Num. 37 - Febbraio 2010 - Infodiabetes.it
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o glulisina) ai pasti. Un trial prospettico<br />
randomizzato ha messo a confronto un<br />
trattamento con regime basale-bolo, con<br />
glargina una volta al giorno e glulisina<br />
prima dei pasti, con un regime “spl<strong>it</strong>mixed”<br />
di insulina NPH più insulina regolare<br />
due volte al giorno, dopo la risoluzione<br />
della DKA. La transizione alla<br />
glargina e alla glulisina per via sottocutanea<br />
ha dato come risultato un controllo<br />
glicemico simile a quello dato da insulina<br />
NPH e insulina regolare; tuttavia, il<br />
trattamento col regime basale-bolo era<br />
associato a una minore frequenza di<br />
eventi ipoglicemici (15%) rispetto ai pazienti<br />
trattati con insulina NPH e insulina<br />
regolare (41%) (55).<br />
Complicanze<br />
Ipoglicemia e ipokalemia sono le due<br />
comuni complicanze derivanti da un<br />
trattamento aggressivo della DKA, rispettivamente<br />
con insulina e bicarbonato,<br />
ma tali complicanze si verificavano<br />
meno frequentemente con la terapia insulinica<br />
a basso dosaggio (4,56,57). Un<br />
frequente mon<strong>it</strong>oraggio dei livelli glicemici<br />
(ogni 1–2 h) è indispensabile per riconoscere<br />
eventi di ipoglicemia, poiché<br />
in molti pazienti con DKA in cui si manifestano<br />
crisi ipoglicemiche durante il<br />
trattamento non vi sono manifestazioni<br />
adrenergiche come sudore, nervosismo,<br />
spossatezza, forte appet<strong>it</strong>o e tachicardia.<br />
L’acidosi ipercloremica senza gap anionico,<br />
riscontrata durante la fase di guarigione<br />
dalla DKA, è autolim<strong>it</strong>ata e con<br />
poche conseguenze cliniche (43). Può essere<br />
causata dalla perd<strong>it</strong>a di chetoanioni,<br />
che vengono metabolizzati in bicarbonato<br />
durante l’evoluzione della DKA e da<br />
un’eccessiva infusione di liquidi a base<br />
di cloruro durante il trattamento (4).<br />
L’edema cerebrale, che si verifica in<br />
~0.3–1.0% degli episodi di DKA nei bambini,<br />
è estremamente raro nei pazienti<br />
adulti durante il trattamento per DKA .<br />
L’edema cerebrale è associato ad una<br />
mortal<strong>it</strong>à del 20–40% (5) e incide sul<br />
57–87% di tutti i decessi dei soggetti in<br />
età pediatrica dovuti a DKA (70,71). I<br />
sintomi e i segni dell’edema cerebrale sono<br />
variabili e comprendono insorgenza<br />
di mal di testa, graduale deterioramento<br />
del livello di coscienza, incontinenza<br />
sfinterica, variazioni pupillari, papilledema,<br />
bradicardia, aumento della pressione<br />
arteriosa e arresto respiratorio (71). Sono<br />
stati proposti numerosi meccanismi scatenanti,<br />
tra cui il ruolo dell’ischemia/ipossia<br />
cerebrale, la generazione di<br />
vari mediatori dei processi infiammatori<br />
(72), un aumentato afflusso di sangue al<br />
cervello, inibizione del trasporto ionico<br />
trans membrana, e una brusca variazione<br />
dei fluidi extracellulari ed intracellulari<br />
che risulta in un’alterata osmolal<strong>it</strong>à. Per<br />
prevenirlo si dovrebbe ev<strong>it</strong>are una idratazione<br />
eccessiva e una rapida riduzione<br />
dell’osmolar<strong>it</strong>à plasmatica e ottenere invece<br />
una graduale diminuzione del glucosio<br />
sierico, mantenendone i livelli tra<br />
250–300 mg/dl finché l’osmolal<strong>it</strong>à del<br />
paziente non si sarà normalizzata e lo<br />
stato mentale non sia migliorato. Si consigliano<br />
infusione di mann<strong>it</strong>olo e ventilazione<br />
meccanica per il trattamento dell’edema<br />
cerebrale (73).<br />
PREVENZIONE<br />
È possibile prevenire molti casi di<br />
DKA e HHS con un miglior accesso all’assistenza<br />
medica, adeguata istruzione del<br />
paziente ed efficace comunicazione con il<br />
medico curante nel corso della malattia.<br />
L’importanza di una adeguata preparazione<br />
del paziente nella gestione quotidiana<br />
della malattia è fondamentale e comprende<br />
quanto segue:<br />
1. Stabilire un contatto col medico sin<br />
