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DE SOCIETATE JESU - Georgetown University

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zio, titoli in rosso e nero. Legatura mezza pergamena coeva, guasti al dorso. Bruniture diffuse<br />

ma leggere. Buon esemplare, con ex-libris ed etichetta di Giorgio Enrico Levi (motto:<br />

“Armi e Duelli”), autore, insieme col Gelli, della “Bibliografia del Duello”. (5082)<br />

Prima edizione di questo celebre manuale di controversie teologiche legato alle dispute di quegli anni<br />

in particolare con i Calvinisti, fortemente osteggiati dall’Autore. É forse l’opera più nota del gesuita<br />

Martinus Becanus (1563-1624), al secolo Schellekens, di nazione olandese e poi viennese di adozione;<br />

infatti dopo vari cicli di insegnamento in Germania fu chiamato stabilmente alla corte imperiale<br />

come professore e consigliere spirituale di Ferdinando II; in questa veste si adoprò anche presso la<br />

Santa Sede per giustificare l’operato tollerante dell’Imperatore nei confronti delle confessioni protestanti<br />

in merito alla applicazione della Confessio Augustana in Austria. La diffusione di questo testo<br />

indusse alla pubblicazione, nei paesi protestanti, di molti scritti intitolati Antibecanus. Qui si spazia<br />

su tutti gli argomenti, dal celibato ai Sacramenti, dalla Grazia alla Predestinazione, al Battesimo, agli<br />

Esorcismi, all’Anticristo, e soprattutto ai rapporti con gli “eretici”, e in particolare al comportamento<br />

del governo politico nei confronti delle confessioni protestanti. L’ultima controversia riguarda il<br />

tema An Duellum sit licitum, e certamente per tale motivo il nostro esemplare entrò a far parte della<br />

collezione di libri sul Duello di G. E. Levi. De Backer-Sommervogel, I/1107, n. 49.<br />

BELLARMINO CONTRO LA CHIESA ANGLICANA<br />

134. BELLARMINO Roberto, Santo - Apologia Roberti S.R.E. Cardinalis Bellarmini,<br />

pro Responsione sua ad Librum Iacobi Magni Britanniae Regis, cuius Titulus est, Triplici<br />

Nodo Triplex cuneus; in qua Apologia refellitur Praefatio Monitoria Regis eiusdem.<br />

Accessit eadem ipsa Responsio iterum recusa, quae sub nomine Matthaei Torti anno superiore<br />

prodierat. Roma, Bartolomneo Zanetti, 1609.<br />

In-4° (22 x 16), pp. (8)+254+(2), con impresa della Compagnia di Gesù al frontespizio.<br />

Legatura piena pergamena coeva. Timbro di biblioteca estinta al frontespizio., macchia<br />

d’umido ai primi ff., ma buon esemplare. (5075)<br />

Prima edizione di quest’opera del cardinal Bellarmino, che si inserisce nella lunga polemica con la<br />

Chiesa Anglicana nata dalla pretesa di re Giacomo I d’Inghilterra di imporre il giuramento di fedeltà<br />

ai sudditi cattolici, presentandosi come investito dal diritto divino. Il monarca inglese si rivolse<br />

anche all’Imperatore Rodolfo II, sempre presentandosi nella dedicatoria come “defensor Fidei”.<br />

Nella polemica si inserì anche William Barclay col suo De Potestate Papae (1609). La presente opera,<br />

sostanzialmente autoapologetica, prende spunto proprio dai titoli divini che accampava Giacomo I<br />

per demolirne la validità (cfr. Enciclopedia Cattolica, X/p. 1044). De Backer-Sommervogel, I/1211,<br />

n. 26.<br />

135. BELLARMINO Roberto, Santo - Explanatio in Psalmos. Auctore Roberto Bellarmino<br />

ex. Soc. Iesu, S.R.E. Tit. Sanctae Mariae in Via Presytero Cardinali. Recens<br />

impressa. Coloniae, Sumpt. Bernardi Gualtieri, 1611.<br />

In-4° (20 x 16), pp. (16)+847+(21) di Indici. Bel frontespizio inciso su rame con figure<br />

allegoriche e titolo racchiuso entro colonne; in alto Impresa della Compagnia di Gesù.<br />

Legatura coeva in piena pelle di scrofa su tavoletta con ricche impressioni a secco, borchie<br />

metalliche mancanti, tagli colorati. Esemplare brunito per la qualità della carta e dell’inchiostro,<br />

un timbro di biblioteca estinta al frontespizio, ma buon esemplare nel complesso.<br />

(5076)<br />

Edizione apparentemente di poco successiva alla prima romana del 1611 (anche se la data riportata<br />

nel colophon non è quella del 1611 del frontespizio, bensì quella del 1613), della più importante<br />

opera di carattere esegetico del grande teologo gesuita, poi Santo, Roberto Bellarmino (1542-1621),<br />

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