Incredibile ma vero. Me lo raccontavalui, il mio amico don Bruno Pelati,cappellano nell’Ospedale civileper molti anni. Mentre visitava gli ammalati,una donna gli si fece incontroe gli chiese con semplicità e tantafede (povera fede, dov’è finita!!):“Don Bruno, sarebbe tanto gentile diaccendermi una candela alla Madonna?”“Perché?” le risponde Don Bruno.“Perché domani devo subire unintervento per aborto”. “Ma scherza?”le replica sorpreso, irritato e scandalizzatodon Bruno, che di solito erasempre molto gentile, mite, arrendevolecon tutti. “Ma dice sul serio? Masa che cosa mi domanda? Non è unagrazia che chiederebbe alla Madonna,ma una disgrazia, un delitto, masi rende conto?”. Ma quella poveradonna rimase persino male del rifiutodi don Bruno e neppure si convinsedella gravità della cosa. Ma tanti oggiignorano la gravità dell’infanticidioche è l’aborto volontariamente e liberamenteprocurato. L’aborto non èche un autentico omicidio, è una uccisionediretta dell’innocente, di unapersona, la più debole, la più indifesache si possa immaginare. L’abortoè un vero omicidio, il più abominevole,il più vigliacco, barbaro, essendocompiuto a danno di chi è del tuttoincapace di difendersi. È il peccatopiù grave contro il quinto comandamento(non uccidere) che nessunopuò violare e che nessuno può permetteredi violare, nessun uomo, nessunaautorità umana, nessuna scienza,nessun medico, per nessun motivo,né eugenetico, né sociale, né economico,né terapeutico, né per voleredel padre, né della madre, nessuno,nessuno, nessuno. Ma qualcunopuò obiettare che la legge lo permette.Purtroppo! Il governo, per volontàa cura di don DavideDon Bruno, per favore, mi accenda unacandela perché il mio aborto riesca benedel popolo, per quel 62% che ha dettosì all’abrogazione della legge chelo proibiva, ha emanato quella iniqualegge permissiva dell’aborto, una leggeche grida continuamente vendettaal cospetto di Dio come il peccato diCaino. Nella campagna elettorale siandava affermando che in certi casi,pochi in verità, era giusto permetterel’aborto. Quei casi dipendevano tuttidalla libera scelta della madre o delpadre, e da pochi sono diventati moltissimi.In vent’anni se ne sono fattiun miliardo e quattrocento mila intutto il mondo, 70 milioni all’anno. InItalia dai 300 ai 400 mila all’anno. AChiari all’Ospedale se ne fanno molti.Non so quanti, ma è stato pubblicatodalla stampa che se ne fanno piùche in altri Ospedali di tutta la Lombardia.Bel primato!!! Orrore!!! Qualcunoafferma che in certi casi eccezionalil’aborto è permesso, anzi doveroso.Per esempio, quali?Quando si dovrebbe sacrificare il figlioper salvare la madre. Quando siponesse il tragico dilemma o il figlioo la madre. Nessun dubbio che deveessere la madre a sacrificarsi per il figlio,e non viceversa, perché i genitorisono per i figli e non viceversa.D’altra parte, tra un adulto che ha giàvissuto e un nascituro che incominciaa vivere, il diritto della vita sembraspettare proprio più a questo chea quello. Inoltre se autorizziamo lamadre a uccidere suo figlio prima chenasca, perché non la autorizzeremmo,in caso di qualche difficoltà, peresempio in caso di estrema miseria, aucciderlo appena nato, o dopo qualchemese, o dopo qualche anno?In un caso in cui se non si intervenisse,ambedue, madre e figlio morirebbero,anche qui bisogna dare laprecedenza al figlio, il più debole, coluiche ha più diritto a vivere più dellamamma, che ha già vissuto il suotempo. Qui deve primeggiare la leggedell’amore. Tra due amanti sincerinessuno desidererebbe e sceglierebbela morte dell’altro per salvare sestesso. C’è da dire inoltre che in questitempi i casi dell’aborto terapeuticosono diminuiti quasi del tutto, in graziadella scienza medica che ha raggiuntoaltissimi gradi di progresso.Purtroppo la scienza ha scoperto mezzidi aborto sofisticati, come la pillolaabortiva RU 486, la pillola del giornodopo, che causa un aborto cosiddettochimico, senza intervenire chirurgicamentein ospedale. Ma anche questorimane un abominevole infanticidio.Ma com’è possibile? Si chiede qualcuno.Si tratta di espellere un sempliceembrione, che non è ancora unuomo. Si tratta di una semplice cellula.Invece quella cellula, detta anchezigote, è già un uomo, perfettamentee potenzialmente programmata. Lascienza vera l’ha riconosciuto e affermatochiaramente.Il Papa BenedettoXVI, mille volte benedetto, nel discorsocatechetico tenuto mercoledì28 dicembre scorso, ha mirabilmenteaffermato:“Nell’embrione Dio vedel’uomo, vede già tutto il futuro dellapiccola creatura umana. Nel librodella vita del Signore, già sono iscrittii giorni che quella creatura vivrà ecolmerà di opere durante la sua esistenzaterrena. È un prodigio tutto divino”.Questa solenne dichiarazionel’ha dedotta dal salmo 138, autenticaparola di Dio. Che cosa si vuole dipiù? Attenzione però alla pillola RU486, che gli scienziati, specialmenteamericani, hanno dichiarato pericolosissimaalla salute e ne hanno dato607 controindicazioni.Per l’amor di Dio che da nessunasia praticata. La legge che permettel’aborto è e rimane iniqua e abominevolee la Chiesa condanna severamentecon la scomunica chi procuraliberamente e direttamente l’abortoe condanna pure chi lo consigliae lo realizza. E guai a quei legislatoriche hanno fatto quella legge infanticidae guai anche a coloro che hannovotato per essa al referendum. MadreTeresa di Calcutta ha detto: “Se sipermette alle mamme di uccidere ingrembo il loro bambino a chi si potràvietare di uccidere?!? Caro don Bruno,prega per noi. 26
