La capacità negativa dello psicoterapista di gruppo
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me”) procede insieme alla formazione (“competenza”)<br />
nel costituire il patrimonio del professionista:<br />
l’“agire competente” e l’“agire deontologico” procedono<br />
parallelamente e sono, <strong>di</strong> fatto, profondamente<br />
embricati.<br />
«Accade infatti assai spesso che una violazione<br />
delle regole <strong>di</strong> condotta confi guri un defi cit <strong>di</strong><br />
competenza (si pensi, ad es., al caso <strong>dello</strong> psicoterapeuta<br />
che instauri con il proprio paziente un rapporto<br />
sessuale, il che non può non compromettere<br />
ra<strong>di</strong>calmente l’andamento del processo terapeutico);<br />
d’altro canto, la mancata consapevolezza dei propri<br />
limiti competenziali, e la conseguente assunzione <strong>di</strong><br />
incarichi professionali che esulino dalle proprie abilità<br />
professionali, costituisce, <strong>di</strong> per sé, una specifi -<br />
ca trasgressione delle norme deontologiche» (Calvi,<br />
2002, pp. 9-10). <strong>La</strong> professione <strong>di</strong> Psicologo, come<br />
le altre attività intellettuali, fonda le sue regole deontologiche,<br />
cioè il complesso <strong>di</strong> regole <strong>di</strong> condotta che<br />
devono essere rispettate nell’attività professionale,<br />
sul <strong>di</strong>ritto (il rispetto delle leggi), sull’etica (la coscienza<br />
e la morale) e sulla prassi (i comportamenti<br />
ripetuti e costanti della pratica psicologica, clinica e<br />
non solo). <strong>La</strong> deontologia <strong>dello</strong> psicologo non può<br />
prescindere da quanto contenuto nel primo comma<br />
dell’art. 1 e nel primo comma dell’art. 2 della Dichiarazione<br />
Universale dei Diritti Umani (adottata<br />
dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10<br />
<strong>di</strong>cembre 1948), nel primo comma dell’art. 3 della<br />
Costituzione della Repubblica Italiana e nel primo<br />
comma dell’art. 4 del vigente Co<strong>di</strong>ce Deontologico<br />
degli Psicologi Italiani.<br />
Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, adottata<br />
dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite<br />
(ONU) il 10 <strong>di</strong>cembre 1948:<br />
Art. 1, comma 1: «Tutti gli esseri umani nascono liberi<br />
ed eguali in <strong>di</strong>gnità e <strong>di</strong>ritti».<br />
Art. 2, comma 1: «Ad ogni in<strong>di</strong>viduo spettano tutti<br />
i <strong>di</strong>ritti e tutte le libertà enunciate nella presente<br />
Dichiarazione, senza <strong>di</strong>stinzione alcuna, per ragioni<br />
<strong>di</strong> razza, <strong>di</strong> colore, <strong>di</strong> sesso, <strong>di</strong> lingua, <strong>di</strong> religione,<br />
<strong>di</strong> opinione politica o <strong>di</strong> altro genere, <strong>di</strong> origine nazionale<br />
o sociale, <strong>di</strong> ricchezza, <strong>di</strong> nascita o <strong>di</strong> altra<br />
con<strong>di</strong>zione».<br />
Costituzione della Repubblica Italiana:<br />
Art. 3, comma 1: «Tutti i citta<strong>di</strong>ni hanno pari <strong>di</strong>gnità<br />
sociale e sono eguali davanti alla legge, senza <strong>di</strong>stinzione<br />
<strong>di</strong> sesso, <strong>di</strong> razza, <strong>di</strong> lingua, <strong>di</strong> religione, <strong>di</strong><br />
opinioni politiche, <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni<br />
personali e sociali».<br />
Aspetti deontologici della professione<br />
Co<strong>di</strong>ce Deontologico degli Psicologi Italiani:<br />
