parte di<br />
quello che sarà il Digital Product Passport.<br />
Da ciò si evince molto chiaramente l’importanza<br />
per le aziende di progettare prodotti<br />
seguendo i principi dell’Ecodesign e di cui la<br />
circolarità dichiarata deve prendere come riferimento<br />
scenari di riciclo “reale”. l<br />
Esempio di ecodesign:<br />
calciobalilla<br />
con parti metalliche<br />
riciclate e riciclabili.<br />
Il processo<br />
di ricerca<br />
e selezione<br />
dei materiali<br />
di Matrec.<br />
Carta e cartone sono<br />
materiali riciclabili<br />
per eccellenza, grazie<br />
anche alla raccolta<br />
e recupero da parte<br />
di consorzi dedicati.<br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
Dicembre <strong>2023</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
18 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />
NEWS<br />
Federica Giannattasio,<br />
AM di Iterchimica<br />
e Marco Griguolo,<br />
consigliere delegato<br />
alla mobilità della<br />
Città metropolitana.<br />
Una pista<br />
super green<br />
Inaugurata all’Idroscalo di Milano la prima<br />
pista ciclabile in Lombardia realizzata<br />
con asfalto green 100% riciclato a freddo<br />
Recuperato al 100% da materiale proveniente<br />
dalla demolizione di vecchie pavimentazioni<br />
(“fresato”), è stato inaugurato<br />
per due tratti della pista ciclabile che<br />
corre lungo l’Idroscalo di Milano.<br />
Consente l’abbattimento di 9,6 tonnellate di<br />
CO 2 eq (il 70% in meno) pari all’azione di assorbimento<br />
di quasi 60.000 alberi adulti e la<br />
riduzione dei consumi energetici di oltre<br />
30mila kwh. Inoltre, per questa attività sono<br />
state risparmiate 186,8 tonnellate di materie<br />
prime estratte da cave (-96%), pari al peso<br />
di oltre 110 automobili, e quasi 10 tonnellate<br />
Il tratto di pista interessato<br />
di bitume (-94%). La tecnologia impiegata<br />
dalla Città Metropolitana di Milano chiamata<br />
Iter lene ACF 1000 HP Green è frutto di una<br />
ricerca durata tre anni, sviluppata da Iter -<br />
chimica.<br />
“Si tratta di un piccolo intervento dal grande<br />
valore simbolico - ha dichiarato il consigliere<br />
delegato alla mobilità della Città metropolitana,<br />
Marco Griguolo - la nostra priorità rimane<br />
quella di investire per realizzare una<br />
colossale infrastruttura ciclabile, funzionale<br />
e sicura, che abbraccerà tutti i 133 comuni<br />
della nostra area metropolitana". l<br />
su scarifica di asfalto<br />
normale: 570 mq<br />
Trasformare i rifiuti<br />
in Risorsa<br />
Innovare, Collaborare,<br />
Sostenere.<br />
9 - 11 Aprile 2024<br />
Bergamo, Italia<br />
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Infografica pista<br />
ciclabile.<br />
L’asfalto colorato,<br />
oltre a migliorare<br />
l’impatto visivo,<br />
contribuisce anche<br />
alla riduzione<br />
del calore in ambito<br />
urbano rendendo<br />
possibile<br />
un abbassamento<br />
della temperatura<br />
della pavimentazione<br />
fino a 18 C° in meno.<br />
IDROSCALO<br />
Idroscalo<br />
Ingresso<br />
zona sportiva<br />
Due tratte di pista ciclabile<br />
presso l’Idroscalo di Milano.<br />
Larghezza media circa 3 m<br />
Lunghezza totale circa 313 m<br />
su autobloccanti:<br />
370 mq<br />
Ingresso Riviera Est<br />
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Organizzato da<br />
Con il patrocinio di<br />
Dicembre <strong>2023</strong>
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
20 ECONOMIA CIRCOLARE<br />
KERMESSE RIMINESE<br />
KERMESSE RIMINESE<br />
ECONOMIA CIRCOLARE<br />
21<br />
Boooummm<br />
La 26ma edizione di Ecomondo<br />
si è confermata una miscela esplosiva.<br />
La vetrina internazionale più attesa<br />
dell’anno ha dato il meglio di sé<br />
con tutto ciò che fa gestione ambientale<br />
Federica Lugaresi<br />
Installazione “Runner” presso<br />
il Gruppo Hera costituita da tessuto<br />
tecnico, gommini di scarpe e parti<br />
di indumenti da runner recuperati<br />
e riciclati.<br />
Numeri da capogiro. A partire dall’area<br />
messa a disposizione. Lo spin-off di<br />
KEY (divenuta manifestazione separata)<br />
ha lasciato spazi liberi che sono andati immediatamente<br />
sold out con 150 mila metri<br />
quadrati complessivi dedicati ad oltre 1500<br />
espositori, e una crescita del 10% sullo scorso<br />
anno. Anche le presenze hanno registrato un<br />
+15% rispetto al 2022: segnale ben preciso che<br />
le tecnologie, già pronte per le sfide future,<br />
hanno un forte appeal sul pubblico.<br />
Non si sa dove guardare<br />
“Il Mare Magnum del waste”, richiamando<br />
uno dei nostri titoli dello scorso numero, è<br />
quello che abbiamo visto nella vetrina di<br />
Ecomondo. Dalla bioeconomia rigenerativa<br />
alla blue economy, dalla valorizzazione dei rifiuti<br />
come aiuto al ripristino dei suoli, passando<br />
Polvere di feldspato di Minerali Industriali,<br />
materia prima recuperata dagli sfridi delle cave<br />
storiche di granito ornamentale di Verbania.<br />
Si tratta di riciclato al 100%.<br />
per le bioenergie al monitoraggio ambientale.<br />
A dimostrazione, che soluzioni innovative (e<br />
profittevoli) per la circolarità sono da tempo<br />
disponibili per rigenerare gli ecosistemi e decarbonizzarli.<br />
In apertura degli Stati Generali<br />
della Green Economy <strong>2023</strong>, l’economia del domani<br />
viene descritta proprio così: green, rigenerativa<br />
circolare e decarbonizzata.<br />
Stimandone un beneficio per 689 mld di euro<br />
in un lasso di tempo di dieci anni, “a fronte di<br />
Campana di raccolta<br />
per indumenti usati.<br />
La raccolta dei tessili<br />
in Italia è obbligatoria<br />
da gennaio 2022.<br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
costi cumulati per 136,7 mld, del solo pacchetto<br />
normativo europeo per la decarbonizzazione”.<br />
Chi trarrà sicuramente beneficio dalla kermesse<br />
riminese sono gli innovatori con le<br />
loro start-up e scale-up. Come 3Bee che ha<br />
sviluppato la tecnologia che permette di studiare<br />
lo stato di salute delle api mellifere selvatiche<br />
e recuperare informazioni sull’ecosistema<br />
nel raggio di due km.<br />
Ma anche Mixcycling che nobilita gli scarti<br />
provenienti da lavorazioni industriali (recuperando<br />
fibre naturali e sostituendo i polimeri<br />
fossili con vettori di origine riciclata o biobased),<br />
o HBI che ha sviluppato e brevettato una<br />
tecnologia poligenerativa che tratta fanghi di<br />
depurazione, minimizzandone la massa in<br />
uscita, recuperando energia rinnovabile ed<br />
estraendo materie prime seconde, recuperando<br />
più del 90% di massa ed energia contenute<br />
nei fanghi.<br />
Per finire con Oxoco che applica una tecnologia<br />
di ossicombustione flameless nei rifiuti,<br />
dando luogo alla produzione di materiale vetroso<br />
inerte (e non di cenere) riutilizzabile in<br />
sicurezza.<br />
Da cosa rinasce cosa<br />
Consorzi e associazioni si danno da fare.<br />
Leggerete nello specifico i risultati dell’Italia<br />
che ricicla sul primo numero dell’anno. Ma<br />
Sistemi di filtrazione per le acque<br />
nere da uso civile e industriale.<br />
Le modalià scelte dal Gruppo<br />
STA dipendono dall’inquinante<br />
presente.<br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
tutti si sono dimostrati attivi e formativi - in<br />
termini di diffusione della cultura del riciclo<br />
- soprattutto attraverso gli adulti di domani<br />
con progetti formativi. Interessante la presentazione<br />
dell’ultimo consorzio arrivato,<br />
Rematrix, per la gestione attiva del fine vita<br />
dei prodotti tessili. All’interno del Textile<br />
District, sono stati raccontati progetti di riciclo<br />
innovativi e sfidanti, come quello di Re Shoes<br />
(Gruppo Scarpa) per raccogliere e riciclare<br />
scarpe tecniche col fine di produrre una nuova<br />
calzatura di alta qualità.<br />
Alta qualità anche per acque depurate da sistemi<br />
sempre più efficaci e sofisticati che<br />
trattano acque nere sia di uso civile che industriale,<br />
restituendole sempre più pure e<br />
pronte al riutilizzo e riuso, preservando così<br />
la falda idrica. Sempre in tema di acque ma<br />
marine, si è parlato anche di come gestire le<br />
barche a fine vita, come opportunità per il recupero<br />
della loro vetroresina.<br />
La “giungla” urbana<br />
del Gruppo Fiori che si occupa<br />
del riciclo di metalli.<br />
Tonnellate di scarti, analizzati<br />
separati e frantumati.<br />
Non dimentichiamo i veicoli<br />
Ecomondo è anche SALVE, il salone dei veicoli<br />
ecologici e dedicati principalmente all’igiene urbana.<br />
La componente trasporto nelle tematiche<br />
legate alla fiera riminese è infatti particolarmente<br />
significativa. Oltre alla raccolta e compattazione<br />
dei rifiuti, il truck deve trasportare di tutto, dai<br />
rifiuti solidi agli eco carburanti gassosi, rifiuti<br />
tossici e pericolosi o inerti da cantiere. Ma sono<br />
anche essi stessi applicazioni<br />
reali di propulsioni-per<br />
esempio<br />
elettriche - tanto diffuse<br />
per le mission<br />
urbane.<br />
Per toccare con mano<br />
questi concentrati di<br />
tecnologia Vie e Tra -<br />
sporti (in collaborazione<br />
con <strong>Waste</strong>) ha organizzato<br />
le prove di<br />
gui da che si sono svolte<br />
su tre percorsi differenti.<br />
Numerose le impressioni<br />
raccolte al<br />
termine dei test: potrete<br />
approfondire e leggere<br />
tutto sul prossimo<br />
numero di Vie e<br />
Trasporti. l
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
22<br />
ECONOMIA CIRCOLARE<br />
NUOVE PLASTICHE<br />
Riciclato e riparato<br />
B6 - 223/322<br />
13 - 17 maggio 2024<br />
Monaco (Germania)<br />
I ricercatori giapponesi hanno trovato il modo di creare<br />
una plastica durevole, riciclabile e parzialmente<br />
biodegradabile. Lo rivela uno studio: ecco qual’è il segreto<br />
Gli scienziati in Giappone hanno sviluppato<br />
una plastica marina parzialmente<br />
biodegradabile, auto-guaritrice e nutrizionale.<br />
Il segreto? È bastato combinare una resina<br />
epossidica vitrimerica con una molecola chiamata<br />
polirotassano, creando così quello che il<br />
team di scienziati ha chiamato VPR, vitrimero<br />
incorporato in polirotassano.<br />
Si tratta di un vitrimero “cinque volte più forte<br />
di un vitrimero di resina epossidica convenzionale”,<br />
spiega in un comunicato stampa Shota<br />
Ando, progettista capo del progetto e assistente<br />
professore all’Università di Tokyo.<br />
Un vetrimero è una categoria di plastica presentata<br />
nel 2011 come “forte e insolubile come<br />
la plastica termoindurente” e “lavorabile a caldo<br />
come il vetro”.<br />
“Può essere riciclato e riparato”, ha spiegato il<br />
designer Ludwik Leibler. Il VPR può biodegradarsi<br />
fino al 25% quando rimane in acqua di<br />
mare per 30 giorni e, per questo nutrizionale,<br />
diventando una fonte di cibo per la fauna e la<br />
flora marina.<br />
Secondo i ricercatori: “Questo nuovo materiale<br />
potrebbe avere ampie applicazioni nell’ambito<br />
di un’economia più circolare mirata al riciclaggio<br />
delle risorse e alla riduzione dei rifiuti”.<br />
Il VPR potrebbe essere utilizzato per la costruzione<br />
di veicoli, strade e ponti, il che li renderebbe<br />
più facili da mantenere perché più resistenti<br />
o, date le sue “capacità di memoria di<br />
forma”, potrebbe consentire di riorganizzare la<br />
silhouette dei vestiti “con asciugacapelli o ferro<br />
da stiro.” Insomma, sicuramente rappresenta<br />
un vantaggio per gli oceani dove circa 700 specie<br />
di animali marini hanno già ingerito plastica o<br />
ne sono rimaste intrappolate.<br />
l<br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
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È TEMPO DI<br />
VALORIZZARE<br />
AL MASSIMO I METALLI<br />
BASSO CONSUMO<br />
ENERGETICO<br />
I nostri macchinari garantiscono un’ottima<br />
efficienza energetica, massimizzando il rapporto<br />
tra consumi e produttività oraria.
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
24 ECONOMIA CIRCOLARE RIFIUTI INDUSTRIALI<br />
25<br />
Quelle richesse!<br />
Elementi “comuni” che diventano sempre<br />
più preziosi: il riciclo sembra non essere<br />
sufficiente e si riaprono le vecchie miniere.<br />
Con un’attenta valorizzazione dei minerali<br />
industriali scartati, ora merce di valore<br />
Federica Lugaresi<br />
Miniera di Malfidano,<br />
ormai diventata<br />
archeologia<br />
industriale, ma che<br />
nell’800 vantava<br />
un’attività estrattiva<br />
frenetica<br />
di zinco.<br />
Una necessità. Ed una sfida titanica.<br />
Stiamo parlando della riapertura di siti<br />
minerari abbandonati (fino a qualche<br />
tempo fa attivi) che diventano nuovo serbatoio<br />
a cui attingere, per ridurre la dipendenza europea<br />
dalle importazioni di metalli e minerali la<br />
cui domanda ha avuto un boom.<br />
Le nuove tecnologie consentono di recuperare<br />
metalli e scarti di lavorazione industriale (sfridi)<br />
che diventano merce di grande valore. In più,<br />
ciò che era conferito in discarica al momento<br />
dell’attività dei siti, ora può essere potenzialmente<br />
recuperato.<br />
Una bella mano<br />
Viene in aiuto il Critical Raw Materials Act presentato<br />
dalla Ue lo scorso marzo, “secondo<br />
cui, almeno il 10 per cento del consumo di materie<br />
prime strategiche fondamentali per la<br />
Transizione Green e per le Nuove Tec no logie,<br />
dovrebbe essere estratto all’interno dalla Ue<br />
stessa; il 15% del consumo annuo dell’Unio -<br />
ne di ciascuna materia prima critica dovrebbe<br />
provenire dal riciclaggio; e almeno il 40% del<br />
consumo annuo di ogni materia prima strategica<br />
dovrebbe essere raffinato all’interno<br />
dell’Ue”. Si deve rafforzare insomma la capacità<br />
della Comunità lungo tutta la filiera degli<br />
approvvigionamenti a partire ovviamente dall’estrazione,<br />
ma anche dalla lavorazione e riciclaggio.<br />
Aggiungiamo che entro il 2030, non più del 65%<br />
del consumo annuale dell’Unione di ciascuna<br />
materia prima critica in ogni fase di lavorazione,<br />
dovrà pervenire da un singolo Paese terzo.<br />
Necessario quindi un aumento del tasso di riciclo<br />
al fine vita del prodotto che, all’interno<br />
della Comunità è tra lo 0% e 55% a seconda<br />
del materiale. Ci sono infatti notevoli differenze:<br />
alcuni metalli speciali come le terre rare<br />
ma anche litio o arsenico (particolarmente<br />
tossico) non vengono quasi mai riciclati: in<br />
media meno del 7%. Altri materiali come la<br />
grafite, fosforo o elio sono attualmente riciclati<br />
in media al 4%. Materiali come barite, carbonio<br />
e silicio sono quasi impossibili da riciclare in<br />
quanto cambiano la loro forma chimica durante<br />
la lavorazione o, vengono consumati.<br />
Una delle prime ricadute…<br />
Tra le possibili soluzioni, quella di riaprire le<br />
miniere. Ma non si tratta affatto di cosa semplice,<br />
in quanto comporta una complessità<br />
ambientale e sociale che dovrà trovare un<br />
equilibrio tra i benefici economici, quelli ambientali<br />
e appunto sociali.<br />
La Comunità Europea sta lavorando per definire<br />
degli standard sostenibili per le miniere,<br />
ma si dovrà fare di più affinchè la loro riapertura<br />
sia “rispettosa” e sicura anche per le comunità<br />
che insistono sul territorio e l’ambiente.<br />
Si torna a scavare anche in Italia? Sembra proprio<br />
di sì. Il litio si trova in grandi quantità nel<br />
sottosuolo di Roma; piombo e zinco sono a<br />
Gorno (Bg), cobalto in Piemonte, titanio in<br />
Liguria, e minerali di altro genere - un tempo<br />
estratti in grandi quantità - in Sicilia e Sardegna.<br />
Secondo l’ISPRA sarebbero 3.000 i siti che potrebbero<br />
ridare il via ad attività estrattiva.<br />
E’ nata la necessità di portare avanti studi finalizzati<br />
alla valorizzazione dei residui di attività<br />
estrattiva e di lavorazione di rocce di vario tipo,<br />
con l’applicazione di nuove metodologie e strategie<br />
per il riutilizzo di scarti presenti nelle<br />
cave e loro recupero. Un esempio su tutti: i<br />
tempi molto lunghi necessari al degrado di<br />
scarti di lavorazione delle pietre ornamentali<br />
granitoidi, hanno suggerito l’idea di un loro<br />
uso nella produzione di calcestruzzi ad elevata<br />
densità, da utilizzare come basamenti di pale<br />
eoliche e/o dighe o altre infrastutture.<br />
Cava di Buddusò (SS).<br />
Gli scarti<br />
di lavorazione<br />
del granito<br />
contengono materie<br />
prime critiche.<br />
Granito a feldspati<br />
alcalini, utilizzato<br />
per la produzione<br />
di ceramiche.<br />
Esempio calzante<br />
C’è poi Minerali Industriali (impresa italiana<br />
indipendente nata dalla fusione di due gruppi<br />
storici quali Maffei e Gruppo Minerali) che si<br />
occupa di estrazione e trattamento di materie<br />
prime quali feldspati, argille e caolino, destinate<br />
all’industria del vetro, ceramica e colorifici<br />
e, parallelamente, al riciclo e recupero di scarti<br />
industriali non pericolosi. L’attività svolta contempla<br />
anche la tutela e valorizzazione delle<br />
aree - oggetto delle proprie attività di estrazione<br />
e produzione - nonché del relativo recupero<br />
ambientale.<br />
Il riutilizzo degli scarti di cava poi consente di<br />
limitare il rischio che “fasi minerali accessorie,<br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
comunemente presenti negli sfridi, possano<br />
rilasciare nell’ambiente elementi tossici, alterandosi<br />
in seguito all’esposizione di agenti<br />
atmosferici”. Minerali Industriali inoltre ha sviluppato<br />
un sistema di trattamento che ga -<br />
rantisce il recupero totale dei rifiuti vetrosi, con<br />
una produzione di materiale pronto-forno di<br />
alta qualità (obiettivo del trattamento del vetro<br />
è la rimozione di parti inquinanti come la ceramica).<br />
Vengono recuperati con efficacia anche<br />
rottami ceramici (piastrelle e sanitari): tutte frazioni<br />
che lavorate, danno un materiale con la<br />
stessa qualità del prodotto finito riducendone<br />
la richiesta energetica (necessaria alla cottura)<br />
e lo stoccaggio in discarica.<br />
l<br />
Cava di caolino.
