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In questi rapporti di cooperazione che devono stringersi al più presto, è auspicabile<br />
l’intervento anche del datore di lavoro, nei casi necessari, come avviene nell’esperienza<br />
finlandese della Insurance <strong>Re</strong>habilitation Association, già citata, che sta persino<br />
ipotizzando, per favorire il collegamento fra tutte le parti, la realizzazione di un servizio<br />
extranet col quale trasferire elettronicamente i dati e le informazioni su una linea protetta<br />
e sicura.<br />
Il primo passo è istituire strutture di consulenza indipendenti dall’assicurazione per gestire<br />
il danno al posto delle compagnie e per coordinare le diverse esigenze delle parti.<br />
E’ auspicabile altresì promuovere associazioni di assicuratori, riassicuratori, medici, legali<br />
e rappresentanti dei consumatori con la funzione di elaborare codici deontologici, lanciare<br />
iniziative e monitorare i processi e i risultati progressivamente raggiunti. In questo modo<br />
si realizzerebbe un clima di serenità in cui più facilmente si inserirebbe l’attività della<br />
struttura di consulenza riabilitativa.<br />
Si verrebbe così a determinare, anche nel nostro Paese, una piccola “rivoluzione<br />
copernicana” che mette al centro il danneggiato, e la tanto auspicata gestione attiva,<br />
economicamente corretta ed etica dei sinistri verrebbe attuata. L’ attività della compagnia<br />
assicurativa non verrebbe in tal modo più percepita come rivolta a risarcire l’assicurato il<br />
“meno” possibile ma a farlo guarire il “meglio” possibile. In tal modo, quasi<br />
magicamente, l’utilità sociale e il profitto economico verrebbero a coincidere. Anzi<br />
l’assicuratore avrebbe contribuito in prima persona a realizzare anche da noi quel<br />
progresso civile che abbiamo già evidenziato essere sotteso ai successi riabilitativi delle<br />
nazioni europee più avanzate.<br />
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