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Dolomiti Golf Cup 2011 – 20° Anno

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dolomiti golF <strong>Cup</strong> <strong>2011</strong> | <strong>20°</strong> anno | inserzioni sui media<br />

Corriere del Trentino Giovedì 21 Luglio <strong>2011</strong><br />

Giovedì 21 Luglio <strong>2011</strong> Corriere del Trentino<br />

Cultura<br />

&Tempo libero<br />

Missione<br />

di CLAUDIA GELMI<br />

Tempo d’estate. Tempo di turismo e<br />

cultura in Trentino Alto Adige. A fianco<br />

di una proposta forte delle peculiarità<br />

che offre il territorio, quali sport, benessere<br />

e natura, l’estate in regione si<br />

arricchisce tutti gli anni anche di eventi<br />

culturali volti a completare il «pacchetto<br />

vacanze», nella convinzione che<br />

coniugare benessere e cultura sia una<br />

formula vincente. E lo è, di fatto. Ecco<br />

allora nascere in molti luoghi della regione<br />

manifestazioni estive realizzate<br />

ad hoc per ampliare l’offerta rivolta ai<br />

turisti. In questo filone si inserisce la<br />

rassegna Incontri con gli autori in corso<br />

a Merano, che vedrà ospite domani<br />

sera il geologo e primo ricercatore del<br />

Cnr, nonché noto volto televisivo Mario<br />

Tozzi. Gli autori inseriti nella programmazione,<br />

quali Jacques Charmelot<br />

e Valerio Massimo Manfredi (già intervenuti),<br />

Gian Antonio Stella, Gherardo<br />

Colombo e Marcello Veneziani «diversi<br />

per impostazione culturale e scelta<br />

di temi, hanno vissuto e indagato realtà,<br />

drammi e contraddizioni della nostra<br />

epoca» spiega il presidente della biblioteca<br />

Tiziano Rosati, organizzatore<br />

con il Passirio club dell’iniziativa. Mario<br />

Tozzi interverrà domani sera alle 21<br />

al Pavillon des Fleurs presso il Kurhaus<br />

di Merano;Valentina Bergonzi dell’Eurac<br />

modererà l’incontro.<br />

Quali argomenti affronterete nell’incontro<br />

di domani?<br />

«Parleremo di energie rinnovabili innovative,<br />

del loro futuro, di rifiuti, di<br />

ambiente e di tutto ciò che uscirà dal<br />

confronto con il pubblico. Porterò con<br />

me anche il libro che uscirà a settembre<br />

per Edizioni Ambiente (per ora disponibile<br />

in e-book, ndr) Il futuro dell’energia.<br />

Guida alle fonti pulite per chi<br />

ha poco tempo di leggere, scritto a quattro<br />

mani insieme al collega del Cnr, il<br />

fisico nucleare Valerio Rossi Albertini».<br />

La divulgazione scientifica in televisione<br />

ha raggiunto il vasto pubblico<br />

anche grazie ai suoi programmi tv.<br />

Cosa rende il suo modo di comunicare<br />

la scienza così popolare e attrattivo?<br />

«Credo, quando abbiamo iniziato<br />

con Gaia (programma andato in onda<br />

su Rai3 fino al 2006, ndr), che ci fosse<br />

una fame di informazioni ambientali e<br />

naturalistiche non soddisfatta. In Rai<br />

c’era solo Quark, nelle televisioni com-<br />

Merano, Mario Tozzi<br />

presenta il suo libro<br />

«La natura batte l’uomo»<br />

merciali nulla. Per quanto riguarda il<br />

mio modo di comunicare, dipende dal<br />

fatto che ho scelto la maniera che deriva<br />

dall’essere un ricercatore. Ai tempi<br />

di Gaia poi, al fianco di un rigore scientifico,<br />

la forma comunicativa era innovativa,<br />

il ritmo veloce, le immagini forti,<br />

al fine di stimolare l’interesse negli<br />

spettatori. In Rai oggi non è rimasto<br />

nessun programma che parli di ambiente<br />

e anch’io sono migrato a La7<br />

(dove ha condotto La gaia scienza con<br />

il Trio Medusa, mentre il suo nuovo<br />

programma si chiama Allarme Italia,<br />

ndr), una rete che ha voglia di innovare».<br />

Nel libro «Viaggio in Italia. 100 + 9<br />

emozioni da provare almeno una volta.<br />

Prima che finisca il mondo» (De<br />

Agostini, 2009) suggerisce un percorso<br />

attraverso le meraviglie spesso<br />

«secondarie» del Bel Paese. Quali sono<br />

le mete imprescindibili della peni-<br />

Catastrofi Mario<br />

Tozzi ha scritto un<br />

testo anche per<br />

Drodesera, in cui<br />

analizza la catastrofe<br />

naturale come<br />

elemento originario,<br />

innato nell’uomo<br />

sola?<br />

«Ci sono molte mete, poco usuali e<br />

famose, in Italia, come la Napoli sotterranea,<br />

il litorale e il tramonto di Montecristo,<br />

Monteriggioni in Toscana, Moresco<br />

nelle Marche, le dune di Piscinas<br />

in Sardegna. È un’Italia ritenuta minore,<br />

ma tutti questi luoghi sono delle vere<br />

esperienze sensoriali».<br />

Nel suo intervento scritto per il<br />

booklet del festival Drodesera Centrale<br />

Fies, che inizia oggi e che è dedicato<br />

quest’anno alla «cara catastrofe»,<br />

lei dichiara: «Noi uomini abbiamo<br />

una naturale inclinazione alla catastrofe<br />

