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In copertina - artantis.it

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DA VEDERE<br />

ClaudiaGiraudo<br />

CiroPalumbo<br />

Il Cerchio e il Circo<br />

“dell’Amore, dell’Armonia, del Femminile, dell’Universo”<br />

di Alberto D’Atanasio<br />

ARTA ntis.info<br />

6<br />

“Il Circo”, disse un vecchio che ci aveva vissuto da quanto<br />

era nato, “non è mai soltanto esibizione”, alzava gli occhi<br />

come a guardare qualcosa oltre il tendone e io lo guardavo,<br />

poi riprendeva: “il Circo è magia. Rappresentazione<br />

e raffigurazione è una guerra contro il male perché poi a<br />

vincere siano gli spettatori di ogni età sia bimbi che vecchi<br />

perché quando si entra da quella porta il tempo si fermi”.<br />

È da questo prologo di racconto che inizia la mostra<br />

in cui Claudia Giraudo e Ciro Palumbo espongono le loro<br />

opere. Non si darà figura soltanto ai personaggi tipici della<br />

vita e l’arte circense, attraverso loro si entrerà nel mistero<br />

di questa realtà antica e magnifica, dove tornano ad avere<br />

ragione di esistere termini come il fulgore, il fantastico,<br />

lo spettacolare, e le emozioni, le sensazioni e i sentimenti si<br />

rinnovano, il tempo davvero si ferma e il bimbo trova il coraggio<br />

dell’adulto e la sapienza del vecchio, e questi torna<br />

a commuoversi come un bimbo e l’adulto s’innamora e entrambi<br />

tornano a far sospirare il cuore. Le opere di Claudia<br />

Giraudo e quelle di Ciro Palumbo sono sintesi di cose viste<br />

nell’immaginario, di realtà scrutate nei ricordi e nei sogni,<br />

sono soprattutto scintilla che muove quell’universo di sentimenti,<br />

sensazioni ed emozioni che il circo suscita. Questi<br />

due artisti non descrivono gli eroi dell’arena, né l’uomo che<br />

vola sul trapezio e neppure il domatore, ciò che loro realizzano<br />

è il dar corpo e immagine alla sensazione, al sentimento<br />

che il circo rimanda prima ancora che lo spettacolo<br />

abbia inizio e poi dopo che lo spettacolo è terminato. La<br />

filosofia che mosse il surrealismo cui è evidente si ispiri, anche<br />

se in parte, la Giraudo e la filosofia che invece è alla<br />

base della metafisica, soprattutto “saviniana”, a cui è invece<br />

più ispirato Palumbo in questa esposizione sono fuse e<br />

superate. Claudia esclude ogni controllo esercitato dalla<br />

ragione ed è indubbio che ciò che dipinge è l’essenza vera<br />

del funzionamento reale del pensiero, ma i suoi rimandi a<br />

iconografie rinascimentali hanno un’armonia precisa come<br />

pure i simboli che le sue figure recano con l’aura dell’icona<br />

che deve lasciare un monito a chi guarda. Se i surrealisti<br />

ispirati da Breton escludevano “ogni preoccupazione estetica<br />

o morale” in Claudia Giraudo questa preoccupazione<br />

si risolve in figure che hanno il fascino delle illustrazioni delle<br />

favole che prima dell’avvento, su larga scala, dei mezzi di<br />

comunicazione di massa hanno permesso che si formasse<br />

la coscienza emotiva dell’uomo del XX secolo. Le sue giovani<br />

fanciulle hanno lo sguardo di chi sta ricordando fatti e<br />

sogni che hanno lasciato l’incanto nella realtà e ora il reale<br />

non può tornare quello che era prima. Claudia Giraudo<br />

vive l’entusiasmo dell’adolescente perpetuo, e il circo con<br />

i suoi spettacoli è lo spazio che permette di esorcizzare il<br />

Ciro Palumbo<br />

Enigmi, 2011<br />

olio su tela, cm 100x100<br />

Claudia Giraudo<br />

Piccola circense notturna, 2011<br />

olio su tela, cm 60x50<br />

Claudia Giraudo<br />

L’impossibile diventa possibile, 2011<br />

olio su tela, cm 120x100<br />

mostro antico che si traveste da Crono e fagocita sogni e<br />

speranze e ci regala in cambio la malinconica tunica dei<br />

disillusi. Così i suoi giovani diventano personaggi che hanno<br />

visto il circo e hanno l’aura di chi è stato emozionato. E non<br />

è un’emozione passeggera quella che Giraudo dipinge<br />

con un talento assoluto, gli occhi dimostrano che è rimasto<br />

un sentimento che ha coinvolto nel profondo tant’è che<br />

le figure giocano con ninnoli e animali esotici. E non serve<br />

sapere se il fenicottero è lì davvero o è invece produzione<br />

