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Caro carburanti e vendite a picco Ma c'è un mondo ... - La Repubblica

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la <strong>Repubblica</strong><br />

MARTEDÌ 24 GIUGNO 2008<br />

la <strong>Repubblica</strong><br />

MARTEDÌ 24 GIUGNO 2008<br />

PER SAPERNE DI PIÙ<br />

www.museum-mercedes-benz.com<br />

www.ferrari.it<br />

■ 4<br />

www.fiskerautomotive.com.com<br />

il<br />

sogno<br />

più<br />

CARLO CAVICCHI<br />

Veloci, aggressive, bellissime<br />

E realizzate con <strong>un</strong> solo scopo:<br />

divertire chi siede al volante<br />

e appagare l’occhio di chi le guarda<br />

Supercar<br />

Viaggio fra le automobili<br />

che appassionano ancora<br />

2008, a pannelli solari<br />

<strong>La</strong> Fisker Karma, supercar<br />

elettrica, ha <strong>un</strong> tetto ricoperto<br />

di celle fotovoltaiche in grado<br />

di ricaricare parzialmente<br />

le batterie durante la sosta<br />

del veicolo<br />

Un motivo ci deve pur<br />

essere se si costruiscono<br />

delle automobili da<br />

200 mila euro in su, al<br />

di là della prima logica risposta:<br />

perché qualc<strong>un</strong>o le vuole e le<br />

compra. L’argomento tiene<br />

banco da almeno <strong>un</strong> secolo diventando<br />

sempre più suggestivo<br />

da quando i veicoli a motore<br />

sono diventati fenomeni di<br />

massa. <strong>Ma</strong>no a mano che in<br />

ogni casa entrava <strong>un</strong>’automobile,<br />

il fascino della supercar,<br />

dell’auto inarrivabile, potentissima,<br />

esclusiva, si è rinforzato<br />

per la gioia dei pochi fort<strong>un</strong>ati<br />

che le possiedono e con la frustrazione<br />

dei tantissimi che<br />

questo traguardo non lo raggi<strong>un</strong>geranno<br />

mai.<br />

Contro questo genere di vetture<br />

le accuse nel tempo si sono<br />

sprecate, da quelle di facile presa<br />

sociale riguardo i consumi<br />

esagerati, l’inutilità pratica o il<br />

modello di vita che sottintendono,<br />

a quelli più pragmatici<br />

che Lucio Dalla sintetizzò nella<br />

canzone “l’auto targata TO”:. ..<br />

mattoni su mattoni / sono condannati<br />

i terroni / a costruire<br />

per gli altri / appartamenti da<br />

cinquanta milioni, ritornello<br />

cantato durante le proteste sindacali<br />

degli operai alla <strong>Ma</strong>serati<br />

negli anni ‘70.<br />

In realtà la storia dell’automobile<br />

non ha mai potuto fare a<br />

meno di questa tipologia di modelli<br />

che, per quanto esattamente<br />

all’opposto delle vetture<br />

a più basso costo che pur riassumono<br />

il meglio delle competenze<br />

di ciasc<strong>un</strong> costruttore,<br />

rappresentano ancora l’avanguardia<br />

della sperimentazione,<br />

l’ultimo ambito in cui resiste <strong>un</strong><br />

minimo di libertà creativa, là<br />

dove l’uso massificato del calcolatore<br />

non sforna ancora auto<br />

tutte uguali.<br />

Abitualmente <strong>un</strong>a supercar<br />

deve rispondere ad almeno tre<br />

requisiti considerati <strong>un</strong>iversali:<br />

deve avere <strong>un</strong> aspetto insolito o<br />

almeno molto caratterizzato,<br />

deve poter assicurare prestazioni<br />

estreme, e garantire <strong>un</strong>a<br />

tenuta di strada fuori dalla media.<br />

In principio si pretendeva<br />

anche che avesse <strong>un</strong> motore<br />

molto esclusivo per concezione<br />

Spesso queste vetture<br />

straordinarie sono<br />

condannate ad avere<br />

<strong>un</strong> aspetto insolito<br />

per emergere dalla massa<br />

l<strong>un</strong>go<br />

