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Dolomiti Golf Cup 2011 – 20° Anno

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Corriere dell'Alto Adige Venerdì 5 Agosto <strong>2011</strong><br />

Venerdì 5 Agosto <strong>2011</strong> Corriere dell'Alto Adige<br />

«Film sulla Diaz, monito per il futuro»<br />

Rotondi: «La pellicola di Vicari aiuti a evitare il ripetersi di eventi luttuosi»<br />

BOLZANO — Non entra nel merito della<br />

decisione di girare in Alto Adige alcune<br />

scene del film «Diaz-Non pulire questo<br />

sangue». E nemmeno si pronuncia<br />

sulla scelta della Provincia di finanziare<br />

la produzione con 97.000 euro.<br />

Tuttavia il questore di Bolzano Dario<br />

Rotondi non si sottrae e prende posizione<br />

sull’argomento, dopo che le dichiarazioni<br />

del segretario provinciale del Coisp<br />

(Coordinamento per l’indipendenza sindacale<br />

delle forze di polizia) Fulvio Coslovi<br />

hanno portato alla<br />

luce i dubbi degli agenti<br />

sui modi con i quali si<br />

deciderà di raccontare i<br />

fatti legati al G8 di Genova<br />

del luglio 2001.<br />

Questore Rotondi,<br />

quale ritiene possa essere<br />

il significato di<br />

un’operazione di questo<br />

tipo da parte del<br />

produttore del film, Domenico<br />

Procacci? Egli<br />

ha dichiarato di mettere<br />

in scena i fatti di Genova<br />

per salvarli dall’oblio,<br />

che cosa ne pensa?<br />

«A volte nemmeno la<br />

storia riesce a dirimere<br />

vicende complesse e contestate<br />

che hanno segnato<br />

profondamente epoche anche lontane.<br />

Non ci si deve quindi meravigliare<br />

troppo se ancora prima delle sentenze<br />

dell’autorità giudiziaria qualcuno vuole<br />

approfondire questi eventi. Per il momento<br />

io ritengo doveroso attendere fiduciosamente<br />

l’esito dei processi al quale<br />

tutti dovremo adeguarci».<br />

I fatti di Genova sono stati utilizzati<br />

anche per mettere in discussione l’intera<br />

istituzione della Polizia di Stato.<br />

Ritiene che una sentenza davanti a<br />

un tribunale possa sgombrare il cam-<br />

BOLZANO — Per gli Schützen tirolesi<br />

il <strong>2011</strong> è un anno importante.<br />

Mezzo millennio fa infatti, l'imperatore<br />

Massimiliano scrisse il «Libello<br />

del Tirolo», documento che diede vita<br />

all'istituzione delle varie compagnie<br />

dei tiratori scelti. Su iniziativa<br />

degli Schützen della Val Pusteria è<br />

stata allestita una mostra itinerante<br />

che da Lienz a Rio Pusteria ripercorre<br />

la loro storia grazie a documenti,<br />

immagini e reperti messi a disposizione<br />

del pubblico nei vari castelli e<br />

chiese della vallata. Occasione buona<br />

inoltre per rimarcare l'unità del Tirolo<br />

che, secondo i cappelli piumati, «è<br />

stata lacerata dai trattati di pace dettate<br />

dalle potenze vincitrici dopo la<br />

Positivo Dario Rotondi<br />

po finalmente dalle polemiche?<br />

«La fiducia nell’autorità giudiziaria<br />

non può essere intermittente, a seconda<br />

del gradimento delle sentenze. Io credo<br />

che vi siano tutte le garanzie perché si<br />

possa ragionevolmente pensare che verrà<br />

fatta vera giustizia».<br />

L’episodio della scuola Diaz e la morte<br />

di Carlo Giuliano sono considerati<br />

da alcuni analisti politici come un punto<br />

di svolta nell’ambito della democrazia<br />

italiana, che hanno modificato perfino<br />

l’idea di Stato. Condivide<br />

questa posizione?<br />

«Io credo che in questo<br />

momento sia necessaria<br />

da parte di tutti<br />

una sincera presa di coscienza<br />

del fatto che i valori<br />

della democrazia e<br />

della convivenza sociale<br />

vadano «maneggiati»<br />

con maggiore cura, se si<br />

vuole che l’Italia continui<br />

a progredire in modo<br />

forse non assolutamente<br />

lineare, ma sempre<br />

nel solco della Costituzione<br />

Repubblicana».<br />

Quale ritiene che po-<br />

trà essere il prodotto finale<br />

