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NOTIZIARIO DI MEDICINA NUCLEARE ED IMAGING ... - AIMN

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Un problema per la radioprotezione: la leucemia linfatica cronica Guido Galli, Giorgio Trenta<br />

sione atomica sono state tratte 86611 persone (con un follow-up complessivo di 3184354<br />

PY) per le quali si poté calcolare con le nuove modalità (DS02, che ha sostituitola DS86)<br />

la dose ricevuta. Orbene: mentre i casi di morte per tumori solidi sono stati 10127,<br />

quelli per leucemie non furono più di 296 e fra questi solo 6 (sei!) ascrivibili a CLL.<br />

Giustamente Preston et al. ancora non hanno preso la CLL in separata considerazione:<br />

ogni illazione sarebbe, dal punto di vista statistico, arbitraria. Includono comunque i<br />

pochi casi osservati nel gruppo che comprende unitariamente le altre varietà di leucemia,<br />

affermando che «inclusion or exclusion of CLL has little impact on the results in<br />

the LSS».<br />

Quindi lo studio dei sopravvissuti giapponesi alle esplosioni atomiche non nega affatto,<br />

come talvolta si dice, una possibile radioinduzione della CLL: esso non è, semplicemente,<br />

informativo.<br />

Venendo a mancare questa grande fonte di informazione, non è facile trovarne altre<br />

che possano offrire convincenti argomenti pro o contro la radioinducibilità della CLL.<br />

Gli studi scientificamente più validi sono quelli sperimentali e questi possono essere<br />

effettuati su animali. Ma, se è facile indurre disordini emopoietici e linfoproliferativi in<br />

vari animali e soprattutto nel topo – sono stati identificati circa 100 agenti chimici in<br />

grado di farlo (12) – è difficile identificare modelli animali specifici per le singole varietà<br />

leucemiche. Per la CLL si confida nel topo NZB (New Zealand Black) che spontaneamente<br />

presenta una iperproliferazione di cellule B progressivamente evolvente in una<br />

CLL a tarda insorgenza (13). Recentemente sono stati anche ottenuti mediante ingegneria<br />

genetica topi transgenici suscettibili di CLL (14,15).<br />

Non ci risulta tuttavia che con questi animali siano stati finora condotti esperimenti<br />

con radiazioni ionizzanti.<br />

Gli studi osservazionali (di coorte, caso-controllo, ecc.) possibili in radioepidemiologia<br />

umana incontrano, nel caso della CLL, notevoli difficoltà: in parte di tipo statistico,<br />

in parte legate alla peculiarità della forma morbosa.<br />

La difficoltà statistica sta nel fatto che la CLL, se è rarissima in Giappone, non è frequente<br />

neppure nei paesi occidentali. È più frequente fra gli uomini che fra le donne e<br />

negli anziani più che nei giovani. La sua incidenza varia fra

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