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Corriere del Trentino Martedì 9 Agosto <strong>2011</strong><br />

Martedì 9 Agosto <strong>2011</strong> Corriere del Trentino<br />

I bilanci dei Comuni<br />

Autonomie locali La richiesta a Piazza Dante è di includere nel piano straordinario di edilizia anche medie, elementari e asili<br />

Simoni: «Scuole, intervenga la Provincia»<br />

Il presidente del Consorzio lancia l’allarme: «I cantieri rischiano di restare fermi»<br />

TRENTO — Un piano straordinario<br />

per l’edilizia scolastica che inglobi anche<br />

gli edifici di competenza comunale<br />

(medie, elementari, scuole dell’infanzia).<br />

È quanto chiede alla Provincia il<br />

presidente del consiglio delle autonomie,<br />

Marino Simoni. In caso contrario,<br />

il rischio è «che le scuole non vengano<br />

sistemate, oppure che tutti i soldi per<br />

gli investimenti finiscano lì». In ogni caso,<br />

per il sindaco di Transacqua è fondamentale<br />

che si decida rapidamente.<br />

«Non possiamo permetterci di fermare<br />

le opere programmate, non solo nell’interesse<br />

dei Comuni, ma anche del Pil<br />

provinciale, da cui dipendono ormai le<br />

nostre entrate».<br />

Quello dell’edilizia è per Simoni «un<br />

problema finito in una sorta di limbo»:<br />

«Tutti gli amministratori lo conoscono,<br />

ma nessuno ne parla». All’eredità di lavori<br />

da fare che si trascinano da diversi<br />

anni, si è sommata due anni fa la modifica<br />

della classificazione sismica del territorio<br />

provinciale, novità che ha reso<br />

necessario aggiornare le caratteristiche<br />

strutturali di buona parte delle scuole<br />

trentine di ogni ordine e grado. Di qui il<br />

piano straordinario per l’edilizia scolastica<br />

deciso dalla giunta nella seduta<br />

del 4 marzo scorso. Un piano studiato<br />

su sette anni, che stando alle previsioni<br />

costerà 380 milioni di euro. Si tratta, però,<br />

di interventi che riguardano solo le<br />

scuole superiori, quelle di competenza<br />

della Provincia. Medie, elementari e<br />

scuole dell’infanzia sono invece, almeno<br />

sulla carta, di competenza dei Comuni.<br />

I problemi di ammodernamento sono<br />

analoghi — si stima più di 300 milioni<br />

di lavori — non così i fondi a disposizione.<br />

Domani in consiglio delle autonomie<br />

si discuterà di come ripartire i circa 300<br />

milioni che costituiscono il «budget di<br />

comunità» fino al 2013. Il budget di comunità,<br />

alias fondo unico territoriale, è<br />

il vecchio fondo per i lavori comunali di<br />

rilevanza provinciale, quali appunto<br />

scuole, acquedotti, centri sportivi e altro.<br />

La novità rispetto al passato è che<br />

ora in consiglio delle autonomie si deciderà<br />

come distribuire quei soldi sul territorio<br />

e secondo quali criteri andranno<br />

spesi, ma poi sarà all’interno delle Comunità<br />

di valle che i Comuni dovranno<br />

accordarsi tra loro per scegliere dove investire<br />

i soldi. Un quadro che lascia Simoni<br />

tutt’altro che tranquillo. «Il budget<br />

di comunità, nel suo complesso,<br />

non copre nemmeno le spese necessarie<br />

per mettere a norma tutti gli edifici<br />

scolastici dei Comuni. Di fronte a un simile<br />

scenario, il rischio che si corre è<br />

che le scuole non vengano sistemate,<br />

oppure che tutti i soldi per gli investimenti<br />

finiscano lì». Non solo. Il perico-<br />

lo è anche che, nel dubbio su cosa fare e<br />

su chi deve decidere, si finisca per lasciare<br />

i cantieri fermi. «Non possiamo<br />

permetterci di fermare le opere programmate<br />

— ammonisce infatti Simoni<br />

—, non solo nell’interesse dei Comuni,<br />

ma anche del Pil provinciale, da cui dipendono<br />

ormai le nostre entrate». Una<br />

prospettiva fosca, ma realistica. «Le Comunità<br />

di valle — spiega senza troppi<br />

giri di parole Simoni — non hanno al-<br />

Preoccupato<br />

Uno dei nodi<br />

Le Comunità di valle non hanno<br />

potere coercitivo. Dobbiamo<br />

evitare che i tema diventi<br />

ostaggio dei campanilismi<br />

cun potere coercitivo nei confronti dei<br />

Comuni. Lasciare l’attuazione di un piano<br />

di interventi così ampio e così importante,<br />

visto che parliamo di scuole,<br />

alla libera iniziativa di ognuno può significare<br />

rimanere fermi. Dobbiamo evitare<br />

che l’edilizia scolastica diventi<br />

ostaggio dei campanilismi. Ciò che auspico<br />

io è un piano straordinario di edilizia<br />

scolastica che comprenda tutti i<br />

gradi di istruzione e che sia coordinato<br />

dalla Provincia. Anche perché — osserva<br />