del regista Daniele<br />

Vicari? Crede che una<br />

produzione cinematografica possa essere<br />

utile per chiarire la realtà storica<br />

dei fatti e spegnere polemiche e discussioni<br />

sull’argomento?<br />

«L’autore dovrà fare certamente scelte<br />

difficili, per le quali subirà il giudizio degli<br />

spettatori. Io spero soltanto che il risultato<br />

possa contribuire alla crescita civile<br />

del popolo italiano e a evitare che in<br />

futuro possano ripetersi eventi luttuosi<br />

che assolutamente nessuno si augura».<br />

Silvia Fabbi<br />

Prima guerra mondiale». Secondo<br />

gli Schützen infatti, come si legge<br />

nel depliant dell'evento tradotto anche<br />

in italiano — ma con la toponomastica,<br />

tema molto delicato per i tiratori<br />

scelti, rigorosamente in tedesco<br />

— «la Pustertal offre una speciale<br />

testimonianza dell'incapacità dei<br />

sistemi politici di cancellare qualità<br />

storiche sviluppatesi insieme, dividendo<br />

comunità culturali con una<br />

lunga tradizione comune».<br />

Il riferimento è alla separazione<br />

forzata con i cugini austriaci, e l'intenzione<br />

è quella di sottolineare una<br />

volta di più come i confini geografici<br />

attuali non corrispondano al sentimento<br />

di unità etnica-culturale della<br />

© RIPRODUZIONE RISERVATA<br />

quale gli Schützen si sentono oggi i<br />

primi difensori, «nonché ultimo baluardo<br />

della tradizione». Per l'anniversario<br />

in corso è stato dato alle<br />

stampe un catalogo che ripercorre la<br />

dolomiti golF <strong>Cup</strong> <strong>2011</strong> | <strong>20°</strong> anno | inserzioni sui media<br />

Cinema e polemiche Il questore è fiducioso. «Ritengo vi siano tutte le garanzie affinché venga fatta vera giustizia»<br />

I provini Qualcuno arriva già vestito da manifestante. Le riprese a Vipiteno<br />

Comparse, selezioni al Pippo Stage<br />

BOLZANO — C’ è chi arriva<br />

vestito direttamente da manifestante<br />

e chi ha deciso di fare<br />

un provino per la prima volta<br />

nella sua vita. Ma una cosa accomuna<br />

tutti: conoscono quello<br />

che è accaduto a Genova<br />

nel luglio 2001.<br />

Sono cominciati ieri mattina<br />

al Pippo Stage di parco Petrarca<br />

i casting per reclutare<br />

le comparse per il film<br />

«Diaz», di Daniele Vicari, prodotto<br />

da Fandango: una pellicola<br />

che promette di far discutere<br />

non poco, dato che riproporrà<br />

i terribili fatti accaduti<br />

nel capoluogo ligure nell’estate<br />

2001 quando, durante il vertice<br />

del G8, 300 agenti delle<br />

forze dell’ordine irruppero<br />

nella scuola «Diaz», in cui si<br />

trovavano 300 manifestanti:<br />

93 persone, molte delle quali<br />

erano giovani e giornalisti<br />

stranieri, furono picchiate e<br />

arrestate.<br />

Le ultime riprese del film<br />

verranno girate vicino Vipiteno<br />

dal 22 al 25 agosto: per<br />

questo motivo ieri, oggi e domani,<br />

dalle 14 alle 21, al «Pippo<br />

stage» di via Cadorna, si<br />

stanno cercando persone che<br />

vogliano partecipare alla pellicola<br />

come comparse.<br />

«È la prima volta che provo<br />

a cimentarmi in questo campo<br />

— racconta Monica Mus-<br />

sner — ho letto la notizia sul<br />

giornale e mi ha colpito molto<br />

la tematica del film: è solo<br />

un bene che vengano raccontate<br />

anche queste pagine più<br />

tristi della nostra storia».<br />

Qualche foto, il rilascio dei<br />

dati e poi via. Si attende la<br />

chiamata. Anche per Beatrice<br />

Beggiato, 20 anni, è la prima<br />

volta: arriva a fare il provino<br />

insieme al suo fidanzato, Luciano<br />

Vetti che, a differenza<br />

sua, è un «veterano» dei set.<br />

«Ho lavorato spesso come<br />

comparsa, anche a Cinecittà,<br />

dato che sono di Roma e mi<br />

sono trasferito a Bolzano da<br />

poco — spiega il giovane, che<br />

Spirito tirolese Mostra storica itinerante da Lienz a Rio Pusteria. Rilanciata l’esigenza di forti legami transfrontalieri<br />