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
26 ECONOMIA CIRCOLARE<br />
SOLUZIONI AMBIENTALI<br />
SOLUZIONI AMBIENTALI<br />
ECONOMIA CIRCOLARE<br />
27<br />
Che fighi<br />
questi Galli<br />
Al Pollutec sono state messe in vetrina<br />
le ultime tecnologie, attrezzature e soluzioni<br />
per l’ambiente. La migliore green<br />
economy è, decisamente, passata da qui<br />
Federica Lugaresi<br />
Si è appena conclusa la 45ma edizione del<br />
Salone lionese, che già si sta parlando della<br />
prossima. Pollutec 2024 si svolgerà infatti<br />
a Parigi, riprendendo l’alternanza tra le due<br />
città in auge qualche anno fa. Ma facciamo un<br />
passo indietro, per raccontarvi cosa abbiamo visto<br />
in questa kermesse che è leader delle soluzioni<br />
ambientali a tutto tondo, nonché evento<br />
di riferimento per la transizione ecologica ed<br />
energetica.<br />
Difficile perdersi<br />
Con oltre 51.000 partecipanti (+11% rispetto al<br />
2021), 2.000 espositori di cui 200 startup, 17 padiglioni<br />
regionali e nazionali, la kermesse ha<br />
riunito tutta la filiera ambiente e clima facendo<br />
emergere le soluzioni necessarie per fare fronte<br />
alle sfide dei cambiamenti climatici.<br />
Organizzato in “villaggi” - dei veri e propri spazi<br />
tematici che riuniscono gli attori di un settore<br />
- ma anche in percorsi tematici che guidano<br />
i visitatori attraverso le diverse aree espositive<br />
secondo argomenti trasversali. Ecco quindi la<br />
Gestione delle risorse idriche, Gestione e valorizzazione<br />
dei rifiuti organici, Economia cir-<br />
colare e conservazione delle risorse, Mare e<br />
coste, Adattamento delle città e dei territori ai<br />
cambiamenti climatici e Decarbonizzazione.<br />
Tutti temi di super attualità che sono stati affrontati<br />
nel ricco palinsesto di conferenze, a<br />
loro volta divise in “percorsi”.<br />
Relativamente all’economia circolare, spiccavano<br />
materie quali minerali e metalli critici<br />
o strategici, le plastiche (che restano ancora<br />
poco riciclate, in rapporto agli altri materiali),<br />
i tessili, i materiali da costruzione,<br />
imballaggi, batterie e rifiuti elettrici o elettronici,<br />
identificando i flussi del cosiddetto<br />
recuperato che deve essere migliorato per<br />
incentivarne ulteriormente il riutilizzo nei<br />
processi industriali.<br />
All’interno del percorso innovazione, fari<br />
puntati sulle nuove e sempre più precise soluzioni<br />
di trattamento delle acque, ma anche<br />
sui dispositivi di sorveglianza e controllo qualità.<br />
Qui il comparto dei rischi naturali o climatici<br />
si allarga e copre anche i rischi sani-<br />
I fondi di caffè<br />
con l’aggiunta<br />
di ecoresine diventano<br />
piastrelle per esterni.<br />
L’intervista<br />
Abbiamo fatto due parole con Anne Emanuele Hébert, Direttrice di Pollutec<br />
Questa è la 45ma edizione del salone: cos’ha di speciale e<br />
come il Pollutec si è trasformato negli anni?<br />
L'evento di quest'anno si svolge in un contesto caratterizzato<br />
più che mai dall'urgenza del cambiamento climatico e dalle<br />
numerose sfide che esso pone: la gestione e l'accessibilità<br />
delle risorse, il controllo dei prezzi, la conservazione della biodiversità,<br />
la qualità dell'aria... Non abbiamo altra scelta se<br />
non quella di trasformare radicalmente le nostre industrie<br />
per adattarci alla realtà del cambiamento climatico e passare<br />
il più possibile alla mitigazione. Pollutec si è evoluto con i tempi<br />
per mantenere il suo ruolo di "attivatore della transizione ecologica",<br />
riunendo gli attori del settore ambientale per perseguire<br />
lo stesso obiettivo: organizzarsi per affrontare gli sconvolgimenti<br />
climatici. Originariamente concepito per<br />
concentrarsi sul controllo dell'inquinamento, Pollutec ha poi<br />
ampliato la sua portata fino a comprendere tutte le questioni<br />
climatiche e ambientali, diventando l'evento di riferimento per<br />
la transizione.<br />
Un appuntamento fondamentale per l’economia circolare e<br />
non solo. Quali sono i temi caldi? dove è diretta l’attenzione<br />
del grande pubblico?<br />
Pollutec si concentra su un'ampia gamma di temi di attualità,<br />
da quelli storici come il trattamento della plastica e dei rifiuti<br />
organici, alla gestione delle risorse idriche, fino a quelli nuovi<br />
che riflettono le preoccupazioni dell'opinione pubblica, come<br />
la gestione del rischio (clima e salute) e l'energia. Poiché il quadro<br />
normativo continua a evolversi e a ridefinire i contorni delle<br />
politiche pubbliche e delle strategie industriali, siamo desiderosi<br />
di offrire analisi tematiche. Il Forum internazionale ha anche<br />
ospitato conferenze sul finanziamento e l'innovazione nell'UE,<br />
per fornire ai partecipanti internazionali una comprensione<br />
semplificata delle sfide istituzionali che l'Europa nel suo complesso<br />
deve affrontare.<br />
La posizione di Pollutec nei confronti della crisi idrica?<br />
La gestione delle risorse idriche è uno dei temi centrali di<br />
Pollutec fin dalla sua nascita. Quest'anno non fa eccezione:<br />
in un contesto di crescente stress idrico in tutto il mondo, le<br />
sfide della conservazione e della pianificazione delle risorse<br />
idriche sono al centro dell'attenzione di un'ampia gamma di<br />
settori, dall'agricoltura all'industria e alle autorità locali... Per<br />
sensibilizzare il pubblico presente al salone e mettere in evidenza<br />
l'innovazione in questo settore, Pollutec ha creato il<br />
Water Hub, un'area dimostrativa di 200 m² con la riproduzione<br />
di una rete di depurazione dell'acqua potabile realizzata in collaborazione<br />
con Mon Réseau d'Eau, l'Office International de<br />
l'Eau - OIEAU e il distributore Christaud.<br />
Il Salone è stato caratterizzato da una visione olistica: in pratica<br />
cosa significa?<br />
Poiché non è possibile attuare una strategia efficace di lotta al<br />
cambiamento climatico senza tenere conto dell'intera catena<br />
del valore e dei settori interessati dai cambiamenti, Pollutec ha<br />
voluto uscire dai silos e offrire in fiera una lettura globale e integrata<br />
dei temi della transizione. In concreto, abbiamo voluto<br />
mettere in atto un approccio sistemico e decompartimentale,<br />
all'interno del quale ognuno possa trovare le chiavi di lettura necessarie<br />
per rispondere nel modo più efficace possibile alle trasformazioni<br />
di cui abbiamo bisogno per rendere il domani un<br />
mondo migliore.<br />
Per quale motivo è stata scelta l’Italia come Paese ospite<br />
d’onore?<br />
Per questa edizione <strong>2023</strong>, Pollutec ha voluto riservare un<br />
posto speciale all'Italia in quanto grande nazione industriale,<br />
che ha accumulato un'inestimabile esperienza nella ge-<br />
s<br />
s<br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
Dicembre <strong>2023</strong>
<strong>28</strong> ECONOMIA CIRCOLARE<br />
SOLUZIONI AMBIENTALI<br />
Trattamenti e sistemi<br />
di depurazione<br />
per le acque reflue,<br />
sono stati uno<br />
dei temi centrali<br />
del salone.<br />
tari (micro inquinanti, patogeni, PFAS) presentando<br />
numerose innovazioni.Ma è il percorso<br />
relativo alla gestione della risorsa acqua<br />
che decisamente è risultato il più caldo. La<br />
questione infatti mai come oggi è nel cuore<br />
dell’attualità.Rinnovabile ma non infinita, l’acqua<br />
deve affrontare numerose sfide: sovra<br />
consumo, risparmio negli utilizzi, sostanze inquinanti,<br />
diversificazione nelle modalità di approvvigionamento.<br />
Determinante diventa l’utilizzo<br />
dell’intelligenza artificiale<br />
in termini di efficientamento<br />
all’interno dei processi<br />
produttivi; ma anche la valorizzazione<br />
delle acque non<br />
convenzionali, tra cui le acque<br />
piovane e quelle usate<br />
trattate.<br />
Un giro in giro<br />
Vengono proposte soluzioni<br />
complete per il trattamento<br />
e depurazione delle acque<br />
reflue, personalizzando le richieste<br />
dei clienti siano esse<br />
in ambito industriale, agroalimentare<br />
o civile. Anche con<br />
installazioni di depurazione<br />
stione delle risorse idriche, tra l'altro, un tema di interesse<br />
per la Francia e per l'Unione Europea nel suo complesso.<br />
L'Italia, rappresentata al salone da circa 150 aziende e da<br />
una delegazione di imprenditori lombardi (l'equivalente<br />
nazionale del Medef francese), ha potuto mostrare il proprio<br />
know-how e condividere le proprie strategie con la<br />
comunità internazionale su temi molto specifici, come il<br />
riutilizzo delle acque reflue trattate. Una cooperazione di<br />
questo tipo è necessaria per dare impulso alle iniziative<br />
transnazionali di lotta al cambiamento climatico, attraverso<br />
la condivisione di buone pratiche, garanzia di efficacia<br />
nella costruzione di un approccio globalizzato.<br />
Gli espositori (rispetto alla passata edizione) hanno trovato<br />
un pubblico più informato e preparato. Avete per caso attivato<br />
qualche nuovo canale di comunicazione?<br />
L'urgenza e la portata dei cambiamenti che dobbiamo<br />
apportare per combattere il cambiamento climatico sono<br />
tali che non possiamo più permetterci di non essere informati<br />
sulle questioni ecologiche. Questo è senza dubbio<br />
su skid, ideali per coloro che dispongono di<br />
spazi limitati e che necessitano di soluzioni<br />
modulari.C’è anche chi offre filtri combinati<br />
per il trattamento delle acque usate e il recupero<br />
di quelle piovane per uso privato.Se si<br />
guarda al mare, canali e porti, sono diversi i<br />
costruttori di battelli che – dotati di tecnologia<br />
innovativa brevettata – possono raccogliere i<br />
rifiuti galleggianti solidi e liquidi (compresi gli<br />
idrocarburi) all’interno del mezzo stesso. E poi<br />
c’è chi costruisce particolari reti da pesca che<br />
vengono infilate come calze allo sbocco dei<br />
tubi fognari per raccogliere rifiuti (vegetali, vetro<br />
e plastica e metalli ma anche irriciclabili),<br />
il cui riempimento viene segnalato da videocamere.<br />
Ma anche chi crea pannolini compostabili<br />
per bebè (al servizio della transizione<br />
ecologica); e chi tratta i rifiuti contenenti<br />
amianto, per ricavarne un prodotto vetroso<br />
utilizzato come sottofondo stradale o per boccette<br />
di profumo.<br />
Non si butta via nulla. Come per i fondi di caffè<br />
che attraverso disidratazione e l’aggiunta successiva<br />
di ecoresine, diventano piastrelle utilizzabili<br />
anche per esterni; o come i rifiuti non<br />
riciclabili che mediante fossilizzazione accelerata,<br />
si trasformano in granulati che possono<br />
sostituire quelli naturali nella composizione<br />
del beton non strutturale.<br />
l<br />
il motivo per cui i visitatori del salone sono sempre più esperti,<br />
alla ricerca di strumenti e soluzioni concrete per aiutare le<br />
loro organizzazioni a passare a un modello più compatibile<br />
con i limiti del pianeta.<br />
Facciamo un click: cosa ci dovremo aspettare dalla prossima<br />
edizione e cosa ci può raccontare del ritorno del Pollutec a<br />
Parigi?<br />
Pollutec Paris si terrà a Parigi, Expo Porte de Versailles, Padiglione<br />
1, martedì 26 e mercoledì 27 novembre 2024 in un formato biennale<br />
più agile e accessibile, a complemento dello storico evento<br />
di Lione. In un contesto di accelerazione del quadro normativo e,<br />
di conseguenza, di aumento della domanda di soluzioni pratiche<br />
da parte dell'industria e del settore pubblico, Pollutec Paris è<br />
emerso come un secondo luogo di incontro essenziale per affrontare<br />
i temi della regolamentazione, del finanziamento e dell'innovazione.<br />
Il formato di Pollutec Paris offrirà anche una vicinanza<br />
alle regioni del Nord Europa e accoglierà tutti gli 11<br />
principali settori presenti a Lione per offrire lo stesso approccio<br />
sistemico e decompartimentale alle questioni ambientali.<br />
IL SILENZIO<br />
È D’ORO<br />
Il Trituratore Elettrico 440ET, grazie<br />
al suo motore elettrico, ridefinisce la<br />
sostenibilità e l'innovazione mantenendo<br />
le alte prestazioni di sempre.<br />
Scopri di più<br />
Scopri di più<br />
Dicembre <strong>2023</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
30 ENERGIA Soluzioni<br />
F- GAS<br />
F- GAS<br />
ENERGIA<br />
31<br />
In time<br />
Bombole valvolate.<br />
Marco Comelli<br />
I negoziatori del Consiglio e del Parlamento Europeo hanno<br />
raggiunto lo scorso ottobre un accordo sull’eliminazione<br />
progressiva dei gas refrigeranti HFC (idrofluorocarburi). Ma…<br />
Un accordo non ancora operativo. Per<br />
questo si dovrà attendere in ultima<br />
analisi il voto del Parlamento (oggi previsto<br />
per gennaio 2024), per poi essere pubblicato<br />
sulla Gazzetta Ufficiale dell'UE ed entrare<br />
in vigore. Il nuovo regolamento, che è in definizione<br />
da più di due anni, punta a ridurre progressivamente<br />
l’utilizzo di questi gas che hanno<br />
un potere climalterante molto elevato se<br />
liberati in atmosfera in modo accidentale.<br />
Questo aspetto compensa in termini di effetti<br />
negativi il loro “tonnellaggio”, che è molto inferiore<br />
rispetto a quello della CO 2 . Tant’è vero<br />
che il regolamento non parla quasi mai di tonnellate<br />
di gas ma di tonnellate equivalenti di<br />
anidride carbonica. Si parla di GWP, in base al<br />
quale l’unità di misura è la CO 2 uguale a uno.<br />
Ma non è questa la sede per entrare nei dettagli<br />
di un regolamento molto complesso e diversificato<br />
per tipologia di apparecchiatura frigorifera<br />
(e non solo, per esempio sono coperti<br />
da esso, in quanto utilizzatori di HFC, anche<br />
gli inalatori nasali e per aerosol).<br />
Gas circolanti e circolari<br />
Dal nostro punto di vista, l’interesse del nuovo<br />
regolamento deriva dal fatto che in molti casi<br />
viene consentita la manutenzione di impianti<br />
esistenti, e quindi implicitamente se ne permette<br />
l’uso per un periodo superiore a quello<br />
che sarebbe possibile con l’utilizzo di gas vergini,<br />
a condizione che vengano usati gas riciclati<br />
o rigenerati. Anche in questo caso i<br />
dettagli sono complessi. A partire dal 1° gennaio<br />
2025, è vietato l'uso di HFC, con un GWP<br />
> 2.500 in termini di assistenza o manutenzione<br />
di quasi tutte le apparecchiature di refrigerazione.<br />
Questo divieto però si sposta al<br />
1° gennaio 2030 per i gas fluorurati a condizione<br />
che siano stati etichettati in conformità<br />
all'articolo 12, paragrafo 6; gas fluorurati rigenerati<br />
con un GWP > 2.500, utilizzati per la<br />
manutenzione o l'assistenza di apparecchiature<br />
di refrigerazione esistenti, a condizione che siano<br />
stati recuperati da tali apparecchiature. Tali<br />
gas riciclati possono essere utilizzati solo dall'impresa<br />
che ne ha effettuato il recupero nell'ambito<br />
della manutenzione o dell'assistenza.<br />
Questione di etichettatura<br />
A partire dal 1° gennaio 2032 il divieto passa<br />
all'uso di gas HFC con un GWP > = 750 per<br />
l'assistenza o la manutenzione di apparecchiature<br />
fisse di refrigerazione, ma anche qui<br />
sono consentiti HFC a condizione che siano<br />
stati etichettati conformemente all'articolo 12,<br />
paragrafo 6, e i gas fluorurati riciclati con un<br />
GWP > 750 (e < = 2.500) a condizione che siano<br />
stati recuperati da tali apparecchiature. Tali<br />
gas riciclati possono essere utilizzati solo dall'impresa<br />
che ne ha effettuato il recupero nell'ambito<br />
della manutenzione o dell'assistenza<br />
o dall'impresa per la quale il recupero è stato<br />
effettuato nell'ambito della manutenzione o<br />
dell'assistenza. Nel mondo degli impianti di<br />
condizionamento le regole sono molto meno<br />
stringenti anche dopo il 2032 e praticamente<br />
la scelta tra gas vergine o riciclato per la manutenzione<br />
dipende da considerazioni economiche.<br />
Ricordiamo che l’art.2 della normativa<br />
sugli F-gas del Ministero dell’Ambiente definisce<br />
“recupero” come “la raccolta e lo stoccaggio<br />
di gas fluorurati a effetto serra provenienti<br />
da prodotti, inclusi contenitori, e<br />
apparecchiature effettuati nel corso delle operazioni<br />
di manutenzione o assistenza, o prima<br />
dello smaltimento dei prodotti o delle apparecchiature”.<br />
Non tutti i refrigeranti sono riciclabili<br />
Se recuperato, si può poi provvedere al riciclaggio,<br />
rigenerazione o smaltimento del gas. Il riciclo<br />
garantisce il “riutilizzo di un gas fluorurato<br />
a effetto serra recuperato previa effettuazione<br />
di un processo di depurazione di base” che porterà<br />
ad ottenere un gas per qualità e prestazioni<br />
inferiori al prodotto vergine. Infine la “rigenerazione”<br />
prevede “il ritrattamento di un gas fluorurato<br />
a effetto serra recuperato allo scopo di<br />
ottenere un rendimento equivalente a quello di<br />
una sostanza vergine, tenendo conto del suo<br />
uso previsto”. Non tutti i fluidi refrigeranti sono<br />
riciclabili o rigenerabili. Un gas può essere riciclato<br />
se non contaminato da motore bruciato<br />
e riutilizzato solo se all’interno della stessa apparecchiatura<br />
o simile dell’impresa che ne ha<br />
effettuato il recupero. Il riciclato, infatti, ha una<br />
