NOTIZIARIO DI MEDICINA NUCLEARE ED IMAGING ... - AIMN
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Dosi al personale di Medicina Nucleare:<br />
informazioni e consigli per ridurle<br />
I<br />
Ln corrispondenza di ogni miglioramento diagnostico in Medicina nucleare, per una<br />
strana combinazione di effetti e quasi senza eccezione, si è assistito ad un equivalente<br />
aumento del livello di attenzione nel settore della radioprotezione, sia dei pazienti<br />
sia del personale. Così è stato ad esempio con l’introduzione dei traccianti<br />
tecneziati in cardiologia nucleare, così è con la sempre più ampia diffusione dei sistemi<br />
PET.<br />
Questa breve review ha l’obiettivo di richiamare gli aspetti dosimetrici legati al personale<br />
così come riportati in letteratura, con particolare riguardo alla dose per tipologia di<br />
esame, agli effetti della distanza, oltre ad alcune considerazioni sull’efficacia dei DPI.<br />
Dosi al personale da differenti procedure<br />
Già agli inizi degli anni novanta, Culver e Dworkin (1) analizzarono gli effetti dosimetrici<br />
sul personale, successivi all’introduzione dei traccianti tecneziati in cardiologia<br />
nucleare.<br />
Il razionale della loro ricerca traeva origine dalla semplice considerazione per la<br />
quale, date le attività medie iniettate con i due traccianti (111 MBq di 201 Tl vs 1110 MBq<br />
di 99m Tc) e considerate le gamma specifiche dei due radioisotopi [2.372e-5 (μSv/h)/(MBq<br />
m -2 ) vs 3.317e-5 (μSv/h)/(MBq m -2 ) rispettivamente per tallio e tecnezio] (2), posti di<br />
fronte a due siringhe non schermate contenenti le suddette attività, l’esposizione relativa<br />
rilevata doveva crescere di un fattore 10 o superiore con la sorgente di 99m Tc. Gli<br />
effetti sulla dose al personale sono di immediata comprensione.<br />
Le considerazioni appena esposte sono ovviamente semplicistiche, in quanto in condizioni<br />
di operatività quotidiana, variabili quali l’auto attenuazione del paziente, le<br />
distanze medie mantenute, i tempi di permanenza a distanza ravvicinata (< 2 m), le<br />
caratteristiche strutturali degli ambienti, intervengono in modo significativo nel determinare<br />
il rateo di esposizione<br />
In effetti, gli autori hanno dimostrato che il passaggio dal tallio al tecnezio, ha comportato<br />
un aumento significativo delle dosi al personale, sia per quanto riguarda il corpo<br />
intero che le estremità. In tabella 1 sono richiamati alcuni risultati presentati in quel<br />
lavoro: gli autori hanno dimostrato un incremento di una fattore circa 4 della dose al<br />
corpo intero che ha reso inevitabile l’attivazione di una serie di prescrizioni atte a ridurre<br />
la dose al personale.<br />
Risultati simili sono stati dimostrati anche in lavori più recenti (3)<br />
Dose mensile (µSv)<br />
Corpo intero Mani<br />
201Tl 100 (0 -300) 750 (300 - 1900)<br />
99m Tc 450 (200 - 1000) 1390 (400 - 2700)<br />
Tabella 1 – Variazione di dose in funzione del tracciante utilizzato. Dati da Culver (1).<br />
<strong>AIMN</strong> - <strong>NOTIZIARIO</strong> ELETTRONICO <strong>DI</strong> ME<strong>DI</strong>CINA <strong>NUCLEARE</strong> <strong>ED</strong> <strong>IMAGING</strong> MOLECOLARE, ANNO VI, N 1-2, 2010<br />
Orazio Zoccarato<br />
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