Waste n. 28 dicembre 2023
Alga Mater PFAS, indispensabili ma tossici? In medio stat virtus Italia e riciclo. Parla Chicco Testa, presidente Assoambiente
Alga Mater
PFAS, indispensabili ma tossici? In medio stat virtus
Italia e riciclo. Parla Chicco Testa, presidente Assoambiente
- No tags were found...
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
44 RIFIUTI SOLIDI L’INTERVISTA Soluzioni<br />
NEWS<br />
RIFIUTI SOLIDI<br />
45<br />
essere di natura tecnica, economica, marketing) da parte delle<br />
filiere a monte del consumo. I prodotti ed i materiali sono ancora<br />
concepiti per durare poco e non si pensa alla loro riciclabilità.<br />
Questo fatto rende complesso e costoso raccogliere e<br />
riciclare. Fortunatamente negli ultimissimi tempi qualcosa sta<br />
cambiando a livello europeo: si parla di ecodesign dei prodotti,<br />
di percentuali minime di riciclo nei prodotti, di durabilità e riparabilità.<br />
Per rispondere alla domanda, oggi il problema sta<br />
nella fase upstream del ciclo dei materiali. Cittadini e aziende<br />
di gestione si stanno muovendo già in questa direzione. Ora è<br />
il turno dei produttori e distributori.<br />
Per fare vera EC, sono necessari anche impianti per valorizzare<br />
energicamente i materiali non riciclabili. Il nostro Paese<br />
come risponde in tal senso?<br />
Intanto va ricordato che il riciclo ha i suoi scarti e che l’economia<br />
circolare non fa evaporare i rifiuti, tantomeno li fa sparire dentro<br />
le imprese manifatturiere. Servono quindi impianti per la gestione<br />
degli scarti generati dalla selezione della raccolta differenziata,<br />
gli scarti del riciclo (generati dalle diverse rese che<br />
variano a seconda della frazione merceologica considerata),<br />
ma anche per i rifiuti indifferenziati non riciclabili. Nel nostro<br />
studio presentati ad Ecomondo <strong>2023</strong> abbiamo dimostrato che<br />
nel 2021 oltre 5 milioni di tonnellate di scarti del riciclo e dei<br />
processi di trattamento dei rifiuti indifferenziati sono andati in<br />
discarica o all’estero quando avevano tutte le caratteristiche<br />
per essere mandati a recupero energetico in Italia. Non lo abbiamo<br />
fatto perché non abbiamo impianti di termovalorizzazione<br />
sufficienti. Un lusso che non possiamo permetterci. Primo perché<br />
sprechiamo in discarica una fonte di energia utile, specie<br />
in questa fase di crisi e di sforzo di decarbonizzazione. Secondo<br />
perché potremmo portare in discarica sempre meno, e questa<br />
strada sarà presto non più disponibile in queste quantità. Il<br />
Paese sta rispondendo in modo ambivalente. Da un alto si dice<br />
no a tutte le proposte di localizzazione di ogni tipo di impianto<br />
(Nimby). Incoraggianti invece sono le notizie che arrivano per<br />
esempio dal Comune di Roma, che ha deciso di realizzare un<br />
nuovo termovalorizzatore, ma anche dalla Regione Sicilia che<br />
ne ha individuati due e da alcune proposte di ampliamento di<br />
impianti esistenti. Abbiamo poco tempo.<br />
Credit: matrec.com<br />
Sembra che il 2024 sarà fondamentale per capire se si raggiungeranno<br />
gli obiettivi indicati dall’UE al 2030: …una previsione<br />
a sensazione?<br />
Mentre per gli obiettivi di circolarità sono prudentemente ottimista,<br />
gli obiettivi in campo energetico mi sembrano poco<br />
realistici, alla luce delle nuove direttive europee su efficienza<br />
energetica e fonti rinnovabili. Per la prima l’obiettivo è a riduzione<br />
dell’11,7% dei consumi finali di energia al 2030. Per la<br />
seconda l’obiettivo è del 43,5-45% di uso di fonti rinnovabili sul<br />
totale dei consumi finali al 2030. Tutto per arrivare al 2030 alla<br />
riduzione del 55% delle emissioni di gas serra entro quella<br />