e per realizzazione, prodotto in<br />

<strong>un</strong> numero molto limitato di<br />

esemplari e con molte parti realizzate<br />

a mano. Col tempo il discorso<br />

legato al propulsore si è<br />

evoluto e sono più la sue prestazioni<br />

estreme a contare, tanto<br />

ness<strong>un</strong>o produce più motori in<br />

minima serie e piuttosto si ricorre<br />

a forniture esterne.<br />

Questi elementari principi<br />

sono ben chiari nella mente dei<br />

progettisti e la dedizione con<br />

cui vi si attengono è strabiliante.<br />

Il meglio del meglio viene allora<br />

concentrato in queste automobili<br />

dove il comfort di marcia,<br />

la vivibilità e la capacità di<br />

carico ben poco importano anche<br />

se, negli ultimi anni è stata<br />

stupefacente l’attenzione verso<br />

la facilità di guida e, per quanto<br />

possibile, la comodità a bordo.<br />

L’elettronica più avanzata,<br />

soprattutto quella studiata per<br />

l’uso nelle competizioni, trova<br />

immediato impiego nelle supercar<br />

proprio per renderle abbordabili<br />

ad <strong>un</strong> numero sempre<br />

più alto di clienti tenuto<br />

conto che le strade di oggi non<br />

permettono grandi velocità e<br />

nemmeno ci sono condizioni di<br />

traffico dove poter scatenare<br />

con <strong>un</strong> minimo di tranquillità la<br />

rabbia che cova sotto il cofano.<br />

Il risultato è che oggi qualsiasi<br />

automobilista è in grado di mettersi<br />

al volante e di controllare<br />

senza sudare sette camicie <strong>un</strong><br />

bolide di esagerata potenza<br />

purché faccia uso di buon senso.<br />

Da qui la buona notizia: a dispetto<br />

delle potenzialità quasi<br />

illimitate di questi missili, le<br />

statistiche li vedono raramente<br />

coinvolti in incidenti, al di là ovviamente<br />

della percentuale<br />

giocoforza bassa per la loro<br />

scarsa presenza sulle strade.<br />

Merito dei mezzi e merito anche<br />

dei guidatori. Dei mezzi per<br />

le ragioni già dette sopra, dei<br />

guidatori perché il costo li rende<br />

accessibili quasi esclusivamente<br />

a persone più con grosse<br />

possibilità economiche che<br />

con reali ambizioni di guida<br />

sportiva. I giovani, per esempio,<br />

sono di solito pochi e sempre<br />

meno attirati dall’oggetto<br />

da sfoggiare potendo, beati loro,<br />

far conto su altre prerogative<br />

per reggere la scena.<br />

Lo status symbol che invece è<br />

Oggi le nuove Gt sono tutte<br />

molto facili da guidare:<br />

i clienti sono solo molto<br />

ricchi ma quasi sempre<br />

non hanno doti da pilota<br />

tipico delle supercar affascina<br />

piuttosto <strong>un</strong>a clientela più matura<br />

diventando di volta in volta<br />

il segno di <strong>un</strong>a carriera professionale<br />

coronata dal successo,<br />

l’ostentazione di <strong>un</strong> tenore<br />

di vita superiore alla media o<br />

anche la voglia di provare finalmente<br />

l’ebbrezza di <strong>un</strong>’auto<br />

fuori dalla norma dopo aver<br />

posseduto vetture via via più<br />

prestazionali.<br />

Rimane però <strong>un</strong> fatto che non<br />

va sottovalutato, per quanto<br />

troppe volte sepolto da triti luoghi<br />

com<strong>un</strong>i: le supercar sono<br />

spesso indispensabili per il progresso<br />

dell’automobile. Tutti i<br />

costruttori, direttamente o indirettamente,<br />

vi attingono per<br />

riproporre sulle vetture di grande<br />

produzione quello che in serie<br />

limitata viene mano a mano<br />

sperimentato. Non è quindi<br />

sbagliato affermare che le supercar<br />

(e appena più sotto le<br />

