Il Fante d'Italia - Associazione Nazionale del Fante
Il Fante d'Italia - Associazione Nazionale del Fante
Il Fante d'Italia - Associazione Nazionale del Fante
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
I l F a n t e d ’ I t a l i a N . 3 - 2 011<br />
Austriaci che avevano a quel tempo<br />
uno degli eserciti meglio addestrati<br />
ed armati <strong>del</strong> mondo. Ma<br />
anche allora, nonostante i momenti<br />
drammatici che coinvolgevano<br />
il vicentino, la sua gente<br />
guardava con immutata speranza<br />
al suo “Monte” e, naturalmente<br />
ai nostri soldati che vi stavano<br />
combattendo con immutato ed<br />
antico coraggio. In breve tempo<br />
l’imponente Massiccio montuoso<br />
diventa il perno sul quale si salda<br />
la resistenza <strong>del</strong> nostro Esercito,<br />
e le battaglie combattute per fermare<br />
la Straf Expedition (gli austriaci<br />
la chiamano offensiva di<br />
primavera) <strong>del</strong> maggio 1916, lo<br />
dimostra ampiamente. Come lo<br />
dimostrano tutti i poderosi tentativi<br />
degli Austriaci di scendere in<br />
pianura, sempre sanguinosamente<br />
respinti dalle nostre truppe, e<br />
le massicce controffensive compiute<br />
dai nostri reparti altrettanto<br />
sanguinose che non sono mai<br />
riuscite a penetrare in profondità<br />
nel settore tenuto dal nemico.<br />
Ma il Pasubio si è distinto anche<br />
per una guerra combattuta anche<br />
in inverno, magari vivendo nelle<br />
gallerie scavate sotto dieci dodici<br />
metri di neve, ed ancora per una<br />
subdola guerra di mine, terminata<br />
nel marzo <strong>del</strong> 1918 con la<br />
mina scavata dagli austriaci sotto<br />
il “Dente Italiano”, che ha provocato<br />
trentasette morti fra i soldati<br />
<strong>del</strong>la Brigata Piceno, venticinque<br />
feriti e 3 dispersi.<br />
Dal 24 maggio 1915 al 2 novembre<br />
1918, ben 13 Brigate di <strong>Fante</strong>ria<br />
vi hanno combattuto epiche<br />
e gloriose battaglie, e l’hanno<br />
presidiato nei pochi momenti di<br />
calma senza mollare mai, respingendo<br />
sempre i continui, caparbi<br />
e pericolosi tentativi <strong>del</strong>le truppe<br />
austroungariche di scendere nella<br />
sottostante pianura vicentina,<br />
mettendo così in grave pericolo il<br />
resto <strong>del</strong> nostro Esercito schiera-<br />
to sul fronte <strong>del</strong>l’Isonzo. Nei quarantuno<br />
mesi di guerra si sono<br />
succedute sul Pasubio la Brigata<br />
Roma (20 mesi di permanenza),<br />
la Liguria (17 mesi), la Piceno<br />
(15 mesi), e via via la Valtellina,<br />
la Murge, la Verona, l’Ancona, la<br />
Puglie, la Catania, la Sesia, la Volturno<br />
e la Sele, che hanno lasciato<br />
su quei campi di battaglia 29.633<br />
dei loro uomini, per larga parte<br />
ignoti. Moltissimi i feriti gravi,<br />
morti negli ospedali militari a<br />
causa <strong>del</strong>le ferite, e i dispersi caduti<br />
nel vortice dei furiosi bombardamenti<br />
che precedevano e<br />
seguivano gli assalti che, troppo<br />
spesso, non portavano a nessun<br />
risultato nonostante l’indiscusso<br />
valore dei soldati. Nostri fieri<br />
ed irriducibili avversari, i Kaiseryager<br />
tirolesi, appostati e molto<br />
ben trincerati nella parte nord <strong>del</strong><br />
Massiccio, quella che scende verso<br />