Art. 4, comma 1: «Nell’esercizio della professione,<br />
lo Psicologo rispetta la <strong>di</strong>gnità, il <strong>di</strong>ritto alla riservatezza,<br />
all’autodeterminazione ed all’autonomia <strong>di</strong><br />
coloro che si avvalgono delle sue prestazioni; ne rispetta<br />
opinioni e credenze, astenendosi dall’imporre<br />
il suo sistema <strong>di</strong> valori; non opera <strong>di</strong>scriminazioni<br />
in base a religione, etnia, nazionalità, estrazione sociale,<br />
stato socio-economico, sesso <strong>di</strong> appartenenza,<br />
orientamento sessuale, <strong>di</strong>sabilità».<br />
I valori contenuti nel Co<strong>di</strong>ce deontologico degli<br />
Psicologi italiani trovano fondamento giuri<strong>di</strong>co anche<br />
in altri documenti internazionali, tra i quali la<br />
Carta dei <strong>di</strong>ritti del fanciullo (ONU, 1959), la Convenzione<br />
internazionale sull’eliminazione <strong>di</strong> ogni<br />
forma <strong>di</strong> <strong>di</strong>scriminazione razziale (New York, 1965),<br />
la Convenzione sull’eliminazione <strong>di</strong> ogni forma <strong>di</strong> <strong>di</strong>scriminazione<br />
nei confronti della donna (Strasburgo,<br />
1979), la Carta dei <strong>di</strong>ritti fondamentali dell’Unione<br />
Europea (Nizza, 2000) e la Carta della Costituzione<br />
europea (Roma, 2004).<br />
Le norme deontologiche <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo nella professione<br />
<strong>di</strong> psicologo sono rappresentate dagli artt.<br />
12, 17, 26, 27, 28 della Legge 18 febbraio 1989, n.<br />
56/89, Or<strong>di</strong>namento della professione <strong>di</strong> psicologo,<br />
e dall’art. 2229 del Co<strong>di</strong>ce civile: esse istituiscono<br />
l’Or<strong>di</strong>ne professionale e gli conferiscono la funzione<br />
<strong>di</strong> produrre e far applicare una specifi ca normativa<br />
deontologica, in considerazione anche del fatto che<br />
la professione <strong>di</strong> psicologo, e le prestazioni che essa<br />
comprende, è in<strong>di</strong>ssolubilmente legata al <strong>di</strong>ritto alla<br />
salute che l’art. 32 della Costituzione defi nisce come<br />
un <strong>di</strong>ritto dell’in<strong>di</strong>viduo e un interesse della collettività.<br />
<strong>La</strong> salute, quale stato <strong>di</strong> completo benessere fi sico,<br />
psicologico e sociale (OMS), è un <strong>di</strong>ritto soggettivo<br />
a <strong>di</strong>mensione in<strong>di</strong>viduale e, allo stesso tempo, un<br />
interesse a <strong>di</strong>mensione collettiva, dal quale <strong>di</strong>scende<br />
un particolare con<strong>di</strong>zionamento ed orientamento per<br />
la <strong>di</strong>sciplina della professione <strong>di</strong> Psicologo, con una<br />
enfatizzazione dei tratti <strong>di</strong> servizio e <strong>di</strong> qualità della<br />
prestazione rispetto ai tratti <strong>di</strong> tipo organizzativo ed<br />
economico.<br />
Poiché lo Psicologo opera nel contesto <strong>di</strong> una<br />
professione <strong>di</strong> aiuto e, comunque, sempre all’interno<br />
<strong>di</strong> una relazione umana, egli è costantemente sottoposto<br />
a pressioni ed aspettative proprie e <strong>di</strong> tutti i<br />
possibili destinatari della prestazione, dal singolo in<strong>di</strong>viduo<br />
al grande <strong>gruppo</strong>, su un agire “buono”, dove<br />
la misura del “buono” è infl uenzata dai luoghi comuni<br />
e dalle immagini ingenue e spesso idealizzate con<br />
cui le persone arrivano a una domanda <strong>di</strong> aiuto.