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La capacità negativa dello psicoterapista di gruppo

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adeguate e rispettose della sua<br />

sensibilità, nel rispetto del principio<br />

della minima offensività.<br />

Ascoltare il minore signifi ca<br />

permettergli <strong>di</strong> leggere dentro se<br />

stesso e cercare <strong>di</strong> capire quelle<br />

che sono le sue aspirazioni, i suoi<br />

desideri, ma anche le sue paure e<br />

i suoi bisogni.<br />

Tutto ciò che il minore esprime<br />

va deco<strong>di</strong>fi cato, depurato: è<br />

necessario mettere in atto una<br />

strategia in funzione della sua età,<br />

della sua vulnerabilità e del suo<br />

contesto quoti<strong>di</strong>ano e familiare.<br />

Nell’ascolto è necessario prestare<br />

molta attenzione al linguaggio<br />

utilizzato dal minore, ai suoi<br />

messaggi nascosti. E’ fondamentale<br />

allentare le sue resistenze,<br />

cercare <strong>di</strong> far emergere le sue paure,<br />

i suoi vissuti, prestando molta<br />

attenzione all’ambiente familiare<br />

che lo riguarda. <strong>La</strong> persona minore<br />

<strong>di</strong> età deve acconsentire ad essere<br />

ascoltata, deve in<strong>di</strong>care le modalità<br />

nelle quali vuole si proceda (se<br />

<strong>di</strong>rettamente dal giu<strong>di</strong>ce o in<strong>di</strong>rettamente<br />

tramite un rappresentante<br />

– genitore, tutore o curatore o<br />

avvocato o psicologo o assistente<br />

sociale) e sulle quali anche deve<br />

essere informato; non deve essere<br />

sentita più del “necessario”. Alle<br />

sue opinioni deve essere dato il<br />

“giusto peso” in considerazione<br />

dell’età e della maturità, intesa<br />

come <strong>capacità</strong> <strong>di</strong> esprimere le proprie<br />

opinioni in<strong>di</strong>pendentemente.<br />

A seconda della fascia d’età<br />

alla quale appartiene, il minore<br />

può avere una <strong>di</strong>versa “<strong>capacità</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>scernimento”, <strong>capacità</strong> che<br />

non è acquisita da tutti i soggetti<br />

nello stesso momento e, quin<strong>di</strong>,<br />

non è correlabile costantemente<br />

con un’età. <strong>La</strong> capacitò <strong>di</strong> <strong>di</strong>scernimento<br />

