möbel, pendulen, bronzen, spiegel tapisserien ... - Koller Auktionen
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MÖBEL, PENDULEN, BRONZEN, SPIEGEL, TAPISSERIEN UND DIVERSES<br />
1015*<br />
BRONZEGRUPPE, Renaissance, nach S. MADERNO (Stefano<br />
Maderno, 1576-1636), Rom, 17. Jh.<br />
Bronze brüniert. Herkules und Antaeus kämpfend, auf profiliertem<br />
Rundsockel mit Baumstrunk. H 60 cm.<br />
Provenienz: Aus einer italienischen Privatsammlung.<br />
Mit Gutachten von Professor M. De Grassi, Italien 2007, der Folgendes<br />
schreibt:<br />
„Il pretesto per una discussione in questo senso arriva dal rinvenimento, in<br />
una collezione privata, di un bronze che raffigura appunto la lotta tra Ercole<br />
el il gigante figlio de Poseidone e di Gaia. L’opera, rivestita da una patina<br />
scura, edè di qualità excellente e versa in ottime condizioni di conservazione.<br />
Il basamento in marmo è stato applicato nel secolo scorso, come testimoniano<br />
i perni inseriti sotto la base in bronzo, che probabilmente è stata anch’essa<br />
modificata o sostituita in un momento successivo alla fusione. Si tratta certamente<br />
di una derivazione da un modello dell’Ercole e Anteo maderniano, del<br />
quale, come si è accennato in precedenza, sono note due redazioni pressoché<br />
identiche. Entrambe sono realizzate in terracotta e hanno le stesse dimensioni:<br />
la prima, danneggiata e purtroppo frammentaria, è siglata et datata 1620 ed<br />
è attualmente conservata al Royal Scottish Museum di Edinburgo. In precedenza,<br />
nel 1738, era stata registrata nella collezione Clerk of Penicuik, a testimoniare<br />
la circolazione di quest tipo di pere fuori dal territorio italieno anche<br />
in date precoci. Une seconda redazione del gruppo, firmata e data 1622, è<br />
invece esposta del 1927 presse la Cà d’Oro di Venezia dopo aver fatta parte<br />
della collezione Farsetti. Dalle terrecotte citate e da quella di Venezia in particolare<br />
sono sicuramente derivati i due bronzi con Ercole e Anteo che attualmente<br />
si conoscone. caretterizzati dalle presenza delle pelle di leone che e più<br />
noto di questi bronzi è conservato al Museo del Castello Sforzesco di Milano,<br />
mentre un secondo è da poco approdato al Cincinnati Art Museum (USA,<br />
Ohio). Derivano invece da relaborazioni delle citate terrecotte le altre redazioni<br />
in bronzo dell’opera a tutt’oggi note. Una è riprodotta da Wilhelm Bode, e<br />
all’epoca apparteneva alla collezione parigina della contessa de Béarn; al<br />
centro presenta solo un frammento della pelle di leone che non tocca terra.<br />
1015 (Detail)<br />
Simile a quello parigino è il bronzetto di Dresda, dove la leontea invece è<br />
completamente sparita, come nel caso di un’ulteriore redazione di recente giunta<br />
nell collezioni della National Gallery di Londra.<br />
Pope-Hennesy considera il gruppo eseguito direttamente da Stefano Maderno<br />
e ritiene „the group in clay and the version in bronze should be regarded as<br />
derivates from the Venice terracotta“. In questo senso, anche alla luce<br />
dell’indubbia qualità esecuitiva del modello londonese, paione poco fondate le<br />
obiezioni di Bianca Candida, che vi vede „una stance, impersonale, rozza ripetitizione<br />
del gruppo che si trova alla Ca’ d’Oro. Ancora diversa l’opinione di<br />
Antonia Nava Cellini che, non conoscendo la precedente terracotta di<br />
Edinburgo - comunque molto simile a quella di Venezia - rovescia e complica<br />
la cronologia affermando che dell’Ercole e Anteo esiste una versione con varianti<br />
nel Victoria and Albert Museum di Londra, rispecchiata in un bronzo di<br />
Dresda che segna forse lo stadio iniziale di recerca per l’ultima soluzione<br />
scattante e allungata, che vediame nel brozzetto della Ca’ d’Oro. Una constatazione<br />
che non trova risontri all’esame delle opere. In ogni caso, al di là di<br />
una seriazione cronologica comunque limitata ad un’arco di pochissimi anni,<br />
rimane evidente come il bronzo che si presenta in questa sede sia certamente<br />
derivato da un modello di Maderno dell’inizio degli anni venti del Seicento“.<br />
Antaeus, ein Riese von nahezu unbezwingbarer Stärke und einer Grösse von<br />
über 60 griechischen Ellen, war Sohn des Meeresgottes Neptun und der Gaia.<br />
Er lebte in Libyen, meist in seiner Höhle oder in der Stadt Tingis, die er einst<br />
selbst erbaut haben soll, jagte Löwen und Einwohner und pflegte alle vorbeiziehenden<br />
Reisenden zu zwingen, mit ihm zu kämpfen, wobei er stets gewann.<br />
Aus den Schädeln der Besiegten fertigte Antaeus für seinen Vater einen<br />
Tempel. Als Herkules während seiner Reisen dem Riesen begegnete, wurde<br />
auch er von Antaeus herausgefordert. Es war wie immer ein ungleicher Kampf,<br />
da Antaeus stets von seiner Mutter neue Kraft erhielt. Herkules erkannte, dass<br />
die Stärke des Riesen von Gaia, also aus der Erde kommen musste, hob<br />
Antaeus hoch in die Luft und erwürgte ihn.<br />
Lit.: Thieme/Becker, Leipzig 1999; 23/24, S. 532 (biogr. Angaben).<br />
CHF 50 000.- / 90 000.-<br />
(€ 31 060.- / 55 900.-)<br />
Siehe Abb.