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N. 2 - F ebbraio 2006 P oste Italiane S. p. A. - Parrocchia di Chiari

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sione. Sembrava parlasse dime, ma di una me di qualcheanno fa…Sono ormai divorziata e la salitada affrontare è stata dura,ricominciare da sola e con duefigli (di 2 e 5 anni) mi è costatoun notevole sforzo... cosi comeaccettare il fatto di non averepiù al fianco un marito chemi volesse bene, di aver fallitonella vita matrimoniale e divedere attorno a me solo coppiefelici. Credo però che Diomi sia sempre stato al fianco,facendomi trovare persone sullamia strada che mi hanno saputodar coraggio e mi hanno stimataper quel che sono. Oggiho un lavoro di responsabilitàe sono apprezzata, ho due figliche crescono sereni e tranquilli;nonostante la nostra situazionedi coppia, davanti aloro non c’è mai stato un litigiooppure situazioni di tensione,grazie ad uno sforzo comune,che ci ripaga ogni giorno; riescoa gestirmi in modo di esserecon loro per i compiti, per leattività sportive e non, grazieanche all’aiuto dei nonni.Le tensioni o i litigi ci sono statie continuano ad esserci… glialimenti non puntuali, gli extrache vengono contestati, le vacanzenon rispettate, le criticheper qualsiasi cosa si faccia dipropria iniziativa…A volte sono stanca, mi sembradi non aver momenti perme, c’è sempre da fare e vorreiqualcuno a cui appoggiarmi,che mi dicesse “lascia,non ti preoccupare, ci pensoio”, ma mi basta passare davantialla cameretta dei mieidue bambini e vederli dormireuno affianco all’altra per sentirmidi nuovo forte e piena dienergia. Ora so che la decisionedi non vivere un matrimoniodi facciata è stata quellagiusta, sacrificare me stessanon avrebbe giovato né a me,né ai miei figli.Una mamma separataQuesto breve racconto può aiutare i bambini a far fronte allostress da lontananza.È importante trovare un trucco per controllare il senso di incertezza;esercitando infatti una qualche forma di dominio su ciòche sfugge al proprio controllo anche l’ansia diventa controllabile.I sassolini del principeC’era una volta un re che viveva in un castello con la regina, ilprincipino suo figlio, la tata del principino, un cuoco e il giardiniere.Il principino era molto affezionato al re che, quando avevadel tempo libero, giocava col figliolo.Il re doveva occuparsi degli affari di Stato e spesso partiva percompiere dei viaggi nel proprio Paese al fine di verificare comevivevano i suoi sudditi. Il principino capiva che il suo papà avevacose importanti da fare, ma ogni volta che il re partiva lui sirattristava. Un giorno il re partì per ben quattordici giorni. Il piccolonon sapeva contare e per lui quattordici giorni erano tanti.Decise perciò di andare a cercare il suo papà.Di notte, in pigiama, silenziosamente, uscì dal castello e si ritrovònel bosco. Il bosco era buio, pieno di ombre, strani rumori efigure; il principino, spaventato e infreddolito, si accucciò ai piedidi una quercia e cominciò a piagnucolare. Lo sentì una civettache, incuriosita, gli chiese cosa fosse successo. Il principino spiegòche era in cerca del suo papà il quale era partito per un viaggiodi quattordici giorni, ma non sapendo contare non conoscevaquanto fossero lunghi quattordici giorni.La civetta procurò allora un pallottoliere, che è uno strumentoa palline che usano le civette per contare, e insegnò al principinoa contare. “Uno, due, tre… ogni pallina è un giorno. Se ognigiorno sposti una pallina da un lato e dall’altro del pallottoliere,puoi sapere i giorni che rimangono. Ogni giorno che passa c’èuna pallina di meno da una parte e una pallina in più dall’altrae mentre tu conti si avvicina il giorno del ritorno. Quando avraispostato tutte le palline, il tuo papà tornerà al castello”.Il principino imparò subito a contare fino a quattordici. Raccolsequattordici sassolini e tornò al castello; li depose in una scatolarossa e ne procurò un’altra gialla per spostare ogni giorno unsassolino in quest ’ultima. Il quattordicesimo giorno, verso sera,dall’alto di una torre vide arrivare il re.Da allora, ogni volta che il re partiva per un viaggio, il principinosi faceva dire quanti giorni sarebbe stato fuori, poi, tranquillo,senza piagnucolare, iniziava a spostare i sassolini come gli avevainsegnato la civetta… e quando nella prima scatola non c’eranopiù sassolini voleva dire che il re stava per arrivare.Chiara. L.(Tratto da Prova con una storia, di Anna Oliverio Ferraris, FabbriEditori)9

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