<strong>di</strong>pende sia da un complesso<br />

<strong>di</strong> fattori suffi cientemente<br />

stabili per il soggetto, come quelli<br />

biologici, sociali e relazionali <strong>di</strong><br />

base, sia da fattori variabili nel<br />

tempo, come quelli correlati a<br />

particolari momenti e stati, fi sici e<br />

36<br />

psicologici.<br />

Per questo è opportuno, prima<br />

<strong>di</strong> ascoltare un minore, osservarne<br />

il livello <strong>di</strong> sviluppo e provare a<br />

comprendere, possibilmente con<br />

l’ausilio <strong>di</strong> un esperto, quanto i<br />

suoi processi logici risultino essere<br />

raggiunti e consolidati, nonostante<br />

la fascia evolutiva a cui<br />

appartiene, in modo da verifi care<br />

quanto esso sia capace <strong>di</strong> effettuare<br />

un ragionamento concreto e/o<br />

più o meno astratto. Ciò permetterà<br />

<strong>di</strong> escludere che quanto da<br />

lui <strong>di</strong>chiarato non sia da ritenere<br />

valido, o in certi casi inatten<strong>di</strong>bile,<br />

solo per via della sua minore età.<br />

Altra argomentazione <strong>di</strong> grande<br />

rilevanza nell’ascoltare un minore<br />

è la possibile suggestione,<br />

intesa come processo psichico che<br />

conduce l’in<strong>di</strong>viduo ad agire secondo<br />

suggerimenti esterni, provenienti<br />

da personalità più forti<br />

della sua o da situazioni ambientali<br />

particolarmente cariche <strong>di</strong> tensione<br />

emotiva, senza aver subìto<br />

alcuna costrizione manifesta.<br />

Pertanto, pur ritenendo tutti i<br />

soggetti sia adulti che minori potenzialmente<br />

suggestionabili va<br />

evidenziato come esistano delle<br />

raccomandazioni operative che<br />

chi ascolta, giu<strong>di</strong>ce o suo delegato,<br />

dovrebbe sempre impartire<br />

al minore o al soggetto debole, in<br />

modo da arginare il processo della<br />

suggestione, che <strong>di</strong>pende dal contesto<br />

più che dai tratti personologici.<br />

È importante che colui che<br />

deve essere ascoltato venga posto<br />

in una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> serenità in<br />

cui, dopo una fase <strong>di</strong> riscaldamento<br />

e <strong>di</strong> acclimatizzazione, percepisca<br />

non solo l’interesse <strong>di</strong> chi lo<br />

sta ascoltando, ma soprattutto la<br />

sua voglia <strong>di</strong> comprendere, senza<br />

per questo aspettarsi determinate<br />

risposte.<br />

È opportuno rimarcare al minore<br />

“non solo <strong>di</strong> raccontare la<br />

verità, ma <strong>di</strong> riferire soltanto ciò<br />

che si ricorda”, spiegandogli che,<br />

quando non riesce a rievocare un<br />

Psicologia Forense<br />

qualcosa, è più corretto <strong>di</strong>re <strong>di</strong> non<br />

essere in grado <strong>di</strong> farlo. Ciò, in<br />

qualche modo, tende a contenere<br />

la pressione dell’aspettativa <strong>di</strong> colui<br />

che pone le domande, che può<br />

indurre, a seconda della strutturazione<br />

della personalità del soggetto<br />

che viene ascoltato, un effetto<br />

potenzialmente suggestionabile.<br />

Esso è particolarmente evidente<br />

nel momento in cui si reitera la<br />

stessa questione, poiché crea una<br />

sorta d’insicurezza nel minore,<br />

che può tendere a ritrattare quanto<br />

detto, ritenendo la sua risposta<br />

non giusta o non corretta, semplicemente<br />

perché gli è stata chiesta<br />

nuovamente.<br />

È importante per chi lavora<br />

in ambito psicogiuri<strong>di</strong>co tenere<br />

sempre presente che il minore non<br />

solo è portatore <strong>di</strong> narrazioni (che<br />

vengono e debbono essere sempre<br />

verbalizzate nella maniera più accurata),<br />

ma anche <strong>di</strong> emozioni (che<br />

quasi mai vengono annotate, a eccezione<br />

forse <strong>di</strong> alcune au<strong>di</strong>zioni<br />

presso i Tribunali per i Minorenni<br />

in cui, nei verbali d’istruzione delegata,<br />

si fa riferimento allo stato<br />

emotivo in cui versa il soggetto).<br />

Le emozioni non possono in<br />

alcun modo essere ignorate, in<br />

quanto non sono solo parte costitutiva<br />

del modo <strong>di</strong> esprimersi del<br />

bambino, ma anche - soprattutto in<br />

ambito penale - in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> compatibilità<br />

rispetto a quanto narrato<br />

relativamente ai propri vissuti.<br />

In tal senso, è particolarmente<br />

utile imparare a prestare attenzione<br />

al “non verbale” (le espressioni<br />

del volto, lo sguardo, i movimenti<br />

del corpo, i gesti, la sudorazione,<br />

i rossori, i tremori, il tono<br />

della voce, ecc.) che accompagna<br />

quanto viene riferito dal minore<br />

all’Autorità Giu<strong>di</strong>ziaria, secondo<br />

quanto ampiamente riportato<br />

nella produzione scientifi ca <strong>di</strong><br />

M. Malagoli Togliatti (2011), in<br />

quanto elemento complementare<br />

e in<strong>di</strong>cativo <strong>di</strong> una realtà, che non<br />

si rappresenta mai solo attraverso

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