tutta nostra, magari in scala ridotta,<br />

che riaffiora in molti aspetti<br />

della vita quotidiana». Cosa intende?<br />

«Vi è una duplice origine. Da un lato,<br />

di fronte alle catastrofi, ci piace vedere<br />

che "l’abbiamo scampata". Ma qui<br />

rimaniamo su un livello più superficiale.<br />

Il motivo più profondo consiste nel<br />

Ambiente Ambiente<br />

fatto che noi uomini siamo figli della<br />

catastrofe (tema, questo, che il ricercatore<br />

svilupperà in un libro che uscirà<br />

nel 2012 per Rizzoli, ndr): siamo nati<br />

da terremoti, eruzioni vulcaniche ed alluvioni.<br />

I pianeti sono attivi grazie alle<br />

catastrofi. Nei pianeti morti non c’è vita.<br />

Quindi la catastrofe per noi è una<br />

sorta di richiamo della foresta, un’identità<br />

atavica che ci appartiene».<br />

Ancora a proposito di catastrofi:<br />

nell’eterna lotta tra uomo e natura,<br />

chi vincerà? E perché?<br />

«Vincerà la natura, senz’altro. La Terra<br />

è sempre più grande e ha a disposizione<br />

molto più tempo di noi, che di-<br />

mostriamo di essere incapaci di convivere<br />

con l’ambiente naturale. Pensiamo,<br />

sbagliando, di domarlo, ma nel<br />

lungo periodo questo atteggiamento<br />

non reggerà. Come tutte le popolazioni<br />

animali, saremo costretti a una riduzione».<br />

Val di Non La mostra promossa dal trentino sarà inaugurata domani: dieci artisti a confronto sul tema della spiritualità<br />

Pietro Weber alla ricerca dell’assoluto<br />

Il contemporaneo è forse disposto ad andare<br />

verso il disincanto più totale? Stiamo<br />

davvero vivendo il tempo povero d’eclissi<br />

del sacro?<br />

È appena il 1834 quando Honoré de Balzac<br />

pubblica la lungimirante storia di un’ossessione:<br />

il protagonista de La ricerca dell’assoluto,<br />

il nobile fiammingo Balthazar<br />

Claes, annienta la felicità e il patrimonio di<br />

famiglia in costosi esperimenti di chimica,<br />

inseguendo l’ipotesi dell’unità della materia<br />

(«l’Assoluto»). Da sempre arte e letteratura<br />

sanno vedere oltre le promesse della<br />

scienza. Forse mai come nel presente però,<br />

l’uomo richiede all’arte di evocare nelle cose<br />

il fondamento sacro, «l’Assoluto» che il<br />

bombardamento di immagini, tratto tipico<br />

dell’odierna società occidentale, rischia definitivamente<br />

di oscurare. E il percorso artistico<br />

di Pietro Weber si colloca in questa dimensione.<br />

Nato nel 1959 a Denno, in val di<br />

Non, si distingue quale eclettico sperimentatore<br />

di materiali e di linguaggi spazianti<br />

dalle scenografie teatrali alle copertine di libri<br />

e di cd, dalle carte in cera alle sculture,<br />

fino alle opere materiche a metà strada tra<br />

pittura e scultura. Numerose le personali e<br />

collettive che hanno messo in luce la profondità<br />

di un linguaggio espressivo al quale<br />

non sono mancati importanti riconoscimenti<br />

nazionali ed internazionali. Nella sua opera<br />

simboli cattolici coesistono con archetipi<br />

mitici di dee madri e di figure femminili primitive<br />

e feconde le cui bocche dischiuse in<br />

forma di piccolo cerchio suggeriscono uno<br />

stupore antico, quello in cui meraviglioso e<br />

terribile si confondono. Silente, invece, appare<br />

spesso la figura maschile delineata in<br />

profili severi e assorti. Difficile avvertire la<br />

presenza del sacro nel rumore.<br />

Per questo La ricerca dell’Assoluto, mostra<br />

che verrà inaugurata domani alle 21 a<br />

Denno, accoglierà il visitatore nella riposta<br />

atmosfera della chiesa di Sant’Agnese (XIII<br />

sec.), una delle più antiche della val di Non.<br />

Dieci artisti provenienti da tutta Italia, invitati<br />

dallo stesso Weber, si confronteranno<br />

sul tema della spiritualità nell’arte: Luana<br />

Romano che con la scelta astratta di<br />

Amygdala vagula blandula reinterpreta<br />

l’iconografia cristiana della mandorla; Gior-<br />

13<br />

© RIPRODUZIONE RISERVATA<br />

gio Dante che contamina un San Sebastiano<br />

con suggestioni pagane, Tommaso Didimo<br />

che propone un’intima Disperazione di Giuda,<br />

Lorenzo Romani che riprende l’ambigua<br />

figura di Salomè, Isa Nebl con La Soluzione<br />

in cui appare una natura aurorale e<br />

primigenia, Matteo Merla con un dialogo<br />

tra Paradiso e Inferno, Giacomo Valorz con<br />

Luce Sacra 3 irradiata dal centro della croce;<br />

quindi David Aaron Angeli con le Offerte<br />

che scaturiscono da un’anima aperta alla<br />

spiritualità, Angelo Morandini con il suo<br />

emblematico Custode del dubbio e, naturalmente,<br />

Pietro Weber immerso nella ricerca<br />

del Giusto equilibrio.<br />

Gabriella Brugnara<br />

TN<br />

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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