DE SOCIETATE JESU - Georgetown University
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Manoscritto in-4° (29 x 199) di pp. (40). Broch. muta posticcia. (5031)<br />
Sotto le vesti di una dissertazione di carattere linguistico, questa lettera satirica circolò prima in<br />
forma manoscritta e fu poi data alle stampe nel 1751, nell’immaginario luogo di Cosmopoli. Viene<br />
attribuita comunemente al padre Gio. Lorenzo Berti, agostiniano, ma l’attribuzione è smentita<br />
dal Melzi, I/478, sulla scorta del Mazzuchelli e di altri autori. Essa prende di mira soprattutto la<br />
Compagnia di Gesù, accusandola tra l’altro di usare il confessionale per avvicinare le donne ricche<br />
e preferibilmente avvenenti, e più in generale, come diremmo oggi, di trasformismo camaleontico:<br />
i Gesuiti sarebbero “secondo il bisogno, ora zelanti predicatori, ora moralisti rilassati, ora scolastici<br />
litigiosi, ora Macchiavellisti, ora apparentemente Cristiani, e ora manifestamente idolatri. Anche<br />
l’abito loro, come quello degli istrioni, e de’ ciurmadori, frequentemente si cambia” (compreso l’abito<br />
da Mandarino cinese). Il Gesuita viene poi equiparato al Nibbio per la sua rapacità. Chiunque sia<br />
l’autore di queste invettive, riconducibili al mondo degli eruditi toscani, il testo è la dimostrazione<br />
del diffuso sentimento antigesuitico allora crescente.<br />
139. BI<strong>DE</strong>RMANN Jakob - Epigrammata Libri Tres. Milano, Pacifico Ponzio e Giovanni<br />
Battista Piccaleo, 1621.<br />
In-12° (14 x 8), pp. 204+11. Legatura piena pergamena coeva. Un timbro di biblioteca<br />
estinta al frontespizio, un guasto al margine bianco dell’ultima carta, ma buon esemplare.<br />
(5309)<br />
Edizione milanese, dedicata dallo stampatore ad Alesandro Panigarola, di questi epigrammi di argomento<br />
sacro, apparsi per la prima volta a Dilingen nel 1620. Jakob Bidermann (1578-1639), gesuita<br />
tedesco di vasta cultura, fu letterato, teologo e valente latinista. Insegnò a Dilingen e a Monaco, e poi<br />
si trasferì a Roma ove fu anche addetto alla censura libraria. Fu tra gli iniziatori del teatro gesuitico<br />
barocco, con i suoi Ludi Teatrales, apparsi postumi. Cfr. De Backer-Sommervogel, vol. II/col. 1447,<br />
n. 17.<br />
140. BIROTTEAU, A.P.N. - I Gesuiti in Francia. Venezia, Tip. Commercio, 1830.<br />
In-8° picc. (20 x 13), pp. (4)+216. Broch. editoriale stampata. (4946)<br />
Versione italiana dell’opera apparsa a Parigi nel 1826 col titolo L’Anti-Montlosier, ou les Jésuites defendus,<br />
justifiés et vengès des attaques de leurs ennemis. In polemica col Montlosier l’autore traccia una storia<br />
dettagliata della Compagnia di Gesù in Francia dalle origini alla sua soppressione, difendendone<br />
il ruolo svolto per oltre due secoli sia nel campo religioso sia nel campo più vasto della cultura. Al<br />
termine sono riportate le bolle papali e gli editti di ristabilimento della Compagnia dopo il 1814.<br />
141. BONANNI Filippo - Trattato sopra la Vernice detta comunemente Cinese in risposta<br />
data all’Ill.mo Sig. Abate Gualtieri... e presentato in Stampa all’Ill.mo, ed Ecc.mo<br />
Sig. Marchese de Abrantes stato Ambasciatore in Roma della Maestà di Giovanni V. Re di<br />
Portogallo. Roma, per Giorgio Placho Intagliatore, e Gettatore di Caratteri, presso S. Marco,<br />
(1720).<br />
In-8° piccolo (17 x 11), pp. 16+142+(2), con 4 tavv. in rame fuori testo. Leg. mezza pelle<br />
più recente di imitazione settecentesca, dorso ornato. Fioriture diffuse. (5635)<br />
Prima edizione di questo trattatello del gesuita romano Filippo Bonanni (1638-1725), illustre<br />
naturalista ed erudito, conservatore del Museo Kircheriano e rettore del Collegio Maronita. Vi<br />
si descrivono la composizione e la lavorazione della vernice detta “chinese” ovvero gomma lacca,<br />
conosciuta in Europa attraverso la divulgazione che ne fecero i missionari gesuiti in Cina alla fine del<br />
sec. XVI e poi soprattutto grazie alle opere di padre Athanasius Kircher, impiegata poi largamente<br />
nelle arti applicate e in particolare alla laccatura dei mobili. Le tavv. in rame illustrano alambicchi<br />
e fornelli per la sua preparazione. De Backer-Sommervogel, II/col. 382, n. 12; Duveen, p. 88 (cita la<br />
trad. tedesca).<br />
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