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UN NUOVO OBOLO D’ARGENTO ANEPIGRAFO ATTRIBUITO A PHISTELIA<br />
Mario Pagano<br />
Grazie alla disponibilità dell’avv. Nicola De Benedictis di Castelmauro (CB), che ringrazio per<br />
la squisita cortesia, mi è stato possibile conoscere un nuovo ed interessante obolo d’argento, di<br />
un tipo anepigrafo in genere attribuito, per la somiglianza dello stile della testa femminile di prospetto<br />
del dritto, e per la somiglianza dell’area di diffusione, alla città sannitica di Phistelia, di<br />
ancora incerta identificazione 1 , ma in cui forse è da vedere la Plistica citata da Livio e da Diodoro<br />
Siculo 2 presso Saticula (S. Agata dei Goti).<br />
La moneta, del diametro di mm 11 e del peso di gr 6, 75, è in buono stato di conservazione.<br />
Essa faceva parte della collezione del padre dell’attuale proprietario, notaio in Morrone del<br />
Sannio. Riguardo alla sua provenienza, ci è stato assicurato che essa fu costituita con monete<br />
tutte di origine locale, rinvenute nell’agro di Morrone del Sannio o in quello contermine di<br />
Castellino sul Biferno, dove la famiglia del De Benedictis ha estese proprietà 3 . Un secondo esemplare<br />
di questo nuovo tipo è apparso recentemente in un’asta, ed è stato pubblicato dal Vessella<br />
in un volume di non ampia diffusione. Una suggestiva ipotesi , ma allo stato indimostrabile,<br />
potrebbe essere quella di vedervi uno degli esemplari del tesoretto rinvenuto, poco prima del<br />
1885, proprio a Castellino del Biferno, ricordato dal Garrucci 4 e considerato disperso.<br />
La nuova moneta, assai interessante, è la seguente (fig. 1):<br />
D/ Testa femminile frontale leggermente rivolta a sinistra, con capelli sparsi intorno al viso<br />
e con collana.<br />
R/ Chimera corrente a sinistra. Sopra, civetta. All’esergo, serpente attorcigliato.<br />
Mentre il tipo del dritto è quello consueto degli oboli anepigrafi di Phistelia, il rovescio presenta<br />
un tipo nuovo, con la civetta, chiaro riferimento alla dea Athena, al di sopra della chimera<br />
(come simboli in questa posizione, infatti, erano finora conosciuti un astro, che potrebbe<br />
anch’esso riferirsi al mito di Bellerofonte in quanto il cavallo Pegaso prese posto tra le costellazioni<br />
celesti, e un elmo frigio).<br />
La civetta costituisce un chiaro riferimento alla dea Minerva e dunque al mito di<br />
Bellerofonte, frequentemente rappresentato, proprio in questo periodo, sui vasi italioti, in quanto<br />
una delle versioni del mito riferiva che fu Minerva a consegnare all’eroe il cavallo alato Pegaso.<br />
Recentemente, e in maniera assai suggestiva, la Cantilena ha giustamente accostato questa<br />
serie di oboli anepigrafi, databili ai decenni finali del IV secolo a.C., per la presenza del simbolo<br />
della Chimera, a una rara serie di didrammi d’argento, noti da una ventina di esemplari, con<br />
Bellerofonte su di un Pegaso alato in lotta contro la stessa Chimera, e legenda osca dei Fenser o<br />
Fenser(num) in caratteri greci o osci 5 (fig. 3). Tale ipotesi ha trovato interesse tra gli studiosi, ed è stata<br />
sostanzialmente accolta dal Campana 6 che ha dedicato a queste monete lavori recenti e approfonditi,<br />
e dal Catalli 7 . L’obolo che qui si pubblica conferma e rafforza la tesi della Cantilena, in quanto la<br />
civetta sottende, come si è detto, il collegamento con Pegaso e quindi col mito di Bellerofonte.<br />
La testa femminile di prospetto, derivata dal modello dell’Hera crotoniate, potrebbe invece<br />
raffigurare la Mefite, divinità femminile particolarmente popolare e diffusissima nell’area osca e<br />
sannitica, dai Romani assimilata a Giunone (Serv., ad Aen. VII, 84) e a Venere, e la cui impor-