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Franz Rosenzweig

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del pensiero in F. <strong>Rosenzweig</strong> e W. Benjamin: l’als ob di matrice kantiana e<br />

l’als ob nicht di ascendenza paolina. Entrambi i costrutti si fanno portatori,<br />

nella lingua tedesca, di un pensiero ipotetico, espresso nel modo verbale<br />

del congiuntivo. Se in Kant la modalità congiuntiva, nei modi dell’als ob,<br />

rappresenta la struttura trascendentale del conoscere, è possibile porre<br />

per contrasto, come modalità del pensiero post-kantiano e anti-idealistico,<br />

una riformulazione in chiave negativa e disgiuntiva dello stesso paradigma<br />

discorsivo. Sarebbe dunque l’als ob nicht, costrutto riformulato da Heidegger<br />

sull’ὡς μὴ paolino, una delle cifre del pensiero contemporaneo dove è<br />

evidente la componente ebraico-messianica. Su questa direttrice, la relazione<br />

intende discutere la presenza dei due costrutti e il trascorrere dell’uno<br />

nell’altro nella Stella della redenzione, specie in riferimento al concetto di<br />

Erfahrung, e negli scritti della prima produzione benjaminiana, in particolare<br />

il Frammento teologico-politico, dove l’evento messianico si pone nei termini<br />

di una relazione disgiuntiva.<br />

– Sofia Adami, La lettera errante. <strong>Rosenzweig</strong>, Taubes e il tema<br />

dell´“ostinazione” ebraica<br />

In The Issue Between Judaism and Christianity, Taubes accusa <strong>Rosenzweig</strong><br />

di aver ritratto un ebraismo la cui vocazione coincide con il calco in negativo<br />

della missione cristiana: l’eternità in cui Israele viene chiamato a restare non<br />

è che sottrazione a una Storia definita dalla salvezza che Israele rifiuta. La<br />

posizione critica che i primogeniti occupano in virtù del loro rifiuto costituisce<br />

il punto in cui il progetto di Taubes s’innesta su quello di <strong>Rosenzweig</strong> e la<br />

leva che gli consente di rovesciarlo. Orchestrando una trama di persistenze<br />

e distanze che qui intendo ricostruire, Taubes individua nella permanenza<br />

metastorica del sangue ebraico la chiave di un’elezione che si compie nel<br />

momento in cui si trasforma in esilio: poiché nega lo Spirito – facendosi<br />

scandalo – ma continua a essere amato «a causa dei Padri», il popolo eletto<br />

testimonia il mistero di un Dio che rivela nell’amore per chi gli è nemico la<br />

propria irriducibilità all’ordine razionale del Politico.<br />

– Mariangela Caporale, Lo specifico senso messianico della gnoseologia<br />

di <strong>Rosenzweig</strong><br />

La mia relazione è costruita intorno alla ‘congiunzione’ di vita e verità, alla<br />

luce della quale è possibile costruire la novità dell’esperienza conoscitiva,<br />

che orienta il pensiero nel verso messianico proprio della gnoseologia di<br />

<strong>Rosenzweig</strong>. La congiunzione di vita e verità spiega l’appello testimoniale<br />

e lo statuto dialogico del pensiero capace di rivelazione: è il pensiero a cui<br />

è affidata l’esperienza dell’accadere tra loro di Dio, del mondo e dell’uomo,<br />

esperienza che poi consegna all’agire umano l’avvenire della rivelazione<br />

stessa. È questo il tempo, cioè, della realtà della relazione tra Dio, l’uomo e il<br />

mondo, il tempo della fraternità.<br />

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