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P. EUSEBIO NIEREMBERG, S. J. LA VOLONTÀ DI DIO O STRADA ...

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debito si chiama infinito per non potersi pagare? O immensa umiltà di tanto gran Maestà, che si<br />

dichiara così obbligata per adempire quello che noi dobbiamo, e che stima come beneficio infinito<br />

quel debito, al quale noi siamo infinitamente tenuti per mille titoli? Chi non resta obbligato a questa<br />

bontà e generosità di Gesù?<br />

Non so se ci deve cagionare maggior ammirazione che Cristo rispettasse, quando era in terra,<br />

come fratello e madre quello che faceva la volontà di suo Padre, adempiendo fedelmente la sua<br />

volontà, o che lo rimiri, ora nel cielo, come signore; perché non sono meno tenere e significanti<br />

quelle parole che disse per S. Luca, parlando di quei servi, che vegliavano per dare a lui gusto e<br />

servirlo in tutto adempiendo senza trascuraggine né intermissione alcuna la sua santissima volontà.<br />

Beati, dice, quei servi, i quali il Signore troverà vigilanti, quando verrà: vi dico in verità, che il<br />

medesimo Signore si cingerà e metterà in ordine per servir li, e facendoli sedere a mensa, anderà<br />

portando loro in tavola (Luc. 12. 37). Dichiara come li premierà. nella gloria, per essergli stati servi<br />

fedeli in questa vita con 1'adempire la sua volontà.<br />

E io non so con quali altre ragioni poteva maggiormente significare l'aggradimento e la stima che<br />

fa di quelli, che in questa maniera 1'adempiono: poiché, per significar ciò, dice che il medesimo Dio<br />

li servirà e farà con loro ufficio come di famiglio: e qui non parla della sua umanità, ma della sua<br />

divina natura, come ben dice S. Tommaso: «L'onnipotente Iddio di tal maniera si soggetta (a nostro<br />

modo d'intendere) a ciascheduno degli angeli e anime sante, come se fosse schiavo comprato da<br />

ciascuno di loro, e ciascuno di loro fosse il suo dio: e per dare a intendere questo, andrà servendo a<br />

tutti, avendo detto nel salmo LXXXI, v. 6: Io dissi che siete dèi: perché quel Dio sommamente<br />

perfetto adempirà in sé quello che qui insegnò dicendo: quanto più sei grande, tanto più umiliati in<br />

tutte le cose. E sebbene è superiore a tutti in dignità e maestà, nondimeno si soggetta a tutti con<br />

umiltà». Tutte queste sono parole di questo gran Dottore, nelle quali dichiara il molto che volle dire<br />

il Figliuol di Dio in quelle parole. E veramente 1'esprime in quello che dice, che Cristo arriva a<br />

stimare i suoi servi fedeli, che solamente attendono alla sua divina volontà, non solo come suoi<br />

signori, ma come dèi. Il medesimo Signore, in un altro luogo del suo Vangelo, ci dà occasione di<br />

maggiormente apprendere questa sua tanto gran compiacenza e carità, quando disse per S.<br />

Giovanni: «Se alcuno mi ama, osserverà la mia parola», adempiendo cioè in tutto la volontà divina;<br />

«e mio Padre l'amerà, e verremo a lui e porremo in lui la nostra stanza». Il che disse Gesù in quel<br />

medesimo sermone, che finiva col dire, che nella casa di suo Padre vi erano molte abitazioni per<br />

premio dei beati nella gloria. E il dire subito che la stanza di suo Padre e sua era quegli che<br />

osservava la sua parola e faceva la sua volontà, pare lo stesso che se si fosse degnato di dire per<br />

eccesso di amore, che quegli era come suo premio e sua beatitudine: e che ciò che era il cielo per i<br />

beati, era con qualche somiglianza per Dio chi adempiva la volontà divina.<br />

E sebbene questo è un parlar metaforico, nondimeno molto vivamente ci significa la stima e la<br />

compiacenza grande, che Dio ha di chi fa la sua volontà: poiché non si poté meglio significarlo. E<br />

certo è, che quel concetto, che noi possiamo formare di parole tanto tenere e esagerate, non può<br />

giungere a quello che la cosa è in sé stessa: perché, sebbene pare che Cristo abbia usato<br />

esagerazioni, sono state però in cose tali, che sempre resterà minore il nostro concetto e non<br />

giungerà alla vera stima di quello che é. Né vi ha dubbio veruno, che Dio sta nel cuore di chi fa la<br />

sua volontà, con maggior gusto, che nel più maestoso trono, che il pensiero umano possa<br />

immaginare, ancorché eccedesse mille volte la grandezza e la maestà del Cielo empireo.<br />

CAPO IX.<br />

Come per buona regola di prudenza, ancorché Dio non avesse di noi provvidenza<br />

sopranaturale, dobbiamo adempire la sua volontà.

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