DE SOCIETATE JESU - Georgetown University
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Edizione definitiva, corredata di varie aggiunte e dell’Appendix, di quest’opera del gesuita spagnolo<br />
che fece tanto discutere, scatenando la polemica tra Domenicani e Gesuiti, e la divisione tra tomisti<br />
e molinisti. Nel secolo successivo il termine “molinismo” venne impiegato dai Giansenisti contro<br />
i loro avversari, e acquistò un significato spregiativo ingiustificato. “C’est cet ouvrage qui fit naître<br />
les disputes sur la grace... Les Dominicains soutinrent thèses sur thèses pour foudroyer le nouveaux<br />
système. Le cardinal de Quiroga, grand Inquisiteur d’Espagne, fatigué de ces querelles, le porta<br />
au tribunal de Clément VIII, qui forma, en 1597, pour les terminer, la célèbre Congrégation De<br />
Auxiliis; mais... il ne fut rien de décidé. Paul V... se contenta de donner un décret, en 1607, par le<br />
quel il permit aux deux écoles d’enseigner leurs sentiments, et leur défendit de se censurer mutuellement”<br />
(Feller).<br />
Louis de Molina (1536-1600), grande teologo gesuita originario di Cuenca, insegnò per un ventennio<br />
a Ebora, e fu infine chiamato a Madrid per insegnarvi teologia morale. Con quest’opera aveva<br />
cercato di conciliare la teoria della Grazia e della Predisposizione con quella del libero arbitrio. La<br />
prima edizione apparve a Lisbona nel 1588, e scatenò polemiche assolutamente inattese. Il cardinale<br />
Alberto d’Austria ne proibì la vendita, e la fece esaminare da vari censori; dopo aver rischiato<br />
di essere messa all’Indice, ne fu poi autorizzata la ristampa solo con l’aggiunta di una Appendice<br />
esplicativa. L’edizione “autorizzata” fu quindi a tutti gli effetti quella di Anversa. La nostra edizione,<br />
pur citata da tutti i repertori come datata 1595, sulla base dell’indicazione del frontespizio, a noi<br />
pare, per le caratteristiche tipografiche, edizione dei primi anni del sec. XVIII, e non a caso contiene<br />
la dicitura: “Iuxta exemplar Antverpiae”, ma la particolarità non è segnalata dai bibliografi. Palau,<br />
IX/n. 174587 (la indica come terza edizione); De Backer-Sommervogel, V/col. 1669; Enciclopedia<br />
Cattolica, VIII/n. 1222.<br />
202. MONITA SECRETA - Istruzione secreta dei Gesuiti. Genova, Libreria Moderna,<br />
1902.<br />
In-8° picc. (18 x 12), pp. 87+48 di catalogo dell’Editore. Broch. editoriale stampata.<br />
(4959)<br />
Celebre scritto apocrifo, apparso per la prima volta nel 1617, attribuito con formula dubitativa ad<br />
un transfuga della Compagnia di Gesù, il polacco Hieronimus Zaorowsky, e poi più volte ripubblicato<br />
con vari titoli (Monita privata, Sécreta des Jésuites, Cabinet Jésuitique, Les intrigues secrets des<br />
Jésuites etc.) Sono qui riportati testo latino e versione italiana a fronte. Quest’edizione non a caso<br />
fu pubblicata dalla “Libreria Moderna” di Genova, specializzata in edizioni di impostazione sociologico-positivista<br />
e marxista (tra cui le prime traduzioni italiane dei testi di Marx ed Engels). Per i<br />
Monita Secreta cfr. Barbier, IV/col. 1316.<br />
UN GESUITA ” CONSIGLIERE <strong>DE</strong>L PRINCIPE”<br />
203. (MONOD Pierre) - Apologia Seconda per la Serenissima Casa di Savoia in risposta<br />
alle Scandalose Invettive Intitolate Prima, e Seconda Savoina: Nella quale si prova, ch’i<br />
Duchi di Savoia niente affatto possedono ingiustamente usurpato dalla Corona di Francia,<br />
anzi che sono stati gli amici più costanti de’ suoi Rè, come più antichi di Parentado. Fatta<br />
in Francese, e nuovamente tradotta, & aumentata d’ordine di S. A. S. Torino, Heredi di<br />
Gio. Domenico Tarino, 1632.<br />
In-4° piccolo (21 x 16), pp. (842)+27O+(10); stemma sabaudo al frontespizio, varie iniziali<br />
ornate, testo riquadrato tipograficamente con doppio filetto. Legatura piena pergamena<br />
coeva, titoli in oro al dorso. Ottimo esemplare. (5331)<br />
Risposta del gesuita savoiardo Pierre Monod alle invettive dal titolo Première et Seconde Savoisienne<br />
apparse nel 1630 e variamente attribuite, in cui si accusavano i duchi di Savoia di aver usurpato<br />
molti possedimenti dei re di Francia e si invitavano questi a diffidare dei Savoia perchè rivolti soprattutto<br />
a ingannare la Francia e ad assoggettare l’Italia. Il Monod scrisse una prima apologia nel 1631,<br />
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