composizione ignota, e ogni volta. In assenza di<br />
strumentazioni e procedure di analisi tipiche di<br />
un laboratorio chimico, con il riciclo non si può<br />
verificare la corrispondenza della composizione<br />
chimica del gas estratto dagli impianti ai requisiti<br />
previsti dagli standard AHRI 700-2019. Durante<br />
la vita di un impianto, la carica del refrigerante<br />
può essere inquinata da olio, umidità, acidità,<br />
gas incondensabili, particolato: tutti elementi<br />
che possono stravolgerne la composizione chimica.<br />
Questo comporta dei limiti di riutilizzo del<br />
gas riciclato.<br />
Al contrario, il gas rigenerato può anche essere<br />
utilizzato in qualsiasi altra apparecchiatura.<br />
La possibilità di rigenerazione dipenderà<br />
dalla tipologia e dal livello di inquinamento secondo<br />
i parametri chimici dell’AHRI 700-2019.<br />
Ciò significa che il numero di volte in cui un F-<br />
gas è riciclabile non è illimitato. A un certo<br />
punto va rigenerato. Per gli HFC si può quindi<br />
parlare di riciclo a tempo.<br />
l<br />
Bombole stoccate<br />
di gas refrigerante.<br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
Dicembre <strong>2023</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
32 ENERGIA NEWS Soluzioni<br />
12mld sulle rinnovabili<br />
Chiusura degli impianti a carbone entro il 2027<br />
e un piano di investimenti pronto.<br />
I punti salienti della strategia Enel<br />
per affrontare le sfide e opportunità del futuro<br />
Irene Boschi<br />
Enel ha presentato il piano strategico<br />
2024-2026 che riguarda la chiusura di<br />
tutti gli impianti rimanenti a carbone entro<br />
il 2027 e 12,1 miliardi di euro di investimenti<br />
lordi nelle rinnovabili e zero emissioni entro il<br />
2040. Ha quindi pianificato nei prossimi anni<br />
investimenti totali lordi pari a circa 35,8 miliardi<br />
di euro. Di questi, 18,6 miliardi di euro sono rivolti<br />
alle reti, con focus su miglioramento di<br />
qualità, resilienza e digitalizzazione nonché<br />
su nuove connessioni, 12,1 miliardi di euro circa<br />
previsti nelle zero emissioni, con decisioni<br />
di investimento più selettive.“La nostra strategia<br />
punta a trasformare il gruppo Enel in<br />
un’organizzazione più snella, flessibile e resiliente,<br />
pronta per affrontare le sfide e cogliere<br />
le opportunità che possono presentarsi in futuro”<br />
ha dichiarato Flavio Cattaneo, Ammi -<br />
nistratore Delegato di Enel , “Nei prossimi tre<br />
anni adotteremo un approccio più selettivo negli<br />
investimenti, per massimizzare la redditività<br />
e minimizzare i rischi. Ci concentreremo sui<br />
nostri Paesi implementando strategie integrate,<br />
puntando sulle reti, le energie rinnovabili<br />
e la creazione di valore nel segmento clienti<br />
con offerte commerciali bundled.<br />
La disciplina finanziaria sarà il fondamento<br />
della nostra strategia, per potenziare la generazione<br />
di cassa e l’efficienza, mentre la sostenibilità<br />
continuerà a guidare le nostre decisioni<br />
di business”.<br />
Sostenibilità ambientale<br />
Enel ha confermato di voler chiudere tutti i rimanenti<br />
impianti a carbone entro il 2027, previa<br />
autorizzazione delle autorità competenti.<br />
Infine, è confermata l’ambizione di raggiungere<br />
zero emissioni in tutti gli scope entro il<br />
2040, anno in cui il gruppo prevede che la generazione<br />
di energia proverrà esclusivamente<br />
da fonti rinnovabili.<br />
l<br />
Dicembre <strong>2023</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
34 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />
TERRENI INQUINATI<br />
TERRENI INQUINATI<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
35<br />
Preparazione<br />
terreno<br />
per trattamento<br />
in batch.<br />
Selezione dei ceppi.<br />
Io ti bonifico!<br />
Biorisanamento come tecnica applicata<br />
per decontaminare i suoli da composti<br />
organici. Ecco un piccolo glossario<br />
che ne spiega le diverse tipologie<br />
Annalisa Gussoni<br />
Direttore<br />
Commerciale<br />
Pasa Labs srl<br />
Isolamento dei ceppi<br />
indigeni<br />
biodegradatori.<br />
In un terreno contaminato da inquinanti organici,<br />
avvengono naturalmente processi<br />
biodegradativi ad opera di batteri che utilizzano<br />
le sostanze organiche come substrato carbonioso.<br />
Ma in un suolo non si hanno, generalmente,<br />
le condizioni ambientali ottimali affinché<br />
tale processo avvenga in tempi accettabili o in<br />
maniera completa. E’ invece con gli interventi<br />
di bonifica di tipo biologico, che si creano le condizioni<br />
più favorevoli affinché i contaminanti organici<br />
vengano degradati da batteri, siano essi<br />
autoctoni o alloctoni.<br />
Batteri al lavoro<br />
Le tecniche di biorisanamento si dividono in trattamento<br />
in situ, senza movimentazione di terreno,<br />
e in ex situ, con escavazione di terreno da<br />
trattare nel sito stesso.<br />
Il trattamento in situ è utilizzato per contaminazioni<br />
profonde e dove lo stesso non comporta<br />
alcun pericolo di contaminazione delle acque<br />
sotterranee. Alcuni esempi sono:<br />
Bioventilazione, tecnologia che impiega l'aria<br />
come vettore per fornire ossigeno ai microrganismi<br />
aerobi presenti nella zona insatura<br />
del terreno stimolandone l'attività metabolica.<br />
Il sistema di ventilazione, la cui efficacia è dipendente<br />
da permeabilità, eterogeneità e grado<br />
di umidità del suolo, impiega pozzi e dreni<br />
per l'immissione dell'aria, ed uno o più pozzi<br />
per estrarla.<br />
Biostimolazione, tecnologia che comporta l'isolamento<br />
dei ceppi indigeni naturalmente biodegradatori;<br />
una volta identificati, vengono fermentati<br />
in reattori chiusi in presenza di nutrienti.<br />
Semina di batteri alloctoni è un metodo che<br />
accelera i processi biodegradativi, con stimolazione<br />
della attività della biocenosi locale per<br />
competizione con gli autoctoni. I principali vantaggi<br />
associati all’applicazione di tecniche di bonifica<br />
in situ sono: costi d’investimento contenuti,<br />
assenza di movimentazione del suolo, ridotti rischi<br />
di diffusione della contaminazione all’esterno<br />
dell’area e minor impatto ambientale.<br />
Di contro, presentano svantaggi quali: tempo di<br />
trattamento lungo o non preventivabile, maggiori<br />
costi per i controlli analitici, limitazioni dovute<br />
alla struttura geologica del suolo contaminato.<br />
Il trattamento ex situ viene usato quando vi sono<br />
concentrazioni elevate di inquinanti che sugge-<br />
riscono un confinamento del materiale e consente<br />
miglior contatto tra i batteri e i contaminanti,<br />
possibilità di ossigenazione costante, controllo<br />
diretto del processo, verifica immediata<br />
dell’efficacia del trattamento. In questo caso alcuni<br />
esempi sono dati da:<br />
Trattamento sul suolo o “landfarming”, un<br />
processo di biorisanamento che viene applicato<br />
in superficie, oppure in celle di biotrattamento.<br />
Consiste nello stendere uno strato di terreno<br />
contaminato (spessore di circa 40-50 cm) al di<br />
sopra di un letto drenante di sabbia o ghiaia, disposto<br />
a sua volta su di un manto impermeabile.<br />
La durata del trattamento è variabile in funzione<br />
del tipo e concentrazione del contaminante e<br />
delle condizioni ambientali.<br />
È un intervento relativamente economico, non<br />
richiede l'impiego di tecnologie sofisticate, né<br />
di sostanze chimiche particolari; tra le limitazioni<br />
troviamo le notevoli estensioni superficiali e la<br />
durata del trattamento che può subire notevoli<br />
rallentamenti durante la stagione fredda.<br />
Compostaggio o Biopile, che garantisce una<br />
maggior efficacia di trattamento rispetto al landfarming<br />
sia perché necessita di superfici di impianto<br />
più ridotte, sia perché non risente in maniera<br />
particolare dei cambiamenti climatici<br />
stagionali.<br />
In questo caso, il terreno inquinato viene scavato<br />
e trasportato in un’area dedicata all’interno del<br />
sito e disposto in cumuli o pile (di altezza variabile<br />
fra 0,9 e 2,5 m) che per tutta la durata del<br />
trattamento necessitano di un buon livello di ossigenazione<br />
per lo sviluppo e la crescita dei microrganismi<br />
aerobi.<br />
Trattamenti in fase semisolida (Bioreattori)<br />
prevedono una prima vagliatura del terreno per<br />
la rimozione del materiale di dimensioni grossolane.<br />
La frazione fine è invece inviata al bioreattore<br />
con aggiunta di acqua (40-90% in peso),<br />
nutrienti ed eventualmente tensioattivi per agevolare<br />
il desorbimento dei contaminanti con<br />
bassa solubilità in acqua.<br />
Idrocarburi, non più (o quasi) un problema<br />
I materiali pericolosi trattabili mediante la tecnica<br />
di cui sopra includono: solventi, idrocarburi policiclici<br />
aromatici, pesticidi, idrocarburi del petrolio,<br />
pentaclorofenolo associato con clorofenoli.<br />
Un limite all’applicazione del biorisanamento<br />
è la presenza di molecole tossiche o non biodegradabili<br />
o fortemente recalcitranti inibenti<br />
la crescita dei microrganismi.<br />
In conclusione, si può affermare che il biorisanamento<br />
è applicabile in suoli contaminati da<br />
numerosi composti organici e nei casi di inquinamento<br />
in aree già edificate; consente ridotti<br />
costi di messa in opera e gestione, maggior<br />
compatibilità ambientale per riduzione della<br />
contaminazione senza trasloco di inquinanti e<br />
per minor consumo di suolo. Si scontra però<br />
con la necessità di aree di trattamento medio<br />
grandi, con l’esigenza di disporre delle aree da<br />
riqualificare in tempi rapidi, con l’esubero di terreno<br />
di scavo edilizio.<br />
l<br />
Preparazione cumuli<br />
per biopile.<br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
Dicembre <strong>2023</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
36 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />
PROGETTAZIONE IMPIANTI<br />
NEWS<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
37<br />
Soluzioni<br />
su misura<br />
Gli step che portano alla realizzazione e messa<br />
in opera di un impianto Camec sono molteplici:<br />
dall’avvio allo sviluppo, all’installazione<br />
Eliana Puccio<br />
Tutti gli impianti Camec sono progettati<br />
in modo personalizzato, e costituiscono<br />
dei veri e propri pezzi unici.Non c’è impianto<br />
identico ad un altro, poiché ciascuno<br />
viene progettato a partire da un confronto diretto<br />
con i clienti e dall’analisi specifica dei<br />
loro bisogni. Numerosi sono gli step che portano<br />
alla loro realizzazione e messa in opera.<br />
Qui di seguito i principali<br />
Avvio della progettazione: i primi contatti con<br />
i clienti ci consentono di comprendere meglio<br />
le caratteristiche e le peculiarità della loro attività,<br />
e di raccogliere le informazioni per progettare<br />
l’impianto in modo corretto.<br />
Sviluppo del progetto: l’analisi dei dati raccolti<br />
permette ai tecnici di individuare le soluzioni<br />
più adatte per rispondere alle necessità del<br />
cliente. Vengono identificate le tipologie di<br />
macchinari più in linea con i bisogni espressi<br />
dal cliente e definite le varie personalizzazioni<br />
necessarie per proporre una soluzione realmente<br />
su misura, in grado di essere efficiente,<br />
sicura per gli operatori, facile da gestire e da<br />
manutenere.<br />
Costruzione del macchinario: Camec realizza<br />
internamente tutte le macchine previste a progetto,<br />
prestando particolare cura alla qualità<br />
dei materiali e delle tecnologie utilizzate, per<br />
fornire ai clienti un prodotto customizzato e<br />
interamente Made in Italy.<br />
Installazione, settaggio e prova di triturazione:<br />
i tecnici curano l’installazione dell’impianto<br />
nella sede del cliente, fornendo un servizio<br />
chiavi in mano.<br />
I servizi post-vendita<br />
Anche le fasi successive alla messa in opera<br />
dell’impianto vengono gestite in sinergia con<br />
il cliente, per continuare a offrirgli un servizio<br />
su misura, in linea con le sue necessità. I tecnici<br />
rimangono a disposizione dei clienti per<br />
offrire loro assistenza nel tempo, occupandosi<br />
delle attività di manutenzione programmata<br />
degli impianti e della fornitura di pezzi di ricambio,<br />
specie per quanto riguarda le componenti<br />
fisiologicamente soggette a usura,<br />
come le placchette e gli organi di taglio dei<br />
trituratori. Per questa specifica necessità,<br />
l’azienda offre a tutti i suoi clienti la possibilità<br />
di aderire al servizio My Camec, un programma<br />
di assistenza che semplifica la gestione<br />
delle attività di manutenzione, calendarizzando<br />
in anticipo gli interventi e approfittando di<br />
vantaggi e sconti sui ricambi.<br />
l<br />
Educare<br />
alla raccolta<br />
Un’iniziativa che favorisce l’economia<br />
circolare e sensibilizza i cittadini<br />
sull'importanza del recupero e al riciclo<br />
Eliana Puccio<br />
Sensibilizzare la cittadinanza al recupero<br />
e al riciclo è quanto preme al Consiglio<br />
nazionale delle ricerche che insieme al<br />
Centro di Coordinamento Nazionale Pile e<br />
Accumulatori portatili ha sottoscritto un protocollo<br />
di collaborazione.<br />
L'accordo servirà a facilitare il processo di<br />
raccolta delle pile portatili esauste nelle sue<br />
sedi in Italia.<br />
In cosa consiste? Sarà agevolato il ritiro dei<br />
RPA Portatili nei punti di raccolta stabiliti dal<br />
Cnr. Il CDCNPA metterà a disposizione del<br />
Cnr il portale per l'iscrizione e la gestione delle<br />
attività di corretto trattamento dei RPA<br />
Portatili, ed effettuerà l’attivazione del servizio<br />
di ritiro gratuito da parte dei sistemi collettivi<br />
e individuali consorziati.<br />
Informazione e Formazione<br />
Altro elemento importante di questa collaborazione<br />
sarà la messa a punto di specifiche<br />
attività di informazione e formazione riguardo<br />
la natura e la pericolosità dei RPA Portatili per<br />
l’ambiente, ma anche delle loro potenzialità<br />
economiche in termini di “contenitori di materie<br />
prime”.<br />
Sarà dato rilievo all’importanza del loro corretto<br />
riciclo e recupero, secondo i principi della<br />
sostenibilità ambientale all’interno del modello<br />
di produzione e consumo dell’economia<br />
circolare. In particolare, il Cnr darà diffusione<br />
delle informazioni sui composti chimici e i materiali<br />
di valore presenti negli RPA Portatili, e<br />
collaborerà con il CDCNPA per potenziare la<br />
formazione e l'informazione sul tema tra il<br />
proprio personale, attraverso l’individuazione<br />
delle tematiche di maggiore interesse scientifico.<br />
“Il progetto sviluppato con il Cnr” – ha<br />
spiehato Giuliano Maddalena, Presidente<br />
CDCNPA – “si compone due degli obiettivi fondamentali<br />
del Centro di Coordinamento: rendere<br />
sempre più capillare la raccolta dei rifiuti<br />
di pile e accumulatori, e diffondere la cultura<br />
della raccolta differenziata e del riciclo. Il Cnr<br />
è un partner prestigioso per portare avanti<br />
questi compiti”.<br />
l<br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
Dicembre <strong>2023</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
38 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />
CONTAMINANTI<br />
CONTAMINANTI<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
39<br />
PFAS, nemici/amici<br />
Una minaccia emergente ignorata o un babau definito<br />
tanto genericamente da essere inutile se non per<br />
campagne politiche e di influenza? L’uno e l’altro<br />
Marco Comelli<br />
I PFAS sono contenuti<br />
nelle schiume<br />
antincendio per liquidi<br />
infiammabili.<br />
Cos’è un PFAS? Semplice, direte voi, è una<br />
delle sostanze per- e poli-fluoroalchiliche.<br />
Che non sia tanto chiaro è dimostrato<br />
invece dal fatto che l’OCSE ha impiegato<br />
tre anni per studiare la materia e per arrivare<br />
nel 2021 alla conclusione che si definiscono<br />
PFAS le sostanze fluorinate che contengono almeno<br />
un atomo di carbonio pienamente fluorinato<br />
in un gruppo metilico o metilenico, senza<br />
che vi siano collegati anche atomi di idrogeno,<br />
cloro, bromo o iodio. Detto in altro modo, ogni<br />
composto chimico (con alcune eccezioni) che<br />
contenga almeno un gruppo metilico (-CF3) o<br />
metilenico (-CF2-) perfluorinato. Sono sostanze<br />
di sintesi che vengono prodotte e utilizzate industrialmente<br />
dagli anni ’40 per alcune loro caratteristiche<br />
utili.<br />
Ma su questo più avanti. Per ora, ci limitiamo a<br />
citare per esteso il documento OCSE, “dal momento<br />
che i PFAS sono una classe chimica con<br />
strutture molecolari e proprietà fisiche, chimiche<br />
e biologiche diverse, è altamente raccomandato<br />
che tale diversità sia adeguatamente riconosciuta<br />
e comunicata in modo chiaro, specifico<br />
e descrittivo. Il termine “PFAS” è un termine<br />
ampio, generale e non specifico, che non informa<br />
se un composto è dannoso o meno, ma comunica<br />
solo che i composti compresi sotto questo<br />
termine condividono la stessa caratteristica<br />
di avere una porzione di gruppi metilici o metilenici<br />
completamente fluorurata”. Come spesso<br />
