Iragazzi cantavano in allegria, mac’era chi in silenzio soffriva. Erail Prevosto Lombardi che vedevala sua opera vacillare sotto il pesodei debiti. “Mio caro Prevosto - gliscriveva un ragazzino di undici anni- Ti vedo spesso con gli occhi rossi;mi hanno detto che piangi moltoperché non hai i soldi per pagarei debiti dell’Oratorio. Non piangerepiù, tutte le domeniche mio babbomi dà una palanca e mio zio Antonioun palancone; li porterò tuttia te e dopo non piangerai più”.L’ingenuità e l’innocenza di questobambino fanno maggiormente risaltarel’indifferenza, o peggio ancorala perfidia, di chi (non ultimi alcunisacerdoti) aveva ostacolato il progettoe che ora gioiva di fronte alledifficoltà.Monsignor Lombardi certamente sifidava troppo e non vedeva la disonestàdi certi fornitori che, si dice,entravano nel cantiere con pietre,mattoni e cemento, incassavano ildovuto e se ne uscivano senza averscaricato tutta la merce. Il poveroPrevosto, con l’aiuto di don PietroRizzi, tentò un’altra strada: prese inaffitto un fondo di 200 piò in Montirone,ma ancora una volta si fidò diun fattore disonesto che completò larovina. I creditori ipotecarono l’immobile,i fornitori si portarono viaquanto era possibile e nel marzo del1914 l’oratorio fu venduto all’astaper la somma di lire 19.000.Viene da chiedersi come mai monsignorLombardi venne lasciato affondarein questa situazione; possibileche in Chiari non ci fosse qualcunoin grado di intervenire? C’era,ad esempio, monsignor Menna chea cura di Elia FacchettiE venne l’anno della ripresaaveva grosse potenzialità economichee non si mosse se non l’annosuccessivo, nel 1915, quando riscattòl’oratorio cedendolo in uso allaParrocchia.Perché non intervenire subito e salvaredall’umiliazione il proprio Prevosto?Sarà lo stesso Monsignor Mennache, in occasione dell’elogio funebre,chiederà perdono a monsignorLombardi per avergli reso difficilel’esistenza riconoscendogli, seppurein ritardo, la bontà e la rettitudine edichiarando “di aver aiutato la suasantificazione con le resistenze allasua volontà di pace e di zelo sacerdotale”.D’altra parte, in quegli anni il reverendoMenna non faceva misterodella sua avversione alla istituzionedegli oratori.“Il catechismo fatto bene basta, nonoccorre altro”, andava ripetendo.“L’oratorio fa più male che bene, èoccasione di corruzione perché vi siincontrano i buoni con i cattivi”.Il suo intervento, seppure tardivo,fu dunque provvidenziale e permisealla parrocchia di avere finalmenteun oratorio. C’è da dire, a onor delvero, che Monsignor Menna, riscattatol’oratorio, si attivò immediatamenteanche per organizzare il catechismoe, prima ancora, i catechisti.La maestra Caterina Arici, che perben trentun anni fu Segretaria Generaledel Catechismo, nei suoi registriracconta quanto avvenne inquegli anni ad iniziare dal 1916, chepuò ben essere indicato come l’annodella ripresa.Scrive la signorina Arici: “Il 12 novembre1916, Mons. Menna invitavail Corpo insegnante della DottrinaCristiana e quello della localeScuola Elementare, con altre piesignore, nella propria casa, ad unaserie di conversazioni sul modo diinsegnare Catechismo con MetodoCiclico Intuitivo. Nella diciottesimalezione tutti gli intervenuti venivanoinvitati da Monsignore a cooperarecon Lui alla restaurazione dell’insegnamentocatechistico in Chiari mediantel’istituzione della Scuola diReligione”.Ed è sempre la maestra Arici cheracconta l’inizio (il 26 novembre)della scuola maschile suddivisa in6 classi ed undici sezioni alle qualiMonsignor Menna con il gruppo del Piccolo Clero12
