Waste n. 28 dicembre 2023
Alga Mater PFAS, indispensabili ma tossici? In medio stat virtus Italia e riciclo. Parla Chicco Testa, presidente Assoambiente
Alga Mater
PFAS, indispensabili ma tossici? In medio stat virtus
Italia e riciclo. Parla Chicco Testa, presidente Assoambiente
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e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
Soluzioni e tecnologie<br />
per l’ambiente<br />
Economia Circolare<br />
8 PRIMO PIANO Soluzioni<br />
WASTE AWARD<br />
PUNTI COSPICUI<br />
PRIMO PIANO<br />
9<br />
Upcycling e Downcycling<br />
La pagina che sottolinea le notizie più interessanti<br />
del momento ma anche del futuro, in antitesi con baggianate<br />
sapienti e idee fuori moda o che hanno stancato<br />
Federica Lugaresi<br />
Marco Comelli<br />
Il progetto C-City<br />
esprime la volontà<br />
di trasformare<br />
Genova in un<br />
sistema circolare.<br />
Attraverso<br />
sperimentazioni di<br />
bioeconomia capaci<br />
di convertire le<br />
filiere di produzione<br />
medio- industriali<br />
da lineari a circolari.<br />
Cestino d’oro<br />
Sotto la Lanterna sta prendendo forma il progetto<br />
C-City. Per un distretto locale da lineare a circolare<br />
Chi ci segue da tempo conosce la nostra posizione<br />
sulla circolarità. Per chiarirlo in due<br />
frasi, noi (e non solo) pensiamo che per ridurre<br />
la percentuale di risorse vergini (materiali,<br />
energia) immesse nel circolo produttivo e sociale,<br />
in genere occorre che il recupero di materia dal<br />
fine vita delle cose e dagli scarti e sottoprodotti del<br />
ciclo produttivo si traduca nell’esistenza di un mercato<br />
degli stessi. La chiusura del circolo può avvenire<br />
infatti solo se non c’è differenza a livello di<br />
reperibilità tra materie prime vergini e materie<br />
prime seconde, naturalmente in linea di principio.<br />
Nulla vieta che la disponibilità di materie prime<br />
seconde “di mercato” porti all’elaborazione di nuovi<br />
processi e metodi per realizzare prodotti equivalenti<br />
a quelli tradizionali. Oggi casi di questo tipo si contano<br />
sulle dita di una mano: l’alluminio, il vetro, la<br />
carta e poco altro. Qualcosa di più si fa attivando<br />
simbiosi industriali, un approccio assai poco incentivato<br />
da noi (leggere i nostri ultimi numeri per<br />
capire come e perché).<br />
Supporto al consorzio<br />
Il sospetto che sempre più ci afferra è che il sistema<br />
dei consorzi, e il ricco contributo derivante<br />
dalla Responsabilità Estesa del Produttore su<br />
cui essi fondano la propria esistenza proliferante<br />
- che sinora ha segnato quel tentativo di circolarità<br />
che è la raccolta e il trattamento differenziato<br />
dei rifiuti - non ce la faccia da solo. Si sente<br />
sempre più spesso parlare di necessità di (robusti)<br />
incentivi di prezzo o di altro tipo delle materie<br />
prime seconde, discorsi intrinsecamente<br />
inflazionistici e fuori onda con le necessità di bilancio.<br />
Noi pensiamo che esistano alternative<br />
dal basso, e per quello premiamo con il nostro<br />
Cestino un progetto portato avanti dal Comune<br />
di Genova.<br />
Si tratta di C-City, che esiste da un paio d’anni<br />
ed è appena stato premiato a Ecomondo. Noi lo<br />
premiamo, però, più per quello che vuole fare<br />
che per quello che ha fatto finora (commendevoli<br />
ma abbastanza normali appuntamenti di sensibilizzazione<br />
del pubblico, anche sul riuso). C-<br />