dall’esordio dei primi sintomi.<br />
2. Sottolineare l’importanza dell’insulina<br />
durante una malattia intercorrente e<br />
spiegare i motivi per cui non si deve<br />
interromperne la sua somministrazione<br />
senza consultarsi col medico.<br />
3. Rivedere gli obiettivi glicemici e la<br />
somministrazione di dosi aggiuntive<br />
di insulina ad azione rapida.<br />
4. Avere a portata di mano farmaci antipiretici<br />
e per infezioni.<br />
5. Se si ha nausea, iniziare una dieta liquida<br />
facilmente digeribile, contenente<br />
sale e carboidrati.<br />
6. Educare i familiari riguardo alla gestione<br />
quotidiana della malattia e a tenere<br />
una dettagliata documentazione<br />
e annotazioni riguardo temperatura,<br />
glicemia, urine e corpi chetonici; somministrazione<br />
di insulina; diario alimentare<br />
e peso. Analogamente, anche<br />
in strutture ambulatoriali un’adeguata<br />
supervisione e preparazione dello<br />
staff potrà contribuire a prevenire<br />
molti ricoveri per HHS dovuti a disidratazione,<br />
in particolare tra gli anziani,<br />
non in grado di riconoscere o trattare<br />
l’evolversi di questa condizione.<br />
L’uso di strumenti di automon<strong>it</strong>oraggio<br />
del glucosio e dei chetoni può permettere<br />
di riconoscere prontamente una<br />
chetoacidosi incombente, il che potrebbe<br />
essere di aiuto per coordinare la terapia<br />
insulinica a casa, e possibilmente prevenire<br />
il ricovero per DKA. Inoltre, è adesso<br />
in commercio uno strumento che permette<br />
l’automon<strong>it</strong>oraggio dei corpi chetonici,<br />
misurando il livelli di β-idrossibutirrato<br />
su sangue capillare mediante strisce<br />
reattive (<strong>37</strong>).<br />
Le spese di degenza incidono significativamente<br />
sulle risorse economiche. Negli<br />
USA gli eventi di DKA rappresentano<br />
>1 su ogni 4 USD spesi per l’assistenza<br />
DIABETES CARE, JULY 2009<br />
medica diretta dei pazienti adulti con diabete<br />
di tipo 1 ed 1 su ogni 2 USD nei pazienti<br />
che riferiscono molteplici episodi<br />
(77). Sulla base di una media annua di<br />
135.000 ricoveri per DKA negli USA, con<br />
un costo medio di 17.500 USD per paziente,<br />
le spese san<strong>it</strong>arie annuali per i pazienti<br />
con DKA possono superare i 2,4 miliardi<br />
di USD l’anno (3). Un recente studio (2)<br />
ha rifer<strong>it</strong>o che i costi dei ricoveri ev<strong>it</strong>abili<br />
dovuti a s<strong>it</strong>uazioni di diabete non controllato<br />
a breve termine, comprendenti casi di<br />
DKA, sono notevoli (2,8 miliardi di USD).<br />
Tuttavia, l’impatto a lungo termine del<br />
diabete non controllato ed il suo peso economico<br />
potrebbero essere ancor più significativi<br />
perché tale s<strong>it</strong>uazione può portare<br />
a varie complicanze. Poiché la maggior<br />
parte dei casi si verificano in pazienti con<br />
diabete conclamato e con precedente<br />
DKA, le risorse dovrebbero essere indirizzate<br />
verso la prevenzione facil<strong>it</strong>ando l’accesso<br />
all’assistenza e a programmi di<br />
istruzione maggiormente personalizzati,<br />
inserendo anche elementi specifici per alcune<br />
etnie e di convinzioni etiche riguardanti<br />
la cura per i diversi credi religiosi.<br />
Le risorse dovrebbero essere inoltre indirizzate<br />
all’istruzione del personale dei<br />
centri medici e scolastici, in modo da potere<br />
identificare prontamente segni e sintomi<br />
del diabete non controllato, e in modo<br />
che il diabete di nuova insorgenza possa<br />
essere diagnosticato con maggiore anticipo.<br />
Recenti studi suggeriscono che l’istruzione<br />
in campo nutrizionale porta a<br />
una diminuzione dei ricoveri (78) e, nelle<br />
linee guida per l’istruzione all’autogestione<br />
del diabete recentemente elaborate da<br />
un team appos<strong>it</strong>o, sono state identificate<br />
dieci regole standard, esposte dettagliatamente,<br />
per l’istruzione all’autogestione<br />
del diabete (79).<br />
Bibliogafia<br />
DIABETES CARE ED. ITALIANA - NUMERO <strong>37</strong> - GENNAIO <strong>2010</strong> 55