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ROSALBA ANTONINI<br />
intendere ‘alicui’ (: dedica) o ‘alicuius’ (: intestazione), eventualità entrambe di per sé ammissibili<br />
4 .<br />
Sul piano storico, corrispettivi di deue possono qualificare in italico e a Roma divinità femminili,<br />
ma il tipo dus fdius (comunque si analizzi qui dus) non certifica il dato maggioritario<br />
per attestazioni 5 , mentre potrebbe aprire a complicanze qui del tutto congetturali 6 . Ulteriore<br />
imbarazzo da declune, in assenza di un ambito cui riferire il teonimo (hapax con semantica<br />
desiderata 7 ); la menzione bim (acc. sing.) 8 ‘bue’ a lin. 2 della Lamina denota nella realtà extralinguistica<br />
una vittima che consentirebbe con divinità maschile, senza obbligarla; il bue è<br />
anche l’offerta specifica del piaculo (§ 1.2.2.).<br />
Le fonti disponibili per orientare prospettive sul contesto della Tavola sono scarse e<br />
magre, oltreché non sufficientemente circostanziate 9 ; puri nomi divini rilevati unicamente da<br />
testi italici o latini non permettono di forzare i dati verso il recupero in termini storici della<br />
divinità citata nella Lamina, né a Velletri possiamo immaginare santuari, federali o no, saldando<br />
testimonianze epigrafiche e letterarie latine di per sé poco o nulla promettenti in proposito.<br />
Fra l’altro, particolarità (epi)grafiche rilevate nella Lamina (TV I: 2.0.) indizierebbero nel<br />
testo una normativa incisa per fruizione locale in una lingua (indigena) la cui competenza<br />
scritta stava scemando; il riscontro non può pervenire a derivare la proposta ‘monumentale’<br />
del documento da un’operazione ‘di facciata’ né a pregiudicare la vitalità del culto deue declune<br />
all’epoca della produzione del Bronzo, tuttavia, comporta attese al proposito, in positivo o<br />
in negativo, che soltanto nuove acquisizioni potranno soddisfare.<br />
0.2. statom è un aggettivo verbale (ppp.) censito altresì nella TA (A1), statús (nom. pl.),<br />
ancora senza che sia «espresso un sostantivo con cui essere in accordo» 10 ; particolare che si<br />
ripete, dunque, non casuale quanto alla sottesa deissi, ma che lascia incerti l’impiego di statocome<br />
participio o sostantivo, il genere grammaticale di statom veliterno. Riconosciuto il nesso<br />
morfologico fra vel. statom e statús di Agnone, il significato proprio al termine della TA, «tra<br />
spazio e tempo: i luoghi ‘stati = statuti’», deve essere rivisto nello specifico di Velletri, tenuto<br />
conto che in statús (set), in statom il sema non varia. È il portato di un’ideologia che assume<br />
‘stato-’ come atto costitutivo della statuizione 11 e ad Agnone sancisce oggetti ‘spazi’ (nel presente<br />
- futuro) in un luco (statús pús set húrtín kerríiín, A1-2), ognuno in rapporto a correlata<br />
statíf singolarmente intestata a divinità che il documento esplicita nominatim. A Velletri è<br />
‘statuto’ (statom) un oggetto in dimensione sacrale (deue declune) e politica (: sistiatiens) tramite<br />
un intervento magistratuale (la soscrizione di lin. 4) 12 . Nell’elaborazione testuale quest’oggetto<br />
è senz’altro singolo (statum : -um) 13 , ma nella realtà extralinguistica il designatum può<br />
congruire con una serie di oggetti potenzialmente ‘statuti’ deue declune che, allora, possiamo<br />
rappresentarci nelle pertinenze dello statom 14 , rilevando statom singolare collettivo (insieme<br />
di entità concepito come unità) 15 .<br />
0.0.3.1. La trama testuale definisce in toto il messaggio della TV, correlato a una struttura<br />
della lex in blocchi (‘articoli’) ripartiti in commi e clausole; questa struttura si può ricostruire tri-