storia dei popoli e delle varie compagnie<br />

dei fucilieri della Val Pusteria<br />

dall'epoca romana fino ai giorni nostri.<br />

«Già a partire dalla storia antica<br />

lavora come operaio — lo<br />

prendo come secondo lavoro,<br />

un modo per arrotondare facendo<br />

qualcosa di originale».<br />

Beatrice, invece, che all’università<br />

si sta cimentando con<br />

gli studi politici, ha ben chiaro<br />

il motivo per cui vuole partecipare<br />

al film.<br />

«Sicuramente per provare<br />

una nuova esperienza — sottolinea<br />

la ragazza — ma soprattutto<br />

perché spero sarà<br />

una pellicola che mostrerà realmente<br />

quello che è successo<br />

a Genova in quell’estate di 10<br />

anni fa, quando i reali valori<br />

di quella manifestazione vennero<br />

celati solo dalla violenza<br />

Caccia alla parte Da sinistra Mussner, Vetti e Beggiato<br />

Gli Schützen: l’Euregio tuteli la nostra identità<br />

Schierati<br />

Un plotone<br />

di «cappelli<br />

piumati»<br />

Gli Schützen<br />

rilanciano<br />

nuovamente<br />

il tema<br />

identitario<br />

— spiega il professore universitario<br />

Hannsjörg Ubl — vi era una forte unità<br />

etnico-culturale fra i popoli che insediavano<br />

la zona che da Bressanone<br />

oltrepassa Lienz, passando anche per<br />

le vallate ladine». Che la storia tirolese<br />

avesse radici comuni è cosa risaputa,<br />

ma nell'intenzione dei promotori<br />

di tale iniziativa, oltre a commemorare<br />

una data importante, c'è la consolidata<br />

polemica di un'identità nazionale<br />

mai digerita. Polemiche che negli<br />

anni non si sono mai esaurite. Percorso<br />

comune però che sembra non<br />

interessare particolarmente agli<br />

Schützen: «L'Euregio può essere visto<br />

come una buona opportunità per<br />

portare avanti un'ideologia che supe-<br />

Bolzano e Provincia<br />

7<br />

di cui si parlò». Non importa<br />

che siano passati dieci anni,<br />

dunque: la gente che viene a<br />

fare il provino per diventare<br />

comparsa pare spinta da una<br />

motivazione concreta, non solo<br />

dalla voglia di apparire.<br />

«Abbiamo visto molte persone<br />

che sono arrivate da noi<br />

ben sapendo quello che sarebbero<br />

andate a fare — spiega<br />

Romina Berni che, insieme a<br />

Scila Faggin, è la responsabile<br />

casting per Fandango — Per<br />

questo film non siamo stati assaliti<br />

dai tanti ragazzini che<br />

vengono attirati dall’idea della<br />

cinepresa: stamattina abbiamo<br />

avuto anche signori di 60<br />

anni che si sono candidati a<br />

comparsa. Del resto "Diaz" è<br />

un film impegnato, immaginavamo<br />

che le persone che si<br />

che si sarebbero proposte lo<br />

avrebbero fatto conoscendo<br />

bene i fatti di quei giorni».<br />

Proprio per il delicato tema<br />

trattato, il film è stato girato<br />

per la maggior parte delle scene<br />

in Romania e pochissimo a<br />

Genova dato che, come spiega<br />

Romina, «lì la ferita è ancora<br />

aperta»: dal 22 al 25 luglio<br />

le riprese che si svolgeranno<br />

nelle vicinanze di Vipiteno<br />

chiuderanno definitivamente<br />

la pellicola.<br />

Ilaria Graziosi<br />

© RIPRODUZIONE RISERVATA<br />

ra i confini statali per poter affermare<br />

affinità culturali transfrontaliere<br />

— sottolinea Luis Zingerle, promotore<br />

dell'evento e pluridecorato membro<br />

dei tiratori scelti — ma l'identità<br />

e le radici del nostro popolo devono<br />

essere sempre tutelate e valorizzate.<br />

Rispetto reciproco sì, ma no a false e<br />

facili assimilazioni». Una sorta quindi<br />

di convivenza nella diversità: se<br />

sei «italiano» rimani «italiano» e se<br />

sei «tedesco» rimani «tedesco». Apprezzabile<br />

comunque l'intenzione di<br />

tradurre il catalogo presentato ieri<br />

anche in italiano.<br />

«C'è molto interesse verso la storia<br />

— ribadiscono i promotori — e<br />

molti turisti italiani sono affascinati<br />

da eventi che non conoscevano. Chi<br />

invece spesso li trasforma in polemica<br />

sono i cittadini di lingua italiana<br />

della nostra provincia».<br />

Matteo Pozzi<br />

BZ<br />

© RIPRODUZIONE RISERVATA<br />

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