City, ci assicurano dalla città della Lanterna, tra<br />
le altre cose si propone di elaborare una strategia<br />
di economia circolare locale di medio-lungo periodo,<br />
multisettoriale e aderente alle politiche<br />
internazionali e nazionali sul tema; sviluppare<br />
un calcolo della circolarità dei processi, dei servizi<br />
e dei prodotti nella città da utilizzare nelle attività<br />
di economia circolare del Comune; aprire un<br />
Circular Hub genovese. Non solo, hanno avuto<br />
oltre 130 manifestazioni di interesse da aziende<br />
anche estere per partecipare ai primi due punti<br />
che abbiamo citato. Bene, ci crediamo. Ecco il<br />
premio, ora meritatevelo.<br />
l<br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
wow<br />
bleah!<br />
Dicembre <strong>2023</strong><br />
Ammazza che Fili<br />
Si sa. Il tessile<br />
identifica uno dei<br />
settori più inquinanti.<br />
Ma da ora, col primo<br />
tessuto al mondo<br />
realizzato con la polvere di<br />
scarto del marmo…<br />
sicuramente meno!<br />
Si potrebbe parlare di<br />
simbiosi industriale, visto<br />
che la lavorazione del<br />
marmo produce fino al<br />
60% di scarto e i cui<br />
sottoprodotti diventano<br />
rifiuti. Col brevetto<br />
Mineraldye -<br />
sviluppato da Fili Pari<br />
- la tintura del filato<br />
diventa sostenibile:<br />
si utilizzano infatti i<br />
Cannucce verdi,<br />
una minchiata…<br />
La plastica, questa<br />
(s)conosciuta e spesso<br />
denigrata. Le cannucce<br />
“verdi”, chiamate a sostituire<br />
quelle in monouso, danno un<br />
segnale di allarme: sembra infatti<br />
che le PFAS siano contenute nel<br />
90% di esse. Un altro flop dell’Ue<br />
che si è mossa per contrastare<br />
l’inquinamento da plastica,<br />
vietandone alcuni tipi che impiegano<br />
circa 200 anni per decomporsi<br />
completamente. Ora la<br />
preoccupazione è che, bevendo<br />
con le cannucce di carta, gli<br />
esseri umani possano ingerire<br />
“sostanze per sempre chimiche” in<br />
pigmenti naturali derivati<br />
dalle varie polveri di<br />
questo materiale che, a<br />
seconda della natura,<br />
conferiscono le diverse<br />
colorazioni (marmo rosso<br />
di Verona per i toni del<br />
rosa, marmo nero di<br />
Bergamo per i toni del<br />
grigio). Non si parla di<br />
polveri di marmo qualsiasi,<br />
ma solo di quelle italiane,<br />
provenienti dagli scarti di<br />
lavorazione di questo<br />
antico e nobile materiale<br />
per cui il nostro Paese<br />
eccelle da secoli. Inoltre, il<br />
macchinario brevettato<br />
consuma tra 1 e 20 litri di<br />
acqua, contro i 150<br />
richiesti dalla tecnica<br />
comune: c’è anche un bel<br />
risparmio idrico. Bene<br />
bravi bis.<br />
quantità finora indeterminate.<br />
E’ quanto risulta da uno studio<br />
di ricercatori belgi che ha<br />
testato 39 diversi marchi di<br />
cannucce in commercio<br />
(realizzate in bambù, vetro,<br />
plastica e carta) per 29 singoli<br />
composti PFAS. Di questi ultimi ne<br />
sono stati individuati 18. Ora… i PFAS<br />
più comunemente presenti, sono<br />
stati a livello globale vietati dal 2020,<br />
ma alcuni di questi sono stati<br />
aggiunti alle cannucce come rivestimento<br />
idrorepellente. Quindi…saranno pure<br />
cannucce ecologiche e pure un’alternativa<br />
sostenibile… ma altrettanto dannose per la<br />
salute. Meglio il minore dei mali o sarebbe<br />
il caso di fare pace col cervello? Non ci<br />
siamo proprio!!!!