data. L’Italia era partita bene nella prima fase, rispettando i<br />
primi target, anche grazie alla riduzione dei consumi nella fase<br />
Covid. I nuovi obiettivi sono più che sfidanti. La previsione è che<br />
efficienza e fonti rinnovabili migliorino le loro performance,<br />
ma non in quei termini ed in quelle scadenze. Troppi gli ostacoli:<br />
consenso locale e capacità di decisione, complessità burocratiche,<br />
problemi di stoccaggio e di accesso alla rete, ma soprattutto<br />
problemi di costo per cittadini ed imprese. Non è facile<br />
fare una transizione ecologica giusta, con quegli obiettivi.<br />
Quando il riciclo e il riuso raggiungono i loro limiti naturali,<br />
escluse soluzioni improbabili? Per prima cosa stiamo discutendo<br />
in modo violento in Europa se e quando il riuso sia preferibile<br />
al riciclo. Ogni attore sta portando studi in cui si dimostra<br />
tutto ed il contrario di tutto. Il punto di riferimento dovrebbe<br />
essere il confronto fra le emissioni totali dei due modelli, su<br />
tutto il ciclo di vita di un prodotto (Life Cycle Assessment per<br />
gli eruditi). Ma sono calcoli complessi. Io dico che quando si ha<br />
una industria del riciclo che funziona bene ed è leader nel mondo<br />
come quella italiana, ci penserei su mille volte prima di passare<br />
ad un altro modello. Buon senso allo stato puro.<br />
Su quanto spingere il riciclo noi oggi abbiamo un target del<br />
65%, che rappresenta un obiettivo sfidante ma non impossibile,<br />
ad alcune condizioni. Alcuni Paesi europei ci sono già vicini, il<br />
problema sarà per quei Paesi EU che ancora oggi usano molto<br />
la discarica. La mia opinione è che l’obiettivo del 55% al 2025<br />
sia raggiungibile a condizioni di mercato esistenti. Gli obiettivi<br />
del 60% al 2030 e soprattutto del 65% al 2035 sono raggiungibile<br />
se cambiano a monte materiali e prodotti e se si commercializzano<br />
beni che siano più facilmente riciclabili. Altrimenti sarà<br />
o molto difficile o molto costoso o energeticamente non conveniente.<br />
Su questo vedremo le misure europee e la loro efficacia<br />
a partire dalla direttiva Ecodesign.<br />
Per questo va dimensionato un sistema di impianti di recupero<br />
energetico capace anche di gestire eventualmente crisi del<br />
mercato del riciclo e difficoltà a raggiungere e mantenere quegli<br />
obiettivi. Un sistema di impianti di back up che garantisca il sistema<br />
nel suo insieme e consenta la crescita dell’economia<br />
circolare, senza rischi di crisi.<br />
Plastica tossica...?<br />
n Plastica riciclata.<br />
Davvero è così sicura?<br />
Un dubbio che è stato<br />
sollevato dal recente<br />
studio condotto da<br />
scienziati dell'Università<br />
di Göteborg che rivela la<br />
presenza di centinaia di<br />
sostanze chimiche<br />
tossiche nei pellet di<br />
plastica riciclata<br />
provenienti da impianti di<br />
riciclaggio in 13 Paesi.<br />
Parliamo di pesticidi,<br />
prodotti farmaceutici,<br />
prodotti chimici<br />
industriali e additivi<br />
plastici.<br />
La ricerca, resa pubblica<br />
su Data in Brief,<br />
evidenzia in particolare<br />
come la pratica del<br />
riciclaggio della plastica<br />
potrebbe non essere<br />
molto “pulita”.<br />
"Numerosi studi<br />
dimostrano che le<br />
sostanze chimiche<br />
pericolose<br />
possono accumularsi<br />
anche in sistemi di<br />
riciclaggio della plastica<br />
a circuito relativamente<br />
chiuso. Dobbiamo<br />
eliminare rapidamente le<br />
sostanze chimiche della<br />
plastica che<br />
possono<br />
causare danni alla salute<br />
umana e all’ambiente",<br />
ha riferito la<br />
professoressa Bethanie<br />
Carney Almroth, una<br />
delle ricercatrici<br />
principali dello studio.<br />
Dicembre <strong>2023</strong>