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Num. 37 - Febbraio 2010 - Infodiabetes.it

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RASSEGNA<br />

Progressi nel trattamento della<br />

retinopatia diabetica<br />

RAFAEL SIMÓ, MD, PHD<br />

CRISTINA HERNÁNDEZ, MD, PHD<br />

La retinopatia diabetica proliferante<br />

(PDR) è la principale causa di cec<strong>it</strong>à<br />

tra gli individui in età lavorativa nei<br />

paesi industrializzati (1). L’edema maculare<br />

diabetico (DME), un altro importante<br />

evento che si verifica nella retinopatia<br />

diabetica, è maggiormente frequente nel<br />

diabete di tipo 2 rispetto al diabete di tipo<br />

1 (2). Mentre la PDR rappresenta nel<br />

diabete di tipo 1 la più comune lesione<br />

che mette a rischio la vista, la DME è la<br />

principale causa di ridotta acu<strong>it</strong>à visiva<br />

nel diabete di tipo 2. Considerata l’alta<br />

prevalenza del diabete di tipo 2, la DME<br />

rappresenta la principale causa di deterioramento<br />

della vista nei pazienti diabetici<br />

(2). Inoltre, la DME è quasi sempre<br />

presente quando la PDR viene individuata<br />

nel diabete di tipo 2 (3). La neovascolarizzazione<br />

causata da ipossia severa<br />

è il segno distintivo della PDR, mentre il<br />

danno vascolare causato dalla rottura<br />

della barriera ematica retinica (BRB) è il<br />

principale agente nella patogenesi della<br />

DME (4,5).<br />

TRATTAMENTO STANDARD<br />

Sebbene un attento controllo sia dei<br />

livelli glicemici che dell’ipertensione è<br />

essenziale per prevenire o arrestare l’evolversi<br />

della malattia, gli obiettivi raccomandati<br />

sono difficili da raggiungere<br />

per molti pazienti e, di conseguenza, la<br />

retinopatia diabetica si evolve con l’evolversi<br />

della malattia. . Quando PDR o<br />

DME significativa insorgono, il trattamente<br />

attualmente indicato è la fotocoagulazione<br />

argon laser, la cui efficacia è<br />

stata ampiamente dimostrata (6). Tuttavia,<br />

spesso il periodo ottimale per il trattamento<br />

laser in molti pazienti è trascorso;<br />

inoltre, non sempre esso riesce ad arrestare<br />

il deterioramento della vista. Oltre<br />

a ciò, la fotocoagulazione argon laser<br />

è associata a moderata perd<strong>it</strong>a della vista,<br />

diminuzione del campo visivo, di-<br />

scromatopsia e ridotta sensibil<strong>it</strong>à al contrasto.<br />

La presenza di questi disturbi ha<br />

portato all’opinione prevalente che il<br />

trattamento con chirurgia laser può prevenire<br />

la perd<strong>it</strong>a della vista, ma raramente<br />

contribuisce a un suo miglioramento.<br />

I corticosteroidi intrav<strong>it</strong>reali sono stati<br />

adottati con successo in pazienti con<br />

DME persistente e perd<strong>it</strong>a della vista dopo<br />

fallimento del trattamento convenzionale<br />

(vale a dire trattamento laser focale<br />

e correzione dei fattori sistemici di rischio).<br />

Tuttavia ripetute iniezioni sono<br />

spesso necessarie e vi sono notevoli effetti<br />

indesiderati come infezioni, glaucoma<br />

e formazione di cataratta (6). Oltre a ciò,<br />

recenti studi hanno mostrato una maggiore<br />

efficacia della fotocoagulazione focale/griglia,<br />

con meno effetti collaterali<br />

rispetto al triamcinolone intrav<strong>it</strong>reale<br />

nella DME (7,8).<br />

La chirurgia v<strong>it</strong>reo-retinica è un trattamento<br />

costoso e complicato, che andrebbe<br />

effettuato soltanto da specialisti<br />

molto esperti in questa procedura, e di<br />

norma è riservato soltanto per i casi di<br />

PDR a rischio di cec<strong>it</strong>à, come emorragia<br />

v<strong>it</strong>reale severa e distacco di retina secondario.<br />

Per tali motivi sono necessari nuovi<br />

trattamenti farmacologici, elaborati in<br />

base alla comprensione dei meccanismi<br />

fisiopatologici della retinopatia diabetica.<br />