accade, questa raccomandazione è in grandissima<br />
parte totalmente ignorata quando si parla<br />
di questi composti.<br />
In ogni dove<br />
Armati della rigorosa definizione e della raccomandazione<br />
OCSE, procediamo almeno a capire<br />
quanti PFAS esistono. Se speravamo di arrivare<br />
ad un numero maneggevole, siamo immediatamente<br />
delusi. Il database PubMed indica<br />
6.608.<strong>28</strong>4 sostanze che contengono strutture<br />
indicative di PFAS. Forse se ci limitiamo a quelle<br />
che potrebbero avere problemi di tossicità, saremo<br />
più fortunati. In effetti il database CompTox<br />
dell’EPA americana ne contiene 14.735, ma per<br />
come è realizzato il dataset (fonti disomogenee,<br />
spesso non peer-reviewed, etc) non tutte sono<br />
sicuramente tossiche e allo stesso livello, e soprattutto<br />
potrebbero essercene molte altre che<br />
non sono incluse. Basta considerare che il primo<br />
studio comprensivo sui PFAS, del 2011, identificava<br />
200 sostanze, mentre l’OCSE nel 2018,<br />
prima di adottare la nuova definizione, arrivava<br />
già a 4.730.<br />
Il numero non è certo il fattore per cui i PFAS<br />
sono sotto i riflettori. Uno dei motivi è l’uso estesissimo<br />
che se ne fa, derivante dalla robustezza<br />
dei legami ipersaturi tra carbonio e fluoro, che<br />
rende le molecole, soprattutto i polimeri, molto<br />
resistenti ad una serie di agenti, come l’acqua,<br />
i grassi, il calore. Diverse pellicole polifluorialchiliche<br />
sono inoltre autolubrificanti, con bassissima<br />
resistenza all’attrito. Per esempio quelle<br />
realizzate con polimeri fluorinati a catena laterale<br />
basati su fluorotelomeri. Un caso diffusissimo<br />
dell’applicazione di questa caratteristica<br />
è nelle padelle antiaderenti, ma gli usi sono molto<br />
più vasti e critici, per esempio in tutti i componenti<br />
meccanici, dai motori elettrici ai compressori.<br />
Alcuni PFAS, ossia molti tra quelli<br />
basati sul sulfonil-fluoruro del perfluroottano<br />
sono surfattanti idro, olio, grasso e sporco-repellenti.<br />
Due casi tipici sono l’acido perfluorooctanoico<br />
(PFOA) e l’acido perfluoroocatosulfonico<br />
(PFOS).<br />
Questi surfattanti sono molto più efficienti delle<br />
sostanze basate su idrocarburi. Si tratta di sostanze<br />
che vengono utilizzate per la realizzazione<br />
tra l’altro di abbigliamento resistente all’acqua<br />
e ai grassi e delle schiume antincendio utilizzate<br />
per estinguere incendi provocati da liquidi infiammabili.<br />
Praticamente tutte le segnalazioni<br />
di danni alla salute sono legate a questi due<br />
gruppi di sostanze e a loro prodotti di degrado<br />
o contaminanti. Essendo a catena lunga, esse<br />
tendono ad accumularsi nell’organismo e secondo<br />
alcuni studi sono sospettati di provocare<br />
danni a diversi organi e processi fisiologici. Va<br />
notato che non esiste una correlazione automatica<br />
tra accumulo di una sostanza nell’organismo<br />
o nell’ambiente, ed effetti negativi. In altre<br />
parole, il termine contaminazione dovrebbe essere<br />
utilizzato con maggior prudenza di quanto<br />
avviene.<br />
scorso agosto) a concentrazioni superiori a quelle<br />
previste nei regolamenti sotto forma di micro<br />
polveri per abbattere le concentrazioni di PFOA.<br />
Per gli alimenti il nuovo regolamento 2022/2338,<br />
in vigore dal 1° gennaio <strong>2023</strong>, fissa i tenori massimi<br />
in microgrammi/Kg in peso fresco di alimento<br />
per PFOS, PFOA, PFNA e PFHxS e la loro<br />
somma. La dose settimanale tollerabile (DST)<br />
di gruppo è di 4,4 ng/kg di peso corporeo alla<br />
settimana.<br />
Tra gli alimenti normati uova, carne, pesce, crostacei,<br />
molluschi, frattaglie di varie specie. PFOS<br />
e PFOA li conosciamo già. Il PFHxS è l’acido<br />
perfluoroesansolfonico, un composto a catena<br />
corta che viene utilizzato in sostituzione del<br />
PFOS nelle schiume antifuoco, ma deriva anche<br />
dalla degradazione ambientale dello stesso<br />
PFOS. Il PFNA è l’acido perfluorononanoico che<br />
è un intermedio per la produzione di alcuni fluoropolimeri.<br />
Sembra sia utilizzato anche in co-<br />
Sostanze per<br />
e poli-fluoralchiliche.<br />
La loro presenza<br />
è diffusissima:<br />
si trovano in padelle<br />
antiaderenti,<br />
componenti<br />
meccanici, capi<br />
idrorepellenti<br />
ma anche alimenti.<br />
LC-MS/MS per analisi<br />
PFAS.<br />
Normative…ma non per tutti<br />
In ogni caso, in diversi Paesi esistono regolamenti<br />
che controllano il livello di presenza di<br />
PFOS e PFOA nelle acque superficiali e di falda<br />
e negli alimenti. In Europa, il regolamento delegato<br />
europeo 2020/784 limita moltissimo la<br />
fabbricazione e l’uso del PFOA, mentre il PFOS<br />
era già stato toccato dal regolamento 2019/1021.<br />
Esistono delle deroghe per l’uso come intermedio<br />
del PFOA, per esempio per la produzione<br />
del PFTE, politetrafluoroetilene. Quest’ultimo<br />
può anche essere utilizzato da quest’anno (dallo<br />
Dicembre <strong>2023</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
40 RIFIUTI SOLIDI CONTAMINANTI Soluzioni<br />
IL PUNTO DI VISTA DEL LABORATORIO:<br />
L’ESPERIENZA DI MÉRIEUX NUTRISCIENCES<br />
Si tratta di un laboratorio che è un osservatorio privilegiato per la problematica<br />
PFAS. Come realtà internazionale, si analizzano questi conta minanti<br />
in campioni di acque, rifiuti, terreni, aria, oltre che alimenti e packaging<br />
provenienti da più parti del mondo e da tantissimi clienti. L’argomento PFAS<br />
è in rapido divenire con un continuo aggiornamento di normative che hanno<br />
per oggetto la definizione di limiti e di nuovi elenchi di sostanze; questi sono<br />
i driver dell’attività analitica. Il laboratorio è in grado di fornire servizi di<br />
analisi del fluoro totale (TF), del Fluoro Organico Assor bibile (AOF), di screening<br />
su una selezione standard di molecole in LC-MS/MS, ma anche analisi<br />
a progetto per molecole suspect o non-target.<br />
LC-HRMS per PFAS<br />
screening.<br />
Sostanze PFAS<br />
più comuni.<br />
smetica, come surfattante e idro e grasso-repellente,<br />
per esempio nei prodotti resistenti all’acqua<br />
e al sudore. Un’altra sua fonte potrebbe<br />
essere la degradazione di altri prodotti, ma gli<br />
studi sono molto limitati per la loro complessità<br />
di realizzazione.<br />
Una minaccia per l’organismo?<br />
Altrettanto controversi sono gli studi sugli effetti<br />
nocivi per la salute. Le evidenze che si hanno si<br />
riferiscono a concentrazioni molto alte delle sostanze<br />
su animali. Esistono alcune indicazioni<br />
che PFOA e PFOS, e forse PFNA, interferiscano<br />
con il sistema endocrino umano ma in quale<br />
modalità non è ancora chiaro. Un paio di studi<br />
sostengono l’ipotesi che si tratti di un’azione a<br />
livello dell’espressione dei geni legati alla regolazione<br />
dei livelli ormonali.<br />
Sembra però che la concentrazione ematica<br />
abbia effetti contraddittori. Uno studio per esempio<br />
rileva un anticipo nella pubertà di soggetti<br />
con livelli moderati di PPNA nel siero, effetto<br />
che si ribalta se la concentrazione rilevata cresce.<br />
I risultati contraddittori derivano anche dalla<br />
difficoltà a separare gli effetti specifici delle sostanze<br />
da altri fattori, legati per esempio allo<br />
stile di vita.<br />
Nei bambini nati da donne con una relativamente<br />
alta concentrazione nel siero, si ha una<br />
riduzione post-puberale di motilità degli spermatozoi,<br />
ma lo stesso effetto è documentato<br />
se in gravidanza vengono assunti spesso determinati<br />
farmaci, per esempio antipiretici.<br />
Idem per il lieve calo del peso medio dei neonati.<br />
Le autorità oggi si muovono quindi largamente<br />
secondo il principio di precauzione.<br />
Anche perchè, dato quasi mai ricordato nella<br />
letteratura divulgativa, la somma (PFOA +<br />
PFNA + PFHxS + PFOS) nelle concentrazioni<br />
in siero sembra sia in forte diminuzione nella<br />
popolazione. La Germania dispone dei dati più<br />
completi. Se si confrontano i livelli di PFAS nei<br />
campioni di plasma di adolescenti della Banca<br />
tedesca dei prelievi ambientali, si osserva una<br />
netta riduzione nel periodo compreso tra il<br />
2007 e il 2019. Se nel 2007 il valore massimo,<br />
95mo percentile, per la somma dei quattro<br />
PFAS era pari a <strong>28</strong>,87 (13,82) g/L,<br />
nel 2019 è stato di soli 8,<strong>28</strong> (4,59)<br />
μg/L. Il valore tra parentesi è relativo<br />
al 50mo percentile. Anche i<br />
dati provenienti da due studi su<br />
madri e figli a Vienna, in Austria,<br />
hanno evidenziato una riduzione<br />
nei valori di percentile 50 per la<br />
somma delle quattro PFAS da 4,3<br />
μg/l nel 2010 a 2,2 μg/L nel 2019.<br />
Comunque, diversi PFAS sono<br />
sottoposti a regolamentazione. E<br />
da qui partiremo nella prossima<br />
puntata.<br />
l<br />
5 a Edizione<br />
ORGANIZZATO DA<br />
CONFERENZE & UFFICIO STAMPA<br />
Dicembre <strong>2023</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
42 RIFIUTI SOLIDI L’INTERVISTA<br />
Soluzioni<br />
Sulla buona<br />
strada<br />
ESCLUSIVA<br />
L’INTERVISTA<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
43<br />
Il riciclo è la sfida economica e ambientale<br />
del domani. All’alba della presentazione<br />
del Rapporto Annuale di Assoambiente, abbiamo<br />
fatto due parole con il Presidente Chicco Testa<br />
Federica Lugaresi<br />
Consumo delle materie prime e crescita<br />
del fabbisogno mondiale sono strettamente<br />
legati. Ciò mette davanti a due<br />
questioni: consentire un livello di vita accettabile<br />
a tutti, riducendo e gestendo i rifiuti prodotti allo<br />
stesso tempo. Due tematiche che sembrano<br />
essere in contraddizione e che invece sono il<br />
fulcro dell’economia circolare. In effetti il riciclaggio,<br />
la riciclabilità (includendo l’ecodesign),<br />
il riutilizzo o il reincorporo di materiali riciclati<br />
sono i pilastri sviluppati e sostenuti per arrivare<br />
a nuove soluzioni tecnologiche o di utilizzo.<br />
Chicco Testa,<br />
Presidente<br />
Assoambiente.<br />
L’Italia fa scuola<br />
Negli anni si è registrata una crescita continua<br />
delle quantità dei rifiuti riciclati, a dimostrazione<br />
che il sistema del nostro Paese sia in<br />
Credit: Tomra<br />
grado di dare loro una seconda vita. Oggi, siamo<br />
infatti al primo posto per indice di circolarità<br />
a livello europeo, tallonati dai nostri cugini<br />
francesi.<br />
La nuova Strategia Nazionale per l’Economia<br />
Circolare, definisce gli strumenti amministrativi<br />
e fiscali per sviluppare ulteriormente il<br />
mercato delle materie prime seconde, la responsabilità<br />
estesa del produttore e del con-<br />
sumatore, per non arrivare impreparati ai target<br />
prefissati da qui al 2040.<br />
In attesa del Rapporto “L’Italia che ricicla<br />
<strong>2023</strong>”, abbiamo intervistato Chicco Testa,<br />
Presidente di Assoambiente per fare il punto<br />
della situazione.<br />
l<br />
Stato di fatto<br />
degli impianti per<br />
gli irriciclabili nel<br />
2021.<br />
Com’è andato il riciclo nel <strong>2023</strong>?<br />
Non abbiamo ancora dati definitivi ed ufficiali sulle attività di<br />
riciclo nell’anno in corso, il <strong>2023</strong>. Ma abbiamo alcune anticipazioni<br />
positive: il CONAI prevede infatti che il riciclo di tutti gli<br />
imballaggi italiani arriverà nel <strong>2023</strong> al 75%, ben oltre il target<br />
europeo del 65% previsto al 2025.<br />
Nel dettaglio nel <strong>2023</strong> dovrebbe vedere avviato a riciclo oltre il<br />
77% degli imballaggi in acciaio, il 67% degli imballaggi in alluminio,<br />
più dell'85% degli imballaggi in carta e cartone, circa<br />
il 63% degli imballaggi in legno, quasi il 59% degli imballaggi<br />
in plastica e bioplastica, e l’80% circa degli imballaggi in vetro.<br />
Un risultato che colloca l’Italia al primo posto per il riciclo ad<br />
abitante dei rifiuti da imballaggio. Ci attendiamo anche un miglioramento<br />
del tasso complessivo di riciclo dei rifiuti urbani,<br />
rispetto al valore del 48,1% registrato dall’ultimo Rapporto<br />
rifiuti urbani di Ispra, con dati 2021. Nella presentazione de<br />
L’Italia che Ricicla abbiamo indicato un valore del 51,4 % di<br />
riciclo effettivo, superando così la soglia fatidica del 50 % nel<br />
<strong>2023</strong>, raggiungendo il primo obiettivo della scorsa Direttiva EU<br />
e ponendoci sulla buona strada per raggiungere il nuovo obiettivo<br />
del 65% al 2035 (con gli step intermedi del 55% al 2025 e<br />
del 60% al 2030). A livello di tutti i rifiuti (urbani e speciali insieme)<br />
siamo già all’83,3% del totale avviato a riciclo (dato<br />
Eurostat 2021), credo che per il <strong>2023</strong> potrebbe essere raggiunto<br />
l’85%, difficile fare di meglio, siamo già al top.<br />
Si è visto l’inizio di un passaggio dalla focalizzazione sulla<br />
raccolta del rifiuto al recupero di materia e alla valorizzazione<br />
di mercato della stessa?<br />
Il “mantra” degli obiettivi di raccolta differenziata rimane ancora<br />
vivo a livello locale e nella comunicazione pubblica, basti pensare<br />
all’enfasi posta dai media sulla classifica annuale dei<br />
“Comuni ricicloni”. La raccolta differenziata è un passaggio<br />
operativo importante per raggiungere gli obiettivi di riciclo, ma<br />
non è l’obiettivo. Siamo già a livelli molto alti di RD (65% circa)<br />
valore superiore ai valori europei, e in molti comuni si raggiungono<br />
valori molto alti (80-85%). Ma nell’ultima edizione di<br />
Ecomondo abbiamo posto all’attenzione il tema degli scarti<br />
della raccolta differenziata, pari a circa 3,5 milioni di tonnellate<br />
l’anno, perché non tutto quello che raccogliamo viene riciclato<br />
e servono impianti che non siano le discariche. Il mercato del<br />
riciclo chiede ai gestori della raccolta materiale di crescente<br />
qualità, per essere compatibile con i processi industriali di riciclo.<br />
L’aumento del tasso di raccolte differenziate spesso invece<br />
comporta un peggioramento della qualità (specie nella frazione<br />
organica) e l’aumento degli scarti. Occorre trovare un equilibrio<br />
ragionevole che non faccia esplodere i costi di raccolta e quindi<br />
la tassa/tariffa. Purtroppo ancora i criteri di calcolo del riciclo<br />
effettivo non sono stati definiti dall’Europa in modo definitivo<br />
ed esauriente e questo rende non facile la comunicazione su<br />
questo dato. Si pensi a flussi di riciclo che non provengono dalle<br />
raccolte differenziate ma da impianti di gestione come la frazione<br />
organica stabilizzata usata per coprire le discariche e le<br />
ceneri di incenerimento usate per i sottofondi stradali. Per non<br />
parlare dei biocarburanti che non si capisce ancora se non recupero<br />
di materia o di energia.<br />
Economia circolare: un ruolo sempre più importante sono<br />
chiamate a svolgerlo le società che offrono servizi di pubblica<br />
utilità. Quali sono le azioni realisticamente percorribili?<br />
Il gestore locale dei rifiuti urbani svolge un ruolo fondamentale<br />
per promuovere le raccolte differenziate, informare cittadini<br />
ed utenti su come farla, per migliorare la qualità e ridurre il<br />
tasso di scarto. Ma anche per realizzare gli impianti mancanti<br />
di riciclo e per migliorare gli output degli impianti di recupero<br />
e smaltimento finalizzati sia al recupero di materia che al recupero<br />
energetico. Anche in risposta alle decisioni del<br />
Regolatore nazionale ARERA, siamo chiamati ad un costante<br />
miglioramento delle nostre performance ambientali e di qualità<br />
dei servizi. Dentro al nostro perimetro di attività stiamo migliorando<br />
costantemente la qualità dei servizi.<br />
Si dice che in EC sia fondamentale la collaborazione tra le<br />
imprese della produzione e della distribuzione, operatori,<br />
tecnologia e consumatori. Chi fa di meno oggi in Italia per<br />
raggiungere l’obiettivo?<br />
Non è difficile fare questa classifica. I gestori dei rifiuti (speciali<br />
e urbani) riciclano oltre l’80 % dei rifiuti che gestiscono, un risultato<br />
straordinario che dimostra che tutto quello che era<br />
possibile fare è stato fatto da questo pezzo del mondo dell’economia<br />
circolare.<br />
Ma non possiamo dimenticare che i gestori delle fasi di raccolta<br />
e trattamento sono l’ultimo anello di una catena di vita di prodotti<br />
e materiali. Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità<br />
senza scaricare sull’ultimo anello tutto il peso della transizione<br />
circolare.<br />
A riguardo il dato che rimane critico, nel senso che non sta<br />
crescendo in questi anni (secondo dati Eurostat), è quello<br />
del tasso di circolarità, un parametro fondamentale perché<br />
rappresenta la quota di materiali riciclati reimmesse nel<br />
processo produttivo.<br />
La stabilità del dato rivela purtroppo difficoltà (che possono<br />
s<br />
s<br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
Dicembre <strong>2023</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
44 RIFIUTI SOLIDI L’INTERVISTA Soluzioni<br />
NEWS<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
45<br />
essere di natura tecnica, economica, marketing) da parte delle<br />
