Relazioni e Bilancio Esercizio 2009 - Italiana Assicurazioni
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Il rischio di fluttuazione dei tassi di cambio risulta essere marginale in ragione della consistenza<br />
degli investimenti in valuta estera.<br />
Per quanto riguarda il comparto immobiliare la compagnia adotta le linee strategiche individuate<br />
dalla Commissione Investimenti.<br />
Il risk capital degli investimenti viene determinato in relazione ai fattori di rischio presenti in<br />
portafoglio (prezzi azionari, tassi di interesse, prezzi degli immobili). Per la gestione danni, il risk<br />
capital al 31/12/<strong>2009</strong> ammonta a 37.771 migliaia di euro pari al 3,5% del valore corrente degli<br />
investimenti (1.092.784 migliaia di euro). Per la gestione vita, il risk capital al 31/12/<strong>2009</strong> ammonta<br />
a 8.758 migliaia di euro pari allo 0,9% delle riserve matematiche pure (1.023.784 migliaia di euro),<br />
per quanto riguarda gli investimenti a copertura delle riserve, ed a 7.210 migliaia di euro pari al<br />
5,5% del valore corrente degli investimenti (132.298 migliaia di euro), per gli investimenti non a<br />
copertura delle riserve. Si segnala che, per quanto concerne la gestione vita, la determinazione<br />
dei risk capital relativi ai rischi di mercato tiene conto dell’effetto congiunto consolidato fra attivi e<br />
passivi in considerazione del meccanismo di assorbimento del rischio tipico dei contratti vita.<br />
Il rischio di credito è connesso con l’insolvenza degli emittenti di strumenti finanziari o di<br />
riassicuratori che garantiscono coperture riassicurative. Sono previsti limiti e linee guida relative<br />
alla gestione di tale fattore di rischio la cui verifica avviene su base continua ed i relativi risultati<br />
vengono periodicamente portati all’attenzione della Commissione Investimenti, per quanto<br />
riguarda gli emittenti di strumenti finanziari, e del Consiglio di Amministrazione, per quanto<br />
riguarda i riassicuratori.<br />
La valutazione del rischio di credito connesso agli strumenti obbligazionari presenti in portafoglio è<br />
stata effettuata utilizzando due modelli derivati da modelli di mercato (il modello 1 è analogo a<br />
CreditRisk+ di Credit Suisse e il modello 2 è analogo a Credit Metrics di JP Morgan) i cui risultati<br />
sono di seguito riportati:<br />
Modello<br />
Risk Capital<br />
(Danni)<br />
Modello 1 2.407<br />
Modello 2 3.943<br />
Risk Capital %<br />
(Danni)<br />
Risk Capital<br />
(Vita)<br />
0,3% 5.519<br />
0,4% 10.852<br />
(in migliaia di euro)<br />
Risk Capital %<br />
(Vita)<br />
0,7%<br />
1,4%<br />
Il Risk capital percentuale è relativo al valore corrente secco degli investimenti obbligazionari che<br />
risulta essere pari a 908.942 migliaia di euro per la gestione danni e 798.851 migliaia di euro per<br />
la gestione vita.<br />
Gli elementi sulla base dei quali è stata effettuata la valutazione sono i seguenti: seniority,<br />
security, rating e tassi di recupero. Il modello 2, rispetto al modello 1, tiene conto, oltre che delle<br />
probabilità di default, anche delle possibili migrazioni fra le classi di rating.<br />
Per quanto concerne gli strumenti finanziari, il rating medio dei titoli di debito in portafoglio è pari a<br />
Aa3, secondo la scala Moody’s, e le posizioni non investment grade sono inferiori allo 0,4%<br />
dell’intero portafoglio.<br />
L’esposizione nei confronti di controparti riassicurative con rating pari o superiore ad A, secondo la<br />
scala Standard & Poor’s, è superiore al 96%.<br />
Il rischio di liquidità è trascurabile poiché i titoli obbligazionari emessi da Stati o da Enti<br />
Sovranazionali appartenenti alla zona A rappresentano oltre l’85% del portafoglio titoli.<br />
Il rischio di liquidità viene inoltre controllato in maniera continuativa sulla base degli smontamenti<br />
di riserva relativi alle gestione danni e dei flussi di scadenza previsti per la gestione vita.<br />
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