Il Fondo Pietro Vigo conservato nella Biblioteca Labronica - Archivi

Nel 1913 si accrebbero i timori e la stanchezza dovuti alle classi meno
disciplinate e al nuovo sgombero della casa. Il Vigo, stanco, malinconico,
irrequieto, finito l’anno scolastico passò del tempo a Pisa dove consultò i
medici e fu turbato da maggiori fobie.
Fu accompagnato da fidi amici nel reparto di malattie nervose di Colle
Gigliato, dove cominciò veramente ad uscire di senno. Penò due anni
rimanendo in quelle condizioni finché non fu fatto tornare a casa, dove
passò il tempo leggendo dalla Bibbia e ricorrendo alla morte della sua unica
figlia che in realtà viveva a Siena.
Morì il 4 ottobre 1918.
Pietro Vigo fu un importante intellettuale livornese inserito in molti circoli
letterari e attività religiose, un punto di riferimento per studiosi visibile per
altro dalle molte richieste di raccomandazioni di giovani aspiranti alla
carriera in Accademia Navale.
Dal carteggio si nota la sua conoscenza di illustri personaggi livornesi,
ministri e uomini di cultura, dai quali ottenne numerosi favori; basti
ricordare Dario Cassuto, Domenico Bianchini, Aristide Nardini Despotti
Mospignotti, Alessandro d’Ancona, Giovanni Livi, Clemente Lupi, Ersilio
Michel, Francesco Carlo Pellegrini, Francesco Pera, Carlo Leone Reynaudi,
Oreste Tommasini.
Si interessò oltre che alla ricerca storica della propria città anche a letture
devote e pratiche di pietà le quali non lo abbandonarono fino alla morte, e lo
portarono all’insegnamento di storia ecclesiastica nel 1905 in una scuola
privata di religione.
Ebbe un’importante biblioteca privata intitolata a Ludovico Antonio
Muratori 18 , arricchita di volumi preziosi con una sala relativa allo studio di
Dante Alighieri, utilizzata principalmente per studiare in casa propria ed
18 In Cass. 1 n. 37 lettera di Aschieri Alessandro dal Ministero di Agricoltura, industria e
commercio relativa alla richiesta di Pietro Vigo di incrementare la sua Biblioteca L. A.
Muratori con risposta negativa da parte del Ministero.
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