La scars<strong>it</strong>à di studi clinici rilevanti<br />

mirati a valutare nuovi farmaci nella retinopatia<br />

diabetica, è dovuta, in parte, alla<br />

necess<strong>it</strong>à di effettuare studi a lungo termine<br />

su grandi coorti di pazienti diabetici,<br />

valutati mediante una classificazione<br />

standardizzata di fotografie della retina.<br />

Sebbene non vi siano delle regole fisse, la<br />

durata di un trial va commisurata alla<br />

storia naturale della retinopatia diabetica,<br />

e, di conseguenza, sembrano necessari<br />

almeno 5 anni per distinguere il comportamento<br />

della retinopatia tra un<br />

gruppo di intervento e uno di controllo.<br />

Inoltre, la maggior parte dei trial clinici<br />

From the CIBER de Diabetes y Enfermedades Metabólicas Asociadas (CIBERDEM), Inst<strong>it</strong>uto de<br />

Salud Carlos III, Madrid, Spain, and the Diabetes and Metabolism Research Un<strong>it</strong>, Inst<strong>it</strong>ut de Recerca<br />

Hosp<strong>it</strong>al Univers<strong>it</strong>ari Vall d’Hebron, Barcelona, Spain.<br />

Corresponding author: Rafael Simó, rsimo@ir.vhebron.net.<br />

DIABETES CARE, AUGUST 2009<br />

si è sempre concentrata sull’evoluzione<br />

della retinopatia diabetica e vi sono stati<br />

pochi studi incentrati sulla prevenzione.<br />

Tutte le suddette premesse andrebbero<br />

tenute in conto quando si analizzano i<br />

trial clinici riguardanti la retinopatia diabetica,<br />

perché possono contribuire significativamente<br />

a risultati falso-negativi.<br />

La presenza della retinopatia diabetica in<br />

soggetti non diabetici rappresenta un’altra<br />

sfida. Wong et al. (9), in uno studio<br />

che includeva più di 11.000 partecipanti<br />

provenienti da tre coorti di popolazione,<br />

hanno evidenziato che con l’attuale cutoff<br />

del glucosio plasmatico a digiuno di<br />

7.0 mmol/l utilizzato per diagnosticare il<br />

diabete, il 7.4–13.4% dei pazienti non<br />

diabetici aveva una retinopatia diabetica.<br />

Tale riscontro, oltre a mettere in discussione<br />

gli attuali cr<strong>it</strong>eri diagnostici del<br />

diabete, suggerisce un potenziale lim<strong>it</strong>e<br />

alla riduzione del rischio di retinopatia<br />

diabetica che andrebbe preso in considerazione<br />

quando si interpretano i risultati<br />

di trial clinici.<br />

Recentemente sono stati pubblicati<br />

due studi di importanza cruciale riguardanti<br />

gli effetti benefici di due differenti<br />

farmaci (fenofibrato e candesartan) sulla<br />

retinopatia diabetica (10–12). Questi studi<br />

soddisfano tutte le premesse per l’ottenimento<br />

di un valido risultato: followup<br />

a lungo termine (~5 anni), un’ampia<br />

coorte di pazienti diabetici, retinopatia<br />

valutata con metodologie standardizzate,<br />

e un significativo numero di pazienti<br />

senza retinopatia diabetica all’ingresso<br />

nello studio, consentendo così di valutarne<br />

l’efficacia anche in prevenzione. In<br />

stadi avanzati di retinopatia diabetica,<br />

tra i nuovi trattamenti sono emersi agenti<br />

intrav<strong>it</strong>reali che inibiscono il fattore di<br />

cresc<strong>it</strong>a dell’endotelio vascolare (VEGF).<br />

Questi farmaci non sono ancora approvati<br />

per il trattamento della retinopatia<br />

diabetica, ma sono attualmente utilizzati<br />

dagli oftalmologi in determinati casi di<br />

PDR e DME (13,14). Questo articolo descrive<br />

l’attuale livello di conoscenza riguardo<br />

a questi nuovi farmaci per il trattamento<br />

della retinopatia diabetica, evidenziando<br />

i punti che richiedono ulteriori<br />

studi.<br />

FENOFIBRATO<br />

Il fenofibrato è un agonista dei recettori<br />

– attivanti la proliferazione perossisomiale<br />

(PPAR-α), indicato per il tratta-<br />

DIABETES CARE ED. ITALIANA - NUMERO <strong>37</strong> - GENNAIO <strong>2010</strong> 67

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