— non sempre il confine tra le competenze<br />

è così netto. In gran parte del<br />

territorio abbiamo centri scolastici che<br />

accorpano vari livelli, con palestre e<br />

mense in comune». Ma chi pagherebbe<br />

il conto? «È chiaro che i Comuni, da soli,<br />

non sono in grado di fare fronte a tutte<br />

le spese. Si tratta prima di tutto di fare<br />

una valutazione complessiva delle necessità.<br />

Superiori a parte, secondo me<br />

siamo nell’ordine di 350 milioni. Stabilito<br />

il quantum, dobbiamo metterci tutti<br />

intorno a un tavolo e stabilire i gradi di<br />

compartecipazione. È ovvio cha anche<br />

gli enti locali dovranno fare la loro parte».<br />

Un problema di non facile soluzione<br />

e che evidenzia non solo la fine dell’epoca<br />

dei soldi disponibili per tutto, ma anche<br />

la difficoltà di un ente, la Comunità<br />

di valle, che al momento fatica ad essere<br />

protagonista delle questioni che contano.<br />

Tristano Scarpetta<br />

© RIPRODUZIONE RISERVATA<br />

Il tecnico Il capo della Protezione civile: «Dove abbiamo deciso di abbattere è solo per convenienza economica»<br />

De Col assicura: «Edifici, nessun pericolo»<br />

TRENTO — Nonostante l’ammodernamento<br />

degli edifici scolastici<br />

del Trentino abbia un costo<br />

complessivamente stimabile<br />

in oltre 600 milioni di euro, questo<br />

per Piazza Dante non significa<br />

che le scuole stiano per crollare<br />

sulla testa degli studenti. Lo assicura<br />

Raffaele De Col, capo della<br />

Protezione civile trentina.<br />

«Dopo una serie di sopralluoghi<br />

— spiega parlando del piano<br />

straordinario relativo alle scuole<br />

superiori —, abbiamo stilato le<br />

priorità, il piano rispetta le indicazioni<br />

delle valutazioni sismiche<br />

del servizio». Nessuna emergenza,<br />

assicura. Per De Col lo stato di<br />

salute degli edifici di ogni ordine<br />

e grado non è preoccupante:<br />

Rassicurante Il dirigente Raffaele De Col<br />

dolomiti golF <strong>Cup</strong> <strong>2011</strong> | <strong>20°</strong> anno | inserzioni sui media<br />

Fortunati Le elementari di Sopramonte sono tra gli edifici più nuovi della provincia (Rensi)<br />

«Nessun pericolo, se ci fosse realmente<br />

un caso limite avremmo<br />

proceduto subito con l’evacuazione».<br />

Nei casi in cui è stata prevista<br />

la ricostruzione completa, ossia<br />

la demolizione e il rifacimento<br />

ex novo, il dirigente precisa<br />

che «è stata fatta una valutazione<br />

economica». «Era molto più conveniente<br />

procedere alla ricostruzione<br />

piuttosto che all’adeguamento<br />

sismico di vecchi edifici».<br />

Studenti, insegnanti e genitori<br />

possono dunque stare tranquilli:<br />

gli edifici sono da rinnovare, ma<br />

non sono a rischio.<br />

Per quanto riguarda gli istituti<br />

superiori, gli unici ad oggi a vantare<br />

un piano organico, priorità<br />

sono considerate la realizzazione<br />

della nuova sede del Marconi<br />

(Iti) di Rovereto e del Buonarroti<br />

(Iti) di Trento. Nuova sede anche<br />

per il liceo artistico Vittoria di<br />

Trento. Ristrutturazione dell’ala<br />

sud e nuova palestra per il Da Vinci<br />

nel capoluogo. A Riva del Garda<br />

si procede all’ampliamento e<br />

all’adeguamento sismico del liceo<br />

Maffei, mentre ancora a Rovereto<br />

verrà ristrutturato l’edificio<br />

ex Gill dell’istituto Filzi. Il polo<br />

scolastico di Cles verrà demolito<br />

e ricostruito. Questo per quanto<br />

riguarda le principali iniziative finanziate<br />

già con il <strong>2011</strong>. Tra queste,<br />

appunto, i due grandi progetti<br />

di Piazza Dante: il polo dell’informatica<br />

nell’area ex Italcementi<br />

di Trento e il polo della meccatro-<br />

Primo Piano<br />

3<br />

TN<br />

nica in via Zeni a Rovereto. Per<br />

quanto riguarda il primo, il piano<br />

provinciale prevede il trasferimento<br />

(dopo la permuta fra Patrimonio<br />

del Trentino e Federcoop<br />

ancora in fase di definizione) dell’Iti<br />

Buonarroti. Qui troverà sede<br />

anche Informatica Trentina e un<br />

Ict Village, dedicato a spin off del<br />

comparto. A Rovereto l’Iti Marconi<br />

e il centro di formazione professionale<br />

Veronesi saranno trasferiti<br />

nell’area di Trentino sviluppo<br />

in via Zeni. L’obiettivo è quello<br />

di realizzare un polo scolastico<br />

a contatto con l’impresa, in questo<br />

caso nell’ambito della meccanica<br />

e meccatronica.<br />

T. Sc.<br />

© RIPRODUZIONE RISERVATA<br />

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