P. EUSEBIO NIEREMBERG, S. J. LA VOLONTÀ DI DIO O STRADA ...
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questo, l'esercizio delle virtù è più facile con questa disposizione: perché attraversandosi molte<br />
volte cose ardue e di umiliazione nell'esercitarle, chi non bada ad altro che alla volontà di Dio, non<br />
trova inciampo per via.<br />
Finalmente da questo ne caviamo il vivere non in qualsivoglia modo, ma una vita divina che si<br />
gode per mezzo di questa intima unione e conformità con Dio. Si consideri di quanto maggior<br />
interesse è al corpo 1'unione dell' anima, che 1'essere signore di tutto il mondo; perché senza questa<br />
unione non gli servirebbero nulla l'impero e le ricchezze dell'universo: per cui gli uomini stimano<br />
più la vita che non tutti i tesori dei re. Se dunque siamo tanto interessati nell'unione e conformità del<br />
corpo con l'anima, che farà la congiunzione e l'unione con Dio? E se a un morto non giovano tutte<br />
le cose, perché senz'anima, di qual giovamento ci può essere l'anima senza Dio, che è l'anima<br />
dell'anima nostra? Perché, siccome non v'ha cosa di giovamento senza la vita, così non vi è vita che<br />
giovi, senza Dio.<br />
CAPO VI.<br />
Che il fare la volontà di Dio è il sommo bene della vita, è il Cielo, è la beatitudine anticipata.<br />
Da tutto ciò che si è detto, segue che l'adempire la volontà di Dio è una aggregazione di tutti i<br />
beni; e però è il sommo bene di questa vita, una beatitudine anticipata, un paradiso in terra, una<br />
gloria in questa valle di lacrime, poiché se consideriamo le condizioni della beatitudine, secondo ciò<br />
che dicono i filosofi e gli scolastici, le ritroveremo tutte nella perfetta conformità con la volontà<br />
divina.<br />
Alcuni definiscono la beatitudine una raccolta e aggregato di tutti i beni. Questo ritroviamo qui;<br />
poiché tutti i beni si vengono a ridurre a quelle tre sorta di beni, che sono l'utile, il dilettevole,<br />
l'onesto; i quali beni abbiamo veduto come stanno tutti nell'adempimento della volontà di Dio, non<br />
essendovi altra cosa per noi più utile, di maggior contento, di maggior cuore, più ragionevole. Onde<br />
tutti i beni, cioè tutte le sorta di beni, stanno accumulati in questa occupazione. Altri dichiarano<br />
beatitudine quella, alla quale nulla manca. Il che parimente si adempie nella conformità al volere<br />
divino; perché, non essendo la mancanza delle cose cagionata dall'esserne privi, ma dal desiderio<br />
che di esse abbiamo, e non essendo chi fa perfettamente la volontà di Dio, né avido di altra cosa, né<br />
inclinato a cosa alcuna, non manca di nulla, perché nulla desidera. Altri dicono la beatitudine un<br />
bene indeficiente, un'allegrezza eterna, senza imitazione e interruzione. Il che è pure di chi adempie<br />
la volontà divina; perché il bene, che questi acquista e l'allegrezza che possiede, non gli può<br />
mancare, essendo sempre la medesima causa, che è il gusto di Dio e l'adempimento della sua<br />
volontà; la qual causa dura in qualsivoglia successo, così prospero come avverso, e riconoscendo<br />
sempre che tutte le cose vengono dalla mano di Dio. E siccome Cristo Signor nostro, fra tanti<br />
tormenti che patì, non perdé mai la beatitudine dell'anima, così chi sta conformato alla volontà<br />
divina, per molti travagli che l'affliggano, non perde mai il suo gusto e contento; perché mentre ha<br />
unito il suo volere con quello di Dio, vedendo che tutte le cose vengono da tanto buon cuore e da<br />
tanto potente mano, i medesimi travagli gli si convertono in godimento, perché più desidera e ama<br />
la volontà di Dio che la sua. Che però quelle cose che gli potrebbero dar pena, gli cagionano<br />
contento e consolazione, non avendo cosa che lo possa inquietare, né che interrompa la sua pace. E<br />
siccome il santo abbate Deicola sempre rideva per il gran contento che aveva, e gioiendo diceva:<br />
Nessuno mi può togliere Cristo; cosi chi va conformando la sua volontà con Dio, può star<br />
contentissimo e dire: Nessuno mi può levare il mio gusto; e quello che é più: Nessuno mi può<br />
togliere Dio. E non sarà mai interrotta questa contentezza, perché né termina, né s'interrompe con la<br />
morte, ma passa da questa vita all'altra, per durare nei secoli dei secoli.