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4 IL SEGRETO DELL'INQUISIZIONE, I SEGRETI DELLA REPUBBLICA

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ealmente inficiati dai fallimenti di alcune imprese verificatisi nel 1552 31 , che pure<br />

costituirono un primo campanello d’allarme, basta notare che, dal 1559 fino alla fine del<br />

sedicesimo secolo, furono addirittura 372 le compagnie commerciali create da lucchesi, di cui<br />

241 registrate nella città. Ben 182 di queste ultime erano impegnate nell’esercizio della seta,<br />

solo 59 in altri negozi di carattere mercantile, legati alla lana, oppure, in misura minore, ad<br />

affari di tipo finanziario o a trasporti 32 .<br />

In un’ottica prettamente istituzionale, poi, la composizione del ceto dominante si<br />

rifletteva con fedeltà in una gestione di tipo assembleare. Come è noto, gli organi principali<br />

della Repubblica erano il collegio dei Dieci Anziani, presieduto dal gonfaloniere di Giustizia<br />

e dotato di prerogative esecutive, oltre che di specifiche mansioni in materia di politica estera.<br />

E, soprattutto, il Consiglio generale, la sede principale delle discussioni e delle<br />

determinazioni, costituito da novanta membri che avevano il compito sia di legiferare sia di<br />

eleggere tutte le altre numerose magistrature, preposte alla tutela di ogni aspetto della vita<br />

cittadina 33 . Tra le ultime, solo per menzionare alcuni organi più emblematici, possiamo fare<br />

riferimento all’Offizio sopra l’entrate, che gestiva l’erario pubblico 34 ; oppure all’Offizio sopra<br />

l’Abbondanza, che assicurava la popolazione da eventuali carestie e cattivi raccolti,<br />

verificando che le scorte alimentari, e in primo luogo del grano, non si esaurissero mai 35 . In<br />

modo simile, le infrazioni commesse nei confronti dei flussi commerciali e delle attività<br />

artigianali erano vigilate dalla Corte dei mercanti, in collaborazione con la Curia del Fondaco<br />

36 . Infine gli Offizi sopra le differenze 37 , sopra la buona guardia, delle fortificazioni e sopra le<br />

munizioni 38 erano tutti impegnati nella difesa dello Stato lucchese nei confronti di altri<br />

soggetti politici: il primo vigilava i rapporti con questi ultimi, soprattutto in relazione alla<br />

definizione ed alle eventuali violazioni dei relativi confini territoriali; gli altri curavano, a<br />

31 Nel maggio 1552 fallì rovinosamente il banco Cenami-Parensi-Saminiati, nelle sedi di Lucca, Lione ed<br />

Anversa. Pochi mesi dopo fu la volta della compagnia di Nicolao e Paolo Burlamacchi, in R. Mazzei, La vita<br />

economica a Lucca agli inizi del secolo XVII, in «Archivio Storico Italiano», CXXVIII (1970), pp. 407-468, in<br />

part. p. 439.<br />

32 G. Tori, Le compagnie mercantili a Lucca e all’estero nella seconda metà del secolo XVI, in I palazzi dei<br />

mercanti, cit., pp. 70-72. Un affresco ancora più ampio in Lucca e l’Europa degli affari (secoli XV-XVII), a cura<br />

di R. Mazzei e T. Fanfani, Lucca, Pacini Fazzi, 1990. Per quanto concerne i rapporti con Lione da vedere F.<br />

Bayard, Après les Buonvisi, les lucquois a Lyon aux XVII et XVIII siecles, Ibidem, pp. 193-204.<br />

33 Berengo, pp. 22-23. Il Consiglio era eletto dagli Anziani, che per l’occasione si congiungevano con un’altra<br />

commissione composta da dodici cittadini. Gli stessi Anziani, viceversa, erano scelti da un terzo organo, il<br />

Consiglio dei Trentasei.<br />

34 Bongi, II, pp. 8-19.<br />

35 Ibidem, pp. 202-223. Esso era affiancato da alcune magistrature minori, come quelli sopra l’olio, il vino,<br />

l’estrazione della biada, il sale.<br />

36 Ibidem, pp. 233-245. La Corte dei Mercanti, che formalmente deteneva un foro ed una giurisdizione propria, in<br />

concreto era gestita dal patriziato. Alcune delle sue competenze, fin verso la fine del XV secolo, erano passate<br />

alla Curia del Fondaco, soprattutto per quanto riguarda la dogana del sale.<br />

37 Ibidem, pp. 265-281.<br />

38 Ibidem, pp. 242-245, 251-259, 260-263.<br />

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