filiere a monte del consumo. I prodotti ed i materiali sono ancora<br />
concepiti per durare poco e non si pensa alla loro riciclabilità.<br />
Questo fatto rende complesso e costoso raccogliere e<br />
riciclare. Fortunatamente negli ultimissimi tempi qualcosa sta<br />
cambiando a livello europeo: si parla di ecodesign dei prodotti,<br />
di percentuali minime di riciclo nei prodotti, di durabilità e riparabilità.<br />
Per rispondere alla domanda, oggi il problema sta<br />
nella fase upstream del ciclo dei materiali. Cittadini e aziende<br />
di gestione si stanno muovendo già in questa direzione. Ora è<br />
il turno dei produttori e distributori.<br />
Per fare vera EC, sono necessari anche impianti per valorizzare<br />
energicamente i materiali non riciclabili. Il nostro Paese<br />
come risponde in tal senso?<br />
Intanto va ricordato che il riciclo ha i suoi scarti e che l’economia<br />
circolare non fa evaporare i rifiuti, tantomeno li fa sparire dentro<br />
le imprese manifatturiere. Servono quindi impianti per la gestione<br />
degli scarti generati dalla selezione della raccolta differenziata,<br />
gli scarti del riciclo (generati dalle diverse rese che<br />
variano a seconda della frazione merceologica considerata),<br />
ma anche per i rifiuti indifferenziati non riciclabili. Nel nostro<br />
studio presentati ad Ecomondo <strong>2023</strong> abbiamo dimostrato che<br />
nel 2021 oltre 5 milioni di tonnellate di scarti del riciclo e dei<br />
processi di trattamento dei rifiuti indifferenziati sono andati in<br />
discarica o all’estero quando avevano tutte le caratteristiche<br />
per essere mandati a recupero energetico in Italia. Non lo abbiamo<br />
fatto perché non abbiamo impianti di termovalorizzazione<br />
sufficienti. Un lusso che non possiamo permetterci. Primo perché<br />
sprechiamo in discarica una fonte di energia utile, specie<br />
in questa fase di crisi e di sforzo di decarbonizzazione. Secondo<br />
perché potremmo portare in discarica sempre meno, e questa<br />
strada sarà presto non più disponibile in queste quantità. Il<br />
Paese sta rispondendo in modo ambivalente. Da un alto si dice<br />
no a tutte le proposte di localizzazione di ogni tipo di impianto<br />
(Nimby). Incoraggianti invece sono le notizie che arrivano per<br />
esempio dal Comune di Roma, che ha deciso di realizzare un<br />
nuovo termovalorizzatore, ma anche dalla Regione Sicilia che<br />
ne ha individuati due e da alcune proposte di ampliamento di<br />
impianti esistenti. Abbiamo poco tempo.<br />
Credit: matrec.com<br />
Sembra che il 2024 sarà fondamentale per capire se si raggiungeranno<br />
gli obiettivi indicati dall’UE al 2030: …una previsione<br />
a sensazione?<br />
Mentre per gli obiettivi di circolarità sono prudentemente ottimista,<br />
gli obiettivi in campo energetico mi sembrano poco<br />
realistici, alla luce delle nuove direttive europee su efficienza<br />
energetica e fonti rinnovabili. Per la prima l’obiettivo è a riduzione<br />
dell’11,7% dei consumi finali di energia al 2030. Per la<br />
seconda l’obiettivo è del 43,5-45% di uso di fonti rinnovabili sul<br />
totale dei consumi finali al 2030. Tutto per arrivare al 2030 alla<br />
riduzione del 55% delle emissioni di gas serra entro quella<br />
data. L’Italia era partita bene nella prima fase, rispettando i<br />
primi target, anche grazie alla riduzione dei consumi nella fase<br />
Covid. I nuovi obiettivi sono più che sfidanti. La previsione è che<br />
efficienza e fonti rinnovabili migliorino le loro performance,<br />
ma non in quei termini ed in quelle scadenze. Troppi gli ostacoli:<br />
consenso locale e capacità di decisione, complessità burocratiche,<br />
problemi di stoccaggio e di accesso alla rete, ma soprattutto<br />
problemi di costo per cittadini ed imprese. Non è facile<br />
fare una transizione ecologica giusta, con quegli obiettivi.<br />
Quando il riciclo e il riuso raggiungono i loro limiti naturali,<br />
escluse soluzioni improbabili? Per prima cosa stiamo discutendo<br />
in modo violento in Europa se e quando il riuso sia preferibile<br />
al riciclo. Ogni attore sta portando studi in cui si dimostra<br />
tutto ed il contrario di tutto. Il punto di riferimento dovrebbe<br />
essere il confronto fra le emissioni totali dei due modelli, su<br />
tutto il ciclo di vita di un prodotto (Life Cycle Assessment per<br />
gli eruditi). Ma sono calcoli complessi. Io dico che quando si ha<br />
una industria del riciclo che funziona bene ed è leader nel mondo<br />
come quella italiana, ci penserei su mille volte prima di passare<br />
ad un altro modello. Buon senso allo stato puro.<br />
Su quanto spingere il riciclo noi oggi abbiamo un target del<br />
65%, che rappresenta un obiettivo sfidante ma non impossibile,<br />
ad alcune condizioni. Alcuni Paesi europei ci sono già vicini, il<br />
problema sarà per quei Paesi EU che ancora oggi usano molto<br />
la discarica. La mia opinione è che l’obiettivo del 55% al 2025<br />
sia raggiungibile a condizioni di mercato esistenti. Gli obiettivi<br />
del 60% al 2030 e soprattutto del 65% al 2035 sono raggiungibile<br />
se cambiano a monte materiali e prodotti e se si commercializzano<br />
beni che siano più facilmente riciclabili. Altrimenti sarà<br />
o molto difficile o molto costoso o energeticamente non conveniente.<br />
Su questo vedremo le misure europee e la loro efficacia<br />
a partire dalla direttiva Ecodesign.<br />
Per questo va dimensionato un sistema di impianti di recupero<br />
energetico capace anche di gestire eventualmente crisi del<br />
mercato del riciclo e difficoltà a raggiungere e mantenere quegli<br />
obiettivi. Un sistema di impianti di back up che garantisca il sistema<br />
nel suo insieme e consenta la crescita dell’economia<br />
circolare, senza rischi di crisi.<br />
Plastica tossica...?<br />
n Plastica riciclata.<br />
Davvero è così sicura?<br />
Un dubbio che è stato<br />
sollevato dal recente<br />
studio condotto da<br />
scienziati dell'Università<br />
di Göteborg che rivela la<br />
presenza di centinaia di<br />
sostanze chimiche<br />
tossiche nei pellet di<br />
plastica riciclata<br />
provenienti da impianti di<br />
riciclaggio in 13 Paesi.<br />
Parliamo di pesticidi,<br />
prodotti farmaceutici,<br />
prodotti chimici<br />
industriali e additivi<br />
plastici.<br />
La ricerca, resa pubblica<br />
su Data in Brief,<br />
evidenzia in particolare<br />
come la pratica del<br />
riciclaggio della plastica<br />
potrebbe non essere<br />
molto “pulita”.<br />
"Numerosi studi<br />
dimostrano che le<br />
sostanze chimiche<br />
pericolose<br />
possono accumularsi<br />
anche in sistemi di<br />
riciclaggio della plastica<br />
a circuito relativamente<br />
chiuso. Dobbiamo<br />
eliminare rapidamente le<br />
sostanze chimiche della<br />
plastica che<br />
possono<br />
causare danni alla salute<br />
umana e all’ambiente",<br />
ha riferito la<br />
professoressa Bethanie<br />
Carney Almroth, una<br />
delle ricercatrici<br />
principali dello studio.<br />
Dicembre <strong>2023</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
46<br />
Soluzioni<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
CONTRO LO SPRECO DI ALIMENTI<br />
CONTRO LO SPRECO DI ALIMENTI<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
47<br />
Alimenti freschi più a lungo<br />
conservati in un sacchetto biodegradabile<br />
e compostabile al 100 per cento.<br />
Basta sprechi con un'idea innovativa<br />
totalmente green che arriva dalla Puglia<br />
Vita extra per i cibi<br />
Irene Boschi<br />
Meno cibo sprecato, e soprattutto più fresco.<br />
Nell’ottica di un mondo sempre più<br />
attento all’ambiente e sempre più mirato<br />
nel seguire un modello di economia circolare<br />
si fa spazio anche l’azienda dei fratelli<br />
Sfregola. Nata nel 1963, Sfregola Materie Pla -<br />
stiche (SMP) ha fatto proprio della green economy<br />
una vocazione che ne ha plasmato lo sviluppo<br />
nei decenni.<br />
Lifebag mantiene i cibi freschi<br />
più a lungo riducendo<br />
a necessità di buttarli<br />
prematuramente.<br />
Una realtà che facendo leva sull’innovazione<br />
tecnologica pur rispettando l’ambiente, nel tempo<br />
si è diramata in tre società: Rigenera Bio -<br />
compound, Eumakers e eumakeit, che hanno<br />
permesso all’intero gruppo di definire un circuito<br />
virtuoso di sostenibilità.<br />
Un sacchetto “magico”<br />
In occasione di Ecomondo <strong>2023</strong> è stato presentato,<br />
da Rigenera ed SMP, LifeBag, il rivoluzionario<br />
sacchetto biodegradabile e compostabile,<br />
che prolunga la vita di frutta e verdura. I test effettuati<br />
da laboratori accreditati, restituiscono<br />
risultati sorprendenti: la vita media di una pesca<br />
nei nostri frigoriferi è di circa 8 giorni, con lifebag<br />
si è ottenuto un prolungamento della freschezza<br />
fino a 35 giorni.<br />
Risultati straordinari anche per carote, funghi,<br />
fragole e molti altri prodotti della terra (dati disponibili<br />
su www.lifebag.it) che tendiamo a gettar<br />
via quando non li consumiamo.<br />
Grazie ai suoi principi attivi naturali, LifeBag<br />
crea un ambiente ideale per preservare la freschezza<br />
di molti alimenti e contribuisce a ridurre<br />
lo spreco di cibo, senza rinunciare ai principi<br />
nutritiva che LifeBag preserva.<br />
Si può gettare nell'umido perche compostabile<br />
e biodegradabile, prodotto a sua volta attraverso<br />
un processo virtuoso e circolare. LIFE bag è disponibile<br />
in vari formati: Small (18x<strong>28</strong> cm),<br />
Medium (23x32 cm), Large (29x42 cm).<br />
Contro lo spreco di alimenti e rifiuti<br />
SMP da tempo offre soluzioni tecnologiche e<br />
sostenibili per la tracciabilità dei rifiuti urbani.<br />
TrackBag® BIO è il primo sacchetto al mondo<br />
che risolve le problematiche legate alla tracciabilità<br />
del rifiuto organico.<br />
Il sacchetto biodegradabile e compostabile, si<br />
è dotato di un'etichetta identificativa adatta a<br />
qualsiasi tipologia di codici mono e bidirezionali,<br />
come QR code, codici a barre o Data Matrix.<br />
L'etichetta è dello stesso materiale del sacco e<br />
il suo inchiostro Bio non teme gli agenti atmosferici,<br />
che inficiano spesso l'identificazione con<br />
lettori elettronici.<br />
AlphaBag® è il servizio entry-level, con codice<br />
identificativo sul singolo sacchetto. I codici alfanumerici<br />
sono univoci e progressivi per l'intera<br />
produzione, riepilogati sulla fascetta di chiusura.<br />
All'Ente viene fornito un file di codici da abbinare<br />
alle anagrafiche delle utenze servite.<br />
RadioBag® è il brevetto italiano (2011) che permette<br />
di dotare di un microchip il sacco.<br />
Con questa tecnologia si è giunti a un sistema<br />
integrato di tracciabilità, che genera approcci<br />
virtuosi sia per il cittadino che per le amministrazioni<br />
pubbliche.<br />
Tutta la tracciabilità è garantita dal sistema<br />
Blockchain che produce intrinseche qualità di<br />
sicurezza, basandosi su crittografia, decentralizzazione<br />
e attendibilità.<br />
Tra le new-entry di quest'anno, SMP ha pensato<br />
anche agli amici a quattro zampe, creando<br />
GugoBag, il sacchettino per deiezioni da portare<br />
con sé durante le passeggiate.<br />
Profumato ed antistrappo, GugoBag è composto<br />
da plastica 100% riciclata o biodegradabile e<br />
compostabile.<br />
La SMP è costantemente alla ricerca di nuovi<br />
materiali, per rendere i processi ed i prodotti<br />
sempre più compatibili con il futuro del nostro<br />
Pianeta.<br />
Lo sviluppo, la sostenibilità, l'innovazione, il riutilizzo<br />
creativo atto a conferire valore ai materiali<br />
di scarto, rigenerandoli e migliorandone la qualità,<br />
rappresentano la via da percorrere. l<br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
Dicembre <strong>2023</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
48 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />
NEWS<br />
NEWS<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
49<br />
Una Genova<br />
più green<br />
Si è conclusa una settimana<br />
di eventi e di confronto sulle città<br />
intelligenti e sostenibili in programma<br />
dal 25 novembre al 1°<strong>dicembre</strong>.<br />
Focus, sull’impatto ambientale<br />
Buon Natale, riciclando<br />
n Le feste natalizie si<br />
avvicinano e, come ogni<br />
anno, ad abbondare non<br />
sarà solo la quantità di<br />
cibo (e del girovita) ma<br />
anche il consumo extra di<br />
vetro che faremo.<br />
Per evitare sprechi ed<br />
eventuali disastri<br />
ambientali (si scherza),<br />
ecco una piccola guida per<br />
differenziare bene il vetro.<br />
Cosa buttare nel vetro:<br />
tutte le bottiglie, dal vino<br />
che accompagnerà il<br />
cenone fino alle “bollicine”<br />
di spumante per brindare<br />
al nuovo anno; vasetti e i<br />
barattoli di vetro di<br />
conserve (marmellate,<br />
sughi, salse, mostarde).<br />
Cosa non buttare insieme<br />
al vetro? Palline di Natale<br />
e decorazioni in vetro per<br />
adornare alberi e case;<br />
lampadine e le luci; piatti,<br />
tazzine e tutti gli oggetti di<br />
porcellana e ceramica. Il<br />
3% del rottame di vetro<br />
che raccogliamo viene<br />
scartato negli impianti e<br />
gettato in discarica, perché<br />
contaminato da materiali<br />
inquinanti (ceramica,<br />
vetroceramica, pyrex).<br />
Città intelligente, sostenibile e efficiente.<br />
Si è parlato di questo in uno degli appuntamenti<br />
che hanno colorato di verde<br />
l'edizione <strong>2023</strong> della Genova Smart Week,<br />
manifestazione promossa dall’Associazione<br />
Genova Smart City e dal Comune di Genova<br />
con il supporto organizzativo di Clickutility<br />
Team e il patrocinio di Rai Liguria.<br />
Si è discusso, in particolare, di cambiamento<br />
climatico, della gestione territoriale, delle opportunità<br />
di sviluppo di lavoro grazie allo sviluppo<br />
e l’adozione da parte delle aziende e<br />
della pubblica amministrazione dei principi<br />
europei ESG (Environmental - Social - Go -<br />
vernance).<br />
Tutti i progetti per la città del futuro<br />
Interessante l’intervento di Fondazione Cima<br />
sul tema del cambiamento climatico, che si<br />
è soffermata in particolare sul progetto di<br />
strategia regionale di adattamento al cambiamento<br />
climatico (SRACC) per la Liguria.<br />
Il piano coinvolge il Dipartimento Architettura<br />
e Design dell’Università di Genova e del<br />
Centro di Servizi per il Ponente ligure, allo<br />
scopo di delineare le azioni e gli interventi<br />
necessari per ridurre gli impatti del cambiamento<br />
climatico sul territorio ligure. La manifestazione<br />
ha ospitato anche l’intervento<br />
dell’Arlir - Agenzia regionale ligure per i rifiuti<br />
- l’organo di recente costituzione che avrà il<br />
compito di realizzare e gestire gli impianti<br />
per i rifiuti urbani, regolare i servizi territoriali<br />
e degli impianti nel rispetto del sistema definito<br />
dall’Autorità di regolazione per energia<br />
reti ed ambiente (Arera).<br />
La giornata dedicata all’ambiente si è poi conclusa<br />
con un focus sui principi ESG in relazione<br />
all’economia del lavoro con un intervento da<br />
parte della Fondazione Sviluppo Sostenibile.<br />
Gli ESG, promossi dalla Commissione Eu -<br />
ropea, intendonoincoraggiare e sviluppare gli<br />
investimenti verso quelle organizzazioni che<br />
hanno introdotto nel loro business model fattori<br />
ambientali, sociali come equity e inclusione<br />
e di trasparenza nel proprio governo societario.<br />
l<br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
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per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
50 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />
NEWS<br />
NEWS<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
51<br />
Esoscheletri<br />
da lavoro<br />
Per una raccolta rifiuti “indolore” c’è una<br />
soluzione tecnologica ideata da Partitalia<br />
con il Laboratorio TeDH del Politecnico di Milano<br />
Eliana Puccio<br />
Le tecnologie<br />
wearable<br />
comprendono<br />
una serie di dispositivi<br />
progettati e sviluppati<br />
per essere posti<br />
a contatto con il corpo<br />
o indossati.<br />
Tra le wearable<br />
technology troviamo<br />
gli esoscheletri,<br />
che potenziano<br />
e semplificano alcune<br />
funzioni umane.<br />
Tecnologie indossabili come l’esoscheletro<br />
potrebbero ridurre gli infortuni degli<br />
operatori. L’idea arriva da Partitalia<br />
in collaborazione con il laboratorio Technology<br />
and Design for Healthcare (TeDH) del Politec -<br />
nico di Milano.<br />
Si tratta di nuova tecnologia indossabile che<br />
tutela gli operatori ecologici. "Abbiamo analizzato<br />
ed esplorato soluzioni attive e passive<br />
per verificare il bisogno e la capacità di supportare<br />
le attività lavorative, con diversi livelli<br />
di intensità - ha spiegato Giuseppe Andreoni,<br />
Professore Ordinario e Coordinatore del<br />
Laboratorio TeDH del Politecnico di Milano,<br />
che lavora al progetto esoscheletri -. Si tratta<br />
di soluzioni complesse che includono diversi<br />
aspetti: design, meccatronica, materiali, sensori<br />
e software. La sfida attuale è la progettazione<br />
di dispositivi indossabili in grado di rispondere<br />
alle esigenze del luogo di lavoro e<br />
ai requisiti di sicurezza - interferenze con altri<br />
