Piccolo dizionario postmoderno Figure e ... - Maconi, Antonio
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C<br />
Cacciari<br />
Carattere<br />
Carmelo<br />
Comunitari<br />
Cosmopoli<br />
Cultura di sinistra<br />
Cacciari<br />
Il professore assoluto<br />
Umido per il compianto del creato, corrusco per lo sdegno nei confronti del creatore.<br />
L’occhio di Massimo Cacciari vigila. Nella sua luce vibra una Niobe d’ira. Contemplare<br />
l’aspetto michelangiolesco di Cacciari desta vertiginose emozioni. Ascoltarlo è una<br />
delizia. Cacciari è antico e profondo come un vescovo ammaestrato dai comunisti.<br />
Ingannati dai rustici argomenti della destra i telespettatori pensarono per un attimo che la<br />
compilazione dei testi scolastici e la loro adozione fosse compito di biechi inquisitori,<br />
orchestrati dal rozzo Storace e dal viscido Formigoni. Ma il luminoso Cacciari ha parlato.<br />
In televisione. Forte e chiaro. Ora la plebaglia sa: i libri di scuola li scrivono e li adottano i<br />
professori. Giù le mani dai professori e dai libri sacri. Il professore è l’assoluto a cavallo.<br />
Dei diritti d’autore.<br />
L’ira del palombaro nella laguna filosofica, scuote la paciosa parlata veneta. “Finiamola!”<br />
scandisce imperioso. Cacciari è un arcipelago, una coscienza multipla e scattante.<br />
Venetiae locutae sunt. Causa finita? Un circolo ermeneutico appare davanti ai rustici<br />
sguardi degli italiani: i professori scrivono, gli alunni leggono, i fascisti imparino a tacere. Il<br />
liberticida Storace stia in riga, la parola di Cacciari è legione.<br />
I revisionisti non passeranno. L’infame Francesco Cossiga andrà a cuccia. Lucio Colletti<br />
metterà le orecchie d’asino. Rocco Buttiglione sarà sculacciato. Cecilia Gatto Trocchi<br />
ammanettata. Fausto Gianfranceschi flagellato. L’Intelligenza splenderà invitta. I libri di<br />
scuola li scrivono professori-scrittori e li adottano professori-docenti. Cosa si vuole di più?<br />
I ragazzi leggano, l’impertinenza di destra è fuori dal gioco. Nei cieli astratti della filosofia<br />
cacciariana il circolo ermeneutico è perfezionato dal lieto fine: la protervia nera è battuta.<br />
Tuttavia, in questa bassa terra, tra i libri scritti dagli scrittori e i libri letti dai discenti ci sono<br />
i libri banalmente venduti dai librai. Ma pagati con denaro non banalmente guadagnato.<br />
Il mercato dei libri scolastici non gode della piena libertà ma c’è. Sopravvive in qualche<br />
modo. Al mercato si compra. Ora chi paga i libri ai librai? Cacciari? Supponiamo che il<br />
suo grande cuore voglia, sappiamo purtroppo che il bilancio pubblico non può. Allora<br />
prendiamo ad esempio il ponderoso libro di filosofia, comprato per un figlio che si prepara<br />
alla maturità. E’ solo un esempio, di libri massicci, per un anno nella scuola ulivista, ne<br />
occorrono dieci. La spesa sfiora il milione. E che libri: volutamente pletorici, farraginosi,<br />
torrentizi. Il raglio sessantottino è usato anche per la spiegazione del teorema di Pitagora.<br />
Gli studenti leggono solo il minimo indispensabile e fanno conto sull’ignoranza<br />
conclamata dei professori spinellati (come apprendiamo da Umberto Veronesi). Il resto è<br />
per il macero.