granturismo) fanno da congi<strong>un</strong>zione<br />

tra l’esperienza dei<br />

campi di gara e l’auto di tutti i<br />

giorni. Basti per tutti l’esempio<br />

del cambio elettroattuato della<br />

Ferrari visto per la prima volta<br />

sulla F.1, poi sulla 355 stradale e<br />

in fretta montato persino su<br />

berline o utilitarie di non importa<br />

quale marca. Da <strong>Ma</strong>nsell<br />

al signor Rossi nel giro di dieci<br />

anni grazie anche ai collaudi<br />

sulle strade di tutti i giorni (e ai<br />

soldi) di sceicchi, vip o Paperoni<br />

benemeriti.<br />

Il futuro<br />

Elettrica o a energia solare<br />

pronta la svolta ecologica<br />

FABIO ORECCHINI<br />

<strong>La</strong> velocità è destinata a rimanere<br />

<strong>un</strong> elemento di<br />

distinzione per <strong>un</strong>’automobile<br />

da sogno. Le supercar<br />

di domani saranno veloci,<br />

come quelle di ieri e di oggi. Saranno<br />

anzi molto più veloci e da<br />

più p<strong>un</strong>ti di vista. Non saranno<br />

soltanto capaci di viaggiare velocemente<br />

sulla strada, caratteristica<br />

molto semplice da raggi<strong>un</strong>gere<br />

già con le auto di oggi, quanto<br />

spesso inutile e pericolosa.<br />

Le auto ad alte prestazioni in<br />

arrivo nel prossimo decennio saranno<br />

più veloci soprattutto nel<br />

rispondere alle esigenze di chi è<br />

alla guida. Quindi, più che la prestazione<br />

massima raggi<strong>un</strong>gibile,<br />

conterà la velocità con cui si potrà<br />

avere a disposizione la coppia<br />

desiderata, per togliersi dall’imbarazzo<br />

di <strong>un</strong> sorpasso o per<br />

scattare con la voluta decisione.<br />

E sarà importante la velocità di<br />

comprensione delle situazioni<br />

di pericolo, del migliore tragitto<br />

per raggi<strong>un</strong>gere la meta in condizioni<br />

di sicurezza e con le più<br />

favorevoli condizioni di traffico,<br />

come sarà incredibile la velocità<br />

di risposta di ogni strumento di<br />

Wiedeking (Porsche):<br />

“Le supercar non<br />

dovranno più essere viste<br />

in contrapposizione<br />

con l’ambiente”<br />

bordo.<br />

Tante velocità al posto di <strong>un</strong>a,<br />

quindi. Con <strong>un</strong> ulteriore fattore<br />

di novità assoluta rispetto al passato.<br />

<strong>La</strong> supercar di domani sarà<br />

veloce anche nei confronti dell’ambiente.<br />

Non lascerà quasi<br />

traccia al suo passaggio, perché<br />

potrà essere alimentata da com-<br />

bustibili che non si esauriscono<br />

e non sporcano e non emetterà<br />

nulla di inquinante allo scarico.<br />

Questo modo di intendere la<br />

velocità e di caratterizzare in<br />

maniera positiva <strong>un</strong>’auto sta entrando<br />

dalla porta principale nel<br />

<strong>mondo</strong> delle vetture da sogno.<br />

Una delle auto più desiderate al<br />

<strong>mondo</strong> è oggi la Tesla, supercar<br />

puramente elettrica nata e costruita<br />

in California che dovrebbe<br />

arrivare realmente su strada<br />

dal 2009 e che promette di raggi<strong>un</strong>gere<br />

i 100 km/h in meno di<br />

quattro secondi senza emettere<br />

<strong>un</strong> filo di fumo allo scarico. Anzi,<br />

senza avere nemmeno lo scarico,<br />

visto che usa soltanto elettricità<br />

accumulata in batterie al litio<br />

ed è mossa da <strong>un</strong> motore elettrico<br />

da 185 kW di potenza che la<br />

spinge ad <strong>un</strong>a velocità massima<br />

di oltre 200 km/h. Sulle orme della<br />

Tesla Roadster si è già lanciata<br />

la rediviva Chrysler, che ha messo<br />