del sogno della ragazza che lo tiene, ciò che serve è che<br />

la realtà sia capovolta e che un mondo nuovo sia dal circo<br />

uscito fuori per rendere nuovo questo che viviamo nel reale.<br />

Le ragazze di Claudia Giraudo giocano ancora come se<br />

nel pensiero tutto possa ricorrere e ritornare, without space<br />

neither time. È lo stesso stupore dell’epifania dei Re Maghi<br />

e di chi credeva che a Natale tutto potesse cambiare in<br />

meglio, come quando la neve se ne andava e si pensava<br />

che potesse lasciare il mondo diverso. Claudia ci viene a<br />

raccontare che non è vero che i miracoli non accadono<br />

più, è piuttosto l’uomo che smettendo di crederci ha escluso<br />

che certe energie possano intervenire nella realtà empirica.<br />

Se il surrealismo necessitava di un pensiero puro scevro<br />

da qualsiasi condizionamento derivante dalla ragione,<br />

Claudia riscopre la ragione dei sentimenti e la sua pittura si<br />

riveste di sogno che nel circo e nella pittura diviene realtà.<br />

Per Ciro Palumbo l’esperienza del circo passa attraverso<br />

un’estetica mediata dalla metafisica e quindi da un palcoscenico<br />

misurato che per De Chirico e Savinio era piazza<br />

e radura dove l’immaginario diveniva mistero e si manifestava<br />

agli spettatori che rimanevano attoniti e stupiti, ma<br />

al di qua del palco in una ipotetica platea. Quasi che il<br />

quadro diventi una sorta di boccascena dove prima o poi<br />

il sipario calerà senza alcun preavviso chiudendo la visuale<br />

su una dimensione paradossale. Così il tendone del circo<br />

nelle opere di Palumbo diviene isola e scenario allo stesso<br />

tempo e dentro c’è un Parnaso dove Apollo e le Muse sono<br />

ormai via lasciando un paesaggio che ha lo stesso incanto<br />

delle ragazze di Claudia Giraudo. E le rappresentazioni<br />

ambigue e paradossali che quest’artista descrive sono più<br />

Ciro Palumbo<br />

Difficili viaggi, 2011<br />

olio su tela, cm 70x80<br />

elementi della metafisica, non usa la realtà per porsi al di<br />

fuori di essa, quest’artista usa gli oggetti della memoria perché<br />

l’osservatore abbia a ricordare; e nell’esercizio magico<br />

del tempo che ritorna il circo, nelle opere di Palumbo,<br />

ricompone il mosaico delle età e ci riscopriamo bambini e<br />

poi adulti e ancora vecchi, quasi che nel tendone tutto sia<br />

possibile e ancora il cielo viene a sposarsi con la terrà e le<br />

stelle fluttuano in uno spazio che non è fisico ma diviene<br />

essenza del cosmo. Così il circo diviene il luogo dove si materializza<br />

il desiderio divenendo realtà e la paura si supera<br />

con il desiderio che diviene speranza. Se in Savinio i quadri<br />

raffigurano oggetti e forme riconoscibili, collocati in spazi<br />

ben definiti dal punto di vista architettonico, in Palumbo gli<br />

oggetti sono tramite tra spazio e tempo così che l’osservatore<br />

possa percepire il continuum dell’opera e il riecheggiare<br />

poetico dei ricordi. Ma se i vari elementi nelle opere<br />

della metafisica apparivano combinati in maniera assurda,<br />

apparentemente senza nessi tra loro. Nelle opere di Ciro<br />

Palumbo gli oggetti hanno la stessa dignità e l’essenza stessa<br />

dei sogni. Così ci appaiono le sue opere, come eterni<br />

palcoscenici che aspettano noi che guardiamo perché<br />

possiamo ancora provare lo stupore così da commuoverci<br />

e guarire un cuore piagato dal pragmatismo commerciale,<br />

mercantile moderno. Nelle opere di Palumbo la persona<br />

esiste in quanto capace di sognare, sperare oltre che pensare.<br />

Non è solo una mostra quella di Palumbo e Giraudo, è<br />

piuttosto un percorso a ritroso come si prendesse la rincorsa<br />

per poi venire sparati nel futuro con la gioia di chi si scopre<br />

capace di godere di una cosa nuova e bellissima. Con lo<br />

sguardo sognante e il cuore impavido così come farebbe<br />

un eroe o un bambino, sparati fuori dal tendone del circo<br />

come la donna cannone. Venghino signori, venghino lo<br />

spettacolo sta per iniziare.<br />

dal 25 giugno al 15 luglio 2011<br />

Chiostro di Santa Caterina<br />

Finalborgo - 17024 Finale Ligure (SV)<br />

www.palumbociro.it<br />

ARTA ntis.info<br />

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