Rovereto, trasformata in una<br />
serie di ottimi fortilizzi nei quali<br />
all’inacessibilità naturale, gli uomini<br />
hanno saputo aggiungere<br />
opere difensive di elevata ingegneria<br />
militare.<br />
Molto riassuntivamente, questa<br />
è a grandi linee la storia <strong>del</strong><br />
Monte Pasubio, che a buon diritto<br />
i Fanti potrebbero considerare<br />
“la Montagna <strong>del</strong> loro Sacrificio”,<br />
come <strong>del</strong> resto per altre realtà<br />
nel vicentino (Grappa, Ortigara<br />
ecc.), che la nostra colpevole<br />
trascuratezza, ha consegnato alle<br />
glorie di qualche specializzazione<br />
<strong>del</strong>la nostra Arma.<br />
I Fanti vicentini hanno avuto<br />
occasione di riaffermare per la<br />
<strong>Fante</strong>ria e per la nostra <strong>Associazione</strong>,<br />
il buon diritto dei Fanti<br />
di celebrare su questo Monte la<br />
memoria dei nostri Caduti, il ricordo<br />
dei loro dolorosi sacrifici,<br />
il vanto <strong>del</strong>le nostre glorie che<br />
sono evidenziate sul Medagliere<br />
<strong>Nazionale</strong>, e il ricordo di quelle<br />
epiche battaglie che hanno reso<br />
grande il Pasubio nella nostra<br />
storia. In tre anni di lavoro (circa<br />
6.000 ore), hanno recuperato<br />
il Cimitero <strong>del</strong>la Brigata Liguria<br />
a quota 2.035 metri, conosciuto<br />
con due appellativi di notevole<br />
spessore storico, il primo deriva<br />
dallo stesso moto <strong>del</strong>la Brigata<br />
“Di Qui Non Si Passa”, il secondo<br />
deriva dal manufatto <strong>del</strong> 1935 che<br />
lo sovrasta, l’Arco Romano.<br />
Con notevole sforzo organizzativo,<br />
domenica 11 settembre<br />
alla presenza <strong>del</strong> Medagliere e<br />
<strong>del</strong> Presidente <strong>Nazionale</strong>, la Federazione<br />
di Vicenza, ha orgogliosamente<br />
inaugurato il bel recupero<br />
fatto, con una bellissima<br />
cerimonia, che ha visto anche la<br />
presenza di alcuni Consiglieri<br />
Nazionali coraggiosamente saliti<br />
per una lunga ed impervia strada<br />
su dei mezzi adatti allo scopo.<br />
<strong>Il</strong> Pasubio infatti non è un luogo<br />
sul quale si può salire con mezzi<br />
normali e si è dovuto provvedere<br />
al trasporto <strong>del</strong>le circa ottocento<br />
persone presenti, con mezzi<br />
adeguati. Duecento cinquanta<br />
persone hanno usufruito <strong>del</strong> servizio<br />
mensa predisposto sotto ad<br />
appositi tendoni e posizionato un<br />
po’ più su a 2100 metri, nel quale<br />
era servito il “Rancio <strong>del</strong> <strong>Fante</strong>”,<br />
un menù caldo che comprendeva<br />
un primo, un secondo, pane, acqua,<br />
vino e caffè.<br />
Ci ritorneremo in Pasubio, tutti<br />
gli anni, non solo per riaffermare<br />
il nostro buon diritto ad esserci,<br />
ma anche perché è veramente<br />
bello salirci.<br />
Termino ringraziando, con vero<br />
orgoglio i miei Fanti e le mie Patronesse<br />
<strong>del</strong>la Federazione di<br />
Vicenza, con tutto il cuore, per<br />
quanto hanno saputo fare non<br />
solo in quest’occasione, ma in tutti<br />
i tantissimi impegni che il compleanno<br />
<strong>del</strong>la nostra Patria ci ha<br />
consigliato mettere in cantiere.<br />
Attilio Maria Gomitolo<br />
27