in mostra negli ultimi saloni<br />

@<br />

Il passato<br />

Quel design colpiva al cuore<br />

potenza e qualche eccesso<br />

DANIELE P. M. PELLEGRINI<br />

Cambia il <strong>mondo</strong> e cambiano<br />

le automobili, ma<br />

le supercar? Come hanno<br />

attraversato i decenni<br />

le vetture da sogno, quelle che si<br />

vedevano solo al cinema nelle<br />

mani di eroi belli e facoltosi o di<br />

cattivissimi senza scrupoli? Il<br />

concetto di automobile, simbolo<br />

di potere e di ricchezza non è<br />

cambiato molto nel tempo e<br />

nemmeno la globalizzazione ha<br />

internazionali il suo prototipo<br />

Dodge Zeo, altro esempio color<br />

arancio fiammante di come la<br />

trazione elettrica e le emissioni<br />

zero allo scarico possano andare<br />

particolarmente d’accordo con<br />

le alte prestazioni, sostituendo<br />

l’intrigo di <strong>un</strong> sibilo al “vecchio”<br />

rombo.<br />

Non si tira indietro dalla sfida<br />

delle prestazioni ecologiche<br />

nemmeno la Porsche, il cui condottiero<br />

Wendelin Wiedeking<br />

offre <strong>un</strong> argomento in più per dimostrare<br />

di meritare il suo stipendio<br />

annuo pluri-milionario<br />

quando, ricevendo il premio<br />

Top <strong>Ma</strong>nager del 2007 di Interauto<br />

news dice: «L’auto ha il dovere<br />

di perseguire l’accettabilità<br />

sociale. Una supercar è tale se è<br />

amata: da chi la possiede e da chi<br />

la vorrebbe possedere. Quindi<br />

dovrà sempre più essere dotata<br />

di <strong>un</strong>a tecnologia tale da non essere<br />

vista in contrapposizione<br />

con l’ambiente».<br />

modificato qualcosa, piuttosto<br />

ha esteso il mito della supermacchina<br />

a livello planetario, come a<br />

dimostrare che le sole autentiche<br />

“world car” non sono le normali<br />

utilitarie ma proprio le auto da<br />

sogno.<br />

In fondo è sempre stato così,<br />

dai tempi nei quali principi, banchieri<br />

e maharajah andavano da<br />

Bugatti a cercare l’auto più esclusiva<br />

fino ai giorni d’oggi, quando<br />

alla vecchia clientela istituzionale<br />

si sono aggi<strong>un</strong>ti i signori del pe-<br />

1954, ali di gabbiano<br />

<strong>La</strong> Mercedes 300 Sl aveva le<br />

porte ad “ali di gabbiano”.<br />

Soluzione oggi non più<br />

realizzabile per motivi di<br />

sicurezza: se l’auto si capovolge<br />

diventerebbe impossibile uscire<br />

■ 5<br />

trolio e i personaggi dello spettacolo<br />

di ogni angolo della terra. Per<br />

tutti valgono il piacere di guidare<br />

<strong>un</strong>’automobile ai limiti della tecnologia<br />

e la soddisfazione di possedere<br />

qualcosa di prezioso e<br />

inavvicinabile ai più, ma che tutti<br />

hanno desiderato fin da bambini.<br />

Quello che è cambiato, e molto,<br />

è il contenuto tecnico delle supercar<br />

che ha seguito fedelmente<br />

l’evoluzione generale dell’automobile<br />

e in <strong>un</strong> certo senso l’ha anche<br />

“sofferta”. Infatti mentre in<br />

passato, quando la tecnologia era<br />

sostanzialmente semplice, solo<br />

le supercar potevano permettersi<br />

soluzioni tecniche raffinate,<br />

oggi si è arrivati a <strong>un</strong> progressivo<br />

livellamento tecnico dal quale è<br />

difficile sottrarsi.<br />

<strong>La</strong> storia delle auto eccezionali<br />

è segnata dagli 8 e 16 cilindri di<br />

Bugatti e dai 12 cilindri di Ferrari,<br />

motori straordinari che nelle rispettive<br />

epoche solo pochi pazzi<br />

visionari potevano concepire e<br />

realizzare perché erano lontanissimi<br />

dalla normalità dell’auto e<br />