elementi del sistema, attività lavorative supportate".<br />
Questa tecnologia è stata presentata durante<br />
l’ISWA World Congress <strong>2023</strong>, svoltasi dal 30<br />
ottobre al 1° novembre.<br />
l<br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
Italia meno<br />
radioattiva<br />
n Meno rifiuti radioattivi<br />
stoccati in Italia provenienti<br />
da attività mediche,<br />
industriali e dalle centrali<br />
nucleari dismesse.<br />
Nel 2022 il volume dei rifiuti<br />
radioattivi è sceso di 653,4<br />
metri cubi, ovvero il 2 per<br />
cento del totale. Cosa è<br />
successo? Non si producono<br />
meno rifiuti, ma c'è stato un<br />
incremento delle attività di<br />
trattamento e<br />
condizionamento. I dati sono<br />
stati trasmessi dall’ISIN,<br />
l’Ispettorato nazionale per la<br />
sicurezza nucleare e la<br />
radioprotezione.<br />
“Tutti i soggetti che svolgono<br />
attività di gestione di rifiuti<br />
radioattivi hanno l’obbligo di<br />
registrarsi a STRIMS per la<br />
trasmissione di tutte le<br />
informazioni previste dalla<br />
legge per identificare i rifiuti<br />
radioattivi e i soggetti da cui<br />
provengono”, ha ricordato<br />
l’ISIN. In Italia dove si<br />
trovano? La regione che<br />
ospita più rifiuti radioattivi è il<br />
Lazio (30% del totale<br />
nazionale). Seguita dalla<br />
Lombardia (6.462 m 3 , pari al<br />
20,74%), Piemonte (5.923 m 3 ,<br />
19,01% del totale), Basilicata<br />
(3.857 m 3 , 12,38%), Campania<br />
(2.495 m 3 , 8,01%), Emilia<br />
Romagna (1.167 m 3 , 3,74%) e<br />
Toscana (1.038 m 3, 3,33%).<br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
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e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
52 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />
AZIENDE IN ESPANSIONE<br />
AZIENDE IN ESPANSIONE<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
53<br />
Il nuovo spazio di oltre<br />
6000 m 2 presenta<br />
un capannone di 2000<br />
m 2 , dove sisvolgono<br />
le attività di<br />
assistenza<br />
e riparazione.<br />
Operativo a 360 gradi<br />
Per la nuova sede di Ecotec Solution,<br />
un importante investimento nel basso<br />
Veronese: l’hub di 6000 metri quadri<br />
dedicato alle tecnologie dei servizi ambientali<br />
Irene Boschi<br />
Ecotec Solution ha aperto un nuovo punto<br />
operativo nel veronese. Ser vito da due importanti<br />
assi autostradali (Brennero-<br />
Modena e Milano-Venezia) e un aeroporto, il<br />
nuovo hub in apertura a Villafontana vanta una<br />
posizione strategica proprio in virtù della facilità<br />
con la quale può essere raggiunto da tutti i clienti<br />
e partner nazionali e internazionali. Si tratta di<br />
un punto nevralgico importante per un’azienda<br />
che offre soluzioni in tutta Italia nel settore dei<br />
macchinari ambientali. Oltre agli spazi espositivi<br />
sono presenti 240 m 2 di uffici e sale meeting<br />
dove incontrare i clienti e programmare momenti<br />
di condivisione delle nuove tecnologie e<br />
dei nuovi macchinari per migliorare le performance<br />
del trattamento e riciclaggio dei rifiuti.<br />
Un luogo di confronto che conferma l’attenzione<br />
di Ecotec Solution nel servizio di pre e post-vendita<br />
che sono da sempre un tratto distintivo del<br />
distributore altoatesino.<br />
Grazie al nuovo hub l’azienda potrà potenziare<br />
la propria attività ed essere ancora più reattiva<br />
negli interventi sull’intero Paese.<br />
In esposizione e in pronta consegna<br />
Per valorizzare la proposta di vendita e promuovere<br />
la flotta dedicata al noleggio e alla pronta<br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
consegna, Ecotec ha previsto uno showroom<br />
interno ed esterno destinato all’esposizione<br />
delle macchine. Uno spazio per conoscere i<br />
marchi distribuiti in esclusiva, in cui il cliente<br />
possa prendere visione del prodotto e, seguito<br />
dal supporto tecnico dei professionisti, individuare<br />
il macchinario più idoneo alle proprie<br />
esigenze. Con l’allestimento di questo spazio<br />
l’azienda rinnova la sua attenzione ai clienti che<br />
verranno seguiti e accompagnati nel processo<br />
di vendita. Nella sede di Villafontana, saranno<br />
proposti i migliori marchi del settore distribuiti<br />
in esclusiva sul mercato italiano: UNTHA,<br />
Pronar, Binder+Co.<br />
Disponibilità dei ricambi in tempo reale<br />
L’hub veronese potenzia l’area tecnica dell’azienda<br />
grazie a una nuova officina, al magazzino ricambi<br />
e agli uffici di assistenza tecnica.<br />
L’officina diventa il centro di riferimento per manutenzioni<br />
ordinarie e per le riparazioni dei prodotti<br />
e dei macchinari distribuiti da Ecotec.<br />
Il magazzino ricambi nella stessa sede garantisce<br />
tempi di intervento puntuali e ridotti.<br />
Villafontana diviene il centro di riferimento per<br />
i tecnici trasfertisti: il servizio di assistenza tecnica,<br />
dall’installazione dei macchinari al loro avviamento<br />
con test funzionali e formazione cliente,<br />
viene gestito in uno spazio completamente<br />
nuovo.<br />
Attenta alle esigenze del settore<br />
Ecotec introduce servizi di pronta consegna e<br />
noleggio di macchine nuove e usate.<br />
Parte dell’area espositiva è riservata ai macchinari<br />
disponibili da subito per l’acquisto o per il<br />
noleggio. L’azienda riesce così a fornire al cliente<br />
ciò che sta cercando, che si tratti di una macchina<br />
su misura o della progettazione di un intero<br />
impianto, di individuare tra le macchine<br />
nuove in pronta consegna quella più adatta, di<br />
affidarsi a un usato di qualità già disponibile tra<br />
quelli in esposizione, o ancora di ricorrere al no-<br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
leggio per le urgenze e nel caso di necessità<br />
particolari e contingenti. È prevista un’unità<br />
strutturata e operativa dedicata alla flotta per il<br />
noleggio in cui la competenza acquisita dall’azienda<br />
nel settore ambientale diventa funzionale<br />
alle necessità del cliente all’identificazione<br />
del prodotto più idoneo, sia per l’inserimento in<br />
un impianto esistente, sia per la realizzazione<br />
dell’intera filiera.<br />
l
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
54 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />
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Polimeri<br />
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La nuova Innosort Flake seleziona<br />
scaglie di plastica con altissima<br />
precisione. Via i contaminanti,<br />
arrivano flakes più puri<br />
La selezionatrice<br />
Innosort Flake<br />
è dotata di sensori<br />
di ultima generazione<br />
che consentono<br />
di selezionare<br />
polimeri in base<br />
al tipo di materiale<br />
e colore, eliminando<br />
le impurità e creando<br />
frazioni pure.<br />
Sono i 50 anni di esperienza nella gestione<br />
circolare dei rifiuti che hanno spinto<br />
Tomra a sviluppare la nuova Innosort<br />
Flake per la purificazione delle scaglie di plastica.<br />
La macchina seleziona simultaneamente<br />
in base al polimero, al colore e alla trasparenza,<br />
ottenendo flakes purissimi.<br />
Dotata di potenti sensori che consentono di<br />
selezionare i polimeri in base al tipo di materiale<br />
e al colore, elimina le impurità e creando<br />
frazioni pure.<br />
Lo spettrometro nel vicino infrarosso (NIR)<br />
permette alla selezionatrice di individuare con<br />
precisione i diversi polimeri e di recuperare i<br />
materiali riciclabili da materiali in ingresso<br />
altamente contaminati. Con questa tecnologia<br />
le plastiche recuperate dai rifiuti misti possono<br />
essere selezionate per il riciclo invece di andare<br />
perse o riciclate in applicazioni di grado<br />
inferiore (downcycling). Ad esempio, le poliolefine<br />
(PO) come il polietilene (PP) e il polipropilene<br />
(PE) si trovano spesso mescolate nello<br />
stesso flusso di rifiuti.<br />
Grazie a questa nuova tecnologia le frazioni<br />
di plastica miste che sono state triturate e lavate<br />
possono essere selezionate in frazioni<br />
pulite di PET, PP e PE.<br />
La nuova Innosort Flake è inoltre dotata di un<br />
massimo di quattro scivoli e di uno sfondo luminoso<br />
modificabile. Questa flessibilità consente<br />
di eseguire più fasi di selezione e recupero<br />
con un'unica macchina, con un notevole<br />
risparmio di tempo e una minore movimentazione<br />
del materiale.<br />
l<br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
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e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
56 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />
TECNOLOGIE DI ASPIRAZIONE<br />
TECNOLOGIE DI ASPIRAZIONE<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
57<br />
Azienda al servizio delle<br />
infrastrutture, industrie<br />
Pulizia silos.<br />
e del settore ambientale<br />
Una solida realtà imprenditoriale che ha saputo<br />
diversificare l'offerta di servizi e di interventi<br />
specifici in linea con le esigenze del mercato<br />
Salvetti ha avuto inizio nel 1958<br />
con “nonno” Saverio Salvetti, fino ad arrivare<br />
nel 1995 alla costituzione della L’azienda<br />
società Salvetti Srl, nata per fronteggiare le nuove<br />
sfide del mercato, con Roberto Salvetti e i<br />
suoi tre figli: Fabiano, a reggere le questioni di<br />
tipo amministrativo, Massimiliano e Ruben ad<br />
occuparsi degli aspetti più tecnici. Da subito la<br />
voglia di competere ha spinto questa nuova realtà<br />
a mettersi in gioco per affrontare nuovi<br />
obiettivi, non solo nel campo delle infrastrutture,<br />
ma anche nel settore dell'energia, delle acque<br />
e soprattutto dell’ambiente.<br />
Tre generazioni che con impegno e passione<br />
hanno portato Salvetti Aspirazioni a diventare<br />
un punto di riferimento in tutta Italia, una realtà<br />
affermata nel campo delle infrastrutture, crescendo<br />
professionalmente grazie all’esperienza<br />
multidisciplinare di qualificati collaboratori<br />
e consulenti e lasciando una traccia<br />
nella storia dell’ingegneria. L'azienda si è equipaggiata<br />
di attrezzature innovative per soddisfare<br />
molteplici esigenze, offrendo anche la<br />
possibilità di noleggio di escavatori a risucchio.<br />
L’azienda veronese si prefigge il continuo miglioramento<br />
tecnologico e l'offerta diversificata<br />
di servizi che col tempo si è ampliata e ha incontrato<br />
vari settori.<br />
Partner di grandi eventi per il lavaggio<br />
delle superfici<br />
La consolidata realtà nel settore della pulizia<br />
del manto stradale, unita alla tecnologia dei<br />
mezzi speciali di cui si avvale, hanno fatto sì<br />
che Salvetti sia diventato partner di grandi<br />
eventi con il servizio di lavaggio ad alta pressione<br />
in combinata con l’aspirazione. Salvetti<br />
ha infatti effettuato la pulizia profonda dell’asfalto<br />
sul circuito di Formula 1 di Imola,<br />
così come sulla pavimentazione in travertino<br />
al BNL di Tennis del Foro Italico a Roma. Il<br />
servizio consiste nella pulizia profonda di ogni<br />
tipologia di manto stradale e pedonale, con<br />
un intervento mirato e modulato su diverse<br />
tipologie di superfici, dall’asfalto drenante di<br />
un fondo autostradale o di un autodromo, al<br />
lastricato di porfido o marmo di piazze e strade.<br />
Tecnologia pulente ad alta pressione significa<br />
ridare funzionalità e riportare nelle<br />
condizioni originarie di efficienza le pavimentazioni<br />
trattate.<br />
I servizi per l’industria<br />
Grazie ad un vastissimo e tecnologico parco<br />
macchine, l’azienda è in grado di aspirare diversi<br />
tipi di materiale: da idrodemolizione, digestato<br />
da biogas, residui di sabbiatura, calcinacci<br />
e detriti, ma anche cereali, mangimi<br />
e farine, fanghi. L’intervento Avviene in tempi<br />
brevi con il massimo rendimento e il minimo<br />
uso di risorse.<br />
Nullo è l’impatto ambientale: acqua, inerti,<br />
limo di cemento o altro materiale aspirato<br />
vengono smaltiti in modo corretto, senza dispersione<br />
nell’ambiente circostante. Altro<br />
vantaggio è il risparmio nello smaltimento: il<br />
materiale viene aspirato direttamente in un<br />
contenitore ribaltabile della capacità di 8 m3.<br />
Salvetti Aspirazioni opera anche nel campo<br />
dei prescavi: scavi di precisione, che permettono<br />
di lavorare in sicurezza, individuando<br />
eventuali sottoservizi.<br />
L’operatore, supportato da una tecnologia di<br />
ultima generazione, sarà in grado così di eseguire<br />
sondaggi geognostici o altri lavori di<br />
ispezione senza il rischio di provocare danni<br />
a tubazioni di gas, acqua e simili. Salvetti vanta<br />
la collaborazione con le principali compagnie<br />
petrolifere e le maggiori società ambientali<br />
internazionali che operano in Italia.<br />
Obiettivo: investire nella tecnologia per<br />
operare in sicurezza<br />
L'azienda si è dotata di macchinari automatizzati<br />
e telecomandati che rendono più sicuro<br />
l'intervento, permettendo di lavorare fuori dalle<br />
zone confinate, in presenza di prodotti Atex<br />
(ATmosphere EXplosive), esplosivi, tossici e<br />
alimentari, garantendo velocità di esecuzione.<br />
In particolare, tra le novità, l'utilizzo di una<br />
speciale macchina idraulica per la pulizia dei<br />
silos che con lo stesso motore può operare<br />
anche da trivella (nel caso in cui il silos o la<br />
tramoggia avessero un tappo da perforare)<br />
per la massima stabilità mentre si lavora.<br />
Investire nella tecnologia per operare in sicurezza,<br />
intervenire velocemente senza intralciare<br />
i processi produttivi dell'azienda<br />
ospitante, avvalersi di personale diretto, qualificato,<br />
certificato ed equipaggiato. Tutti questi<br />
sono i traguardi che Salvetti Srl ha raggiunto<br />
negli anni e che si impegna a<br />
mantenere per il futuro.<br />
l<br />
Lavaspyra<br />
per la pulizia<br />
del manto stradale.<br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
Dicembre <strong>2023</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
58 BIOWASTE Soluzioni<br />
GLOSSARIO<br />
GLOSSARIO<br />
BIOWASTE<br />
59<br />
Credit: Patrycja Grobelny<br />
Marco Comelli<br />
RAEE da cui possono<br />
essere estratti metalli<br />
e terre rare.<br />
Pirometallurgia<br />
Tout court<br />
Tecniche per estrarre e separare i metalli contenuti<br />
nei RAEE. Su questo numero descriviamo le diverse modalità<br />
Trattando di rifiuti elettronici e di riciclo<br />
delle batterie abbiamo spesso notato<br />
come la parte più difficile che devono<br />
affrontare gli operatori sia la separazione dei<br />
metalli dalle matrici composite e tra di loro. Il<br />
Ingrandimento<br />
del batterio capace<br />
di fissare l’oro. La<br />
particella in bianco è<br />
il metallo prezioso.<br />
caso oggi più comune è quello delle schede<br />
elettroniche stampate, le Printed Circuit Board<br />
(PCB), e dei componenti sempre più spesso a<br />
montaggio superficiale. La problematica principale<br />
è dovuta al fatto che i RAEE odierni sono<br />
È la tecnica primaria oggi utilizzata in quasi tutti gli<br />
impianti esistenti e come indica il nome si basa sull’applicazione<br />
di temperature elevate. Nel caso specifico<br />
si arriva anche ai 1500 centigradi, quindi con<br />
grande dispendio di energia per raggiungerle. I metodi<br />
utilizzati sono due. Nella fusione la massa viene ridotta<br />
allo stato liquido, le plastiche evaporano o si separano<br />
nei costituenti e i metalli vengono poi in parte recuperati<br />
per solidificazione frazionata e in parte con processi<br />
ulteriori, elettrochimici o idrometallurgici. Gli<br />
impianti più grandi si trovano in Svezia, in Germania<br />
e in Belgio, dove vengono spediti quasi tutti i componenti<br />
elettronici dei RAEE italiani. Nella pirolisi invece<br />
la massa viene riscaldata in assenza di ossigeno e si<br />
ottiene gas contenente idrogeno, un olio derivante<br />
dalle plastiche e un residuo secco ricco di metalli allo<br />
stato puro, che poi vanno separati con altri metodi.<br />
Rispetto alla fusione richiede ancora più energia ma<br />
in compenso i metalli non sono in forma di ossidi o<br />
composti più complessi.<br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
Idrometallurgia<br />
Si basa sullo scioglimento della massa<br />
in una soluzione acquosa contenente<br />
agenti liscivianti come acidi forti (acido<br />
solforico, acido nitrico, acido cloridrico)<br />
e/o basi (idrossido di sodio, ipoclorito di<br />
sodio) spesso accoppiati con agenti ossidanti<br />
(perossido di idrogeno e ferro trivalente)<br />
e agenti complessanti (cianuro<br />
e tiosolfato). I metalli estratti in un blocco<br />
indifferenziato vengono poi separati e<br />
purificati con un processo ulteriore applicato<br />
alla soluzione, di solito elettrochimico.<br />
Spesso infatti l’idrometallurgia viene definita<br />
idroelettrometallurgia.<br />
Un’evoluzione recente prevede di utilizzare<br />
acidi di origine vegetale come quelli<br />
malico, ossalico e citrico derivati dalla<br />
lavorazione della frutta e della verdura<br />
per ridurre l’impatto ambientale.<br />
Accumuli aurei batterio-morfi derivanti dall’azione<br />
del Protobacterium Cupriavidus metallidurans.<br />
