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P. EUSEBIO NIEREMBERG, S. J. LA VOLONTÀ DI DIO O STRADA ...

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né si tengono per amici i loro vassalli, per fedeli e leali che ad essi siano, e benché abbiano sempre<br />

adempito quanto è stato loro comandato (per essere il titolo di amico tanto onorato, che non si<br />

giudica, che nei sudditi si ritrovano meriti per arrivare ad essere chiamati con rigore amici di un re),<br />

nondimeno Iddio onora tanto quello che gli sta soggetto e gli è fedele, adempiendo la sua volontà,<br />

che gli dà quell'onore e titolo che per troppa gloria non vogliono dare i principi della terra a quelli ai<br />

quali più devono. Ora, perché noi perderemo così per nulla quest'onore, potendolo noi acquistare<br />

solo con quello, che per mille titoli abbiamo obbligazione di fare?<br />

Né solamente gode un'anima che fa la volontà di Dio, questo gran bene dell'amicizia di lui, ma ha<br />

un altro incomparabile onore di essere sua sposa, con vincolo e unione strettissima. Questa altezza<br />

si potrà conoscere dalla differenza che sarebbe fra due figliuole di un villano, se una si accasasse<br />

con un altro suo eguale, che in tutta la vita andasse con la zappa in mano, ma l'altra fosse scelta da<br />

un grande imperatore per sua legittima sposa. Quanto diverso stato avrebbe l'una dall'altra! Quanto<br />

diverso onore si dovrebbe loro! Questa differenza adunque, e anche maggiore, è di una persona che<br />

si sposa con Dio, dandogli tutto l'amore e volontà sua, senza tradirlo, né in volere, né in fare cosa<br />

alcuna secondo il proprio gusto, rispetto ad un'altra persona la quale, volendo adempire il suo<br />

capriccio, anche senza peccato grave, si congiunge con le creature, poiché questa se ne resta nella<br />

sua bassezza e rusticità, in quanto si soggetta al suo affetto di terra, e quella ascende a una nobiltà e<br />

dignità divina, riverita e ammirata dagli angeli, e si rende signora di sé medesima e di tutte le<br />

creature. Tutte le cose si nobilitano con la congiunzione di altre più nobili, e così 1'aria con la<br />

congiunzione e la unione della luce si illustra.<br />

Dunque molto più un'anima con questa congiunzione e unione con Dio, consorte della divina<br />

natura, acquista una sopranaturale nobiltà e onore che anche i medesimi angeli hanno in<br />

venerazione. Epperò dicono gravi dottori che molti angeli vengono ad assistere e a far compagnia a<br />

quelle anime le quali pongono tutta la loro diligenza nell'adempimento della volontà divina.<br />

Mi dicano dunque ora gli ambiziosi dell'onor umano: quale maggior onore di questo può fare il<br />

mondo a' suoi monarchi? Quale accompagnamento e quale pompa più illustre poté far Roma a' suoi<br />

trionfatori? Che sarà l'essere un'anima circondata da spiriti sovrani? Che guardia più maestosa ebbe<br />

mai imperatore della terra? E non perché non si vede questa Maestà, si diminuisce punto la sua<br />

grandezza: anzi è maggiore, quanto meno sono capaci di essa i sensi. E qual maggior dignità e<br />

gloria, che 1'aver in terra un medesimo impiego e carica, che hanno e avranno tutti gli angeli e i<br />

beati del cielo, cominciando uno adesso a far quello, che per tutta l'eternità deve fare e adempire<br />

nella casa di Dio? Finalmente quale maggior onore e dignità che avere un medesimo ufficio che il<br />

Figliuol di Dio, il quale fece la volontà di suo Padre fino alla morte e morte di croce? Volendo Iddio<br />

far stimare la virtù del venerabile abbate Stefano a un suo fratello, che non l'apprezzava, come<br />

conveniva, apparve a questo un uomo terribile che gli disse: «Tu non conosci la dignità del tuo<br />

fratello Stefano»; e volgendosi questi a rimirarlo, lo vide crocifisso con Cristo: perché non vi è<br />

maggior onore, che questo di essere crocifisso col Figliuol di Dio, mortificando tutte le sue voglie,<br />

per adempire il volere di Dio.<br />

CAPO IV.<br />

Come non v'è nel mondo Cosa di maggior diletto, che mortificare totalmente la sua volontà<br />

per fare quella di Dio.<br />

Con l'essere di tanto onore il non far la sua, ma la divina volontà, si congiunge il non ritrovarsi<br />

cosa più dilettevole e gustosa; affinché almeno per questo giocondo titolo e che è tanto potente a<br />

muovere i cuori di tutti, ci animiamo a tanto nobile esercizio. E l'onore umano è riposto in cose<br />

moleste e difficili, e non se ne fa acquisto se non con azioni ardue e faticose e di niun gusto per sé<br />

stesse. Ma tuttavia ha questa occupazione un tal privilegio, che con essa si acquista il maggior onore

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