da questo p<strong>un</strong>to di vista la realizzazione<br />

di <strong>un</strong>a supercar era soprattutto<br />

<strong>un</strong>a dimostrazione di<br />

coraggio nello sfidare la normalità<br />

p<strong>un</strong>tando tutte le carte sull’eccesso.<br />

Eccesso di potenza, eccesso<br />

di complessità, eccesso<br />

nelle linee affidate alla matita dei<br />

carrozzieri più prestigiosi senza<br />

alc<strong>un</strong>a limitazione né pratica né<br />

tanto meno regolamentare. Proprio<br />

questo clima ha consentito<br />

la nascita di vetture rivoluziona-<br />

Modelli eccezionali<br />

dalla Ferrari alla Bugatti<br />

da 8 a 16 cilindri<br />

L’indimenticabile Miura<br />

e la storica Mercedes<br />

rie come la Miura che <strong>La</strong>mborghini<br />

aveva voluto apertamente<br />

oltraggiosa, con il 12 cilindri trasversale<br />

dietro l’abitacolo, dato<br />

che Ferrari continuava a tenerlo<br />

davanti.<br />

Se si parla di tecnica le dive a<br />

quattro ruote del passato, motoroni<br />

a parte, avevano <strong>un</strong>’anima<br />

semplice se vista con gli occhi di<br />

oggi, perché tutte le automobili<br />

normali erano sostanzialmente<br />

spartane e bastavano pochi accorgimenti<br />

a rendere <strong>un</strong>a vettura<br />

straordinaria: <strong>un</strong>a cilindrata consistente,<br />

<strong>un</strong>a elevata velocità di<br />

p<strong>un</strong>ta e <strong>un</strong> abitacolo ben rifinito<br />

e pieno di “orologini” erano sufficienti<br />

a fare la differenza. Ancora<br />

nei mitici anni Sessanta, con<br />

quelle auto e quelle strade, i 200<br />

km/h erano <strong>un</strong> traguardo quasi<br />

irraggi<strong>un</strong>gibile e i 300 Cv <strong>un</strong> limite<br />

da follia. Oggi quei riferimenti<br />

sono raddoppiati.<br />

<strong>Ma</strong> c’è <strong>un</strong>’altra differenza sostanziale<br />

fra le supercar attuali e<br />

quelle di ieri e sta nel fatto che le<br />

prestazioni hanno raggi<strong>un</strong>to oggi<br />

limiti che sono al di fuori di qualsiasi<br />

realtà pratica, con la conseguenza<br />

che la sfida si risolve soprattutto<br />

sull’immagine, sui numeri<br />

e su quanto si vede sui giornali,<br />

in televisione o in rete, piuttosto<br />

che nel confronto diretto. Il<br />

fatto che degli attuali acquirenti<br />

di Bugatti Veyron praticamente<br />

ness<strong>un</strong>o si sogna di provare a superare<br />

i 400 km/h è sicuramente<br />

segno di maturità e di buon senso<br />

ma il mito delle supercar si basa<br />

anche sulle epiche quanto irresponsabili<br />

sfide ingaggiate sulla<br />

Milano-<strong>La</strong>ghi, sulla Bologna-Firenze<br />

o sul Grande Raccordo<br />

Anulare in costruzione con protagonisti<br />

i vip dell’epoca. Capitava<br />

così che le opinioni degli appassionati<br />

e degli stessi clienti si<br />

basavano sui resoconti più o meno<br />

ufficiali dei duelli fra Ferrari<br />

Daytona e <strong>La</strong>mborghini Miura o<br />

fra <strong>Ma</strong>serati Bora e De Tomaso<br />

Pantera.<br />

Cose da duri del volante perché<br />

macchine così, fatte solo per andare<br />

forte, erano difficili da guidare<br />

e faticosissime, prive com’erano<br />

di qualsiasi ausilio elettronico:<br />

niente servosterzo, freni durissimi<br />

e il caldo infernale che<br />

motore e cambio riversavano<br />

nell’abitacolo dove il condizionatore<br />

non esisteva o era <strong>un</strong>’opinione.<br />

E proprio da questo cocktail<br />

di coraggio, ricchezza e sudore<br />

è nato il fascino e l’immagine<br />

classica delle supercar.

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