Si tratta di un batterio capace di fiorire anche<br />
in presenza di elevate concentrazioni di metalli<br />
pesanti. Questa sua prerogativa ha un ruolo<br />
nel depositarsi dell’oro e oggi s’inizia ad usarlo<br />
anche per il platino e i metalli del suo gruppo.<br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
Elettrometallurgia<br />
Sfrutta il fenomeno dell'elettrodeposizione<br />
dei metalli, in base<br />
al quale il metallo presente all'anodo<br />
viene depositato al catodo.<br />
Un processo elettrometallurgico<br />
avviene secondo<br />
quattro fasi: il metallo presente<br />
all'anodo si dissolve nell'elettrolita<br />
sotto forma di ioni metallici;<br />
gli ioni metallici si spostano<br />
nell'elettrolita, dall'anodo verso<br />
il catodo, guidati dall'azione di<br />
una differenza di potenziale<br />
Biometallurgia<br />
elettrico generata all'esterno<br />
della cella elettrolitica dove ha<br />
luogo il processo metallurgico;<br />
gli ioni metallici si depositano al<br />
catodo. Nel trattamento dei<br />
RAEE questo processo viene<br />
utilizzato per la separazione di<br />
diversi metalli l’uno dall’altro<br />
sfruttandone le diverse proprietà<br />
elettrochimiche, oppure per<br />
la purificazione di un metallo già<br />
separato. In questo caso le scorie<br />
si fermano sull’anodo.<br />
È un processo relativamente recente che prevede l’utilizzo di<br />
microorganismo per la separazione dei metalli. Si presta bene<br />
nei casi dove la presenza e la concentrazione dei metalli d’interesse<br />
è bassa. Esiste in due forme principali. Nella prima, si<br />
utilizzano batteri acidofili, eterotrofi cianogenici, e/o eterotrofi<br />
i quali producono acidi che sciolgono i metalli. In pratica è una<br />
idrometallurgia che non fa uso di liscivanti aggiunti, anche se<br />
per aumentare l’efficienza si usano spesso processi ibridi in cui<br />
i meccanismi chimici inorganici operano in sinergia con quelli<br />
bio-based. Nella seconda forma, vengono utilizzati microorganismi<br />
che “digeriscono” determinati metalli e li incorporano<br />
nella propria massa. Giunta a saturazione, la biomassa viene<br />
raccolta, essiccata e il metallo estratto. Oggi questa forma di<br />
idrometallurgia viene usata essenzialmente per l’estrazione<br />
dell’oro, con il β-Proteobacterium Cupriavidus metallidurans,<br />
che venne scoperto nel 2007 da ricercatori belgi nelle ganghe<br />
della purificazione dello zinco, un ambiente estremamente tossico.<br />
La ricerca degli e sugli organismi estremofili, come vengono<br />
chiamati come classe, e le potenzialità di ingegneria genetica<br />
aprono possibilità di creare ceppi e nuove specie mirate per<br />
l’estrazione di metalli diversi. Un settore da seguire se si vuole<br />
che la circolarità diventi una realtà anche per materiali a bassa<br />
concentrazione, dove i metodi tradizionali sarebbero insostenibili<br />
economicamente ma anche ambientalmente.<br />
ricchi di miscele di metalli, leghe multi elemento<br />
e strutture polimetalliche che rendono<br />
difficoltose l’estrazione e la separazione. La<br />
complessità dei RAEE tende peraltro ad aumentare,<br />
andando di pari passo con lo sviluppo<br />
tecnologico: i dispositivi moderni possono essere<br />
costituiti anche da 60 elementi presenti<br />
come miscele di metalli. Per abbattere i costi,<br />
il riciclo avviene con la stessa modalità dell’estrazione<br />
dei metalli dai minerali di scavo, ossia<br />
riducendo la parte da riciclare ad una massa<br />
(per le batterie si parla direttamente di black<br />
mass) e lavorando su di essa con tecniche metallurgiche.<br />
Questa edizione del glossario le esamina<br />
in breve.<br />
l
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
60 BIOWASTE NEWS<br />
WASTE SEGNALA<br />
ACQUE REFLUE<br />
61<br />
Eliana Puccio<br />
Energia alcolica<br />
La tecnologia AB al servizio della Distilleria Mazzari, realtà<br />
storica del territorio romagnolo presente da oltre 60 anni e attiva<br />
nella produzione di alcool etilico industriale e alimentare<br />
Scarti della frutta e feccia di vino. S o no<br />
questi gli "ingredienti" utilizzati dalle<br />
distillerie Mazzari di Sant'Agata sul<br />
Santerno (Ra) per la produzione di biogas.<br />
Per farlo si avvale della tecnologia a membrane<br />
BIOCH4NGE® di AB.<br />
Entro la fine del 2030, infatti, gli Stati membri<br />
dovranno garantire collettivamente almeno 35<br />
miliardi di metri cubi di biometano, in linea con<br />
gli obiettivi del REPowerEu, così da poter sostituire<br />
almeno il 20 per cento delle importazioni<br />
di gas naturale con un’alternativa<br />
sostenibile, più economica<br />
e prodotta localmente.<br />
Uno stabilimento<br />
all’avanguardia<br />
L'impianto BIOCH4NGE® di<br />
AB può produrre 1.000 m 3 /h<br />
di biometano che viene originato<br />
dalle materie prime lavorate<br />
in distilleria: feccia di<br />
vino e scarti di frutta. Mazzari<br />
da più di 60 anni produce di alcool<br />
etilico industriale e alimentare e acido<br />
tartarico.<br />
Lo stabilimento di Sant’Agata sul Santerno<br />
(RA) stava già “avanti” negli anni ‘80: aveva<br />
previsto infatti dei digestori anaerobici per valorizzare<br />
i propri reflui producendo biogas.<br />
Nel 2010, decide poi di installare due cogeneratori<br />
AB per utilizzare il biogas originato dalle<br />
proprie produzioni e poter generare energia<br />
termica ed elettrica sia per la distilleria, sia<br />
per la rete elettrica cittadina.<br />
l<br />
GLI APPUNTAMENTI<br />
Il 14 febbraio, si terranno due seminari:<br />
LIfemuscles, sulla riduzione dell’impatto<br />
della dispersione in mare<br />
delle retine in polipropilene (in gergo<br />
calze) usate nell’allevamento delle<br />
cozze. Il progetto promuove metodi<br />
per ridurne la dispersione, e sviluppa<br />
il riciclo delle calze usate a fine campagna<br />
con un impianto mobile; e in<br />
terzo luogo realizza un prototipo di calza<br />
in biopolimero biodegradabile e<br />
compostabile. Il progetto Matshell,<br />
esamina la possibilità di utilizzare il<br />
guscio dei molluschi allevati.<br />
Sul fronte allevamento ittico, il focus<br />
sarà sulla circolarità della produzione<br />
dei mangimi, esaminando quello che<br />
si sta facendo nell’utilizzo degli scarti<br />
della lavorazione del pesce e del cosiddetto<br />
bycatch, ossia i pesci pescati<br />
di specie non commestibili che invece<br />
di essere ributtati morti in mare vengono<br />
conferiti alle industrie mangimistiche.<br />
Giorno 15 si parlerà dell’utilizzo<br />
dei liquami e fanghi prodotti dagli allevamenti.<br />
www.aquafarm.show<br />
L’importanza<br />
del mondo marino<br />
Anche quest’anno<br />
AquaFarm, l’unica<br />
manifestazione fieristica<br />
e convegnistica dedicata<br />
all’acquacoltura,<br />
alla molluschicoltura e<br />
alla pesca sostenibile del<br />
bacino del Mediterraneo,<br />
riserva alle tematiche del<br />
riciclo, il riuso e l’utilizzo<br />
di scarti e rifiuti un posto<br />
di rilievo. L’expo ospitata<br />
da Pordenone Fiere, uno<br />
dei principali quartieri<br />
fieristici nel nord-est italiano,<br />
riunisce l’intera filiera<br />
produttiva e commerciale<br />
del settore<br />
dell’acqua coltura. Nei<br />
giorni 14 e 15 febbraio<br />
si terranno in sequenza<br />
due seminari importanti partendo<br />
dalla molluschicoltura per arrivare a parlare di decarbonizzazione.<br />
AquaFarm da sempre manifesta un’attenzione particolare alla difesa<br />
dei nostri mari, e in particolare dedica un ampio spazio anche<br />
al settore della pesca sostenibile, impegnandosi a promuovere<br />
tutte quelle aziende che si impegnano in un’attività di pesca a<br />
ridotto impatto ambientale, nel rispetto degli ecosistemi marini e<br />
delle specie ittiche.<br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
Dicembre <strong>2023</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
62 ACQUE REFLUE Soluzioni<br />
RIMOZIONE CONTAMINANTI<br />
RIMOZIONE CONTAMINANTI<br />
ACQUE REFLUE<br />
63<br />
Marco Comelli<br />
Impianto<br />
di depurazione<br />
a Bresso-<br />
Niguarda (MI).<br />
Pagina accanto:<br />
microalgahe<br />
ingrandite.<br />
Darla a bere<br />
La gestione dell’acqua va ottimizzata. Anche con l’utilizzo<br />
di microalghe per il trattamento di reflui. Vediamo quali sono<br />
le applicazioni in fase di sviluppo, diverse da quelle già pronte<br />
La depurazione dei reflui urbani mediante<br />
microalghe - da sole o in consorzio con altri<br />
microorganismi - è stata affrontata nel primo<br />
numero di <strong>Waste</strong> di quest’anno. Ci eravamo<br />
concentrati su tecnologie già pronte e scalabili.<br />
L’applicazione di microalghe (che utilizzano la<br />
luce come fonte di energia per metabolizzare i<br />
nutrienti contenuti nei reflui) per la decontaminazione<br />
è fattibile solo in determinate condizioni<br />
che rispettano alcuni parametri generali: macronutrienti<br />
in rapporto adeguato (azoto/fosforo<br />
= 7:1), oligoelementi in concentrazioni sufficienti<br />
ma non inibenti; accettabili proprietà ottiche;<br />
conducibilità, pH; bassa presenza di organismo<br />
antagonisti. In assenza di queste, l’applicazione<br />
di microorganismi è sempre possibile ma adot-<br />
tando un approccio differente. L’obiettivo non è<br />
più la rimozione degli inquinanti ma la crescita<br />
di biomassa, per cui i reflui vengono utilizzati<br />
come “terreno” di coltura.<br />
Si lavora su frazioni…<br />
Subito dietro all’ambito dei reflui urbani, il campo<br />
applicativo a maggiore livello di maturazione tecnologica<br />
(in gergo Technology Readiness Level,<br />
TRL) è il trattamento del digestato e, nello specifico,<br />
la rimozione di nutrienti dalla frazione liquida<br />
del digestato. Quest’ultimo può essere<br />
composto da fanghi di depurazione dopo essere<br />
passati in un impianto di produzione di biogas,<br />
oppure da liquame da allevamenti e scarti agricoli.<br />
In entrambi i casi la frazione liquida ha una<br />
composizione adatta alla crescita algale ed è disponibile<br />
in grandi quantità grazie alla diffusione<br />
di impianti di digestione anaerobica, anche se ci<br />
si trova di fronte ad alte concentrazioni di ammoniaca<br />
e alla presenza di colore e di solidi sospesi<br />
che richiedono un pretrattamento, che<br />
spesso consiste nella diluizione, che richiede<br />
grandi quantità d’acqua (da tre a cinque volte il<br />
volume del liquido da trattare). Inoltre vi sono<br />
pochi studi alla scala pilota, quindi pochi risultati<br />
sperimentali su cui costruire una base di dati di<br />
partenza per potere realizzare impianti a scala<br />
pre-industriale, e con un minimo di confidenza<br />
sui parametri iniziali da utilizzare per non buttare<br />
soldi dalla finestra.<br />
sviluppare la depurazione via consorzi di microorgansmi<br />
(microalghe e batteri) in un ambito<br />
a bassa maturità tecnologica, ossia la rimozione<br />
dei cosiddetti contaminanti emergenti, o almeno<br />
una parte di essi, quelli legati alla farmaceutica.<br />
Ricordiamo che si definiscono in questo<br />
modo molecole di varia origine e potenziale (o<br />
acclarata) alta pericolosità derivante da una serie<br />
di fattori che le caratterizzano: bioaccumulo,<br />
persistenza, tossicità, interferenza con il sistema<br />
endocrino. Alcuni PFAS sono contaminanti<br />
emergenti, ancora poco studiati, come spieghiamo<br />
in altra parte della rivista. In questo<br />
ambito le microalghe da sole o più spesso in<br />
consorzio con altri microorganismi sono molto<br />
adatte, in quanto hanno un’elevatissima diversità<br />
metabolica e di adattamento.<br />
Nei primi esperimenti si usano clorofite e cianobatteri,<br />
ma appunto siamo solo gli inizi. Negli<br />
ultimi anno ed in tutto il mondo,dono stati compiuti<br />
diversi studi. Quasi tutti però su reflui sintetici,<br />
solo alcuni su acque di rifiuto (per esempio<br />
da impianti farmaceutici) e anche meno in condizioni<br />
reali (ossia non prelevando un campione<br />
di refluo e portandolo in laboratorio). Con queste<br />
limitazioni, si sono comunque ottenuti buoni risultati<br />
su alcune molecole, buoni risultati per tetracicline,<br />
β-bloccanti, farmaci per la pressione,<br />
ormoni, con rimozione anche oltre il 75%.<br />
Meccanismi diversi<br />
In compenso è emerso che il successo della rimozione<br />
dipende da molti fattori (ambientali,<br />
Rimozione contaminanti emergenti<br />
La necessità di ottimizzare la gestione dell’acqua<br />
è però un buon incentivo allo sviluppo di<br />
queste tecnologie, anche se in tempi medi, superiori<br />
ai tre anni. La pericolosità degli inquinanti-bersaglio<br />
costituisce invece la spinta a<br />
Dicembre <strong>2023</strong>
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
64 ACQUE REFLUE<br />
RIMOZIONE CONTAMINANTI<br />
NEWS<br />
ACQUE REFLUE<br />
65<br />
Contaminanti<br />
emergenti<br />
studiati presso<br />
l’Impianto<br />
di Bresso.<br />
Sono sostanze<br />
di origine<br />
farmaceutica<br />
e anticorrosivi.<br />
Differenti tipi<br />
di microalghe<br />
utilizzate per<br />
il trattamento<br />
dei rieflui.<br />
composizione del refluo, ceppo microalghe utilizzato,<br />
tempo di ritenzione, molecola bersaglio,<br />
acclimatazione della coltura microbica, presenza<br />
di altri organismi o co-substrati). I meccanismi<br />
sono complessi, difficili da chiarire. Per<br />
esempio, alcuni studi di laboratorio hanno dimostrato<br />
che l’eliminazione di alcune molecole<br />
era dovuto a ossidazione, avviata dalla saturazione<br />
dell’ossigeno dell’acqua a livelli maggiori<br />
di quelli naturali provocata dalla presenza di<br />
alghe autotrofe (fotosintetiche).<br />
In questi casi quindi la depurazione era solo indirettamente<br />
causata dalle microalghe. Inoltre,<br />
l’interesse maggiore di questi processi risiede<br />
nella loro possibile applicazione alla rimozione<br />
dai reflui urbani dei contaminanti di cui sopra.<br />
Il principale meccanismo in cui queste molecole<br />
entrano nelle acque è infatti attraverso le deiezioni<br />
biologiche, urbane e secondariamente<br />
zootecniche. I depuratori tradizionali hanno<br />
come obiettivo la rimozione dei solidi sospesi,<br />
del materiale organico, nutrienti e batteri potenzialmente<br />
pericolosi, per cui quella degli<br />
emergenti deve essere gestita come trattamento<br />
“terziario”.<br />
Un metodo sperimentale prevede il trattamento<br />
del centrifugato liquido del digestato da impianti<br />
di depurazione urbana. Si tratta di un liquido<br />
molto contaminato, con elevati<br />
livelli di azoto, che di solito<br />
viene reimmesso in circolo nei depuratori.<br />
Già oggi su questo centrifugato<br />
si appunta l’attenzione<br />
su scala pilota di diversi impianti<br />
di trattamento microalgale, come<br />
quello operativo da tempo presso il depuratore<br />
di Bresso-Niguarda a Milano, per cui la rimozione<br />
degli emergenti potrebbe entrare di routine<br />
in questo tipo di trattamenti cosiddetti “sidestream”.<br />
Processo a più stadi<br />
Un fattore importante in queste applicazioni è<br />
il fatto che si tratta di aggredire contaminanti di<br />
sintesi, non esistenti in natura. L’approccio quindi<br />
deve essere conseguente.<br />
Non considerando l’ingegneria genetica mirata,<br />
una strada possibile è quella dell’ingegneria<br />
dei consorzi microbici.<br />
Si tratta di mettere in piedi un processo a più<br />
stadi, che si possono descrivere con: analisi<br />
delle possibili vie degradative in batteri e alghe<br />
delle molecole d’interesse; ricerche bioinformatiche<br />
(simulazione 3D) di omologia, ossia individuare<br />
quale sezione di contaminante può<br />
essere aggredita da quale microrganismo; progettazione<br />
razionale del consorzio microbico,<br />
associando le specie e i ceppi migliori; validazione<br />
sperimentale; «evoluzione forzata» del<br />
consorzio in reattori continui, conservando le<br />
associazioni più efficaci. In pratica, l’obiettivo è<br />
realizzare un ambiente degradativo dei contaminanti<br />
“nuovi” in poco tempo, che a livello naturale<br />
avrebbe richiesto migliaia o milioni di<br />
anni, oppure non sarebbe mai accaduto.Si tratta<br />
dell’approccio che sta perseguendo un gruppo<br />
di giovani ricercatori dell’Università di Padova,<br />
guidato da Lisa Borella, su cui torneremo in futuro,<br />
che sta lavorando sul glisofato. In un prossimo<br />
articolo, il fattore economico relativo a<br />
queste applicazioni microalgali.<br />
l<br />
Infinito fascino della cellulosa<br />
CirTec ha realizzato un impianto Cellvetion nel depuratore<br />
di Geestmerambacht, in Olanda, per il recupero della<br />
cellulosa dalle acque reflue. Risultato? Un doppio vantaggio<br />
Recuperare su larga scala la cellulosa dalle<br />
acque di fogna è possibile, grazie a un<br />
progetto lanciato dal Gruppo CAP, gestore<br />
del servizio idrico integrato della Città metropolitana<br />
di Milano.<br />
La cellulosa viene recuperata attraverso un sistema<br />
di multifiltraggio, chiamato Cellvation.<br />
Si tratta di un servizio innovativo che recupera<br />
e ricicla la cellulosa dagli impianti di depurazione.<br />
Il recupero della cellulosa riduce la quantità<br />
di fanghi di scarico prodotti e aumenta la capacità<br />
dell'impianto di trattamento delle acque<br />
