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N. 2 - F ebbraio 2006 P oste Italiane S. p. A. - Parrocchia di Chiari

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550° del Convento e della Chiesa di San BernardinoUn artista a SamberIl nostro convento di San Bernardinoappartiene al periodo di grandesviluppo della Regolare Osservanzain seno all’Ordine Francescano, favoritada san Bernardino in persona(1380-1444) che, da Vicario Generaledegli Osservanti, portò da venti aduecento i conventi della stessa Osservanza.Anche in Lombardia tale riformasi divulgò, avendo una propriaVicaria Osservante Milanese, differenziandosidagli altri frati francescanidetti “Conventuali”, pur sotto uncomune ed unico Ministro Provincialeper mantenere l’unità dell’Ordine.Quando Brescia, nel 1428, si staccòpoliticamente dal Ducato di Milanoe passò alla Repubblica di Venezia,nacque nel 1472 la Vicaria OsservanteBresciana, con l’approvazione diPapa Sisto IV, riconosciuta definitivamentedal Capitolo Generale di Napoli,nel 1475. Contemporaneamentesi andava affermando anche un’altrariforma francescana, quella degliAmadeiti, così chiamati dall’iniziatoreB. Amedeo Menez da Sylva, cheebbe diversi conventi nel bresciano eche durò un centinaio d’anni fino al1568, quando rientrò negli Osservanti.Risalgono a san Bernardino stessola fondazione a Brescia del Conventodei Santi Apollonio e Rocco, quelladi Aguzzano fuori “Orci Nuovi”,quella di Santa Maria degli Angeli aGardone Valtrompia e quella di Pralboino.A discepoli di san Bernardinoe nello stesso periodo sono da attribuireil Convento di San Maurizio aLovere, quello di Ghedi, di Salò, diIsola di Iseo e di Orzinuovi. In generenascono tali donazioni in seguitoall’entusiasmo per la predicazione disan Bernardino e dei suoi discepoli,alcuni raffigurati anche nella nostrachiesa, come san Giacomo dellaMarca e san Giovanni da Capestrano.Per la nostra chiesa e convento,l’occasione è stata la predicazione delPadre Bonaventura Piantanida degliOsservanti di Milano e ne fu autorizzatal’accettazione da Papa Nicolò V,con la Bolla “Inter coetera desiderabilia”del 7 giugno 1447, come recitala scritta sotto il suo ritratto sull’intradossodella porta d’entrata del primochiostro. La predicazione di PadreBonaventura Piantanida avevaportato molti frutti, quali la pace trale diverse fazioni, l’attenzione ai poverie alcune riforme in perfetta corrispondenzaai principi della giustiziae della carità cristiana. Oltre che perl’emulazione con altri paesi della diocesi,la Comunità di Chiari volle edificareil convento e la chiesa per devozioneal Santissimo Nome di Gesù,raffigurato nel monogramma bernardinianoe in ricordo di San Bernardinoche, nelle sue predicazioni a Brescia,passò anche da Chiari. Difatti,il monogramma bernardiniano dominatutta la costruzione, in una lastradi marmo bianco collocata sulfrontone della chiesa a conclusionedei lavori, durati ben nove anni trala raccolta di offerte e la muratura.Soltanto il 28 ottobre 1456 il PadreBonaventura Piantanida, diventatoVicario Provinciale, ne accoglieva laproprietà, riservandosi di continuarenella questua fino a completamentodei lavori.don Felice RizziniDa domenica 4 dicembre a domenica11 dicembre, nella Parrocchiadi San Giovanni Bosco in Brescia,accanto alla Mostra del PiccoloQuadro è stata allestita una personaledi don Piero Bettinzoli. Il gruppo“Arte e cultura salesiana”, fondatoda don Piero, ha voluto onorarein questo modo il 20° di attivitàe nello stesso tempo il suo ideatore.La motivazione fondamentaleè nata dal voler che anche lagente ordinaria, senza grandi mezzi,avesse la possibilità di gustare lebellezze dell’arte e ne potesse ornarela propria casa, cioè riscoprire la funzione educativa dell’arte. Non solovisitare mostre e monumenti, ma rendere possibile usufruire dell’arte nelproprio ambiente di vita. Don Piero ha preceduto i suoi giovani artisti conle sue diverse realizzazioni: case e cascine di una campagna impregnatadi vita solidale, scorci cittadini, fiori, finestre con fiori, paesaggi primaverili,nevicate, ecc. Tutto racconta l’adesione alla vita in una pittura sommessa,dai toni smorzati e dolci, eppure flutto palpitante e grato. Contemporaneamenteoffriva ai suoi parrocchiani la grande pittura nella chiesa,ad opera del pittore Bogani. Insieme ripensavano la storia della salvezza,operata da Gesù Cristo e ne illustravano i vari momenti: ne veniva unacerta completezza dell’educazione dell’arte; nelle case un inno alle virtùdomestiche e alla vita quotidiana, nella chiesa l’epopea delle grandiscelte di Dio per venire incontro alla povertà e fragilità umana. La genteammirava i diversi quadri, esprimendo il loro parere e giudizio. Si avevala percezione che vent’anni di educazione avevano raffinato il gusto e lacapacità di valutazione. Il nostro accompagnatore, tutto preso dalla contemplazionedelle opere di don Piero, ci ha messo in rilievo la sua sceltaanti-retorica, attraverso una luce che si frantuma sulle cose, sull’ambientein nome di una dignità umile, in una pace veramente fraterna. E ha concluso:“La pittura pare concepita da don Piero come difesa di un patrimoniodi sentimenti, di affetti e di relazioni da conservare nel gusto del veroe del bello, nel grembo della natura e del focolare domestico”.D.F.R.21

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