Chiari, 10 gennaio 2006Gentilissimo don Rosario,siamo un numeroso gruppo didipendenti della Gnutti di Chiarie anche parrocchiani di Chiari.Le scriviamo in riferimento all’articolocomparso sul suo bollettinoUn futuro per i nostri bambinia cura di Luciano Cinquini.Riteniamo offensivo tale articolonei confronti di chi come noiha passato la vita all’interno dellostabilimento in questione lavorandodalla mattina alla sera permantenere i nostri figli agli studi equindi garantire a loro un futuro.Probabilmente il signor Cinquininon ha mai provato a lavorarein fonderia e dovrebbe primadi parlare a nome della comunitàparrocchiale perlomeno venire avisitare l’ambiente dove noi lavoriamoda molti anni. Non siamoa difendere il signor Gnutti ma citeniamo a protestare nei confrontidi un “bollettino parrocchiale”che dà spazio a questi interventifalsi e privi di fondamentoscientifico altrimenti non ci spiegheremmose la situazione è cosìpreoccupante come denunciatodal giornalista perché le istituzionichiamate in causa dallo stessonon hanno ancora provveduto aporre dei rimedi.Noi che ci lavoriamo quotidianamentecome tanti altri possiamodire che da parte della direzioneaziendale sono stati fatti continuiinvestimenti per migliorare tuttoquello che la tecnologia attualeconsente senza risparmio di impegnoe di risorse economiche.Noi intendiamo con questo scrittodifendere il nostro diritto a unposto di lavoro e ci sembra stranoche “la Parrocchia di Chiari sisia sentita in dovere di fare chiarezza”mettendo in discussione ilfuturo dei nostri figli.Le chiediamo se questa è caritàcristiana. Sarebbe opportunoche Lei invitasse il sig. Cinquinia provare se non l’ha maifatto nella sua vita a sporcarsi lemani nel lavorare e non nell’usaresolo la penna e l’inchiostro. Ciaspettiamo da parte sua se nonuna smentita una presa di posizionein merito in quanto riteniamoche sia un nostro diritto continuarea riconoscerci nella Parrocchiadi Chiari che frequentiamoe in cui viviamo e cresciamo inostri figli. Ci scusiamo se le siamosembrati scortesi ma ci credale parole lette hanno contribuitoa creare tanta angoscia nei nostrianimi.Un gruppodi dipendenti della GnuttiPubblichiamo questa lettera – facendoun’eccezione alla nostraregola di cestinare gli scritti senzafirma riconoscibile - e anche se ècarica di insulti e minacce più chedi argomentazioni La pubblichiamointegralmente perché ci offrel’occasione di tornare sull’argomentoche ci sta a cuore.Con qualche puntualizzazione:1. Non abbiamo mai chiesto néproposto la chiusura della Gnutti,ma solamente abbiamo richiamatol’attenzione su un tema cheda qualche tempo è al centro dellepreoccupazioni di tutta la cittadinanzae dell’Amministrazionecomunale.2. Siamo convinti che il lavorosia un valore preziosissimo(lo rispettiamo e vorremmo fossesempre rispettato: non sgobbasolo chi sta in fonderia…),ma siamo convinti che la salutenon sia meno preziosa e crediamoche entrambi, lavoro e salute,possano essere difesi senza sacrificarela seconda al primo.3. Il tema della tutela della salutee dell’ambiente è in continuaevoluzione: quello che avremmotollerato dieci anni fa oggi nonlo accettiamo più se scopriamoche mette a rischio la qualità dellanostra vita. Così è anche perla Gnutti: non a caso l’aziendastessa continua a migliorare l’impattoambientale delle sue strutture.L’attenzione collettiva suitemi ambientali non è un’offesaagli imprenditori o una insensatavoglia di mettere a rischio il postodi lavoro dei dipendenti, maun diritto-dovere dei cittadini.Con queste motivazioni è statoorganizzato il dibattito cui l’articolofaceva riferimento e al quale,fra l’altro, era presente un belgruppo di dipendenti della stessaGnutti. Non è una “stranezza” daparte della Parrocchia di Chiari,visto che al tavolo dei relatorisedeva anche il delegato del Vescovoper i temi della difesa dellanatura e dell’ambiente.4. La Parrocchia, infine, non è unpartito, un club o un’associazionealla quale si aderisce finchédice e sostiene quello che ci fapersonalmente comodo. È, invece,una comunità viva, che al suointerno dà voce a sensibilità diverse,che si prende cura di ogniaspetto della vita dei suoi membri,che si preoccupa del futurodei suoi figli. È cellula vitale dellaChiesa e gli elementi in cui siriconosce sono la Fede e la Grazia,Cristo e il suo messaggio disalvezza. Che si incarnano anchenella tutela della vita quotidianadi ogni persona.E questa è carità cristiana.La redazione27