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L'ESPERIENZA GIURIDICA - Società Amici del Pensiero

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da Pascal (se «l'uomo è una canna pensante», allora il pensiero non<br />

ha efficacia alcuna sulla vita <strong>del</strong>la canna). Possiamo ridirlo<br />

scherzosamente dicendo che, fors'anche l'uomo darwinianamente<br />

sceso dalla pianta, in ogni caso non ha alcuna possibilità di<br />

risalirvi, neppure nella regressione patologica più estrema, anzi la<br />

bestialità umana è superumana, e non ve n'è traccia nell'animale. 0<br />

anche: nell'uomo c'è odio, in ogni sua forma, non aggressività (la<br />

Psicologia <strong>del</strong> nostro secolo ha fatto di tutto per cancellare l'idea di<br />

odio. Cancellata l'idea, resta l'odio).<br />

E anche, correggendo la parzialità <strong>del</strong>la parola «psicosomatìca»,<br />

tradizionalmente impiegata a designare un concetto da<br />

psicopatologia, diciamo che l'uomo è si psicosomatico – «psiche»<br />

come legge di moto <strong>del</strong> soma – ma anzitutto nella normalità.<br />

Seguendo ancora una tradizione linguistica più antica, possiamo dire<br />

laicamente che all'uomo si addice il detto che il verbo – legge di<br />

pensiero linguisticamente posta, e senza di-verbio pensiero/lingua,<br />

dialogo piuttosto [4] – si fa carne: ossia introduce una nuova legge<br />

nella natura. La tradizionale «legge di natura», o è positiva cioè<br />

posta, o non è.<br />

Perseguiamo il pensiero <strong>del</strong>la legge di moto di un corpo umano<br />

(tradizionalmente «psiche», «anima») nell'universo dei corpi, come<br />

legge non già data – i corpi umani si distinguono da altri per non<br />

avere leggi di moto già date in natura – che si distingue formalmente<br />

dalla forma <strong>del</strong>le leggi fisiche di moto dei corpi, anche postgalileiano-newtoniane,<br />

così come dalla forma <strong>del</strong>le|leggi biologiche:<br />

ciò per il fatto di essere una legge giuridica, positiva cioè posta, non<br />

imperativa (comando-coazione) bensì normativa (con sanzione,<br />

premiale prima che penale), che pone in essere un legame sociale<br />

valido per l'universo dei soggetti.<br />

Dopo dubbi e ripensamenti, si è ritenuto corretto, quantunque<br />

arrischiato, denominare tale legge di moto con un'espressione<br />

tradizionale e tradizionalmente oscura o equivoca, quella di «diritto<br />

naturale»: [5] ma a condizione di pensarlo come un diritto anch'esso<br />

positivo – come lo è il diritto comunemente detto ossia statuale –, la<br />

cui fonte attiva, o appunto positiva, è una facoltà dei soggetti stessi per<br />

competenza propria. Nel «diritto naturale» che diciamo il soggetto è<br />

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