reflue. Una volta recuperata, la cellulosa viene<br />
ripulita e disidratata.<br />
"La nostra collaborazione con il Gruppo CAP è<br />
iniziata con il professor Francesco Fatone<br />
dell'Università Politecnica delle Marche, con cui<br />
avevamo avuto una lunga collaborazione per il<br />
progetto SMART-plant, nell'ambito di Horizon<br />
2020" , ha riferito Coos Wessels, amministratore<br />
delegato di CirTec.<br />
"Abbiamo proposto la nostra tecnologia ad altri<br />
gestori dei servizi idrici italiani, riscuotendo grande<br />
interesse."<br />
L’impianto in Olanda<br />
CirTec ha realizzato un impianto Cellvetion nel<br />
depuratore di Geestmerambacht, in Olanda,<br />
che produce circa 400 kg di cellulosa<br />
pura al giorno.<br />
Tale tecnologia fa parte del progetto<br />
SMART-plant, nell'ambito<br />
di Horizon 2020.<br />
Nell’ottica dell’economia circolare,<br />
la cellulosa lavorata viene<br />
successivamente utilizzata per la<br />
la realizzazione di prodotti diversi.<br />
Quindi, dalla produzione<br />
di compositi e biopolimeri<br />
nell’industria di<br />
plastica e bioplastica alla produzione di materiale<br />
da costruzione, come l’asfalto stradale.<br />
Persino alla carta o cartone reciclati. Questo<br />
contribuisce anche a un impatto positivo per<br />
quel che riguarda la fase di depurazione delle<br />
acque reflue perché una vola prive di cellulosa<br />
risultano anche più facili da trattare. Senza dimenticare<br />
tra i benefici, anche il risparmio energetico<br />
e il rispetto dell’ambiente. l<br />
Eliana Puccio<br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
Dicembre <strong>2023</strong>
66 VEICOLI&ALLESTIMENTI IGIENE URBANA<br />
IGIENE URBANA<br />
VEICOLI&ALLESTIMENTI<br />
67<br />
e quindi diventa assolutamente necessario<br />
creare altri impianti di trattamento, che però<br />
richiedono decine di miliardi di euro di investimento.<br />
Il rifiuto zero - ormai si sa - non<br />
esiste e gli impianti sono più che indispensabili.<br />
Le tecnologie disponibili oggi poi, non<br />
sono in grado di selezionare alla perfezione<br />
il flusso in entrata: ne consegue che bisogna<br />
migliorare la qualità del rifiuto derivante dalla<br />
raccolta differenziata.<br />
Cassonetti per la raccolta<br />
rifiuti, oggi sono dotati<br />
di meccatronica<br />
per controllare<br />
gli accessi.<br />
Verso nuovi traguardi<br />
Ambiente fa rima con economia.<br />
Il Gruppo Busi applica bene questa regola<br />
aurea, facendone una delle proprie mission<br />
Federica Lugaresi<br />
Il momento<br />
del taglio nastro<br />
per l’inauguazione<br />
dello stabilimento.<br />
Siamo a buon punto ma possiamo (e dobbiamo)<br />
fare di meglio. Questo è stato l’incipit<br />
della tavola rotonda organizzata dal<br />
Gruppo Busi in occasione dell’inaugurazione<br />
del nuovo stabilimento. Ovviamente stiamo parlando<br />
degli obiettivi di raccolta differenziata e<br />
conseguente riciclo all’interno del nostro Paese.<br />
In materia di riciclaggio infatti, e in ambito di<br />
Comunità Europea, l’Italia si trova nei primi cinque<br />
posti della classifica dei virtuosi. Ma per<br />
migliorare la performance nazionale si devono<br />
migliorare le performance delle regioni che arrancano,<br />
e soprattutto la qualità e quantità di<br />
quello che viene raccolto separatamente. Ad<br />
avvalorare ciò Fulvio Roncari, Presidente A2A<br />
Ambiente, ha dichiarato che “recentemente<br />
nella sola Brescia con un’analisi merceologica<br />
di ciò che resta della raccolta differenziata (intorno<br />
al 70 per cento), si è evinto che nel 30%<br />
residuo sono presenti, per circa la metà (44%,)<br />
rifiuti ancora da recuperare. In particolare, sarebbe<br />
opportuno concentrarsi sulla frazione<br />
organica (che è quella che incide maggiormente<br />
all’interno dei rifiuti urbani)”.<br />
La strada è ancora lunga<br />
“E’ importante trovare un equilibrio all’interno<br />
delle singole realtà territoriali - ha aggiunto<br />
Enrico Iannone, AD San Germano (Gruppo<br />
IREN). Purtroppo l’Italia ha vuoti sia impiantistici<br />
che di trattamento dell’organico. Ad oggi sono<br />
7 i milioni di tonnellate di rifiuti organici che finiscono<br />
in discarica a causa dell’insufficiente<br />
capacità dei termovalorizzatori: in pratica ne<br />
viene recuperato energicamente solo il 66%”.<br />
Punto assai dolente in quanto vengono prodotti<br />
150 kg di organico per persona all’anno,<br />
Il primo anello<br />
In questo contesto si inserisce il Gruppo Busi,<br />
leader nelle soluzioni complete per l’igiene<br />
urbana, raccolta, compattazione e trasporto<br />
dei rifiuti: il primo anello per passare da<br />
un’economia lineare a circolare. Visionaria e<br />
lungimirante, l’azienda OMB nel 2016 inizia il<br />
proprio percorso di ristrutturazione con una<br />
capacità produttiva di 1000 veicoli allestiti e<br />
20.000 cassonetti l’anno. Oggi nello stabilimento<br />
di Rezzato (BS), sono presenti tre linee:<br />
per compattatori a carico posteriore e laterale,<br />
costipatori – veicoli satellite, e cassonetti (il<br />
prodotto storico del Gruppo). Per adeguarsi<br />
alle esigenze di mercato, vengono proposti<br />
nuovi prodotti e tipologie, per esempio gli allestimenti<br />
per i veicoli elettrici, completamente<br />
progettati e realizzati internamente.<br />
Un esempio lampante di come l’azienda risponda<br />
alle richieste di cui sopra. Oggi, in termini<br />
di compattatori, si producono 1,5 macchine<br />
al giorno (ma l’obiettivo è di arrivare a<br />
due). E mentre i numeri dei compattatori e costipatori<br />
continuano ad essere allineati, nei<br />
satelliti la produzione ammonta a tre al giorno.<br />
Si guarda avanti<br />
All’interno dello stabilimento è presente anche<br />
un’area cosiddetta “degli speciali prototipi” -<br />
in pratica la partenza di tutto - in cui viene pensato<br />
il prodotto e migliorato il processo.<br />
Compare la nuova tipologia di cassonetti, che<br />
ora sono dotati di meccatronica per il controllo<br />
degli accessi. Anche per questo prodotto è stato<br />
pensato uno studio di implementazione linea,<br />
che risulta più complesso in termini di<br />
quantità multiple prodotte, rispetto a quelle<br />
dei compattatori.<br />
Attualmente per il mercato italiano, i cassonetti<br />
vengono prodotti già montati, mentre<br />
quelli in kit sono destinati ai soli mercati esteri<br />
(Sudamerica, Emirati). E nonostante la diffusione<br />
del porta a porta stia aumentando, si<br />
tratta di una lavorazione su cui il Gruppo sta<br />
investendo ancora tanto.<br />
l<br />
Costipatori montati<br />
e finiti.<br />
Compattatore OMB<br />
a carico posteriore<br />
lungo la linea<br />
di produzione.<br />
Il prodotto viene poi<br />
montato su autotelaio.<br />
Un momento della<br />
tavola rotonda<br />
all’inaugurazione<br />
dello stabilimento<br />
di Rezzato.<br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
Dicembre <strong>2023</strong>
68 VEICOLI&ALLESTIMENTI MODELLI PESANTI<br />
MODELLI PESANTI<br />
VEICOLI&ALLESTIMENTI<br />
69<br />
La porta<br />
del passeggero<br />
è dotata di una<br />
finestrella vetrata.<br />
Si completa così<br />
la visione del mondo<br />
circostante, specie<br />
verso gli utenti deboli<br />
della strada cittadina.<br />
DAF conta sui multiruolo<br />
Con la gamma XD il costruttore olandese<br />
ribadisce l’ambizione di conquistare<br />
altre quote di mercato. Il settore della<br />
raccolta e del riciclaggio dei materiali<br />
rappresenta un’ottima chance<br />
Il compattatore<br />
di rifiuti pesante.<br />
Quando si è leader di mercato in Europa<br />
fra i pesanti da lungo raggio verrebbe<br />
voglia di festeggiare e, magari, riposarsi<br />
un pochino. Alla Daf non la pensano così, anche<br />
perché a quel primato ormai ci si sono abituati<br />
da anni. Anzi, quasi gli “rode” il fatto di non essere<br />
allo stesso livello nel restante 30% del trasporto<br />
continentale di merci, fatto di autocarri<br />
dedicati alle missioni più varie. Fra queste anche<br />
quelle legate al mondo della raccolta e della<br />
gestione dei rifiuti, settore magari di nicchia, o<br />
per lo meno, non di grandissimi numeri; però,<br />
di sicuro è molto remunerativo se confrontato<br />
ai risicati margini di chi si dedica esclusivamente<br />
a muovere i camion di linea.<br />
Si alza l’asticella<br />
La Daf un po’ di buone referenze se l’è già fatte<br />
fra i compattatori e i mezzi di servizio nei pesi<br />
medi, con gli ottimi LF. Vicoli leggeri e affidabili,<br />
oltre che competitivi nel prezzo, a cui difetta solamente<br />
l’assenza di una cabina lunga che, però,<br />
in questo settore non è certo discriminante nella<br />
scelta. Per allestimenti più complessi, dalle 18<br />
tonnellate in su, l’LF non basta più ed ecco la<br />
nuova carta degli olandesi: l’XD. È il candidato<br />
perfetto per sostituire il vecchio CF, multiruolo<br />
per antonomasia, ma ormai arrivato a fine corsa<br />
dopo un ventennio di carriera. Con i modelli a<br />
due assi e, ancor più, con quelli a tre da 26 tonnellate<br />
l’ultimo nato di Eindhoven è la base perfetta<br />
per i compattatori più strutturati, ma anche<br />
per cassonati e scarrabili di ogni tipo. La sfida<br />
del nuovo Daf è alzare il livello della qualità di<br />
un camion anche in settori dove, di solito, si<br />
guarda solo alla convenienza. Ma il mondo è<br />
cambiato e anche i multiruolo da una generazione<br />
all’altra si sono evoluti, smarcandosi sempre<br />
più dall’immagine di semplici veicoli utilitari:<br />
quelli che mettono giusto ruote e motore al servizio<br />
di un allestimento protagonista.<br />
Il quid che fa comodo<br />
Sull’XD c’è molto di più. Ideale completamento<br />
della new generation Daf, il cadetto dei pesanti<br />
riporta un gradino più in basso la stessa filosofia<br />
premium che ha già sorpreso sui long range<br />
XG e XF. In effetti, di quest’ultimo l’XD ripropone<br />
l’esatta cabina, solo ridotta in altezza e, soprattutto,<br />
montata più in basso sul telaio. Talmente<br />
in basso che, con certe gommature, riesce persino<br />
a fare a meno di un gradino: cosa apprezzatissima<br />
a chi sale e scende tutto il giorno dal<br />
camion, necessità nient’affatto rara a chi opera<br />
nella raccolta RSU. D’accordo, non c’è più la<br />
cabina stretta del CF, cosa che ormai va sparendo<br />
anche presso gli altri competitor; né quei<br />
parafanghi bombati che erano il tratto distintivo<br />
del predecessore, ma il nuovo Daf non ne fa<br />
rimpiangere il design che, viceversa, si segnala<br />
fra i più riusciti dei truck apparsi nell’ultimo decennio.<br />
In questo ha fatto gioco il poter ricorrere<br />
alle nuove misure d’ingombro concesse dai regolamenti<br />
Ue a chi s’impegnava a ridurre i consumi<br />
e ad aumentare la sicurezza del conducente.<br />
Gli olandesi sono stati finora gli unici a<br />
sfruttare questa deroga, guadagnando quella<br />
manciata di centimetri che, oltre alla linea (e<br />
al coefficiente aerodinamico) fanno molto comodo<br />
anche all’interno.<br />
Ai raggi X<br />
Ecco, dentro, l’XD si distingue da fratelli maggiori<br />
per la maggior presenza del tunnel motore,<br />
d’altro canto abbassando la quota di montaggio<br />
sul telaio era inevitabile. Ma anche dietro<br />
le cabine più corte si ricava un po’ di spazio che<br />
può essere sfruttato per riporre attrezzature o,<br />
semplicemente, per dare agli autisti più facilità<br />
di regolazione in lunghezza del sedile. C’è poi<br />
il capitolo della visibilità, che era uno dei punti<br />
deboli del vecchio CF. Qui il parabrezza ampliato<br />
quasi di un terzo, abbinato a una forma ottimizzata<br />
della plancia, permette una percezione<br />
immediata di ciò che si para davanti al muso.<br />
E, per la parte bassa, c’è la telecamera corner<br />
view sul lato lontano dal posto guida che sostituisce<br />
lo specchio angolare; comunque, tutti i<br />
retrovisori “fisici” possono essere sostituiti da<br />
telecamere esterne e monitor sui montanti interni.<br />
Non bastassero, la porta del passeggero,<br />
può ospitare una finestrella vetrata che completa<br />
la “visione analogica” e diretta del mondo<br />
circostante, specie verso gli utenti deboli della<br />
strada. Chiudiamo con uno sguardo ai motori,<br />
che poi, per l’XD si riducono al solo MX-11, il 6<br />
cilindri da 10.835 cm 3 che, evoluto all’ultimo<br />
step Euro 6, si conferma unità perfetta per ogni<br />
tipo di missione: spaziando da 299 a 449 CV ne<br />
ha abbastanza pure per agganciare un rimorchio<br />
e affrontare tratte regionali/nazionali. A<br />
meno che non si decida di passare oltre il diesel<br />
con le pur disponibili varianti elettriche mono<br />
e birotore da 170 a 350 kW equipaggiabili con<br />
batterie fino a oltre 500 kWh di capacità per autonomie<br />
adeguate ben oltre al ciclo di raccolta<br />
giornaliero in città.<br />
l<br />
Gli interni sono<br />
moderni e molto<br />
luminosi.<br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
Dicembre <strong>2023</strong>
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
70 VEICOLI&ALLESTIMENTI Soluzioni<br />
MONITORAGGI<br />
NEWS<br />
VEICOLI&ALLESTIMENTI<br />
71<br />
Stop ai furti di carburante<br />
Irene Boschi<br />
Basta con gli sprechi inutili di carburante.<br />
Trackfuel presenta infatti una vera e propria<br />
rivoluzione. Si tratta di un dispositivo<br />
brevettato a livello internazionale, che consente<br />
di tracciare il carburante immesso nel serbatoio<br />
e garantisce all’utente che quanto pagato confluisca<br />
direttamente ed esclusivamente nel serbatoio<br />
preposto. Inoltre, Trackfuel rende direttamente<br />
il veicolo forma di pagamento, senza<br />
più bisogno di utilizzare contanti, tessere o App.<br />
Come funziona l’erogazione<br />
È compatibile con tutti i tipi di veicoli, aziende di<br />
trasporto, mezzi per la raccolta rifiuti, mezzi<br />
d’opera, furgoni e autovetture, e non invalida le<br />
omologazioni del fabbricante.<br />
Il dispositivo è composto da due elementi:<br />
l’unità veicolare, costituita da copritappo ed<br />
elettronica installata sul mezzo di trasporto;<br />
il gateway di piazzale, installato nella pensilina<br />
del distributore stradale e/o nella cisterna del<br />
piazzale aziendale del trasportatore.<br />
Il sistema, verificato che la pistola erogatrice sia<br />
inserita nel serbatoio preposto, comunica con<br />
il gateway, il quale invia le informazioni al server<br />
Un dispositivo brevettato<br />
che traccia e contabilizza<br />
il carburante immesso nel<br />
serbatoio, e dematerializza<br />
le esistenti forme di pagamento<br />
che procede al riconoscimento e verifica la solvibilità.<br />
Se il processo ha esito positivo (cliente<br />
identificato e solvibile), il sistema invia il comando<br />
alla pompa che procede all’erogazione.<br />
Se rileva una disconnessione tra elementi, la<br />
pompa di erogazione si blocca, impedendo di<br />
immettere carburante in contenitori non autorizzati.<br />
La comunicazione dispositivo-gateway<br />
consente alle aziende di monitorare tutti i dati<br />
transati e Quali i vantaggi? Trackfuel garantisce<br />
un totale controllo e sicurezza dei rifornimenti<br />
di carburante sia internamente (su piazzale<br />
aziendale) sia sullo stradale, insieme a una gestione<br />
centralizzata dei pagamenti attraverso la<br />
dematerializzazione delle forme di pagamento<br />
esistenti, in quanto permette di compiere transizioni<br />
economiche certificate e sicure, solamente<br />
tramite l'accoppiamento copritappo-pistola.<br />
Dopo anni di sperimentazione e certificazioni<br />
di prodotto, il dispositivo Trackfuel è ora pronto<br />
per essere montato sulle flotte di veicoli<br />
aziendali.<br />
l<br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
100% automatiche<br />
n Nell'ambito della<br />
realizzazione della LEZ<br />
(Low-Emission Zone, o<br />
zona a basse emissioni),<br />
l’Eurometropoli di<br />
Strasburgo ha accelerato il<br />
rinnovo della flotta per la<br />
raccolta dei rifiuti<br />
domestici e dei cassonetti<br />
stradali. Nei prossimi mesi,<br />
la città riceverà 35 nuovi<br />
veicoli per la raccolta rifiuti<br />
dotati di trasmissioni<br />
Luglio <strong>2023</strong><br />
completamente<br />
automatiche Allison.<br />
"Abbiamo scelto la<br />
trasmissione automatica<br />
Allison per la sua<br />
affidabilità e facilità d'uso,<br />
ma anche per la sua<br />
flessibilità di guida e il<br />
comfort per i nostri autisti.<br />
Con questa trasmissione,<br />
sono più sicuri al volante e<br />
possono rimanere<br />
concentrati sul loro lavoro",<br />
LEADER NELLE SOLUZIONI INTEGRATE PER<br />
IGIENE URBANA E RACCOLTA, COMPATTAZIONE E TRASPORTO RIFIUTI<br />
www.busigroup.it<br />
ha dichiarato Benoît<br />
Weinling, responsabile<br />
della flotta di veicoli di<br />
Eurométropole di<br />
Strasburgo.
9<br />
LA RIVISTA TECNICA<br />
SULL’ECONOMIA CIRCOLARE<br />
Anno VII<br />
Dicembre<br />
<strong>2023</strong><br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
PFAS,<br />
INDISPENSABILI<br />
MA TOSSICI?<br />
IN MEDIO STAT VIRTUS<br />
ITALIA E RICICLO.<br />
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ASSOAMBIENTE<br />
ALGA<br />
MATER<br />
*IVA assolta dall’editore<br />
ISSN 2610-9069<br />
772610 906904<br />
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