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4 IL SEGRETO DELL'INQUISIZIONE, I SEGRETI DELLA REPUBBLICA

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conosciuto le tragiche conseguenze di un potere eccessivamente concentrato e totalitario, ci<br />

invita a ponderare sul significato generale di una sovranità collegiale e, se non divisa, diffusa,<br />

e soprattutto aliena dalla ricerca di un unico capo. Si tratta, inoltre, di cogliere le sfumature di<br />

un clima culturale nel quale le spinte individualistiche si coniugavano comunque con un vivo<br />

interesse per i problemi del gruppo; dell’entità di una partecipazione certo troppo ristretta ed<br />

esclusiva, ma sempre più ampia rispetto a qualsiasi altro regime politico dell’età moderna, ai<br />

compiti di amministrazione; infine, di una mentalità che, pur scivolando inesorabilmente<br />

verso la prevaricazione, rimaneva aggrappata ad una matrice di legalità e di rispetto delle<br />

regole comuni, sia scritte, sia insite nelle forme consuetudinarie. Ed esistono anche sentieri di<br />

conoscenza più specifici da percorrere. In particolare, la vicenda di Lucca suggerisce di<br />

riflettere sulla sua dimensione internazionale, così come sulla predisposizione dei suoi abitanti<br />

ad oltrepassare i confini di natura confessionale. Basti dire che diversi lucchesi, fino alla fine<br />

del Settecento, mantennero delle relazioni con loro amici e congiunti, i quali vivevano in altre<br />

terre europee non cattoliche e, non meno, presso la comunità dei concittadini rifugiati<br />

religionis causa a Ginevra 14 . Ebbene, tale elemento non va considerato come accidentale, ma<br />

al contrario ricollegato presumibilmente alla fonte stessa della cultura della città-Stato, ossia a<br />

quella responsabilità religiosa condivisa che rappresentava la linfa della sua vita collettiva.<br />

Non solo. È verosimile che un sentimento del genere dovesse rappresentare originariamente<br />

una sorta di strato culturale sovra-locale, che, pur nella varietà di congiunture esistenti, univa<br />

molte comunità libere e/o sovrane, non solo italiane, ma anche svizzere, tedesche, e più in<br />

generale situate lungo l’asse centrale dell’Europa, tanto da indurre alcuni studiosi a coniare la<br />

formula “repubblicanesimo urbano vetero-europeo” 15 . Esso si esprimeva nelle autonomie<br />

cittadine, soprattutto laddove i grandi organismi politici di riferimento lasciavano opportunità<br />

decisionali maggiori ai corpi territoriali; il suo humus ideale, quindi, era l’Impero, non a caso<br />

una forma di organizzazione antitetica, o comunque ben diversa rispetto alle monarchie<br />

centralizzate. Si trattava di una base di autocoscienza che, alle soglie dell’età moderna,<br />

dovette essere sostituita, o meglio inglobata, da altre forme di identificazione diverse. Ma<br />

qualcosa di essa, pur intersecandosi con le modificazioni intervenute, permase, incarnato nelle<br />

istituzioni locali.<br />

Il tema delle magistrature “repubblicane”, pertanto, si presta ad essere approfondito<br />

anche in una dimensione comparativa ed interconfessionale. Ad esempio, esaminando le<br />

14 Una prova inequivocabile, secondo la quale, ancora nel 1794, i Micheli abitanti a Lucca erano in relazione con<br />

i Micheli stanziati nella città svizzera, si trova in A. D. Micheli, Alcuni aspetti della corrispondenza tra i Micheli<br />

di Lucca e quelli di Ginevra, in L’emigrazione confessionale dei lucchesi in Europa, Firenze, Edifir, 1999, pp.<br />

57-61, in part. pp. 57-58.<br />

15 H. Schilling, Ascesa e crisi. La Germania dal 1517 al 1648, trad. it., Aufbruch und Krise. Deutschland 1517-<br />

1648, Berlin, Wolf Jobst Siedler Verlag GmbH, 1988, Bologna, Il Mulino, 1997, in part. pp. 186-217.<br />

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