ne viene aggiunta una apposita peri “piccoli operai e contadini”, vale adire i ragazzi che, superata la classeterza elementare entravano da subitonel mondo del lavoro. Non essendol’oratorio sufficientemente capaceper contenere tutte le sezioni, treclassi vennero addirittura ospitatenella casa di Monsignor Menna.Nel 1917, rendiconta la direttrice,“gli alunni iscritti al catechismofurono 747 e frequentanti 500, lealunne iscritte 750 e le frequentanti450”.E non mancano i riconoscimenti perla preparazione dei ragazzi e dellascuola di catechismo che il 16 settembre1920, annota l’Arici, “partecipavacon 52 alunni alla Gara CatechisticaDiocesana in occasionedel Congresso Eucaristico. Dei nostriconcorrenti 40 riportarono il primopremio, 9 il secondo e 3 il terzopremio. La Scuola veniva onoratacon una bella medaglia d’argentodono di S.S. Benedetto XV”.È strano come, dall’entrata in scenadi monsignor Menna, passi insecond’ordine, almeno nella storiadell’oratorio, la figura di MonsignorLombardi.Ma forse l’unica stranezza è da ricercarenei meandri dell’animo degliuomini, talvolta anche dei monsignori,che spesso si compiaccionodei propri meriti e gioiscono degliinsuccessi altrui. Monsignor Lombardi,“papanù” come veniva chiamatoper la sua statura non solo fisica,moriva improvvisamente l’8febbraio 1927, certamente contentonel vedere così ben avviata l’attivitàdell’oratorio che con tanti sacrificiaveva voluto.Il 28 giugno 1920 all’oratorio arrivavadon Domenico Bettari “chiamatodalla fiducia di Mons. Menna,Vicario Generale della Diocesi, a dirigerela Scuola della Dottrina CristianaMaschile e Femminile e l’Oratoriomaschile in via Trinità, sotto lesue sapienti direttive”.Ed in quell’anno veniva introdottala Messa festiva del fanciullo. Alleore 8, in santa Maria, erano convocatitutti i ragazzi dell’oratorio, controllatidai loro catechisti che prendevanobuona nota della partecipazionee dell’attenzione.Catechisti con Mons. Capretti, don Bettari e la signorina AriciDon Bettari, dunque, diede ulterioreimpulso all’oratorio ed ebbe il meritodi creare un gruppo del PiccoloClero veramente modello e di instaurareuna fattiva collaborazionetra la vita oratoriana ed il CircoloCattolico Giovanile S. Agape, preziosovivaio di catechisti ed educatori.Nel 1929, l’impareggiabile segretariadel Catechismo, la maestra Arici,presentava a Monsignor Menna,in partenza per la diocesi di Mantova,la situazione dell’oratorio.“La partecipazione al Catechismoè migliorata: gli iscritti sono saliti a1800 e si va dai bimbi e dalle bimbedella prima classe elementare aicontadini, agli operai, alle operaieed alle casalinghe, agli alunni delGinnasio e della Complementarefino agli studenti dell’Istituto. L’organizzazionesi può dire completa:registri annuali e generali per le assenze,presenze, gradi, giudizi; registriparticolari e diari per ogni insegnante,segnalazione degli assenti,tessera per gli alunni e relativa timbraturaper la presenza alla S. Messae al Catechismo, gare e premiazioniannuali”.La vita dell’oratorio proseguì senzatroppi scossoni per alcuni anni:d’altra parte il carattere autoritariodel suo direttore, don Bettari, nonavrebbe concesso altre possibilitàed il successore di monsignor Lombardi,monsignor Mario Toccabelli,rimase troppo poco tempo a Chiariper poter lasciare una profonda improntanella storia locale.L’otto giugno del 1932 fece il suoingresso a Chiari il nuovo prevosto,monsignor Enrico Capretti che rilanciala questione “Oratorio”. Eranopassati soltanto tre decenni, mala parrocchia di Chiari sentiva la necessitàdi una nuova struttura, piùadeguata ai tempi.Monsignor Capretti si guardò attornovolendo portare in centro le classidi catechismo e le sedi delle associazioni,ma i bisogni della parrocchiaerano tanti e le risorse economichepoche. Tuttavia, sul bollettinodella parrocchia del novembre1936, il prevosto annunciava: “Conil concorso di offerte e con i debiticontratti si è acquistato il fabbricato,che per molti anni fu adibito ad Asiloinfantile, intestandone la Chiesaparrocchiale. Il fabbricato compostodi varie stanze servirà principalmenteper le classi di Catechismo e perle Associazioni parrocchiali. Le speseper l’acquisto e per l’adattamentonon sono indifferenti e si confidache qualche generoso benefattore,compreso della grande utilitàdell’opera, venga in aiuto per condividereil merito del bene che si otterrànella sede dell’opera catechistica”.L’opera, costata 40.000 lire,veniva inaugurata in modo solenneil 29 novembre dello stesso annocon l’allestimento di una mostra catechisticae con la consegna di unamedaglia d’argento a 17 catechistiin servizio dal 1916. 13